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Milano Ittaglia: per metterla in ginocchio non serve il generale Inverno, basta il caporale Un Po’ Di Neve. Mentre passa per martire tipo S. Sebastiano il Berlusconi che vorrebbe strangolare qualche regista e fa il gesto “scherzoso” di sparare a una giornalista, il presidente Napolitano ha fatto passi da gigante: per definire aggressione quella di Tartaglia a Berlusconi non ha aspettato decenni come nel caso dell’Urss contro l’Ungheria e non s’è voltato dall’altra parte come per la mattanza di Gaza


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Il lato comico è che a Milano quando c’è un accenno di neve la gente veste come se dovesse attraversare il polo Nord o la Siberia. Ovunque, cappotti e giubbottoni o pellicce esagerate, cappucci stile Natasha, guanti iper, doposcì o stivali a tenuta stagna che neppure Napoleone alla Beresina. Con un grado sotto zero i milanesi si convincono di essere tutti in Lapponia, e più sono ricchi più sono ridicoli nel loro vestire demenzial siberiano e andare anche al bar sotto casa con il fuoristrada o comunque il mega cafone macchinose galattico. Poi però, a conferma che l’importante è fare scena e fregarsene della realtà reale, far finta di essere qualcuno e qualcosa senza in realtà essere niente e nessuno, insomma sotto il vestito e i capelli niente di niente, ecco che ogni volta che nevica sul serio Milano va in tilt, 10-20 centimetri di neve – per giunta previsti da una settimana – le fanno l’effetto di 10-20 vodke a un astemio. Napoleone e l’Italia di Mussolini furono sconfitti in Russia dal generale Inverno, Milano e l’intero Strapaese sono invece regolarmente messi in ginocchio dal caporale Un Po’ Di Neve. A Washington sono caduti 60 centimetri di neve, oltre il triplo che a Milano, eppure non c’è stata nessuna paralisi. A Milano invece con una spazzolatina di neve sparisce l’acqua in posti come Rozzano, senza che nessuno sappia o dica il perché, e non reggono i trasporti, il traffico e neppure il cervello degli amministratori cittadini, come fosse già debole di suo. Ho sentito con le mie orecchie il vicesindaco De Corato, persona seria e credo anche onesta, straparlare di soli otto mezzi “spargineve” in una intervista a Radio Popolare. Solo dopo molti minuti si è accorto che stava confondendo gli autocarri spargisale con gli inesistenti “spargineve”, per fortuna appunto inesistenti: ci manca solo che a Milano già al tracollo per la neve ci fossero pure camion che ne spargono ancora. Il brutto però è che, e mi duole dirlo, anche l’intervistatore di Radio Popolare è andato avanti un bel pezzo ripetendo degli “spargineve” che uscivano dalla bocca del vicesindaco.

Non ricordo se era il1985 o qualche anno dopo, ma a Milano ci furono una quindicina di centimetri di neve e andò tutto in malora, esattamente come questa volta. Feci una inchiesta per L’Espresso in tandem con il mio collega Roberto Di Caro. Chissà se gli sono cadute le braccia anche a lui in questi giorni… Continua a leggere