Israele: di male in peggio

http://video.repubblica.it/mondo/usa-kerry-durissimo-con-israele-e-netanyahu-risponde–non-vediamo-l-ora-di-trattare-con-trump/263896/264264?ref=tblv

Il bell’addormentato nel bosco si è svegliato. Con comodo. Ovviamente tardi.
Questo ridursi all’ultimo secondo della presidenza Obama per dire di Israele cose che andavano dette ben prima e per permettere finalmente all’Onu di condannare la sua scellerata politica coloniale ha davvero il sapore della vigliaccheria. E dell’opportunismo: solo un modo per fare un dispetto a Trump. Che peraltro se ne fregherà e farà ben di peggio, giustificherà sempre e comunque Israele, che sarà incoraggiata a compiere altri soprusi affondando del tutto le fin troppo flebili prospettive di pace.

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http://www.repubblica.it/esteri/2017/01/04/news/israele_soldato_condannato_uccisione_palestinese-155413186/?ref=HREC1-13

TEL AVIV – Un soldato israeliano, che aveva sparato alla testa a un giovane palestinese -quando questi, che aveva assalito un suo commilitone, era ferito e a terra, ormai immobilizzato- è stato giudicato colpevole di omicidio. Il soldato, Elor Azaria, era giudicato da un tribunale militare e il processo, che ha profondamente diviso l’opinione pubblica israeliana, andava avanti dal maggio scorso. La presidente, il giudice Maya Heller, ha stabilito che è stato lo sparo ad uccidere il giovane palestinese e che il soldato era cosciente che il suo atto ne avrebbe provocato la morte. La pena sarà determinata nel prossimo futuro.

Fuori dalla sede dell’esercito, a Tel Aviv, centinaia di israeliani manifestavano contro la possibile condanna del militare. L’opinione pubblica era divisa tra chi difendeva il soldato e chi lo riteneva responsabile di un gesto immorale e contrario al codice militare. In serata, il premier Netanyahu ha dichiarato che Azaria merita un perdono, ma ha fatto appello a tutti i cittadini israeliani affinché si comportino “con responsabilità”

Il processo ad Azaria, iniziato lo scorso maggio, è stato un caso nazionale, con una parte consistenza della destra schierata a suo favore e molti alti gradi dell’esercito impegnati a condannare duramente la sua condotta.
Il caso esplose il 24 marzo, quando venne divulgato un video che lo mostrava mentre sparava a Abdul Fatah al Sharif, un 21enne che aveva ferito lievemente con una coltellata un suo commilitone, che in quel momento era immobilizzato e sdraiato al suolo. Uno sparo alla testa, il suo, senza un’apparente provocazione da parte del palestinese.

Dopo l’emissione della sentenza di condanna il gruppo israeliano per la difesa dei diritti dell’uomo che aveva diffuso il video, ha accusato comunque le forze di sicurezza di essere impegnate in una costante opera di “sbianchettamento dei casi in cui i propri uomini si trovano ad uccidere o ferire cittadini palestinesi, senza essere chiamati a rispondere dei loro atti”.

Un portavoce del governo dei territori palestinesi, Yousef al-Mahmoud, ha commentato da parte sua: “La condanna del soldato che ha giustiziato al Sharif è avvenuta perchè il crimine è stato documentato e il mondo ha potuto assistervi in televisione”.

8 commenti
  1. sylvi
    sylvi says:

    Il mio amico nato e cresciuto fra le Alpi Carniche e Giulie a sud e le Karawanke a nord , in Carinzia, mi ha insegnato la ricchezza e il fascino degli ambienti montani lontani dalle piste da sci.
    D’inverno andavamo a riempire le greppie di fieno in alta quota affinchè gli animali trovassero di che sfamarsi. Si andava con fatica, a forza di spazzaneve lungo sentieri che solo lui conosceva senza rischiare fosse e burroni coperti dalla neve.
    In silenzio, nel biancore assoluto, aspettavamo il capriolo, la volpe che avanzavano guardinghi ma affamati.
    D’estate andavamo per il piacere di osservare la vita che ferveva tutto intorno: i rododendri e le nigritelle nei prati, i piccoli mammiferi, gli uccelli di monte, le pernici, i francolini e tanti altri che vibravano da un ramo all’altro degli abeti e dei faggi.
    Ma ho sempre cercato, quando andavo un po’ in alto, l’affascinante urogallo, detto anche gallo cedrone.
    Non è affatto facile imbattersi in questo uccello superbo, dalla lunga coda nera che si apre a ventaglio come quella di un pavone, dotato di un forte becco a rostro bianco e da due occhi intelligenti e guardinghi.
    Mi dicono che nelle Alpi occidentali e centrali è ormai pressochè estinto; i piemontesi e i lombardi non hanno continuato a pulire la foresta e il sottobosco, e l’urogallo ama gli alberi di alto fusto e un sottobosco ecologicamente curati. Così lo si trova ancora nelle tre Venezie e nella vicina Carinzia.

    L’ultima volta che l’ho incrociato è stato tre/ quattro anni fa. Da lontano ci siamo osservati: l’occhio vivace, guardingo ma con un che di curioso, il rostro che spiccava candido si muoveva minaccioso.a dx e a sx ed emetteva un ticap pop- ticap pop modulato e indispettito.
    Sì, assomigliava all’Uro che conosco io, ma che , molto più in basso, va per pollai a cercar galline più o meno giulive.

    Sylvi

  2. caino
    caino says:

    Cara Sylvi,
    una trentina di anni fa (o forse qualche cosetta di più) , in una valletta laterale dell’Orco , ho avuto la fortuna di incrociare L’Urogallo.
    Una ventina di anni fa quasi ai piedi del Castore e del Polluce, ho incrociato la Pernice delle Nevi in fase di muta.
    Di marmotte ne vedo sempre o quasi nel Gran Paradiso, anche solo dalla macchina.

    caino

  3. caino
    caino says:

    Copiato il passo da Wiki..
    Poveri maschi..
    …”In primavera, man mano che la neve scompare, anche le penne bianche della pernice sono sostituite da altre screziate, simili a quelle del fagiano. Non così quelle del maschio che, ancora per alcune settimane, rimangono bianche, ben visibili, in un ambiente ormai ha un colore diverso. Quello che era un colore protettivo diventa così un richiamo per i predatori: solo i maschi più robusti e più dotati sopravvivono riuscendo a riprodursi, mentre gli altri vengono inesorabilmente catturati….”

    caino

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