Articoli

Matteo Renzi comincia male.

Matteo Renzi rappresentarà anche il nuovo e salverà oltre alla sinistra (?) anche l’Italia, ma il suo esordio dopo la trionfale vittoria alle primarie è segnato da due pessimi indizi:

- NON ha detto una parola sul conflitto d’interessi. Tace cioè sul cancro che ha invaso e corrotto la politica italiana dal ’94 ad oggi. Forse Renzi è convinto che le sentenze della magistratura e la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi  abbiano eliminato il problema, ma se davvero lo pensa sbaglia e pecca d’ingenuità. Sbaglia, perché intanto una critica sulla pregressa inosservanza pro Berlusconi della legge che pure esisteva da decenni va comunque fatta: gli errori, specie quelli così gravi, vanno ammessi pubblicamente, e con l’impegno a non ripeterli più. Ieri Berlusconi, domani non sappiamo chi: meglio essere chiari e varare una legge sul conflitto d’interessi che non sia aggirabile all’italiana.  E Renzi pecca d’ingenuità se pensa che l’anomalia berluscona sia stata risolta una volta per tutte: Berlusconi infatti benché decaduto può approfittare della mancanza di una sentenza definitiva, cioè di terzo grado, quello della Cassazione, riguardo la sua incandidabilità e ricandidarsi quini alle prossime elezioni. Che può vincere, stando ai sondaggi, se la rinata Forza Italia si allea con il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano.

E se Renzi inizia il “nuovo corso” da segretario del Partito Democratico con un tale errore e con una tale ingenuità, allora comincia male. Continua a leggere

E per le bombe atomiche, 24 mila euro a testa a Enrico Fermi e agli altri “ragazzi di via Panisperna”.

Brevetto numero 324458 per produrre sostanze radioattive sottoponendole in particolare a flussi di neutroni rallentati con urti multipli, brevetto registrato il 26 ottobre 1935 a Roma presso lo Studio Laboccetta, ed esteso poi ad altri Paesi: la storia dei reattori atomici, della bomba A, cioè atomica, nonché quindi delle bombe H all’idrogeno e delle bombe N a neutroni, comincia da qual brevetto, la cui storia è davvero avventurosa oltre che lunga. Registrato a nome di Enrico Fermi, Edoardo  Amaldi, Bruno Pontecorvo, Franco Rasetti ed Emilio Segrè, i più attivi tra i “ragazzi di via Panisperna”, come vennero chiamati una volta famosi perché in quella via, nell’attuale numero civico 89,  c’era l’Istituto di Fisica dell’Università, dove Fermi all’età di soli 27 anni s’era guadagnato la cattedra di fisica teorica. Dell’istituto oggi in quella strada e non solo in quel numero civico s’è persa anche la memoria. Poiché la loro scoperta brevettata aveva permesso agli Stati Uniti di costruire le prime bombe atomiche e di usarle vittoriosamente contro i giapponesi nella seconda guerra mondiale, i “ragazzi” intentarono causa al governo degli Stati Uniti per vedersi riconoscere dei diritti, e di conseguenza dei quattrini.

La casa durò anni, in piena guerra fredda con l’ormai scomparsa Unione Sovietica, si concluse nel 1953 e fruttò agli ex di via Panisperna la bella cifra di 400.000 dollari  dell’epoca: pari a un bel pacco di milioni di euro di oggi, diciamo tra i 15 e i 20.

E’ una storia che vale la pena conoscere, visto anche che ormai si parla di bombe atomiche spesso a sproposito, come fossero noccioline o grossi petardi…. Continua a leggere