Articoli

1) – Le sanzioni contro la Russia: un autogol contro la ripresa europea. 2) – Argentina: non è default, ma resistenza contro la speculazione selvaggia. 3) – Fibrillazione nel sistema bancario: anche la Bri teme una nuova crisi. 4) – Agenzie rating: la “mano armata” della finanza speculativa.

OSPITIAMO QUATTRO INTERVENTI DEI NOSTRI COLLABORATORI SPECIALISTI IN ECONOMIA E FINANZA SU ALTRETTANTI TEMI DI GRANDE IMPORTANZA E ATTUALITÀ.

Mario Lettieri* Paolo Raimondi**
*Sottosegretario all’Economia del governo Prodi **Economista

1) – LE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA: UN AUTOGOL CONTRO LA RIPRESA EUROPEA.

Le sanzioni contro la Russia per Washington hanno una valenza soprattutto geopolitica.
E’ il ritorno alla guerra fredda tra le due superpotenze. Per l’Unione europea, invece, esse rischiano di creare dei grandi disastri economici e politici per l’intera area euro-asiatica.
La mancanza di “personalità internazionale” dell’Europa è purtroppo nota. Con il suo indebolimento economico, l’Europa rischia anche di sottomettersi ad un nuovo atlantismo. Ciò farebbe piacere a Washington. Le sanzioni di fatto mortificano il ruolo indipendente dell’Ue e ogni sua autonoma visione strategica degli assetti geopolitici da realizzare.

Gli effetti negativi delle sanzioni in Europa, in particolare in Germania, per fortuna stanno però generando un dibattito profondo sul ruolo e sullo sviluppo dell’Ue.
Come è noto l’Ue ha deciso di estendere le sanzioni anche contro le imprese russe, così come già fatto dagli Usa. Washington ha sulla sua “black list” imprese quali il gigante petrolifero Rosneft, quello del gas Novatek, la Gasprombank e la fabbrica di armamenti Kalashnikov. Queste aziende non possono più chiedere prestiti alle banche americane, né vendere titoli di medio e lungo termine a investitori che hanno legami con gli Usa.

In breve si vuole strangolare finanziariamente le imprese e le banche russe che potranno avere sempre meno accesso ai mercati finanziari internazionali. Il rischio però è un boomerang. Gli effetti si sentiranno in tutta Europa, Germania compresa. In Italia si è già toccato l’export di prodotti agricoli e di vino.
La Confindustria tedesca parla di una perdita di 25.000 posti di lavoro. La Deutsche Bank calcola una diminuzione dello 0.5% del Pil tedesco causata dalle sanzioni incrociate. Continua a leggere

Progetti importanti tra illusioni di ripresa. E la rischiosa abboffata di profitti della banche Usa

di Mario Lettieri*  e Paolo Raimondi**

1) – Mobilitare il nostro sistema-paese sul territorio e a livello internazionale

Riteniamo che le prospettive economiche del nostro Paese non si possano misurare con meri dati statistici o peggio con qualche altro indicatore basato magari sulle aspettative degli intervistati. Le tante esternazioni di questi giorni sulla fine della recessione e sulla svolta economica positiva prevista per il terzo trimestre 2013 ci suonano più come auguri di Ferragosto che serie analisi suffragate da dati e andamenti reali. Non si tratta di iniziare una diatriba tra ottimisti e pessimisti sul futuro dell’economia nazionale. In passato questi “psicologismi spiccioli” hanno infatti dato spazio solo alla frustrazione e alla rabbia. Siamo consapevoli che spesso certe valutazioni negative sulla nostra economia, come quelle delle agenzie di rating, si sono tradotte, purtroppo, in tagli e spesso in cieca politica di bilancio.

Allo stato non esistono però concreti e solidi elementi per poter salutare l’uscita dalla crisi né a livello globale né a livello europeo e tanto meno a livello nazionale. Basti pensare che l’Ocse prevede un alto livello di disoccupazione. Per l’Italia il tasso relativo dovrebbe salire al 12,5% alla fine del 2014! E’ davvero difficile quindi immaginare una ripresa economica mentre l’occupazione scende così vistosamente, determinando ovviamente un conseguente generalizzato aumento della povertà. In Italia, purtroppo, da tempo manca una seria programmazione con una conseguente puntuale verifica di quanto realizzato. E’ indispensabile indicare percorsi di sviluppo ma anche progetti sul medio e lungo termine e scadenze precise.  Continua a leggere