Quel pasticciaccio brutto di via Decreto Elettorale. Mentre il fetore è ormai ammorbante e tutti danno i numeri: da Di Pietro che invoca l’esercito al papa, che si impiccia di Bertolaso mentre pedofilia e commerci di sesso assediano sempre più il Vaticano, fino a Formigoni “uno di noi” (a proposito: ma come si permette?)

Peccato dover parlare di certe brutte faccende proprio l’8 marzo, che dovrebbe essere la festa della donna, ormai però berlusconizzata pure lei. Spero davvero di sbagliare, ma ho proprio l’impressione che stiamo sprofondando sempre più in un letamaio, sia politico che religioso, o meglio clericale.
Riguardo il letamaio politico, credo anch’io che il presidente Giorgio Napolitano avrebbe fatto meglio a non firmare. Come ha fatto notare un lettore, è già successo in Trentino che una lista, di centro sinistra, non abbia potuto presentarsi alle elezioni per un vizio nella raccolta delle firme. Non sarebbe certo morto nessuno se la lista di Roberto Formigoni e quant’altre nel Lazio ed eventualmente altrove non fossero state ammesse alle ormai imminenti elezioni regionali per lo stesso vizio nella raccolta nelle firme. Mi chiedo però che senso avrebbero avuto delle elezioni dalle quali fossero stati esclusi quelli che di fatto sono i partiti di maggioranza o quasi. Ma a parte tutto questo, attaccare Napolitano in modo forsennato come sta facendo Antonio Di Pietro e qualche altro – per esempio l’ineffabile riesumazione dei “girotondi” sotto il nome di “popolo viola”, le cui facce nelle foto sui giornali sono in maggioranza di gente piuttosto avanti negli anni e pertanto difficilmente internauti incalliti – è molto pericoloso. Non mi pare la democrazia sia così solida come quando si poteva cacciare dal Quirinale Giovanni Leone anche se non era lui l’Antelope Cobbler che si intascava le mazzette della Lockeed.

Di Pietro certo non è impazzito, ma invocare l’intervento dell’esercito è da coglioni, specie in una situazione come questa, nella quale l’esercito lo può muovere solo la cricca berluscona installata ad Arcore, villa Certosa, palazzo Grazioli e palazzo Chigi. Forse qualcuno non ha ben capito il senso di Papino il Breve cha ha richiamato, e fatto richiamare da altri, come consulente per altre leggi “ad personam”, sempre più simili  leggi speciali, il suo corruttore personale avvocato Cesare Previti: si vede che ci si è dimenticati che è stato ministro della Difesa, cioè delle Forze Armate e annessi servizi segreti, nel primo e vergognoso governo berluscone.

Sempre in tema di letamaio politico, la fosca vicenda Bertolaso&C, ha messo drammaticamente in chiaro a cosa punta la banda berluscona: rendere il parlamento e le leggi un guscio vuoto, al quale sottrarre completamente il business dei grandi affari, specie se immobiliari, in modo da lucrare il più possibile a sbafo dello Stato. Tanto per fare un esempio nel tanto decantato Abruzzo rimesso a nuovo dal grande Chiavaliere, le casette di legno a un piano sono costate, se no ricordo male, oltre 2.000 euro al metro quadro, mentre in Sardegna nello stesso periodo si costruiscono alberghi a cinque stelle (ripeto: a cinque stelle) al costo di poco più di altri 1.000 euro al metro quadro. Se qualcuno dicesse che in Abruzzo si ruba a man bassa non saprei come ribattere contro.

Vorrei evitare il termine letamaio, ma la lunga sfilza onnipresente di manifesti formato lenzuolo dei più disparati candidati alle elezioni regionali mostra facce e slogan non so se più da far cascare le braccia o le palle. A Milano c’è la faccia di un giovanissimo signor Nessuno che per lo scudo crociato (lista Casini?) sorridendo come una reclame di formaggini svizzeri affianca lo slogan “Da Sempre Con Te”. Intanto non si capisce né il perché di tutte quelle maiuscole, forse si usano nella lingua padana, né perché questo giovane Pisquano si permette di dare del tu, sia pure con la maiuscola, a tutti: forse s’è presentato ed  diventato amico di tutti? La cosa più importante, non formale ma sostanziale, è però che un giovane esordiante non può venirci a raccontare che è con noi “da sempre”. Ma “da sempre” quando, scusi, visto che è appena arrivato? Anzi, non è neppure arrivato perché non è detto venga eletto. Il suo slogano dovrebbe semmai essere “Da domani con voi. Spero”. Con le maiuscole solo dove ci vanno.

A Roma ho visto i manifesti di Emma Bonino, una “giovane promessa” in pista da qualche secolo per qualunque incarico, dall’Afganistan alla Regione Lazio, ormai avariata forse più del suo capo  Marco Pannella. La faccia della Bonino, che ovviamente sfodera il sorriso d’ordinanza di tutti i candidati, vuole essere accattivante, ma somiglia troppo a quella di uno scricciolo, o di un criceto. Lo slogano poi lo trovo non so se ridicolo, ma sicuramente “che ci azzecca?”: “Di lei ti puoi fidare?”. Ma in che senso? Di un politico si esige la messa in chiaro del suo programma, non la richiesta obliqua di un atto di fede come è sottinteso da quello slogan buono tuttalpiù per una colf o una cassiera del supermercato.

Mentre guido sulla salita di viale Troia dopo piazza Napoli mi assale un senso di vuoto e di tristezza a vedere le sfilza di candidati tutti in maxi foto e maxi sorriso sui tabelloni elettorali, uno slogan più insulso dell’altro. Effetto museo delle cere, o sfilata di moda dei poveracci. Non faccio nomi, per carità, ma non mi si dica che c’è qualcuno tra questi che può essere orso sul serio tra queste facce. Il Penati di sinistra? Beh, lasciamo stare… Sorriso a troppi denti, con giacca troppo perbenista: anche se la sua è monopetto, c’è già il doppiopetto del Chiavaliere dal Tacco Alto. Arrivo davanti a un incredibile maxi tabellone elettorale di Roberto Formigoni: lo slogan “Uno di noi” campeggia sulla facciona formigoniana che smura butterata, poi a guardar meglio si scopre che è un mosaico di una miriade di fotone di faccine di gente che vorrebbe essere comune. Che retorica del cazzo! Formigoni “uno di noi”. Ma chi l’ha mai visto? Mai su una metropolitana, mai su un tram, mai a piedi, mai al supermercato, mai al cinema…. Uno di “noi” chi? Io la risposta ce l’ho, ma preferisco tenerla per me: non vorrei scendere così in basso.

Passiamo ora al letamaio che non saprei dire se religioso, nel senso di clericale, o politico, nel senso comunque di clericale. A suo tempo papa Wojtyla o il suo segretario di Stato si esibì in un pubblico caldo saluto in piazza S. Pietro a Giulio Andreotti, imputato in un grave processo dal quale alla fine è uscito assolto, ma non pulito. Quel saluto fu cosa fuori luogo, uno dei soliti fottersene da parte del Vaticano della dignità e indipendenza della Repubblica italiana. Nei giorni scorsi l’attuale pastore tedesco dalla vocina chioccia ha fatto il bis con Bertolaso, laudandolo pubblicamente a tutto spiano nonostante fossero laudi fuori luogo perché l’omino con l’eterno maglione del fare, dai bottoni o dalle cerniere prudentemente berluscone, è sotto inchiesta parte della magistratura della Repubblica italiana. Non credo che la cialtroneria sia stata ordinata al papa dal dottore, perciò con Bertolaso poteva essere più sobrio. Oltre che più politicamente corretto, anzi educato.

Oltretutto il signor Ratzinger è lambito sempre più da vicino dalla marea montante degli scandali del clero pedofilo, da lui protetti con il famoso ordine omertoso del giugno 2001: dopo il clero sporcaccione degli Usa, dell’Australia e dell’Irlanda, ecco che scoppia il tombino pedofilo addirittura nella sua amata Cermania. Anzi, fin nel coro – ovviamente di musica sacra – diretto da suo fratello, prete pure lui. Un bel tipo questo fratello del papa: la scorsa estate è andato in visita in un paesino degli Abruzzi per ricordare i “bei giorni”, belli per lui, in cui scappava in divisa tetesca verso nord con tutta l’armata d’occupazione nazista, della quale faceva parte come il fratello impegnato nella contraerea su un altro  fronte, ma nel corso della simpatica visita NON ha avuto neppure una parola per le vittime della strage perpetrata dai sui kameraten in un paesino vicino.

Anziché impicciarsi di Bertolaso, il fine teologo Ratzinger farebbe meglio a occuparsi del marciume che in Vaticano alligna con i procacciatori di carne giovane seminarista per gli allupati “gentiluomini di Sua Santità”, figuranti del menga nelle udienze papali ai grandi del mondo. Le Loro Santità si circondano di troppi cialtroni e viziosi: Julius Paetz, responsabile  dell’Anticamera di Sua Santità polacca, in seguito cacciato dalla Polonia per eccessiva ingordigia di giovani seminaristi; monsignor Bertani “cappellano di Sua Santità” polacca, beccato mentre al telefono ordina di mentire ai magistrati al vice capo della Vigilanza vaticana convocato come testimone dell’inchiesta sulla scomparsa della giovanissima ragazza vaticana Emanuela Orlandi; monsignor John Magee, segretario privato di tre Santità, polacca l’ultima, in seguito travolto dallo scandalo dei preti pedofili in Irlanda, anche loro peraltro protetti dall’ordine emanato nel 2001 da Ratzinger su strana indicazione della Santità polacca.

Stando così le cose, se le ultime due sono Santità, di cui la prima da elevare agli onori degli altari, la mia automobile è un grattacielo che vola in groppa a un elefante e per la cruna di un’ago ci passa una intera mandria di cammelli.

No, nello Strapaese Italia non tira una buona aria, folate di fetore spirano sempre più dense anche da Oltretevere, per non dire della banda berluscona decisa ormai al massacro della magistratura. Dopodiché non c’è neppure bisogno dei carri armati. Anche perché a furia di fare cazzate contro l’Iran, l’ultima è l’arresto di un suo giornalista per motivi molto poco chiari, resterebbero senza benzina.

765 commenti
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  1. sylvi
    sylvi says:

    per Anita.

    Penso che Pino abbia sue notizie.
    E se tutto tace, sono buone notizie!
    Sogni d’oro per te!

    Sylvi

  2. sylvi
    sylvi says:

    caro Uroburo,

    fra un problema e l’altro con Alice, faccio il riassunto:
    lei non sa niente di Rocca Bernarda, nè l’ha mai sentita nominare;
    il vino lo compra sulla salita del Castello di Gorizia,
    e tutto quello che ho capito in questi anni…sono mie fantasie…
    e la matelote altrimenti detta marinata …l’ha fa alla bourguignonne

    l’unica cosa sensata che ha detto è che i rossi di Borgogna o il Merlot sono vini meno secchi dei piemontesi….io direi meno metallici per usare l’espressione di Peter…assolutamente inadatti a qualsiasi animale che nuoti nell’acqua, dolce o salata!

    Buoooooona giornata

    Sylvi

  3. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Le cose cambiano
    “Noi combatteremo questo governo, ma non avremo Berlusconi negli occhi, negli occhi avremo l’Italia di domani.
    E la costruiremo con poche parole: lavoro, onestà, serietà, regole, civismo.
    Un’altra Italia è possibile, le cose cambiano, andiamo a vincere: viva il lavoro, viva la Costituzione, viva l’Italia democratica, l’Italia di domani”
    Pier Luigi Bersani

  4. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Polverini si “aggrappa”alla curva della Lazio
    Orfana della lista Pdl alle elezioni regionali, Polverini è spuntata ieri a cavalcioni di una balaustra nella curva della Lazio.
    Ma poche settimane fa aveva “scelto” la Roma.
    Loro sono così; promettono tutto e di più a tutti, pur di strappare qualche voto.

  5. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    mi associo sui vini rossi. Io dicevo che per cottura del pesce potevano andare bene, ma solo per diplomazia.
    Comunque, Uroburo sa cucinare, io no, quindi e’ solo un parere di gusto che do

    saluti

    Peter

    quindi matelote vuol dire marinata…pero’ matelot vuol dire marinaio

  6. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Francia elezioni..
    da Repubblica ..corretta la Frase :

    Sebbene il dato più significativo del primo turno di ieri sia il forte astensionismo, che ha raggiunto il livello record del 53,6% (ben 16 punti percentuali in più rispetto al primo turno delle regionali del 2004),…..

    Andrebbe però analizzato meglio,a mio avviso, poichè è la maggioranza ormai, e in Democrazia comanda la maggioranza ..oh no? eh,eh
    Se ben mi ricordo..

  7. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Ho ricercato Lumache alla borgognona.

    Una ricetta che è diventata la bandiera di una regione, la Borgogna, il cuore della Francia gourmande.

    Per dirlo in breve, si fanno lessare con il bouquet garni’, poi burro, spezie e prezzemolo.

    Orrore….almeno per me.

    Anita

  8. Uroburo
    Uroburo says:

    caro Uroburo,
    l’unica cosa sensata che ha detto è che i rossi di Borgogna o il Merlot sono vini meno secchi dei piemontesi…
    Buoooooona giornata sylvi { 15.03.10 alle 10:14 }
    —————————————
    Cara signora,
    francamente capisco un po’ poco il tono del suo messaggio.
    In effetti le ribadisco che non so proprio nulla della Rocca Bernarda. Non vedo perchè dovrei saperlo, e per altro non ho mai neppure avuto l’esigenza di saper tutto.
    Ho detto che bevo del Pinot Nero di Gorizia, non che lo compero sulla salita del Castello, che non so neppure dove sia.
    Cosa lei abbia capito non lo so, devo c0omunque dirle che ho SEMPRE avuto l’impressione che io e lei non ci capiamo prima ancora che sul piano politico su quello logico.
    Le ho detto che la Matelote è un piatto tipico della Borgogna, verosimilmente molto antico, e le ho anche suggerito di controllare su Internet, dove lei potrà verificare senza problemi quel che le ho detto. Dopo di che lei sarà libera di non trovare la ricetta di suo giusto, epperò non credo che ai borgognoni questo cambierà la vita. Se loro mangiano così si vede che a loro va bene; e visto che si tratta di una delle zone con la cucina più rinomata al mondo io sarei prudente con i giudizi (e magari anche con i pregiudizi).
    Io non ho mai cucinato (nè assaggiato, per la verità) la Matelote in vita mia, ma sarei molto curioso di provarla.

    Ancora una vota constato che io dico una cosa e lei ne capisce un’altra; e poi io sarei quello che non rispetta e non riferisce correttamente le sue affermazioni!
    Prendo atto di tutto, signora, senza alcuna meraviglia.
    Un saluto U.

  9. Uroburo
    Uroburo says:

    Le lumache alla borgognona, la salsa Bourguignonne , la fondue bourguignonne, la Matelote á la Bourguignonne ed il Boeuf à la Bourguignonne sono cose molto diverse tra loro anche se le ultime due si assomigliano un poco.
    Anche gli spaghetti alla napoletana e la pizza alla napoletana, per altro….. O no?
    Un saluto U.

  10. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x U.
    Sono stato per il fine-settimana in Vallese/CH a farmi un paio
    (decine) di discese sugli sci ospite di un mio conoscente svizzero che di vino se ne intende. Un paradiso.
    Ha stappato (diverse) bottiglie di Aglianico del Benevento: un nettare di vino.
    Meglio, molto meglio della sauna filandese…
    C.G.

  11. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    A proposito della”Bernarda”….
    bèh, lasciamo perdere, non voglio fare il maschiaccio…
    C.G.

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