Fermi tutti e fate largo: passa l’autoambulanza con a bordo un animale investito!

Ho letto con sgomento che è diventata esecutiva, in quanto pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, una legge che mi pare più che assurda addirittura idiota. In breve: d’ora in poi l’automobilista che investe un animale avrà l’obbligo di soccorrerlo e portarlo di corsa al veterinario più vicino anche superando i semafori rossi a tutto clacson. Esattamente come se si trattasse di un essere umano. Stesso obbligo per chi ha assistito all’investimento, nel caso l’investitore scappi anziché soccorrere l’animale investito. Per fortuna non è prevista, almeno per ora, la galera, ma “solo” una ammenda da oltre 500 euro. Intanto però resta un mistero come faccia un automobilista a sapere dove si trovi non dico il veterinario più vicino, ma anche un veterinario qualunque.

L’automobilista potrà chiamare la polizia o l’autoambulanza veterinaria o i mezzi della vigilanza zoofila, che potranno usare la sirena e il lampeggiante esattamente come per le autoambulanze che trasportano un bambino, una donna incinta, un adulto o un anziano che rischia magari di crepare. Per fortuna non si tratta, almeno per ora, di ambulanze veterinarie pubbliche, cioè pagate con i soldi delle nostre tasse, ma di automezzi privati, pagati dalle associazioni di volontariato che se ne fanno  carico. Adesso però potranno accendere lampeggianti e sirena. Altra domanda che sorge immediata: quale sarà l’autoambulanza con diritto di precedenza ai semafori, rossi o non rossi? Quella con un animale a bordo o quella con una persona da ricoverare di corsa?

Ma la coglionaggine di questa legge, voluta dalla deputata Gabriella Giammanco, del partito di Berlusconi, e salutata dagli animalisti con nitriti di gioia come se fosse una conquista di civiltà, salta all’occhio immediatamente e sotto vari profili.

Primo: stando alla legge, d’ora in poi è passibile di pena anche l’automobilista che in autostrada o in una strada di campagna investe un riccio o un topo, una lepre o un coniglio selvatico, uno scoiattolo, un rospo o una lucertola: chiamare l’autoambulanza anche per questi animali, visto oltretutto che le ruote delle auto ne fanno strage? E come la mettiamo con le mosche, le zanzare e i moscerini che si spiaccicano in quantità industriali contro i vetri delle automobili? Sono animali figli di un Dio minore?

Secondo: la legge parla di automobilisti. E i motociclisti? I motorinisti? I ciclisti?

Terzo: nell’ottobre del 2010 è stato ucciso a botte a Milano il taxista Luca Massari, che giustappunto si era fermato per soccorrere un cane che aveva investito involontariamente. A massacrarlo di botte sono stati i proprietari  del cane, che non erano né albanesi né rumeni né marocchini, bensì i milanesissimi, incivilissimi e padani fratello e sorella Piero e Stefani Citterio. Che oltretutto erano i veri responsabili della brutta fine del loro cane per il semplice motivo che non lo tenevano al guinzaglio, contrariamente a quanto prescritto. Sapendo di quale inciviltà e ferocia, più del loro quadrupede, sono capaci non pochi proprietari di cane, specie se di razza aggressiva come oggi è fin troppo di moda, per quale motivo dovrei rischiare la pelle se per caso o per distrazione, mia o del proprietario del cane o del cane stesso, ne investo uno?

Quarto: la polizia non basta neppure per occuparsi di cose più gravi riguardanti le persone, tant’è che spesso la si aspetta per ore o – specie per i furti con scasso in casa – ti dicono di fare denuncia e magari richiamare il giorno dopo.

Ma non è finita. Gabriella Giammanco si vanta perché “con la mia legge  s’introduce anche l’obbligo di soccorso nei confronti degli animali selvatici, per cui si dovrà chiamare il corpo forestale o la polizia provinciale che, tra i suoi compiti, ha anche la protezione delle specie selvatiche. L’obbligo di soccorso vale anche per chi assiste all’incidente pur non avendolo causato”. Capito? Le assurdità quindi aumentano.

Quinto: se il pirata della strada scappa, non pensate di potervene lavare le mani. Se non vi fermate e non chiamate chi di dovere o non raccogliete voi la bestia investita per correre al pronto soccorso vi beccate la bella sanzione da 500 e passa euro.

Sesto: ma se io non soccorro l’animale e qualcuno mi denuncia per questo, mi pare chiaro che anche questo qualcuno è condannabile perché evidentemente ha assistito all’incidente preferendo però non fare il suo dovere ma limitarsi a denunciarmi.

L’ipocrisia e la coglionaggine di tale legge risulta in tutto il suo splendore se si pensa a quanto segue:

settimo: tanto amore per gli animali si arresta di colpo di fronte ai cacciatori. Nella stagione di caccia infatti questi “amanti della natura” (ma perché non sparano anche alle donne e ai bambini che pure amano?) fanno impunemente strage di quegli stessi animali che se ne investo uno devo fermarmi a soccorrerlo anche se siano nella stagione di caccia!

Ottavo: se ho l’obbligo di intervenire anche in caso di animali selvatici, perché mai devo invece permettere al cacciatore di sparare alla selvaggina? Se sparo a una lepre o a un fagiano me li metto in pentola o al forno senza problemi, ma se lo stesso fagiano o la stessa lepre li investo o li vedo investire da altri li devo soccorrere…. Siamo al massimo dell’imbecillità. Oltre che dell’ipocrisia.

Nono: ma chi mi garantisce che se soccorro l’animale investito questo non mi morda dal dolore,  come spesso capita? Chi mi garantisce che non mi attacchi malattie, compresa la terribile rabbia? Una volta ho aiutato il veterinario a far partorire la mia gatta perché un nascituro si presentava podalico. Tenevo buona la gatta accarezzandola, ma a un certo punto per il dolore mi ha morso una mano in modo tale da forarmi l’unghia del pollice. A parte il dolore bestiale, se la gatta non fosse stata sempre regolarmente vaccinata avrei potuto beccarmi il morbo detto appunto “del morso o del graffio del gatto”. Malattia non da riderci su.

Decimo: ma perché non intervenire anche per ricoverare gli animali infortunati per incidenti non automobilistici? Mistero. Niente affatto glorioso.

Queste boiate accadono perché anziché potenziare la scuola ed educare i cittadini fin da giovanissimi ad essere persone civili si preferiscono le scorciatoie demagogiche. Il blablablà acchiappa gonzi e arraffa voti. Idem se non peggio per quanto riguarda i servizi, il rispetto della natura e dell’ambiente: tanto bel blablablà buonista. L’animalismo in Italia ha toccato da tempo punte di assurdità conclamata, per esempio prevedendo che i cani e i gatti possano beatamente stare in spiaggia o al ristorante o al bar. Però gli “zingari” e i “marocchini di merda”, come Mario Borghezio il Grande chiama gli extracomunitari, è meglio che restino fuori…

Se trattiamo gli animali come persone è inevitabile che le persone le si tratti da animali. Scusate, ma arrivati a questo punto perché non permettere di portarsi al cinema, a teatro, ai concerti o allo stadio cani, gatti, cavalli, vitelli, mucche, maiali e quant’altro? E se istituissimo il matrimonio anche per gli animali? Sempre meglio che permettere il matrimonio tra omosessuali….

119 commenti
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  1. Shalom: e il crimine Usa dell'uranio impoverito sparato in Iraq a danno soprattutto dei bambini
    Shalom: e il crimine Usa dell'uranio impoverito sparato in Iraq a danno soprattutto dei bambini says:

    http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=44825&typeb=0

    Uranio impoverito in Iraq: il dramma dei bambini
    Nelle città di Basra e Falluja il numero di casi di tumori, deformazioni e aborti è triplicato. Indice puntato contro le armi usate dagli Stati Uniti nelle due guerre del Golfo.

    Roma, 21 dicembre 2012, Nena News – Deformazioni, tumori e morti precoci. La città irachena di Basra è finita sotto i riflettori per l’incredibile tasso di cancro che colpisce da anni bambini e neonati. L’indice è puntato sull’amministrazione americana, accusata di aver utilizzato uranio impoverito durante le due guerre del Golfo contro l’Iraq.

    A raccontare il caso di Basra è il settimanale tedesco Der Spiegel: decine di casi di aborti o di neonati affetti da cancro e da deformazioni fisiche. Le foto pubblicate in rete parlano da sole. “Alcuni avevano un solo occhio in mezzo alla fronte, altri avevano due teste”, ha raccontato Askar Bin Said, il guardiano del cimitero dove i bambini nati morti vengono seppelliti. A volte fino a dieci piccoli corpicini vengono sepolti in un giorno: una strage.

    Il settimanale tedesco cita un rapporto dello scorso settembre del Bollettino di Contaminazione Ambientale e Tossicologia tedesco, secondo il quale tra il 1994 e il 2003 il numero di aborti nella città di Basra è aumentato di sette volte: 23 bambini su 1000 sono nati già morti. Numeri simili sono stati registrati a Falluja.

    I dati parlano chiaro: secondo l’oncologo iracheno Jawad al-Ali, il numero di tumori nel Paese è raddoppiato, quasi triplicato. A volte diverse tipologie di cancro sono state riscontrate nello stesso paziente. Tumore allo stomaco e ai reni, leucemie, idrocefali, anomalie del midollo spinale e alta concentrazione di piombo nei denti da latte dei bambini affetti da tumore. Le percentuali spaventano: i casi di tumori a Falluja e Basra sono fino a sei volte superiori rispetto a città dove non si è combattuto. Ma non basta: secondo il medico, gli effetti dell’esposizione a radiazione si manifesteranno anche tra dieci o vent’anni.

    Questa la causa: le radiazioni emesse dall’uranio impoverito, utilizzato dalle truppe statunitensi durante l’invasione dell’Iraq. I militari avrebbero sparato proiettili e armi perforanti realizzati con uranio impoverito. Secondo i manuali militari, simili armamenti sono in grado di acquistare un’alta velocità e perforare anche carri armati corazzati. Al momento dell’esplosione, il proiettile sprigiona polvere di uranio, facilmente assorbibile dalla pelle umana e dalle vie respiratorie.

    Proiettili ad uranio impoverito sono stati utilizzati – secondo quanto riporta il Der Spiegel – sia nel 1991, durante la prima guerra del Golfo, che nel 2003, nella seconda invasione statunitense dell’Iraq. Khairiya Abu Yassin, responsabile dell’ufficio ambientale della città di Basra, stima che almeno 200 tonnellate di uranio impoverito siano state rilasciate nella comunità durante i combattimenti.

    “È impossibile tenere i bambini lontani dalle radiazione – spiega Abu Yassin – Abbiamo messo dei cartelli con su scritto ‘Attenzione – Radiazioni’. Ma la gente non la vede come una vera minaccia”.

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità, agenzia delle Nazioni Unite, sta lavorando in questo periodo ad un nuovo rapporto sulle armi ad uranio impoverito e che contiene anche il caso della città irachena di Basra. Una ricerca che non aggiungerà nulla di nuovo: da anni l’uranio è considerato dalla comunità internazionale arma non convenzionale. E nulla cambierà il destino dei bambini di Basra e Fallujah. Nena News

  2. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    PERCHE’ GLI STATI ARABI FINANZIANO L’OCCUPAZIONE ISRAELIANA

    ihttp://www.amiciziaitalo-palestinese.org/index.php?option=com_content&view=article&id=4068%3Aperche-gli-arabi-finanziano-loccupazione-ebraica&catid=23%3Ainterventi&Itemid=43tto da Associazione
    Ramallah Ondine
15.12.2012
http://ramallahonline.com/2012/12/why-arabs-fund-jewish-occupation/

    Perché gli arabi finanziano l’occupazione ebraica.
    di Sami Jamil Jadallah
    Posso capire se gli Stati Uniti e gli Stati europei finanziano l’occupazione israeliana. Ciò che non riesco a capire è perché mai gli arabi di tutti i paesi danno il loro contributo per finanziare l’occupazione ebraica? Finanziare l’OLP/Autorità Palestinese equivale a sponsorizzare e a procrastinare l’occupazione ebraica. Così l’annuncio da Doha della decisione della Lega araba di sovvenzionare l’Autorità Palestinese per la somma di 100 milioni di dollari al mese non giunge come una sorpresa.


    Quando la leadership palestinese (Arafat, Abrase Qurai) negoziò e firmò Oslo non lo fece per porre fine all’occupazione ebraica, ma ritornò per gestirla. Fin dal 1993, la leadership palestinese dell’OLP/AP ha gestito gli affari dell’occupazione ebraica nel campo civile, amministrativo e della sicurezza e ne stiamo pagando tutt’ora le conseguenze.
    Prima che l’OLP/AP decidesse di prendere in consegna da Israele le funzioni civili e amministrative dei “territori contesi” – secondo Oslo – Israele era totalmente responsabile di tutti i costi finanziari e amministrativi concernenti i trasporti, la manutenzione delle infrastrutture, la sanità, le scuole e la polizia. In quanto potenza occupante Israele era responsabile di tutti questi oneri.
    Gli Accordi di Oslo hanno modificato il tutto. Ora è l’OLP/AP pienamente responsabile di tutti i gravami finanziari e amministrativi di tali attività. Oslo ha spostato gli oneri economici dell’occupazione ebraica da Israele all’OLP/AP, mentre Israele ha conservato tutti i vantaggi e i privilegi connessi all’occupazione, che includono il furto della terra e dell’acqua, gli arresti e le uccisioni mirate, la pulizia etnica, la continua espansione del numero dei checkpoint di sicurezza e il diritto di fare incursioni in qualsiasi casa e ufficio che sia in siti di competenza dell’ufficio di Abbas. Israele se ne è reso responsabile proprio la settimana scorsa quando ha fatto irruzione negli uffici delle ONG a Ramallah. Un atto che è un oltraggio palese all’autorità e alla dirigenza palestinese.
    Come se non bastasse, l’OLP/AP si è impegnato ad assicurare il mantenimento di una Forza di Sicurezza palestinese la cui funzione principale consiste nel garantire la sicurezza e la cooperazione in tale campo per l’IDF e per i coloni ebraici armati. Quello di fornire una pubblica sicurezza (polizia) ai palestinesi è solo un sottoprodotto di tali vincoli. Ad essere franchi, questo è il problema principale per Israele. Oslo non è stato altro che un contratto di coordinamento e di gestione della sicurezza.
    Nel corso degli anni e sulla base di stime personali del budget medio per operazioni sia civili che di sicurezza, l’OLP/AP ha fatto risparmiare a Israele oltre 55 miliardi di dollari, denaro serbato che Israele ha fatto in modo di investire per bene nella costruzione e l’espansione delle colonie.
    Oslo, così com’è stato negoziato dalla leadership palestinese non ha nulla a che fare con la libertà e l’indipendenza, o con la fine dell’occupazione o la costruzione di uno Stato e delle istituzioni per governare. Ha del tutto a che fare con un accordo commerciale e finanziario tra Israele, l’OLP e la comunità internazionale, in particolare gli Stati Uniti e l’Unione Europea.
    Con il pretesto di un “processo di pace” tra Israele e la leadership palestinese, gli Stati Uniti e l’Unione Europea sono stati ben felici di dare una mano a Israele per i costi della sua occupazione fornendo contributi in denaro ai palestinesi e finanziando un “processo di pace” che non stava andando da alcuna parte. La leadership palestinese è stata ben felice di ottenere i fondi per reintegrare le decine di miliardi rubati nel corso degli anni, com’è stata ben contenta di farla finita con il supplicare denaro con la possibilità di rubare parte di esso. La leadership ha trasformato un popolo palestinese fiero in uno di mendicanti e ladri.
    Si possono vedere i saccheggi in tutte le parti di Ramallah, dalle case multimilionarie per i membri della dirigenza e i loro compari, ai fantasiosi edifici governativi di proprietà di membri della leadership e affittati a prezzi esorbitanti all’Autorità Palestinese. Oligarchi palestinesi in combutta con membri chiave della leadership si sono impossessati dell’economia e della ricchezza, proprio come ai tempi di Yelstin. Società determinanti posseggono quasi tutto quello che c’è da possedere nella West Bank occupata.
    Noi tutti dobbiamo rammentare le centinaia di milioni scomparsi dai bilanci di esercizio dell’AP e che sono rimasti mancanti nonostante le molte commissioni e indagini istituite dalla cosiddetta “leadership”. Membri di alto livello della leadership sono divenuti multimilionari, insieme ad alcuni membri importanti che divengono imprenditori di successo, con imprese e beni patrimoniali che vanno oltre le centinaia di milioni di dollari. L’OLP è passato da un’organizzazione per la liberazione a un’organizzazione per il saccheggio.
    Nei bei tempi andati, i governi arabi sotto le minacce di ricatto e le istigazioni di Arafat erano usi mandare assegni e donazioni del valore di centinaia di milioni di dollari su conti bancari privati di Arafat, senza avere mai il coraggio di chiedere qualcosa o di domandare eventuali rendiconti di come il denaro era stato speso.
    Il Congresso Nazionale Palestinese (PNC), un parlamento inutile, privo di alcun valore, non così dissimile da quello di Saddam, di Bashar o di Mubarak non ha mai esaminato i libri contabili e non ha mai fatto alcun tentativo di essere il custode del denaro pubblico, concedendo ad Arafat la possibilità di erogare i fondi a suo piacere e acquistare favori e lealtà da parte di persone e collaboratori che sarebbero disponibili a vendere le loro madri in cambio di vantaggi economici. E i risultati si possono vedere tutti i giorni e nel corso degli anni fin da quando l’OLP è venuto a gestire l’occupazione ebraica. Arafat ritornò da Tunisi, per gestire la sua attività, con un assortimento fatto di spazzatura umana e di un mucchio di teppisti, tutt’al più una mafia politica e del crimine organizzato.
    Ora, gli arabi, una volta ancora intervengono fornendo una rete di sicurezza a una leadership fallita, corrotta e incompetente che è venuta meno su ogni cosa. Vent’anni dopo Oslo, ha fallito per ciò che riguarda la liberazione, non è riuscita a portare avanti negoziati credibili e trasparenti, non è stata capace di costruire solide e affidabili istituzioni di governo.
    Col donare denaro e salvare l’OLP/AP gli arabi non fanno alcun favore al popolo palestinese. Essi forniscono un aiuto a Israele e ai quadri dell’OLP/AP costituiti da 180.000 civili, personale dei servizi di sicurezza e dipendenti consacrati a Oslo e al servizio dell’occupazione ebraica.
    Noi tutti, proprio ora, possiamo vedere i primi risultato del voto delle Nazioni Unite. Saeb Erekat ha appena annunciato che nei prossimi sei mesi la leadership palestinese avrebbe presentato un piano per il prosieguo dei negoziati diretti tra l’OLP e Israele. Sembra che i paesi arabi, proprio come il Congresso Nazionale Palestinese, coltivino la corruzione, l’incompetenza e gli errori. Non ci sarà mai la fine dell’occupazione ebraica fintantoché l’OLP/AP resterà responsabile dell’occupazione ebraica.
    Sami Jamil Jadallah è un consulente di diritto internazionale e di economia ed è il fondatore e direttore della Palestine Agency and Palestine Documentation http://www.palestineagency.com
    (tradotto da mariano mingarelli)

  3. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Guardi che compare questa scritta:

    Ecard was not Found – The person who sent it may have since deleted the card
    Click here to enter another code to view a card.
    View Index of all LLERRAH Ecards

    Un salutone.
    pino

  4. Anita
    Anita says:

    x Pino

    mah….

    Il mio messaggio di risposta e’ sparito.

    Comunque ho cercato di rimediare, ho spedito da LLerrah direttamente a lei, provi a postare il link e vediamo se e’ questione dell’IP.

    Io l’ho aperta benissimo.

    Saluti e grazie,
    Anita

  5. peter
    peter says:

    l’ho aperta sul mio PC, bella cartolina natalizia di auguri, che ricambio.

    Auguro ad Anita un futuro lungo e secondo i suoi desideri

    Peter

  6. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Ho ricevuto ora la cartolina via mail privata. Il link si apre.
    Ricambio di cuore.
    Un abbraccio.
    pino

  7. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Cosa significa che il suo messaggio di risposta è sparito? Da dove? Dal forum? Nell’antispam non ci sono messaggi bloccati, ecco perché non capisco e le chiedo lumi.
    Un saluto.
    pino

  8. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    la notte scorsa mio nipote è rimasto a dormire da noi e così abbiamo dato gli ultimi “ritocchi” al Presepe.
    Veramente lui continua a ritoccare instancabilmente…ma questo non c’entra!
    Io sono molto soddisfatta perchè il mio Presepio, quest’anno, ha preso una struttura direi decisamente tradizional-moderna-futurista.
    Mi spiego: le luci.
    Gialle lungo le strade del villaggetto abbarbicato sui colli e sui rilievi. Paiono i pali dell’illuminazione dei paesi che non ce la fanno con i tagli di Monti.
    Rosse: i fuochi lungo il cammino che porta alla Capanna, lungo i tratturi delle pecore e degli zampognari; al pozzo che disseta umani e greggi e nei bivacchi che i poveri pastori usano come ristoro e sosta.
    Ma…quest’anno, abbiamo usato le lampadine bianche per indicare, laggiù ,lungo la pianura le attività artigianali ,piccole industriali, da PMI,…insomma la ZI e la ZA.
    E qui troviamo il metalmeccanico, il falegname, il produttore di energia idroelettrica con accanto il produttore agroalimentare.
    Sono tutti lì; chi sega, chi pialla, chi macina, chi impasta, chi fonde metalli e persino chi cerca la Stella che magari lo ispiri su una centralina elettronica o su un piccolo robot.
    C’è solo, al solito, una assenza, una lacuna…nessuno che abbia pensato a una nuova industria per lavatrici domestiche ( da noi quella che c’è sta tirando le cuoia!) e così la solita povera lavandaia, nel mio Presepio, continua a sbattere i panni presso il ruscello!
    I lavoratori? Sono piuttosto ballerini, cococo,cocopa (intesi come pastori!) e questo soprattutto a causa delle fantasie industriali di mio nipote, non ancora molto edotto alle strategie industrial -sindacali.
    Infatti mi manca un Landini e un Marchionne che avrebbero reso più attuale il mio Presepio. Ma come avrei spiegato la loro presenza a un bambino???
    I tre Re Magi sono ancora lontani, e poi si dirigeranno verso la Stalla, verso la Stella…e la zona industriale sarà sicuramente tacita, nel buio, là nella piana dove , forse, il falegname, stanco di piallare, si sarà suicidato!

    Buonanotte.
    Sylvi

  9. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Non so perche’ il mio messaggio sia sparito, ma non importa, in quando al link per gli auguri…non glielo saprei dire, forse per l’IP ?
    Ma non credo, le cartoline virtuali di LLerrah sono fatte apposta per chi non ha Activex, Flash e Java…e si possono postare su Facebook e Myspace.
    Io sottoscrivo solo per un paio di amici che usano antiquati sistemi, o anche per i Macs di vecchia data.

    Buonanotte,
    Anita

  10. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    L’IP non credo c’entri nulla, certo l’antispam non lo scambia per un IP indesiderato altrimenti il blocco lo avrebbe già fatto in passato.
    Buona giornata.
    pino

  11. Uroburo
    Uroburo says:

    A TUTTI
    Cari tutti,
    in procinto di uscire per consegnare i regali ai pochi destinatari (ho ridotto da anni il rito-mito dei regali ai pochissimi veri amici ed ai parenti stretti e poi regalo ormai solo libri e cose cucinate da me come le salse) faccio a TUTTI – vicini e lontani, presenti ed assenti – i miei migliori e più affettuosi auguri di buon Natale e buon anno.
    Sarebbe ormai il quinto anno in questo blog.
    Ancora un caro saluto Uroburo

  12. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    A tutti voi, un Buon Natale.
    Ma sopratutto a uno: Faust.

    E un ricordo anche rivolto al caro Ber che non c’è più.

    C.G.

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