Samarcanda. E non solo….

La prima cosa che colpisce arrivando in Uzbekistan, Paese musulmano ma repubblica laica, è che le donne non portano il velo. E hanno gli stessi diritti degli uomini. Pensandoci bene, non lo portano in nessun Paese musulmano dell’ex Unione Sovietica, mentre lo portano invece in tutti i Paesi islamici che hanno patito la colonizzazione europea. Nei Paesi musulmani dell’ex Unione Sovietica il fondamentalismo non attecchisce, tanto meno le sue  diramazioni eversivo terroristiche,, e se fa capolino viene combattuto rapidamente, senza se e senza ma, come è avvenuto proprio in Uzbekistan. Tutto ciò è l’ennesima prova che a spingere i musulmani verso un’interpretazione restrittiva, e a volte fanatica, della loro religione è solo la reazione al violento dominio subìto sotto il tallone europeo e quindi cristiano. Una reazione rinfocolata dalle troppe umiliazioni inflitte ancora oggi dall’Occidente neocolonialista, Stati Uniti in testa, che spinge scientemente quei Paesi verso il fanatismo religioso per poter meglio mobilitare le proprie opinioni pubbliche a favore del duro confronto col mondo islamico. Confronto che rischia di diventare scontro: “scontro di civiltà”, anche se a ben vedere lo vogliono le reciproche inciviltà…

La repubblica uzbeka è tanto laica da avere affittato agli Usa una grande base militare con annesso aeroporto dal quale partivano gli aerei per andare a bombardare il confinante Afganistan, musulmano anch’esso ma assai più retrivo. Poi però la repubblica uzbeka gli americani li ha sfrattati, forse percheé ha capito la reale strategia degli Usa: il solito vecchio “divide et impera” applicato all’Asia centrale. Uno sfratto che è un lusso reso possibile dal  fatto che l’Uzbekistan è talmente ricco di gas, avviato anche in Europa via Russia, da non avere bisogno di entrate straordinarie che alla lunga creano più problemi di quanti ne risolvano.

L’Uzbekistan, dunque. E dove si trova? Ma è civile come noi o è fermo al Medioevo? Me lo hanno chiesto in molti la prima volta che ci sono stato, nel maggio 2010, e ora al ritorno dal mio secondo viaggio. L’Uzbekistan si trova a nord dell’Afganistan e dell’India, a occidente della Cina, a sud della Russia, a est dell’Iran. Nel crogiuolo di una infinità di etnie dell’Asia Centrale, oltre 160 nel solo Uzbekistan, è stato Stalin a ordinare a un gruppo di storici sovietici di stabilire quanti Stati creare e da quali etnie avrebbero dovuto ricevere il nome. Le genti che usavano definirsi solo col nome e la cultura delle città di nascita e che vivevano nelle città  oggi dell’Uzbekistan vennero così chiamati in blocco uzbeki.  Idem per il Tagikistan con i tagiki, il Kazakistan con i kazaki e le altre repubbliche  oggi ex sovietiche con altre etnie dell’Asia Centrale.

Questa volta ero indeciso se tornarci per rivedere soprattutto Samarcanda o tornare in Iran per rivedere soprattutto  Isfahan, luogo di incantevole bellezza con la piazza principale semplicemente clamorosa.  Ho deciso per la prima meta, perché le due persone che mi hanno accompagnato temevano che l’Iran venisse bombardato da Israele proprio durante la nostra visita.

Da un bel pezzo non faccio viaggi “turistici”, quanto invece viaggi per vedere il mondo e cercare di capire. Cosa? Non lo so, di preciso. Ma più vedo “gli altri”, più capisco di “noi” e quindi almeno in parte di me stesso. In particolare, capisco quante balle, silenzi e omissioni ci propinano non solo le propagande, ma anche i libri di Storia. Le città dell’attuale Uzbekistan erano il crocevia della Via della Seta e della Via delle Spezie, che nel corso di oltre 20 secoli hanno alimentato l’Europa non solo di odori, sapori e di merci di lusso, ma anche di sapere scientifico e pratico veicolato da mercanti, viaggiatori, conquistatori, conquistati, libri e traduzioni. Ancora ai nostri giorni l’ex Segretario di Stato Usa Henry Kissinger ha detto chiaro e tondo che chi controlla l’Asia Centrale si assicura un vantaggio enorme perché oltre a essere ricca di minerali e altre risorse è la culla del nostro sapere scientifico. Non è certo un caso se gli Usa con la scusa della “guerra al terrorismo” hanno trasformato la tragedia delle Twin Towers in occasione per piazzare basi militari proprio in Asia Centrale. Due piccioni con una fava, dove il secondo piccione consiste nell’avere basi militari a ridosso dei colossi Russia e soprattutto Cina. Che col suo impetuoso sviluppo economico e con la sua potenza militare non più trascurabile rende attuale, mutatis  mutandis, il titolo del vecchio film “La Cina è vicina”.

Scesi dall’aereo a Urgench, sul pulmino che ci porta a Khiva la guida Baodir,, un giovane uzbeko che parla benissimo l’italiano, il francese e l’inglese, ci spiega che “questa è la terra una volta chiamata Sogdiana”. E così mi viene subito in mente Alessandro Magno, che passò di qui, volle far sposare – pare a Samarcanda – i suoi ufficiali con donne locali nel tentativo di fondere la civiltà greca con quella orientale, e infine proseguì per l’India. “La Sogdiana è stata poi chiamata anche Khorezm o Corasmia”, spiega Boadir. A sentire nominare Khorezm mi si rizzano subito le orecchie. Sto per chiedere dove è nato esattamente il matematico Al Khwarizmi, vissuto più o meno tra il 780 e l’840, al cui nome, dovuto all’essere nato proprio a Khorezm,  dobbiamo il vocabolo “algoritmo” e alla cui persona dobbiamo l’algebra e molto altro ancora. Per molti versi gli dobbiamo anche la conoscenza dei numeri “arabi”, in realtà indiani, che usiamo ancora oggi e senza i quali non avremmo potuto avere il progresso scientifico e industriale fonte del nostro progresso e benessere. Con i numeri romani e senza il numero zero infatti l’algebra, le equazioni e quant’altro non sarebbero mai stati possibili. Non faccio però in tempo a porre la domanda che Baodir  mi precede: “La città dove stiamo andando e passerete la prima notte si chiama Khiva, è c’è nato il matematico Al Kuvarizmi, al quale dobbiamo sia l’algebra che il termine algoritmo….”. Sono sorpreso.

E sono ancora più sorpreso quando arriviamo a Khiva: oltre a essere una piccola città rimasta intatta com’era nell’antichità, comprese le  mura ricoperte di fango esiccato dalle curiose protuberanze tronco coniche, Khiva vicino l’ingresso della sua porta principale ha un bel monumento in bronzo che ritrae proprio Al Khwarizmi, parole che significano “Il Corasmiano” essendo nato nella Corasmia. Il suo nome intero è Abu Ja’ far Muhammad ibn Musa Al-Khwarizmi e visse a Bagdad alla corte del califfo Al-Mamun, che per fortuna dell’umanità intera lo nominò responsabile della biblioteca, degna di quella di Alessandria distrutta dai fanatici aizzati dal vescovo Cirillo, lo stesso che fece assassinare Ipazia, la donne che aveva osato diventare grane matematica.  Al Khwarizmi è il padre, in quanto suo sistematizzatore e divulgatore, dell’algebra (già nota per certi versi a Diofanto, ma poi dimenticata), parola che deriva dal titolo del suo libro “Al-Kitāb al-mukhtaṣar fī ḥisāb al-gabr wa-al-muqābala”, vale a dire Compendio sul calcolo per ricomposizione e bilanciamento. Da notare che “algebra” deriva dalla parola araba “algiabarat”, che significa “ricomposizione” di cosa rotta. Nell’interno della Spagna, dominata per otto secoli dagli arabi, fino a non molto tempo fa il barbiere indicava la sua bottega con la scritta “algebrista y sangrador” perché quando era anche cerusico, vale a dire chirurgo, ricomponeva per l’appunto le fratture delle ossa dei clienti e si occupava di “sangre”, cioè di sangue, praticando salassi. Anche nell’Italia del XVI secolo la parola “algebra” indicava l’arte di aggiustare le ossa. Nelle equazioni algebriche la “ricomposizione” avviene riducendo da una parte l’incognita e dall’altra le quantità note. Le prime traduzioni del libro di al-Khwarizmi sono state quelle di Roberto di Chester a Segovia, nel 1145, e quella di Gerardo da Cremona, entrambe con il titolo Liber algebrae et almucabala, vale a dire Libro della ricomposizione e bilanciamento: infatti “algebra” significa “ricomposizione” e “almuqabala” significa “bilanciamento” o “semplificazione” e indica il portare le quantità della stessa incognita nello stesso membro di una equazione.

Per essere più precisi, i numeri “arabi” che usiamo da qualche secolo nella vita quotidiana e nelle attività scientifiche sono in realtà nati in India. Scoperti e divulgati dal matematico nato a Khiva e dal matematico arabo Al Kindi, che sui numeri indiani scrisse ben quattro libri (Kitāb fī istiʿmāl al-ʿadad al-hindī, cioè “Sull’utilizzo dei numeri indiani”), sono arrivati in Italia e in Europa portati dal pisano Fibonacci, che ne aveva imparato l’uso in Algeria. Grazie ai due matematici orientali, dall’India arriva anche il simbolo e il concetto rivoluzionario di numero zero, inesistente nella precedente numerazione romana e non meno importante degli altri numeri.

Al matematico uzbeko dobbiamo anche una raccolta di tavole astronomiche di grande importanza, che documentano cinque secoli di osservazioni dei corpi celesti. Se vi aggiungiamo le osservazioni astronomiche di oltre mille stelle condotte a Samarcanda per anni da Ulug Beg (Beg significa  Re), nipote del famoso Tamerlano, e magari anche quelle di Tolomeo salvate dagli arabi, allora capiamo meglio perché e come è nata la moderna astronomia europea.

Come si vede già dalla storia di Khiva, non stiamo parlando di cose esotiche, turistiche o d’importanza relativa: stiamo parlando di innovazioni senza le quali nell’intero Occidente NON sarebbe stato possibile l’immenso progresso scientifico, tecnologico e quindi anche sociale, del quale tuttora godiamo. Prima dell’arrivo dei numeri “arabi” era ancora in uso fin dai tempi dei romani l’abaco, una sorte di pallottoliere con palline di pietra: dal fatto che pietra in latino si dice “calculus” deriva la parola “calcolo”, e i calcoli renali si chiamano così perché appunto di piccole pietre si tratta. Con l’abaco NON sarebbe stato possibile nessuno dei calcoli che da secoli hanno reso più avanzata, ricca e moderna l’Europa e al suo seguito l’intero Occidente.

Tutto ciò dimostra che arrivare in Uzbekistan non significa solo arrivare in una terra interessante per il turismo,  ma anche arrivare nella culla dove è nata la base del nostro progresso scientifico. Il nostro maniacale eurocentrismo ci ha abituati a pensare – a torto – che il progresso, la matematica e le scienze sono creature europee e che il Vecchio Continente è l’ombelico del mondo.

Ma andiamo per ordine.

Khiva non può essere raccontata: bisogna vederla. Khiva è un gioiello, un pezzo d’ambra antica che racchiude qualcosa che resta nel cuore. L’intera città antica è un grande museo all’aperto la cui intera popolazione vive e lavora per tenerlo in funzione e accogliervi il flusso di turisti. Moschee, madrasse, cioè scuole coraniche, mausolei, minareti, cortili, piazze, residenze di governatori e di ricchi e potenti vari, caravanserragli, harem, torri, ecc., tutto è oggi come era ieri. Anche vari pozzi d’acqua, a uno dei quali Khiva deve la sua nascita e il suo nome, che deriva infatti dal grido di gioia – qualcosa come “Incredibile!” – dei carovanieri che attraversando il deserto trovavano qui un generoso pozzo d’acqua per dissetare uomini e animali. E’ un po’ come se il foro romano e i fori imperiali di Roma fossero ancora intatti anziché essere ridotti a rovine. A Khiva però stupisce che governatori e reucci pur avendo palazzi suntuosi volevano non di rado avere nel proprio cortile anche una yurta, cioè la classica tenda rotonda e smontabile dei nomadi momgoli, per ricevere magari gli ospiti o per riposarvi.

In questo secondo viaggio grazie a Baodir che ce le fa notare scopro sui muri di molte moschee e costruzioni varie, a partire già da Khiva, piastrelle di ceramica che ripetono all’infinito alcune variazioni geometriche di un concetto religioso, morale e civile nato dalla fusione del buddismo con lo zoroastrismo. Si tratta di mattonelle a forma di fiocco con due braccini centrali, dove la parte superiore indica il bene e il paradiso, la parte inferiore il male e la dannazione eterna, la parte centrale rappresenta la zona di confine e di passaggio tra il bene e il male. Mi sorprendo a pensare che capovolgendo la piastrella il bene diventa il male e il male diventa il bene…. Per fortuna a volte quel simbolo contiene anche tre cerchietti, che indicano i tre comandamenti summa dello zoroastrismo: “pensare bene, dire bene, fare bene”. Anche se si capovolgono le piastrelle i tre concetti non cambiano: cambia solo la loro successione, ma i tre comandamenti che consigliano i tre tipi di bene restano intatti…..

Mi rendo conto che quel simbolo a forma di fiocco con le due braccine centrali in qualche modo anticipa di fatto il disegno della croce nel mondo cristiano.  Mi viene in mente, e diventa una pulce nell’orecchio, che la croce in Europa ha fatto la sua comparsa ben tre secoli dopo Cristo, per l’esattezza grazie a un viaggio a Gerusalemme di Elena madre dell’imperatore Costantino. A Gerusalemme, che a quell’epoca si chiamava Aelia Capitolina ed era la capitale della Siria Palestina perché l’imperatore Adriano aveva abolito sia il nome Gerusalemme che il nome Giudea  dell’intera sua regione attorno. E’ molto probabile che in Siria Palestina siano arrivate, grazie alla Via della Seta e alla Via delle Spezie, influenze centroasiatiche e quindi anche buddiste e zoroastriane. Ancora oggi in Iran esistono ancora piccole comunità di zoroastriani, con un loro tempio dove arde perennemente il fuoco, simbolo del loro Dio. Come che sia, a Tashkent, capitale de’’Uzbekistan, scoprirò con grande meraviglia che le mattonelle con questi simboli sono state utilizzate pochi anni fa perfino dagli arabi sauditi che hanno ricostruito un complesso di moschee e madrasse andato completamente distrutto con il terremoto del 25 aprile 1966, che privò delle abitazioni 300.000 persone.  Forse la sorpresa più grande è scoprire che quei simboli sono utilizzati, oggi, perfino  per le piastrelle dei marciapiedi. Evidentemente certi concetti si fissano nel DNA culturale e riemergono anche inconsciamente.

A Khiva la sera abbiamo assistito  a una festa in piazza che pure non si può raccontare. Molti i turisti italiani presenti, chissà perché in gran parte veneti, ma unica l’espressione stampata sulla faccia di tutti, italiani e non: gioia e commozione. A me si sono inumiditi gli occhi a vedere così tanti bambini e bambine, dai due ai dieci anni, forse dodici, ballare felici assieme a giovani, anziani, vecchi, parenti e sconosciuti, al suono d’una orchestra d’altri tempi e alla voce di un cantante e una cantante che non sfigurerebbero non dico a S. Remo, che ritengo ormai una pochade, ma in una festa in piazza nella Napoli verace o nella Palermo profonda o in Alexander Platz a Berlino.

A Khiva è iniziata l’orgia di minareti, moschee, madrasse, caravanserragli, harem, mausolei, musei e residenze storiche che ci ha accompagnato come un delirio per tutto il viaggio, denso come una continua abboffata di cassate siciliane. Uno stordimento permanente. Le cupole a cipolla o di altra forma rotonda delle moschee a un certo punto sembrano piccole nuvole irraggianti luce smaltata, ventri beati della dea Venere posati sul pianeta Terra per consolare gli umani della durezza del quotidiano. Il complesso delle tre moschee e madrasse di Samarcanda, noto come Registan,  è di una bellezza sublime. Ha qualcosa in meno di piazza S. Marco, forse perché manca il mare, ma ha anche qualcosa di più. Il perimetro interno delle tre moschee e madrasse è un susseguirsi di botteghe artigiane, come del resto in quasi tutte le moschee e madrasse non più in funzione dell’intero Uzbekistan. L’elenco delle cose indicibilmente belle, stoffe, tappeti, capi d’abbigliamento, miniature, ceramiche, strumenti musicali, terrecotte, pezzi d’artiginato di vario tipo, ecc., è talmente lungo che posso solo risparmiarvelo.

Sorprende sempre la varietà, la vivacità e la libertà del vestire di tutti, specie delle donne: una marea di colori che surclassa il grigiore omogeneizzato e omologante della moda in voga da noi, nelle nostre città il nero e il grigio sono così dominanti da far sembrare le folle in metropolitana e negli autobus gente che partecipa a un funerale che non finisce mai. In Uzbekistan ho visto donne vestite con abiti dai disegni talmente luccicanti da parere piccoli cieli stellati. Quando le donne così vestite camminano il luccichio si frammenta in mille piccole intermittenze: ai loro bambini quelle madri devono  parere davvero celestiali, il firmamento tremulo di stelle…. E ho visto bambini tenuti e vestiti come piccole bomboniere, preziosi confetti coloratissimi. Ho visto donne cullare incessantemente il proprio bimbo in culle di legno fantasiose e variopinte con un piede mentre con le mani lavorano sedute. Non si può evitare di restare non solo piacevolmente sorpresi, ma anche sgomenti: da quand’è che noi non curiamo così i nostri piccoli?

Mi sorprende anche nelle moschee uzbeke ciò che già avevo notato nelle moschee dell’Iran e del Marocco, oltre che nelle sinagoghe ebraiche. Quest’ultime però non irradiano così tanta luce e colore come le moschee antiche, sempre rivestite di piastrelle e decorazioni varie smaltate come in Russia le pareti interne di certe chiese ortodosse sono interamente rivestite di minuscole icone di grande bellezza. Mi sorprende cioè l’assoluta assenza di raffigurazioni di corpi umani variamente martoriati e martirizzati che si sono accumulate nelle nostre chiese per secoli e secoli fino a farne un incubo sgradevole e a volte orribile a vedersi, una continua via crucis vessatoria e colpevolizzante dalle infinite stazioni grondanti sangue: un tutto che vuole imporre – e ha imposto per secoli e secoli – la visione della vita umana come valle di lacrime, parentesi utile solo a soffrire per guadagnarsi il paradiso…. Poiché la religione musulmana proibisce la raffigurazione sia di Dio che degli esseri umani, non c’è stata la sterminata produzione di affreschi e dipinti a carattere immancabilmente sacro tipica dell’Europa. Nelle moschee non solo uzbeke gli artisti non hanno elucubrato in tutte le declinazioni possibili e immaginabili né le passioni con corone di spine né le crocifissioni, le piaghe e i volti “sacri” stralunati dal dolore, i costati trafitti e le vergini martoriate, le Madonne espropriate sia della femminilità che del figliolo. Espropriate cioè del povero Cristo eternamente frustato da legionari e inchiodato alla croce, il Cristo sempre sanguinante – dalle stimmate, dalla fronte cinta con la corona di spine, da tutti i pori possibili e immaginabili – e sempre afflitto e sofferente. Le nostre chiese sono fatte per incupirsi e recitare il Mea Culpa, i minareti e le sinagoghe sono fatte invece per respirare, liberarci del peso del quotidiano, lasciare andare l’immaginazione e stimolare il nostro spirito verso l’alto, verso il cielo, senza afflizioni di sorta. Le moschee di Samarcanda e di molte località uzbeke sono arcobaleni e pezzi di cielo permanenti.

Però un tarlo mi rovina il grande godimento delle infinite forme e policromie che adornano qualunque spazio esterno e interno delle moschee, minareti, madrasse, e quant’altro di bello e luminoso depositato nel corso dei secoli. Il tarlo che mi rode è la Storia. Il tarlo è sapere che qui e in altri spazi immensi, da est e ovest, da nord a sud,  Tamerlano – che in realtà si chiamava Amir (Emiro)  Timur Beg (Re) e soprannominato da morto Timur Lenk, cioè Timur Zoppo, perché secondo la leggenda era claudicante per una vecchia ferita in guerra – ha commesso stragi e orrori indicibili. Il nome Tamerlano non è altro che la latinizzazione del nome Timur e del soprannome Lenk. La  parola Lenk mi fa venire in mente il nostro vocabolo “sbilenco”, che in definitiva indica una persona o una cosa che zoppica, e scopro divertito che in effetti hanno origine comune: chi l’avrebbe mai detto! Le stragi e le distruzioni dello Zoppo erano state per giunta precedute dalle stragi e dagli orrori ben peggiori  seminati ovunque e su vasta scala da un suo precedessore e parente, Gengis Khan, padrone dell’impero più vasto mai esistito al mondo e le cui vittime si contano a milioni, ben più delle vittime di Hitler e Stalin messe assieme. In uzbeko la parola “ferrovia” contiene il vocabolo “timur”, che evidentemente deve significare “ferro”, perciò nel viaggio del 2010 mi venne da pensare a Stalin, che significa appunto “di ferro” e che ha seminato orrori fino a rendere mostruoso ciò che almeno come idea e intenzioni era più bello di mille moschee: fino a rendere cioè mostruoso il comunismo. Insomma, come dire che Timur Lenk, il “Ferro Zoppo” che a Napoli chiamerebbero “‘O Fierro Sciancato”, in definitiva è stato un predecessore di Stalin sia nel nome che nei fatti. Ed è grazie a Baodir che nel viaggio recente ho appreso che effettivamente a Tamerlano venne dato il nome Ferro, cioè Timur, su consiglio di Seiid Berke, un saggio ritenuto santo e che ne sarà il tutore e maestro, tanto amato dal suo discepolo e re da convincere questi a voler “essere seppellito sotto le gambe  di Seiid”. Che infatti riposa nello stesso mausoleo di Tamerlano e di alcuni suoi discendenti in una tomba a pochi metri di distanza da quella del suo ex discepolo  sistemata in modo che la testa di quest’ultimo sia vicina alle gambe del suo tutore.

Il tarlo che mi rode consiste nel mio continuo chiedermi come sia possibile, e che senso, che ruolo e  che significato abbia il fatto che meraviglie architettoniche, artistiche e urbanistiche come quelle che vedo siano opera di chi nel contempo ha seminato morte e distruzione a piene mani. Il palazzo di Tamerlano a Shakhrisabz, alto 55 metri, era imponente non solo nelle dimensioni. Era completamente rivestito di ceramiche dorate perché potesse essere visto come un miraggio brillante anche a grande distanza. Aveva pareti con cascate d’acqua fatta arrivare con chilometri di tubazioni dalle montagne del Pamir. Tutto distrutto dopo la morte di Tamerlano dal conquistatore di turno che distruggendo il palazzo, del quale restano alcune rovine comunque imponenti, voleva dimostra ei essere più potente di Tamerlano. Mentalità neppure da asilo infantile….

Conquistato e ingrandito il regno, immenso, Tamerlano riuscì a renderlo pacifico, prospero e sicuro. La sua concezione della gestione del potere e dello Stato,tramandata nel suo famoso “Codice”, è quanto mai moderna, adatta ai nostri tempi, il suo succo infatti è: “La forza è nella giustizia”. La potenza dello Stato era fondata no tanto sulla spada quanto su un efficiente sistema legislativo. Tanto da potersi così vantare: “Io ho stabilito tale ordine e disciplina che permettono a un bambino attraversare tutto il mio stato con un piatto pieno di oro in testa senza perderne una particella”. Motivo per cui mercanti e artigiani potevano commerciare anche viaggiando restando sempre sicuri di non avere sgradevoli sorprese da parte dei ladroni che un tempo non mancavano.

Sì, lo so da un pezzo che la Storia gronda luci, bellezza, sangue e merda. Ma qui l’accumulo colpisce. Più che altrove. Forse perché si arriva nelle città attraversando deserti e perciò sono viste come miraggi. E i miraggi, si sa, si pretende siano solo belli, luminosi, splendidi, e invece le città di tutto il mondo  deludono con la loro parte di viscere oscure: la Storia… Che ha ovunque un cuore oscuro, cosa che mi delude e mi turba non poco.

A proposito di Storia: una armata di 50 mila mongoli a cavallo al comando di Batu Khan, nipote dei Gengis Khan, dopo avere invaso l’Ungheria e la Polonia stava per dirigersi su Vienna e oltre, ma non appena saputo della morte di Ogodai, il capo di tutti i Khan,  ha fatto dietro front per partecipare all’elezione del successore. Se avesse invece proseguito, e se lo avessero magari raggiunto le altre due armate da 50 mila cavalieri ognuna impegnate a sud dell’Ungheria, la Storia del mondo sarebbe stata molto diversa: perché sarebbe stata diversa la storia dell’Europa, Italia compresa.

Gengis Khan, che tradotto significa Grande Khan, cioè Grande Re, ha conquistato un impero enorme utilizzando soprattutto il terrore: le città conquistate venivano quasi sempre distrutte e le loro popolazioni sterminate in modo da impedire velleità di resistenza da parte degli altri popoli e delle altre città da conquistare. Le sue vittime si contano a milioni, e c’è chi dice a decine di milioni. Ma il va e vieni di conquistatori di ogni tipo ed etnia, dagli arabi ai persiani, dai mongoli ai turchi nomadi e ai carakanidi, è stato tale che in pratica tutte le città dell’Uzbekistan sono state ricostruite e negli ultimissimi secoli è invalso l’uso di ricostruirne anche i vari monumenti, dalle moschee ai mausolei. La città che conserva più tracce di epoche storiche diverse è senza dubbio Bukhara, la cui costruzione più antica è l’imponente fortezza Ark, anche questa con le strane mura come quelle di Khiva. A Bukhara si trova la moschea dell’Acqua di Giobbe, costruita su un pozzo d’acqua ritenuta ancora oggi miracolosa e porta fortuna, tant’è che i pellegrini la bevono lasciando offerte in danaro. Afflitti a suo tempo da una siccità terribile, gli abitanti di Bukhara pregarono il profeta Giobbe finché sgorgò miracolosamente un pozzo d’acqua che evitò morissero in massa di sete. Ecco il perché di questa moschea e del suo nome.

Sulla vecchia piazza caratterizzata da una grande vasca d’acqua c’è il curioso monumento in bronzo al mitico Khodja Nasriddin sul suo asino. Nasriddin era il mullah e il saggio più famoso dell’islam sufi, protesse i poveri e lottò per la giustizia, perciò mollto amato dal popolo. Il mullah e l’asino guardano verso il lato della piazza sul quale si affaccia un bell’edificio costruito per ospitare i dervisci, predicatori itineranti musulmani senza famiglia né fissa dimora. Alle spalle di Nasdriddin e dietro il sedere del suo asino c’è un palazzo privato che una volta era una madrassa, mentre oggi nel suo grande cortile si può mangiare all’aperto e assistere a spettacoli e danze folcloristiche, a me è capitato di vedervi anche una sfilata di moda. L’ostello per i dervisci ha una storia curiosa: a suo tempo un certo Nadir Divanbeghi offrì un paio di orecchini alla donna della quale era innamorato, ma lei non accettò il regalo. Gli orecchini dovevano valere una fortuna visto che l’uomo decise di venderli e col ricavato costruì l’ostello per i dervisci.

Bukhara ha più tracce di Storia, ma la città più bella è Samarcanda. Il complesso del registan vale anche da solo il viaggio. Ci sono altre meraviglie. Tra queste, il mausoleo di Tamerlano e suo nipote Ulug Beg, oltre che di altri successori e del tutore Seiid Berke. Tamerlano non era certo neppure lui un cuore tenero, ma ha il merito di avere ricostruito varie città e di avere stimolato anche la rinascita culturale, che con suo nipote Ulug Beg porterà Samarcanda ad essere la capitale mondiale delle scienze, cosa che Ulug Beg pagò con un prezzo assai più grande di quello che la Chiesa fece pagare a Galileo Galilei. Desiderosi di scalzarlo per prenderne il posto e il regno, un gruppo di musulmani di un’altra etnia, i turchi nomadi, lo uccise e giustificò l’assassinio accusandolo post mortem di essere stato un grande peccatore perché aveva osato scrutare e studiare il cielo. Grande astronomo, Ulug Beg nel 1428 volle infatti realizzare il più grande osservatorio astronomico del mondo con un sestante di 40 metri di raggio, in parte scavato nella roccia e in parte eretto in muratura. Attorno al sestante fece erigere un edificio cilindrico su quattro livelli alto 35 metri e largo 60. Ogni livello poggiava su decine di pilastri e si apriva su una serie di 28 portali simboleggianti le 28 case del ciclo lunare. Sul tetto si trovava un enorme regolo parallattico per il calcolo dell’azimut. Con un sistema di mire si poteva misurare con precisione quando un astro passava in meridiano. Ulug Beg poté così compilare un catalogo stellare, il “Zidji Kuraganiy”, con le coordinate di 992 stelle fisse,  misurate con la straordinaria precisione di 2″d’arco, più le coordinate di 27 stelle prese dal Libro delle stelle fisse scritto nel 964 dal persiano Abd al-Rahman al-Sufi. Inoltre – prima che Cristoforo Colombo pensasse che la Terra fosse rotonda e che quindi si poteva raggiungere l’India navigando verso Occidente anziché vero Oriente, idea che lo portò a “scoprire” l’America – Ulug Beg, esperto di trigonometria e geometria sferica, faceva calcoli su un mappamondo. Studiando Averroè aveva appreso  che i pianeti non girano attorno alla Terra ma attorno al Sole, aveva inoltre calcolato la durata dell’anno terrestre con un errore di appena 58 secondi e le traiettorie dei pianeti.

Se l’Asia Centrale è musulmana lo si deve a Tamerlano, che dopo avere conquistato territori oggi dell’Iraq portò da Bassora a Samarcanda l’unica copia esistente del corano, il libro di grandi dimensioni – oggi conservato a Tashkent – scritto direttamente da Osman, il discepolo e amico di Maometto. Il profeta dettava a Osman ciò che Dio man mano gli diceva comparendogli in sogno.

A quanto pare Tamerlano lanciò una maledizione su chiunque avesse osato disturbare il suo sonno eterno. Per poterlo studiare, il corpo di Tamerlano fu portato nel 1941 a Mosca togliendolo il 19 giugno dalla sua tomba nel Mausoleo Gur-e Amir di Samarcanda, ancora oggi meta di pellegrinaggi e di preghiere,   dall’antropologo russo Mikhail M. Gerasimov, che scoprì che “Lo Zoppo” non era diventato tale per una ferita in battaglia, ma perché era nato con la gamba destra più corta della sinistra. Tre giorni dopo l’esumazione la Germania di Hitler invase l’Unione Sovietica. Quando la leggenda della maledizione giunse alle orecchie di Stalin, il dittatore sovietico ordinò che entro 48 ore la salma di Tamerlano fosse rimessa al suo posto nel mausoleo e con il rito musulmano, cosa che avvenne a fine 1942. Dopo qualche settimana, esattamente il 31 gennaio del ’43, gli invasori tedeschi si arrendevano a Stalingrado segnando l’inizio della riscossa sovietica.

Nei paraggi di Samarcanda c’è un’altra tomba eccezionale, quella del profeta Daniele. La leggenda dice che la sua salma si allunga di un centimetro l’anno, tant’è che gli hanno fatto una tomba lunga 18 metri, sempre affollata di pellegrini che pregano.  Quando la salma di Daniele cesserà di crescere, finirà la storia di Samarcanda e del mondo. Speriamo che cresca ancora di molto, ben più di 18 metri e che allunghino quindi di vari chilometri il sarcofago…

Faccio il giornalista da quasi 40 anni, perciò ho lavorato soprattutto nel giornalismo cartaceo. Se conosciamo e usiamo la carta, prodotto che non riguarda solo noi giornalisti, ma l’intera cultura, la sua diffusione e trasmissione, lo dobbiamo alla battaglia di Talas, nell’attuale Kazakistan, combattuta nel luglio del 751. Quella di Talas è stata una delle rarissime battaglie che dal punto di vista della diffusione delle tecnologie e delle culture, materiali e non, ha un’importanza positiva e decisiva nella Storia dell’intero genere umano. A Talas i 30 mila arabi guidati da  Ziyād ibn Ṣāliḥ al-Khuzāʿī, signore di Bukara e della Sogdiana per conto del califfo di Bagdad Abu Muslim, affrontarono e vinsero i 30.000 soldati del coreano Kao Hsien-chih, incaricato dall’imperatore cinese di occupare la Transoxiana, cioè la terra ad ovest del fiume Oxian, oggi Amu Darya, che con il Syr Darya delimita un territorio chiamato con un nome equivalente a Mesopotamia, cioè Terra tra i due Fiumi. A fare il tifo per Ziyad c’era pure il fratello del signore di Shāsh, oggi Tashkent, occupata dai cinesi. Bene. A Talas gli arabi vinsero e tra i loro prigionieri c’erano dei tecnici addetti alla produzione di carta, invenzione cinese sconosciuta agli arabi e al resto del mondo, che usava ancora il papiro, invenzione egiziana, o la pergamena, invenzione di Pergamo, oggi in Turchia. Quei tecnici fatti prigionieri si dissero disposti a insegnare ai vincitori come produrre un’utile novità: la carta. Vennero così portati a Samarcanda, dove c’erano 400 molini ad acqua, perche mostrassero l’intero procedimento. Che io ho visto con i miei occhi in uno di quei 400 mulini sopravvissuti a Samarcanda!

Il procedimento è questo: si tagliano e si mettono ad ammollo in acqua dei rami di gelso, dello stesso albero cioè che ci dà la seta tramite il baco che si nutre esclusivamente delle sue foglie. Poi si taglia per il lungo la corteccia, della quale con una lama si separa la corteccia interna da quelle esterna così come a tavola togliamo come un guanto la pelle dell’anguilla cotta ai ferri. Poi si raccolgono le cortecce interne e si fanno pestare in mortai azionati ad acqua fino a che diventano poltiglia. Mentre osservo affascinato le mani della ragazza che fa queste cose mi viene in mente che i romani quella corteccia interna la chiamavano “liber”, donde  la parola “libro” oltre, si badi bene, alla parola “libero”. Un caso? Se sì, è meraviglioso: i libri infatti oggi sono fatti di carta, nata da quella corteccia “liber”… I buoni libri inoltre aiutano a diventare liberi.

La poltiglia delle cortecce interne viene infine immersa in un pentolone pieno d’acqua, il tutto viene rimestato con un paiolo, vi si immerge un telaio a rete metallica quadrata e infine lo si tira su tenendolo orizzontale et voilà: scolata via l’acqua, ecco il foglio di carta! Che ovviamente va tolto dal telaio, pressato con gli altri, messo ad asciugare e poi lisciato con apposite pietre o conchiglie lisce. Pietre e conchiglie che a furia di essere usate son ridotte alla metà di com’erano, e hanno una facciata perfettamente liscia. Un procedimento simile l’ho visto fare 5-6 anni fa ad Amalfi, dove una antica cartiera usa gli stracci al posto della corteccia di gelsi o del legno d’alberi in uso ormai un po’ ovunque. Il passo avanti fatto fare alla carta dall’Europa è stata infatti l’idea di usare la poltiglia degli stracci prima e del legno dopo invece che il “liber” dei gelsi. Ma attenzione: gli stracci erano prevalentemente di cotone, e il cotone, già usato dagli egizi, è la grande risorsa uzbeka e dell’Oriente in generale.

Usciamo dalla antica piccola cartiera visibilmente affascinati. A scuola dovrebbero insegnarci di più e più onestamente molte cose…

La prossima volta vorrei vedere il Kazakistan, a partire proprio da Talas, e l’Uzbekistan del lago d’Aral, che una volta era il quarto lago più grande del mondo ed era ricco di pescherecci, di porti, di storioni che alimentavano una gagliarda produzione di caviale, mentre oggi invece è ridotto ai minimi termini, con le navi in secca a molti chilometri dall’Aral, i porti diventati terra arida e molta gente fuggita altrove per sfuggire alla disoccupazione. I sovietici hanno infatti utilizzato l’acqua dei due fiumi che lo alimentavano, il Syr Darya e l’Amu Darya, per dotare le città di acqua potabile, ponendo fine alle morie per infezioni intestinali, e alimentare le immense distese di campi di cotone dopo avere deciso che l’Uzbekistan doveva specializzarsi soprattutto nella coltivazione e produzione di cotone. Da allora il lago d’Aral di acqua ne riceve sempre meno.

Dopo tanta Storia piuttosto cupa, una bella visita al mercato di Samarcanda, una marea colorata di bancarelle e banconi di ogni tipo con una massa incessante di gente che fa la spesa o si rifornisce di frutta fresca, frutta secca, carne, spezie, pane, ortaggi, dolci, ecc. Anche questa volta uscendo dal mercato per la via che conduce al mausoleo di Bibi Khanim, una delle mogli di Tamerlano, c’è la solita ressa di ragazzi e ragazze che si dicono zoppi o variamente  malati e di giovani madri con bambini “molto malati”. Strano, ma appena intascano l’elemosina i ragazzini e le ragazzine smettono di zoppicare e si allontanano di corsa…. Segno che, per fortuna, anche i bimbi “molto malati” in braccio alle madri meste sono in realtà sani come pesci. Il che non è un buon motivo per non dare a tutti un biglietto da 1.000 sum, moneta nazionale, equivalenti ad appena 40 centesimi di euro.

Arriviamo alla moschea di Bibi Khanum, la moglie favorita del terribile  Tamerlano. La tradizione dice che le donne musulmane portano il velo per una storia romantica e tragica capitata a Bibi, che nel 1.400 decise di costruire la moschea più grande di tutta l’Asia, con una cupola alta ben 55 metri, tanto quanto lo splendido e maestoso palazzo di Shakhrisabz. Tamerlano le fece avere i più bravi specialisti, compreso un focoso architetto arabo che si innamorò della bellissima Bibi. Per poterla vedere e frequentare il più possibile l’architetto ricorse allo stratagemma di tirare per le lunghe l’edificazione della moschea. E quando Bibi spazientita gli chiese cosa volesse per accelerare i tempi l’uomo le rispose: “Un bacio”. Lei ne restò turbata, ma acconsentì. Porgendo però solo una guancia anziché le labbra. Per giunta, presa da pudore se la coprì all’ultimo momento con la mano prima che l’architetto le scoccasse il bacio d’amore. Un ripensamento che però non impedì la nascita di una macchia rosea sulla guancia. Quando Tamerlano le chiese il perché di quella macchia Bibi rispose “E’ una cosa del pudore delle donne”.

Alla fine però il terribile condottiero venne a sapere la verità. Pazzo furioso di gelosia fece murare viva la moglie nella moschea ormai quasi terminata, che divenne così il mausoleo di Bibi. L’architetto riuscì a sfuggire alla condanna a morte rifugiandosi su una torre. Inseguito, piuttosto che essere catturato preferì buttarsi giù per morire. Ma mentre precipitava gli spuntarono le ali, si trasformò in uccello e volò via.

Mi è stata però raccontata anche un’altra versione. Secondo la quale  Bibi offrì all’architetto innamorato non il proprio amore, ma l’amicizia. L’uomo però  le offrì da bere dell’acqua e del vino, facendole notare che l’acqua non ha sapore mentre il vino ha sapori forti “e brucia la gola come il mio cuore brucia per te”. E così Bibi concesse molto di più di un casto bacio sulle guance. Ma fu talmente imprudente da confessarlo al marito quando rientrò vittorioso da una delle sue guerre. Tamerlano mise a morte il troppo audace architetto e ordinò di gettare la donna dall’alto della sua moschea. C’è chi dice che quando la gettarono giù le gonne le fecero da paracadute e lei riuscì a toccare terra senza danni. “E vissero felici e contenti”. C’è però anche chi dice che Bibi precipitando si trasformò in uccello e volò via libera.

Oggi la moschea è in rovina, le sue pareti a tratti sono scrostate e negli anfratti ospitano qualche nido di uccelli, ogni tanto ne sbuca fuori uno e vola via oppure ne arriva un altro col cibo per la nidiata. Penso a questa leggenda mentre fotografo col teleobiettivo le pareti della moschea: voglio ritrarre in primo piano le mattonelle smaltate, coloratissime e dai disegni sempre diversi, che danno un aspetto fantasmagorico anche a questa malandata e imponente costruzione. Ecco perché aziono il teleobiettivo. Mettendo a fuoco l’immagine, nel viaggio del 2010 a un certo punto ho visto inquadrato un merlo: si affaccia da un nido, pare mi guardi e dopo un attimo di esitazione vola via cinguettando allegramente… Era Bibi? Spero di sì. Anzi, emozionatissimo, ne sono sicuro. Nel secondo viaggio scruto col teleobiettivo le pareti del mausoleo di Bibi, ma il merlo non lo vedo. Mi sento spaesato e deluso. Poi di colpo la vedo di nuovo: Bibi è lì, con le sembianze di una tortorella, sopra un minareto della sua moschea. Pare mi guardi, tranquilla e sicura di sé, poi spicca ancora una volta il volo.

Spero di rivederti, Bibi. Anzi, ne sono sicuro.

Un pezzo del mio cuore è rimasto a Samarcanda.

161 commenti
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  1. sylvi
    sylvi says:

    Qualche volta, in questo blog, succede che si scrivono ca…volate, sciocchezze,, baggianate …
    Pensando a Peter, che è in sabbatico, e che una volta scrisse che Trieste può essere triste…vorrei dare un mio contributo a confutare l’affermazione e a parlare della “creatività”” dei triestini

    Da un mese, in queste latitudini, si sta ridendo come matti per il “ponte curto, no curto” (corto).
    I fatti: a Ponterosso, in centro città, è stato posato un nuovo ponte che attraversa il canale e che, secondo il Sindaco Cosolini PD, avrebbe dato lustro al suo mandato.
    Invece pare che il ponte sia curto ( corto).
    Il povero Sindaco di una città così caciarona e perditempo ha già avuto problemi con l’albero di Natale che in Piazza Unità svettava… senza punta.
    Poi, gravissimo, ha invitato per un Concerto Bruce Springsteen che salutò i triestini con un MANDI alla friulana, gli odiati-amati cugini!

    Insomma: poshttp://www.youtube.com/watch?v=OJ9Mi2TQ74c&feature=youtube_gdata_playerto

    una delle “opere” che i triestini hanno dedicato al loro Sindaco.
    E i friulani ridono!

    Sylvi

  2. controcorrente
    controcorrente says:

    Si , ma forse non hai capito…il soldato ,viene si portato come un pacco postale, ma non è un pacco postale…. è mediamente nel bene e nel male un uomo formato e porta con sè tutti i probelmi che aveva prima…di vestire una divisa..
    La divisa non assolve l’uomo dai crimini, qualsiasi divisa è questo il mio concetto !
    Ho detto divisa, ma potevo dire Croce !
    In sostanza si potrebbe dire che da entrambi le parti ci si ammazza per legittima difesa…, ma se è lecito che io spari per salvare la mia pelle dal nemico…rimane da stabilire cosa diavolo ci sia di lecito nelle guerre…ovvero sono uguali agrressori e aggrediti, e poi io aggredisco anche per azione preventiva…in quanto temo di essere aggredito..
    Si depreca la criminilatà organizzata..ebbene anch’essa ha i suoi “soldati ” che recluta secondo quali parametri secondo te !
    Ovvero dove trovano i manovali della guerra criminale, Lo Stato è dunque una forma di mafia organizzata ?
    Mia cara bisogna andarci cauti con certe asserzioni e bisogna usare usare criteri di razionalità laica
    A ) Bisogna saper distinguere tra aggressore ed aggredito
    B) bisogna saper distinguere tra diritti.doveri dell’aggredito e da quelli dell’aggressore…
    si potrebbe contunuare, sennò si finisce in un terribile pasticcio , ove nel tentativo di giustificare alcune cose , si finisce di giusticare tutto !
    A meno che si applichi il principio dell’IPSE DIXIT
    Quello come si sa ,giustifica tutto ..eh.eh !!

    cc
    Salvo il diritto a difendersi su quello siamo d’accordo.., ma anche in questo caso si potrebbe discettare, se per esempio si accetta la definione che la Guerra è solo un altro modo di fare la politica !

  3. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Rodolfo.
    Vero, mica le stuprano, almeno a quanto si sa, ma niente è escluso, sapendo i soggetti.
    Le fanno soltanto a pezzetti con un obice da 35
    Costa meno fatica e molto probabilmente, facendole a pezzetti, hanno lo stesso schizofrenico “orgasmo” di chi stupra.

    C.G.

  4. Rodolfo
    Rodolfo says:

    MINACCE ATTRAVERSO L’ALLUSIONE
    ANTISEMITISMO ATTRAVERSO L’ ALLUSIONE.

    Lei caro Nicotri e’ padrone di cancellare questo post, o parti di questo post…….e’ padrone di bannarmi dal blog….e padrone di fare allusioni….circa le pedate nel culo o magari in faccia… ed e’ sempre facile scrivere….e’ padrone di scrivermi che non conosco la vergogna….e’ padrone di parlare di bassezze e meschinita’ ed e’ padrone di alludere alle sberle.
    Lei e’ padrone di tutto….ma l’ amaro in bocca resta solo a lei….mi creda…..io da parte mia sono tranquillo.
    Se pero’ in questo blog alludessi alla sua meschinita’ …alla sua bassezza…se alludessi che con il suo comportamento e le sue idee in questo blog qualcuno pensasse che meriterebbe di essere preso a sberle …a calci in faccia e nel culo….lei come se la prenderebbe?….
    Cio’ vale anche per quanto riguarda cg e Uroburo…mentre cc si tiene sempre nelle sue…la sua concorrenza non e’ letale.
    Se io le dicessi che le cose che vengono sparate qui nel suo blog in Germania vengono considerate antisemite …lei che direbbe?
    Se le dicessi che alcune sue affermazioni…ma anche di Uroburo e di cg in Germania sono passibili di denunce per antisemitismo lei che direbbe? Forse non ci crederebbe… ma e cosi.
    1)”Io personalmente faccio fatica a credervi antisemiti e la mia non e’ una ALLUSIONE ma la penso veramente cosi…anche se i dubbi sono grandi”.
    Se ci fa’ caso nella frase di cui sopra ci sono tre ALLUSIONI…sta’ a lei o meglio a voi… scegliere quella piu’ appropriata.
    Ma andiamo per ordine….
    Sappiamo che esiste un antisemitismo di sinistra….(e non mi venga ancora con la solita boiata dei” i Palestinesi sono anche Semiti…lei con questo non prende in giro nessuno se non lei stesso….perche’ e’ risaputo che quando si parla di antisemitismo si parla di odio verso gli Ebrei) ( Tra l’ altro….ma questi sono affari suoi….cosa la induce dopo due viaggi in Israele a non raccontare niente di positivo?)
    Affari suoi…ma il tarlo e li…..
    Ma dicevo dell’ ansitemitismo di sinistra…e voi siete di sinistra …..
    ma c’ e’ da dire come premessa che dopo Auschwitz si fa’ fatica a credere ad un antisemitismo vero e proprio…per questo e’ molto difficile oggi individuare il vero antisemita ….questo si svela e lavora oggi attraverso ” un cercar di far capire”….
    quello che vuole lui naturalmente …e solo quello…non pero’ in un aperto odio per gli Ebrei. Questo mi sembra il suo caso….di cg e di Uroburo.
    Certamente il nucleo dell’ antisemitismo sta’ a destra ed e’ un fenomeno della destra..non e’ una invenzione della sinistra.
    Gli Ebrei sono considerati dalla destra come personificazione di tutte le negative consequenze del capitalismo….dunque ….denaro
    …capitale…interessi…ma anche l’ intellettualismo degli Ebrei viene combattuto.. …aggiungiamoci naturalmente anche le innumerevoli teorie del complotto…cosi arriviamo all’ Ebreo come l’ astratto della cattiveria dietro al quale ci sono tutte le miserie sociali possibili e immaginabili.
    Oltre cio’ si arriva cosi ad una divisione netta tra il bene e il male…
    cosi come anche le utopie di razza e nazione.
    Questi sono i quattro indizi e punti di riferimento per definire l’ antisemitismo…ma queste teorie appaiono anche ad una certa sinistra ….che non sono “esplicitamente” antisemite.
    Porto un esempio….la personificazione dei rapporti sociali….
    quando Lenin dice che la potenza…il potere si concentra su un piccolo mucchietto di miliardari….allora non si parla piu’ e non e’ piu’ una critica ad una struttura sociale….ma di PERSONE.
    E la stessa cosa quando si parla di banche e di capitalisti e degli imprenditori che vengono sfruttati….dunque di che cosa si parla?
    Si parla di “fare e arraffare” e’ chiaro….ed equivale al “chiggni e futti” di cg.
    Ma questi sono oggi gli argomenti degli antisemiti….cosi come ieri.
    Mi si potrebbe dire che questo solo non puo’ essere antisemitismo…ed io sono daccordo…pero’ vi e’ una strutturale affinita’ ….direi una parentela…e il passo e’ breve….basta ALLUDERE…e gia’ il malvagio…l’ empio capitalista viene identificato con l’ Ebreo….questa era una specialita’ di vox…ahime’ alle volte fin troppo esplicita.
    Ma l’ ALLUSIONE e’ anche una specialita’ vostra.
    Come divevo..(.e questo e’ molto importante) dopo Auschwitz e’ molto difficile essere e passare deliberatamente per antisemita…..
    perche? Perche’ cio’ e’ bandito e tabuizzato…proibito…vergognoso.
    Dunque chessifa’….”si lascia capire”… “si accenna”… dunque si allude.
    Per esempio…quando si parla di Gaza…si parla dell’ apocalisse dell’ umanita’ …della soluzione finale… queste sono scorrevoli associazioni….non si puo dire dunque che Uroburo e’ un antisemita…
    ma fa rizzare…tendere le orecchie…..allude…e si sa’ a cosa.
    Se si appura che mai un Ebreo in 60 anni di guerra ha stuprato una donna o ragazza Araba…..allora esce fuori quello che afferma….che se e’ cosi e solo perche’ la donna Araba viene considerata inferiore….oppure si esce fuori con post demenziali come quello di cg Nr. 54.
    Questo si chiama essere prevenuti….ed allora ogni discussione non ha piu’ senso….come chi fa un viaggio in Israele e quello che sa’ raccontare e solo negativo…..e che non sa’… perche’ prevenuto parlare nemmeno di una quisquiglia positiva. Perche’?
    Ma datevi voi stessi la risposta….e’ fin troppo evidente.
    In ogni caso certe esternazioni …certi commenti …….sono solamente buoni per promuovere l’ antisemitismo.
    Non lo si puo’ certo dire di me….perche’ ho sempre sostenuto
    l’ importanza e la necessita’ di uno Stato Palestinese….miraggio che nelle elezioni di oggi si prospetta molto piu’ lontano di ieri….
    purtroppo….sta’ sempre alla volonta’ dei Palestinesi…fare quei passi necessari affinche’ cio’ possa diventare una realta’.
    Per me e’ sempre difficile capire se siete dei veri antisemiti o no…
    ma c’ e’ sempre un periodico ritorno a strutture e discorsi che mi rendono perplesso e sospettoso.
    Sara’ questa anche una allusione? Vattelapesca….
    Dopo Auschwitz….esiste oggi un modello di pensiero che e’ quello del
    giravolta ….per esempio il giravolta della vittima e del colpevole….
    per gli Italiani colpevoli della morte di migliaia di Ebrei ….e’ un compiacimento …una soddisfazione…direi una liberazione dire …
    “gli Ebrei hanno armi e potenza….e con quella si sono costruiti uno Stato…e si va cosi avanti alla Uroburo…. da classificare lo Stato d’ Israele quale stato fascista che martorizza i nuovi Ebrei.
    Una magra soddisfazione….questo non e’ certo solo un fenomeno di destra …ma anche di voi sinistrorsi….quando parlate di guerra di “sterminio contro i Palestinesi”….questo e’ un termine antisemita …
    e quando mi si dice che “sono solo parole”… e’ Uroburo un antisemita? Non lo so….ma lui fa diventare il “martire- colpevole”
    e la colpa Italiana della morte di migliaia di Italiani Ebrei …della soluzione finale approvata anche dall’ Italia …la proietta a Israele….
    cosi finalmente si sente un po’ piu’ libero.
    Cari amici…ci sono tre punti che si chiamano quelle delle “Tre D” per arrivare al criterio …per capire quando si passa dalla semplice critica a Israele e si diventa antisemiti…
    La prima D quando si DELEGITTIMA Israele….questa e’ una cosa che risale ai lontani anni 67-68….quando gia’ Israele veniva definito dalla sinistra Stato imperialista che agiva contro i poveri Palestinesi.
    Delegittimare Israele e’ antisemitismo.
    La seconda D uando si DEMONIZZA Israele ….quando si parla che e’ Israele la causa di tutti i mali del mondo….che dirige il mondo con la sua finanza…che ricatta il mondo con la storia dell’olocausto….o che Israele e’ il pericolo principale per la pace nel mondo…questo si chiama demonizzare ed e’ antisemitismo.
    La terza D e’ per i doppi Standards….o come sta a capo di questo blog…per i due pesi e due misure.
    Questo significa che Israele viene giudicato in modo diverso che altri Stati. Cosi si condanna le azioni dei soldati Israeliani….mentre dei criminali e terroristi Arabi non si parla mai…un caso emblematico di cui in questo blog si fa spesso menzione(e’ antisemitismo se non lo sapete) e’ Sabra e Schatila….un massacro perpretato ai danni dei Palestinesi da milizie cristiane tollerato dai militari Israeliani…e su questo si e’ sempre parlato….dell’ avallo Israeliano…come se gli Israeliani fossero stati gli esecutori del massacro…i militari Giordani e Siriani non sono stati presi mai in considerazione….eppure sono stati loro gli esecutori.
    Anche questo e’ antisemitismo.
    Il pericolo vero dunque e’ essere prevenuti…e’ non riuscire a concepire ad analizzare …a considerare altre verita’ se non la propria.
    Rodolfo

  5. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Rodolfo.
    Bevi di meno.
    L’unico che in questo blog considera la sua verità (sic!) come il non plus ultra delle verità quello sei proprio tu e la tua ipocrisia pelosa.
    Dalla Groenlandia al Sudafrica, dal Cile alla Nuova Zelanda sono milioni di persone (tra cui il sottoscritto) che ritengono il governo di Israele così come messo, un’accozzaglia di terroristi pari-pari a quei fottuti che si fanno saltare in aria imbottiti di tritolo dentro un bus o chissà dove.
    I metodi sono diversi ma il risultato non cambia.
    Fattene una ragione, i tuoi piagnistei producono soltanto muffa.
    I veri nemici di quel popolo, lui stesso martoriato dai gangsters che lo governano, sono proprio quelli come te.
    Ne hai dato ampiamente prova, quindi cerca almeno di tacere invece di diffamare le persone con una spanna di cervello al di sopra del tuo.
    Sempre che tu ne abbia uno.

    C.G.

  6. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    E’ interessante notare come secondo lei in Germania considerino dunque antisemiti quasi metà della popolazione israeliana e una belle fetta degli ebrei che vivono fuori Israele. Beh, non a caso la Shoà l’hanno fatta i tedeschi! Evidentemente i tedeschi sono talmente rimbecilliti e in preda ai rimorsi – per colpe da far pagare però a chi non c’entra un fico secco – da considerare razzista chiunque negli Usa non vota per Obama….
    Si faccia visitare. In Germania.
    nicotri
    P. S. Di ciò che pensano e legiferano i tedeschi su certi argomenti me ne frego esattamente come mio padre se ne fregava di come sugli stessi argomenti legiferavano i tedeschi ai suoi tempi. Non so se mi spiego. Ma certo lei non può capire.

  7. controcorrente
    controcorrente says:

    Il cardinale Francis Spellmann di New York a proposito di Nogara disse: «Dopo Gesù Cristo la cosa più grande che è capitata alla Chiesa cattolica è Bernardino Nogara..

    C’entra poco , ma è interessante..con i nostri soldi, (B. Mussolini l’uomo della provvidenza,e i Pacelli..il Vaticone si è fatto un bel gruzzoletto…

    Infatti …Qualsiasi investimento che scelgo di fare deve essere completamente libero da qualsiasi considerazione religiosa o dottrinale; 2) devo essere libero di investire i fondi del Vaticano in ogni parte del mondo »B. Nogara
    Un vero laico in fatto di soldi !
    Laicità finanziaria !

    e infatti

    http://www.repubblica.it/economia/2013/01/22/news/vaticano_impero_immobiliare_segreto_a_londra-51046741/?ref=search

    Che si può dire..che la Teologia Finanziaria ed immobiliare è diventata un’arte !

    cc
    Uomini di Dio, uomini di affari !

  8. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro Rudolf,

    visto che per il momento ancora non mi hai iscritto in qualche “lista di procrizione”, in attesa di giudizio…lasciami dire alcune cose.
    a) Come ben sai, il cosiddetto “anti-semitismo” non è una invenzione dei nazisti !
    b) Le radici di questo attengiamento risiedono in primis nell’eterna lotta dei monoteismi nella gara continua per far vedere chi c’è la più lungo.
    c)Le radici della Finanza ebraica come ben sai, risalgono alla procrizione cristiana e cioè all’impedimento a non effettuare altri mestieri, in tempi in cui il peso della Finanza rispetto all’economia era relativo poichè Il Potere traeva le sua forza da altre “considerazioni”rispetto all’andamento generale dell’economia
    d) Solo con l’avvento del capitalismo l’importanza della Finanza Mondiale Globalizzata assurge ai livelli odierni.
    E questo già ai tempi della belle epoche, cioè appena prima dell’olocausto generale della prima guerra mondiale !
    E) Gli ebrei nel mondo ..nel frattempo, mediamente, si inserirono assai bene nelle comunità ospitanti,ovvero, non era una colpa che gli eberi conservassero le loro tradizioni e i loro costumi..una specie di “piccola internazionale” indotta.
    f) La maledizione dell’ebreo errante è una bufala colossale,(temo che però sia stata interiorizzata, sia per ragioni di comodo sia per ragioni psicologiche, una specie di Sindrome di Stoccolma)
    g) l’olocausto si inserisce come un momento preciso , nel grande olocausto che va dal 1914 al 1945 e che termina con la bomba di Hiroschima !
    E’ quindi un olocausto tra gli olocausti in termini numerici, in termini di modalità assurge e spicca nei suoi modi di attuazione ,scientifici e razionali..voluti da un’ideologia ben precisa,(per la verità molto più simile ad una nuova Religione )che per anni era stata tollerata da tutti i cosiddetti stati “democratici “..non pareva vero che esistesse una “cultura ” la chiamerei così, che si prestasse così bene ad un attacco frontale di quella porata , un nemico esterno cui affibbiare un sacco di colpe.
    Ho detto “cultura” e non razza e sangue e “terra”..come nel Fuhereprincip..diversamente si correrebbe il rischio di un confronto tra due Fuhererprincip uno tramontato (si fa per dire),sconfitto militarmente!
    Ti ricordo ,dati alla mano, che tra l’agosto 1914 ed il maggio 1945 vi furono settenta milioni di morti tra uomini donne e bambini.
    Quello ebraico è dunque stato un olocausto ,tra gli olocausti .

    Bene ora mi sai dire cosa c’entra tutto questo con i Palestinesi ?

    cc

    ps – la nascita di Israele,in quel contesto, di fine guerra, poteva essere una speranza,diverse persone provenienti da diversi paesi del mondo che formano uno Stato, laici, religiosi , agnostici..ect,ect
    Un’Utopia sembrava prender piede,…mi devi spiegare perchè ci si è impantani a Gaza !
    Certo , non è che i vicini vi amassero…improntati anche loro da una religione Monoteistica…, ma vien da chiederci..chi ha armato i “talebani” di tutto il mondo, chi ha distrutto il nascente “laicismo arabo”, unico che poteva arrivare ad un compromesso valido ?

  9. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x cc

    Hai dimenticato le decine e decine di genocidi commessi nelle Americhe, a nord, a centro e a sud.
    Un saluto.
    pino

  10. controcorrente
    controcorrente says:

    QUANDO I TAPPI DELLA NUTELLA FANNO MALE ALLA SALUTE !!!

    http://www.repubblica.it/cronaca/2013/01/21/news/datore_lavoro_condannato-50979520/

    Certo qualche solito benpensante potrebbe obiettare che si tratta di un caso isolato…

    perchè
    A) Gli operai non esistono più
    B) i sindacati nemmeno,perchè non fanno il loro dovere di tutela !

    Certo che fa specie che il titolare della rinomata ditta sia il presidente delle PMI di Asti !

    cc

    Qualche buontempone , poi, potrebbe infine obiettare che in fondo il datore di lavoro aveva fatto un favore all’operaia handicappata, assumendola…
    Sic.. meglio tenerla a casa sotto tutela del Welfare , così la paghiamo tutti e riduciamo i costi di produzione alle già tartassate PMI , di modo che l’economia si possa risollevare…,da un punto di vista Stalinista direi che forse il buontempone non ha tutti i torti,mentre invece per una etica .morale e cattolica…bisogna accettare i casi isolati..come destino e piano di DIO..l’ahandicapp sarà ricompensato nell’aldilà !

  11. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Gia’….gia’….gia”….la solita musica oramai ascoltata milioni di volte….e cosi il genocidio agli Ebrei….l’ olocausto diventa meno grave….meno importante….quasi da dimenticare.
    E si vorrebbe cosi nascondere che per molti versi e’ unico nella sua efferatezza… bestialita’…, ferocia… nefandezza…. orrore….sadismo… spietatezza e nella sua crudelta’….di consequenza irrepetibile dunque indimenticabile.
    Rodolfo

  12. Uroburo
    Uroburo says:

    Rodolfo { 23.01.13 alle 4:36 } alcune sue affermazioni…ma anche di Uroburo e di cg in Germania sono passibili di denunce per antisemitismo
    …ci sono tre punti che si chiamano quelle delle “Tre D” …per capire quando si passa dalla semplice critica a Israele e si diventa antisemiti…
    La prima D quando si DELEGITTIMA Israele….i.
    La seconda D uando si DEMONIZZA Israele …
    La terza D e’ per i doppi Standards….
    ———————————————————-
    Caro Rodolfo,
    tempo fa avevo scritto che dialogare con lei è inutile, da allora ho evitato di farlo ritenendo che non ne valesse la pena. Mi sembra però utile precisare che le leggi tedesche hanno un valore relativo ad un paese che è stato dal mondo intero accusato di razzismo. Mi sembra ovvio che abbiano alzato gli standard.
    Tuttavia usare la politica per giudicare del diritto è un principio non sempre giusto. Ad esempio a tutt’oggi la Germania continua a fornire (gratuitamente) armi e denaro allo stato d’Israele, in tal modo entrando in un conflitto internazionale i cui sviluppi non sono affatto certi, visto l’avventurismo della sua classe digggerente, ma che potrebbero sfociare in una guerra generale.
    Eppurtuttavia i tedeschi ritengono che sia loro dovere farlo, a dimostrazione di quanto lì opinione pubblica mondiale sia attossicata dalla visione e dalle trame israeliane. La realtà è che siete padroni di quasi tutta la stampa e che avere un’opinione indipendente e realistica, come mi sforzo di fare io, è sempre moooolto difficile.
    Un’altra affermazione che mi sento di ripetere, è che per me le razze contano tanto quanto il colore dei capelli o i gusti alimentari: c’è chi è biondo e chi è bruno; c’è chi ama la pizza e chi i crauti. Sono elementi che non entrano nei miei parametri di giudizio.
    Quanto poi alle sue tre D, affermazioni che evidentemente non sono farina del suo sacco, mi limito a costatare che per la Fiamma Nierenstein anche la semplice critica di Israele è antisemitismo. E visto che il 60 per cento degli israeliani votano per partiti di destra o di estrema destra lei capisce che i parametri per essere accusato di “antisemitismo” (sic!) sono ormai diventati amplissimi.
    Non intendo continuare questa inutile, oziosa, dannosa ed ingiustamente legittimante conversazione, ma lei è diventato uno a cui farei fatica a stringere la mano.
    Un saluto Uroburo

  13. Rodolfo
    Rodolfo says:

    I genocidi d’ altri tempi…..sissississi….
    l’ olocausto nella sua particolarita’ e’ incomprensibile….perche’ perpretato in una Europa civile e impregnata …colma di romanticismo…che e’ stato un movimento artistico… musicale… culturale e letterario sviluppatosi guarda caso proprio in Germania esportato ed accettato in tutta l’ Europa.
    Ma gia’….Mengele amava la cultura…suonava benissimo il pianoforte..
    dunque perche’?
    R

  14. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caro Uroburo e dunque anche Nicotri che ne ha anche accennato….
    in Germania non ci sono leggi particolari dove si stabilisce dove finisce una critica e comincia l’ antisemitismo….
    sono le leggi della ragione….che qualifica antisemita chi per esempio afferma…”voi siete assassini” riferendosi a Israele….oppure definire lo Stato d’ Israele , Stato fascista…questo e’ antisemitismo e non ha a che fare piu’ con la critica….credo in Italia sia anche cosi…
    R

  15. Rodolfo
    Rodolfo says:

    U.La realtà è che siete padroni di quasi tutta la stampa e che avere un’opinione indipendente e realistica, come mi sforzo di fare io, è sempre moooolto difficile.

    Questo…se lei non se ne accorge e’ antisemitismo….parlare di farina o non farina del sacco altrui ….lo trovo puerile…io leggo …elaboro e penso secondo la mia logica…..esattamente come lei…
    tutti attingiamo bene o male dai pensieri altrui ed elaboriamo poi i nostri….non si nasce ….si impara e cosi si cresce.
    R

  16. Uroburo
    Uroburo says:

    PER PINO E PER TUTTI
    Rodolfo { 23.01.13 alle 4:36 } Lei caro Nicotri e’ padrone di cancellare questo post, o parti di questo post…….e’ padrone di bannarmi dal blog….
    ————————————————-
    Caro Pino,
    io posso ritenere utile oppure no dialogare con Rodolfo; posso ritenere giusto oppure no stringergli la mano. Tuttavia farei tutto quanto è in mio potere per difendere il suo diritto di dire quel che pensa, anche e soprattutto quando non lo condividessi e mi infastidisse.
    Perhè o noi diventiamo un blog ideologicamente orientato, ed allora dovremo scriverlo a chiare lettere sotto al titolo della Homepage oppure tutti devono avere il diritto di scrivere liberamente quel che pensano contando sul fatto che per tutti questo sia un principio irrinunciabile.
    E mi dispiace veramente tanto leggere che Rodolfo teme di poter essere censurato o buttato fuori per le sue idee, per inaccettabili che possano essere. Quanto scrivo vale per Rodolfo come per chiunque altro.
    Un carissimo saluto a te e tutti Uroburo

  17. Rodolfo
    Rodolfo says:

    “di olocausti ce ne sono stati mille.”…
    “non e’ farina del suo sacco”…
    ecco la tattica dello sminuire …per potersi mettere sul piedistallo del professore….di quello che ha sempre ragione.

    tutto sbagliato…anche se non farina del mio sacco….nel momento in cui sono daccordo e persino elaboro un’ idea …quella diventa mia….
    e non potrebbe essere altrimenti.
    Rodolfo

  18. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caro Uroburo
    anche se certe sue sparate le trovo molto inopportune….la ringrazio per il suo 69…
    io ho scritto quelle parole perche’ Nicotri alludeva in forma di terza persona….il bannare….i calci in culo….le sberle ecc. ecc.
    questo non lo trovo molto gentile…se lo scrive in terza persona …lo pensa e questo non e’ per niente confortante….
    il problema e’ che a volte Nicotre parla bene e razzola male…
    se io per esempio avessi usato lo stesso linguaggio nei suoi confronti cosa sarebbe successo?
    A volte dunque mi domando a che serve essere gentile….a che serve non scrivere “testa zubba” o “stronzo”.
    Rodolfo

  19. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    Non so quali siano le leggi in Germania, la cosa non mi interessa anche perché io vivo in Italia e le leggi inique non è detto che le rispetti passivamente. In ogni caso, se in questo blog c’è un antisemita quello è lei. Visti anche i danni e l’antipatia che suscita per certe cause.
    Stop. Polemica finita. Mi faccia la cortesia di piantarla. Io viaggio dove cavolo mi pare o dove posso con le mie limitate finanze, e scrivo quel che credo vada scritto, non sarà certo lei o altri a dirmi come devo pensare, cosa devo fare, dove devo andare, quali amicizie scegliermi tra gli ebrei o tra gli israeliani, tra gli eschimesi o tra i circassi, e cosa devo scrivere. Veda di andare a intimidire qualche intimidibile. E cerchi di rendersi conto che anche il ridicolo dovrebbe avere un limite.
    nicotri

  20. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Uroburo

    Se c’è qualcuno che spadromeggia e si allarga, ma resta sempre libero di scrivere qui quel che gli pare, cazzate comprese, quello è Herr Rodolfo. Prova a fare la conta dei suoi commenti (i quali oltretutto dimostrano senza possibilità di dubbio qual è il suo ruolo). Ma quando Herr Rodolfo offende o diffama, in modo diretto o allusivo, e con me lo ha fatto e lo fa spesso, sono ovviamente libero di dirgli ciò che merita. A Herr Rodolfo dedico fin troppo spazio, tempo e pazienza. Vedo che lui ovviamente ne abusa. In tutti questi anni NON ha MAI portato un argomento nuovo, ma solo fatto propaganda. Io mi sono nel frattempo letto alcune decine di libri, oltretutto scritti da israeliani, per scrivere ciò che man mano apprendevo di nuovo e a volte anche di insospettabile e insospettato. Ma Herr Rodolfo pretende di scegliere lui quali autori io debba leggere!!!!!!!!! Capisco che i manicomi li abbiano chiusi, almeno in Italia, ma non per questo devo essere tediato in continuazione.
    Spero di essere stato chiaro. E di non dovermi più occupare di Herr Rodoflo e di non sentirmi più dire che la sua libertà di espressione è minacciata. Da chi, se non da se stesso? Ne ho le palle piene di gente che come Balbo, hvg e affini sputano nel piatto dove mangiano.
    Un abbraccio.
    pino

  21. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    le sentenze non si commentano, si applicano!…però, però…un articolo di giornale si può credere che non la racconti giusta!
    Oppure che nella vicenda ci sono statai sicuramente controlli NON fatti.
    Per l’assunzione di portatori di handicap , e gli handicap sono di moltissime specie…-per esempio un alcolista in trattamento è considerato tale nell’assegnargli un lavoro-…c’è un medico che fa diagnosi e prognosi, ci sono poi assistenti sociali e sanitari che monitorano regolarmente l’attività dell’handicappato.
    Ora che nessuno si sia accorto, nei controlli, che l’operaia faceva attività non confacenti alla sua malattia….strano, strano, molto strano!
    In questo caso i sindacati c’entrano come i cavoli a merenda!

    Qui non ha fatto il suo lavoro non soltanto il datore di lavoro!
    Poi… uno scatolone dal peso di 14 kg da alzare e spostare???
    Ma non hanno un muletto in quell’azienda?
    La Illy ha i robot per spostare le scatole in spedizione piene di barattoli di caffè!

    Mahhhh! Non me la contano giusta!

    Sylvi

  22. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    non hai letto bene, il medico di fabbrica aveva dichiarato inabile a quel lavoro l’operaia e comunque non credo che in Tribunale siano tutti dei “coglioni” , perdipiù komunisti!
    Ho già detto che potrebbe essere un caso isolato,per cui di quello che succede alla Yllih non me ne frega una beata fava…potrebbe essere un caso isolato !
    Tutta colpa della magistocrazia Kommunista eh Sylvina, come nel caso del Sylvino con le giudichesse, donne e Komuniste per il suo divorzio.
    In sostanza tutta colpa dei Sindacati che non hanno segnalato…in particolare poi magari della CGIL…una svista del padrone…che è sempre buono e bravo..come da copione trito e ritrito !!

    cc

  23. controcorrente
    controcorrente says:

    Ah dimenticavo ..che lavora 48 ore al giorno ,per arricchire i suoi operai e mantenere lo Stato Sociale !

    cc

  24. controcorrente
    controcorrente says:

    Quando la follia e la malafede trascendono..!!

    Ma caro Rudolf,denunciare gli altri genocidi nel mondo, solo uno come te , può sostenere che serva a sminuire quello ebraico.
    Serve invece ad inquadrare il fenomeno in un ben preciso contesto…
    Sennò come dici tu sembra che gli ebrei, siano gli unici ad essere stati uccisi in tutta la storia, avvalorando così la tesi teologica di una punizione divina ad aeternum !

    cc

  25. controcorrente
    controcorrente says:

    x Rudolf,

    dimenticavo..se inquadrato nel suo contesto storico, l’olocausto degli Ebrei a mio avviso diventa comprensibilissimo,solo chi ha i paraocchi non comprende, ma viene il dubbio che la non comprensione sia una una scusa,per giustificare una certa politica…anzi TU personalmente qui su questo Blog sei una conferma di questo fatto..per fortuna che gli ebrei nel mondo non sono tutti come te !

    cc

  26. Shalom: per non sminuire l'uccisione di Tizio...
    Shalom: per non sminuire l'uccisione di Tizio... says:

    ….non bisogna parlare dell’uccisione di Caio, Sempronio e degli altri milioni di assassinati.
    Tipica logica degli imbecilli. Specie se tromboncini.
    Shalom

  27. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Shalom…80: per non sminuire l’uccisione di Tizio… { 23.01.13 alle 16:07 }
    ….non bisogna parlare dell’uccisione di Caio, Sempronio e degli altri milioni di assassinati.


    Caro Shalom
    Sarebbe anche abbastanza complicato farlo….
    no….invece e’ proprio cosi….se io parlo dell’ olocausto come una tragedia particolare avvenuta pochi decenni fa’ in un’ Europa impregnata di romanticismo e illuminismo e mi si porta a comparare la tragedia degli Inka…allora non si vuol far altro che sminuire la tragedia della Shoa’ per sminuire le proprie colpe o meglio le colpe dei propri padri….li non ci piove.
    Cosi vale comparare Israele ad uno Stato fascista ed assassino…in questo modo si porta tutto allo stesso livello…e lo Stato fascista Italiano responsabile di migliaia di morti di Ebrei Italiani…diventa cosi meno fascista…meno bestiale e crudele.
    Quindi….secondo il mio parere ed a seguito del tuo ragionamento tu…
    caro Shalom….tu che hai scelto un nick Ebraico…non puoi essere un Ebreo.
    Io mi trovo perfettamente daccordo che non bisogna strumentalizzare la Shoa’….lo trovo estremamente fastidioso…
    ma val la pena di ricordare….val la pena di raccontare….per capire dove puo’ arrivare un animo umano quando si lascia vincere dai pregiudizi…dai stereotipi e dai preconcetti…che portano a quelle famose tre “D”…delegittimare….demonizzare…doppio standard….
    consequenza diffamazioni … ODIO…..
    Non ho nessun problema quando qualcuno critica Israele …anzi e’ necessario criticare Israele …ma bisogna saperlo fare…analizzando in modo preciso quali sono state le cause che hanno portato ad un certo comportamento…che puo’ essere senza dubbio sbagliato e non vuole essere un alibi….ma se non lo si fa”….se non si e’ capaci di farlo…allora si cade anche senza volerlo nell’ antisemitismo piu’ becero e triviale.
    Un saluto
    Rodolfo

  28. sylvi
    sylvi says:

    caro cicci,

    potrei inventarmi un vezzeggiativo -dispregiativo per te se continui a chiamare Sylvino, con la y l’asfaltato di Arcore.
    Non gradisco confusioni, e poi …come sai bene …io non mi chiamo Silvia!!!

    Io ho usato argomenti…tu usi sarcasmo dei miei tacchi!
    Repubblica non ha virgolettato la sentenza, perciò ho preso con le pinze il giornalista.
    O peggio…in Piemonte esistono fabbriche che nell’a. di grazia 2023 fanno spostare a mano agli operai scatoloni da 14 kg?
    Cos’è il Burkina Faso? Ma credo che anche là abbiano i muletti!!!
    E poi che volume dovrebbe avere quello scatolone per contenere cr 1000 tappi da champagne che non sono di sughero?
    Sarà anche una eccezione ma mi pare molto strana., la cosa!
    E poi infine, non è un mistero per nessuno che i giudici del lavoro usano dare ragione sempre all’operaio.
    E ti sfido a trovarmi un giudice del lavoro che ha dato ragione a un imprenditore, in qualsiasi causa!!!

    ps: mio marito e moltissimi suoi colleghi hanno sempre fatto 50 ore la settimana…dov’è la meraviglia?

    Parlando degli handicappati in fabbrica,

    ….meglio tenerla a casa sotto tutela del Welfare , così la paghiamo tutti e riduciamo i costi di produzione alle già tartassate PMI , di modo che l’economia si possa risollevare…,CC

    E perchè uno Stato dovrebbe caricare dei suoi problemi sociali la PMI, senza scaricarla almeno di tutte le tasse??? Mistero.
    Lo Statuto del Lavoro, quella legge tanto civile, a 15 dipendenti ti proibisce di licenziare, o ora a pagare fior di mensilità; ti obbliga ad assumere un handicappato, a pagare l’Irap …e tante altre amenità…
    ma non fa prima a sequestrare e nazionalizzare la fabbrica per la felicità dei Vendola, Camusso, Landini?
    Ma se fosse tutto statalizzato, questi tre campioni come passerebbero il tempo?
    Tu che hai studiato Marx, me lo spieghi?

    Sylvi

  29. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    avrai compreso che l’abuso del “sylvino”, è collegato a quando tu usi argomenti tipici dell’asfaltato di Arcore,(mica poi tanto),come dire “tutti” i giudici in “cause del lavoro” danno ragione agli operai, insinuando di conseguenza che non esamino nemmeno la materia del contendere rispetto alle vigenti leggi.
    Ora questo metodo è tipico dell’Uomo di Arcore.
    Magari non ti passa nemmeno per il cervello, che le cause non si facciano ad Ufo, ma solo quando esistano seri motivi per farle ..per cui magari l’80% degli esisti sia scontato, secondo le vigenti leggi.
    Il sarcasmo poi l’ho usato in seconda battuta…,solo dopo che tu hai introdotto più velatamente il succo di quanto espresso qui ora con chiarezza.:C’è un complotto della magistratura del lavoro contro le PMI !

    Nel caso specifico nemmeno io conosco la materia del contendere, nè il dispositivo di sentenza !
    In genere tenderei a darti ragioni , nello specifico…può esistere un’azienda che non sia dotata di un muletto per caricare pacchi di tappi di metallo Nutella ??
    In linea di massima direi di no,mah come dici tu mah…potrebbero esserci altre ragioni che nè io nè tu conosciamo sul perchè quella dipendente svolgesse un lavoro manuale e nemmeno sappiamo che tipo di handicapp avesse.
    Tu hai già insinuato che magari poteva essere un’ubriacona !
    Tipico anche questo del metodo di propaganda preventiva atta, a denigrare in partenza quello che non aggrada, anche questo mi pare attribuibile all’asfaltato di Arcore !
    Ahhh l’Irap l’abbassiamo adesso ed aumentiamo l’IVA , vai tranquilla e mandiamo a casa gli handicappati ….che ovviamente non rendono quanto i normali..questi ai fini produttivi mi pare Stalinismo di fabbrica …quando il problema era la produzione socialista ..
    Marx non c’entra nulla come vedi con i problemi delle PMI

    cc
    Pittosto hai letto gli inediti ???
    Monti ha promesso che cancella l’art 18 ?
    Ahh magari mi scarisse pure qualche cosina a me, io pago, io pago, io pago sempre tutto !!!!!!e non posso nemmeno evadere !
    E come me a milioni e non sono nemmeno una PMI!
    E poi cosa c’entra l’art 18, con gli handicappati ?
    50 ore alla settimana? io ho detto 48 ore al giorno !

  30. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro Uroburo,

    posso capire la prima parte, ma in tutta sincerità…

    E mi dispiace veramente tanto leggere che Rodolfo teme di poter essere censurato o buttato fuori per le sue idee, per inaccettabili che possano essere. Quanto scrivo vale per Rodolfo come per chiunque altro.

    Questo proprio non lo capisco !
    Secondo il mio modesto parere Rudolf, non teme affatto di essere espulso o censurato su questo Blog…
    Anzi, forse, lo considerebbe un successo personale..potrebbe così fare la vittima.., ma ho paura che nemmeno questo sia il suo vero scopo..

    In merito poi, al fatto ,che eventualmente il Blog debba dichiarare qualche forma ideologicamente orientata, mi sembra una stupidaggine..
    E quand’anche lo facesse, sarei curioso di sapere cosa mai diavolo potrebbe scrivere Pino in seconda riga….e poi ancora..nel caso lo facesse si dovrebbero tagliare necessariamente i non allineati..??(non siamo mica Grillo)….
    Mi sembra un fasciarsi la testa , preventivamente ..Mi sembra questo un Blog dove ad un intervento del blog master, di natura “orientata” talvolta, mai però priva di fatti e dati concreti a supporto..il resto lo fanno poi i vari blogghisti..a seconda dei gusti personali…
    Se proprio vogliamo lo si potrebbe chiamare Blog LAICO, NEL senso stretto ,che proprio la laicità di per sè è sinonimo di neutralità oggettiva…dove ovviamente però nessuno rinuncia a dire quello che pensa…anche in senso religioso perbacco…
    Poi è chiaro che quando la polemica scende a livello personale..pure il Blog master possa reagire..!!
    Pino mica è un anonimo che mette a disposizione delle pagine per il gusto personale di vedere che vengono riempite..!!
    Mi sembra che molti se ne siano andati per i più svariati motivi, anzi di alcuni non è nemmeno dato di conoscere le vere ragioni !
    Solo questo volevo dire !
    Ciao
    cc
    ps- vado avedere se mi hai mandato i dati di pentola !

  31. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Comunicato stampa di Massimo Polledri, deputato uscente (diciamo trombato) della Lega Nord.
    Un capolavoro.

    «Non sarò nelle liste per queste elezioni politiche. La componente cattolica, quindi la possibilità di fare una forte campagna sui valori non negoziabili, non è stata scelta: l’accento va sull’economia. Ringrazio il movimento, i piacentini, Umberto Bossi e Silvio Berlusconi, per la magnifica opportunità di sedere in Parlamento per 12 anni. Come cristiano sono felice perché so e constato che l’immenso amore di Dio non viene mai meno: non siamo amati diversamente se siamo poveri o ricchi, operai o deputati. Per adeguarci a questo amore siamo chiamati, e mi sento chiamato, a convertirci, cioè a cambiare il modo di amare e di fare buone le nuove cose e le nove strade. Se anche Cristoforo Colombo avesse scelto di rimanere al caldo nel porto non avrebbe mai scoperto l’America».

    ..povero Cristo (quello sulla croce) che tra i tanti, si deve sorbire anche i legaioli della Sega Nord che si sentono “chiamati”
    a convertirsi.
    Convertirsi de chè?

    C.G.

  32. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x CC

    Basta leggere la riga scritta sotto la dicitura Arruotalibera nella testata del blog: l’orientamento “ideologico” è scritto ben chiaro.
    Ciau, neh.
    pino

  33. peter
    peter says:

    quando avro’ tempo, vedro’ di leggermi l’articolo di Pino, il confronto e le informazioni da altre culture e’ sempre interessante, anche se di contatti con persone di culture diverse ne ho abbastanza per mio conto.

    Un appunto per Pino, la sua visione di altri popoli e culture e’ spesso un tantino edulcorata, c’e’ una certa coloritura ‘ideologica’, l’ho notata spesso in passato, specie in rapporto al mondo islamico, ma non solo. Per esempio, avevo dato per buona la convinzione di Pino che i cinesi non avessero mai invaso altri paesi, finche’ la coreana non mi ha quasi dato una sberla. I cinesi, mi ha detto, invasero piu’ volte praticamente tutto il Sud-Est asiatico, compresa Corea, Laos, Indocina, etc etc. La cultura cinese ha profondamente permeato tutta la zona da secoli, e spesso in modo non pacifico.

    Per Uroburo, che dice che ‘ i tedeschi sono stati accusati di razzismo da tutto il mondo’. I tedeschi sono intrinsecamente razzisti, negarlo e’ assurdo. Lo sono in maggioranza ancora oggi, qui in UK alcuni vaneggiano di espellere gli islamici, leggo sul web che in Germania vi sono gruppi neonazisti armati o aspiranti tali, il che e’ molto peggio.
    Sono in genere ostili anche verso altri europei, basta incontrare turisti tedeschi all’estero, noto anche che vi sono agenzie turistiche che servono esclusivamente tedeschi e paesi limitrofi come Austria o Benelux….

    Peter

  34. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Caro Peter,
    hai una visione del tedesco decisamente stereotipata.
    Quella generazione di cui forse parli sta via-via scomparendo per sopraggiunti limiti fisiologici. Il tedesco moderno è molto più aperto e colto, quei gruppuscoli di neonazi ci sono in Germania, come in Italia, Olanda, Danimarca e anche in Inghilterra.
    E non è vero affatto che sono ostili verso gli altri europei. Il tedesco medio, per esempio noi italiani ci adora, ci detesta in tantissime cose e in fondo ci invidia. Un pò come noi verso loro.
    Forse contro l’ UK hanno qualche callo che fa male , ma questa è un’altra questione più legata alla vecchia generazione che a quella odierna.
    A meno che non ti sono tout court antipatici, il discorso cambia.
    Ti consiglierei comunque di visitare ancora una volta Berlino (d’estate, altrimenti ti geli gli alluci tanto fa freddo) in questa città per me straordinaria e che ha soppiantato in pochi anni Parigi come capitale culturale d’Europa, capirai il tedesco dei giorni nostri.

    C.G.

  35. sylvi
    sylvi says:

    …Tu hai già insinuato che magari poteva essere un’ubriacona !CC

    caro CC,
    ovviamente non ti è passato per la testa che , nel mio esempio, mi riferissi a situazioni conosciute direttamente!
    Gli handicappati non rendono come i normali? Basterebbe non scaricarli brutalmente sulle spalle di una singola azienda che, magari piccola, sente il peso in maniera spropositata rispetto a una grande.
    Questa è solidarietà pelosa che non giova nemmeno all’handicappato.

    L’Irap non va abbassata, va abolita, almeno fino a quando uno Stato non tasserrà la FANTASIA.
    E’ il frutto del solito ragionamento giuridico italiota:
    – non sono io Stato che devo scoprire quanto tu fatturi e tassarti adeguatamente, ma sei tu imprenditore che devi dimostrarmi che i miei calcoli fantasiosi sul tuo fatturato non sono veri!
    Visco ha inventato questa tassa per punire la piccola impresa privata, e i risultati si vedono.
    Tu dirai: come recuperare il gettito dell’Irap?
    Ti rispondo: basta copiare i nostri vicini che non ce l’hanno.
    L’art. 18! In Germania non c’è, e si può licenziare con adeguate contropartite.
    Ti invito solo a ragionare sui diciannove riassunti Fiom alla Fiat:
    non godono della stima e della fiducia dell’Azienda, e questo, dici tu,poco male…ma soprattutto creano un’atmosfera di sospetto e di paura fra i compagni e i colleghi, e questo non è esattamente un bel lavorare per nessuno.
    Io la chiamerei vittoria di Pirro…e vedremo come finirà.
    Non sempre , anzi quasi mai, si vince coi muscoli!

    Sylvi

  36. sylvi
    sylvi says:

    caro C.G.

    non sono stata a Berlino, ma dai rocconti che mi hanno fatto e anche dal fatto che tu la paragoni a Parigi…io direi che non sia il luogo adatto per conoscere i tedeschi.
    Ho conosciuto in Galles un inglese di Manchester che aveva girato un po’ ovunque, parlava anche un italiano comprensibile.
    Mi disse: Londra non è l’Inghilterra, Roma non è l’Italia, Parigi non è la Francia…è vero; perciò io credo che per conoscere un po’ i tedeschi bisognerebbe andare a Monaco, a Stoccarda, a Brema o Amburgo…sono molto diversi fra loro ma hanno un filo conduttore…
    Per il resto che scrivi sono del tutto d’accordo con te.

    Sylvi

  37. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    P.S. x Peter.
    Per un anglofono, a Berlino non esiste problema di comunicazione.
    È la seconda lingua.
    E neanche esprimendosi in italiano si fa fatica.
    C.G.

  38. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Sylvi.
    Conosco Monaco di Baviera perchè ci ho vissuto quasi un anno, quartiere Schwabing, quello degli artisti. Un pò Düsseldorf per motivi professionali ma Berlino è stata una bella sorpresa. Una decina di anni fa me l’avevano descritta come tetra, con clima piuttosto freddo.
    A parte il clima, non è assolutamente vero che sia tetra. Tutt’altro!
    Di una vitalità e una scelta culturale da far impallidire non solo Parigi. Una città moderna, funzionale, interessante, cosmopolita , quindi aperta.
    Negli ultimi anni ci sono stato 4 volte per 5-6 giorni ogni volta, e dato che parlo la loro lingua mi riusciva facilissimo districarmi per scegliere il progamma giornaliero.
    La consiglio a tutti, però come consigliato anche a Peter, andarci d’estate o in primavera inoltrata.
    Non vi deluderà.

    C.G.

  39. controcorrente
    controcorrente says:

    Opps scusa Pino , me ne dimenticavo :

    “Critica delle verità ufficiali.Contro l’ipocrisia e l’uso di due pesi e due misure da parte del Potere!”

    In effetti è già un programma, più che un orientamento ideologico.

    Perchè la critica va sempre esercitata, soprattutto contro le verità ufficiali ,che in genere “scendono” dal potere, anzi è proprio così!
    Mi sembra un incontestabile programma liberale, anzi un assunto fondamentale del liberalesimo democratico.
    Senza la critica costante ,niet democrazia ..mi pare che fosse proprio così !
    Dubitare, dubitare sempre delle verità “ufficiali “,metterle a confronto con i fatti reali ,anche qui siamo in pieno negli assunti del Liberalesimo democratico..eh,eh, contro tutti gli “Ipse dixit ”

    e visto che siamo in tema
    aufidersen

    cc

  40. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Anche io me la svigno sotto le coperte. Tra poco arriva Rodolfo con la solita novella del “ci vogliono buttare tutti a mare” e funzionerebbe come potente sonnifero.
    Devo fare due file di scale e non voglio addommentarmi già al quinto gradino.
    Buonanotte a voi.

    C.G.

  41. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xcg 88
    buona analisi…e’cosi…
    per altro conosco ed ho conosciuto molti tedeschi della mia stessa eta’…cioe’ credo della nostra…persone perfette ed educate nelle idee e nei propositi.
    I balordi come hai scritto tu esistono dappertutto…in Italia ce ne siamo accorti con le frasi contro Balotelli e nella partita Tottenham contro i biancocelesti della Lazio….una vergogna senza fine….ma nell’ insieme la gioventu’ e lo sport Italiano e’ pulito…
    in America la cosa non e’ diversa….ma come sempre non si puo’ incolpare per quattro idioti un’ intera societa’.

    Rodolfo

  42. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Può darsi che io dia quell’impressione, così come può capitare che io sbagli. Non conosco bene l’intera storia cinese, ma un fatto è certo: la Cina e nessun altro Paese al mondo ha mai avuto qualcosa che somigli al nostro colonialismo. Con il quale abbiamo eliminato decine anzi centinaia di popoli, una intera collezione di genocidi. Perfino gente come Gengis Khan una volta conquistato un territorio e massacrata la popolazione rendevano tutti eguali, non sfruttati a sangue a favore del popolo dominatore. E proprio l’accenno a Gengis Khan che ho fatto i nquesta puntata del blog mal si concilia con la sua affermazione riguardo la mia visione edulcorata degli altri popoli.
    Certo ci sono popoli e religioni che non hanno mai massacrato nessuno. Ma purtroppo credo che chiunque abbia il potere ne approfitti come chiunque altro. E che chiunque abbia troppo potere ne approfitti tragicamente a spese altrui. Ci sono persone migliori di altre, ma in quanto a Stati…. Solo i rapporti di forza non troppo squilibrati possono evitare che la violenza in agguato in ogni essere umano e ancor più in ogni gruppo organizzato di esseri umani possa scatenare morte e distruzione. Romani, spagnoli, tedeschi, italiani, statunitensi, cinesi, ecc., non fanno nessuna o comunque troppa differenza se hanno una pistola in pugno di fronte a un gruppo disarmato.
    Un saluto.
    pino

  43. controcorrente
    controcorrente says:

    Irap.

    Tutti parlano di togliere l’IRAP

    Da Sylvi, a Bersani e Berlusconi, Monti non so..

    Sylvi ,però si dimentica che l’Irap ha sostituito da dodici anni ben sette altri tributi dalla tassa della salute,all’Ilor, all’Iciap ecte,ect nel quedro di un riordino del sistema fiscale (semplificazione).
    E’ un’imposta regionale e serve a coprire e finanziare il servizio sanitario che come ben si ricorda è regionale.
    Ora mi chiedo, togliere va bene,ma con cosa propone di sostituirla la Sylvi ?
    L?IRAP non è stata quindi una nuova tassa, ma una tassa che ha sostituto altre tasse.
    Semmai,credo nel quadro della crisi va rivisto il meccanismo che incide sulla produzione di beni e servizi, sempre restando fermo il principio che ogni cosa che va tolta ,va reintegrata da altra parte…
    Uno potrebbe l?IVA, che viene pagata da tutti indistintamente belli e brutti ricchi e poveri..
    L’aumento dell?iVA però in una situazione di crisi produrrebbe una diminuzione ulteriore dei consumi e quindi un richiesta di meno produzione…certo non in modo simmetrico,tra chi esporta principalmente all’estero e chi lavora per il mercato nazionale !
    L’esporatore verrebbe privilegiato ,mentre chi lavora per il mercato nazionale meno…anzi c’è il pericolo che questi venga eliminato dal mercato nazionale..favorendo vieppiù i concorrenti esteri !

    In effetti ieri sera , mio cugino che se intende, dice che le “pause caffè”nelle fabbriche sono diminuite del 17% mediamente…lo si vede dal calo dei consumi di caffè alle macchinette!
    Quando si parla le cose bisogna dirle tutte…è la base di un sano riformismo e non di sparare “cazzate” a vanvera a seconda dei mal di pancia personali !
    Senza entrare nel merito,solo per un desiderio di chiarezza ulteriore !

    cc
    Poi posso dire anche io , un sacco di cazzate..ovviamente ma vorrei essere contestato sui fatti ,ovvero ogni singola azione nell’economia provoca ripercussioni …, certo che se si guarda solo alla punta del proprio naso , tutto è possibile , fino alla punta del proprio naso , appunto.
    Tutto questo solo per desiderio di chiarezza,senza polemiche !

  44. Peter
    Peter says:

    x CG

    d’accordo che anche le mie idee possano essere erronee o stereotipate o antiquate, ma notavo brevemente che Uroburo difendeva i tedeschi dall’accusa di razzismo come fossero angioletti…
    Sono stato nelle citta’ che hai detto, Berlino a Nord e Monaco a Sud, la ‘seconda capitale’ o ‘capitale ombra’ come mi pare la chiamino. Berlino e’ ok perche’ molto cosmopolita, Monaco l’ho vista appena ma mi ha fatto una cattiva impressione per gli sbuffi e persino gridate maleducate di addetti al metro’ ed altri servizi pubblici che provavo ad usare in una grigia giornata piovosa a giugno…dato che non parlavo tedesco. Immagino che se avessi provato con l’italiano mi avrebbero magari linciato?!…
    A Berlino erano molto piu’ educati, ed ok con l’inglese, ma dire che capiscano l’italiano e’ un’assurdita’, scusa…
    I tedeschi riescono ad essere presi per razzisti o xenofobici anche quando (forse) non lo sono, di questo posso dare atto. Sara’ il modo militaresco ed in bianco e nero in cui spesso comunicano…l’ho notato spesso in altri paesi con tedeschi in visita, non solo in Germania.

    un saluto

    Peter

  45. sylvi
    sylvi says:

    Monaco l’ho vista appena ma mi ha fatto una cattiva impressione per gli sbuffi e persino gridate maleducate di addetti al metro’ ed altri servizi pubblici che provavo ad usare in una grigia giornata piovosa a giugno…Peter

    x Peter

    Lei è decisamente il primo in assoluto che parla dei bavaresi di Monaco in questo modo!!
    Sono famosi per la loro “allegria e spensieratezza meridionale”; terroni direbbero ad Amburgo!
    Secondo me lei era talmente impegnato a mimetizzarsi come italiano del Sud ! dimenticando di mimetizzarsi come inglese naturalizzato… il massimo per un tedesco!!!
    Insomma l’hanno guardata in faccia e hanno deciso che ciò che vedevano non gli piaceva!
    Non si può pretendere di essere simpatici a tutti…come lei lo è in questo blog!!!!!!!!!! ( ci legga faccette ghignanti!!!!!!!!!).

    Sylvi

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