Asia-Europe Meeting (ASEM) di Milano: OCCASIONE UNICA E GRANDIOSA PER L’EUROPA! ANCHE PER RITROVARE SE STESSA

ASEM di Milano: occasione unica per l’Europa

Mario Lettieri* Paolo Raimondi**

Il summit dell’Asia-Europe Meeting (ASEM) di Milano è differente da tutti gli altri numerosi incontri internazionali, a cominciare dal G20. Gli Stati Uniti saranno assenti. Si tratta infatti della conferenza dei capi di stato e di governo dell’Asia e dell’Europa.

Noi auspichiamo che questo evento sia consapevolmente trasformato dall’Unione europea e dai singoli Paesi dell’Europa in una occasione per avviare seriamente una cooperazione economica e strategica con l’intero continente euro-asiatico.

E’ stato un anno di conflitti e di destabilizzazioni, purtroppo non ancora risolti, nel continente europeo, nel Mediterraneo e nel vicino Medio Oriente. I paesi euro-asiatici però si presentano a Milano con una visione alternativa e strategica di sviluppo pacifico multipolare, con proposte concrete di riforma del sistema monetario internazionale e con programmi di ampio respiro nel settore delle infrastrutture e per la modernizzazione dei loro vastissimi territori.

Kazakhstan, Berlino. La Cina ha in cantiere una serie di grandi progetti che non sono più solo sulla carta.  C’è in particolare la “Silk Road Economic Belt”, cioè la nuova via della seta che, passando attraverso il Kazakhstan, dovrebbe arrivare in Europa. La dirigenza cinese vorrebbe fare di Berlino il suo snodo centrale, prima di arrivare fino ai porti atlantici. Ne ha già parlato con i governanti della Germania.

La Cina ha sviluppato tutta una serie di altre vie della seta, anche in direzione Sud fino all’India. Il presidente cinese Xi Jinping ha recentemente  presentato al Primo ministro indiano, Narendra Modi, un piano di investimenti per 100 miliardi di dollari e la proposta di realizzare insieme una via della seta marittima che entrando nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, potrebbe agganciarsi, attraversando l’Italia, all’intera rete infrastrutturale europea.

E’ da sottolineare il fatto che per finanziare simili progetti la Cina e molti altri Paesi considerati emergenti non fanno più riferimento alle vecchie istituzioni finanziarie e monetarie, come il Fmi e la Banca Mondiale. Stanno invece alacremente lavorando, ad esempio, per la costruzione della Asian Infrastructure Investment Bank.Mosca, Stati Uniti, Usa,

In risposta alla pericolosa e persistente volontà degli Stati Uniti di considerarsi l’ unica potenza mondiale e nel mezzo delle sanzioni americane ed europee contro Mosca per la crisi ucraina, la Cina e la Russia hanno a maggio siglato lo storico accordo di forniture russe di 38 miliardi di metri cubi di gas  per un valore complessivo di 400 miliardi di dollari in trent’anni.

Come abbiamo più volte scritto, la Russia, tra l’altro, sta anche lavorando alla realizzazione della TransEuro-Asian Development Belt “Razvitie” che prevede corridoi infrastrutturali (ferrovie, strade, energia, comunicazione) dalle coste del Pacifico fino all’Europa e all’Atlantico. Si tratta di un enorme progetto. Sarà realizzabile soltanto in cooperazione tecnologica con l’Europa. EsSiberia, Yakunin, Shangaso mira infatti alla creazione di nuove città, di insediamenti urbani, di qualificati centri scientifici e agroindustriali anche nella vastissima e poco abitata Siberia.

Nelle ultime settimane, Vladimir Yakunin, presidente delle Ferrovie Russe e promotore del Razvitie, è stato due volte in Cina,  a Shanghai e a Lanzhou, proprio per discutere di questi corridoi di sviluppo. I rappresentanti cinesi hanno intelligentemente proposto di collegare la via della seta con il Razvitie attraverso nuovi collegamenti ferroviari.

In questa prospettiva è doveroso notare che molti di questi progetti, soprattutto quelli relativi all’energia, tendono a bypassare l’intermediazione del dollaro per essere stipulati direttamente in yuan e in rubli. Secondo gli ultimi resoconti, sulla borsa di Mosca gli scambi rublo-yuan sarebbero già decuplicati.

Ciò evidentemente accade non per una scelta estemporanea ma dopo lo storico incontro dei paesi BRICS a Fortaleza in Brasile dove, tra l’altro, fu “lanciata” la New Development Bank con un capitale iniziale equivalente a 100 miliardi di dollari.

Come si vede, il Razvitie e le varie vie della seta avrebbero il loro capolinea in Europa dove purtroppo l’Unione europea e la burocrazia di Bruxelles appaiono ancora troppo succubi e timidi nel formulare un’autonoma strategia di sviluppo e di cooperazione internazionali rispetto agli USA.  Forse si pensa, come ai vecchi tempi degli imperi, di essere i primi al mondo. Così non è. La recessione e la persistente e crescente disoccupazione ce lo ricordano quotidianamente. .

Noi riteniamo che per l’Europa la via d’uscita dalla crisi, oltre agli ineludibili compiti da risolvere a casa propria da parte di tutti, sia anche nella fattiva partecipazione ai grandi progetti infrastrutturali e di sviluppo sopra menzionati.

La nostra tecnologia, le nostre professionalità e la nostra imprenditorialità sono indispensabili alla realizzazione di simili progetti. E non si tratta soltanto di esportare più prodotti di alta tecnologia ma anche di partecipare direttamente ai lavori. Ciò non può che contribuire alla ripresa economica ed occupazionale anche del nostro Paese.

*Sottosegretario all’Economia del governo Prodi

**Economista

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http://www.repubblica.it/economia/2014/10/15/news/vertice_asia_europa_asem_16_ottobre_2014-98182707/?ref=HRER1-1#gallery-slider=98185441

Asia ed Europa, insieme, valgono oltre il 60 per cento della popolazione mondiale, più della metà del Prodotto interno lordo globale. Le esportazioni da parte dell’Unione europea, nel 2013, hanno toccato la cifra di 1.250 miliardi di euro, mentre gli investimenti diretti dal Vecchio continente hanno sfiorato la soglia di 500 miliardi. Sono questi alcuni dei numeri dell’asse tra la Ue e l’Asia, che si salda nel summit del gruppo Asem (Asia-Europe Meeting) di Milano.

Costituito nel 1995, il gruppo ha preso avvio nel marzo del 1996 con un primo vertice dei capi di Stato e di governo tenutosi a Bangkok; i summit successivi sono biennali e si tengono in maniera alternata tra Asia ed Europa. Ha attualmente raddoppiato i membri a quota 51 partner, che presto diventeranno 53: sono i 28 Paesi dell’Ue, con Norvegia e Svizzera, più Australia, Bangladesh, Brunei, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Giappone, Corea, Laos, Malesia, Mongolia, Myanmar, Nuova Zelanda, Pakistan, Filippine, Russia, Singapore, Tailandia e Vietnam. “L’intero processo nasce dall’idea di dare una cornice istituzionale, ampia e strutturata ai rapporti tra le due aree interessate in campo economico, politico e culturale. Il processo opera in un contesto informale e si articola in diversi livelli decisionali, da quelli politici (Summit e incontri ministeriali), a quelli tecnici. Il coordinamento del processo è affidato a un gruppo costituito, per l’Europa, da Presidenza e Commissione Europea e, per l’Asia, da due paesi a rotazione”, spiega il Tesoro sul suo sito.

Telecom, Enel, Saipem e i media l’Italia. Un mercato low cost per lo shopping della Cina

Il capoluogo lombardo diventa così svincolo importante, con la presenza di 56 capi di Stato e di governo, e un’occasione per l’Italia per stringere importanti accordi strategici. In parte lo ha già fatto con la Cina, con la quale sono stati siglati contratti per 8 miliardi di euro: da Enel a Agusta Westland, a Intesa Sanpaolo passando per Cassa Depositi e Prestiti e ministero dello Sviluppo economico: sono tantissime le aziende coinvolte dal premier italiano Matteo Renzi e quello cinese Li Keqiang.

Tutti i numeri dell’Asem

L’importanza strategica dei Paesi non europei presenti nell’Asem si capisce anche guardando lo stretto rapporto commerciale del Vecchio continente con loro: i Paesi orientali, tra il 2003 e il 2013, hanno visto incrementare la loro quota dell’export europeo dal 25 al 30%, e rappresentano il 44% dell’import dell’Europa a 28 membri, rispetto al 40% del 2003. Il deficit dell’Europa con questi Paesi è così salito da 162 miliardi di euro del 2003 fino al picco del 2008 a 308 miliardi, prima di scendere a 219 miliardi nel 2013.

http://www.repubblica.it/economia/2014/10/15/foto/asem_i_numeri_dell_asse_tra_asia_ed_europa-98185589/1/

“Fuori da Usa e Germania comprano a man bassa, ma solo sui mercati deboli”

La manifattura rappresenta una quota dell’86% dell’export e il 68% dell’import. Cinque Paesi dell’Asem sono tra i primi 10 partner commerciali dell’Europa per l’export: la Cina con 148,3 miliardi, la Russia (119,8 mld), il Giappone (54,1 mld), Corea del Sud (40 mld) e India (35,9 mld). Cina al primo posto anche per l’import con 280,1 miliardi, Russia a 205,9 miliardi. Nella classifica degli scambi, l’Italia si classifica al quarto posto tra le economie Ue, sia per import che per export.


138 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. Peter
    Peter says:

    Gia’ gia’, mi sento proprio riconciliato….
    Anche se allevare un’ oca con fegato malato per poi trapiantarle il fegato di un’ oca uccisa da un’ auto, per poi farne di tale fegato un foie gras, mi pare una sequenza ‘ logica’ proprio degna di lei.
    Diciamo che se mai dovesse soffrire un giorno remoto di defaillances cerebrali, cosa che sinceramente non le auguro, il cervello di quella famosa ochetta potrebbe esserle di qualche aiuto?!

    Pace, pace….

    P.

  2. Anita
    Anita says:

    x Caino: # 42 — Ebola

    Veramente l’unica persona deceduta negli USA era un cittadino naturalizzato Americano, proveniente dalla Liberia, dove ancora risiede la sua famiglia.
    Il mangiare pipistrelli, scimmie, orecchie di elefanti etc… non fa parte della dieta Americana, ma Africana…

    In generale si chiama “bushmeat”, proibita negli USA e penso anche in Europa.

    In quanto ad un vaccino contro l’Ebola…mi auguro che sia vicino, come scrvi tu…il problema rimane che non si sa nemmeno come venga trasmessa, si credeva che fosse trasmessa solo via di “body fluids”, adesso sembra che venga trasmessa senza alcun contatto da persona a persona, cioe’ basta che il virus sia bagnato o umido, il che include il vapore che emettiamo quando parliamo, non raramente e’ perfino visibile…
    Io non sono allarmista, cerco di prevenire cosi’ come si fa con l’ifluenza e malattie contaggiose.

    Ciao,
    Anita

  3. caino
    caino says:

    Caro peter,
    allora mi sono espresso male.
    A)ALLEVI IN CASA UN’OCA, con la quale magari instauri un affettuoso rapporti di amicizia, la porti all ‘ingrasso fino a quasi farle scoppiare il fegato
    B) Estrai Il fegato e con quello ti fai il Foie
    C)TRAPIANTI IL FEGATO SANO DELL’OCA INCIDENTATA ALL’oca tua amica che continui a tenere in casa
    Non vedo cosa cia di illogico, visto che a te piace l’oca, ma la fai ammazzare da altri per mangiarla
    Pensi salvi pure la tua etica che mi pare delicata, certo devi fare il sacrificio di mangiarti del fegato, ma non si puo’ avere tuttodalla vita.

    c

  4. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Se non ti va il fegato d’oca, potresti sostituire con fegato di maiale giovane e funghi secchi rinvenuti e…due uova.

    Good luck,
    Anita

  5. sylvi
    sylvi says:

    x Peter e Caino

    …dovremmo trovare un’oca con il fegato malato…con visite, analisi ecc., …poi dovremmo trovare un’oca morta per incidente stradale, ovviamente aspettando che la morte sia certificata prima di fare il trapianto…poi magari riempirla di antirigetto…

    Ma avete bevuto??? Se sì, che cosa?

    Il problema di reperire prodotti agricoli e animali sani , privi di sostegni chimici per la crescita , e di ogm e porcherie varie è veramente un problema da non sottovalutare.
    La quantità o la qualità? Parrebbe che non fossero concilianti…
    Gli interessi in ballo sono enormi e non c’entra senz’altro la pelosa preoccupazione di dar da mangiare a tutti gli affamati del Globo!

    E’ l’educazione, educazione che è l’uovo di Colombo che taglierebbe le gambe a tutti gli sfruttatori su scala mondiale.
    Credo che sia ridicolo pretendere di tornare al letame, alle sementi di cento e più anni fa…ma ci si può difendere volendo.
    Appunto con l’educazione e soprattutto con una spesa attenta.
    Io leggo sempre le etichette, quello che è oscuro o carente in etichetta…lo lascio lì.
    Se gli alimenti di buona qualità costano un po’ di più…ne compro un po’ di meno e ci aggiungo una patata o un pezzo di pane o polenta.
    Compro banane o ananas e poco altro dal resto del mondo.
    Cucino sempre cose di stagione, e carni dei nostri allevamenti e pesci dei nostri mari, escluso baccalà e poco altro.
    Uso tutte le parti dell’animale, compreso il quinto quarto.
    Spesso sono bocconi da re.
    Chiamo la bistecca “suola di scarpa” e la evito.

    Sono autartica e ho cresciuto così i miei figli.
    Quando viaggiavo ho sempre mangiato solo cibi tipici dei luoghi che visitavo. Però in Svezia e Norvegia le aringhe e il salmone. dopo quattro giorni, mi uscivano dalle orecchie!
    Non sono mai stata in estremo Oriente…là probabilmente avrei avuto problemi!

    Sylvi

  6. Uroburo
    Uroburo says:

    CaroPeter,
    visto che lei parla sia l’italiano sia l’inglese non le sarà affatto difficile fare un giro su Internet alla voce Oca al forno nelle due lingue. E visto che lei si arrangia anche con il tedesco potrebbe cercare anche in quella lingua.
    Troverà ricette da sbizzarrirsi e potrà scegliere quella che, ad occhio, più le aggrada.
    Anni fa mi sono casualmente imbattuto nella ricetta della Jambalaya creola: ho avuto l’immediata senzazione che mi sarebbe piaciuta, come poi è stato; la cucino spesso ancora ora.
    La stessa cosa per il Peposo (o meglio: Peposo dell’Impruneta), anch’esso un piatto che cucino spesso e che mi piace moltissimo.
    Un saluto a lei ed a tutti. U.
    PS per tutti.
    Vedo che nel blog un tratto rispettoso delle altrui visioni del mondo rimane sempre un miraggio. Bah … ognuno vive come gli pare ma a me la vita sembra troppo breve per sprecarla con continue liti/discussioni che mi sembrano alquanto infantili.

  7. Uroburo
    Uroburo says:

    PS 2 per Peter.
    Caro Peter,
    definire il Friuli una realtà provinciale è un errore.
    Prima di tutto è molto vicino alla Mittel Europa con la quale i legami non si sono mai spezzati. In secondo luogo è collocato a cavallo tra mondo slavo e mondo germanico, cosa che costringe, strutturalmente, a fare i conti con la diversità.
    Se il Friuli è provinciale cheddire del profondo Sud nel quale la maggior parte della gente non parla una lingua straniera neanche ad ammazzarla? E non parliamo di come la parlano quando poi si decidono a far finta di studiarla. Suvvia non si faccia prendere la mano dalla vis polemica.
    Un cordiale saluto U.

  8. Peter
    Peter says:

    …und eine lustige tanz fuhrt Sie mihr.

    Caro Uroburo,

    Veramente conosco il tedesco pochissimo e malissimo. L’ inglese e’ quanto di piu’ germanico riesco a tollerare, e posso dire di conoscerlo bene fino al punto che quelli di madrelingua fanno spesso finta di considerarmi alla pari, cioe’ fanno finta di non notare l’ accento che rimane. Del tedesco mi da’ fastidio sia il suono delle parole, sia i pleonasmi della lingua, vi e’ davvero un eccesso di casi, regole e strutture sintattiche superflue. Parere non certo solo mio.
    Invece conosco bene il francese, che e’ pleonastico in modo non pedante e sempre molto musicale.
    Certo che ho dato un’ occhiata ai modi di cuocere l’ oca, e devo dire che sono perplesso per la pletora di ricette diametralmente opposte. Il consiglio di Sylvi di marinare per un giorno le carni mi pare buono, ma molti non lo danno.
    La litigiosita’ e’ una caratteristica endemica degli italiani, lo vuole capire o no? I tedeschi se ne divertono moltissimo come se avessero a che fare con scimmie ammaestrate, gli anglossassoni la ignorano come fanno con la pioggia o i vestiti appariscenti. Preferisco i secondi.
    Paragonavo Udine con Genova ed ironizzavo sulla Sylvi. Non dubito che il Friuli sia meno provinciale del profondo Sud. Mai detto il contrario.
    Comunque, il modo in cui i meridionali imparano le lingue e’ spesso ottimo, ed il suo commento finale e’ inutilmente polemico.
    Chidevo ad alcuni come trovavano l’ inglese di alcuni siciliani che conosco, mi rispondevano che era ottimo, anche se io notavo il loro accento per mio conto.

    Saluti

    Peter

  9. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    Se fa la spesa oculata, compri prodotti ‘fair trade’, sono ottenuti senza sfruttare troppo i paesi del terzo mondo.

    Peter

  10. caino
    caino says:

    Cara Sylvi,(55)

    Sinceramente gia’solo l’idea di prendere in considerazione il possibile trapianto di un fegato d’oca…..

    c
    Ciao

  11. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    non sono un esperto d’oche però secondo me la marinatura non ci sta con una carne complessivamente morbida e di sapore non troppo forte come quella dell’oca.
    Si marina la carne dura oppure quella che sa di selvatico, per il resto basta del buon vino nella cottura.
    Le suggerivo i siti tedeschi perchè l’oca è un piatto notoriamente frequente nerlla cucina germanica (nel senso lato del termine).

    Concordo con le sue osservazioni linguistiche ma la lingua è lo specchio dei popoli. Un popolo che ha bisogno di essere molto preciso come i crucchi non può che avere una lingua estremamente (ridondantemente) precisa.
    Il francese è una elegante lingua di fighetti, formalmente molto razionale ed apparentemente semplice. Dopo l’italiano una della più musicali.
    Un saluto U.

  12. Uroburo
    Uroburo says:

    PS. per Peter.
    Vero, gl’ittagliani han da essere sempre polemici.
    Ma qui mi sembra del tutto superfluo. U.-

  13. sylvi
    sylvi says:

    x Uroburo

    Io non ho parlato di marinatura dell’oca, e soprattutto parlavo di oche di una certa grandezza.
    Certo è che nessun animale va cotto immediatamente dopo la soppressione.
    Gli “uccelli ” da cortile vanno lasciati “a riposo” per almeno un giorno, la selvaggina più giorni. Quella ” di pelo” è un altro discorso!
    I romani addirittura dicevano che la selvaggina doveva cominciare a “odorare” quando era pronta.
    La marinatura è tutt’altra cosa!
    Quanto all’oca …è tradizione friulana remota, tanto che dalla Carnia alla pianura si trovano ricette che vanno dal salame d’oca, alla bresaola d’oca e tutta una miriade di altre ricette più o meno antiche. C’è addirittura un paese sul Tagliamento che si chiama Morsan da lis ocijs ( Morsano delle oche) dove la sagra dell’oca dura quasi tutto il mese di novembre.
    Ma l’allevamento dell’oca era uso comune anche nella “Venezia di terra”.
    Io ricordo la bisnonna che aveva il compito di ingozzare le oche con l’imbuto.
    E mi ricordo benissimo che quando l’oca era morta stava 48 ore nella ghiacciaia sotto la fonte di risorgiva con alcuni “odori” nella pancia.
    Poichè questo avveniva nel mese di novembre non c’era pericolo che l’oca odorasse come descrivevano i romani.
    Nel Midì della Francia ho visitato alcune grosse fattorie, come ce ne sono da quelle parti, dove allevano oche e anatre per il foie gras, e con l’oca o l’anitra poi fanno la famosa cassoulet di Tolosa o Carcasonne .
    Anche là vigeva e vige la regola dell'”asciugatura” della bestia.

    Peter può cuocersi l’oca in mille modi, ma le regole della preparazione sono importanti per risaltare il sapore delle carni.

    un saluto
    Sylvi

  14. sylvi
    sylvi says:

    Ps: Penso che Peter potrebbe cercare a, se non fosse accecato dall’antipatia dell’Est, anche delle ricette russe e ucraine.
    Nell’Ucraina del sud, là dove vivono i russi, scorgevo ovunque numerosissimi stormi di oche .
    Ma non so come le cuocessero!

    Sylvi

  15. Anita
    Anita says:

    Anitre e oche….

    La mia vicina di fronte ha incominciato con un paio di anitre….adesso ne ha almeno cento, ormai si sono incrociate con specie diverse, anche con le ‘moscovite’ e con le oche canadesi.
    E’ un teatro, sono territoriali, si parlano fra di loro, formano gruppi, i maschi hanno 3 o 4 mogli delle quali sono gelosissimi….

    Spesso trovo tante penne portate dal vento davanti la porta di servizio….allora so che i coyotes hanno ben cenato….

    Anita

  16. Peter
    Peter says:

    Oddio santo, una sana ricetta italica era tutto cio’ che volevo, qui mi consigliano tedesche, francesi, russe, ucraine, e dio sa cos’ altro.
    Ammetto che l’ oca non e’ affatto un piatto tipico delle mie origini, comunque, infatti la provai per la prima volta da queste parti, decisamente superiore ad anatra, tacchino, pollo ed altri volatili. Ma la persona che la cosse per me e’ sparita….
    Anche a Natale offro agli amici un arrosto a base d’ oca, ma ogni volta devo trovare il cuoco. Questa volta devo improvvisare per il compleanno.
    La ricetta di Sylvi e’ troppo artistica per castagne e prugne. Non mischio mai ‘ savoury’ con ‘sweet’, al massimo mescolo prosciutto e melone…

    Penso di far fare aragoste alla Thermidor come antipasto (se me le fanno apposta in un ristorantino che so), cappelletti in brodo come primo, oca come secondo, e dessert non lo so!

    Vedremo. Vita da scapolo.

    P.

  17. sylvi
    sylvi says:

    x Uroburo

    Non occorre conoscere il cirillico, basta conoscere i nomi di pochi piatti slavi…gli ingredienti poi sono comunque gli stessi, e andare un po’ per il web.
    Si trova tutto, compresi i blog di quegli italiani che vivono in Ucraina e delle badanti ucraine che vivono in Italia.
    Dalla mia esperienza, la cucina ucraina è piuttosto unta , pesante, adatta a quei climi, anche se saporita di aromi e spezie.
    Ovviamente non esiste la pasta, ma fanno degli impasti per specie di ravioli ripieni di di tutto e di più.
    Ma tutto si sposa benissimo con la vodka!!!

    Sylvi

  18. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Peter.

    Scrivi che:
    “Oddio santo, una sana ricetta italica era tutto cio’ che volevo, qui mi consigliano tedesche, francesi, russe, ucraine, e dio sa cos’ altro”.

    Guarda che in questo blog in quanto a ricette è il minimo sindacale.
    E non si è parlato ancora di vini…

    C.G.

  19. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    tolga le prugne, tolga le castagne che non sarebbero affatto sweet, tolga il fegatino, …tolga tutto ma di grazia almeno rosoli perfettamente l’oca prima di metterla in forno,…se poi ci aggiungesse un po’ di sale e pepe… e magari ci infilasse in pancia una mela renetta della Val di Non …così giusto per darle un po’ di sapore…

    La mia ricetta è, come al solito, tipica delle mie terre!!!
    E che pensava?
    Sylvi

  20. sylvi
    sylvi says:

    caro Caino,

    ti racconto la battaglia del mais ogm che in Friuli va avanti da oltre un paio d’anni.
    Ora…c’è un certo “contadino”, mooolto amico della Monsanto, che contro ogni legge regionale pretende di seminare ogm nei suoi campi.
    L’altr’anno le associazioni ambientaliste di notte gli hanno sradicato tutte le piantine.
    Denunce, carabinieri, polizie agricole, poi tribunali, …diffide al contadino…la Regione lo blocca.
    Nel frattempo lui cerca adepti e trova altri piccoli appezzamenti per riseminare…questa volta a rivoltare le semine arrivano i Carabinieri in protezione dei trattori.
    Polemiche a non finire fra ogm e bio.
    Inutile spiegare a questo figlio di buona donna che gli appezzamenti in Friuli non sono quelli americani e perciò l’ogm ammazzerebbe il bio già ben sviluppato.
    Business is business, mi pare si dica!

    La Regione , che ha l’ultima parola, tiene duro e vince , per ora, perchè una leggina europea dice che ogni Stato si regola da sè.
    Ma la Monsanto si rassegnerà?

    Si sta sempre in trincea!
    notte
    Sylvi

  21. caino
    caino says:

    Cara Sylvi,
    personalmente io sono ancora indeciso se abbracciare totalmente una battaglia per il biologico a tutti I costi.
    Pero’sono altrettanto convinto che se una comunita’ decide di conservare le sue caratteristiche e biodiversita’ambientali abbia il diritto di farlo e di autotutelarsi.
    Detto cio’ sono convinto che le battaglie di questo genere non debbano degerare in battaglie ideologiche politiche, ma in teoria dovrebbero essere affidate a delle valutazioni tecniche imparziali, il piu’possibilmente scevre da condizionamenti.
    Ora la domanda e’ : puo’ questo realizzarsi in un sistema capitalistico imperialistico in via di globalizzazione globale ?
    Puo’realizzarzi in unsistema come il nostro una equa distribuzione del sano(biologico)a dei prezzi tali da consentire sia al produttore di sopravvivere che al consumatore di non avere risorse per comperare quei prodotti a quei prezzi che non facciano fallire I produttori…mi sembra che Il diritto a mangiare cibi sani sia un diritto di TUTTI ed in questa visione l’unico elemento equilibratore alla fine non possa che essere un intervento di tipo politico che incida profondamente sull’anarchia di mercati , che se lasciati liberi, portano da una parte a far mangiare merda, e dalla parte opposta a creare nicchie sane accessibili a pochi.
    Riflettici.

    c

  22. caino
    caino says:

    FINCHE’ GUSTO NON CI SEPARI….

    Cara Sylvi,
    sappi pero’ che nella “querelle”su come si cuciana un’oca sono schierato totalmente dalla tua parte, nel senso che le carni a mio avviso, tutte le carni,(meno una bistecca al sangue)vanno arricchite, con procedimenti tipici delle tradizioni locali.
    Per esempoi tu nel tuo ultimo post hai ridoto a quasi nulla la cottura di un’oca…ma sappi che si puo’ ancora migliorare in senso riduzionista, ovvero si puo’anche mangiare un pezzo di gomma condito con essenza di oca londinese , servita da uno chef in kilt scozzese, in un ristorante gallese..
    Dico questo per non essere il solito caino, ma tanto per ravvivare un po’ l’ambiente del blog..mi pare moscetto..a rischio di attirarmi le ire di Uroburo.

    c

  23. Peter
    Peter says:

    x Cc

    Si mangi due fette della sua rompicoglioneria condite con olio minerale Mirafiori e buon appetito.

    P.

  24. sylvi
    sylvi says:

    x Caino

    Perchè sono contraria assolutamente agli OGM:

    – Gli effetti di questa tecnica non sono ancora del tutto chiari.
    – Ritengo che le sementi debbano essere scelta e proprietà del contadino, quando abbia rispettato regole generali di custodia e uso.
    – I piccoli appezzamenti italiani, considerando anche i più grandi in Pianura Padana, non consentono di mantenere diviso l’ogm dal bio, i campi ogm ben presto infesterebbero tutto il resto.
    -le informazioni e la trasparenza delle etichette sono molto carenti.
    Io ho il diritto di sapere quello che mangio, e di conseguenza scegliere ciò che voglio.
    Pare che in questo l’Italia sia più corretta di altre Nazioni, però…
    io uso pochissimo olio di semi, ma quando vado a comprarlo osservo che di tutte le marche esposte, due, solo due, portano la scritta NO OGM.

    E questo è il motivo per cui compro sul territorio, dove posso esercitare un controllo, almeno in parte.
    Il controllo globale del mercato che tu auspichi , mi pare una chimera, se non altro perchè la politica agricola americana con i suoi enormi spazi , ad esempio, ha degli obbiettivi ben diversi di quelli di un piccolo Paese come il nostro, o molti altri.
    Per questo ho scritto che la battaglia si vince solo con l’educazione.

    A proposito dei costi…siamo tutti iperalimentati, se dimezziamo le quantità e gli sprechi … dimezziamo le spese e …ce n’è per tutti.

    Sylvi

  25. caino
    caino says:

    Cara Sylvi,
    comprendo perfettamente il problema della superalimentazione che da origine a sprechi..non penso pero’ che una acculturazione in tal senso o anche in senso piu’ ampio possa risolvere alcunque’,finche’ perdura ilpensiero unico di massa del liberismo.
    Vedi mia cara, questo pensiero perfettamente congeniale alla perpetuazione del sistema, l’individualismo, legato a doppia mandata al pensiero o al concetto della liberta’ e della democrazia…pertanto qualsiasi tentativo di limitare una persona o impedire alla stessa di affogarsi nel cibo, puo’venire intesa come un
    attentato alla sua liberta’ individuale..come una forma di collettivizzazione del mangiare..e questo vale per tutti gli altri settori merceologici..se uno ci pensa bene.
    Non restano quindi che strade individuali alla parcheita’,o monacali cose gia’ sperimentate nel passato dagli ordini monastici..o dagli asceti, per non dire degli stiliti..
    Forme destinate al fallimento storico…
    Non resta che augurare buona fortuna..o come gia’ successo in passato ad una enorme distruzionedi beni, che costringa ad un ascetismo forzato..la via al mezzo culturale e’una pura utopia.
    Ma se questo e’ il destino dell’umanita’ e cioe’ il perpetuarsi continuo di catastrofi cicliche per la via del buon senso…lo si dica chiaro , ma non lo si accosti alla liberta’ e alla democrazia.
    Temo che siano due cose ben diverse su tutti I piani.

    c

  26. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    Gli invitati sono : un olandese, tre inglesi di cui uno meta’ giamaicano, un congolese, un singaporeano, un cinese. Sono stati piu’ fortunati 3 miei colleghi coi quali ieri ho festeggiato in un ristorantino molto carino. Ed il mio pancino cresce.
    Ho comprato ripieno secco a base di salvia , cipolla ed altra roba. Conto di marinare le oche fresche domani sera con salvia, rosmarino e vino rosso (Chianti classico). Sabato dovro’ fare il ripeno aggiungendo i fegatini, cognac, porri, e magari anche funghi tritati.
    Sperando sempre che il cuoco del ristorante mi prepari le aragostine.

    Dio salvi la regina.

    Peter

  27. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    Non marini l’oca con il Chianti. Il Chianti lo tenga per dopo.
    Ha ragione Uroburo, l’oca non si marina, la lasci asciugare e riposare.
    Tutto il resto va benissimo.

    Spero le riesca un piatto ” mondiale” come i suoi ospiti.
    Lo impiatti come si deve, con grazia ed eleganza , qualche ciuffetto di rosmarino e magari qualche patata lessa , tagliata a pezzi e ripassata nel burro in padella fin quando fa la crosticina.

    Buon appetito!

    Sylvi

  28. Cipriana
    Cipriana says:

    Per Peter
    Questa è una delle ricette classiche per l’oca ripiena, se le interessassero ricette di qualsiasi tipo le può trovare qui: http://www.lacucinaitaliana.it/, basta registrarsi, operazione semplicissima che non comporta obblighi di nessun genere.
    Cordialmente, Cipriana

    OCA RIPIENA ( x12 pp)

    INGREDIENTI

    un’oca giovane, kg 3,5 – polpa di vitello g 700 – olive verdi – pane grattugiato – chiodi di garofano – un pezzetto di cannella – (mazzetto aromatico(rosmrino salvia alloro) – vino bianco secco – aceto – sale – pepe in grani.
    Preparazione

    Sgrassate l’oca e svuotatela, conservando il suo fegato e una piccolissima porzione di grasso. Passate il volatile sulla fiamma viva per eliminare ogni residuo di piume e penne, quindi lavatelo all’interno e all’esterno e salatelo dentro e fuori. Passate al macinacarne la polpa di vitelloinsieme con il fegato e la porzione di grasso, raccogliendo il ricavato in una ciotola. Amalgamate con 3 cucchiaiate di pane grattugiato, una ventina di olive verdi snocciolate e tagliate a spirale, abbondante sale e una generosa macinata di pepe. Riempite l’oca con questa farcia, quindi cucite accuratamente le aperture con del filo bianco perché il ripieno non esca. Sistemate il volatile in una larga teglia che lo contenga giustamente, irroratelo con mezzo litro di vino, un bicchiere d’aceto e insaporitelo con un mazzetto aromatico, la cannella, una decina di chiodi di garofano, mezzo cucchiaio di grani di pepe. Cuocete l’oca a fuoco moderato o, ancor meglio, passatela nel forno già scaldato a 190° per circa 2 ore e 30′, coprendola a metà cottura con un foglio d’alluminio, perché non si colorisca troppo.

  29. Peter
    Peter says:

    Grazie signora Cipriana, ed anche a Sylvi.

    Speravo in una ricetta del genere con manzo tritato.
    Ma dubito che basti per 12 persone. Quindi di oche ne faccio due per 8 persone.

    Saluti, quac quac!

    Peter

  30. caino
    caino says:

    In tutti casi, poi, spazzolando Internette, si puo’ scoprire un sacco di ristoranti e trattorie, che titolano l’Oca giuliva, ed anche altro su nonciclopedia…
    Ma qui si entra in un altro settore merceologico.

    c

  31. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Caro Peter,
    l’avviso che mi e’ sempre stato dato e’ di non sperimentare MAI con una nuova ricetta …quando si hanno invitati…

    Ho fatto questo errore un paio di volte…l’ultima e’ stata con le ‘squabs’ ripiene, qui si usano molto le cranberries (bacche) le quali sono ottime per contorni , etc…ma non nel ripieno, come invece dettato dalla ricetta di un famoso cuoco.
    Alla fine il ripieno delle mie squabs, era tutto di un rosso violetto , non molto appetitoso.

    In ogni caso, data la varieta’ delle nazionalita” dei tuoi invitati, you can’t go wrong.

    Ciao,
    Anita

  32. sylvi
    sylvi says:

    cara Cipriana,

    lo scrivo sul blog ciò che volevo scriverle privatamente.
    Per almeno quattro decenni sono stata abbonata alla Cucina Italiana, po ho ceduto l’abbonamento a mia nuora.
    Ritengo la rivista la più seria, la più completa, e la più varia delle riviste di cucina.
    Le sue ricette non sono sempre facili per una/ un principiante, presuppongono una certa abilità di base.
    Infatti nella mia ricetta per Peter mi ero sforzata di spiegare soprattutto le fasi principali di preparazione, poi quello che si mette in pancia ha una relativa importanza.
    Infatti Peter deve considerare le origini e le abitudini dei suoi ospiti internazionali; ma se Peter vuole preparare un piatto, diciamo pure italiano, o delle sue , di lui, abitudini acquisite, deve considerare poche regole che sono tipiche della sua storia, gli piaccia o no.
    Secondo me lui dovrebbe presentare un piatto “classico” secondo le abitudini di un certo popolo.
    Potrebbe non piacere l’oca al cinese, o al congolese o al giamaicano…ma lui deve presentare la sua tipicità, non può far finta di essere diverso di quello che è o peggio cercare di accontentare tutti i suoi ospiti cosmopoliti.
    Quello si che sarebbe un disastro, prima che culinario, sociologico.

    Se voleva non accogliere, ma solo nutrire i suoi ospiti, bastava che preparasse un pollo qualsiasi; il pollo è internazionale, globale, si sbaglia poco a cuocerlo, e potrebbe essere una gran noia, per non dire di peggio.
    Ma se volesse dimostrare qualcosa di sè, e se ha scelto l’oca lo ha fatto, allora deve accogliere almeno alcune regole che , come ha scritto lui, non sono internazionali.
    Sia quella che ha proposto lei, classica, che quella che ho proposto io, più intrigante, sono storia nostra, nostre ricchezze, appunto di cucina italiana.

    Io ho studiato un po’ di psicologia; non sono psicologa, ma quel po’ mi basta per capire l’irrazionalità di Peter che non sa liberarsi , come forse vorrebbe, delle sue origini e contemporaneamente non sa adeguarsi pienamente alle abitudini della Patria cui ora appartiene. Sta in mezzo al guado!
    Eppure la soluzione sarebbe accettare con orgoglio sia la sua nascita che la sua nuova destinazione.
    Che c’entra l’oca?

    C’entra eccome, per poter dire:
    amo la mia nuova Patria, ma l’oca come si deve la si cuoce solo in Italia. non per niente la cucina italiana è la migliore al mondo!!!

    Un caro saluto

    Sylvi

  33. Anita
    Anita says:

    x Caino = CC

    Squab e’ il nome dato a piccioni di non oltre 4 settimane…qualche epicureo gli avra’ dato un nome piu’ elegante.
    Credo che derivi da una parola asiatica…credo.
    Veramente non si trovano nei mercati, se non che specializzati.
    Sono cibi e menu’ che vanno su e giu’ di moda….nient’altro.
    Inutile che sfotti….io mangio molto semplicemente e non sfoggio.

    Mi domando perche’ mio papa’ ce l’aveva su con i piemontesi….???
    Sono cosi’ carini…..

    Ciao,
    Anita

  34. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    Ho scelto l’ oca perche’ e’ una carne ricercata ed apprezzata da tutti. Come le aragoste vive che devo far cuocere. Di italiano c’ e’ ben poco, ma apprezzo la ricetta di Cipriana. Non faccia troppo la psicologa. Per esempio, mi piace molto la cucina, o meglio le cucine, orientali, cinese e tailandese in particolare. Ho idea che i piu’ difficili da accontentare saranno i due olandesi ( una di origine congolese) ed il singaporeano che sa cucinare benissimo.
    Alla fine di oca ne sto preparando solo una, infatti sono entrambe grosse. Vecchio trucco dei fattori, avrei dovuto immaginarmelo, per vendermene due. Cosi’ ne sto congelando una. Usero’ il fegato ma non so cosa farne del cuore e del collo….

    Se apprezzo questo paese e’ per il suo internazionalismo. Ma Ukip avanza, e si allontana dall’ Europa sempre piu’. E proprio ora quei fessi di Bruxelles hanno aggiunto due miliardi di euro da farci pagare perche’ l’ economia di UK e’ cresciuta dello 0.7%. Il che aiuta molto la popolarita’ di EU…

    Buonanotte

    Peter

  35. caino
    caino says:

    Sinceramente anche io mi sono sempre chiesto ,perche’ mio papa’ ce l’avesse su con I lomdardi….sono cosi’carini…
    Poi pero’qualche spiegazione me la sono data.invecchiando.
    Abbiamo molte cose in comune, come vedi.

    c
    infine non intendevo proprio sfottere nessuno, solo che le spiegazioni di nonenclopedia, mi paiono carine mi fanno soridere, su con la vita quindi !

  36. caino
    caino says:

    Si distenda mio caro in uno squab dal suo spicanalista di fiducia, si rilassi, rimuova..rimuova..
    c

  37. Peter
    Peter says:

    x CC

    No grazie. Veda di farsi analizzare lei piuttosto. Invece di rimuovere che invece fa male. Lo faccia….30 anni fa.

    P.

  38. Cipriana
    Cipriana says:

    Cara Silvy,
    il motivo per cui ho postato la ricetta dell’oca per Peter, deriva proprio dal fatto che mi sono resa conto che (al contrario di Uroburo ad esempio) non è decisamente un esperto di cucina, ragione per cui ritenevo che oltre a segnalargli gli ingredienti fosse necessario dettagliare anche il modo di cottura, 0vvio che se qualcuno si appassiona alla cucina , una volta imparate le fasi di base, potrà poi anche sbizzarrirsi nell’adattamento delle ricette ai propri gusti, tenendo però presente quali abbinamenti possono essere più o meno adatti, è quello che fanno tutti gli autentici chef altrimenti non si inventerebbero ricette nuove.
    Come le ho scritto in privato, io non mi posso definire una buona cuoca, com’era invece la mia mamma, ma per anni mi sono occupata di ricette culinarie, il mio compito però consisteva esclusivamente nel batterle a macchina per l’uso che dovevano farne altri in uno studio di registrazione televisiva.
    Nel mio paesello nativo, sulla riva del grande fiume, ricordo che l’oca veniva usata soprattutto per fare il RAGO’, nulla a che fare con il ragu, era una specie di Cassoela ( o bottaggio che dir si voglia) dove la carne dell’oca sostituiva la carne di maiale e dove si usavano abbondantemente le verze, io che non ho mai amato questo ortaggio anche perché non lo digerivo, non mi sono mai cimentata nel prepararlo, ma ragò aveva anche un altro significato nel mio dialetto, ovvero “accozzaglia”, perciò il ragò veniva preparato anche con i più disparati tipi di carne (soprattutto le parti meno nobili) ma con un grande uso di verze perché potesse bastare a sfamare il tipo di famiglie patriarcali e numerose dell’epoca, ormai remota, in cui ero bambina
    C‘era anche chi preparava il collo d’oca ripieno che poi veniva lessato e forniva pure, a quanto pare un ottimo brodo, ed anche il salame d’oca, specialità in particolare di Mortara (PV), si diceva che anche dell’oca come del maiale non si buttava via nulla.
    Quanto alla “Cucina Italiana”, la prestigiosa rivista, la conosco molto bene, ho una figlia che vi lavora da 24 anni ora come “Web Editor Assistant” , le ricette che vi vengono pubblicate e fotografate, sono tutte preparate nella cucina della Redazione.
    Un affettuoso saluto
    Cipriana

  39. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    tutte le interiora posso fare tranquillamente essere integrate nella farcia. Alcuni usano anche un poco del grasso dell’oca che si dovrebbe togliere dall’interno, dove s’accumula. Pare che non abbia il cattivo sapore di altri grassi, come quello di pollo.
    Ovviamente la notizia è riportata, io non ho mai cucinato l’oca (e neppure il pollo intero se è solo per questo).

    Ringrazio molto Cipriana ma in realtà io non sono affatto un esperto di cucina, mi mancano le basi e poi cucino solo da cinque anni. Però seguo le ricette e introduco delle variazioni secondo il mio gusto, la fantasia e soprattutto quel che ho in casa.
    Cucino quel che penso potrebbe piacermi e per lo più i miei ospiti sono soddisfatti, ma a volte sbaglio i tempi di cottura e così arrivo tardi. In realtà dovrei provare le sperimentazioni solo per me e poi farle anche per gli altri ma a volte non mi è possibile.
    In generale non mi piace la cucina che sa di poco, amo piuttosto i sapori decisi.
    Un saluto a tutti U.

  40. caino
    caino says:

    Sicuro di fare un piacere al mio grande amico Peter, per I suoi ospiti internazionali, consiglio questi due piatti, tipici della cucina pedemontana ed anche montana

    a)aticciuole di polenta e formaggio
    Quando la polenta e’ piuttosto soda, riducetela a fette dello spessore di circa mezzo centimetro e, con uno stampo tagliatene tanti dischi di due o tre centimetri.Da formaggio fontina tagliate con lo stesso stampo, la meta’ dei dischi di quelli che avete fatto colla polenta, ma un po piu’sottili.Infilzate in un stuzzicadenti I dischi alternarnandoli, immergeteli nell’uovo sbattuto, impanateli e friggeteli di bel colore, servendo caldo.

    La seconda riceta sono tartine di polenta, ma Peter che e’ un generoso, capira’ che adesso vado a tavola…
    Semplice semplice..gusto internazionale..adatto anche per dei cingalesi….senza dover marinare il cervello .

    c

  41. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Caino,
    cheddire allora della polenta pasticciata (dialetto pulenta cunscia o pulenta vuncia)?
    Resti di polenta sminuzzata in pezzi grandi come un cucchiaio cucinati al forno con salsa di pomodoro, formaggi vari e tutti gli avanzi (di carne, di uovo e volendo anche di alcune verdure cotte come spinaci, cardi, biete ecc. ma senza esagerare) che rimangono in cucina. Un po’ di sale, pepe ed olio e poi nel forno per un quarto d’ora-venti minuti.
    C’è poi da dire che la vostra molliccia polentina (per non parlare di quelle ad est dell’Oglio, indegne perfino di essere nominate) è mediocre.
    Da noi si mangia solo polenta bramata o bergamasca: macinata grossa e cucinata con poca acqua (al massimo quattro litri ma anche tre litri e mezzo; quando è cotta un coltello ci deve rimanere in piedi senza cadere).
    Il Milanese usa da sempre polenta bramata, onestamente la migliore.
    Un saluto a tutti U.

  42. sylvi
    sylvi says:

    caro Uro,

    polenta bramata, cioè che a fine cottura si presenta soda e dura come un mattone!
    Io credo che una buona polenta, oltre a ottima farina, debba anche essere ben cotta, che spanda il suo profumo in tutta la casa e che il paiolo abbia fatto la crosticina tutto in tondo.
    Per dirti che anche in Friuli, soprattutto in Carnia, la polenta la fanno così. E’ una delle abitudini friulane che non ho mai accettato.
    A me la polenta piace alla veneta, ben cotta e molisina , che si sparga sul piatto e non resti piantata come un torrone!
    Cioè ci metto meno farina e macinata un po’ più fine., anche se non finissima.
    Ritengo però che tutto dipende da quello che deve accompagnare.
    C’è un piatto antichissimo friulano: il toç in braide ( letteralmente ” intingolo del podere”) che è anche ora ripreso dai migliori ristoranti in regione, che pretende una polentina molle; polenta e funghi nel cestino di frico pure…
    La polenta bramata come piace a te, soda e compatta, nasce dalla necessità dei contadini e montanari di trasportarla più facilmente nei boschi e nei prati, al tempo delle fienagioni o della pulizia dei boschi. O nelle malghe per arrostirla agevolmente nella griglia .

    Però voglio provare la ricetta di Caino, che mi intriga anche perchè uso raramente fontina, se non per la pasta ai quattro formaggi che il mio medico di famiglia mi ha però consigliato di dimenticare. Sic, sic!

    Sylvi

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