L’Iran, antichissimo ombelico del mondo. Compreso il nostro. L’Iran, che quando le atomiche voleva farle davvero lo scià gli abbiamo venduto 12 centrali nucleari e il formidabile Dipartimento di Ingegneria Nucleare del MIT, mentre ora vogliamo impedire anche il solo nucleare civile! L’Iran, la cui gioventù soprattutto femminile è una pentola a pressione ormai inarrestabile

Quando varie settimane prima di Pasqua ho visto nella posta elettronica l’e-mail giratami da un collega che parlava di un viaggio in Iran organizzato dal Gruppo cronisti lombardi non credevo ai miei occhi: l’itinerario benché di soli 6 giorni pieni e due di fatto di solo viaggio aereo prevedeva visite a Persepolis, Pasargade, Naqsh-e-Rostam, all’Iran Bastan di Shiraz e a luoghi dello zoroastrismo. Tutte cose che da tempo sognavo di vedere e che mai avrei creduto di poter vedere dato che l’Iran viene costantemente dipinto come un postaccio dove impiccano la gente per strada, quando non la lapidano o non la mutilano col taglio della mano e altre simili prelibatezze, e dove le donne sono una specie di soprammobile alla mercé del capriccio maschile o peggio ancora clericale. Il programma di viaggio mi pareva irreale anche perché, oltre a condensare il meglio del meglio riguardo le origini delle umane civiltà, elencava una sfilza impressionante di visite alle più belle moschee del mondo islamico, cosa molto strana visto che ci viene raccontato da mane a sera che noi infedeli nelle moschee non ci possiamo mettere piede pena il linciaggio o qualcosa di simile. E anzi, come se il programma fosse stato scritto da un marziano del tutto all’oscuro della “realtà iraniana”, erano previsti perfino incontri con la comunità cristiana, ebraica e zoroastriana.

Peccato solo che non era prevista una visita anche a Susa, oggi Shush, nell’antico Elam, dove ben 6.000 anni fa è nata la scrittura, vale a dire il linguaggio scritto. Forse la scrittura era già nata nella vicina Mesopotamia, con il linguaggio detto di Uruk IV, ma è nell’iranica Susa che sono meglio documentati il suo esordio come segni di pura e semplice registrazione delle tasse dovute al Palazzo e al Tempio e il suo lungo cammino per diventare quel rivoluzionario e insostituibile mezzo di comunicazione che ancora oggi utilizziamo e continuamente miglioriamo. Se si è stati a Susa e si sono visti i primi vagiti del linguaggio scritto si può poi meglio capire in pieno anche il rivoluzionario passaggio dalle scritture con alfabeto sillabico a quelle con alfabeto consonantico. Passaggio rivoluzionario perché se le prime annotano il linguaggio dal punto di vista della parola ascoltata, cioè quasi una registrazione passiva dei nomi dell’esistente, le seconde – vale a dire i linguaggi espressi man mano con gli alfabeti fenicio, ebraico, aramaico, nabateo, arabo, antico persiano,  dell’India e infine greco – hanno invece permesso il passaggio decisivo e dirompente alla annotazione scritta dei suoni dal punto di vista del soggetto parlante. Le prime avevano cioè al centro il mondo, la natura data, con i nomi “naturali” e quindi preesistenti delle cose, oppure – il che era in pratica più o meno la stessa cosa – i testi scritti delle leggi e delle dediche sacre, che bisognava solo saper leggere, ascoltare, con atteggiamento di fatto solo passivo. Le seconde hanno invece permesso di mettere al centro l’uomo, fornendogli la possibilità di creare ed esprimere i suoi pensieri: le parole sono così diventate gli stampi nei quali noi umani coliamo il nostro pensiero per poterlo rendere comprensibile a noi stessi e ai nostri interlocutori. Pensare, infatti, non significa altro che pensare parole: non possiamo pensare se non tramite le parole.

Se si è stati a Susa è poi più facile comprendere il misterioso e affascinante comparire – a un certo punto della Storia umana – delle vocali, vale a dire della “vocalizzazione” delle parole. La vocalizzazione è infatti affare che riguarda solo Dio, tant’è che solo gli ebrei masoreti qualche millennio dopo si sono azzardati a riscrivere l’intera bibbia notando in ogni parola anche tutte le vocali oltre alla consonanti, novità però rapidamente dimenticata…. Perché, appunto, la vocalizzazione è solo faccenda che riguarda Dio: che ha creato l’uomo “vocalizzandolo”, cioè alitandogli sul volto modellato con la creta. Inserire le vocali nelle parole prima fatte solo di consonanti equivale ad alitare in esse l’armonia della chiarezza e della impossibilità di equivoci nella loro interpretazione.
Ho così deciso di partecipare al viaggio, ma con una punta di allarme: probabilmente in Iran avrei avuto vari fastidi, dal momento che non sono il tipo che subisce in silenzio né che ama vedere per strada scene di violenza sia pure “giusta” e “legale”. I miei familiari erano decisamente contrari che io partissi: “Ma come? Proprio tu vai a fare il turista in un Paese dove impiccano e lapidano la gente in piazza!?”. D’altro canto le autorità iraniane hanno tirato molto per le lunghe la possibilità che il viaggio si facesse o no. Poiché gli organizzatori del Gruppo cronisti lombardi hanno deciso di chiedere il (più costoso) visto giornalistico anziché solo quello turistico, per evitare che se fossimo entrati come turisti potessero poi rimproverarci che in realtà eravamo entra
ti come giornalisti,  nell’ambasciata iraniana a Roma sono rimasti comprensibilmente perplessi: che ci andavano a fare una ventina di giornalisti in Iran a poche settimane dalle elezioni presidenziali? Possibile che un intero gruppo di giornalisti volesse entrare solo per fare del turismo? E’ così che l’incertezza sulla concessione dei visti si è protratta in modo esasperante per oltre un mese, con man mano le richieste più strane: mentre in Marocco ero sulle dune al confine con l’Algeria sulla groppa di un cammello mi è arrivata l’ennesima telefonata che chiedeva anche la fotocopia della tessera di giornalista o il suo originale…..

A un certo punto, a pochissimi giorni dalla data della partenza,  ci è stato detto che dovevamo chiedere anche il pass giornalistico, una tesserina che ci avrebbe permesso di poterci muovere come giornalisti per l’intera settimana del viaggio: altri 450 dollari a testa! Avevo finalmente la scusa per dire “No, adesso basta! Allora non parto”, quando il mio interlocutore ha aggiunto che date le proteste anche dell’agenzia turistica le autorità iraniane ci avrebbero fatto pagare solo 100 euro a testa anziché i normali 450 dollari.
E’ così che mi sono ritrovato all’aeroporto di Teheran con un gruppetto di colleghi e colleghe che prima non conoscevo, accolti da Reza, un iraniano calvo che parla in italiano. Le sorprese sono iniziate subito, già all’aeroporto. Tra gli enormi tabelloni luminosi pubblicitari ne spicca uno di una notissima “griffe” italiana di abbigliamento che nulla ha a che
vedere con la tanto temuta severità islamica. Al controllo passaporti e alla dogana inoltre nessuno ci ha “filato”, siamo cioè passati senza intoppi né interrogatori. M’è venuto in mente che all’aeroporto di New York mi avevano anche infilato un dito su una macchinetta, credo per prendermi le impronte, e hanno chiesto insistentemente a mia figlia se io fossi davvero suo padre. Per non dire dell’aeroporto di Tel Aviv, dove la  mia collega de L’espresso  Barbara Schiavulli anche di recente è stata interrogata con pignoleria prima che si decidessero a farla passare, lei che a Gerusalemme ci ha anche vissuto, per non dire dell’ex arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, che è stato torchiato per ore con la minaccia di non lasciarlo entrare e rispedirlo invece in Italia, lui che a Gerusalemme ha scelto di andare a viverci anziché puntare ad andare in Vaticano come papa.

Fuori dell’aeroporto ci prende in consegna un altro Reza, niente affatto calvo e piuttosto ciarliero, che parla italiano e sarà la nostra guida per tutta la durata del viaggio. Nella trentina di chilometri che ci separano dall’albergo il traffico caotico, al confronto del quale quello di Napoli e Palermo sono roba da educande, chiarisce subito che Teheran, un ammasso piuttosto informe di 70 chilometri per 50, capitale e maggior polo industriale del Paese, conta ben 17 milioni di abitanti ed è cresciuta troppo in fretta dall’iniziale villaggio di poche migliaia di abitanti sito su un altopiano ai piedi della catena montuosa Elburz, visibile sullo sfondo. Teheran significa “Andare verso il basso”, perché per raggiungerla dai monti circostanti si deve scendere fino ai suoi 1.600-1.700 metri sul livello del mare. I semafori hanno tutti un grande orologio che segna a ritroso quanto manca alla fine del colore in atto, rosso o verde o giallo che sia, in modo che gli automobilisti in colonna possono regolarsi, magari evitando di tenere inutilmente accesi i motori per troppo tempo. La durata media del rosso e del verde è infatti di 30 secondi, durante i quali c’è poco da “sgommare”.
Quello che lascia sbigottiti è che a quanto pare nessuno sa cosa sia la precedenza, la auto ti tagliano la strada sia da destra che da sinistra, gli stop sono virtuali, le frecce forse le usano solo per giocare agli indiani, ma certo non per segnalare lo spostarsi di corsia o il girare a destra o a sinistra. I cantieri della nuova enorme metropolitana sventrano quasi ovunque le strade, a volte sembrano lunghe ferite aperte e altre volte lunghe cicatrici già indurite ma ineliminabili, in ogni caso la nuova linea subway appare chiaramente come l’unica ancora di salvezza per disintasare le budella della metropoli intasate e ubriache di automezzi. Si spera sia un’ancora di salvezza anche contro l’inquinamento: dalla mia stanza d’albergo al 15esimo piano vedo un immenso brulicare di palazzi scalcinati, privi di qualunque fascino, quasi tutti con l’aria di eterna costruzione mai terminata, una sorta di calabrese Isola Capo Rizzuto moltiplicata per un milione, ma tutti immersi in qualcosa che mi ricorda la nebbia in val Padana ed è invece solo smog.

E’ il giorno dopo, al museo archeologico nazionale Iran Bastan, che vengo improvvisamente risucchiato indietro di millenni e comincio a capire che l’altipiano iranico è stato l’inizio di tutto, non solo della scrittura. E che la Via della Seta è stata per millenni il cordone ombelicale che ha nutrito di mercanzie, odori, sapori, delizie, di beni di prima necessità e di lusso vertiginoso, di religioni e di saperi di vario tipo quell’Occidente che sarebbe poi diventato Europa. Non ricordo il nome dello studioso, mi pare fosse russo, che ha appurato come TUTTE le varietà di frumento che ci hanno nutrito nel corso dei millenni siano nate nell’area proprio della Via della Seta. Da qui ci sono arrivati anche quelle delizie e meraviglie chiamate fichi e arance, quest’ultime provenienti dall’India dove l’hanno chiamate arance perché questa parola significa “frutti preferiti dall’elefante”. L’incanto si compie davanti a un bassorilievo di marmo nero portato via mi pare da Persepolis: si vedono distintamente il Gran Re assiso sul trono che riceve dei dignitari e questi in piedi davanti a lui che lo riveriscono. O meglio: che lo adorano. L’adorazione, come dice l’etimologia stessa della parola, che viene da “ad oras”, cioè “dalla bocca”, altro non era che un saluto fatto con la mano spostandola più volte dalla bocca in direzione del sovrano, che non poteva assolutamente essere avvicinato troppo e tanto meno toccato, insomma un modo simbolico di mandargli con la mano le parole del saluto. Un gesto simile al nostro lanciare baci con le mani quando per esempio si saluta una persona cara alla partenza del treno. E dietro il dignitario “adorante” si vedono distintamente altre due persone che recano ognuna una piccola sacca con un dono particolare, molto particolare, che verrà poi bruciato nei due piccoli bracieri bene in vista siti tra il dignitario in visita e il Gran Re. Il dono altro non è che incenso, da millenni misteriosa forma di grande riverenza verso la divinità, tanto che anche tra i romani era convinzione comune che le preghiere rivolte agli Dei sarebbero state sicuramente a loro più gradite e quindi da loro più facilmente esaudite se accompagnate dai fumi dell’incenso.

Il bassorilievo di marmo nero portato via da Persepolis mi rivela quindi di colpo che già esistevano da tempo immemore quei rituali che la Chiesa di Roma, dopo avere inutilmente tentato a lungo di sradicarli, ha finito col fare propri, quali l’adorazione e l’uso dell’incenso nel corso della messa e di altre cerimonie religiose. Sono cioè nate qui, in Iran o se preferite nell’antica Persia, usanze che ancora oggi fanno parte della nostra vita, anzi del nostro dna. Nell’Iran Bastan vedo che sono nati qui perfino gli orecchini, portati già dai dignitari, e perfino i baffi a punta, quelli stile Zorro per intenderci, che vedo sul viso incredibilmente moderno di un baldo principe partico dal sorriso fiero, sicuro di sé, sicuro di far colpo, un giovane che scoppia di salute e pur essendo un gigante di marmo pare stia proprio venendo verso di me, come verso qualunque altro visitatore che lo guardi. Effetto strabiliante. Anche per via del copricapo, da turista inglese che si ripara dal sole difendendo in particolare la nuca.
Ma chiarisce tutto molto meglio il trovarmi davanti ad antiche rappresentazioni dei simboli di Zoroastro, il famoso uccello con le due ali spiegate e tre ordini di penne nella coda che pare pilotato da un anziano con la barba che stringe tra le mani una specie di volante. Le due ali rappresentano il bene e il male, i tre ordini di penne della coda rappresentano i tre principi cardine della religione di Zoroastro: pensare bene, parlare bene, agire bene.

Come si vede, si tratta del condensato di qualunque altro monoteismo nato successivamente, dall’ebraismo all’islam passando per il cristianesimo. Quello che sembra un piccolo volante è invece l’anello della legittimità, consegnato dal sacerdote al Gran Re al momento della sua investitura: con la sua forma circolare l’anello simboleggia il fatto che per quanto ci si dia da fare torniamo sempre ciclicamente al punto di partenza, non esiste per nessuno, neppure per il Gran Re, un punto di fuga permanente, motivo per cui conviene essere onesti: conviene cioè “pensare bene, parlare bene, agire bene”. E l’anello lo usiamo ancora oggi anche nel matrimonio, con lo scambio delle fedi, cioè della fiducia e legittimità reciproca degli sposi.

Lo zoroastrismo sopravvive ancora in Iran, donde si dirama un po’ nel mondo, con qualche decina di migliaia di credenti che hanno diritto, come i cristiani e gli ebrei, a proprie scuole e a propri rappresentanti in parlamento. Ma lo zoroastrismo rimanda alla religione mitraica, vale a dire al culto solare del dio Mitra, arrivato dai Veda dell’India assieme al suo bellissimo libro “sacro” Avesta, culto talmente radicato anche a Roma che la Chiesa ne ha copiato quasi tutto: dal nome “messa” al copricapo chiamato ancora oggi “mitria”, dal pasto comune diventato il sacramento della comunione alla ricorrenza del Natale il 25 dicembre, da tempo immemorabile il “dies natalis solis invicti”: vale a dire, il giorno in cui, dopo i tre giorni di “morte” col solstizio d’inverno del 21 dicembre, il sole ogni anno riprende a salire, cioè rinasce, dal punto più basso della sua traiettoria celeste. I primi a portare il mitraismo a Roma furono i soldati di Pompeo reduci dalla campagna contro i pirati dell’Illiria, ma a portarlo in grande stile fu l’imperatore Settimio Severo, che sposò Giulia, nata dalla stirpe dei sacerdoti del dio Sole di Emesa, in Siria, odierna Homs. Poi l’imperatore Aureliano rese il mitraismo ancora più grande e diffuso: ispirandosi alla festa che si svolgeva nella città di Emesa e che cadeva il 25 dicembre, il 25 dicembre dell’anno 274 d. C. istituì addirittura il “Dies Natalis Solis Invicti”. Da Emesa proveniva anche l’imperatore Eliogabalo, noto anche come Marco Aurelio Antonino, che – sacerdote di quel culto – lo rafforzò sostituendo nel pantheon capitolino Giove con Mitra. Era di fede mitraica lo stesso Costantino, l’imperatore che “sdoganò” il cristianesimo e che non è certo sia mai stato battezzato. Quando Teodosio mise fuori legge tutte le religioni pagane passando alla Chiesa tutti i loro templi (molte chiese a Roma sorgono sui resti di basiliche mitraiche, compresa la stessa basilica di S. Pietro), la Chiesa con grande disinvoltura non farà altro che impadronirsi anche del già esistente Natale del 25 dicembre facendo finta che in quel giorno sia nato Gesù Cristo!

E’ stato del resto Ciro il Grande ad abolire per primo nella Storia del mondo la schiavitù, precorrendo i tempi di qualche millennio, e a permettere che se ne tornassero a casa quelle parti di popolazioni sottomesse che una 70ina di anni prima erano state spostate d’autorità per meglio amalgamare l’impero. Tra gli altri Ciro permise perciò il rimpatrio degli ebrei da Babilonia, e proprio questi esuli – come fa rilevare lo studioso Gianni Liverani – saranno gli unici a legarsela al dito, a fare di quei 70 anni una lamentazione che dura ancora oggi e, liberati da Ciro, a tornate a casa col dente talmente avvelenato con chi in patria durante quei 70 anni di loro assenza aveva accettato l’insediamento di “stranieri” da scrivere le parti più “dure e pure”, cioè meno accettabili, della bibbia, quelle a base di genocidi e simili orrori “ordinati da Dio” (!), strani concetti la cui influenza dura ancora oggi. Il profeta Daniele visse anche lui a Babilonia, pare come interprete dei sogni, e anche lui portò in patria le influenze dello zoroastrismo incorporate nel monoteismo biblico. Il cortocircuito tra la antichità “locale” di queste terre, la realtà odierna e anzi l’attualità più incalzante del nostro mondo esiste ancora, e con pericolo di altri incendi….
Ecco perché ritrovarsi davanti a certi antichissimi reperti e simboli in Iran significa ritrovarsi di colpo e inaspettatamente immersi nel liquido amniotico che ha partorito anche la nostra civiltà e la nostra stessa religione, cioè la nostra identità. Osservare da vicino certe cose significa osservare da vicino il nostro dna… L’effetto non può essere ch
e stravolgente e di massimo incantamento. M’è piombata addosso una lunga serie di sorprese che non mi aspettavo: io, giornalista e maniaco della parola scritta, volevo solo vedere da vicino la nascita della scrittura! Mi trovo invece sommerso da una valanga di altre delizie.

Queste terre inoltre hanno fatto parte di quei regni ellenistici che, specie dopo le conquiste di Alessandro Magno, hanno visto lo spirito speculativo dei greci incontrare la enorme massa di nozioni pratiche di matematica, geometria, chimica, astronomia, ecc., esistente da millenni nell’area comprendente l’Egitto, la Mesopotamia, la Caldea, l’Iran, ecc., e dare così vita allo spirito scientifico e alle scienze, beni e conquiste da noi ereditate ma ignorate per 2.000 anni – ai romani che conquistarono quei regni le scienze non interessavano, tanto meno alla Chiesa che in seguito prese il posto dei romani – finché nella Spagna araba, dopo la cacciata dei musulmani, non furono scoperte le migliaia di libri salvati e tradotti tanto dai bizantini quanto dagli arabi nelle terre che erano state dei regni ellenistici. E’ stato il ritrovamento di quei libri che – oltre a farci scoprire Aristotele e perfino Omero – ha innescato le rivoluzioni dei vari Newton, Galilei, Copernico, Leonardo da Vinci, ecc. I greci, dispersi con una sorta di diaspora marina su centinaia e centinaia di isole e polis per conservare l’unità identitaria greca hanno affinato al massimo la capacità di estrarre dal particolare il tratto comune, universale: un modo per trarre dal particolare delle centinaia di isole e polis, spesso in lotta tra loro, il tratto comune e universale dell’identità greca. E’ stata questa capacità di estrazione, e quindi di astrazione, che una volta applicata alla enorme massa di conoscenze pratiche egizie, mesopotamiche, iraniche, ecc., ha permesso di creare le scienze, quelle che noi ancora oggi conosciamo e utilizziamo.

Se questi sono i pensieri che cominciano a darmi le vertigini, rendendomi per i primi giorni un compagno di viaggio piuttosto muto, quasi assente, in strada i pensieri sono ben altri. Non solo non vedo da nessuna parte impiccagioni né lapidazioni, ma per quanto mi sforzi non riesco a trovare neppure una persona cui sia stata mozzata una mano o un piede. Se il taglio delle mani e dei piedi fosse praticato in Iran come si usa dire sui nostri mass media, in strada ci sarebbero e si vedrebbero dei mutilati, né più e né meno come per molti anni dopo la seconda guerra mondiale era cosa comune vedere in tutta Italia non solo i reduci tornati storpi e mutilati dal fronte, ma anche donne, vecchi e ragazzini mutilati da bombe e proiettili vari. E poi c’è sempre questa strana faccenda che siamo liberi di andare dove ci pare, parlare con chi ci pare e fare le domande che più ci aggradano a chi più ci pare e piace. Ma la cosa più strana di tutte è l’accorrere a frotte di gruppi di ragazze desiderose di parlare con noi, di farsi fotografare, sempre allegre, sorridenti e disponibili, a Shiraz addirittura un po’ sfacciate, cosa che alla mia età può creare qualche imbarazzo: “Scusate, ragazze, ma a parlare con noi occidentali non rischiate le frustare e la galera?”. Coro di risate, come se avessimo raccontato una barzelletta.

La vitalità e la modernità delle ragazze iraniane irrompe fino a ridicolizzare lo spolverino nero e il velo nero che, anche se può essere di qualunque colore o fantasia di colori, quasi tutte indossano, come un esercito di fantasmini o suorine animate da moto perpetuo a mo’ di argento vivo, gocce di mercurio allegre e imprendibili. Lo spolverino e il velo sono obbligatori per legge quando una donna esce di casa, ma ormai le giovani – che comunque indossano sempre i jeans, per giunta attillati, lo hanno reso una specie di variante dell’abbigliamento stile Liu Jo delle nostre liceali: spolverini attillati, avvolgenti, con cintura o fusciacca o lacciuoli strategici ad altezza “giusta”, il cui effetto di sex appeal è evidente anche a un cieco. In più, siccome il viso è l’unica parte del corpo che una donna può mostrare in pubblico, tutte lo esibiscono truccato alla perfezione, sorridente, luminoso e perfetto, con gli occhi e lo sguardo che dicono molto di più del nostro andare sbracate in giro con mezzo sedere e le falde del monte di Venere in bella vista. Non manca chi esibisce ciuffi di capelli ribelli e a volte colorati artificialmente che fuoriescono orgogliosamente dal velo come una sfida al mondo: ogni volta ci guardiamo attorno preoccupati, certi di vedere piombare i Guardiani della Morale armati di frusta… invece niente!

Le donne vestite di nero o comunque intabarrate per legge ci fanno istintivamente pena, però quando lo scià Reza Pahlevi per occidentalizzare l’Iran ne proibì l’uso furono pochissime quelle che obbedirono. E’ evidente che, per quanto ci possa parere incredibile, questa faccenda del velo deve avere a che vedere con l’identità nazionale. In definitiva le nostre nonne portavano spesso anch’esse il velo e fino al secondo dopoguerra anche la veletta: coprire anche il volto, lasciandolo intravedere sotto la rete della veletta, era considerato un elemento di seduzione, non certo di oppressione. E’ così anche in Iran? Sì e no? Sì perché è evidente che l’uso in realtà non impaccia nessuna e non impedisce niente. No perché quando le mie colleghe chiedono ad alcune ragazze di Teheran dove possono comprare un velo nero si sentono spesso dire: “Ma come!? Noi ce lo vogliamo togliere e voi invece ve lo volete mettere!?”.

Come che sia, quello che colpisce delle ragazze è che hanno tutte, oltre ai jeans all’ultima moda, le stesse scarpe sportive e la mania del telefonino delle nostre ragazze. L’unica differenza è che qui le scarpe, sportive o sportivissime, le portano – sia le ragazze che i ragazzi – allacciate anziché slacciate   come si usa da noi. L’impressione è che la massa di ragazze, in un Paese dove le donne sono molte di più degli uomini e costituiscono il 70 per cento della popolazione studentesca, sia una sorta di pentola a pressione, di bomba a tempo che prima o poi farà crollare il regime clericale o lo costringerà a forti riforme e migliorie. “Siamo un Paese civile, colto, con una storia antichissima, non meritiamo questo regime”, affermano molti giovani e molte giovani. A giudicare da quel che si vede ovunque, il regime ha chiaramente rinunciato, posto che ci abbia mai pensato, a livellare la massa femminile in senso tristanzuolo. Le elezioni presidenziali vedranno quasi certamente il ballottaggio tra il conservatore Ahmadinejad e il riformista Moussavi, ma è probabile vinca il primo. Se vince, in molti danno per scontato che farà una serie di riforme liberalizzatrici, per quanto possa parere incredibile: una volta certo di avere il potere saldamente in mano, il clero riprenderà almeno parte del programma del progressista Katami, che non è stato rieletto perché battuto da Ahmadinejad grazie alla infelice decisione di George W. Bush di inventarsi l’Asse del Male, con l’Iran membro eminente, offendendo così ancora una volta l’orgoglio e la dignità dell’Iran (già colpite con il colpo di Stato della Cia che buttò giù il democraticamente eletto capo del governo Mossadeq e riportò dall’estero dove era fuggito e sul trono lo scià Reza Pahlevi, che diede inizio a una repressione selvaggia con centinaia di migliaia di vittime tramite la famigerata e torturatrice polizia segreta Savak).

La demenziale trovata di Bush ha scatenato per reazione l’orgoglio nazionale e fatto vincere le elezioni alla destra, cioè ad Ahmadinejad, buttando al macero il programma riformista di Katami, che nel luglio del 2006 aveva vinto le elezioni presidenziali con oltre il 70 per cento delle preferenze in una votazione che ha visto andare al voto quasi l’80 per cento dell’intero elettorato. Katami era stato ministro della Cultura, ma aveva dovuto dimettersi perché aveva dato troppa libertà agli editori, ai giornalisti, ai pittori e agli autori cinematografici, con il cinema iraniano avviato a una sorta di rinascita, i giornali passati da 100 testate a 501 e i titoli dei libri pubblicati cresciuti da 500.000 a quasi 900.000. Il programma elettorale  con il quale Katami vinse le elezioni presidenziali si basava su temi coma la società civile, le libertà individuali, i diritti delle donne, il pluralismo politico e il “dialogo tra civiltà”. Katami sosteneva la “distinzione tra religione e tradizioni ammantate di religione”, affermava che si dovevano adottare le idee del nostro Illuminismo e più in generale apprezzare gli aspetti vantaggiosi dell’Occidente. Inoltre non si stancava di ammonire la destra affermando che migliore garanzia contro un altro colpo di Stato Usa o una invasione militare era una società apertamente democratica, capace quindi di difendersi senza indugio e decisa a farlo per conservare le proprie libertà.

Questo programma, che era quanto di meglio ci si potesse aspettare, è stato duramente osteggiato e ridotto dal Consiglio dei Guardiani, i quali hanno il potere decisamente non democratico di vagliare e bocciare le leggi approvate dal parlamento e i candidati alle varie elezioni, ma Katami era ben deciso ad andare avanti anche con una legge che riducesse drasticamente il potere dei Guardiani. A far fuori il programma di Katami è stato però George Bush, con la demenziale trovata dell’Asse del Male con annesso Iran. Poi è cominciato anche il tormentone sul “programma nucleare militare iraniano”, che semplicemente non esiste, ma è una scusa buona per tenere l’intero Iran, cioè un Paese di 70 milioni di abitanti, sotto l’eterna minaccia di una invasione o “almeno” di bombardamenti israeliani. L’ipocrisia e la memoria corta di cui sempre siamo i primatisti ci ha fatto dimenticare che il programma nucleare è iniziato negli anni ’70, quando lo scià burattino degli Usa sosteneva che l’Iran aveva bisogno di fonti di energia alternative in vista del fatto che prima o poi il petrolio sarebbe finito. Abbiamo dimenticato che Usa, Germania e Francia firmarono contratti per costruire allo scià ben 12 centrali nucleari fregandosene bellamente del fatto che lo scià della repressione di massa dichiarava alla stampa estera: “Senza dubbio, e prima di quanto pensiate, avremo armi nucleari”.

Tant’è che il delinquenziale e corrottisimo Pahlavi aveva stipulato con il prestigioso Massachusset’s Institute of Technology, noto anche come MIT, un accordo per acquistare il suo formidabile Dipartimento di ingegneria nucleare. La maggior parte dei docenti era favorevole alla vendita, che saltò solo per la feroce opposizione della massa studentesca. E a far fuori le 12 centrali è stata la rivoluzione komeinista prima e la guerra con l’Iraq dopo. Ora che le centrali nucleari servono davvero e nessuno in Iran intende costruire bombe atomiche, anche perché non ne possiede e non ne può possedere la tecnologia, suoniamo una musica ben diversa dalle serenate che ci piaceva suonare allo scià. Il ridicolo e il tragico di questa nostra nuova farsa è che il minerale d’uranio per il quale vogliamo bombardare l’Iran è sempre e quasi solo solo quello acquistato e immagazzinato a suo tempo dallo scià! Come si vede, c’è più di un motivo valido perché gli iraniani ne abbiano le palle piene delle interferenze Usa e dell’annessa ipocrisia europea ormai al guinzaglio delle inammissibili pretese di monopolio nucleare, bombe atomiche comprese, dell’un po’ troppo aggressivo Stato di Israele. Che finalmente pare avere trovato a Washington un inquilini della Casa Bianca meno disposto del solito a ballare al suono del governo israeliano, che ha vinto le elezioni promettendo la fine “con ogni mezzo” del programma nucleare iraniano e rifiutando ormai apertamente anche solo l’ipotesi di uno Stato palestinese, peraltro ormai impossibile per mille e uno motivi basilari.

Dopo una giornata passata tra musei da capogiro e la marea di gente che affolla Teheran a tutte le ore, la sera partiamo in aereo per Shiraz, nome che significa “Città dei misteri”, compresi i misteri della poesia dei suoi grandi poeti, tra i quali Hafez e Saadi, e dei sorrisi delle sue vivacissime donne, che godono fama di essere le più aperte e curiose dell’intero Iran. Da Shiraz risaliremo verso Teheran in pullman, con Reza Sahya come guida, l’imperturbabile Magid come autista infaticabile e bravissimo e Alì assistente tuttofare di Reza. Un itinerario di 1.500 chilometri, su un altopiano di 1.600 metri di altezza media, che allinea deserti e città splendide, sempre circondato da catene di monti, in un Paese che ha oltre 240 mila siti archeologici aperti, uno più importante dell’altro, e le più belle moschee del mondo. Un viaggio fin troppo denso, talmente pieno di bellezze e di sorprese che vorrei ripeterlo con più calma, impiegandoci magari un mese. E andando a vedere finalmente Susa!
La prossima e ultima puntata tra qualche giorno.

487 commenti
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  1. marco tempesta
    marco tempesta says:

    caro U.
    il governo Prodi è durato 2 anni, poi si è suicidato. Se invece avesse colto la palla al balzo e invece di una pletora di cadreghe avesse subito proposto una drastica riduzione tipo quella ora magistralmente paventata dal berlusca e da Fini, di certo avrebbe conquistato la fedeltà di quell’elettorato che invece lo ha abbandonato. Se avesse SUBITO messo in moto una campagna di informazione ben fatta, sulle necessità del Paese e sugli interventi PRATICI proposti…se avesse messo in moto una politica del lavoro capace di far vedere agli italiani un futuro più certo ( fattibile con interventi strutturali locali sull’energia o su tante altre cose di cui ho già parlato)…se avesse…
    ora avremmo un governo di sinistra serio e propositivo, non certo quella schifeza che ci tocca sopportare.
    Ma ci vai tu, a convincere gli italiani che un governo di sempliciotti è meglio di un governo di delinquenti?
    Perderesti il tuo tempo, credimi.
    Se qualche volta potessi farti ascoltare i discorsi di chi prima ha votato prodi e poi ha dirottato su berlusconi, ti renderesti conto dell’enormità dell’errore dei vari componenti dell’ultimo governo Prodi. Ti sarebbe chiaro come l’incapacità di agire e di comunicare nei tempi e nei modi giusti, sia un veleno in grado di uccidere qualsiasi buona volontà, onestà e cose belle del genere.

  2. Vox
    Vox says:

    @ Uroburo
    Caro Uro, parlare di “socialismo” in riferimento a Wall Street e’ davvero divertente. Proprio da te un ossimoro del genere non me lo aspettavo.

    L’unica cosa che potra’ instaurare Wall Street sara’ una nuova forma di dittatura (in cui, appunto, prevale la dirigenza oligarchica), poiche’ avra’ bisogno di una nuova moltitudine di schiavi e per mantenerli tali dovra’ per forza opprimere e controllare al massimo. Le avvisaglie gia’ ci sono e il progetto di una moneta unica sembra gia’ indicare che l’operazione e’ ampiamente in atto.
    Un caro saluto

  3. Lunarossa x il ciurlatore di manici
    Lunarossa x il ciurlatore di manici says:

    marco tempesta { 25.05.09 alle 20:28 }

    Apogrifo. Eccone un altro che ha fuso. E sono due.

    intanto non correggi le tue ciurlate al lampione, ma le confermi!!
    Lunarossa

  4. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x VOX:
    Il PD?! E perche’ non il PDL invece, che e’ una voragine di corrotti, indagati, avanzi di galera, furbastri, ipocriti e amorali?

    Per i motivi che ho appena spiegato ad Uroburo: il PDL è strutturato bene. Il PD come è strutturato adesso, non è in grado di offrire all’elettore validi motivi per votarlo. Ciò potrebbe portare alla tentazione, in caso di paventata forte riduzione dell’elettorato, di allearsi strutturalmente col PDL per fare un partitone unico. Questo vorrebbe dire creare un moloch in grado di mangiarsi tutte le buone intenzioni di uscire da questo merdaio!.

  5. sylvi
    sylvi says:

    caro Marco,

    i padri dovrebbero “servire” ad altro oltre che a portare soldi a casa.
    Parlando di donne che vogliono farsi sposare, possono essere semplicemente donne che desiderano una famiglia.
    Puttane?
    E una donna che porta avanti la famiglia con oculatezza guadagna il suo stipendio.
    Quanto ai figli di donne sole…con padri vivi…
    In tutta la mia carriera, di padri separati AUTENTICAMENTE presenti ne ho conosciuti sulle dita di UNA mano!!!
    Il resto sono guerre e dolore.
    Si può sempre evitare di far figli!
    E’ legge fisica: i vuoti vengono immediatamente colmati!

    Mandi Sylvi

  6. Uroburo
    Uroburo says:

    Trovo singolarissime le polemiche relative ai test missilistici iraniani. Direi che lo stile delinquenziale dei ragionamenti del defunto signor Pantegana si sta rapidamente diffondendo nel comune modo di pensare usaegetta e quindi dell’intero mondo occidentale.
    Vediamo un po’: gli Usaegetta hanno uno sfracello di basi missilistiche nel mondo intero e specificamente nell’area mediorientale, tutte armate con uno sfracello di cacciabombardieri in grado di trasportare decine di armi atomiche, per non parlare della dotazione missilistica di cui sono armate le loro navi da guerra. Lo stato di Israele – caratterizzato da una legislazione e da una prassi che fa differenze tra i suoi cittadini sulla base delle loro caratteristiche etniche o religiose – possiede, a quanto dicono gli esperti militari, circa 200 testate nucleari (per lo più bombe N ma non solo) con missili a medio raggio, più o meno come quelli iraniani ma molto più sofisticati.
    Ora, per quale ragione l’Iran, posto sotto tiro di decine e decine (e più probabilmente centinaia e centinaia) di missili atomici non dovrebbe avere il diritto di dotarsi di armi di ritorsione? E per quale ragione mai l’Usaegetta (ed il suo fosco e luttuoso alleato) ritiene di avere il diritto al monopolio delle armi di difesa?
    Naturalmente il miserabile signor Pantegana (ed i suoi accoliti dai nomi più o meno strani ma di pari livello etico) parlerà del nulla ma i fatti restano: ogni stato, come ogni uomo, ha il diritto di difendersi. Tanto più che tutti i giornali davano per scontato un attacco nucleare israeliano all’Iran solo pochissimo tempo fa, attacco vietato da Obama che ha posto il veto (almeno per ora).
    Un saluto U.

  7. Uroburo
    Uroburo says:

    Per Vox
    Socialismo qui si intende come sinonimo di economia pianificata.
    La pianificazione può essere fatta dai popoli o dai banchieri.
    In tal caso sarebbe il socialismo dei banchieri detto, come battuta, “il socialismo di Wall Street”. U.

  8. Vox
    Vox says:

    Trovo singolarissime le polemiche relative ai test missilistici iraniani
    @ Uro

    Tutto questo si puo’ riassumere nella massima del bue che da del cornuto all’asino, o del lupo che beve a monte, ma accusa l’agnello di sporcargli l’acqua a valle. Questi sono riusciti a fare un lavaggio di cervelli megagalattico, in cui tutto e’ messo sottosopra. La logica del rovescio.

  9. Vox
    Vox says:

    @ Uro

    Il Socialismo e’ ben di piu’ che economia pianificata. L’accostamento con i banchieri di wall street mi sembra comunque sbagliato, lo trovo psicologicamente subdolo.
    Ciao

  10. Vox
    Vox says:

    VERSO LA MONETA UNICA GLOBALE E IL GOVERNO MONDIALE

    PARTE I

    Introduzione
    A seguito della riunione del G20 tenutasi nel 2009, sono stati annunciati piani per rendere possibile la creazione di una nuova moneta globale che rimpiazzi il dollaro statunitense come valuta di riserva mondiale[…]

    [Con] “una moneta cartacea artificiale emessa dal Fondo Monetario Internazionale,” come riporta il Telegraph, “i leader del G20 hanno attivato il potere che il FMI ha di creare moneta, per iniziare una ‘decongestione quantitativa’ globale”.

    Facendo così, hanno introdotto de facto una valuta mondiale che è AL DI FUORI DEL CONTROLLO di qualsiasi stato sovrano[…]

    È importante dare un’occhiata più da vicino alle “soluzioni” che vengono proposte e messe in opera nel corso della presente crisi finanziaria globale. Non si tratta di iniziative inedite, dato che hanno fatto parte dei piani dell’élite globale da lungo tempo. Tuttavia, nel mezzo della crisi in corso, questa élite ha velocizzato il suo progetto di creazione di un Nuovo Ordine Mondiale finanziario.
    È importante esaminare le radici di queste “soluzioni” (proposte e imposte), e degli effetti che avranno sul Sistema Monetario Internazionale (IMS) e sulla politica economica globale nel loro insieme.

    Una nuova Bretton Woods
    […] Il 17 ottobre 2008 il Primo Ministro Gordon Brown scrisse un commento per il Washington Post in cui scriveva: “Questa settimana i leader europei si sono riuniti per proporre i principi guida che riteniamo debbano fare da fondamenta per una nuova Bretton Woods: trasparenza, serietà creditizia, responsabilità, integrità e GOVERNANCE GLOBALE” […] e il maggiore quesito sul tappeto è se sia arrivato il momento di nominare un ‘poliziotto’ economico globale che impedisca il ripetersi di un crac come questo del 2008. (…) qualsiasi organizzazione dotata del potere di mantenere l’ordine nell’economia globale dovrebbe includere rappresentanti dei maggiori paesi – una specie di Nazioni Unite della regolamentazione economica.”

    L’avvento delle valute regionali
    (ovvero, la fine della moneta nazionale)
    Il primo gennaio del 1999 l’Unione Europea ha adottato l’Euro come propria valuta regionale… Tuttavia non è l’unica valuta regionale al mondo. Ci sono manovre e auspici per altre monete regionali un po’ dappertutto.

    Nel 2007 Foreign Affairs, rivista del Council on Foreign Relations, riportava un articolo intitolato The End of National Currency {La fine delle valute nazionali}… L’autore pone questa domanda: “Il recupero della sovranità perduta da parte dei singoli governi metterà fine alla instabilità finanziaria?” E risponde affermando che […] I governi si devono sbarazzare della pericolosa idea che lo status di nazione richieda che siano essi a emettere e controllare la moneta in uso nel loro territorio. Valute nazionali e mercati globali semplicemente non possono integrarsi… e “il nazionalismo monetario è semplicemente incompatibile con la globalizzazione”[…]

    Essenzialmente, secondo l’autore dell’articolo, la soluzione consiste nelle valute regionali.

    [Continua]

  11. Vox
    Vox says:

    VERSO LA MONETA UNICA GLOBALE E IL GOVERNO MONDIALE

    PARTE II

    L’Unione delle Nazioni Sudamericane
    […]Come riferiva la BBC, “I leader di dodici nazioni sudamericane hanno costituito un’entità regionale finalizzato all’incremento dell’integrazione politica ed economica della regione,” e che “i membri dell’UNASUR sono Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Paraguay, Perù, Suriname, Uruguay e Venezuela.”[…]

    Il Gulf Cooperation Council
    Nel 2005 il Gulf Cooperation Council (GCC), un blocco regionale per il commercio tra Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti (UAE), enunciava l’obbiettivo di creare una singola valuta in comune entro il 2010… “le banche centrali della regione si sono accordate nel perseguire un’unione monetaria con norme simili a quelle europee.”

    Un’Unione Monetaria Asiatica
    […]Con il dollaro, lo yen e l’euro che fluttuano in competizione tra loro, altre piccole economie aperte saranno tentate di unirsi a uno di essi.” […]

    Il 6 maggio 2005 il sito dell’ASEAN annunciava che “la Cina, il Giappone, la Corea e i dieci membri dell’ASEAN si sono accordati per un’espansione della loro rete di scambi valutari verso quello che potrebbe diventare in pratica un Fondo Monetario Asiatico”[…]

    Un altro grosso problema indicato dalla San Francisco Fed è che “i governi dell’Asia orientale nutrono maggiore sospettosità nei riguardi delle istituzioni sovranazionali dotate di grande potere,” e perciò “in Asia orientale le preoccupazioni riguardo la sovranità hanno reso i governi riluttanti a delegare poteri significativi a organismi sovranazionali, almeno finora.”… Nel settembre del 2007 la rivista Forbes riferisce che “Un’unione monetaria dell’Asia orientale, col Giappone come nucleo di riferimento, è fattibile, ma la regione manca della volontà politica di realizzarla…

    Unione Monetaria Africana
    […]L’ECOWAS raggruppa Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea, Guinea Bissau, Mali Niger, Senegal, Sierra Leone, Togo, Capo Verde, Liberia, Ghana, Gambia e Nigeria… La Banca Centrale Africana (ACB) “non vedrebbe la luce prima del 2020, [ma] è probabile che gli accordi per la sua localizzazione cominceranno presto,” e comunque “esistono piani per la creazione di diverse unioni monetarie regionali, che presumibilmente costituiranno le basi per le future banca centrale e valuta comune africane.”

    Unione Monetaria del Nord America
    Nel 1999… Grubel scriveva che “Il progetto per la creazione di una Unione Monetaria Nordamericana presentato in questo studio è designato per includere Canada, Stati Uniti e Messico,”…
    A suo modo di vedere “la sovranità non è un valore assoluto {is not infinitely valuable}. “L’opportunità di rinunciare a taluni aspetti della sovranità dovrebbe essere valutata rispetto ai vantaggi ottenuti con un simile sacrificio[…]

    [Continua]

  12. Vox
    Vox says:

    VERSO LA MONETA UNICA GLOBALE E IL GOVERNO MONDIALE

    PARTE III

    La Fenice
    Nel 1998 The Economist pubblicò un articolo intitolato Get Ready for the Phoenix {State Pronti per la Fenice}, in cui si scriveva “A trenta anni da adesso, gli americani, i giapponesi, gli europei e i cittadini di molti altri paesi ricchi… probabilmente pagheranno la spesa con la stessa valuta. I prezzi non verranno espressi in dollari, yen o marchi tedeschi, ma, diciamo, con la fenice. La fenice otterrà il favore di imprese e rivenditori perché sarà più pratica delle monete nazionali di oggi, che a quel punto sembreranno solo una delle bizzarre cause di sconvolgimento economico del tardo ventesimo secolo.”

    […] l’articolo afferma che “Ci vorranno ancora parecchie tempeste valutarie {big exchange-rate upset}, un altro po’ di crolli in borsa, e probabilmente un collasso economico o due, prima che i politici si decidano a considerare seriamente quell’opzione. Questo prefigura una caotica SEQUENZA DI EMERGENZE, seguite da provvedimenti-tampone, seguiti da ulteriori emergenze, una sequenza che si proietta molto più in là del 2018 – se non fosse per un paio di cose.
    Più il tempo passa, più i danni provocati dall’instabilità valutaria si accumulano e le medesime tendenze che provocano quest’accumulazione renderanno realizzabile l’utopia dell’unione monetaria.”

    La disponibilità mondiale di fenice verrà stabilita da una nuova banca centrale, forse una derivazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI).

    Ogni singola nazione potrà usare le tasse e la spesa pubblica per compensare temporanee cadute della domanda, ma per finanziare il loro deficit di bilancio non potranno stampare moneta, DOVRANNO INDEBITARSI.”

    […] “La data è indicativa, ma tenetela a mente lo stesso: per il 2018 preparatevi a dare il benvenuto alla fenice.”

    Nel 1999, l’economista Judy Shelton… affermava che “La continua espansione del libero commercio, la sempre maggiore integrazione dei mercati finanziari e l’avvento delle transazioni elettroniche concorrono tutti ad evocare la necessità di uno standard monetario internazionale – una unità di conto globale.” E continuava dicendo che “Le unioni valutarie regionali sembrano essere il prossimo passo nell’evoluzione verso un qualche tipo di ordine monetario globale.

    […]”Le economie più piccole e vulnerabili del mondo… sarebbero le prime a guadagnarci dalla stabilità e sicurezza che deriverebbero da una moneta unica mondiale.”

    Ricordiamoci che questo documento è stato prodotto dal FMI, per cui le raccomandazioni su quello che potrebbe “aiutare” i paesi piccoli e vulnerabili dovrebbero essere prese cum grano salis, meglio, CUM BIDONE SALIS.

    […]J. Garten (*) afferma che “L’unica cosa che sarebbe inaccettabile, riguardo questa Banca Centrale Mondiale, sarebbe la dipendenza da corpi legislativi dalla visione a breve termine.” In sostanza, [questa banca] NON DOVREBBE RENDERE CONTO AI POPOLI DEL MONDO. Perciò Garten si pone la domanda: ” A chi dovrebbe rendere conto una banca centrale mondiale?

    (*)Garten = è stato preside della Yale School of Management, Sottosegretario al Commercio per gli Scambi Internazionali sotto Clinton, in precedenza aveva servito nell’amministrazione Nixon nel Council on International Economic Policy della Casa Bianca, e aveva fatto parte del gruppo di pianificazione dell’azione politica dei Segretari di Stato Henry Kissinger e Cyrus Vance sotto Carter e Ford, è stato Direttore Generale alla Lehman Brothers(!), ed è membro del Council on Foreign Relations.

    Una possibilità consiste nel collegare la nuova banca a un Gruppo dei Sette più allargato – magari un G20 – che includerebbe il G-7 e una rotazione di membri come Messico, Brasile, Sud Africa, Polonia, India, Cina e Corea del Sud.”

    Poi aggiunge [e questa ce la dovrebbe spiegare meglio!] che “Ci dovrebbe essere una stretta collaborazione” tra la banca globale e la Fed, e che “La banca globale non opererebbe all’interno degli Stati Uniti, e non sarebbe in grado di scavalcare le decisioni della nostra banca centrale [?]. Ma potrebbe fornire l’ingrediente internazionale mancante – il finanziamento d’emergenza per mercati emergenti in crisi di liquidità. Non avrebbe influenza sui mutui ipotecari americani, ma potrebbe favorire la profittabilità delle compagnie multinazionali americane, creando un ambiente globale più sano per i loro affari.” [?]

    Garten sottolinea la “necessità di una nuova Authority Monetaria Globale [e immagino gia’ come e da chi sarebbe composta!!! – Vox]

    […]Garter postula ulteriormente che “Una banca centrale globale non eliminerebbe la necessità della Federal Reserve [e figuriamoci se ci rinunciano! – Vox] o di altre banche centrali nazionali… e opererebbe insieme ad alcuni paesi chiave [???] per meglio coordinare i piani nazionali di stimolo finanziario quando il mondo conoscesse una recessione [ma come, non si era detto che la moneta unica globale avrebbe portato stabilita’? – Vox]

    [continua]

  13. Peter
    Peter says:

    xVox

    francamente, mi sono scordato anch’io il contesto di quei post.
    Mi pare di avergliene indirizzato uno, sul cui merito lei ha poi risposto a Sylvi (cosa che successe anche altre volte, mi pare). O forse la sua risposta valeva per Sylvi, mentre il mio post non era degno della sua celeste attenzione… Di qui il qui pro quo o come si dice. E’ ovvio che non c’e’ obbligo per lei di rispondermi, siamo in democrazia.
    La sostanza di un mio post sulla sua forma mentis, per come traspare su questo blog, non cambia

    Notte

    Peter

  14. Peter
    Peter says:

    xUroburo

    a me l’idea di stati islamici confessionali muniti di arsenali nucleari da’ i brividi. Visto che i veri responsabili del loro uso ne dovrebbero rispondere solo al loro dio. E’ chiaro il concetto?
    La Corea del Nord,( che stato confessionale comunque non e’, almeno in senso religioso) ha appena completato un altro test nucleare nel sottosuolo. Facendo seccare la stessa Cina, da cui North Corea dipende per tutto. Infatti la Cina ridurra’ i suoi aiuti, fuori pero’ dall’orbita ONU. Anche l’ONU e gli USA sono scocciati, ma le sanzioni, se ci saranno, saranno solo economiche. Non si capisce poi da chi la Corea del Nord dovrebbe difendersi. Uno stato poverissimo e privo di risorse, a differenza dell’altra Corea, dove la gente sta bene, ed e’ un paese tecnologicamente avanzatissimo.
    Sarebbe certo un gran bene se nessuno al mondo avesse armi nucleari. Non e’ pero’ una ragione perche’ debbano averli tutti. Sospetto che il rischio di una vera guerra atomica aumenti esponenzialmente col numero dei paesi dotati di arsenali nucleari pronti per l’uso. Ed ancora di piu’ se nel novero ci sono stati in cui l’opinione pubblica non conti nulla

    un saluto

    Peter

  15. Vox
    Vox says:

    VERSO LA MONETA UNICA GLOBALE E IL GOVERNO MONDIALE

    PARTE IV

    “Nuovo Ordine Mondiale” dell’attività bancaria
    […]Nel giugno del 2008, prima di diventare Segratario al Tesoro nell’amministrazione Obama, Timothy Geithner, nella veste di capo della New York Federal Reserve, ha scritto un articolo per il Financial Times (subito dopo la sua partecipazione alla CONFERENZA BILDERBERG 2008) in cui dice che “Banche {centrali} e banche d’investimento, la cui salute è fondamentale per il sistema finanziario globale, dovrebbero operare all’interno di una cornice normativa unificata,” e che “la US Federal Reserve dovrebbe giocare un ‘ruolo centrale’ [?] in questa nuova cornice normativa, lavorando a stretto contatto cogli organismi di controllo sia statunitensi sia esteri.”

    …”Rotschild condivide l’opinione di molti sul fatto che esista un nuovo ordine mondiale. Secondo la sua opinione, le banche ridurranno la leva finanziaria e ci sarà una nuova forma di governance globale.”

    [Nel] 2009 il Times Online riferiva che un “Nuovo ordine mondiale nell’attività creditizia [è] necessario,” e che “È sempre più evidente che il mondo ha bisogno di un nuovo sistema bancario”… Ma naturalmente COLORO CHE STANNO DISEGNANDO QUESTO NUOVO SISTEMA CREDITIZIO SONO I PALADINI DI QUELLO PASSATO. Le soluzioni che verranno applicate saranno un’estensione del sistema attuale, solo sveltite dalla necessità creata dalla crisi in corso.

    L’Alba di un governo globale
    (E POLITICIZZAZIONE DELLA MONETA)
    Un recente articolo del Financial Post afferma che […] “Il nuovo ordine mondiale, in questo modo, non sarà necessariamente migliore di quello vecchio”…

    Nell’aprile del 2009 Robert Zoellick, Presidente della Banca Mondiale, ha affermato che “Se i leader politici sono seri quando parlano della creazione di nuove competenze o governance globali, cominciamo modernizzando il multilateralismo per potenziare l’OMC, il FMI e la Banca Mondiale, PERCHE’ SUPERVISIONINO LE POLITICHE NAZIONALI” [ecco dov’e’ che stanno veramente andando a parare! – Vox]

    David Rothkopf… ha di recente scritto un libro intitolato Superclass: The Global Power Elite and the World They are Making {Superclasse: Le Elite di Potere Globale e il Mondo che Stanno Costruendo}, una classe di cui egli fa sicuramente parte. Discutendo del ruolo e dei piani di questa “superclasse” globale, egli afferma che “In un mondo di flussi globali e di minacce che non mostrano il passaporto alle frontiere nazionali, non è più possibile per un singolo stato-nazione agire da solo nel conseguire la sua parte del contratto sociale.”[…]

    CONCLUSIONE
    In definitiva, ciò che tutto questo implica è che il futuro dell’economia politica è fatto di passi sempre più rapidi verso un sistema globale di governance, ovvero di governo mondiale, con una banca centrale mondiale e una valuta globale, e che, contemporaneamente, questi sviluppi avverranno a fronte o a seguito di un DECLINO DELLA DEMOCRAZIA in tutto il mondo, con un conseguente incremento della gestione AUTORITARIA del potere politico. Ciò di cui siamo testimoni è la creazione di un Nuovo Ordine Mondiale, consistente in una struttura autoritaria di governo globale.

    Difatti, il concetto stesso di valuta globale e di banca centrale globale, è autoritario di per se, dato che sottrae anche gli ultimi residui di controllo e di possibilità di chiedere conto dalle mani dei popoli del mondo, donandoli a un piccolo e sempre più interconnesso gruppo di ELITE internazionali.

    Come ha spiegato Carroll Quigley nel suo monumentale Tragedy and Hope, “i poteri del capitalismo finanziario avevano un ulteriore, ambizioso obbiettivo, niente di meno che la creazione di un sistema mondiale di controllo finanziario in mani private, capace di dominare il sistema politico di ogni singolo paese e l’economia del mondo nel suo insieme. Questo sistema avrebbe dovuto essere controllato, in maniera feudale, dall’azione concertata di tutte le banche centrali, mediante accordi segreti stipulati in frequenti incontri e conferenze chiuse al pubblico. Al vertice del sistema ci sarebbe stata la Bank for International Settlements di Basilea, Svizzera, una banca privata posseduta e controllata dalle banche centrali mondiali, a loro volta imprese private.”

    E in effetti le “soluzioni” che vengono proposte per affrontare la crisi finanziaria globale beneficiano più coloro che questa crisi l’hanno provocata [!], piuttosto che quelli che ne stanno pagando le maggiori conseguenze: una classe media in via di dissolvimento, e tutti i diseredati, gli indebitati, i poveri del mondo [!!!].

    Le soluzioni proposte per questa crisi costituiscono l’espressione e la concretizzazione dello scopo ultimo, generazionale, dell’élite globale, e di conseguenza rappresentano la meno favorevole delle condizioni per la vasta maggioranza dei popoli del pianeta.

    È imperativo che i popoli del mondo si oppongano con tutta la loro forza contro queste “soluzioni”, per dare inizio a una nuova era di ordine mondiale, quella di un Ordine Mondiale dei Popoli, le cui soluzioni risiedano in governance ed economie LOCALI, cosicché la gente possa avere un ruolo maggiore nel determinare il futuro e la struttura della loro politica ed economia, e quindi della loro società.

    Disponendo di questa alternativa di economie politiche locali, insieme a una mai vista prima democratizzazione globale delle comunicazioni tra popolazioni tramite internet, abbiamo sotto mano i mezzi e la possibilità di dare vita alle più diversificate manifestazioni di cultura e società che l’umanità abbia mai sperimentato.

    La risposta risiede nella riappropriazione, da parte dell’individuo, del potere e del destino dell’umanità, e dal rifiuto di delegare quel potere e quel destino a una autorità globale a cui avrebbero accesso solo pochi eletti.

    Riappropriarsi di potere e destino umani significa riconoscere il dono della mente umana, che ha la capacità di speculare oltre l’orizzonte materiale, come quello che riguarda cibo e rifugio dalle intemperie, e di inoltrarsi nel territorio delle idee. Ogni individuo possiede, dentro di sé, la capacità di esaminare criticamente se stesso e la propria esistenza; è venuto il momento di utilizzare questa capacità allo scopo di riappropriarsi delle idee e delle domande su potere e destino umani: Perché siamo qui? Dove stiamo andando? Dove dovremmo andare? Come possiamo arrivarci?

    Presunte risposte a queste domande ci vengono offerte da una esigua élite globale che teme le conseguenze di quello che potrebbe succedere se i popoli del mondo cominciassero a cercare quelle risposte da se stessi.

    Io quelle risposte non le conosco, ma so di sicuro che esse si trovano nella mente e nello spirito umani, che hanno vinto e continueranno a vincere le più grandi sfide che l’umanità abbia dovuto affrontare, e che vinceranno, non c’è dubbio, anche contro il Nuovo Ordine Mondiale.

    di Andrew Marshall

    http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=13070

  16. Peter
    Peter says:

    ho letto molto distrattamente gli ultimi lunghi post di Vox.
    Sembra che vi sia la minaccia di un nuovo ordine mondiale, in seguito ad un diabolico complotto pluto-giudaico . Manca il demo e massonico, altrimenti saremmo ad una perfetta riedizione di un vecchio, vecchio deja-vu. Ma e’ vicina abbastanza. Allargo le braccia sconsolato e vado a nanna

    Peter

  17. Peter
    Peter says:

    xMarco T

    d’accordo, viva la sincerita’. Abbasso l’ipocrisia. Ma sara’ poi davvero cosi’?
    Lei descrive una festa in cui le ragazzine si mostrano sessualmente aggressive, e guai a criticarle. Va bene, sara’ la nuova moda, o il tema del party di quella serata (le amazzoni contro i maschietti castrati e soggiogati…).

    Notte

    Peter

  18. Peter
    Peter says:

    pardon, mi correggo: le amazzoni adolescenti biscegliesi! il che rende il loro trend una minaccia globale

  19. Anita
    Anita says:

    Il nuovo mondo in cui viviamo.

    In alcune scuole verranno introdotte classi di sesso tra omosessuali, bisessuali e altre preferenze sessuali.

    Iniziando dal kindergarten e alle elementari

    Le classi non sono opzionali, sono parte del curriculum.
    Iniziano con due pinguini maschi che si innamorano.

    La maggioranza dei genitori sono contrari, ma sembra che le loro proteste non portino alcun peso.
    ~~~~~~

    Schools Teach Elementary Kids about Homosexuality, Bisexuality and Other Sexual Orientations.

    Lesson plans and educational policies are pushing the multisexual agenda — and excluding parents — as seen in newly released materials for pre elementary and elementary school children in California.

    Spero che non diventi epidemico.

    Anita

    L’ho sentito in oggi TV.

  20. ber
    ber says:

    Ciao Marco,
    Scalfari riporta una discussione tra Parri e Croce sul fatto se
    gli italiani hanno un’anima demagogica e populista,plebliscitaria
    e autoritaria,…visto i risultati,…Parri aveva ragione.
    Io sono un grande ammiratore di Benedetto Croce,mio conterraneo tra l’altro,…e questo suo giudizio lo attribuisco ad un uomo di studio che si immagina la societa’ perfetta nel suo
    pensiero teorico,…Parri invece piu’ pratico e piu’ a contatto
    con il popolo.
    Piu’ sotto dice anche:il berluschino e’ privo di memoria e chi non ha memoria non ha futuro,vive nel presente,.. e’ un gregario….

    Io penso che ognuno di noi ha le proprie idee frutto della cultura
    che ha ricevuto,…se e’ sana,…l’individuo e’ sano,…altrimenti
    berluschino…
    Un saluto,Ber

  21. sylvi
    sylvi says:

    caro Vox,

    ho letto con interessei suoi post, grazie.
    Non nego che molte delle ipotesi lette mi paiono al limite della fantascienza , compreso il fatto che un’eventualenuova “fenice” debba collegarsi in qualche modo alla FED!!!

    A me hanno insegnato a scuola che non si possono mischiare piselli e scarpe!!!
    I paesi africani che cita, poi, dove ognuno fa almeno qualche centinaio di etnie…
    In tutto questo arzigogolare emerge, difetto tipico degli americani e non solo, l’assoluta ignoranza della geografia.
    Se non rimediano, tutto quel che dicono è castello di carta!
    Oppure, già che tutti vogliono le atomiche, faranno ben presto qualcosa di risolutivo…molto risolutivo.
    L’euro con tutti i suoi problemi, e nell’ambio geografico di popoli storicamente simili, pare già un miracolo;

    Ma…la sterlina dove si collocherà? Accetterà la Fenice? o la Fenice si chiamerà sterlina?
    In Africa poi…il loro “nemico” ,che li tiene impegnati, è il bianco.
    Cacciati tutti i bianchi… non hanno più nulla da fare e, distrutto tutto ciò che hanno realizzato i bianchi…che fuochi artificiali!!!
    L’individuo e i popoli hanno bisogno di scegliere una strada e una storia che possano “coagularli” dal di dentro.
    L’Africa, anche per colpa dei bianchi, anche!!!, ne hanno strada da fare, e le loro ricchezze senza la tecnologia, valgono niente, e la tecnologia non si inventa da oggi a domani!!

    CC prende in giro le mie favole che di tanto in tanto racconto!
    Ci sono illustri economisti che mi fanno concorrenza, sleale!!!

    buonagiornata Sylvi

  22. Alba Chiara
    Alba Chiara says:

    per Passator Cortese.

    Cosa vorrei dal PD?: L’OPPOSIZIONE!!! basta con tutta questa diplomazia, basta con questa educazione difronte a chi non la offre, mettiamoci forza e coraggio e ottimismo nell’andare avanti, siamo tanti, ma spesso si perde quella voglia di affrontare il malvagio avversario: ma perche’? Perche’ non pensare a qualcosa che ci faccia tornare come siamo realmente, da sempre.

    Cosa ci ferma nell’affrontare il niente? Perche’ e’ di questo che si tratta. Solo fumo per chi ci crede, ma noi non ci abbiamo mai creduto che era arrivato il salvatore dell’Italia, e cosa avrebbe salvato? se stesso e non credo che persone cosi’ possano fermarci, almeno non me

    E non fermiamoci difronte ai sondaggi fasulli, inventati non fermiamoci difronte alle parole, sono i fatti che contano e tutto questo frastuono non vi fa pensare che e’ finalmente arrivato il momento di cambiare?

    Vogliamo dargli ancora ascolto o vogliamo fare qualcosa? scendiamo in piazza tutti, ma tutti, anche chi per poco ha creduto di essere vicino a chi era l’onnipotente, e ogni giorno, insieme, vedrete che faremo qualcosa di positivo, andiamo sotto a quei palazzi nel centro di Roma, sotto quelle ville spettacolari e gridiamogli la nostra intolleranza, la nostra pazienza terminata per una risoluzione dei fatti ed e’ ora di fare qualcosa afficnhe’ questa Italia torni ad essere quella di una volta, senza spettacolo in ogni situazione, senza belletti e senza veli, da buttare poi, in un cestino.

    Cosa proponete!!!!!!!!!!? attendo difiduciosa di cambiare con Voi questa Nazione bellissima inquinata da qualcosa di effimero e luccicante, e senza sostanza.

  23. Vox
    Vox says:

    @ Sylvi

    Guardi che quello che lei prende per “fantascienza” e’ esattamente quello che sta avvenendo. Non domani, in un futuro nebuloso, ma oggi, adesso. La maggior parte dei capitoli riportati nel testo che, per ragioni di spazio, ho dovuto un poco accorciare, sono enunciazioni di pezzi grossi dell’alta finanza, gente che queste cose le pianifica e le fa. Gli accorpamenti di stampo market/finanziario – incluso quello africano – che a lei possono sembrare una sciocchezza, esistono, tentano di funzionare e di munirsi anch’essi di una moneta comune (in base a un’ idea che, comunque, e’ partita dall’elite dei grandi banchieri). Ho l’impressione che lei semplifichi un po’ troppo le cose e tema di affrontare la realta’.

    L’Euro ci e’ stato imposto ed esiste. Magari ad alcuni sembrava fantascienza ancora nel 1970… Perche’ crede che non debbano sorgere altri gruppi di monete legati a interi continenti, visto che sono gia’ in programma? E non e’ evidente che questi porteranno necessariamente, un giorno, anche alla creazione di un’unica moneta globale? E non e’ altrettanto evidente che, poiche’ a dirigere l’orchestra sono sempre le stesse elite (addirittura le stesse famiglie da decenni: Rotschild, Rockefeller, Morgan, Goldman, ecc. ecc.) la moneta unica si portera’ dietro anche un’uniformita’ di politiche e che queste hanno molte probabilita’ di non essere favorevoli al cittadino comune?

    Non e’ una prospettiva felice, soprattutto vista la gente che c’e’ dietro e che da sempre cura solo e soltanto il proprio interesse. Inoltre, al di la’ delle facili assicurazioni, essi stessi si lasciano sfuggire che le recessioni e le crisi saranno sempre possibili.

    E’ il guaio di questo tipo di sistema economico, che si tenta di proprogare il piu’ a lungo possibile, propagandolo al mondo intero, fagocitando e di fatto annullando gli esperimenti diversi (ad esempio quelli latino-americani), anzi rendendoli quasi impossibili.

    Ieri, riflettendo su questo articolo che mi ha procurato una notte difficile, ho pensato che, d’altro canto, il futuro passaggio al mercato unico/sistema unico potrebbe favorire lo scenario prospettato da Marx, con un successivo passaggio mondiale a un sistema economico del tutto diverso.

    Se non ricordo male, questo era il disaccordo tra Marx e Lenin: il primo riteneva che il socialismo (o simili) sarebbe stato possibile solo, come si direbbe oggi, globalmente, mentre Lenin affermava che si poteva creare anche in singoli stati. Solo che, come ha dimostrato la pratica, la sopravvivenza, l’aderenza all’idea e il funzionamento stesso del socialismo in singoli stati vengono resi impossibili da un mondo che gli si oppone in tutti i modi (ovviamente).

    D’altro canto, io credo che il capitalismo, il sistema che si regge sul debito, ovvero sull’usura legalizzata e imposta sia agli stati che ai singoli cittadini, un sistema che favorisce pochi e condanna molti, che mette al centro il profitto e non il bene della societa’ nel suo insieme, e’ un sistema destinato comunque a un cambiamento radicale ad opera delle leggi dell’evoluzione storica. Ci vorranno decenni, forse anche qualche secolo, ma penso che sia inevitabile.

    Chissa’, forse proprio questa moneta globale potrebbe diventare la Waterloo dell’ipercapitalismo. Quel che verra’ dopo potrebbe essere migliore, o forse ancora no, chi lo sa, ma sara’ nuovo e diverso. Nulla e’ immutabile, nulla e’ statico e tutto quello che oggi ci sembra fantascienza, un domani sara’ ovvio, comune e banale. Almeno, cosi’ la vedo io. Sono un’ottimista a lungo raggio, anche se pessimista sul breve termine.

  24. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Enrico Letta è venuto a fare un comizio a Bisceglie dicendo di voler costruire una Cattedrale. Per costruire una Cattedrale ci vuole l’architetto e il progetto, non bastano gli operai. Dov’è l’architetto? Dov’è il progetto? Non c’è nè l’uno nè l’altro. Non basta l’intenzione, per poter costruire la cattedrale, ma questo ad Enrico Letta non è ancora chiaro! Potrà al massimo aspirare a costruire un trullo, ma questo sappiamo farlo anche da soli!
    Scendere in piazza per sostituire il cavaliere con cosa?
    Mi si spieghi concretamente quali progetti offra l’opposizione, oltre le solite parole generiche, ed io scenderò in piazza!

  25. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Sono un’ottimista …( VOX)

    Stavolta non commento: i miei post precedenti sono già una risposta al post di VOX, il quale ha commesso un piccolo errore, come direbbe Sherlock Holmes: ha messo l’apostrofo tra un e ottimista. Poichè Vox scrive in perfetto italiano, se ne deduce che VOX è una donna. Vero Watson?

  26. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Io penso che ognuno di noi ha le proprie idee frutto della cultura
    che ha ricevuto,…se e’ sana,…l’individuo e’ sano,…altrimenti
    berluschino… ( Ber)
    ———–
    Perfettamente d’accordo. Il guaio è che i berluschini sono la maggioranza della popolazione e i sani, la minoranza, ma non solo: una minoranza rappresentata da gente che non vale niente, presa soltanto dall’impegno di mantenersi la poltrona. Lo si è visto con l’ultimo governo Prodi, dove tutti hanno sgomitato per avere il loro posto al sole, col risultato di far affondare la barca!

  27. Peter
    Peter says:

    xMarco T

    l’opposizione dovrebbe dire che NON c’e’ nessun bisogno di cattedrali. Mi pare ovvio e banale, anzi elementare, Watson

  28. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Va bene, sara’ la nuova moda, o il tema del party di quella serata (le amazzoni contro i maschietti castrati e soggiogati…). ( Peter)

    Per niente.
    Ognuno manteneva il proprio ruolo. C’era una grandissima confidenza tra maschi e femmine. E anche un grande rispetto. La mia frequentazione dei giovani (i redattori del giornale in cui scrivo, giusto per citarne alcuni, sono quasi tutti molto giovani) in una posizione di grande confidenza (i giovani tengono fuori gli adulti dal loro mondo, abitualmente: ecco perchè Sylvi non si trova ai conti), mi permette di sapere cose che la maggior parte degli adulti non sa. E’ una posizione di privilegio, la mia, dovuta al fatto che i giovani mi vedono come un punto di riferimento a cui possono dire tutto, senza il timore di venir giudicati.

  29. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Peter, Enrico Letta è del PD!
    Io glie lo avrei detto volentieri che non di cattedrali c’è bisogno, ma di una distribuzione capillare del lavoro; però loro sono quelli che hanno capito tutto, ed io quello che non ha capito niente. Quando si prenderanno il gavettone, ne riparleremo.

  30. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro peter,

    spero tu abbia riposato in pace tra le “nebbie” della perfida Albione.
    Che gli Dei,ti siano benigni.
    Probabilmente tu abiti ad Avalon e non te sei accorto.
    Per il resto non ti preoccupare non c’è nessun complotto, in giro ne pluto,ne demo,nè giudaico, nè massonico.
    E’ semplicemente la logica delle “cose” che spinge verso una certa direzione.
    Dopodichè è chiaro che “nemo” è profeta, per cui le combinazioni possono essere molteplici e anche i risultati finali.
    Di una cosa però (già ma per te è difficile, abitando ad Avalon ,se la profetessa non ti solleva le nebbie sei convinto che quello sia tutto ilmondo)si può star sicuri, e cioè che a parte i numeri primi, tutto il resto è destianato a cambiare e a ritrasformarsi, secondo logiche per niente oscure (oscure solo a chi non le vuol vedere)
    Salutami il druido.

    cc

  31. marco tempesta
    marco tempesta says:

    a me l’idea di stati islamici confessionali muniti di arsenali nucleari da’ i brividi. Visto che i veri responsabili del loro uso ne dovrebbero rispondere solo al loro dio. E’ chiaro il concetto?
    (Peter)
    ———
    Condivido.

  32. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta

    Beh, a dire il vero “Vox” significa “Voce”, sostantivo femminile. Non so cosa ne pensi Watson, ma direi che ci si può rivolgere o autorivolgere a Vox al femminile anche se magari si tratta di un uomo.
    Un saluto.
    pino

  33. controcorrente
    controcorrente says:

    cara Sylvi,

    e quando mai io ti ho presa in giro perchè tu ami le “fiabe”.
    Temo piuttosto però che il tuo canovaccio sia rimasto “standard” sul tema del Lupo cattivo e dei tre porcellini di cui uno solo è previdente e sicostruisce la casa di mattoni.
    Peccato che nella realtà il previdente “porcellino” non faccia entrare gli altri due e così ottiene due scopi, ilprimo ritarda il suo momento poichè il Lupo è intento a papparsi gli altri due, il secondo vede di crearsi una fortezza.
    Peccato che nella storia tutte lemuraglie abbiano trovato iltempo che trovano, e cioè è solo questione di tempo!

    buona giornata

    cc

    ps- a proposito non ti ho mai chiesto cosa mai tu abbia pensato delle favole di Rodari.

  34. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Il Socialismo e’ ben di piu’ che economia pianificata.

    Certo, è ben di più. Bisogna solo accordarci sul come pianificare e sul …di più. Ovvero, se ne parlerà tra qualche centinaio d’anni. Quindi, a noi non interessa.

  35. controcorrente
    controcorrente says:

    Berlusconi: “Roma sporca, sembra l’Africa”
    Poi precisa: “Ce l’avevo con la sinistra”
    Poi il comunicato: “Non intendevo attaccare Alemanno. Mi riferivo al degrado ereditato”

    Chissà mi sembra questo un tema molto caro a parecchi blogghisti nostrani, un leitmotiv grandioso tipo che so il dotto Zivago o Per qualche dollaro in più.
    Fa sempre piacere ascoltarli, però senza esagerare , sennò diventano simili a “finchè la barca va”

    cc

  36. controcorrente
    controcorrente says:

    caro marco (136),

    con tutto il rispetto, direi sostanzialmente ,”parla per te”.
    In fondo a ognuno piace fantasticare con quello che crede più opportuno.
    Direi un principio sostanziale liberal-democratico.

    cc

  37. Peter
    Peter says:

    xNicotri

    eh noooooo!!! Lei arriva proprio tardi, o forse non si ricorda!
    Quando in un remoto passato mi azzardai a suggerire che Vox fosse una gentile signora, Vox si incazzo’ non poco e mi ricopri’ di improperi! Uno dei miei argomenti era proprio che Vox in latino, come in italiano, e’ femminile. E chiudo qui per non riaprire vecchie polemiche

    un saluto

    Peter

  38. ber
    ber says:

    Ciao Vox,
    una moneta sola ci portebbe al disastro.
    Il dollaro e’ stato la moneta mondiale per gli scambi perche’
    imposto da un grande mercato,gli Usa,importatori di tutto.
    Sara’ sostituito per una ventina di anni,…(forse a parita’ di scambi),con l’euro perche’ anch’esso rappresenta un grande mercato l’europa e perche’ la cina che ha in deposito circa 3 milirdi di dollari, ha paura di un suo crack.
    La banca d’italia non ha piu’ traccia di 35 miliardi di euro,tutti
    in biglietti da 500 euro,…dove sono?
    Nella banca cinese,mandateci dal cambio dei ns cinesi che commerciano in Italia.
    Di questi economisti,…greenspans etc,…bisogna prenderli con
    le pinzette,…guardare prima da chi sono pagati gli articoli,…altrimenti,dopo tanto sacrifici per rimettere su la baracca,ci ritroveremo con un’altra crisi monetaria peggio di questa.
    Un saluto,Ber

  39. Vox
    Vox says:

    Poichè Vox scrive in perfetto italiano, se ne deduce che VOX è una donna. Vero Watson?
    @ MT
    Questa e’ l’Italia, anzi, l’itaglietta. E’ questo che spiega tutto, caro il mio Watson. Invece di considerare dei temi d’interesse globale, delle cose che hanno un impatto decisivo sulla vita di tutti noi e di milioni di esseri umani, presenti e futuri, ci si incentra sul gender di chi scrive, sul pettegolezzo, su un dettaglio che non ha la minima importanza.
    E’ per questo, evidentemente, che ha successo piu’ il reality-Noemi che l’imminente futuro del nostro paese. Non ci sono terremoti fisici o finanziari che tengano. Roba da far cadere le braccia (e le palle pure).

  40. Peter
    Peter says:

    xCC

    grazie carissimo, lo so da me che non c’e’ nessun complotto di quel genere.
    Infatti osservavo che nei post di Vox vi erano ripetuti riferimenti a nomi ebraici della finanza, e si sostiene una specie di complotto per un nuovo ordine mondiale dei banchieri o quel che era…Osservavo ironico che ci mancano due aggettivi e poi il deja-vu sarebbe completo.
    Non mi ribaltare la frittata, ti dispiace? non sono certo io che sospetto complotti. In questo, sono un italiano molto atipico.
    Ma si puo’ parlare con chi sostiene allegramente che questa crisi finanziaria e’ stata progettata a tavolino (sempre dai suddetti cospiratori, ovviamente).
    Aggiungo anche che la logica di chi dice (ad Anita) che citare va sempre bene, anche fuori contesto, se gli argomenti ci aggradano, mi da’ i brividi. E senza nessun pregiudizio al sig Braemner o come si chiama da parte mia (non lo conosco!).
    Secondo quella logica, potrei allora mettermi a citare anche brani del vecchio Adolfo o di Goebbels (che Dio mi guardi), tanto quel che contano sono le idee, non chi le produce e perche’, ed in quale contesto…
    Oppure potrei citare sempre un certo Daily Mail, a sostegno del mio antieuropeismo, anti-euro, e nel contempo dichiararmi di sinistra ed internazionalista…
    Sai caro, manco dall’Italia da molto, ma mi piace il detto napoletano ‘a qua nisciuno e’ fessa’

    Peter

  41. Vox
    Vox says:

    @ Caro Ber,
    noi si, ci ritroveremo con una crisi peggio di questa e una serie di crisi, ma “lor signori” no, loro ci azzuppano il pane e fanno soldi a palate. La ricchezza ha estremo bisogno della poverta’ e del controllo capillare sul cittadino. Tempo fa ho avuto un interessantissimo scambio di idee con un amico, un dirigente della FAO in Africa. Non dimentico mai le sue (straordinarie) parole: “un’organizzazione dei ricchi per i poveri, affinche’ i poveri siano sempre piu’ poveri e ricchi sempre piu’ ricchi”. E questo e’ lo stampo, il modello in base al quale le elite finanziare costruiscono ogni tipo di organizzazione, sia essa una delle loro ONG, o l’FMI, o una banca. Non e’ questione di complotti – che sarebbe troppo semplice – ma di un abile gioco di interessi portato avanti da chi ne ha i mezzi e il potere.

  42. sylvi
    sylvi says:

    Caro CC,

    delle poesie di Rodari ne so una trentina a memoria!
    Il resto a pezzi!

    Poichè sono momentaneamente single, perciò libera, te ne dedico una. E’ un po’ lunghetta ma Pino mi perdonerà.

    Telegramma
    Signori e buona gente,/ venite ad ascoltare:
    un caso sorprendente /andremo a raccontare.
    E’ successo a Milano/ e tratta di un dottore
    che è caduto nel video/ del suo televisore.
    Con qualsiasi tempo,/ ad ogni trasmissione
    egli stava in poltrona/ a guardare la televisione.
    Incurante dei figli/ e della vecchia mamma
    dalle sedici a mezzanotte/ non perdeva neanche programma.
    Riviste telegiornali,/ canzoni oppure balli
    romanzi oppur commedie/ telefilm ed intervalli.
    Tutto ammirava tutto/ per lui faceva brodo
    nella telepoltrona/ piantato come un chiodo.

    Ma un dì per incantesimo/ o per malattia (che ne dite?
    non può darsi che avesse la televisionite?
    durante un intervallo/ con la fontana di Palermo
    decollò dalla poltrona/ e cadde nel teleschermo.
    Ora è là in mezzo alla vasca/ che sta per affogare:
    parenti, amici in lacrime/ lo vorrebbero aiutare.
    Chi lo tira per la cravatta/ chi lo prende per il naso
    non c’è verso di risolvere / il drammatico telecaso.

    Andrà in Eurovisione? / Diventerà pastore
    di quei greggi di pecore/ che sfilano per ore?
    Riceverà i malati/ da quella sctoletta?
    Come farà dopo la visita/ a scrivere la ricetta?
    Ma tra poco, purtroppo / la trasmissione finisce:
    e se il video si spegne/il misero dove finisce?

    Fortuna che il suo figliolo/ studioso di magnetismo
    per ripescarlo escogita/ un abile meccanismo.
    Compra un altro televisore/ e glielo mette davanti
    il dottore ci si specchia/ e dopo pochi istanti
    per forza d’attrazione/ schizza fuori da quello vecchio
    e già sta per tuffarsi / nel secondo apparecchio.
    Ma nel momento preciso/ che galleggia nell’aria
    più veloce di gabbiano / o nave interplanetaria,
    il figlio elettrotecnico/ svelto di mano e di mente
    spegne i due televisori/ contemporaneamente.

    Cade il dottore per terra / un bernoccolo si fa:
    MEGLIO CENTO BERNOCCOLI / CHE PERDERE LA LIBERTA’.

    Ps: se ascolti Pierino e il Lupo, ti ricorderai che fine ha fatto il lupo, se c’è collaborazione!!!!
    Fossi in te, non mi sottovaluterei, quanto a favole vecchie e nuove, anche perchè, in politica- in economia- in sociologia ho avuto nei secoli validissimi Maestri!!!

    mandi Sylvi

  43. Vox
    Vox says:

    @ Peter
    I cognomi citati non sono citati da me, ma dall’autore dell’articolo che ho postato ed e’ sempre lei che ne sta mettendo in evidenza l’etnia e parlando di “complotti giudaico-massonici”.

    Non e’ certo colpa mia se i big della finanza mondiale sono in larga maggioranza dei bremers, dei geithners, dei wolfovitz, dei goldmans o degli icebergs. Quelli sono e quelli si citano, specie se le loro parole hanno un significato e un impatto sull’evoluzione dell’assetto finanziario mondiale.

    Come ho gia’ scritto a Ber, non e’ questione di vedere “complotti” per forza, ma di rendersi conto che quello che sta avvenendo non e’ casuale, che ha una logica e che e’ la logica dell’arricchimento. Basta osservare i fatti e analizzarli con un minimo di oggettivita’. Poi, ognuno e’ libero di trarre le proprie conlcusioni. Stiamo qui proprio per discuterne, no? Ogni opinione e’ benvenuta e interessante.

    Per quanto concerne il citare Hitler o altri… Ma cos’e’, sta facendo un parallelo col citare i vari Bremer, Geithner, ecc.? O e’ solo una mia impressione?

  44. Peter
    Peter says:

    xVox

    credo che Lei abbia capito perfettamente il senso del mio commento. In claris verbis non fit interpretatio…
    Poi ho solo notato quello che i suoi post presentano: un complotto mondiale, archestrato dall’alta finanza, con molti nomi di ebrei…Due piu’ due fa quattro: infatti ho detto, e che e’, un complotto pluto-giudaico? NON giudaico-massonico come mi attribuisce ora Lei, visto che non mi intendo di massoneria e non son sicuro se ci sono riferimenti pure ad essa…

    Peter

  45. Peter
    Peter says:

    xCC

    e poi lasciami dire una volta per tutte che qui di nebbia non ce n’e’!!
    O se c’e’, non e’ nulla, proprio nulla al confronto di quella che vi godete voi (mista al sano smog) della buona vecchia Val Padana…eh eh eh

    Peter

  46. Vox
    Vox says:

    IRAN E ISRAELE: DI CHI AVERE PAURA ?

    di MASSIMO FINI
    ilribelle.com

    È più grave la posizione dell’Iran, che ha firmato il Trattato per la non proliferazione delle armi nucleari, ma che viene sospettato di voler costruirsi la Bomba, o quella di Israele che questo Trattato non l’ha firmato e l’atomica ce l’ha già?…È più preoccupante per il mondo che l’Iran abbia mandato in orbita un satellite per le comunicazioni, come li hanno moltissimi Paesi, L’Italia compresa, o che Bibi Netanyau faccia capire, un giorno sì e uno no, di voler attaccare l’Iran?

    [Questi] i piani militari di Israele per attaccare l’Iran, la cui esistenza è nota da tempo ma di cui ora il Times rivela i dettagli (F-115 e F-116, assistiti da aerei radar Awacs, aerei cisterna, elicotteri, sono pronti a volare, violando lo spazio aereo di altri Paesi, fino a 1400 chilometri di distanza, per colpire, anche con atomiche “tattiche”, Natanz, Isfahan, Arak, i siti dove gli iraniani stanno arricchendo l’uranio, a loro dire per usi civili)…

    Su questa faccenda del satellite i giornali occidentali hanno titolato: “Allarme in tutto il mondo. In orbita satellite iraniano” e Washington ha fatto conoscere la propria “grave preoccupazione” perché “potrebbe far presagire lo sviluppo di un missile a lungo raggio da abbinare alla realizzazione di un ordigno atomico. Gli Stati Uniti sono pronti ad usare tutti gli strumenti della propria potenza nazionale per indurre l’Iran a essere un membro responsabile della comunità internazionale”.

    Un doppio processo alle intenzioni, perché, al momento, c’è solo il satellite e nessun missile a lunga gittata né, tantomeno, c’è un ordigno atomico. Che, dall’altra parte, dalla parte di Israele, l’ordigno atomico ci sia e i missili a lunga gittata pure, non deve invece destare alcuna preoccupazione. L’intera “questione iraniana” corre sul filo della più pura illogicità e prepotenza.

    Quando Teheran aprì i suoi siti per l’arricchimento dell’uranio gli Stati Uniti pretesero e ottennero dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che all’Iran fossero imposte della sanzioni. L’unica cosa che il Consiglio di Sicurezza poteva e doveva chiedere all’Iran, e solo in quanto firmatario del Trattato di non proliferazione, era la garanzia che l’arricchimento dell’uranio fosse adibito ad usi civili, cioè energetici, e non militari, per costruirsi l’atomica, e che quindi accettasse le ispezioni dell’Aiea, l’Agenzia dell’Onu per l’energia nucleare.

    Ma l’Iran fu sanzionato “a prescindere” nonostante questi siti fossero stati aperti proprio alla presenza degli ispettori dell’Aiea. E queste ispezioni sono continuate, con la piena collaborazione di Teheran, tanto che un mese fa l’Aiea ha inviato all’Onu un rapporto in cui dichiara che, al momento, l’arricchimento dell’uranio iraniano non è tale da poter permettere la costruzione dell’atomica.

    Uno degli argomenti utilizzati dagli occidentali per giustificare il loro niet al nucleare civile iraniano è questo: ma che bisogno ha l’Iran di altre fonti energetiche quando ha già il petrolio? Ma a parte il fatto che la British Petroleum, che se ne intende, ha calcolato che nel 2049 non ci sarà più petrolio nel sottosuolo, un Paese avrà o no il diritto di diversificare le proprie fonti di energia senza dover chiedere il permesso agli americani?[…]

    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5935

  47. Linosse
    Linosse says:

    Roma ex capoccia degradata a “Roma la zozza”
    Grazie alle dichiarazioni del Tutan Kuku abbiamo reso noto al mondo che la nuova giunta Alemanno & C. non ha tenuto conto ,anche, dei programmi sicurezza -pulizia ed invece di “imboccarsi le maniche” si danno da fare (e molto!)perdendo tempo a “tenere il braccio con mano tesa ed aperta” ma inutilmente e nell’aria.Le conseguenze sono note a tutti.
    Purtoppo di questi tempi anche se si dessero da fare,COME DOVREBBERO E SENZA SCUSE PUERILI,
    la loro sarebbe una inutile lotta contro l’accanimento quotidiano del capo diretto, il premi er(preme a tutto vapore e sempre su tutti i media ) teso a buttare letame sul Paese ,sulle Istituzioni,su tutto quello che è rimasto di positivo,alla faccia del difensore delle Istituzioni su cui ha giurato!
    Un commento di M.T. citava Confucio e la guida corretta di un lider da dimostrare CON L’ESEMPIO,cose di un’altro mondo e altra cultura.
    A proposito Marco riposati ,tutte queste contraddizioni quotidiane su quello già detto e quello che dici non ti stancano,a me personalmente danno fastidio
    L.

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