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Caro Peter,
non voglio fare il professore ma viti (per ora), fichi, albicocche e pesche mi sembrano poco adatte ad un clima che solitamente non è freddo però è molto ventoso (e quindi, di conseguenza, molto freddo).
Mi stupisce che i suoi ciliegi non fruttifichino: sono piante che tollerano il gelo senza problemi; guardi però che ci sono anche dei ciliegi da fiore che non fruttificano (ne ho strappati due quest’autunno). Ancor più mi stupisce che non ottenga abbondanti raccolti di mele: crescono perfino in Scandinavia!
Potrebbe piantare kaki e kiwi (ovviamente se le piacciono): sono piante che tengono benissimo perfino il freddo prealpino, che mica scherza.
Quando pianto un albero io faccio un buco cubico di 80 centimetri per lato, poi ci metto sul fondo qualche sasso per il drenaggio e del letame (anche quello disidratato). Nei primo anno (ed anche nel secondo) bisogna stare attenti alla siccità sia estiva sia invernale, poi si arrangiano da soli. Durante l’inverno dei primi anni è importante pacciamare il piede degli alberi con delle foglie (paglia, tessuto apposito ecc.) per evitare il gelo su radici ancora un po’ fragili. E poi ad ogni primavera bisogna mettere intorno all’albero (a 50-100 centimetri) letame o appositi concimi NKP (quest’ultimo in 10-15 buchette fatte anche con la punta del piccone e poi coperte con un po’ di terra). Soprattutto bisogna potare tutti gli anni, ma quella è un’arte difficile che io conosco solo nei suoi primi rudimenti: so fare il vaso iniziale fino alla seconda-terza biforcazione ma non so come procedere oltre.
Ma credo che CC ne sappia molto più di me. Un saluto U.
caro Pino,
io credo che una Befana arrivata col corriere deluderebbe atrocemente tutti i bambini che l’aspettano, e anche quelli, come i miei nipoti, che non l’aspettano perche sanno che con la sua scopa magica sta correndo in altre regioni.
Vedi,… la TUA Befana non ha più misteri, non ha più magia, ha solo tecnologia e motorizzazione e queste categorie non hanno anima. E senz’anima anche un ateo come Uroburo si sentirebbe defraudato di qualcosa.
Comunque ti auguro di diventare nonno al più presto; è l’unico sistema per riavvicinarsi alla magia dell’innocenza, che fa tanto bene anche a chi bambino non è più.
Santa Lucia e il suo asinello hanno portato a mio nipote di 2°elem. il Devoto Oli junior.
Vabbè che Lucia è santa e vede lontano, tanto lontano da lasciare noi adulti stupefatti dall’effetto che il dono ha prodotto.Infatti il bambino ha detto, dopo averlo abbondantemente consultato:- ma che Santa Lucia bravissima a regalarmi un libro dove ci sono tante parole meravigliose.- E lo ha portato alla maestra.
Sull’esistenza di Santa Lucia ha molti dubbi, si sente come molti di voi sul credere o non credere, ma non ha dubbi sulla magia del dono.
Non credi che dovremmo recuperare un po’ di magia anche noi?
un saluto
Sylvi
………”Non credi che dovremmo recuperare un po’ di magia anche noi?”………
E’ per colpa dell’IPAD che stiamo perdendo la capacità di sognare !
carissimo Caino -Post precedente
non capisco perchè soltanto noi veneti- friulani dovremmo aderire alla Confederazione russa, quando ,senza adesioni ufficiali, possiamo mantenere rapporti economici soddisfacienti, alla faccia delle sanzioni. Poi, Salvini, e prima di lui Berlusconi, amiconi di Putin, sono indubbiamente lombardi, e l’Appendino , M5S che predica l’uscita dalla UE e un andorsement verso Mosca, è indubbiamente piemontese.
Ma pensate davvero che Putin sia tanto “mona” da mangiare la foglia di cotanti personaggi?
Io credo che non mangerà nemmeno quella di Trump!
mandi Sylvi
x Peter
Avere “piantato diverse viti e tre fiche” è un’espressione piuttosto ambigua….
E mi ha fatto sorridere perché mi ha fatto pensare a quando in prima media a Bari l’insegnante, professoressa Spaziante (non ricordo il nome, forse Maria), chiese a un alunno – Giovanni Consorte – i nomi di alcuni alberi da frutta e il nome dei rispettivi frutti. Arrivato al fico, la professoressa chiese: “Come si chiama l’albero che fa i fichi?”. “Il fico”, riispose Giovanni. “E i suoi frutti?”. “Le fiche”, rispose alla barese con convinzione Giovanni. Con grandi risate di tutti. E la Spaziante lo corresse con tranquillità: “No, Consorte, hai sbagliato. Non è come per le mele, le pere, le arance, ecc., che sono femminili. Quì c’è un’eccezione: il frutto si chiama fico, al maschile come l’albero”.
L’ho già raccontato qui anni fa.
Un saluto.
pino
x Uroburo
Vedo che di agricoltura ne sa molto piu’ di me; infatti puo’ darsi che io non abbia usato molti utili accorgimenti. Tuttavia non mi spiego come mai un albicocco abbia raggiunto dimensioni notevoli in pochi anni (oltre 3 metri) senza produrre mai niente: solo fiori molto belli a marzo-aprile. I meli producono abbastanza ma sono quasi tutte mele da cottura, e non ho tempo di fare crostate di mele.
Ciliiegi ed altre piante restano un mistero; infatti in zone limitrofe producono bene (persino i pomodori, ma devono prima essere cresciuti al coperto, tipo mini-serre); ho visto persino fichi carichi di frutti, ma non saprei poi se arrivano a maturazione. Anche le viti producono uva, in genere troppo acidula.
Convengo che il clima atlantico insulare di queste parti e’ freddo ed inadatto a piante mediterranee.
Ma le susine sono le migliori che abbia mai gustato.
P.
x Pino
Verrebbe anche a me di fare arguti commenti su fichi e fiche, ma meglio tralasciare. Come dicevo, comunque, il problema sono le tastiere ‘ intelligenti’ di certi computers, che mi correggono lo spelling ( pensando che scriva in inglese). Fiche, infatti, esiste anche in inglese anche se parola francese; invece fichi proprio no.
P.
Caro Peter,
avevo un vecchio albicocco che produceva frutti piccoli ma dolcissimi e talmente tanti da piegare i rami. Ho dovuto strapparlo per causa di forza maggiore ma ne ho piantati almeno altri tre o quattro: tutti morti di monilia nel giro di poco tempo.
Dei miei ciliegi da fiore le ho detto.
Perché non mette delle mele da mangiare crude? Credo che da voi ce ne siano tantissime varietà.
Io però la frutta che non riesco a mangiare, soprattutto pere e mele ma anche prugne, la faccio cuocere fino alla bollitura per un’oretta circa a fuoco bassissimo (per non bruciarla) senza assolutamente nulla se non un bicchiere d’acqua (aggiungendone altra ma calda se necessario) un pochino di cannella ed un paio di chiodi di garofano ma niente zucchero. Non è una marmellata ma frutta cotta che si può poi mangiare con panna, gelato, zucchero, sciroppi vari ecc..
La invaso bollente nei vasi di vetro della Bormioli (quelli con tappo a vite di metallo) e li lascio tre giorni in una scatola di cartone avvolta in un paio di coperte. Si autosigillano da soli e possono durare almeno un anno ma anche di più. Uso lo stesso metodo quando faccio la salsa.
Un saluto U.
Per CC
Beh? Non dici niente?
Mentre diciamo Addio a un uomo di Scuola e di cultura come Tullio De Marco che fu ministro della PI, uomo che molto sapeva di filosofia, pedagogia e didattica, insomma uomo giusto al posto giusto, mi viene in mente quello che mi disse tantissimi anni fa, fresca vincitrice di concorso, un professore che mi aveva esaminata : – ricordi sempre che lei, pur con i suoi diritti di lavoratrice, deve essere sempre al servizio degli allievi, e i suoi diritti si inchineranno sempre ai diritti del fanciullo – (allora usava chiamarli così i bambini).
Infatti ci spedivano, senza molti patemi sindacali da un capo all’altro della Regione, e anche fuori.
Il nostro stato di famiglia era pressochè una questione molto personale che non turbava minimamente le alte sfere scolastiche.
Io, freschissima mamma, scherzavo amaramente dicendo che la PI si preoccupava molto dei suoi docenti spedendoli dal mare ai monti per respirare aria salubre.
Questo incipit per raccontare della nostra novella Ministra della PI, Valeria Fedeli.
Non si può dire che la signora si sia consumata in uno “studio matto e disperatissimo” sui tomi di pedagogia…ma sarebbe almeno apprezzabile che i suoi piccoli studi li avesse poi messi in pratica nella Scuola dell’Infanzia, come recita il suo diplomino. Macchè, si gettò immediatamente a capofitto nel sindacalismo, speriamo almeno scolastico, non metalmeccanico.
E così come primo atto della sua nomina a ministra ha cancellato la norma sulla Buona Scuola che obbligava , per la preziosissima continuità didattica, i docenti di ruolo a restare tre anni nella stessa sede. Macchè, disse la ministra sindacalista, un anno basta e avanza e se nelle scuole ci sarà un carosello di docenti i bambini diventeranno mentalmente più elastici; importante è accontentare i diritti sindacali dei docenti.
E si è appena seduta sulla poltrona di Viale Trastevere!, chissà quali altre sorprese riserverà in futuro alla già disastrata scuola italiana.
De Marco si preoccupava di metodi di apprendimento, di biblioteche , di “pieno sviluppo della persona e del cittadino…la Fedeli si preoccupa delle tessere sindacali degli operatori scolastici.
Si può dire che ogni botte dà il vino che ha???
Sylvi
x gli agricoltori e frutticoltori del blog.
Come sa chi è stato da me, io ho un fico che fruttifica abbondantemente per la gioia di uccelli e insetti; se voglio raccoglierne devo stare all’erta e ingaggiare battaglie . I miei noccioli vanno ad annate e così raramente vedo i due scoiattolini che mi visitano.
Ho un ciliegio selvatico che fa fioriture fantastiche e le ciliegine sono saporitissime, anche quelle molto apprezzate dagli uccelli.
Ho anche dei meli selvatici che quest’anno piegavano a terra i rami carichi di frutti piccoli e aciduli ma che piacciono molto ai ricci. Infatti se di notte mi piazzo sotto il portico li vedo passeggiare in fila e rosicchiare alacremente.
L’agronoma che mi ha progettato il giardino era molto brava ma anche una ecologista fanatica e per lei prima veniva la natura e poi il bipede che la sfruttava.
Ogni anno uso l’aereatore, cospargo di abbondante concime e faccio potare gli alberi dai giardinieri.
Infatti quando ho preteso di potare i melograni si sono poi rifiutati a lungo di dare frutti.
Ofelè fa il tuo mestiè…si dice così?
Sylvi
Il problema e’ anche che qui sono comuni i giardini ma non gli orti. Nessuno dei vicini pianta o coltiva nulla tranne piante ornamentali.
Il mio giardino fa eccezione solo per gli alberi da frutto, che devono cavarsela da soli cioe’ senza concimi maleodoranti….e non ho mai imparato a potare e fare innesti.
Il resto e’ prato cioe’ erba.
Un tocco ‘mediterraneo’ e’ dato dalle periodiche visite di rane, gazze, ed anche innocue serpi d’erba, ma uccelli esotici e scoiattoli prevalgono, e gli scoiattoli si mangiano i semi per gli uccelli.
L’idea di cuocere frutta e’ buona, ma non me ne resta poi tanta da cuocere…al momento la meta’ del giardino con le mele e’ in affitto a terzi, i quali consumano avidamente i pochi prodotti.
Vedro’ comunque di studiars potature. Mio fratello mi regalo’ bellissimi libri di giardinaggio che non ho mai letto.
P.
x Sylvi
Perbacco, lei deve avere ettari di giardino per permettersi una ‘landscape gardener’ con annessi e connessi. Pero’ anche i frutti del mio piccolo giardino sono in parte divorati da uccelli, scoiattoli e pesti varie. Non mi piacciono gli insetticidi, ma quando le susine sono appena spuntate devo spruzzare veleni adatti, perche’ degli insetti perfidi altrimenti vi depongono uova da cui poi si schiudono orrende larve coi noti effetti sulla frutta in maturazione….
A suo tempo apprezzavo i libri di De Mauro, mi ricordo ancora ‘ una societa’ tra dialetto e lingua’. Mi interessava solo come linguista. So che Mauro De Mauro fu vittima della lupara bianca oltre 40 anni fa (suo fratello).
Ho capito che si riferiva a lui, ma ho dovuto controllare il nome in rete
P.
x Peter
Ha ragione, chissà perchè ho scritto De Marco, forse perchè ne conosco parecchi con quel cognome e non ho controllato.
Ma vedo che ha capito che parlavo di De Mauro.
Tolta la casa, il mio giardino ha cr 1000mq e proprio per questo, oltre al fatto che la progettista era un’amica, mancata giovane purtroppo, era necessario sfruttare al meglio lo spazio.
E lei lo ha fatto con competenza e professionalità, e dopo trent’anni è ancora un bel giardino.
Ora, con questi geli da – 8/9°. ho fioriti i calicanti, poi via via ogni mese ho una fioritura…
-A i jùl mistiar,- noi diciamo in friulano., ci vuole professionalità, quella che non ha sicuramente la ministra di cui parlavo sopra.
Sylvi
caro Uroburo,
rispondo con molto ritardo al tuo appello.
Purtroppo non sono mai stato un buon “frutticultore”. Lo era mio padre ,che sapeva pure fare gli innesti.
Sono ridotto ormai a potare quei rami che rischiano di compromettere i fili della luce o del telefono.
Per il resto mi accontento di quel poco che riesco ancora a raccogliere.
Se la salute mi sostiene, farò solo un piccolo orticello , nuovo ,poiché mi trasferirò in un’altra casa.
All’eremo ,ormai ho solo più una striscia di bosco , veramente ceduo.
Porca vacca, fa veramente un freddo cane, se non fosse perché ancora devo aiutare i figli, mi trasferirei a Lampedusa o Pantelleria.
caino
x Sylvi,
al di là di meriti e demeriti, personali, vedo con piacere che la tua verve storica “antisindacale” a prescindere, sempre ti sostiene e ti allieta.
Riusciresti a mischiarla anche commentando Dante.
Devo dire che con l’avanzare dell’età , non dovresti più preoccuparti, i sindacati non esistono quasi più ,se non per portare a spasso “quattro pensionati “.( Ovviamente tutti ex-pelandroni e mangia pane a tradimento)
caino
Che succede a Padova ?
x Caino
Non so che cosa succede a Padova di speciale, che non sia un po’ di maltempo.
La laguna è ghiacciata e il fatto mette giustamente in agitazione i mitilicoltori; per il resto, Mino è corso a Grado perchè la barca, prigioniera del ghiaccio , si è piegata restando immobile pietrificata fra ghiaccio e sabbia e ci si può girare attorno camminando sulle acque come Gesù.
Naturalmente non può farci niente se non aspettare il disgelo!
Certamente la laguna ghiacciata è sempre uno spettacolo affascinante che ti fa pensare più all’Artico che all’Adriatico.
Vedo che, come al solito, tu capisci quello che vuoi, quando si tratta di sindacalisti politicamente vivi o morti.
Ribadisco che la Fedeli è stata messa in quella poltrona, e che Poltrona!, soltanto per meriti sindacali e lo ha affermato lei stessa quando ha rivendicato che , dopo le sue triennali scuolette, ha passato tutta la sua carriera lavorativa al sindacato, magari mentendo un po’ sulle sue fatiche sui libri.
Sono sicura che hai capito benissimo, ma… repetita iuvant; ( traduciamola al nostro Ministro PI) quello che io volevo sottolineare è che un sindacalista lo si fa ministro del Lavoro, non della Pubblica Istruzione, perchè anzitutto sono i discenti da tutelare, non sicuramente gli operai!!! E soltanto in seconda istanza i docenti!!!
Non credi che dovremmo continuare a indignarsi e scandalizzarsi per queste scelte…e non soltanto del Premier attuale?
Infatti la nostra Scuola sta andando a picco proprio perchè nella Scuola ci sono stati troppi sindacalisti e troppo pochi pedagogisti.
D’accordo …il problema non è solo della Scuola!!!
Parla una che, con una bambina piccolissima, stava in montagna dal lunedì al venerdì e marito e figlia la raggiungevano il sabato.Ed era fortunata perchè la statale era sempre agibile, anche con tre m. di neve. Dalle nostre parti infatti si usa mantenere pulite le strade quando nevica.
Molte colleghe invece restavano proprio bloccate nei piccoli paesi, ed avevano come unica compagnia il Parroco, la perpetua e il campanaro.
Sapessi che storie d’amore???…col campanaro intendo!!!
Ma tu , in Piemonte, dovresti conoscere queste storie, è mica come a Roma dove chiudono le scuole per una ventata gelida.
Sylvi
Cara Sylvi,
ho capito benissimo ,ma, premesso, che non ho mai nutrito grande simpatia per i burocrati sindacalisti ,bisogna purtuttavia ammettere che per prendere una decisione così “cogliona” era e non è necessario essere per forza “sindacalisti”.(basta un qualsiasi “laureato”).
Cosa non si farebbe ormai per raccattare qualche voto in più!(in democrazia borghese)
Nel merito poi sono d’accordo con te, tre anni di continuità didattica era il minimo “sindacale”(sic!).
caino
Cara Sylvi,
due noterelle di costume..
Fai bene a non essere partecipe di Social, tipo Face-book .(un vero e proprio immondezzaio oramai )
Pure io, da tempo immemorabile ormai, vi ho rinunciato.
Purtuttavia, essi altro non sono che lo specchio che riflette il disfacimento globale accelerato di una crisi, che non ha soluzioni.
Non che un tempo andato ,non vi fossero i “webeti”, solo che erano circoscritti nei bar Sport e nelle bettole ove comunque “resisteva” un minimo di pudore.
Devo dire che in una certa misura, la trappola è scattata per tutti.
caino
Per confortare quanto sopra detto
http://www.lastampa.it/2017/01/10/blogs/il-villaggio-quasi-globale/il-per-cento-degli-italiani-analfabeta-legge-guarda-ascolta-ma-non-capisce-MDZVIPwxMmX7V4LOUuAEUO/pagina.html
caino
caro Caino,
ricordo, molti anni fa quando il web emetteva i primi vagiti, una Bustina di Umberto Eco dove con la sua solita lucidità illustrava pregi e difetti di internet.
Mi aveva colpito come avesse pronosticato l’avvenire dei social, contemporaneamente facendo le lodi di quel che poteva essere dal punto di vista culturale uno strumento così prezioso.
Aveva allora fatto un profetico confronto fra un’enciclopedia cartacea e una on line con i suoi richiami e riferimenti impossibili in carta;. insomma un suo solito geniale pezzo che faceva riflettere.
Erano già gli albori dei commenti online aperti a tutti, dei blog che nascevano su quotidiani e settimanali online.
Alcuni, i più seri, tentavano di limitare insulti, sbracamenti , bestemmie che facevano capolino, ma con risultati molto incerti.
Il buongiorno si vedeva dal mattino, purtroppo. Poi è solo peggiorato!
E siamo ad oggi, dove i commenti oltre che indecenti e sbracati sono sommamente noiosi, insulsi e denotano una ignoranza abissale sia culturale che sociale che rispecchia la crisi oserei dire di umanità che stiamo attraversando.
Io evito frequentazioni troppo assidue, vagolo qua e là solo per misurare la …febbre…che resta altissima. Viene infatti usato uno strumento preziosissimo come internet per vomitare il peggio che c’è dentro di noi, anzichè usalo per esprimere pensieri, riflessioni, sensazioni, emozioni, anche indignazioni che farebbero bene e arricchirebbero la civile convivenza.
Io ricordo, sul blog di Pino, (di quello di Bocca meglio tacer), quando Uroburo mi chiamava “gallina giuliva” o “oca padovana” io percepivo una lievità ironica, anche un non celato sarcasmo che a volte mi faceva ridere, altre scatenava una urgenza di rispondere per le rime e sullo stesso tono.
Oppure quando tu mi seppellivi sotto una frana di parole e concetti soprattutto su argomenti che sapevi ostici per me. E a me veniva voglia di …leggere Marx per poterti rispondere per le rime!!!
Con Peter provo ancora a volte quell’impulso un po’ sadico di affrontarlo su argomenti che so critici per lui!
Insomma nei social dovrebbe esistere un sistema di approccio che non può essere sempre all’acqua di rose, nè una sdolcinata Arcadia per pochi eletti, ma nemmeno il letamaio difficile da affrontare cui assistiamo.
Quel che colpisce, oltre all’ignoranza crassa, è quell’impulso a insultare e mentire coperti dall’anonimato che interessa tutte le classi sociali e tutte le professioni. Perchè siamo giunti a tanto?
Tu hai una risposta?
Come al solito scrivo di getto, perciò sono sicuramente andata da palo in frasca; spero di non essere stata tanto ermetica.
Sylvi
Ed anche questo mi conforta..
http://www.lastampa.it/2016/12/23/blogs/il-villaggio-quasi-globale/dice-il-giornalismo-dico-ma-andiamo-a-zappare-DpVA1iAsQXfEieqITNbyhM/pagina.html
caino
Purtuttavia ,infine, dal mio “modestissimo” punto di vista c’è poco da fare, se non aspettare che le “pere” maturino al punto giusto.
caino
Cara Sylvi,
non sei andata assolutamente di palo in frasca.(sei stata chiarissima)
Purtroppo non ho risposte ..ma ho la sensazione (che l’ostico Marx) ci avesse preso ,quando parlava di crisi tra Modo di produzione e forze produttive.
Nemmeno lui, si azzardò a fare ipotesi sui tempi..
Quello che trovo che manchi è però ,oggi, l’assenza ancora di presa di coscienza di vivere una crisi ,ben più profonda e strutturale del sistema capitalistico.
Tu parli di “crisi umanitaria ” è vero..ma non basta a mio avviso ,per tentare di capire
caino
x Caino
Sì confortano i due articoli della Stampa, per la chiarezza, l’onestà e la profondità.
Sono andata a cercare la data di nascita del giornalista; come sospettavo, si è formato non soltanto sui tasti del computer!!!
Ps: a mio nipote di Trieste, nemmeno quattro anni, è stato regalato a Natale un tablet per bambini!
Alle mie rimostranze scandalizzate mia figlia ha dato udienza e lo ha imboscato.
L’ha convinta quello che ho sempre ripetuto, e che ha espresso così bene il giornalista della Stampa, che non c’è apprendimento e comprensione se non c’è a monte il provare, riprovare e controllare il risultato.
Io gli ho regalato una lavagna con i gessetti. Pare abbia gradito moltissimo.
Sylvi
E’ IN RETE IL NUOVO ARGOMENTO.
BUONA LETTURA.