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Nulla di nuovo: usare gli estremisti per squalificare e frantumare l’opposizione. Berlusconi andrebbe davvero processato per alto tradimento non solo della realtà

Ho scritto più volte ironicamente che Berlusconi andrebbe processato per alto tradimento della realtà, visto che da decenni usa le sue televisioni per far credere che la realtà sia quella di comodo che viene esibita in continuazione dai teleschermi, ingannando e tradendo così l’Italia intera e soprattutto i giovani. Ora però, dopo la pubblicazione delle sue telefonate eversive, con le quali auspica la discesa in piazza di milioni di suoi sostenitori armati, la distruzione del tribunale più scomodo per lui e l’assedio di un giornale, per l’ironia resta poco spazio. Scherzando ho scritto più volte che il capo dello Stato dovrebbe fare come fece il re con Mussolini: convocarlo per un colloquio e  farlo portar via dai carabinieri su un’autombulanza. Ora c’è poco da scherzare: Napolitano è tenuto a convocare Berlusconi e a obbligarlo a dimettersi. Il governo di centrodestra può proseguire sotto la guida di Roberto Maroni o Giulio Tremonti o Pisanu o di una personalità esterna che goda di prestigio e che sappia fare il capo del governo per almeno fare le due o tre cose essenziali, compreso il cambio dello sciagurato sistema elettorale, e poi magari andare a nuove elezioni.

Se Berlusconi riesce invece a farla franca anche questa volta, dopo che ha dimostrato di essere anche peggio del Caimano del film di Nanni Moretti, che a fine film fa proprio attaccare con le molotov dai suoi fans il tribunale di Milano, allora significa che l’Italia è messa molto peggio di quel che si crede: la strada verso un duro ridimensionamento della democrazia e verso l’impoverimento irreversibile è tutta in discesa, con possibili esiti di rottura dell’unità nazionale e con scontri da guerra civile. I fattacci di Roma a contorno della manifestazione degli Indignati sono una scintilla che sia pure per un attimo illumina e lascia intravedere una tale strada. Continua a leggere

Il bunga bunga non è solo quello di Arcore. E ci guadagnano tutti, a partire dalla Chiesa. Compresi i giornalisti che in un eccesso di servilismo fanno sparire, con buona pace del superpatriottico ministro della Difesa Ignazio La Russa, perfino un nostro militare ucciso in Afganistan

Più che il patriottismo, come sempre di cartone, potè il servilismo. Il 19 gennaio 2011 marchierà per sempre alcuni giornali e annessi direttori. Quel giorno il  servilismo e l’ipocrisia dei giornalisti che difendono a tutti i costi il sempre più indifendibile Chiavaliere Papino il Breve, al secolo Berlusconi Silvio, hanno mostrato tutta la loro grandiosa sporcizia. Uso vocabili gravi e volutamente offensivi perché non se ne possono usare di più morbidi. Allineati all’edicola i vari quotidiani di famiglia e annessi fogli pretoriani gridano addirittura al colpo di Stato o poco meno solo perché i liquami accertati dalla magistratura di Milano sono tracimati come un’ondata di sterco nei vari mass media di tutto il mondo, dimostrando non solo che il reuccio di Arcore è nudo, ma anche brutto da vedere e piuttosto maleodorante.
La foga servile di troppi miei colleghi è stata tale che in quei giornali avreste cercato invano una qualche notizia sull’alpino Luca Sanna ucciso in Afganistan. Ecco di che pasta è fatto il “patriottismo” sventolato a più non posso dai cialtroni in carriera quando serve per dare addosso a qualcuno. Se si tratta di rimettere in fretta e furia le mutande al re nudo per coprirne le vergogne esibite in pubblico, quelli che quando fa comodo vengono definiti “eroi caduti per la pace” possono aspettare. Che vergogna! Anche per l’assenza di qualunque protesta da parte del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Continua a leggere