Strano questo Bossi: invece di urlare contro la legge che affossa le intercettazioni telefoniche e ambientali, consegnando così ancor più la “sua” Milano e la sua “Lumbardia” alle varie mafie, prima tace come tacerebbe chi fosse stato eventualmente comprato da Berluscon de’ Berlusconi e poi si mette addirittura a urlare a favore della legge affossatrice

Strano comportamento quello di  Umberto Bossi sulla legge contro le intercettazioni telefoniche e ambientali. Avrei voluto scriverlo già domenica, poi però imprevisti piuttosto impegnativi mi hanno portato via tempo e attenzione costringendomi al rinvio, ma nel frattempo gli avvenimenti mi hanno dato ragione in modo imprevisto e clamoroso. Mi spiego. Se c’è un politico che dovrebbe essere massimamente d’accordo nel mantenere la possibilità di usare con manica larga le intercettazioni telefoniche e ambientali ebbene quello dovrebbe essere Bossi. Anni fa ha cominciato Oreste Del Buono col dire che Milano è la più grande città calabrese, poi un prefetto in una intervista spiegò che l’abbondanza di negozi e bar che a Milano aprono e falliscono dopo poco tempo è dovuta al fatto che la mafia calabrese per riciclare i suoi quattrini usa per l’appunto l’apertura e il fallimento di un gran numero di esercizi pubblici. Si scoprì anche che le migliori “famiglie” di Platì, epicenro della ‘Ndrangheta, sono tutte presenti a Milano come soci di un noto club sportivo, mi pare di pesca. Infine, l’anno scorso c’è stato uno spettacolo teatrale a Vigevano che denunciava ad alta voce l’ingresso a gonfie vele della ‘Ndrangheta nel Milanese, spettacolo del quale potete farvi un’idea guardando guesto video: http://www.youtube.com/watch?v=wszVT_XCXco . E’ uscito perfino un libro dal titolo chiarissimo: “A Milano comanda la ‘Ndrangheta”, di Giuseppe Caruso e Davide Carlucci, del quale potete farvi un’idea guardando e ascoltando questo video con intervista a uno dei due autori: http://blogbookshop.blogspot.com/2009/10/libri-milano-comanda-la-ndrangheta-di.html .

E come se non bastasse nei giorni scorsi sia la Repubblica che il Corriere della Sera hano dedicato ampio spazio alla presenza a Milano della ‘Ndarngheta e non solo. Giovedì 1 luglio Repubblica nelle pagine milanesi pubblicava, con richiamo nella prima pagina, una inchiesta dal titolo e sommario che non lasciano dubbi: “Nelle case fantasma di Milano i clan espropriano il Comune. Cinquemila alloggi controllati dai boss. E “riassegnati” con graduatoria parallela”. Il tutto corredato da una mappa che segnalava i vari pezzi della città controllati dai vari clan: campani, calabresi, slavi, siciliani, pugliesi e napoletani. Venerdì 2 luglio la prima pagina delle cronache milanesi aveva un titolo più che espslicito: “I tentacoli della ‘ndrangheta”, con descrizione dei singoli tentacoli. E nelle pagine interne titolo e sommario a tutta pagina spiegavano: “I rampanti del crimine fanno affari nel sottobosco delle giunte locali. A caccia delle “amicizie” giuste tra assessori e consiglieri”. Venerdì 6 il Corrriere della Sera non ha voluto essere da meno: “Milano crocevia dei rifiuti tossici” titolava a tutta pagina un servizio che dava vonto di come le ecomafie stanno avvelenando anche Trezzano, Buccinasco, Corsico, Opera, Pavia, Bergamo, Grumello del Monte nel Bergamasco, Coccaglio e Castegnato nel Bresciano. Il tutto mentre  perfino il cardinale Tettamanzi lanciava l’allarme mafia per la spartizione della mega torta dell’Expò del 2015.

Beh, siamo onesti: per uno come Bossi che a parole dice di tenere sopra ogni cosa alla “sua” Milano e Lombardia tutte queste segnalazioni e denunce sarebbero dovute bastare e avanzare per volere a tutti i costi che le indagini per proteggere dai roditori siculo-campano-calabro-pugliesi il formaggione padano non venissero affossate dall’eliminazione o dalla concessione al contagocce e a tempo risicato delle intercettazioni telefoniche e ambientali. E invece? Invece nisba! Tutti zitti, compreso il senatùr, tutti a evitare di fiatare contro l’autostrada che SilvioBerlusconi&C stanno asfaltando per il malaffare anche e soprattutto a Milano, Lombardia e “Padania”. Tutti zitti, a questo punto direi vergognosamente zitti, anche quando è arrivato il gran botto dei 300 arrestati della ‘Ndrangheta, una metà dei quali proprio a Milano e “Lumbardia”. Poi, di colpo, il 15 luglio il boss Bossi si mette addirittura a urlare che la legge affossa intercettazioni bisogna “approvarla presto, prima che si inventino un’altra P3 e la P4″. Ahhhh, boss Bossi, come ci si riduce a fare da stalliere quando si prova gusto a stare beati nel formaggione di Roma e Milano e Lombardia ladrone….

E poi mi vengono a dire che il senatùr è radicato nel territorio! Strano radicamento quello di chi non vuole sentire e vedere marciumi così giganteschi e anzi consente che vengano pure agevolati con una legge che oltre a favorire gli “amici degli amici” di Dell’Utri&C eviti a Berlusconi il fastidio della divulgazioni di eventuali sue conversazioni molto private con donne varie, ministre, escort, fanciulle in fiore tese al traguardo del 18° anno di età, cioè minorenni tipo Noemi o – meglio – tipo quanto pubblicamente denunciato dalla ex consorte Veronica Lario.

Non voglio assolutamente raccogliere le voci in base alle quali Berluscon de’ Berlusconi passerebbe ogni anno al senatùr un assegno di 4 milioni di euro. Così come sapete bene che non ho mai raccolto le voci secondo le quali Bossi venne colpito da ictus mentre si intratteneva in forbite conversazioni padane con Luisa Corna, bella e brava cantante che non merita certo il castigo delle attenzioni di un Bossi con annesso sigaro toscano. Però questo silenzio di Bossi, che di fatto collude con la volontà del Chiavaliere di affossare le indagini serie e di conseguenza con il dare via libera al malaffare dei “terroni” nella sacra Milano e nella sacra Lumbardia, alla faccia di Alberto di Giussano, “Va pensiero” e altre amenità, è un silenzio che fa riflettere e magari si presta pure al malignare. E sì, perché è un silenzio o da politicamente rincoglionito o da politicamente “ammorbidito”.

Lungi da noi il malignare! Anche perché per dimostare che anche Bossi è ormai alla frutta con una politica francamente miserabile, familista e quindi necessariamente ladrona, basta e avanza quanto ha detto nell’ultimo suo comizio: “Non è vero che la Lega è finita. Dopo di me ci sono i miei figli, e perciò la Lega continua, non è finita”. Che schifo di discorso! Un discorso miserabile anche se i suoi figli fossero dei geni. Il guaio è che invece sono dei Bossi. Uno è perfino un incrocio tra un asino e una trota.
Povera Italia! Povera Milano! Povera Lumbardia!

355 commenti
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  1. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    bribe (pron. brai-b) e’ l’inglese per tangente o bustarella.
    Pensare in inglese per certe parole mi aiuta a rimetterle in prospettiva, la prospettiva sana di altre parti rispetto a quelle di origine

    Peter

  2. Anita
    Anita says:

    x Marco

    Io ho avuto due gatti neri, Sheba e Shadow, erano stati abbandonati dalla mamma alla nascita perche’ non salubri.
    Li ho allevati io, i veterinari mi sconsigliavano…sai la mamma li accudisce al massimo.
    I miei sono sopravvissuti, due magnifici gatti semi angora.
    Due episodi separati….

    Li ho cresciuti in casa…ho perso Shadow nel 2001.
    Le sue ceneri verranno con me.

    Anita

  3. Debt Settlement
    Debt Settlement says:

    Sorry for my bad english. Thank you so much for your good post. Your post helped me in my college assignment, If you can provide me more details please email me.

  4. Online Banking
    Online Banking says:

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