Le festività sono passate, i problemi invece sono rimasti. Comprese le porcate contro la Siria

Federal Reserve: la crisi dei cent’anni

Mario Lettieri* Paolo Raimondi**

Allla vigilia di questo Natale la Federal Reserve ha compito cento anni! Ha “navigato” attraverso due guerre mondiali e nella Grande Depressione del ’29. Arriva però al suo centenario in condizioni disastrate e con una profonda crisi di identità. Per la prima volta nella storia ha completamente stravolto la sua missione: da controllore dell’inflazione e attore nella politica contro la disoccupazione è diventata la fucina di liquidità illimitata con un bilancio distorto fuori misura, pari a circa un quarto del Pil americano. Prima del 2007 non solo ha ignorato tutte le avvisaglie del crollo finanziario incombente ma, quel che è più grave, ha assecondato, se non favorito, i comportamenti più speculativi e rischiosi. Poi ha salvato dal fallimento tutte le grandi banche, lasciando di fatto che continuassero ad operare come prima. La liquidità immessa sta drogando l’economia creando visioni psichedeliche quanto irreali dell’economia prospettando una rosea fine della crisi economica e bancaria.

Forse per dimostrare che la Fed tiene in mano ancora il timone della finanza, il governatore Ben Bernanke all’ultimo incontro dell’Open Market Committee ha annunciato che, a partire dal prossimo gennaio, la banca centrale diminuirà il quantitative easing mensile di 10 miliardi: acquisterà 35 miliardi di dollari di bond del Tesoro invece di 40 e  40 miliardi di titoli speculativi asset backed security invece dei soliti 45.Per poter “incassare” il sostegno di Wall Street, ha spiegato però che queste decisioni non cambiano minimamente la “accomodante politica monetaria” della Fed. Infatti, a differenza delle reazioni destabilizzanti dello scorso maggio quando Bernanke ventilò un possibile cambiamento nella politica del QE, questa volta i mercati hanno salutato il suo intervento con una significativa impennata della borsa. Bernanke ha voluto anche assicurare le banche che il tasso di interesse zero rimarrà almeno fino al 2015 se non fino al 2016 e che la Fed continuerà a comprare titoli in quantità rilevanti. Ha garantito in particolare che nel suo bilancio saranno mantenute le centinaia di miliardi di dollari di titoli tossici già acquistati e quelli che saranno comprati in futuro. Di questo passo il bilancio della Fed a fine 2014 sarà di circa 5.000 miliardi di dollari con un rapporto leva di 100 a 1 rispetto al suo capitale di base.

Ma la vera sfida per la Fed è di carattere geoeconomico e geopolitico. Vuole continuare a mantenere il dollaro come valuta centrale delle riserve monetarie mondiali o intende trasformare la moneta americana in qualcosa che si può stampare come e quanto si vuole, col metodo che gli americani chiamano “fiat money”? Una cosa è certa: le due politiche non si possono mantenere insieme e a lungo. Anche se il dollaro è protetto dalla forza politica, più che economica, del governo di Washington, la sua credibilità e di conseguenza il suo valore intrinseco vanno via via scemando in rapporto inverso alla sua crescente quantità in circolazione. Prima o poi si arriverà ad una situazione di rottura. Già vi sono segnali in Cina. Nonostante Pechino sembri limitarsi a mere dichiarazioni di fastidio per le politiche della Fed, i pagamenti in yuan per le importazioni sono già il doppio di quelle regolate in euro. In un anno l’intero commercio cinese con il resto del mondo fatto in yuan è passato dal 12 al 20%.

A breve l’Arabia Saudita, il Qatar, il Kuwait e il Bahrein creeranno una moneta comune, anche se per il momento rimarrà ancorata al dollaro. Anche un certo numero di Paesi africani sembrano vogliano fare lo stesso. Possono ritenersi iniziative marginali sulla scacchiera del sistema monetario internazionale, ma sono chiari segnali di insofferenza verso un dollaro di cui non si conosce più il vero valore. Sono mosse che potrebbero andare verso un sistema alternativo, verso un nuovo paniere di monete. Anche per queste considerazioni non si possono fare gli auguri alla Fed per il suo centenario. Non le si può dire: “fate i buoni”, come dice una certa pubblicità di panettoni, perché potrebbe fraintendere e pensare che sia arrivato anche il momento di rimpiazzare il Tesoro e di stampare bond…

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Nasce un’unione bancaria europea già vecchia e impotente

Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**

La lettura della recente direttiva sulla cosiddetta unione bancaria europea non ci induce all’ottimismo a dispetto dei soliti laudatores di regime. La direttiva sui salvataggi e sulle liquidazioni delle banche varata dal Consiglio dell’Unione Europea sorprende per la sua scarsa incisività. Più che una riforma è un documento che sancisce il comportamento delle autorità europee e nazionali ben conosciuto negli ultimi mesi, in particolare dopo la crisi bancaria di Cipro. Vi si afferma che la crisi finanziaria ha evidenziato la mancanza di strumenti di intervento nei confronti delle istituzioni finanziarie in gravi difficoltà al fine di prevenirne la bancarotta o di gestirne la liquidazione. In passato si sono utilizzati soldi pubblici per operazioni di salvataggio e per evitare effetti destabilizzanti per il sistema. Anche alle banche solventi, in verità, sono stati concessi aiuti con l’immissioni di liquidità da parte della BCE o con altre garanzie statali per i titoli in loro possesso.

Dopo avere speso diverse centinaia di miliardi di euro ovviamente presi dalle tasche dei contribuenti, l’Europa oggi si dichiara inorridita da tali scelte e introduce il bail in. Cioè saranno per primi gli azionisti e i creditori della banca a rischio di fallimento a dover contribuire al salvataggio. Indubbiamente è più corretto. Ma si ricordi che i cosiddetti anonimi “creditori” altro non sono che i risparmiatori titolari di conti correnti presso la banca in crisi. La legge, come noto, prevede che potranno essere aggrediti i depositi che non godono delle garanzie previste, cioè quelle fino a 100.000 euro. Le nuove regole stabiliscono che, se fosse insufficiente lo strumento del bail in e se il fallimento della banca fosse destabilizzante per il sistema, le autorità potrebbero intervenire con il Meccanismo e con il Fondo di risoluzione europei. Ma questo Fondo dovrebbe diventare attivo nei prossimi 10 anni! Solo allora diventerebbe un meccanismo unitario con la mutualizzazione dei rischi. Nel frattempo, al di la delle tante e belle parole sull’approccio bancario unitario e sulla fine della frammentazione del credito in Europa, i governi nazionali di fatto continueranno ad  intervenire con il bail out, cioè con gli aiuti di stato, magari anche con la temporanea acquisizione pubblica della stessa banca.

E’ evidente che la finanza resta privilegiata e batte alla grande il lavoro e l’imprenditorialità. La nuova unione bancaria da un lato rinvia nel tempo e dall’altro concentra l’intervento sugli strumenti e sulle procedure attuabili in caso di alto rischio o di liquidazione bancaria. Ma quando si è sulla soglia della bancarotta o della liquidazione vuol dire che la malattia è già conclamata e che si sta intervenendo troppo tardi! Perciò riteniamo che una legge bancaria efficace dovrebbe anzitutto verificare i comportamenti e le attività delle banche e del sistema finanziario per correggerli o sanzionarli severamente al fine di evitarne la bancarotta.

E’ davvero sconcertante e sorprendente il fatto che nella lunga direttiva non sia menzionata neanche una volta la parola “speculazione”! Eppure tutti sanno il suo ruolo nefasto nelle operazioni dei mutui subprime, nei mercati non regolamentati dei derivati Otc. Per non parlare delle speculazioni sulle monete e sulle commodity fatte con i futures. Questi sono i campi principali delle attività finanziarie delle grandi banche internazionali ed europee con impatti sistemici. Le banche europee, con la Deutsche Bank in testa, hanno, purtroppo, da tempo pericolosamente superato le cugine americane sui mercati dei derivati finanziari. Perciò resta urgente una vera riforma bancaria per affrontare le cause del malfunzionamento dell’intero sistema.

I governanti europei, ancora una volta, ignorando le istanze provenienti dal mondo del lavoro e dell’impresa, non hanno affrontato il cuore del problema che è quello della separazione delle banche commerciali da quelle di investimento. Le prime raccolgono risparmio da utilizzare per crediti non speculativi e a sostegno dei settori produttivi dell’economia mentre le seconde operano con i soldi propri e a proprio rischio. Così come si fece negli Stati Uniti nel lontano 1933 con la legge Glass-Steagall.

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Disciplina nell’economia al posto di modelli astratti

di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**

Persino il Financial Times, l’interprete più autorevole della City di Londra, di fronte a nuove e crescenti bolle speculative, si è sentito obbligato a chiedere l’applicazione di una maggiore e più rigorosa disciplina della finanza. Il nuovo approccio dovrebbe essere prioritario anche nell’insegnamento delle scienze economiche mettendo da parte i cosiddetti “modelli astratti” dominanti. Il giornale ha lamentato il fatto che si sia posto “una fede eccessiva nei modelli matematici” applicati alla finanza e all’economia, perdendo così il contatto con l’economia reale e con le vere esperienze della vita. La continua “genuflessione rituale di fronte ai modelli matematici” ha illuso, secondo FT,  la maggioranza degli  economisti, degli studiosi e degli studenti di economia  creando in loro una “presunzione scientifica” ed un’aura di rispettabilità intellettuale. Ciò ha inevitabilmente portato al completo fallimento nel prevedere e nello spiegare il peggiore crac finanziario della storia. Questa critica, in verità, arriva un po’ tardi, ma, come dice il proverbio, meglio tardi che mai. Staremo a vedere se le autorevoli considerazioni resteranno nella sfera della filosofia morale o si tradurranno anche in effettivi cambiamenti delle scelte e dell’insegnamento della politica economica.

Che questi modelli matematici astratti fossero delle pericolose “stelle cadenti”, lo si era già sperimentato in dimensioni eclatanti quando l’hedge fund speculativo Long Term Capital Management (Ltcm) nel lontano 1998 crollò su stesso. Creato negli Usa nel 1994 da un gruppo di esperti finanziari della Salomon Brothers, il fondo Ltcm si basava sui modelli matematici formulati da Myron Scholmes e Robert Merton, due premi Nobel per l’economia. Essi furono insigniti del prestigioso riconoscimento per aver formulato “un nuovo modello per determinare il valore dei derivati” e  per aver costruito una complicatissima formula per condurre operazioni finanziarie e scommesse sulle piccole variazioni dei tassi di interesse, inizialmente dei Treasury bond. Il modello era diventato fondamentale per “lavorare” in particolare con i derivati Otc non regolamentati. Inizialmente si registrarono grandi profitti, tra il 20 e il 40% del capitale investito, il che aumentò la cupidigia e la propensione a rischi maggiori. I resoconti statistici mensili generavano poi la convinzione della giustezza di tali comportamenti speculativi.

Anche la Fed ha partecipato alla “festa”, mentre tutti i controlli preposti venivano di fatto annullati. Come il discusso ciclista americano, Lance Armstrong, che trascinava dietro di sé il resto del gruppo, anche Ltcm guidava fondi speculativi e operatori di borsa generando un ”effetto valanga”. Uno dei segreti del suo successo fu la capacità di operare con l’effetto della leva del credito, tanto che nel 1998 il fondo, con un capitale di base di 4,7 miliardi di dollari contava crediti per 124,5 miliardi, con un rapporto debito/capitale di 25:1. Ma la cosa davvero esplosiva era il valore nozionale dei suoi derivati Otc pari a ben 1, 25 trilioni di dollari! Ltcm era diventato il nuovo dio dell’Olimpo, potente e imbattibile. Le operazioni finanziarie si espandevano a tutto campo e su tutti i mercati del mondo. Anche su quelli delle cosiddette tigri asiatiche, che poi entrarono in crisi, e delle obbligazioni della Federazione Russa, che divennero inesigibili con il default russo nel 1998. E’ una storia nota.

Ltcm si trovò pieno di titoli e di derivati in caduta libera mentre i creditori chiedevano al fondo di rientrare subito e di coprire le sue posizioni debitorie. Di conseguenza andò in bancarotta. Fu la prima vera avvisaglia della crisi finanziaria e bancaria sistemica con tutti i suoi ingredienti di panico. Le reazioni a catena avevano portato l’intera finanza alla soglia del “melt down”, della dissoluzione del sistema. La Fed dovette intervenne con un piano di salvataggio di 3,6 miliardi di dollari, chiedendo un contributo di alcune centinaia di milioni di dollari a tutte le grandi banche internazionali partecipanti. Anche alla Lehman Brothers.  Erano le stesse banche coinvolte nel crac del 2007-8 che abbiamo imparato a conoscere come le “too big to fail”.

Il fallimento di Ltcm non fu una lezione. Anzi, tutti sembravano ancora più convinti della propria capacità, quasi divina, di gestire le crisi. Il Financial Times cita anche il noto economista americano, John Kenneth Galbraith, stretto collaboratore del presidente JF Kennedy e forte assertore del primato dell’economia reale sulla finanza. Egli, diversi decenni fa, aveva già accusato gli economisti di essere pervasi da un misto di “speranza e di fede” avvolto in una grande presunzione scientifica. Certo non si tratta della speranza e della fede di cui parla papa Francesco nelle sua Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” in cui invita anche i leader dell’economia mondiale a riflettere sulle cause più profonde della grande crisi finanziaria e a guardare all’uomo prima che al profitto. La loro, invece, è la fede nella “magia della finanza”.

*Sottosegretario all’Economia nel governo Prodi **Economista

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http://www.remocontro.it/mondo/la-turchia-di-erdogan-trattava-con-al-qaeda-per-la-guerra-ad-assad/

La Turchia di Erdogan trattava con Al Qaeda per la guerra ad Assad

Lo scandalo che ha portato alle dimissioni di 10 ministri rischia di travolgere il premier turco Erdogan e l’AK Parti

Le vere ragioni del terremoto politico in Turchia. Erdogan creava fondi neri per finanziare la guerriglia siriana. I documenti degli incontri segreti col banchiere saudita Yasim al Qadi, già amico dell’amministrazione Bush. Il suo nome è inserito nella lista nera del terrorismo internazionale

Lo scandalo che sta travolgendo il premier Erdogan e l’Ak Parti, il partito di governo egemone sino ad oggi in Turchia, porta diritto alla Siria. A far tremare il primo ministro turco Erdogan non è tanto il sistema corruttivo scoperchiato dalla magistratura, quanto i legami oscuri con il faccendiere iraniano Zarrab e soprattutto con alcuni esponenti del netowrk di al-Qaida. Il premier turco ha incontrato più volte, segretamente, uno dei principali banchieri del terrorismo internazionale. Con la complicità di alcuni ex membri del suo governo, poi costretti alle dimissioni per una pulizia di facciata, avrebbe sottratto ingenti somme di denaro al bilancio statale per finanziare segretamente la guerriglia siriana.

La “Tangentopoli” turca scoppiata con gli arresti del 17 dicembre nasconde molto di più di un semplice giro di mazzette e sta mettendo a dura prova la tenuta del governo Erdoğan peraltro già profondamente rimaneggiato qualche giorno fa, e soprattutto del sistema di potere costruito dal primo ministro intorno al partito Akp nel corso dell’ultimo decennio. Henri J. Barkey ha efficacemente utilizzato la metafora di Icaro per descrivere la parabola del leader turco, ormai palesemente accecato da delirio di onnipotenza. Tuttavia, i fatti delle ultime settimane sono solo la punta di un iceberg che minaccia di rivelare sviluppi sorprendenti, per quanto non totalmente inattesi.

Secondo molti giornalisti turchi, nella seconda lista di persone che la magistratura avrebbe voluto arrestare c’era anche Bilal Erdogan, figlio del primo ministro. Bilal sarebbe coinvolto in relazioni poco chiare con alcuni affiliati di al-Qaida. Sul fatto che Erdoğan sia il regista del sistema corruttivo scoperchiato dalla magistratura sembra non esserci alcun dubbio. Subito dopo essersi dimesso, il ministro dell’Ambiente e della Pianificazione Erdoğan Bayraktar ha velenosamente affermato che anche il primo ministro avrebbe dovuto seguire il suo esempio, dal momento che è stato proprio il leader dell’Akp ha ordinare personalmente i progetti sui quali si concentrano le indagini. Insomma, Erdoğan c’è dentro fino al collo.

La posta in gioco dello scontro è proprio la sua testa. Tra gli esperti turchi è diffusa l’opinione che la sorte del primo ministro turco sia ormai segnata. Erdoğan può provare a resistere con il suo stile sprezzante e i suoi metodi autoritari, ma le sue speranze di diventare presidente della Repubblica, sono ora ridotte al lumicino. E già in occasione delle amministrative di marzo l’Akp potrebbe andare incontro a qualche sorpresa. Anche se il comizio all’Aeroporto Ataturk di Istanbul mostra che Erdogan ha ancora un vasto consenso tra il suo elettorato. Manca una alternativa credibile. La recente investitura Washington dal leader del Chp (il principale partito laico di opposizione) Kemal Kılıçdaroğlu, l’opposizione rimanere debole.

Il lato oscuro della vicenda riguarda le ragioni che hanno spinto Ankara a correre il duplice rischio di irritare l’alleato americano e di esporsi ai pericoli della galassia di faccendieri iraniani sempre più importanti nel sistema economico turco. Da tempo in Turchia c’è chi guarda con sospetto a questa sorta di “infiltrazione”che avrebbe ragioni prevalentemente politiche. C’è chi ipotizza che Ankara sia al centro di un traffico di componenti nucleari destinate al programma atomico iraniano. Saputo che il regista dello schema “oil for gold” era Zarrab, intimamente legato all’ex presidente iraniano Ahmadinejad, ecco che a gettare nel panico Erdoğan non sarebbero i 66 milioni di dollari di mazzette quanto le “special relationship” tra Ankara e Teheran.

Il 29 settembre un episodio molto interessante alla luce degli sviluppi successivi. Protagonisti Yasin al-Qadi e Usama Qutb. Il primo, in particolare, è noto alle cronache per la contiguità con gli ambienti di al-Qaida, tanto che dopo l’11 settembre Stati Uniti ed Unione Europea congelarono i suoi asset finanziari (poi liberati). Lo scorso giugno al-Qadi e Qutb ebbero un incidente stradale e furono ricoverati in un ospedale di Istanbul. Allora fu scritto che i due stavano tornando da un incontro con il direttore del servizio di sicurezza turco (MİT). Non solo. I due stavano viaggiando nientemeno con il consigliere per la sicurezza di Erdoğan, İbrahim Yıldız. La prima persona a visitarli in ospedale fu Bilal Erdoğan, figlio del primo ministro.

Quello che finora i media hanno taciuto è la ricca documentazione sugli incontri segreti tra Erdogan e al Qadi. La polizia avrebbe le prove di più di un incontro tra i due. «Ogni volta che il signor al Qadi è venuto a Istanbul è atterrato con un jet privato, le telecamere di sorveglianza dell’aeroporto sono state oscurate e le guardie del corpo di Erdogan accompagnavano l’ospite fuori dall’aeroporto evitando la dogana», scrivono gli inquirenti. E diventa così sempre più imbarazzante l’attivismo della Turchia nella guerra civile siriana. La presenza nella vicenda di Al Qadi, membro dei Fratelli musulmani, conferma il ruolo dell’estremismo islamico in Siria. Con imbarazzi all’interno della Nato, di cui la Turchia è pilastro fondamentale.

Dettaglio balcanico, Yasin al Qadi era molto amico di Osama bin Laden, ambedue appartenenti a ricche famiglie della nomenclatura reale saudita. Egli ha ammesso in più di un’intervista di essere stato responsabile del finanziamento della Legione Araba di bin Laden in Bosnia-Erzegovina nei primi anni ’90 e del finanziamento della presidente bosniaco musulmano Alija Izetbegovic, subito dopo il conflitto. Una spinta verso il fondamentalismo interno che ha dato il via alla pulizia etnica su base volontaria che ha trasformato anche Sarajevo. Al Qadi -ultima annotazione- è anche amico personale dell’ex vice presidente statunitense Dick Cheney e ha avuto parte nella cosiddetta “guerra al terrore” lanciata dall’ex presidente George W. Bush.

Che strambe cose al mondo!

269 commenti
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  1. sylvi
    sylvi says:

    Ma la smetta, anglo-puglio dei miei stivali.

    Le pare che un giornale che manda in giro per il mondo corrispondenti che sparano e pubblicano “notizie” così grosse, ma così grosse senza arrossire, abbia diritto ad essere considerato un giornale? E magari vorrebbe anche fregiarsi del titolo di giornale serio?
    Forse che in Inghilterra siete abituati a questa stampa così inaffidabile ? E meriterebbe magari anche considerazione, secondo voi.
    Per me spazzatura è spazzatura…o inglese o americana per me pari sono!
    E poi…i giornalisti non hanno un codice deontologico? Non formano le coscienze e le conoscenze del popolo?
    E le formano inventandosi le notizie? O raccontando spezzoni che travisano i fatti realmente accaduti?
    Avendo percorso in lungo e in largo, a piedi e in tram l’itinerario che avrebbero dovuto fare i giornalisti a Sarajevo, so quel che dico!
    E se prima provavo diffidenza verso i corrispondenti di guerra, con le dovute eccezioni ovviamente, ( come quel giornalista della Stampa che è stato prigioniero in Siria per mesi), ora la mia visuale è completamente cambiata.
    Prendo con le pinze anche i cosiddetti giornali affidabili.
    Guardi la luna, non il dito!

    Anzi le dirò che è più credibile la sua corrispondenza n. 71 di quella di quasi tutti i corrispondenti stranieri a Sarajevo, compresi gli italiani e compreso il tanto celebrato Adriano Sofri.

    Spero che Pino non se l’abbia a male se ho criticato la categoria.

    Queste cose me le ha raccontate un sarajevese giudice al Tribunale della città, che , come tutti, usciva ogni giorno a rimediare qualcosa da mangiare presso i presidi di assistenza internazionali, presso la Caritàs, …andavano anche a donare il sangue per avere una razione di cibo!
    Sui ponti della Miljacka avevano trascinato dei container di fortuna e lì facevano slalom per raggiungere il mercato.
    E i cecchini non dormivano mai!
    Lui e la moglie stettero un anno senza sapere che fine avesse fatto la figlia che abitava in un altro quartiere di là del fiume.
    E i giornalisti inglesi scorrazzavano liberamente dietro a Bin Laden???

    Sylvi

  2. Caino
    Caino says:

    Egr sig Rodolfo,

    allora buon viaggio e mi stia al calduccio ben sotto le coperte !
    Si porti i libri del Voltometro, insieme al resto,così potrà fare un buon ripasso .
    La capisco..come si dice ..Due cuori e una capanna..la invidio lo sa ,
    però nel modo giusto,come si conviene..Lei ha rubato l’amore al G.C che si roderà il fegato invece , lui sì morso dall’invidia vera.

    Saluti

    Caino

  3. Caino
    Caino says:

    Egr sig Sylvi,

    capisco ,che Lei,forse, nella disputa ha le sue buone ed ottime ragione.
    Ma vede ,deve capire.., se i giornalisti devono formare la co-scienza del mondo, pensi un po a quelli che hanno inventato la stratosferica “balla” delle armi di distruzione di massa di Saddam,pensi solo poi agli investimenti “mediatici” di massa fatti per farla passare..quasi un Pil italico.
    Che spreco mia signora..che spreco di risorse !
    Sia quindi comprensiva ,vuol dire che Caino che in parte vede e provvede, studierà il percorso di Sarajevo, e poi si farà un’opinione personale.. purtroppo si erano perso nei secoli i contatti!

    Caino

  4. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Caino.
    Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
    Io l’amavo, la odiavo, era tutto per me., non ero ancora il suo ragazzo ma soffriva per me.
    Sic! sob! sob! sic!
    Vita grama, la mia.
    Ettciùù!!

    C.G.

  5. Caino
    Caino says:

    SOMMERSI E SALVATI..!!

    Caino pensa, che l’ultimo lavoro di Primo Levi , uno degli autori moderni da Lui preferiti, sia e valga, non solo per quel che riguarda i campi di sterminio nazisti, ma in realtà sia applicabile all’attuale Mondo Globalizzato.
    Una grande ed efficace Metafora.

    Ci saranno i salvati e i sommersi,solo che più nessuno si ricorderà dei sommersi, con la differenza che al contrario di Primo Levi, nessuno dei salvati si ricorderà dei sommersi,anzi ,Caino, presume che i sommersi saranno etichettati, come coloro che non c’è l’hanno fatta perché perdenti, secondo uno schema “già” ben collaudato!

    Un piccolo estratto da Wiki,solo per ricordare Primo Levi ed il suo ultimo lavoro nel 1986 :

    —————————————-

    ..Nel secondo capitolo, La zona grigia, l’autore tratta dei privilegiati all’interno dei lager, quella che lui definisce appunto “la zona grigia”. Fra queste, nota è la squadra addetta alla gestione dei crematori, di cui Levi parlerà approfonditamente. In chiusura del capitolo, si parlerà anche della figura di Mordechai Chaim Rumkowski, il decano di Lòdz, ebreo affezionato al potere e che, appoggiato dalle SS, aveva imposto il suo comando all’interno del ghetto della sua cittadina.
    Nel terzo capitolo, La vergogna, Levi inizia a parlare dell’angoscia della liberazione. Non vi è stata infatti, secondo il suo parere, la felicità nell’essere liberati, poiché i mesi passati all’interno del lager hanno modificato profondamente tutti i superstiti. Tanto da farli vergognare della loro posizione, da farli sentire in colpa per quanto era successo e per quanto le SS avevano fatto.
    —————-

    Caino non conobbe questo Mordechai Chaim..ma lo ritiene figura interessante e degna di attenzione,anche “lui” una interessante metafora per l’oggi !

    No, alla fine della storia se ci sarà,non vi sarà nessuna vergogna da parte dei salvati,ma solo il normale e quieto, etico e moraleggiante vivere, nella più normale delle normalità!
    Così è quasi sempre stato nella storia.
    Ma attenzione,prego di fare attenzione su quel “quasi sempre” che non vuol affatto dire: Sempre !
    Con questa mia ultima frase non vorrei aver disturbato qualche sonno tranquillo,ma non mi scuso,poiché so che la tranquillità è solo di facciata nelle co-scienze dei tranquilli e beati,i fegati cominciano ad essere cirrotici !Il dubbio, è peggio dell’Alcool , per quel “quasi sempre”

    Caino

  6. Anita
    Anita says:

    x Caino

    Il mio pacchetto azionario in %, ma certo che lo so.
    Ne ho due, uno in trust ed uno mio, ricevo mensilmente il resoconto o statement che controllo accuratamente.
    Perche” me lo chiede ? Non le sembra un po’ troppo personale?

    Mi deve scusare ma oggi sono molto occupata……

    Buona domenica,
    Anita

  7. Anita
    Anita says:

    x Caino

    PS:
    Qui siamo in una sosta dal freddo polare, ieri la temperatura e’ salita a 62*F, se dura tre’ giorni si chiama; “Indian Summer”.
    Gli uccelli sono confusi come al solito, credono che sia tempo di fare il nido, il corteggiamento e’ iniziato…

    Anita

  8. Linosse
    Linosse says:

    X Anita 140
    Io sarei mooolto cauto a fare certe affermazioni.
    Se andiamo indietro ,non tanto,ma appena di 69 anni,ritroviamo le stesse sue affermazioni che serpeggiavano nella difesa degli imputati nazisti del processo di Norimberga e che ancora sono un riferimento per molti tedeschi nell’attualità.Non sono state molto convincenti perche quasi tutti gli imputati sono stati condannati a morte
    Forse sono una scopiazzatura per la giustificazione di Sharon che, sull’ultima soglia, ha presentato a S.Pietro per rendere conto della sua esistenza terrena.
    La storia la scrivono i vincitori ma , chiunque l’abbia scritta, emerge che i vincitori di ieri possono essere i perdenti di domani e 70-80 anni sono una quisquilia rispetto ai tempi storici.
    Lo sappiamo,siamo tutti discendenti di Caino( che non se la prenda, ormai si è abituato alla situazione) ma speriamo di aver preso qualcosa di genetico anche da sua moglie(o sorella?),causa forse della mortale gelosia nei confronti di Abele,e che nella miscela genetica ci avrà diversificato,almeno un pò.
    Le dò un consiglio che è conosciuto persino nella Friula:OCIO.
    L.

  9. Anita
    Anita says:

    x Linosse

    Ho riletto il mio #140.
    Non ci trovo niente di nuovo. Sono cose che sappiamo tutti.
    E non ho scritto ne’ di vincitori ne’ di sconfitti.
    Se lei ci vuole leggere oltre…sono poi affari suoi.

    Anita

  10. Linosse
    Linosse says:

    Andando al grano:
    “E le “mattanze” sono state per mano dei civilissimi europei, musulmani, cinesi, mongoli etc….migliaia e centinaia di anni prima della nascita di questa nazione, gli USA.”
    L.

  11. sylvi
    sylvi says:

    caro Caino,

    leggevo oggi sui giornali le “eleganti espressioni” in italiano corretto della Ministra dell’Agricoltura e mi sono ricordata di un suo post del precedente articolo, dove oltre a stigmatizzare il fatto che io sia stata educata dai corvi…e mi meraviglio di lei che non dovrebbe trovare molto da ridire sul tipo di educazione che ricevono i figli di Eva…o forse lei è stato educato dal serpente, mentre Abele ha frequentato le professionali di zootecnia ovina???
    Dicevo del linguaggio colorito dei veneziani, espresso molto efficacemente dai Nonni Pero e Pera, paragonato a quello della Ministra.
    Ebbene ritengo che i Nonni si esprimono in maniera direi quasi letteraria, elegante , ridanciana…mentre il linguaggio della seconda è turpiloquio volgare che per di più ci manda in tilt il fegato per la rabbia di constatare che rubano, e anche con arroganza e supponenza e dicendo le parolacce.
    I nostri simpatici Nonni parlano della natura umana, e della sua evoluzione nel corso dei millenni; al massimo rubano un bacio o una carezza al di fuori del focolare domestico!!!
    Vuol mettere?

    Ma che lei, uomo di questo mondo e dell’altro mondo, non sappia fare queste distinzioni mi lascia piuttosto perplessa sulla sua educazione!!!
    I corvi c’erano nel paradiso terrestre? Sa, non so come funzionasse la Creazione; il Creatore è rimasto sul vago!

    Sylvi

  12. Anita
    Anita says:

    x Linosse

    Mi e’ partito il mio post solo usando la space bar e non e’ la prima volta.
    La mia era una risposta al Signor C.G. ed ho usato un verbo da lui preferito.

    Anita

  13. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Si riferisce a usaescippa?
    Bèh, è una variante di usaegetta, usaemassacra, usaecorrompi, usaegrillettofacile, usaa ‘ndòcojocojo , usaeinquina, usaeterrorizza.
    Le varianti sono infinite ma mi fermo qui.
    Quale le piace di più? La più azzeccata?
    C.G.

  14. caino
    caino says:

    Egr sig Sylvi,

    non guardo il tubo catodico da anni,per cui non saprei dirle delle espressioni della minestra.
    Con nonno pero e nonna pera ho intrattenuto cordiali relazioni,indipendentemente da quello che definii turpiloquio.
    I corvi non furono creati dal Principale,come può ben intuire da sola, senza aiutini,se solo ci pensa un attimo.
    Il Principale come dice Lei è sempre stato sul vago, diciamo distratto,intento a creare nuovi mondi ,su galassie sperdute, ha perso il conto,in una certa misura invecchia anche Lui, come tutti noi.

    Caino

  15. caino
    caino says:

    egr sig Anita,

    non mi pare che la composizione del suo pacchetto azionario in % sia una domanda personale.
    Si rifaceva ad un discorso generale sull’economia e sulla tossicità.

    Caino

  16. caino
    caino says:

    Egr sig Sylvi,

    non conosco purtroppo nemmeno il suo giornale !
    Nonostante i miei poteri, nemmeno so quale sia e poi cosa vuole che rappresenti per me una minestra qualsiasi, trovo molto più interessante quello che dice Lei,ed in misura ancor maggiore quando tace. su certi argomenti,mentre interviene su altri.

    Caino

  17. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Caino.
    La sciura ex- meneghina, in quanto maestra di coerenza (dice lei) criticava aspramente insieme a un altro blogger i “sistemi” di certe banche elvetiche soprassedendo sul fatto, sempre per coerenza, vivaddio! che parte dei suoi sudati risparmi erano investiti in una di questi instituti di credito rossocrociati a livello globale.
    Quale, se la memoria non mi tradisce, lo scrisse lei anni fa. Con questo il Cerutti si limita soltanto a fare il cronista senza la minima intenzione di sniffare sul di lei portafoglio.

    C.G.

  18. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    La signora meneghina sa quello che dice.
    Si informi su UBS, poi la mia brokerage house era un’altra che anni fa’ fu’ incorporata con UBS, infatti per molti anni portava ambedue i nomi.
    La smetta di sniffare…non mi puo’ prendere in castagna perche’ non scrivo mai balle.

    Anita

  19. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Per esempio la mia banca principale ha cambiato mani diverse volte ed anche il nome, idem per Bank of America, ma:

    Citizens Financial Group, Inc. is a British-owned American bank headquartered in Providence, Rhode Island, which operates in the states of Connecticut…etc…

    L’altra e’ owned dalla RBS o Royal Bank of Scotland.

    Il Supermercato dove faccio la spesa ha cambiato ownership da qualche anno , adesso fa parte di Ahold, one of the largest food retailers in the world. Una compagnia globale.
    Worldwide, Ahold employs 450,000 people and services the needs of 40 million customers in 28 countries every week.

    Ma la maggioranza dei clienti NON lo sa, anche se ogni cambiamento di proprieta’ e’ stato annunciato e pubblicato.

    Cosi’ vanno le cose oggigiorno.

    Anita

  20. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Mia diletta signora Anita,
    non sniffo (mai fatt0) e l’ho rimarcato.
    Mi riferivo alla coerenza che a volte si riduce al solito quack-quack.
    Il sottoscritto, per esempio, tanti anni fa non volle più avere a che fare con quel “sistema bancario globale” e scelse per una questione di principio e per il suo piccolo giro di affari una banca etica.
    Per coerenza, appunto.

    Buona sera.
    C.G.

  21. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    P.S.
    Non devo informarmi su quella banca da lei citata. Nei miei paraggi e nel raggio di una decina di chilometri ci sono otto sedi se ho contato bene, di cui una mediamente grande.
    Casomai dovrebbe essere lei ad informarsi un pò dato che, a parte le critiche anche forti ricevute in patria, anche l’Amministrazione yù-es-ei sta mettendo il gruppo bancario con le spalle al muro per operazioni non proprio corrette dal punto di vista morale.
    Ma si sa, pecunia non olet, con buona pace dei conservo-perbenisti un tanto a grammo.
    C.G

  22. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    La mia pecunia non puzza, e’ pecunia onesta.

    Sarebbe un insulto alla mia integrita’ se dopo una vita dovessi dipendere dal governo per il mio sostenimento.

    Da ora in poi non rispondero’ a nessuna domanda…io ho risposto solo a Caino, ma lei e’ un ficcanaso e solo quando riguarda me.

    Si’, c’e’ qualcosa che puzza…si sente a miglia di distanza.

    Anita

  23. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Lei come al solito non ha capito una mazza.
    Non puzzo, l’igiene personale (e mentale) per me è stata sempre un must.
    Mi dispiace per lei, si curi l’olfatto.

    C.G.

  24. Caino
    Caino says:

    Egr sig Anita,

    infatti,io attendo ancora la sua risposta !
    Poi se mi risponderà che sono “affari suoi”, come non detto.
    Nessuno qui, ha mai sostenuto che le sue risorse non siano risorse lecite.
    Si tratta di altro ,infatti,come spero che lei ben comprenda!
    Poi,anche se non vuole comprendere, va bene lo stesso,solo che Caino pensa che quello che succede nel piccolo è un esempio di ciò che succede nel grande !
    Vede signora mia, solo sul Blog di Nicotri Le possono capitare domande così strane.
    Lei è una attenta sentinella di valori ed etiche ,proprio per questo, questa spiacevole evenienza potrà ancora succederle nel futuro.
    Non certo da Caino ,che ha capito quanto basta e non intende certo importunarla ancora su simili “quisquilie ” e pinzillacchere.

    ossequi
    Caino

  25. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Neanche io ho MAI sostenuto che i risparmi di Anita siano illeciti.
    Il suo solito scartare di lato, come i bisonti.
    Ci ho fatto il callo, duro come l’acciaio temperato.

    C.G.

  26. Nonna Pera
    Nonna Pera says:

    Ciò, porzei smutandai, cossa che sio drio a combinare? Un casso! Ma la fritola ve piase o no ‘a ve piase? Sio tuti cuea? No ste a dirme!
    Bon, si ve piase la fritoa deve da fare col manego. Ma non a man!
    Si me ciamè, vegno… Co’ ‘e me amighe strighe e carampane. Se femo anca un boto de vin, de queo bono.
    Nonna Pera
    P. S. Ma no ste a dirlo a Nonno Pero, par carità, queo el se incassa come ‘na vipara.

  27. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Spero che lei sappia la provenienza di quella frase.

    “Il denaro e’ sempre denaro” nel senso che il mezzo non determina l’intenzione.

    Detto cosi’ senza riferirsi ad una persona…ma in generale, puo’ andare.

    Ma detto ad una persona, non mi sembra tanto cortese.
    Non e’ mia abitudine pescare monete nell’urina.

    Anita

  28. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Può anche darsi che l’intenzione venga determinata dal mezzo.
    Su esempi poco edificanti, se non addirittura criminali, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
    C.G.

  29. Linosse
    Linosse says:

    Ma vedi un pò che giro fa la storia!
    La crisi imperversa ,almeno dalle nostre parti ,dal 2007,ma cosa è successo altrove dieci anni prima?

    “Nel 1998, la finanza internazionale della Gang dei Quattro – la Banca Mondiale , l’IMF (Fondo Monetario Internazionale, ndt), l’Inter-American Development Bank e l’International Bank for Settlements – offrirono un fido di 41,5 miliardi di dollari al Brasile. Ma prima che quelle agenzie dessero un salvagente alla nazione che affogava, chiesero al Brasile di impegnarsi a mandar giù la medicina economica che aveva quasi ucciso il Cile. Conoscete la ricetta: privatizzazioni rischiose, mercato del lavoro flessibile (cioè: demolizione sindacale) e riduzione del deficit attraverso tagli selvaggi nei servizi di governo e nella sicurezza sociale.

    A San Paolo, alla gente fu assicurato che queste misure dure avrebbero alla fine portato benefici al brasiliano medio. Ciò che appariva come colonialismo finanziario è stato spacciato come la panacea sperimentata in Cile con risultati miracolosi.

    Ma quel miracolo è stato in realtà una bufala, una frode, una storiella dopo la quale mai nessuno è stato felice.”
    http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=720
    L.

  30. Caino
    Caino says:

    Egr Sig Linosse,

    sul modello di quanto da Lei reperito, si potrebbe scrivere un’intera Enciclopedia : I CRIMINI IMPUNITI DEL NEO-LIBERISMO.
    Altro che Gulag,Campi di sterminio nazisti ect,ect..
    Solo che, questi ultimi non fanno clamore,i SOMMERSI sono educati,crepano in silenzio, senza fare troppo rumore.
    Al massimo qualcuno li difende su pochi Blog e qualche TV che io sappia….
    I SALVATI al contrario non cessano di suonare LE TROMBE DEL GIUDIZIO..,di quale giudizio poi ? Del loro ovviamente !
    Sono dei miscredenti ed ipocriti , dei fiancheggiatori nella peggiore delle ipotesi..
    Nessuno ancora, ha fatto i conti di questo “sterminio silenzioso di massa”,paraculato da infiniti ed abbondanti Media ,stipendiati e paraculati a loro volta.
    (Mi perdonerà Nonna Pera, se NON uso il termine PARACUEO)!

    Caino

    ps-Ma di una cosa Caino è certo per aver vissuto molto, i conti prima o poi si fanno sempre,a volte si può crepare di dubbio da cirrosi epatica del tarlo,prima del tempo.

    ps- cara Nonna Pera è sempre un piacere risentirla,attendo con ansia un suo invito per magiare la Fritoa però a casa tua, aspetto l’invito.
    Scenderò dal cielo,con il mio Arcangelo,preannunciato da trombe celestiali, Noi due portiamo un ettolitro de Vin di quello bono.
    Attenta però Nonna Pera, che Arcangelo quando è brillo,se le fa tutte,ma per quello che hai raccontato di te ,non dovrebbe essere un problema.

  31. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Guarda caso ….quello stesso articolo ad Anita glielo fatto notare io
    questa mattina…parecchio tempo prima che tu mandassi il link…
    qualcosa che gia’ sapevo e cioe’ che la troppo e esagerata igiene favoriscono certe malattie…non per niente quell’ uomo che non si lava da 60 anni…e’ un 80enne in perfette condizioni fisiche….che tra l’ altro si fuma 5 pacchetti di sigarette al giorno…
    Anita non intendeva igiene coporea ma igiene mentale…ocio…..
    Rodolfo

  32. sylvi
    sylvi says:

    Fritole alla veneziana

    ( per 4 persone)

    12 g di lievito di birra
    200 g di farina
    40 g di uva passa
    40 g di pinoli
    40 g di cedrini canditi
    ca. 350 g di olio di semi
    40 g di zucchero semolato
    16 g di zucchero a velo
    ca. 0,5 cl di grappa o rum

    Preparazione:

    Sciogliere in un recipiente concavo il lievito di birra con poca acqua tiepida e lo zucchero; aggiungere la grappa e incorporare la farina aggiungendo l’acqua occorrente.
    Poi lavorare bene la pasta fino a che non si formino bollicine di aria alla superficie, quindi coprirla con un tovagliolo e farla lievitare in un posto caldo.
    Quando la pasta sarà almeno raddoppiata, incorporare l’uvetta, i cedrini tritati e i pinoli, infine friggere in olio caldo e scolare le frittelle su carta assorbente, sistemarle su piatto di portata dando la forma di piramide, spolverarle con zucchero a velo e servirle ancora calde.
    Cioccolata calda oppure Prosecco!

    Nonna Pera,
    datti da fare che siamo già in Carnevale!
    E poi quel Caino è capace di capire chissà che cosa, quando parli di fritoe!

    Ps: Mia nonna, che era femmina vera, avrebbe preso il manego e te le avrebbe date di santa ragione dicendo:
    mi no capisso sto omo che ‘l vol parer femena!!!

    Sylvi

  33. Nonno Pero
    Nonno Pero says:

    Eh no, cara la mi Silvyna! Le fritoe venesiane no xe quee, e le xe otime, molto bone. Proprio bone… No ghe vol farina nè buro nè oio ne vaselina… Le se onse da sole, con un profumin…. Ahhhh, casco par tera!
    Nonno Pero

  34. Peter
    Peter says:

    Da notare, la nonna Sylvi ha nominato tre bevande alcooliche, una piu’ dell’ altra, birra, prosecco, grappa, solo a parlare di una ricetta di frittelle coi suoi nonni che furono…

    Sfido io che poi non distingue inglesi da americani, Osama da Obama, giornalisti da giornalai, pugliesi da pulesi di Pula, et ceteris paribus….

    Tutti uguali questi ungari…

    Peter

  35. Peter
    Peter says:

    Invece il compare Ridolfo meregano ci informa di un vecchiaccio zozzo, lurido e puzzone che non si lava da 60 anni, ‘in perfette condizioni fisiche ´. E come no, so vede che fino a 20 anni di eta’ mammasa gli faceva il bagnetto, poi la vecchia é venuta a mancare, e lo zozzone fece voto di non essere piu’ lavato da mani umane…
    Chissa’ dove vive in perfette condizionj fisiche?! Forse nei pressi di una miniera di zolfo. Delle sue condizioni mentali, o dei poveracci che gli capitano a tiro di naso (il loro) non e’ dato sapere nel suo post esegetico del pensiero di Anita…

    Peter

  36. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Caro Peter,

    C.G. nel suo # 182 ha riportato il link dell’uomo che non si lava da 60 anni, non Rodolfo.
    E’ su Repubblica.it e’ su varie pubblicazioni e websites negli US.

    Dalle foto non mi sembra un uomo in perfetta salute, ha un pancione gonfio, i denti non sani, e si nutre di carcasse di porcospini in via di decoposizione, e fuma feci di escrementi nella sua pipa. La sua pelle e unghie sono come una corazza di sudicio.

    Ciao,
    Anita

  37. Rodolfo
    Rodolfo says:

    x188
    per essere piu’ chiari..
    a me poco importa delle condizioni mentali di quel signore e di quelli che gli capitano a tiro..o se viva nelle vicinanze di una miniera di zolfo …o perche’ provi gusto a fumare escrementi di animali..come d’ altronte poco me frega delle tue condizioni igieniche o mentali …o in quale zona o rione abiti tu…
    la mia riflessione del 184 derivava dal fatto che gc 182 aveva secondo me frainteso il post 174 di Anita…
    ulteriormente facevo osservare come un’ igiene personale eccessiva sia la causa di parecchie allergie e abbassamento delle difese immunitarie …tutto li…
    Rodolfo

  38. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Io non ho frainteso un bel niente, era un suggerimento alla egregia sciùra la quale supponeva che il sottoscritto puzzasse a miglia di distanza:
    Cito:
    “La mia pecunia non puzza, e’ pecunia onesta.
    Sarebbe un insulto alla mia integrita’ se dopo una vita dovessi dipendere dal governo per il mio sostenimento.
    Da ora in poi non rispondero’ a nessuna domanda…io ho risposto solo a Caino, ma lei e’ un ficcanaso e solo quando riguarda me.
    Si’, c’e’ qualcosa che puzza…si sente a miglia di distanza.”

    E per avvallare questa sua gentile, educata, signorile, nobile, cordiale.. eccetera.. supposizione ho mandato un link dove, sempre sottoscritto (puzzone) appariva in 13 foto sotto “mentite spoglie”.
    Così, tanto per accontentarla. Tutto è nato da quella mia frase “pecunia non olet” della quale, sempre la cordialissima maestrina, ha capito come al solito fischi per fiaschi.
    Buonanotte.
    C.G.

    C.G.

  39. Anita
    Anita says:

    x Caino

    Io credevo di averle risposto circa la mia conoscenza del mio pacchetto azionario.

    Cioe’ il grafico a pie e la tabella che mostra la composizione e l’esposizione del mio portafoglio in percentuali. Liquidita’ inclusa.

    Non conoscendo la terminologia in Italiano le ho risposto su quello che io concepisco come pacchetto azionario.

    Dall’ora in poi la conversazione si e’ degenerata, (come al solito) in un battibecco insulso ed irrilevante.

    So what’s new? Same old, same old.

    Lei non c’entra, lei ha fatto solo una domanda, a che proposito non lo so, dato che lei e’ al di sopra delle necessita’ di noi mortali che dobbiamo tirare avanti la baracca.

    Come vede siamo arrivati al latinorum, ed al cittadino iraniano che ha deciso di vivere per 60 anni coperto di sudicio come la corazza di un armadillo.

    Sara’ rilevante ma io non lo vedo……

    Buonanotte,
    Anita

  40. Caino
    Caino says:

    Egr Sig Anita,
    decisamente noi nei cieli ,siamo più semplici !
    A questo punto Le dirò che il 42 di questa puntata volava rispondere al 12 della puntata precedente, che conteneva un’allusione del 27 della puntata precedente.
    Ciò detto il 27 ci riporta dritti al 23/bis di Via verdi di Forlimpopoli, poiché è da li che nasce l’inghippo ancora non chiarito.
    42,27,12,23, si possono anche giocare al Lotto come quaterna fissa su tutte le ruote.

    Caino

  41. Caino
    Caino says:

    Egr sig Nonno Pero ,

    Le, come sempre ,delizia “la mia sensibilità” in uno smagliante dialetto veneto ,quello che piace tanto alla Sig Sylvi e che delizia pure Lei a quanto scritto e sentito.
    Non so, se sia proprio un linguaggio da” Convento”, ma sapendo che ci sono conventi veneti,penso che il suo dialetto verace (purché veneto),sia benedetto ed assolto da ogni peccato.
    Nei cieli, noi siamo più morigerati, come si conviene…però qualche volta ci è concessa qualche “scappatella ” come nei conventi.
    Per cui, visto che Lei ha descritto così bene la Fritoa che se onsa da sola, non oso pensare quello che succederebbe se Le chiedessi gentilmente di dirmi la esatta ricetta di come in veneto si cucinano polenta ed uccelli, in modo particolare poi, come si onsa da “solo”, l’uccello, o se diversamente Nonna Pera provvede ad onsarlo, prima di metterlo in casseruola.
    In seconda battuta anche Caino è poeta per cui

    Il Pero

    Pero -lero, il bandolero
    che cagava sotto un pero
    sopra il pero c’era un cero
    che cagava sopra Pero.

    Sono sicuro che Lei comprenderà le due licenze poetiche che mi sono concesso , e cioè il cero ed il bandolero,ma necessarie alle rime.
    Per il bandolero è semplice il richiamo a

    http://www.youtube.com/watch?v=HESo5L-R-Go

    che viene proposta in questa versione,” non” senza riferimento all’età!
    Per il Cero faccia Lei ,in fondo al poeta bisogna concedere un’aura di mistero.

    Caino

    ps In attesa di una sua risposta sull’uccello, in veneto, sperando di deliziare anche la Sig Sylvi,che è sempre deliziata dal dialetto veneto,le auguro un buon pomeriggio Kulturale e poetico, come si conviene ad una tradizione verace improntata alla Kultura veneta.

  42. Caino
    Caino says:

    Egr sig Nonno Pero ,
    è un vero peccato che la Sig Vendramin, non si sia più fatta sentire,in fondo su uccelli e fritoe, sarebbe stato un vero piacere sentire la sua campana, così, tanto per avere dei dei riscontri,visto che fidarsi è bene ,ma non fidarsi è meglio quando si affrontano problemi Kulturali di tale portata storica !

    Caino

  43. sylvi
    sylvi says:

    Tutti, dai politici, agli intellettuali, agli imprenditori, all’uomo della strada lamentano che l’Italia non sa sfruttare le sue ricchezze turistiche e non predispone dei servizi che attraggano i turisti, servizi anche che attraggano le aziende e gli investitori.

    La Carinzia, invece ha imparato; Regione molto depressa fino a pochi anni fa, ha voltato pagina.. e oltre ad offrire opportunità molto allettanti per le PMI, ha valorizzato i suoi laghi, le sue montagne. i suoi Casinò a Verden…e ora anche i suoi casini!!!
    Quest’ultimi infatti sono sorti come funghi a ridosso del confine italiano, in Centri molto eleganti.
    Che cosa offrono? Ambienti molto accoglienti con piscine, saune, fitness,beauty center, ristoranti, massaggi…e massaggi di altro tipo!
    Infatti l’entrata costa 70 euro e dà diritto alla piscina e all’accappatoio, ma soprattutto a mezz’ora di prestazione amorevole di una delle numerose belle “signorine”, quasi tutte dell’Est, che lì “lavorano”.
    Se qualcuno vuole la “prolunga” tratta la tariffa con la ragazza che è una “libera professionista” con regolare partita IVA.
    Come potete immaginare, è stato un successone…e gli arrapati maschietti italici fanno la coda. Ed esportano tanti begli eurini.
    Ehh, non solo dalla Padania, no, arrivano in comitiva in aereo da Roma, Palermo,Bari a Trieste, noleggiano un furgoncino e prendono la strada del Norico!!!
    Gli albergatori , anche quelli del tarvisiano, fanno a gara a predisporre pacchetti tutto compreso: dalla Valcanale gli albergatori offrono due ingressi ” alla casa dell’amore” due pernottamenti e il trasferimento nelle piste da sci, alla modica cifra di 300 euro!
    Il pacchetto è descritto come” ciò di cui ha bisogno l’uomo in inverno”!!!
    Suppongo che alla donna basti una fetta di strudel e un vin brulè!

    Non ho controllato de visu, ma dal racconto di chi ci è stato, non sposati ovviamente…gli sposati…maiii, che scherziamo???
    E dalle signore e signorine che là lavorano come vere bariste, vere cameriere e quant’altro!
    Insomma di questi Centri ce ne sono sei o sette, vanno a gonfie vele, i milioni investiti stanno rientrando alla grande e…come dicevo, poichè non ci sono sufficienti carinziani da assumere nei servizi, assumono anche in Italia.
    Posti di lavoro, non chiacchiere!

    E noi qui a girarci i pollici…o qualcos’altro!

    Sylvi

  44. Caino
    Caino says:

    Egr sig Sylvi,

    da quello che scrive,Lei,sembrerebbe vogliosa ,di fare la tenutaria, che è un mestiere più che onorevole, solo se si mettono da parte le “cosiddette paturnie etico e morali”,secondo i ben precisi dettami di un’etica NEO-LIBERISTA.
    A tal fine la pregherei di rivolgersi ai politi locali,onde Le consentano di gestire una “tenuta” da far invidia alla Carinzia,così da trasformare il Veneto e Venezia,in un immenso “bordello”.
    Signora mia, lei ha il fiuto degli affari, il Veneto e Venezia hanno molte più attrazioni Kulturali dei vicini.
    Magari in Italia riuscirebbe a strappare qualche esenzione fiscale maggiore, se ci si mette di impegno.
    Credo poi che il Veneto e d’intorni ,offrano abbondante mano d’opera locale , eccellente e qualificata,senza bisogno di importare extra-comunitari.
    Si potrebbero pure aprire Scuole di Perfezionamento nella materia, private, con magari sovvenzioni statali !(per mantenere alto il livello di competitività)
    In fondo sarebbe un modo come un’altro per salvaguardare il patrimonio faunistico e regionalistico,con i soldi degli stranieri,e salvaguardare i monumenti del Glorioso Leone !
    Nel caso riuscisse nell’impresa , la prego, nel caso mettesse in piedi una S.PA.di avvisarmi per tempo, parteciperei volentieri, nel caso emettesse delle Azioni Privilegiate !

    Caino

  45. Caino
    Caino says:

    Sono stato rimproverato da Principale..

    Il PRINCIPALE, mi ha detto di non avere una “doppia morale”,tipo quella che è meglio far la “troia”in bordello, che non sulla strada, che reca disturbo al vivere civile dei civili.
    In sostanza, UNA SOLA MORALE per il PARADISO CELESTE è quella che conta ,annessi e connessi..!
    Il Principale mugugna,ma Caino è un discolo e non ci sente ,in fondo
    Pecunia non olet”.

    Caino

    ps -Ma quanto rompe !

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