Manca un Roosevelt europeo: anziché varare un nuovo New Deal, nel Vecchio Continente si pensa solo alle banche e alla bassa inflazione

L’alternativa è tra un New Deal e il Quantitative Easing

Mario Lettieri* Paolo Raimondi** *Sottosegretario all’Economia del governo Prodi **Economista

Come da noi evidenziato, nel recente passato il governatore Mario Draghi nella sua ultima conferenza stampa mensile di fatto ha affermato che il Quantitative easing “all’europea” è pronto per essere messo in campo. L’abbassamento allo 0,15% del tasso di interesse, il tasso negativo di – 0,10% per i depositi overnight fatti dalle banche presso la Bce e i 400 miliardi di euro di nuova liquidità alle banche che concedono prestiti a imprese e famiglie, non sono altro che il corollario delle prossime mosse che prevedono l’utilizzo di “strumenti non convenzionali”, come l’acquisto diretto da parte della Bce di asset backed security, titoli cartolarizzati basati su prestiti fatti al settore privato dell’eurozona.

Consapevole del ruolo nefasto che certi abs, soprattutto quelli legati al settore immobiliare, hanno avuto nello scatenare la crisi finanziaria americana nel 2007-8, Draghi ha voluto sottolineare che, tenuto conto delle nuove regole in discussione sui derivati finanziari, gli abs in questione dovranno essere “semplici, perciò non Cdo complessi, reali, cioè basati su prestiti veri e non su derivati, trasparenti, e quindi comprensibili per i sottoscrittori”. La Bce quindi si sforza di spiegare che l’operazione sarà differente da quelle finora fatte negli USA, in UK e in Giappone, in quanto non si acquisteranno titoli di stato bensì si cercherà di facilitare la concessione di prestiti all’economia reale da parte delle banche.

Almeno sul piano teorico la Bce cerca di evitare quelle politiche di QE che hanno prodotto conseguenze negative e anche nuove bolle. Ad esempio, per i 400 miliardi di nuova liquidità le banche non potranno presentare prestiti-mutui concessi alle famiglie per l’acquisto di immobili in quanto una simile operazione fatta in Inghilterra ha prodotto l’anno scorso un aumento dei prezzi delle case dell’11%. Purtroppo però le scelte della Bce rimangono ancorate a due assiomi errati.

- Il primo scaturisce dalla paura di deflazione derivante anche dall’incapacità di mantenere un tasso di inflazione intorno al 2%.

Occorre sfatare il mito che l’inflazione, anche quella controllata, sia un toccasana per l’economia. In un’economia ben funzionante, dove si ha un aumento della produttività a seguito di miglioramenti tecnologici e di una maggiore professionalità delle risorse umane, i prezzi tendono naturalmente a scendere. Ciò è un bene per i processi economici. E’ vero comunque che una certa inflazione, magra consolazione, contribuisce a ridurre il debito pubblico. Ma è altrettanto vero che l’inflazione, in mancanza di aumenti salariali e di altre entrate, erode i redditi dei cittadini, riduce i loro livelli di vita e di consumo andando a diminuire la domanda e quindi tende ad incidere al ribasso sui prezzi. Ciò è avvenuto anche in Italia dove i cittadini e le famiglie hanno visto i loro redditi ridursi sensibilmente dall’inizio della crisi.

E’ quindi errato misurare la necessità un “po’ di inflazione” in funzione del debito pubblico. Non può essere un’anomalia a determinare quello che dovrebbe essere invece un andamento virtuoso dell’economia. Il rischio di deflazione dipende dalla contestuale caduta dei redditi e della domanda, dalla restrizione dei processi economici e dalla mancanza di politiche di sviluppo e di crescita.

- Il secondo assioma fuorviante è la pervicace volontà di veicolare la liquidità e il credito esclusivamente attraverso il sistema bancario così come esso è attualmente strutturato.

Sei anni di salvataggi e di altri “esprimenti” monetari sono serviti soltanto a dimostrare che si è caduti nella “trappola della liquidità”. L’enorme liquidità messa a disposizione a basso costo dalla Banca Centrale non è poi rifluita verso le famiglie, le imprese e nuovi investimenti, come avrebbero voluto i teorici dell’automatismo dei vasi comunicanti. Invece è rimasta parcheggiata nel sistema bancario! In parte ha comprato titoli di stato, in parte è stata depositata presso la Bce lucrando sul tasso di interesse, in parte si è mossa verso operazioni speculative e ad alto rischio. Siamo convinti che anche Draghi sia consapevole di tutto ciò. La Bce però continua a ripetere argomenti triti per dimostrare che il suo mandato non le consente altre scelte. Questa impotenza progettuale non può essere portata a giustificazione.

La storia ci può aiutare. L’America cominciò a uscire realmente dalla Grande Depressione del 1929-33 solo con il New Deal. Il governo del presidente Roosevelt allora definì una serie di grandi progetti di sviluppo nel campo delle infrastrutture, della modernizzazione dell’agricoltura, della regolamentazione delle acque, dell’edilizia popolare, delle nuove tecnologie creando posti di lavoro, nuova ricchezza e reddito. Lo fece anche creando strumenti creditizi che portavano risorse direttamente alle imprese e alle famiglie coinvolte nella realizzazione dei vari progetti.

Anche la ricostruzione dell’economia nell’Europa del dopo guerra avvenne con lo stesso spirito, mettendo in campo lo Stato e i privati, i progetti di sviluppo e il necessario credito. Perché non progettare e avviare in tempi brevi un nuovo e moderno New Deal europeo?

106 commenti
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  1. Uroburo
    Uroburo says:

    nico metta { 19.06.14 alle 13:58 } La falsità del guroburo èttutta quì… NON condivide neanche le virgole, sempre, del fetente troll, ma lo impone al blog… Guroburo NON legge cosa dice il blogmaster e NON legge altri… .Esso legge se stesso e si compiace di dettar leggi in un blog NON suo…
    ——————————
    Non che io abbia voglia perder troppo tempo con chi ha rapporti assai parziali con la realtà oggettiva dei fatti perchè preferisce vivere in un mondo tutto suo, ma, come Pino potrà facilmente testimoniare, io non ho mai imposto nulla a nessuno, men che meno detto legge [Ed a chi poi? A Pino!!! Che notoriamente è uno che si fa dettar legge!…]
    Se il buon Faust tenesse un po’ più i piedi per terra eviterebbe di vivere sempre sulle nuvole …
    Ma mi sa che gli piace … ed allora avanti tutta.
    Un saluto U.

  2. Uroburo
    Uroburo says:

    sylvi { 19.06.14 alle 16:01 } … io ho chiesto con cortesia a Rodolfo di cambiare il suo menu di interventi. Non gli ho chiesto di andarsene, o restare, non spetta a me!
    VERAMENTE IO NON HO DETTO IL CONTRARIO.

    Sicuramente da un po’ di tempo è particolarmente polemico e villano con tutti; di qualsiasi argomento si parli…lui contraddice.
    SIAMO D’ACCORDO, TUTTAVIA QUI SONO POLEMICI TUTTI: LEGGITI UN PO’ L’ULTIMO MESSAGGIO DI FAUST …

    Quanto alla questione palestinese, di cui tu non conosci gli sviluppi, ma la pace da siglare permetteva agli israeliani di papparsi tutti i Territori Occupati. Il fatto è che, da almeno un secolo, per i sionisti l’unico palestinese buono è quello morto, e gli occidentali non hanno mai obiettato mai nulla.
    Leggiti un po’ di storia, che io so quel che dico.
    Un caro saluto U.

  3. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Uroburo

    Rodolfo non è polemico, è solo volgare, presuntoso, disinformato, di ebraismo non sa nulla, di storia men che meno, è solo un fanatico filodestraisraeliana, fa il furbo confondendo tra israeliani ed ebrei, è antisemita perché antiarabi. È ignorante come una capra, ma si fregia di esserlo come fosse un titolo di maggiore inteligenza e credibilità…
    Offende in modo intollerabile, finge di non vedere i post e i commenti ai quali non sa rispondere e pontifica sempre e solo sulle solite cacchine.
    Insomma, è un propagandista da quattro soldi, fa le sue hasbara sabotando il forum del blog, su indicazione da sud-sudest.
    Ora ha iniziato a imbrattare la pagina FB di Ariel Toaff con i soliti “discorsi” del menga.
    Mah.
    pino

  4. Anita
    Anita says:

    x Pino Nicotri #100 – #103

    Mi scusi Pino, non credo che sia ‘etico’ riportare i forum che Rodolfo frequenta.
    I suoi commenti nel #103 sarebbero inamissibili in qualunque forum.

    Anita

  5. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    C
    Lei crede una cosa sbagliata. Oppure abbiamo due etiche diverse.
    pino nicotri

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