Uno dei due piloti dello sgancio della bomba atomica su Nagasaki era un italo americano, figlio di emigrati dal Viareggino

Nei giorni scorsi ci sono stati gli anniversari dell’uso delle prima due bombe atomiche su popolazioni civili. Il 6 agosto 1945 quella su Hiroshima. Tre giorni dopo, 9 agosto, quella su Nagasaki. Storia e tragedia note, anche se si tende ormai a dimenticarle o a ricordarle solo come facciata retorica. Le nuove generazioni dimenticano, ma mano sempre di più e sempre meglio. I fatti, anche i più terribili, vengono ricordati solo sui libri di Storia. Qualcuno, preferibilmente trasfigurato in mito, riesce a far parte dell’identità e del dna di un popolo, anche se di solito si preferiscono le leggende pure e semplici. E’ così, con le sdrammatizzazioni successive, di generazione in generazione, che gli errori più orrendi tendono a essere ripetuti. La Storia, si sa, è maestra di vita: peccato solo che gli esseri umani non amano imparare… Continua a leggere

Invasione della Cecoslovacchia del ‘68 e dell’Iraq del 2003: l’arma iniziale sono sempre le bugie. Amici di Israele: quelli facinorosi è meglio perderli

Agosto 1968: ero in vacanza con due amiche in tenda in un campeggio della Jugoslavia, dalle parti di Porec, in italiano Parenzo, quando è arrivata la notizia dell’invasione della Cecoslovacchia da parte dei sovietici e altre truppe del Patto di Varsavia. Finiva così la “primavera di Praga” che cercava di ampliare gli spazi di libertà e democrazia senza uscire dal Patto né dall’economia “comunista”, o meglio statalizzata. I carristi si ritrovano in piazza S. Venceslao ricoperti di insulti, la folla gli chiede perché hanno invaso il Paese e loro piuttosto frastornati, perché non hanno trovato resistenza e nessuno li minaccia, balbettano che sono venuti a difendere il comunismo e il Paese contro “i traditori” e le mire occidentali. Insomma, le truppe erano state imbottite di balle prima di mandarle a occupare la Cecoslovacchia. Continua a leggere