E la Costa Concordia è sempre ferma dove è naufragata: metafora dell’Italia e della realtà di oggi?

L’enorme mole della Costa Concordia è ancora lì, metà sotto il mare e metà sopra. E per quanto possa apparire incredibile, lo svuotamento dei serbatoi del carburante NON sé neppure iniziato. Spero ardentemente non sia vero che si deve procedere alla gara di appalto per aggiudicare i lavori, perché anche al ridicolo dovrebbe esserci un limite.  L’interesse generale e il pericolo di disastro ambientale sono tali da imporre l’invio di mezzi militari per procedere di corsa al recupero del carburante. E invece…. E invece l’enorme mole della Costa Concordia, dolente balena spiaggiata, è sempre lì. Si dondola un po’ con il movimento del mare. Più la guardo, più mi pare l’immagine dell’Italia di oggi. Se non dell’Europa di oggi. Se non del mondo intero di oggi. E di sempre. Gigantesco vorrei ma non posso. Ritratto e monumento vivente del fallimento di tutti i grandi traguardi, di tute le grandi ambizioni di navigare il mondo e la vita lasciandoci alle spalle la realtà. Che è sempre la realtà delle nostre inadeguatezze. Ma bando alle ciance.

A quanto pare il comandante Schettino ospitava nella sua cabina la giovane e bella moldava Domnica Cemortan, della quale hanno parlato tutti i giornali. Buon per lui, se è vero. Ma che c’entra con le responsabilità per il disastro della Costa Concordia? Forse provocherà il disastro del matrimonio di Schettino, con la signora Fabiola Russo,  ma ha qualcosa a che vedere con il naufragio sugli scogli dell’isola del Giglio?

Forse la bella moldava era presente nella plancia di comando al momento dell’impatto con lo scoglio fatale e  nei momenti precedenti. Se è vero che Schettino ha detto “ero distratto nei miei pensieri”, si può ipotizzare che il motivo della distrazione fosse la ragazza. Pare però che a dover guardare il mare e gli strumenti, e quindi a doversi accorgere dello scoglio, fosse un altro ufficiale, all’uopo delegato da Schettino. Come che sia, la presenza di estranei nella plancia di comando dovrebbe essere proibita dagli armatori esplicitamente, così come è proibito che stiano nella cabina di comando degli aerei quando sono in volo. Oltre alla eventuale presenza della moldava, è certo che in plancia ci fossero gli equivalenti  crocieristici dello chef e del maitre d’hotel, che si godevano la suggestiva vista dell’isola del Giglio illuminata  dalle luci della notte rivolgendo anche domande di tipo turistico al capitano Schettino. Scene inimmaginabili, perché vietate,  in un jet di linea anche se di grandi dimensioni.

Insomma, le responsabilità ci sono, e la magistratura appurerà se sono tutte e solo di Schettino o tutte e solo dell’armatore o di entrambi, e in che misura. Intanto però prosegue la pubblica lapidazione o almeno il tiro a segno su Schettino, fermo restando che ogni paragone con S. Bartolomeo o affini è sbagliato, improponibile. E pur di dargli addosso si lasciano passare sotto silenzio quelle che, se le notizie apparse sulla stampa sono vere, violazioni gravissime delle leggi da parte dei carabinieri e dei magistrati.

“Appena la nave si è inclinata sono sceso”. Sì, ma dove? Non condivido le conclusioni subito tirate da tutti, in tutto il mondo, che il capitano Schettino sia “sceso” dalla nave, per scappare, anziché, come ha detto ai magistrati, in cabina a tentare inutilmente di recuperare delle carte.  Si scappa per salvare la pelle o per fuggire alle manette, ma Schettino e i suoi due ufficiali non stavano rischiando nessuna delle due cose, e neppure da lontano. Mi pare più razionale quindi pensare che quel “sono sceso” si riferisse allo scendere in cabina. Ammesso che la trascrizione fatta dai carabinieri che intercettavano quelle frasi in dialetto stretto campano sia corretta e non, come molto spesso capita, fin troppo succinta o imprecisa.  Ma non è questo il problema che credo vada segnalato, e con urgenza.

Capisco che sia utile intercettare ciò che dice un sospettato al telefono o in conversazione di persona con amici, e che sia sbagliata la “legge bavaglio” che voleva ridurre di molto la possibilità per le indagini giudiziarie di avvalersi delle intercettazioni. Però per quanto riguarda le intercettazioni del capitano Schettino nelle primissime ore dopo la tragedia, fatte nella caserma dei carabinieri di  Orbetello e già arrivate anch’esse alla stampa, trovo strano che nessuno abbia fatto notare l’enorme gravità della faccenda. Leggo su uno dei maggiori quotidiani italiani, e a firma di due colleghi di vaglia, che Schettino lo hanno intercettato mentre “è in caserma sconsolato, sta aspettando che qualcuno gli porti abiti puliti e buone notizie dal mare” e mentre “le ore passano lente, riempite solo dalle parole scambiate con il suo avvocato, Bruno Leporatti, il suo comandante in seconda Ciro Ambrosio, il suo ufficiale di coperta Silvia Coronika e qualche amico che lo raggiunge al telefono”.

Sogno o son desto? I carabinieri hanno dunque intercettato le conversazioni di Schettino con il suo avvocato!? Qui i casi sono due. O Schettino era già accusato di qualcosa, e allora l’intercettazione del dialogo con l’avvocato è di gravità inaudita, oppure non era ancora accusato di nulla e quindi non si capisce a che titolo venisse intercettato. E a che titolo venissero intercettati anche gli altri.

Possibile che la tifoseria più o meno giustizialista o comunque accusatoria ci faccia dimenticare perfino certe regole elementari e basilari? Qui non si tratta di spaccare il capello in quattro o fare gli azzeccagarbugli, ma di evitare che con la Costa Crociere faccia naufragio anche la legalità, compreso il comportamento dei carabinieri, e la nostra capacità di denunciarla senza se e senza ma.

Ciò detto, è un fatto che la nave Costa Concordia è ancora in buona parte fuori dall’acqua, non ne è stata cioè completamente sommersa. E allora, sia pure col senno di poi, forse è il caso di porsi delle domande. Siamo sicuri che il vero errore non sia stata l’evacuazione? Poiché la nave NON poteva affondare essendo già adagiata su un fianco e per giunta ancorata, Non sarebbe stato meglio fare aspettare la luce del sole facendo stare i passeggeri seduti o sdraiati sul fianco non sommerso, magari al coperto? Il meteo infatti NON prevedeva mare mosso. Certo, i passeggeri non sarebbero stati affatto comodi per qualche ora, ma sempre meglio che rischiare di affogare in mare. All’alba li avrebbero evacuati tutti senza nessun problema. Gli strumenti, e le carte nautiche, indicano con chiarezza quanti metri d’acqua ci sono sotto uno scafo. A parte i film di fantascienza, la Costa Crociera NON poteva essere inghiottita da Nettuno o dagli dei degli inferi. Tant’è che è ancora lì:metà dentro l’acqua e metà fuori.
Certo, parlare col senno di poi è facile, lo ripeto, ma sapendo che la nave non poteva più andare sott’acqua e non poteva neppure spostarsi perché ancorata, le scialuppe forse era meglio non calarle prima dell’alba, quando oltretutto ci sarebbero stati molti ma molti più mezzi di soccorso e soccorritori arrivati nel frattempo. F

Poi c’è l’assurda faccenda della biscaglina. Da quel che s’è visto e sentito, anche dalla bocca dell”eroe” De Falco della capitaneria di Livorno, è stata calata UNA SOLA E UNICA biscaglina!!! Anziché stare a guardare, gli isolani del Giglio potevano portare alla nave biscagline, funi e quant’altro, mentre dalla capitaneria di Livorno di biscagline ne potevano inviare a decine con elicotteri e mezzi navali veloci.  Ho detto capitaneria di Livorno? Non è la stessa capitaneria della tragedia del traghetto Moby Prince? Vale a dire, della collisione tra due navi poco al largo di Livorno che il 10 aprile 1990 provocò l’incendio del traghetto e la morte di TUTTI i suoi 140 passeggeri.

Io ho solo una patente nautica che mi permette di comandare una barca a vela anche in oceano. Purtroppo, oltre a non navigare più da decenni,  non ho una barca e l’esperienza in mare l’ho maturata su barche altrui. Però, per quel poco che ne capisco, la manovra che Schettino stando alla testimonianza dell’esecutore al timone – Jacob Rusil Bin – avrebbe effettivamente ordinato, urlando, “barra tutta a dritta!” prima dell’impatto, poi “tutta barra a sinistra!” e infine di nuovo “tutta barra a destra!” dopo l’impatto, è stata davvero utile a evitare disastri peggiori. Idem per quanto riguarda l’ordine di calare prima l”ancora di destra e dopo qualche minuto l’ancora di sinistra: è stata una manovra ottima per portare la nave ancor più sottocosta onde evitarne l’affondamento completo. Leggo che tutti sostengono invece che la nave è finita dove è finita solo per merito delle correnti. Mah. Visto anche il complesso dietro front della rotta dopo l’urto con lo scoglio, direi che la nave è finita lì anche e forse soprattutto grazie a Schettino.

Schettino ha sbagliato e la responsabilità del disastroso urto in mare è sua anche se non è stato lui, ma un altro ufficiale, a non vedere lo scoglio fatale. La responsabilità è sua anche perché andava troppo forte. Avesse almeno rallentato, come era doveroso fare così vicino alle rocce, e fosse andato agli usuali 6 nodi degli “inchini” anziché ai 16 di quella dannata sera, lo squarcio sarebbe stato più piccolo e forse le cose sarebbero andate altrimenti. Però credo che l’armatore sia responsabile di tutto il resto, a partire dall’ora abbondante persa in chiacchiere, con la speranza di non dover sostenere le enormi spese per il salvataggio o l’evacuazione,  e a finire al tragico non funzionamento dei vari dispositivi d’emergenza. La storia degli armatori non è affatto esente da macchie, anche gravi. Quella dei comandanti di nave è invece, per fortuna, un’altra storia.

Infine: Schettino è indifendibile sotto vari profili, lo abbiamo detto e ridetto. Ma che il procuratore della Repubblica di Grosseto, Francesco Verusio, possa essersi permesso di definirlo pubblicamente “uno scellerato” senza essere cacciato dalla magistratura o almeno severamente punito è cosa che può avvenire solo in Italia, dove i magistrati sono ormai troppo spesso fuori controllo. In un altro Paese civile per scivoloni di questo genere verrebbe ordinato il non luogo a procedere per violazione del diritto ad un ‘fair trial’, come dicono in Inghilterra, cioè a un processo equo. E l’incauto Verusio si troverebbe anche a dover rispondere forse persino per diffamazione a mezzo stampa, tv, e internet.

Mi viene in mente il magistrato che conduceva le indagini sull’uccisione a Cogne di Samuele Lorenzi, il figlio di Anna Maria Franzoni. Anziché spiccare subito il mandato di cattura contro la signora Franzoni, già inchiodata da non poche prove, il magistrato ha preferito temporeggiare, cosa che ha permesso di confondere per un bel pezzo le acque facendo diventare anche i ldelitto di Cogne un lungo show nazionale. “Sono una mamma anch’io”, si giustificò il magistrato per la mancata emissione del mandato di cattura. Come se un magistrato può permettersi di non essere imparziale con chi ritiene gli sia simile, o magari simpatico. Anche in questo caso, in un altro Paese civile quel magistrato, donna, sarebbe stata o mandata a casa o punita.

Quello che più mi duole dell’illegittima uscita di Verusio è che nessun giornale lo abbia criticato. Anzi, le sue parole sono state subito elevate a sentenza e prese per la prova provata della colpa globale di Schettino. Su questa scia, anche la tragedia della Costa Concordia è diventato un tema da trattare col sensazionalismo, con i boatos, le insinuazioni, i gossip, i pettegolezzi… Naufragio della Costa Concordia o anche di un bel pezzo della società italiana?

465 commenti
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  1. peter
    peter says:

    certo che Rodolfo ha una interessante personalita’ dissociata…
    Lui difende, anzi sostiene con trombe e fanfare, uno stato canaglia che opprime, deporta e genocida un altro popolo stanziale a casa propria da 60 anni…si e’ munito di un potente arsenale nucleare, ha violato centinaia di risoluzioni ONU, destabilizza da sempre il Medio Oriente, ci portera’ magari presto sull’orlo di un’ecatombe planetaria…
    Poi monta in cattedra e dice ‘restiture il maltolto’ ad un paese che e’ sovrano completo da due secoli nelle Falklands, le quali hanno una popolazione che si autodetermina ed ha scelto da sempre…perche’ due secoli fa gli argentini-sempre a detta loro, un paese corrotto, mendace e imbroglione oltre misura-vi avevano forse due pecorai, tre pescatori ed una capanna di gendarmi…
    Mah, certa gente non ha mai avuto il senso del pudore…

    Peter

  2. rodolfo
    rodolfo says:

    Ooooooooohhhhh….finalmente e´uscito fuori il vero Peter.
    Ma io l´ho sempre saputo . Il suo e´un gioco troppo sporco.
    Un ometto bambino…. e capriccioso… con i suoi “uffa”….tradirebbe il migliore amico per un tozzo di pane.
    Rodolfo

  3. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Non sono centinaia, “solo” un’ottantina. Una volta le ho pubblicate tutte.
    Un saluto.
    pino
    P. S. Però la posizione di Rodolfo negli ultimi due anni è molto cambiata. Ora è più realistica. Mi pare che tema anche lui si finisca tutti nel bratro per colpa di un pugno di mascalzoni.

  4. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Direi che per Rodolfo tutto si riduce ad una mera questione
    di due dita di… PIL.
    Sembra che per alcuni arrivati a una certa età, diventi una specie di priorità.
    màh..
    C.G.

  5. Anita
    Anita says:

    x @#*!%

    Falkland e’ una localita’ Scozzese, pronunciata in inglese non ha niente a che vedere con l’altra parola (FU…)
    La A e’ pronunciata come una O chiusa

    Nella parola Fu… la U e’ pronunciata A.

    Credo che sia’ questo a cui intimate.

    Anita

  6. sylvi
    sylvi says:

    In Friuli vi erano i carnici,…Peter

    x Peter
    Condraddizione in locis!
    In Carnia stavano e stanno i carni…Carnia è il Friuli montano, politicamente determinato ma storicamente tutto un altro paio di maniche dal Friuli vero e proprio che va dal Livenza al Timavo.
    E i carni non c’entravano coi celti.
    E’ la geografia fisica che ha fatto la scissione, ne fa fede la Stazione di Carnia, luogo che determina i confini fra Carnia e Friuli.
    Ma questi, capisco, sono discorsi molto difficili per lei!
    Si studi, per capire, i confini fisici fra Scozia e Inghilterra.
    In fondo ha il dovere di conoscere la Patria che si è scelto!

    Sylvi

  7. Anita
    Anita says:

    PS:

    Anche l’Africa pretende che le isole appartengano a loro perche’ geograficamente fanno parte del continente Africano.

    Anita

  8. peter
    peter says:

    X sylvi

    studi lei e non rompa. i celti in friuli non c eran.i carnic i
    sono l’unico popolo preromano di cui si sappia da voi. che …vuole da me se eravate barbari ed analfabeti?

    Peter

  9. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    MALVINA.
    L’origine del nome è forse celtica e significa “bella fronte”.

    L’ho anche ricercato in Inglese e significa: “smooth brow” = “fronte liscia”.

    Anita

  10. sylvi
    sylvi says:

    …Intanto la vita scorre e scivola via sulla pelle, odio la mente che non vuole far scivolare via niente del passato… e torna sempre sugli stessi dolori…addolorandomi… Faust per C.G.

    caro Faust,
    cercavo un momento di quiete per esprimere una mia riflessione sul tuo post che ritengo importante.
    Tu hai fatto due affermazioni che esprimono concetti e sentire ben diversi.
    – la vita scorre e scivola… ( è un fatto!)
    -odio la mente che non vuol far scivolare via niente… ( è un’opinione!).
    Nel primo caso, io credo che tutti ci dibattiamo in questo scivolare via del tempo che ci ruba ogni giorno sogni e speranze e ingrossa il bagaglio del passato che diviene sempre più pesante .
    Non possiamo farci niente!
    Nel secondo caso possiamo intervenire con tutte le nostre conoscenze, le esperienze, i successi e i fallimenti che contraddistinguono la vita di ognuno.
    Il tuo “odio la mente…” è una sana ribellione, un momento in fondo di rinascita, di rifiuto di arrendersi.
    E’ ingiusto però sconfessare il passato che ci ha fatto essere ciò che siamo ora…sempre un valore comunque!
    Nelle crisi di -ciò che poteva essere e non è stato- penso tu sia in ottima compagnia…con me sicuramente ci sei!
    Ma è sfogliando quel passato, senza farne una ossessione, che si possono trovare nuovi “fogli” da scrivere per il futuro!
    Cerca di star bene in salute fisica…che quella psichica subito apre nuovi orizzonti.

    Non predico per sentito dire…lo scorso anno, operata al ginocchio, ho avuto dolori tremendi…cedevo alla disperazione, nel senso etimologico di non sperare in una piena autosufficienza futura. Non è stato così!
    Ho avuto chi mi stava vicino…ma ce l’hai anche tu…mi sono aggrappata al senso di responsabilità affettive …e anche tu hai delle responsabilità affettive.
    Poi…davvero arriva il giorno con una finestra spalancata…
    non sarà il sole dei trentanni…forse un sole un po’ più velato…ma anche quello ha una sua dolcezza armoniosa!

    mandi biel

    Sylvi

  11. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    Ehh già…è come la storia che io credo di abitare a Campoformido; mentre lei, con arroganza veramente british, mi ordina di abitare a Campoformio!!!
    Vada a comandare alle Malvinas , fin che le sarà possibile!
    buonanotte

    Sylvi

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