Il contenitore e il suo contenuto

La coscienza umana, nella sua assoluta profondità, è insondabile, persino a noi stessi.

La conoscenza che abbiamo delle sue caratteristiche è invece relativa, nel senso che può aumentare o diminuire a seconda delle circostanze, sociali e personali.

Possiamo scoprire in noi degli stati d’animo, dei sentimenti, delle facoltà di scelta grazie non tanto a delle nostre riflessioni personali, quanto piuttosto a delle relazioni sociali.

Sono proprio nelle relazioni sociali che ci aiutano a capire meglio noi stessi: sia che gli altri siano individui positivi, che ci fanno vivere meglio la vita e quindi comprendere meglio le nostre risorse; sia che gli altri siano individui negativi, che ci traggono in inganno e ci fanno compiere azioni che non avremmo dovuto fare e che non avremmo mai pensato di fare. In questo secondo caso dobbiamo essere abbastanza intelligenti da capire in che modo un’esperienza da negativa può diventare positiva.

Le riflessioni personali, introspettive, sono tanto più ricche quanto più profonde sono le relazioni sociali. La controprova di questo è data dal fatto che le persone isolate tendono a ripetere sempre le stesse cose, a fissarsi su determinate idee o abitudini, fino a diventare maniache, ossessive.

Noi non siamo fatti per stare soli, tant’è che quando andiamo a cercare un po’ di pace nella solitudine, ci annoiamo molto presto e abbiamo persino bisogno d’inventarci delle cose da fare, coltivare degli interessi particolari o anche solo degli hobby, con cui far passare il tempo.

Ovviamente una qualunque relazione personale è sottoposta ai condizionamenti oggettivi di una determinata società o, se si preferisce, è delimitata dalle condizioni storiche di una certa epoca.

E’ indubbio, p. es., che la grande capacità tecnologica dei mezzi di comunicazione di massa ha oggi ridotto di molto l’esigenza di avere ampie relazioni sociali. Gli individui, sempre più soli, s’interfacciano col mondo esterno attraverso la mediazione di canali televisivi (che fino a sessant’anni fa erano solo radiofonici e cinematografici).

Oggi addirittura si pensa di ovviare a questa anomalia comportamentale, tipica di tutte le società tecnologicamente avanzate, accedendo alle cosiddette “reti telematiche”, di cui i “social network” rappresentano la quintessenza più significativa. La magia dell’interazione utente, da viversi in tempo reale con persone in capo al mondo, fa illudere enormemente sulla capacità di stabilire effettive relazioni sociali: si finisce col confondere il reale col virtuale.

In ogni caso per una coscienza sociale insondabile come la nostra ci vuole uno spazio adeguato, una comunità di persone che potenzialmente sia infinita. Certo, possiamo accontentarci di vivere in una piccola comunità, che, anche quando piccolissima (come per esempio quella del rapporto di coppia), è sempre meglio della solitudine. Però vogliamo essere sicuri che alla comunità non venga mai negata la possibilità di conoscere nuove persone. Ci piacciono le novità, ci stimolano a riflettere, ampliano i nostri orizzonti cognitivi, le nostre competenze e abilità.

Ora, è evidente che quanto più andiamo in profondità, tanto più la nostra coscienza avverte che lo spazio attorno a sé è insufficiente, come lo avverte il feto, che ad un certo momento si posiziona per uscire.

Ma per una coscienza insondabile, della cui profondità infinita abbiamo sempre più consapevolezza, quale può essere il luogo più adatto per sentirsi adeguata? Cioè per avvertire che le sue possibilità di scelta sono illimitate? Non esiste altro luogo che l’universo, le cui dimensioni geo-fisiche sono per noi del tutto incommensurabili.

L’unico modo in cui un contenuto possa esprimersi in maniera conforme alla propria profondità, o possa comunque sentirsi potenzialmente idoneo a vivere secondo le proprie possibilità, è quello di esistere in un contenitore illimitato per estensione.

La coscienza, in altre parole, ha bisogno di sapere che lo spazio in cui chiede di vivere non ha limiti che essa stessa non si ponga. Le infinite possibilità di relazioni, per costruirsi un’identità, possono essere ridotte a un nulla solo se la coscienza desidera vivere nella solitudine. Nessuno potrà essere impedito dal vivere come un eremita, ma bisognerà comunque metterlo nelle condizioni di non volerlo fare soltanto come forma di protesta, cioè come opposizione individuale a delle relazioni fasulle. Se l’inferno esiste, deve esistere solo per chi lo vuole.

Se questo è possibile, chiunque si rende facilmente conto:

  1. che tra il nostro pianeta e l’universo le differenze non sono di sostanza, ma solo di forma;
  2. che la dimensione umana è l’unica ad essere adeguata all’universo, avendo analoghe caratteristiche;
  3. che la legge fondamentale dell’universo, in grado di sintetizzare tutte le altre, è la libertà di coscienza.