Il berlusconismo interpreta ed esprime il nuovo, per brutto che sia. La sinistra è rimasta in mezzo al guado, legata al c’era una volta

Credo di avere capito cosa è successo in Italia negli  ultimi tempi, politicamente parlando, e perché la sinistra è conciata come è conciata. In soldoni, mentre le nuove realtà economicamente importanti hanno trovato una loro rappresentanza politica, cioè nuovi partiti e anzi sono riuscite e esprimerli in prima persona fino a conquistare buona parte dei nuovi strati sociali, la maggioranza del parlamento e il governo del Paese, la sinistra è rimasta ferma alla difesa dell’esistente. Crollata l’Urss, il Partito comunista s’è trovato senza il suo referente principale. il suo azionista di riferimento. E man mano che è cambiata la realtà produttiva, dalle grandi industrie e dalle grandi fabbriche al “piccolo è bello” e all’uso selvaggio della manodopera extracomunitaria, il partito comunista si è mana mano trovato la sua base sociale di consenso sempre più erosa e frantumata. Il Pci è diventato “la Cosa”, “la Quercia”, ecc., fino ai DS e al PD, ma avendo come riferimento più che altro se stesso, cioè le sue strutture di partito, che le nuove realtà sociali. Idem i vari partitini che nel nome sono rimasti comunisti, oggi ben quattro.Fausto Bertinotti è diventato presidente della Camera, ma non ha mai saputo spiegare come intendeva rifondare il comunismo il suo partito che pure si chiamava Rifondazione comunista. Rifondare cosa, come? Mistero. E giochi di vertice, di politici di professione, di apparati di partito, di nomenclature, mentre la base sociale si frantumava, cambiava composizione, diventava cosa e cose diverse da ciò che era prima. Ricordo che una volta si andava davanti ai cancelli delle grandi fabbriche, il Petrolchimico di Marghera, quello di Porto Torres, la Fiat di Torino, ecc., e si volantinava, si dialogava, si organizzava modellando gli interventi sui bisogni dei lavoratori e sulle caratteristiche delle singole fabbriche e singole realtà produttive. Le cellule di partito affondavano cioè le loro radico nel robusto corpo del mondo dei lavoratori i cui arti e le cui articolazioni erano i luoghi di lavoro, ben precisi e di massa, cioè con un grande numero di tute blu.

Poi il blu delle tute si è man mano stinto, perché il padronato ha cambiato il modo di produrre, le grandi fabbriche sono finite, a Milano oggi ciò che era grande fabbrica è un posto che “produce moda” o una città commerciale o un polo universitario o un’area da fiera, a Sesto S. Giovanni ancora peggio, a Torino i terroni sono stati ricacciati a Sud. E sostituiti con gli extracomunitari, che nei cantieri edili sono la norma. Quelle che una volta erano le cellule di partito, e di sindacato, cioè gli elementi costitutivi dell’organizzazione di partito modellata sulla fisionomia delle realtà produttiva italiana, si sono sfaldate o sono diventate – rispetto ai nuovi “dannati della Terra” arrivati dal Sud del mondo per prendere il posto di quelli che erano stati i terroni del sud dell’Italia –  realtà privilegiate. Oggi avere ancora gli scatti in busta paga è un privilegio, un lusso che viene additato con ludibrio dai datori di lavoro, un volta si chiamavano sfruttatori, perché vengano eliminati in nome dell’eguaglianza livellata verso il basso anziché verso l’alto. Il ritornello è: “Non è giusto che tu  abbia gli scatti d’anzianità e io no”. Dalla solidarietà di classe si è passati all’egoismo e all’invidia personale. La conclusione infatti non è che tutti lottano per avere tutti gli scatti decenti in busta paga, ma reclamano in maggioranza, aizzati dal padronato, l’eliminazione degli scatti per tutti. L’eguaglianza intesa come impoverimento generale e non come sviluppo del reddito per tutti.
Al contrario, le nuove realtà produttive, dall’illegalità di massa alla pubblicità e alle televisioni, hanno saputo costruire strumenti politici nuovi, vedi  Forza Italia e la cosiddetta Casa delle Libertà, che non si sono posto il problema di come far sopravvivere un “vecchio e glorioso” partito, come per esempio la Dc o il Psi, ma di fondare un partito nuovo. Anziché rifondare, come emblematicamente si illudeva anche nel nome Rifondazione comunista, si sono posti il problema di fondare. Vale a dire: anziché rifondare l’esistente, e i pregresso, fondare il nuovo,  dargli fondamenta partitiche. Quello che chiamiamo berlusconismo è un fenomeno nuovo, anche se afflitto dai tipici vizi italiani, mentre la sinistra è rimasta un fenomeno non nuovo. Quello che chiamiamo berlusconismo ha saputo dare voce al nuovo, anche se si tratta della voce del padrone, quello di Arcore&C, e il nuovo pare proprio effimero. La sinistra, o quella che chiamiamo la sinistra, non ha saputo dare voce al nuovo perché non ha saputo sostituire nulla alla vecchia struttura per cellule sui luoghi di lavoro per il semplice motivo che i luoghi di lavoro sono stati cambiati, profondamente cambiati, e gli attivisti non sapevano più dove cercarli i lavoratori, a partire dalle tute blu. E infatti oggi c’è un enorme numero di lavoratori, non solo la massa di immigrati, privi di rappresentanza e tutela sindacale reale, anzi privi perfino di definizione professionale e quindi contratti di lavoro decenti. Massimo D’Alema si illuse di fa emergere il lavoro nero, invece è stato “immerso”, verso il basso, anche il lavoro “bianco”, cioè contrattualizzato, con busta paga regolare. Se ci pensiamo bene, il governo D’Alema non ha fatto latro che anticipare, nel mondo del lavoro, quello che Uolter Veltroni ha combinato a livello partitico: convinti entrambi che “se po’ fa”, si sono accorti che invece “non se po’ fa gnente”. Il dramma è che non se ne sono accorti solo loro, ma i molti milioni di italiani rimasti col sedere per terra e privi di rappresentanza politica, e sindacale, adeguata, vale a dire adeguata ai tempi che sono cambiati.
Così stando le cose, le prospettive non mi pare siano rosee. Il centro destra è una accozzaglia, ma in sintonia con l’accozzaglia del Paese. Il centro sinistra è una serie di orsi che non abitano più il Polo, grande e compatto, ma tanti iceberg che si stanno liquefacendo, la prospettiva cioè è del naufragio. O dell’imparare a nuotare nel freddo mare nuovo pena l’affogare.
Il dramma supplementare è che in un Paese come la Francia o la Germania o l’Inghilterra o la Spagna o gli Usa il centro destra e la stessa destra hanno idee, programmi, strategia, giuste o sbagliate che siano, ma hanno disegni comunque ancorati alla realtà. Il centro destra e la destra italiana sono la corte del signor Berlusconi, che sta stremando e impoverendo sempre di più gli italiani, ipnotizzati dalle sue tv e dal mondo irreale che decantano, pur di tenersi per intero lui il bottino accumulato in molti anni e in modo non sempre limpidissimo.
Intanto non investiamo sulla scuola, sulla ricerca, sulle Università, sull’ammodernamento tecnologico, ecc., non investiamo cioè sul futuro e sui giovani, sempre più tra i meno preparati (ed educati) d’Europa mentre i marziani della Cina, dell’India, ecc., sfornano laureati e brevetti in quantità mostruose.
Sta per bussare alle porte anche il gigante sudamericano trainato dal Brasile e magari alimentato dal petrolio venezuelano oltre che dalla volontà di emancipazione dagli “yankees”  inoculata dal molto resistente germe cubano. E se gli sciiti riusciranno a unificare il blocco Iran-Iraq busserà o meglio riprenderà a bussare il gigante islamico.
Credo che anziché pensare a cosa fa di scritto od orale la Carfagna, se Veronica molla o no Berlusconi e se la magistratura riuscirà a presentare al ribaldo almeno il conto Mills, dovremmo preoccuparci di cosa fare. Cosa fare noi. E’ il famoso “Che fare?”. A sinistra vedo poche risposte e ben confuse.

518 commenti
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  1. Vox
    Vox says:

    @ Peter
    Scusi, ma i suoi esempi non sbandierano affatto l’essere etero o meno. Che esistano mogli, mariti, ex-coniugi, fidanzati, bambini, matrimoni, nonni, zie & affini e’ un fatto normale della vita normale di tutti i giorni normali da che mondo e’ mondo. Al punto che gli stessi gay, dove possono, vanno a nozze e vogliono farsi una famiglia. Se poi tutto questo da fastidio ai gay perche’ gli ricorda che vivono in un mondo dove la maggioranza e’ etero, credo che sia un problema puramente loro.

    O forse dovremmo noi sentirci in colpa perche’ non siamo gay? Smettere di avere mamme e padri, zii e cugine con relative feste aggregate (le quali, per inciso, a me danno fastidio solo perche’ sono “feste” consumistiche)? Suvvia, non lo vede che e’ ridicolo?

  2. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x ber

    Benvenuto o bentornato! Volendo fare dello spirito, come mio solito: ber-tornato o ber-venuto!
    Un caro saluto.
    pino

  3. ber
    ber says:

    Grazie,
    ho visto che in 10 giorni hai fatto un lavoro immenso,…
    Ci sono tutti i vecchi amici,…e questo fapiacere.
    Auguri di cuore,Ber

  4. Peter
    Peter says:

    xVox

    Lo vede che ci e’ cascata anche lei? essere etero e’ normale!
    Comunque non condanno certo le famiglie etero in quanto tali.
    Come credo di avere chiaramente detto, mi riferisco al modello tradizionale, incensato, trito e ritrito della famiglia italiana, quella si’ sempre pronta a sbandierarsi ed autoproclamarsi in tutti i modi possibili. Certo non succede solo in Italia. Pero’ altrove le coppie di fatto, la monogamia seriale o poligamia di fatto, i frequenti divorzi, i single parents, le coppie gay e lesbiche, hanno alterato di molto quel modello tradizionale soffocante. Ed aperto le porte verso esperienze diverse, ma ancora ‘normali’.

    Peter

  5. Faust x Vox
    Faust x Vox says:

    Carissimo Vox, mi fa molto piacere leggere i tuoi post, sempre molto attento alla logica e al messaggio corretto cche giunge diretto acchi serve… Faust è uno di questi e con me è daccordo anche il cuggino CocoLoco, que x mio tramite, ti manda saluti e bei pensieri, ai quali mi unisco con piacere!!
    Faust

  6. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Caro Peter,

    suvvia, certe espressioni fanno parte del linguaggio comune, si possono tollerare specie se dette senza nessuna mala intenzione e da persone civili, quali il “mio pupillo” Uroburo sicuramente è. “Mi sembri una checca isterica” è un po’ come dire “veste come una puttana”, dove “l’insulto” non è al mestiere, e tanto meno alla donna che lo esercita, quanto invece al vestiario, che è solo un oggetto. Ho amicizie e conoscenze tra gay, lesbiche e trans, in totale forse cinque o sei persone. A volte sono persone gradevoli, a volte sono insopportabili, come del resto ognuno di noi, ogni essere umano intendo, a volte eccedono in vittimismo. E certo vittimismo sono loro i primi a definirlo “da vecchia checca isterica” quando lo addebitano a loro amici omo. “Quello è proprio un frocio!” non lo dico io a uno di loro, ma a volte lo dice uno di loro di un qualche amico troppo “nella parte”. Dei gay mi è sempre stato cordialmente sulle balle certo esibizionismo, anche se meno sulle balle che per esempio una camicia nera o un fascista di varia appartenennza o il vestiario “religioso” di un arancione o altri “puri”. Mi colpisce che in Italia diciamo e scriviamo “zingaro” senza problemi, ma miei conoscenti rom mi hanno spiegato che è un termine offensivo.
    In America tra neri si possono chiamare l’equivalente del nostro “negro”, ma guai se è un bianco a dirlo riferendosi a uno di loro anche se scherzosamente. Io trovo che sia sbagliato: non esiste il monopolia sulla sofferenza umana. Il dolore di un nero o di un calmucco o di un palestinese o di un israeliano o di un islamico o di un ebreo o di un rom appartiene anche a tutti noi, specie se è il dolore dell’essere trattati a pedate a causa del colore della pelle o del tipo di etnia di appartenenza. Se il dolore dei neri o degli ebrei o degli “zingari” fosse solo affar loro, allora potremmo legittimamente dire che se la vedano loro quando sono trattati a pedate o perseguitati per la loro “appartenenza”. Non trova?
    C’è chi, come certi individui transitati anche nel nostro forum, intende la parola “comunista” come spregiativo, e del resto anche i berlusocni e i berluschini di fatto la pensano così. Insomma, ciò che conta è la volontà di offendere o di non offendere, di essere solidali o no. Tutto il resto trovo siano pretesti, o posizioni comunque sballate.
    Si usa dire “sei un morto di fame” oppure “Sei un pezzente!”, che è sicuramente non “politicamente corretto”, anzi gravemente classista e pure un po’ fascista, ma non ce ne rendiamo neppure conto. Non lo diciamo per offendere chi ha fame, gente che stando ai vangeli dovremmo anzi sfamare, o chi non ha neppure di che vestirsi, gente che pure stando ai vangeli dovremmo semmai vestire.
    Certe espressioni, usate in certi contesti da persone come me. lei o Uroburo, non hanno nulla di offensivo. Chiaro però che se uno non gradisce, meglio poi evitare di ripeterle, ma non ne farei un casus belli né di accuse di scorrettezza o peggio. E’ molto ma molto più spregiativo come parla di donne non dico il Cavaliere, ma un maschio medio italiano, e come parla degli omosessuali la Chiesa (ma anche delle donne, se è per questo). Il linguaggio, pur depotenziato e privo di insulti, alla mia età non può essere buttato via del tutto alle ortiche, ma se dice “non fate casino!” una persona nata quando i casini erano aperti, e gestiti dallo Stato!, non significa che si tratti di un puttaniere o di un amante delle case chiuse.
    Insomma: un po’ più di misura. Da parte di tutti.
    Un caro saluto.
    pino

  7. Sisko
    Sisko says:

    Anche se ultimamente mi sono reso raro, ci sono ancora e vi leggo. Inspiegabile per me che “L’Espresso” ci abbia messo alla porta. Ritengo il blog un buon luogo d’incontri, dove ognuno ha (ancora) la facoltà di esprimersi e chi ritiene di dovere/volere dire qualcosa, la dica. E nella stessa libertà, ognuno legga quello che gli interessa. Credo che nessuno si sentirà obbligato a dire la sua, sempre e su tutto. Quindi che il blogmaster (o altri) facciano le proposte e poi se ne vedrà “l’accoglienza”. Noto che sulla “situazione del Paese” non si pronuncia più nessuno: tutto ok. o rassegnazione alla lunga “nottata”? Aaahhh, i telegiornali di questa sera!!!! Una delizia! E siamo solo agli inizi!
    Un saluto ed un augurio a tutti.
    Sisko

  8. Peter
    Peter says:

    XNicotri

    se da voi si parla cosi’, allora e’ tempo per me di cambiare aria. Ho anch’io i miei standards, e mantengo quello che ho detto. E trovo i suoi interventi tutt’altro che super partes.
    Lascio anch’io il suo blog, e chiudo la porta.
    Buon divertimento

    Peter

  9. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    O mio Dio! Ma io ho solo chiesto un po’ più di elasticità da parte di tutti. Non capisco poi la frase sul chi “parla così”. “Così” come? Come parlo io lo vede da come scrivo, discorso che vale per tutti. Come parli poi ognuno di noi in privato o fuori dal forum non lo so, non lo può sapere nessuno, ma immagino che si parli più o meno come si scrive.
    Suvvia, Peter. Se resisto io, nonostante le cannonate con le quali tentano di spianarmi….
    Un caro saluto.
    pino

  10. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Caro Peter,
    ho notato che ti senti a disagio, mi dispiacerebbe perderti, e solo…per parole spesso scritte senza pensare che possano urtare altri.
    Non sai quante volte mi sono detta, ma chi diavolo me lo fa fare?
    Apro la mia posta tranquillamente and then I get aggravated when I read the forum…with me it’s now a habit…
    But I do enjoy chatting with you and several others, so I keep on clicking on the Icon…for the good and for the bad.
    I hope to continue reading you.
    If not, it has been a pleasure, you are are gentleman and I shall miss you.
    A big hug,
    Anita

  11. ber
    ber says:

    Ciao Peter,
    sono stato una diecina di giorni in Germania con la famiglia
    e,…pur non sapendo una parola di tedesco,…(mi son fatto capire
    con l’inglese e qualche gesto),…ho imparato tante cose.
    Sono “quelle tante cose “che noi italiani non sappiamo ancora e che qualcuno che vive in un paese” piu’ civile”, ci puo’ ancora far capire.
    “You are a gentleman”,dice Anita e io sono d’accordo con lei,e da un gentleman c’e’ molto da imparare.
    Anch’io ho pensato di non farmi piu’
    vedere qualche volta,anche se partecipo meno di te alle discussioni,…ma mi sono sentito un po’ perso da solo.
    Un caro abbraccio,Ber

  12. E' vero, non sono razzisti, sono solo assassini. Perciò liberiamoli e diamogli un premio, magari in politica
    E' vero, non sono razzisti, sono solo assassini. Perciò liberiamoli e diamogli un premio, magari in politica says:

    Il pm Roberta Brera ha chiesto la convalida del fermo per i due baristi
    L’accusa della Procura è di omicidio volontario aggravato dai futili motivi
    Milano, giovane ucciso a sprangate
    Gli arrestati: “Non siamo razzisti”
    All’esame degli inquirenti le immagini registrate da telecamere di una banca
    che avrebbero filmato l’aggressione e gli ultimi attimi di vita di Guiebre
    Milano, giovane ucciso a sprangate Gli arrestati: “Non siamo razzisti”
    MILANO – “Non siamo assolutamente razzisti”. A dirlo sono Fausto e Daniele Cristofoli, padre e figlio arrestati per l’omicidio di Abdoul Guiebre, il ragazzo di 19 anni ucciso a sprangate a Milano. I due uomini hanno avuto un colloquio con l’avvocato Elisabetta Radici, che li difende insieme all’avvocato Marco Bolchini. Il pm Roberta Brera ha intanto chiesto la convalida dei fermi per i due arrestati: la Procura contesta loro il reato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Viene quindi esclusa, allo stato delle cose, l’aggravante razziale. Anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dice di aver parlato “con i responsabili del ministero dell’Interno, e mi hanno espresso il loro convincimento che non c’entri niente il fatto del razzismo, del colore della pelle”. Ieri sera i due indagati avevano ammesso il pestaggio e si erano giustificati spiegando di essere stati derubati di alcune confezioni di biscotti e, credevano, anche di parte dell’incasso del loro bar.

    FOTO: IL LUOGO DELL’AGGRESSIONE

    “Un solo colpo”. Secondo quanto riferito dai loro legali, la versione fornita dai due fermati parla di un solo colpo, inferto con un bastone di metallo, alla testa della vittima. A sferrarlo sarebbe stato Daniele Cristofoli, per difendere il padre. “Il razzismo è fuori discussione, non c’entra nulla – spiega l’avvocato Bolchini – si tratta di un episodio certamente sciagurato e tragico che sarebbe successo ugualmente se il ragazzo non fosse stato di colore”.

  13. giuseppe galluccio
    giuseppe galluccio says:

    Forse nell’immaginario collettivo Berluska rappresenta il nuovo. Ma questo nuovo puzza maledettamente di vecchio, di restaurazione, di ritorno al medioevo.
    Ha il tanfo dell’ipocrisia,…
    La sinistra non ha ancora capito che o è sinistra, intesa come quello che è realmente alternativo al berlusconismo o non è.
    A parte la Lega, Fi e An insieme hanno avuto meno voti della somma dei due partiti..la sconfitta è stata determinata da un massiccio astensionismo a sinistra e da una fuga di voti verso la lega…ma Berlusconi, nei numeri non ha stravinto.
    Io dico che l’antiberlusconismo contiene in se il programma della sinistra, la linea..
    Niente leaderismo, ripristinare i contenuti della democrazia, ritornare al rispetto vero della costituzione, niente politica spettacolo, ritorno al basso, alla politica nelle sezioni, nelle strade, ascoltare i bisogni, ridare voce ai movimenti dal basso con le primarie ( rispettandone gli esiti), battendosi per una legge elettorale che non fosse appannaggio delle segreterie di partito…La critica serie del liberismo e del ruolo salvifico del mercato che è una balla colossale. Un ripristino decente della lacità manco tanto a livello DC; quando passaronolelggi come l’aborto ed il divorzio…
    Basterebbero queste battaglie per dare il senso di una marcia, della speranza di un ‘alternativa.
    gg

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