Il dottor Sottile è ideologico quanto mai

Sinceramente parlando penso che il dottor Sottile non abbia capito niente dei due quesiti referendari su eutanasia e cannabis e sarebbe meglio che si dimettesse da presidente della Corte costituzionale.

Non ha capito la differenza tra droghe pesanti e droghe leggere, né quella tra uso personale e spaccio. Non ha capito che le droghe vanno legalizzate per toglierne il commercio clandestino alla criminalità organizzata. Non ha capito che se nel nostro Paese fossero legalizzate, non aumenterebbe ma diminuirebbe il loro commercio criminale nel mondo. Quindi non si violerebbe alcuna norma internazionale.

Non ha capito che il quesito referendario sulla cannabis è minimalista rispetto al vero problema della legalizzazione delle droghe. Non accettare neanche soluzioni minime vuol dire ampliare il divario tra Paese reale e Paese legale.

Non ha capito che in Italia i referendum sono solo abrogativi non propositivi, per cui devono formulare quesiti sulla base di una giurisprudenza vecchia, che non è stata rinnovata per colpa delle posizioni ideologiche dei partiti, che in parlamento non riescono a trovare alcuna soluzione ai veri problemi del Paese.

In tal senso non ha neppure capito che il referendum sull’eutanasia si riferiva ai casi disperati che non possono decidere da soli di staccare la spina che li tiene in vita.

Non ha capito che a impedire la libertà di coscienza è proprio la scienza. Non ha capito che non possiamo trasformare i nostri ospedali in lager che ti obbligano a vegetare in maniera disumana.

Il dottor Mengele si preoccupava di fare esperimenti sui detenuti dei lager nazisti. Lo faceva sfruttando la dittatura. Noi non possiamo mettere i nostri medici nelle condizioni di farlo sfruttando la democrazia.

Non ha capito che negli stati vegetativi persistenti non conta nulla essere o non essere consenzienti: la spina va staccata in ogni caso. Non ha capito che dovrebbe essere sufficiente un proprio testamento biologico per rimandare un paziente a casa e lasciarlo morire in pace.

Non ha capito che qui nessuno vuole uccidere nessuno: si vuole soltanto impedire alla medicina di torturare le persone tenendo in vita un corpo che in realtà è già morto.

Ma soprattutto il dottor Sottile non si deve permettere di insinuare che i comitati referendari promuovono dei quesiti ingannevoli. In quei comitati esistono persone altamente edotte in campo giuridico, che sanno benissimo di cosa parlano. Semmai è lui che deve chiedersi se non abbia preso in giro gli italiani. È incredibile infatti che non abbia capito che il referendum sull’eutanasia chiedeva di modificare una legge del 1930, formulata quando ancora non esistevano macchine per tenerti in coma a tempo indeterminato. Da allora ad oggi il parlamento non è stato capace di scrivere una legge sull’eutanasia attiva, semplicemente perché non riesce a togliersi di dosso il peso della cultura cattolica, che ancora considera il diritto a morire come un peccato mortale.

Il dottor Sottile avrebbe fatto meglio a dimostrare nei fatti d’essere davvero una persona laica, come si vanta di essere.