Articoli

Il fratello di Karzai è un grande produttore di oppio, al servizio della Cia. Nel nostro piccolo, Berlusconi col video di Marrazzo s’è comportato da ricettatore o da favoreggiatore? Mentre i vari “addict” della pantofola papalina, Rutelli-Binetti-Casini-& C se la intendono più che mai con lo Stato nemico della democrazia laica della Repubblica italiana

Sia in Italia che all’estero ormai capita spesso che non si riesca  distinguere se ciò che leggiamo sui giornali o vediamo in tv si riferisca alla situazione politica o a un film di gangster.
Per esempio: non solo si scopre che in Afganistan i brogli elettorali sono stati tali e tanti da costringere l’attuale presidente, Hamid Karzai, ad accettare il ballottaggio dopo essersi attribuito da un pezzo la vittoria elettorale al primo turno, ma si scopre anche che suo fratello Ahmed  è uno dei più grandi produttori locali di oppio, e quindi di eroina, droghe che rendono schiavi e uccidono decine di migliaia di giovani anche in Occidente. In altri termini, un criminale che miete vittime in tutto il pianeta. Eppure si scopre anche che è al soldo della Cia! La stessa Cia degli stessi Usa che nello stesso Afganistan si dicono impegnati a combattere anche i produttori di oppio perfino concedendo ai propri militari la licenza di ucciderli con “omicidi mirati”, come quelli degli israeliani contro i presunti terroristi palestinesi. Da notare che l’Afganistan che si rivela essere una fogna di corrotti molto peggiore di quel che già si sapeva e di quel che si intuiva è lo stesso Afganistan per il quale muoiono anche militari italiani. E nel quale in nome della democrazia di stampo occidentale vengono uccisi da militari occidentali una marea di civili afgani innocenti.

In Italia siamo al punto che i pericolosi deliri del nostro capo di governo contro qualunque organo giudiziario che faccia il proprio dovere, dalla magistratura di Milano alla Corte Costituzionale si sono incrociati perfino con una storiaccia come i ricatti a Piero Marrazzo, il governatore del Lazio fresco di dimissioni per una brutta vicenda di sesso a pagamento con transessuali per la quale ha purtroppo accettato di essere ricattato anziché denunciare subito i ricattatori. Come abbiamo appreso dalla stampa, Berlusconi e almeno un suo giornale sono venuti in possesso del filmato del ricatto, e il primo ministro ne ha anche parlato con il ricattato anziché denunciare tutto alla magistratura. Un comportamento talmente grave che anche se non integra il reato di omessa denuncia – il capo del governo non è equiparabile a un pubblico ufficiale? – emana il cattivo odore del reato di ricettazione e/o concorso in favoreggiamento e magari anche del ricatto implicito. Continua a leggere

Un monsignore fermato a Valle Giulia, luogo di prostituzione

La vicenda risale al maggio del 2006. Un alto prelato del Vaticano era stato fermato nel corso di controlli contro la prostituzione minorile a Valle Giulia a Roma. Alla richiesta dei documenti, il monsignore, premette l’accelleratore della sua auto finendo per danneggiare due auto della polizia e tre poliziotti contusi. Finalmente fermato, dopo venti minuti di inseguimento, disse candidamente di essere stato impaurito da probabili rapinatori. Evidentemente, i poliziotti poco credettero a quella versione e, dopo quanto era accaduto cercarono di mettere alle strette il prete.

Forte della sua posizione, monsignore passò dalle probabili paure alle minacce contro i poliziotti, con la solita litania del “lei non sa chi sono io” o più perentoriamente: “Fate, fate, tanto poi vi faccio vedere”. Ora, un normale cittadino non si sarebbe azzardato di fronte all’evidenza e al disastro combinato, ma lui si sentiva forte e protetto. Monsignore, infatti, è funzionario della segreteria di Stato, dottore in diritto canonico e cerimoniere della basilica di San Pietro. Disse anche, a sua discolpa, che qualche giorno prima gli si erano avvicinati tre malintenzionati, ma non aveva fatto denuncia perché in possesso di delicati documenti vaticani. Ma, scusi, monsignore, con tutto l’affetto, lampeggianti e sirene non le ricordano nulla?

Intanto, la polizia nel rapporto scrive che la macchina, “nella maniera solita usata dai clienti dei giovani prostituti, si aggirava alla ricerca del tipico ‘abbordaggio'”.  Per monsignore scatta la denuncia per lesioni, resistenza e danneggiamento. Ora i giudici dovranno decidere. Il Pm ha chiesto un anno e mezzo di reclusione, mentre gli avvocati della parte offesa hanno chiesto 20 mila euro di risarcimento per ogni poliziotto contuso.

Continua a leggere

Fare lobby. I 50 gay, lesbiche, bisessuali più potenti nella politica inglese

Chi studia la società GLBT, sa che esistono individui e organizzazioni che tutelano la propria e altrui condizione sessuale, anche attraverso il potere che possono esercitare.  Questi  individui  e organizzazioni si battono per dare a tutti la possibilità di accedere a diritti fondamentali, spesso negati, che qualunque società democratica dovrebbe far propri senza l’innesto di una battaglia civile. L’esempio che la popolazione glbt ha diritti negati, nonostante si stia parlando di un paese democratico, è l’Italia, uno Stato più confessionale che  laico ed europeo. Continua a leggere

E il Migliore disse: “lasciate che fucilino i gay”

Informazioni recenti raccontano che in India e in diversi Paesi con un forte fondamenatlismo islamico, perseguitano dei cristiani cattolici.
Il capo della chiesa di Roma, Benedetto XVI, esorta il mondo,  dalla finestra del suo studio, a garantire il rispetto per il culto che rappresenta e a non discriminare le minoranze cattoliche.
Fa bene? Certo che sì! Siamo con lui nel testimoniare che le minoranze vanno rispettate, proprio perché il fondamento democratico di una civiltà si basa essenzialmente su questo: rispetto e condivisione di pensieri ed azioni, con le minoranze. Continua a leggere