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E per le bombe atomiche, 24 mila euro a testa a Enrico Fermi e agli altri “ragazzi di via Panisperna”.

Brevetto numero 324458 per produrre sostanze radioattive sottoponendole in particolare a flussi di neutroni rallentati con urti multipli, brevetto registrato il 26 ottobre 1935 a Roma presso lo Studio Laboccetta, ed esteso poi ad altri Paesi: la storia dei reattori atomici, della bomba A, cioè atomica, nonché quindi delle bombe H all’idrogeno e delle bombe N a neutroni, comincia da qual brevetto, la cui storia è davvero avventurosa oltre che lunga. Registrato a nome di Enrico Fermi, Edoardo  Amaldi, Bruno Pontecorvo, Franco Rasetti ed Emilio Segrè, i più attivi tra i “ragazzi di via Panisperna”, come vennero chiamati una volta famosi perché in quella via, nell’attuale numero civico 89,  c’era l’Istituto di Fisica dell’Università, dove Fermi all’età di soli 27 anni s’era guadagnato la cattedra di fisica teorica. Dell’istituto oggi in quella strada e non solo in quel numero civico s’è persa anche la memoria. Poiché la loro scoperta brevettata aveva permesso agli Stati Uniti di costruire le prime bombe atomiche e di usarle vittoriosamente contro i giapponesi nella seconda guerra mondiale, i “ragazzi” intentarono causa al governo degli Stati Uniti per vedersi riconoscere dei diritti, e di conseguenza dei quattrini.

La casa durò anni, in piena guerra fredda con l’ormai scomparsa Unione Sovietica, si concluse nel 1953 e fruttò agli ex di via Panisperna la bella cifra di 400.000 dollari  dell’epoca: pari a un bel pacco di milioni di euro di oggi, diciamo tra i 15 e i 20.

E’ una storia che vale la pena conoscere, visto anche che ormai si parla di bombe atomiche spesso a sproposito, come fossero noccioline o grossi petardi…. Continua a leggere