Il Coming out di Tiziano Ferro:”Sono omosessuale e ho la libertà di dirlo”

“Dissi alla mia fidanzata che pensavo di essere attratto anche dai ragazzi”. Lei rise: “Non può essere vero”. Il racconto che Tiziano Ferro fa dalle pagine di “Vanity Fair” ha qualcosa di dolce e struggente. E’ il racconto di una sessualità rifiutata, impaurita dagli eventi e da un mondo dove l’omosessualità è presente eppure negata; è la fine di un incubo che per tanti anni, troppi, ha ferito la vita di una persona, facendola essere quella che non è mai stata. Il coming out di Tiziano Ferro è l’uscita da un tunnel che, come lui stesso si è augurato, possa aiutare altri a non commettere gli stessi errori, a non restare per anni dentro una gabbia di inutili ipocrisie. Dell’omosessualità della popstar nostrana, in realtà se ne parlava da tempo, si lasciavano cadere frasi a metà ma ineludibili. Lui non smentiva, lasciava che le parole lo attraversassero e passassero oltre. Paura, questo era!

A chi servirà questo coming out? Certo a Tiziano, indubbiamente. Nello star system musicale, essere omosessuali a volte paga, altre volte no. Avviene così ovunque. Poco ha pesato l’omosessualità di Boy George, di George Michael, degli Ark, la bisessualità di Gianna Nannini, tanto per citarne alcuni. Ma essere omosessuali non è mai semplice, e neppure dichiararlo. Se poi parliamo dell’Italia la questione diventa più complicata, di fatto clericale, dove il “si fa ma non si dice” è regola quotidiana.

L’ipocrisia è trasversale, tocca tutto e tutti. Guardate il mondo della moda, con i D&G che rifiutano l’affermazione di certi diritti per le coppie di fatto. E poi, l’Armani del silenzio assoluto, l’indimenticato Ferré, etc., etc. Stessa cosa per la musica, dove i discografici sono ossessionati dai deliri delle fans che non vogliono i propri idoli gay o lesbiche, come se l’essere gay o lesbiche comportasse la fine di un genere musicale e dei suoi profeti. Quanta stupida, banale ipocrisia.

Per uscire da questa ipocrisia, a Tiziano Ferro, c’è voluto un libro-diario, una intervista, e anni orribili: da isolato “per tenere nascosto il mio tormento”, sì da dire, a chi pensa che essere omosessuali nella civiltà del benessere è quasi d’obbligo, che l’omosessualità è invece un problema che necessita di coraggio e di una assoluta radicalità per uscire allo scoperto e vivere serenamente la propria esistenza. E’ il tormento che attraversa adolescenti vittime di bullismo omofobico; di donne che vengono messe alla gogna pubblica perché amano altre donne; di gay che si nascondono per non dover affrontare il giudizio in famiglia, tra gli amici, tra la gente.

Non basterà, ne sono quasi certo, neppure questo coming out del delizioso Ferro a cambiare le cose e questo ipocrita paese. Si segnalerà semplicemente di un uomo di successo che ama altri uomini. Forse, ma mi auguro di essere smentito, questo “uscire allo scoperto” servirà più ai media che non alla civiltà dei diritti civili di cui l’Italia è orfana, a differenza del resto d’Europa. Speriamo serva a Tiziano che di questo ‘coming out’ se ne può servire, grazie alla popolarità, per aiutare altri ragazzi e ragazze a non finire per sempre in quella galassia oscura e infelice dove lui ha albergato per troppi anni.

1 commento
  1. omar
    omar says:

    gli orientamenti sessuali, culinari, sportivi, religiosi, politici, cambiano la grandezza di un artista e di un uomo? assolutamente no! la sua sincerità ce lo rende ancora più grande……….

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