Pier Paolo Pasolini 35 anni dopo la sua morte

Sono trascorsi trentacinque anni da quel giorno in cui il corpo intriso di sangue e violenza di Pier Paolo Pasolini venne rinvenuto sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia, a pochi chilometri dalla capitale. Trentacinque anni e un solo colpevole reo confesso: Pino Pelosi, un ragazzo di vita, un vagabondo che in tanti anni non ha saputo o voluto raccontare la verità su quella notte di aggressione al grande poeta, scrittore, regista. Un silenzio che a tanti è parso una copertura verso altri assassini rimasti ignoti ancora oggi. Le dinamiche e i vari sopralluoghi fatti successivamente da amici di Pasolini raccontano che non poteva essere il solo Pelosi ad aver fatto carne da macello il corpo di Pier Paolo. Troppo frettolose le indagini ufficiali, lasciati cadere nel vuoto o cancellati i tanti indizi che potevano dare altre risposte su quella notte. Per lungo tempo l’opinione pubblica venne tenuta all’oscuro sugli sviluppi delle indagini e del processo, restando del parere di un delitto scaturito in “circostanze sordide”.

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