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  1. Uroburo
    Uroburo says:

    Sto leggendo un libro sul clima che mi è stato regalato per Natale: sono arrivato a metà ma è sufficiente per notare che moltissimi fatti storici, ad esempio i moti contadini che hanno sconvolto l’Europa per secoli, più che legati a fattori riconducibili alla “lotta di classe” erano legati a difficoltà alimentari a loro volta effetto di sconvolgimenti climatici. Il che ovviamente non vuol negare la lotta di classe che però si istituzionalizza qualche secolo dopo con la nascita dei partiti socialisti.
    Addirittura la Peste Nera colpisce con drammatica virulenza popolazioni indebolita non già da carenze alimentari legate all’esaurirsi della produttività della terra ma invece ad avversità climatiche che avevano provocato gravissime carestie. Tant’è che i diffusissimi Trionfi della morte precedono l’arrivo della peste del 1348.
    Molto interessante. U.

  2. Peter
    Peter says:

    Per nulla interessante, dato che sospetto negazionismo del global warming da parte dell’autore, chiunque esso o essa sia.
    Va notato che i cambiamenti climatici ipotizzati da certuni, prima nella tarda epoca romana poi nel medio evo, erano comunque sempre nel senso di diminuzioni, non aumenti di temperatura in Europa. La popolazione dell impero romano scese da 70 a 50 milioni di abitanti gia’ dal 150 al 400 AD, una flessione del 30%, enorme, dovuta a ben tre documentate epidemie di peste, in gran parte, oltre che a fluttuazioni della produzione agricola dovute, sembra ma non certo, a raffreddamenti saltuari del clima. Un’altra disastrosa epidemia si ebbe intorno al settimo secolo.
    La popolazione europea era in realta’ quindi di molto aumentata, fino a circa 100 milioni, nel XIV secolo, quando si ebbe una ennesima, e catastrofica, epidemia di peste, nota appunto come la peste nera. Si sospetta che il contagio avvenne in gran parte da persona a persona, non a mezzo di ratti, proprio per il pregresso vasto aumento demografico!
    Due altre cosette. Primo, l’Europa era gia’ allora sovrappopolata rispetto alle esigue risorse disponibili in epoche preindustrial , per cui modeste fluttuazioni di produzione avevano conseguenze catastrofiche.
    Secondo, la popolazione globale del mondo e’ sempre stata in aumento dall’alto medio evo fino ad oggi, con la sola eccezione della Peste Nera del 1348; viviamo cioe’ da sempre in un mondo gravemente sovrappopolato.

    P.

  3. Peter
    Peter says:

    Studi accurati hanno dimostrato da tempo che l’Uomo comincio’ a vivere in modo decisamente ‘innaturale’ solo con l’avvento della rivoluzione agricola circa 13000 anni fa. Fino ad allora, i cacciatori-raccoglitori vivevano in piccole bande e si spostavano spesso; quasi mai pativano la fame, avevano una dieta molto variata, ed un’aspettativa di vita nettamente superiore alla media delle societa’ agricole che seguirono, vuoi per l’assenza di carestie dovute appunto alla perversa dipendenza dai raccolti di vaste popolazioni stanziali, vuoi per la rarita’ di epidemie, le quali erano in seguito dovute alla domesticazione di animali portatori di germi tipica delle societa’ agricole successive. Senza contare la facilita’ dei contagi nelle societa’ popolose agricole stanziali, scarsa igiene e tutto il resto.

    La sovrappopolazione e’ una triste necessita’ delle societa’ agricole tradizionali, e persiste in India, Africa e Cina rurale. Infatti ci deve sempre essere un surplus di manodopera disponibile per semine, raccolti etc, date le epidemie e la alta mortalita infantile etc.
    E’ poi continuata in altri modi nelle societa industriali.
    Le elites parassitarie, classi aristocratiche, sacerdotali e tutto il resto si formarono davvero solo con la rivoluzione agricola.

    P.

  4. Peter
    Peter says:

    ….e le guerre vere e proprie cominciarono anche con le grandi societa’ agricole stanziali.
    Fino ad allora, vi erano episodici scontri tra bande nomadi, che spesso si spostavano semplicemente piu’ in la’.

    P.

  5. sylvi
    sylvi says:

    caro Gino,
    con immensa tristezza ho pregato di cuore per il Coro dell’Armata Rossa.
    Ho avuto la fortuna di ascoltarli dal vivo e le emozioni che mi hanno scatenato allora a Sebastopoli mi scaldano ancora il cuore. Quelle voci piene, possenti, appassionate resteranno indimenticabili, soprattutto nell’ esecuzione dell’Internazionale.
    Un Natale venato di tanta tristezza.
    Sylvi

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