Le dimissioni di Schönbach e la pericolosità della NATO

Sono passate quasi ignorate le recenti dimissioni di Kay-Achim Schönbach, capo della Marina tedesca. Aveva semplicemente detto, in un think tank a Nuova Delhi, che Putin merita rispetto, proprio perché governa un Paese importante, che potrebbe essere un alleato contro lo strapotere economico della Cina. Poi aveva aggiunto che la Crimea va considerata persa per gli ucraini, perché troppo strategica per i russi. Un’affermazione in netta controtendenza rispetto alle posizioni di USA e UE.

Durissime anche le sue parole contro i cinesi, accusati di prestare soldi a vari Paesi, anche guidati da “dittatori, assassini e criminali”, solo per sfruttare le loro materie prime e intrappolarli nella politica del debito.

Mi pare comunque più sensato lui del nostro ministro degli Esteri, che, quando dice che l’Ucraina è libera di entrare nella NATO, non si rende conto che la Russia non può tollerare che la NATO installi i propri missili nucleari così vicini a Mosca. Non riesce a capire che quando gli USA entrano in uno Stato, possono installare qualunque tipo di arma, esattamente come han fatto in altri Paesi europei. Come faccia a non vedere che non sono stati i russi ad arrivare ai confini degli USA, lo sa solo lui. Non c’è alcun bisogno, per un Paese che voglia aderire alla UE, che sia anche costretto a entrare nella NATO. Austria, Svezia, Finlandia e Irlanda non ne fanno parte. E la Svizzera, che ha sempre voluto restare neutrale, non è forse un Paese europeo?

Il Patto di Varsavia (istituito nel 1955) per contrapporsi alla NATO (istituita nel 1949) è stato sciolto nel 1991. Perché la NATO non ha fatto altrettanto, ma anzi ha cercato di espandersi sempre più, approfittando della debolezza della Russia?

La NATO è un’organizzazione pericolosa, poiché ha l’art. 5 che prevede l’immediato coinvolgimento bellico di tutti i Paesi membri a sostegno del Paese che viene attaccato militarmente in una sua qualunque proprietà o giurisdizione. Non viene specificato il tipo di arma che si può usare. Viene solo detto che l’intervento del Paese può essere anche a titolo individuale e senza bisogno di consultare il Consiglio di sicurezza dell’ONU.