La pericolosa follia religioso-nazionalista di Netanyahu

Desidero ricordare che più volte ho scritto che l’attuale capo del governo israeliano durante gli anni trascorsi negli Usa è stato tra i principali artefici della trasformazione dello scontro Est-Ovest nello scontro Nord-Sud del mondo, o meglio dello scontro Occidente-Oriente islamico. In questo modo le industrie militari e i fanatismi potevano continuare a prosperare nonostante la fine della guerra fredda una volta dissolta l’Unione Sovietica e il movimento comunista internazionale. Ho anche spiegato che “Bibi” odia a morte gli arabi e gli islamici perché suo fratello Yonatan  è rimasto ucciso nel raid a Entebbe, quando truppe scelte israeliane attaccarono nell’aeroporto di Entebbe i dirottatori di un aereo di linea israeliano. Proprio a suo fratello Yonatan è dedicata la fondazione, che ne porta il nome, utilizzata negli Usa per riciclare la guerra fredda nelle attuali guerre “preventive”, “umanitarie”, “asimmetriche” ed ” esportatrici di democrazia”.

Vediamo come stanno ora le cose e come si muove Netanyahu secondo uno degli intellettuali e scrittori israeliani ed ebrei di maggiore successo.

…………….

L’Iran, re Bibi e il “popolo eterno” di Israele

di David Grossman
ECCO un possibile scenario:
Israele attaccherà l’Iran contrariamente alla ferma presa di posizione del presidente Obama che quasi supplica di lasciare questa incombenza agli Stati Uniti d’America. E questo perché? Perché Benjamin Netanyahu ha una linea di pensiero e una visione storica secondo le quali — riassumendo a brevi linee — Israele è il “popolo eterno” mentre gli Stati Uniti, con tutto il rispetto, sono una specie di Assiria o di Babilonia, di Grecia o di Roma dei giorni nostri. Vale a dire: noi siamo per sempre, destinati a rimanere, mentre loro, nonostante tutto il potere che possiedono, sono momentanei, transitori, motivati da considerazioni politiche ed economiche limitate ed immediate, preoccupati delle ripercussioni che un eventuale attacco potrebbe avere sul prezzo del petrolio e sui risultati elettorali. Noi invece sussistiamo nella sfera dell’“Israele eterno” e portiamo in noi una memoria storica in cui balenano miracoli e imprese di salvezza che vanno oltre la logica e i limiti della realtà. Il loro presidente è “un’anima candida” che crede che i nemici ragionino in maniera razionale come lui mentre noi, già da quattromila anni, ci troviamo ad affrontare le forze più cruente e gli istinti umani più incontrollabili e oscuri della storia e sappiamo bene come comportarci per sopravvivere in queste zone d’ombra. C’è chi si sentirebbe in ansia dinanzi a una simile descrizione ma non è da escludere che il primo ministro la ritenga appropriata e persino elogiativa nei suoi confronti. Il capo del governo gode, come si sa, del supporto di un’ampia coalizione e non deve fare i conti con una forte opposizione. In un certo senso agisce come un leader unico – “re Bibi”, l’ha definito la rivista Time– e ciò significa che nel momento in cui Netanyahu dovrà prendere una decisione cruciale, il futuro e il destino della popolazione israeliana dipenderanno più che altro dalla sua visione del mondo estremista, inflessibile e radicata.
In altre parole molti cittadini israeliani appartenenti all’intero arco politico che non vogliono che Israele attacchi l’Iran – e anche una parte dei capi dei vari settori della sicurezza che si oppongono a una simile iniziativa – sono oggi prigionieri, in maniera inequivocabile, delle ermetiche convinzioni del primo ministro. Netanyahu ha fedeli partner di governo che condividono con lui opinioni e scelte. Il vantaggio di questi partner rispetto ai cittadini che si affidano alle loro decisioni sta nel fatto che, all’apparenza, costoro “conoscono tutti i fatti e le valutazioni”. È vero che così funziona un governo democratico ma i cittadini di Israele hanno ormai imparato sulla propria pelle che i loro leader non sono immuni da gravi errori e, come ciascuno di noi (e forse anche un po’ di più), sono inclini a fallimenti o a essere trascinati dall’euforia del potere.
Trattandosi quindi di una questione tanto vitale abbiamo il diritto e il dovere di fare ripetute domande, o almeno di esigere che chi prende le decisioni ponga a se stesso delle domande e risponda onestamente: quelli che dovrebbero sapere, sanno davvero? E sarebbero in grado (sempre che qualcuno lo sia) di conoscere e fornire “tutti i fatti e le valutazioni” coinvolti in una tale azione? Sono persuasi al di là di ogni dubbio di non esagerare nel considerare la capacità dell’esercito israeliano di risolvere definitivamente il problema nucleare iraniano? Non sottovalutano forse la forza degli iraniani?
Sono completamente sicuri che se Israele bombarderà l’Iran gli iraniani non abbiano a disposizione un’atomica? E se ce l’hanno, che non la useranno contro Israele?
In altre parole la “conoscenza” dei nostri leader si basa solo ed esclusivamente sui fatti oppure è distorta e influenzata da ansie, desideri ed echi di traumi del passato che nessuno è esperto nell’ingigantire quanto il capo del governo? E, la cosa più importante: i nostri leader capiscono che la decisione di attaccare una potenza come l’Iran (peraltro contrariamente all’opinione degli Stati Uniti) potrebbe rivelarsi il più grosso errore mai commesso da un governo israeliano?
Chi è a favore di un intervento contro l’Iran si muove lungo un asse i cui estremi sono “o la bomba atomica iraniana o il bombardamento dell’Iran” e dal quale pende un’insegna: “Per sempre divorerà la spada” (II Samuele, 2, 26). I
leader israeliani sono talmente prigionieri di questo ragionamento automatico che sembra che, dinanzi a qualunque dilemma o a qualunque decisione relativa alla sicurezza, un verdetto celeste o una legge di natura condanni quasi sempre Israele a muoversi solo ed esclusivamente tra “o la bomba o il bombardamento”. Ad aggredire o a essere aggredito. Certo, un Iran dotato di armi nucleari rappresenta un pericolo reale, non è una paranoia del governo israeliano. Ma nella situazione attuale esistono altre direzioni di movimento, altre possibilità di azione – o di inazione.
E naturalmente esiste l’inequivocabile promessa americana che l’Iran non avrà armi nucleari. Ma Israele sembra già essere al culmine di un processo in cui agiscono forze ben note e più potenti di lui, quasi primordiali, alimentate dalla percezione storica ricordata in precedenza che fa sì che di solito i timori si realizzino e che calamita verso situazioni di minaccia esistenziale.
Quindi, con maggiore enfasi, si pone la domanda: perché ministri e alti dirigenti di tutti i settori della sicurezza – quelli ancora in carica, non solo quelli del passato – non si alzano a dire la loro?
Quelli che in conversazioni private si oppongono all’iniziativa di un attacco, che ritengono che un’aggressione israeliana prorogherebbe soltanto di poco la nuclearizzazione dell’Iran e temono le conseguenze a lungo termine di un’aggressione simile per Israele, per la sua stessa esistenza. Perché non si alzano adesso, quando ancora è possibile, per dichiarare: noi non collaboreremo con questo delirio megalomane, con questa disastrosa concezione messianica?
La fedeltà al “sistema” è forse più importante della fedeltà a ciò a cui hanno dedicato la vita: la sicurezza e il futuro di Israele? Un’iniziativa di questo tipo sarebbe il gesto più significativo che potrebbero fare oggi per Israele, per la sua sicurezza e il suo futuro.
Anche noi cittadini, improvvisamente silenziosi dinanzi alle ombre che si addensano su di noi, raggelati, rassegnati a priori, con gli occhi chiusi dinanzi a ciò che appare di giorno in giorno più minaccioso e frastornante nella sua rapidità, come potremo poi affrontare noi stessi e i nostri figli quando ci domanderanno perché abbiamo taciuto? Perché non siamo usciti a frotte a manifestare nelle strade contro la possibilità di un’altra guerra scatenata da noi? Perché non abbiamo eretto nemmeno una tenda di protesta, simbolica, davanti alla residenza del primo ministro per mettere in guardia dalla catastrofe che ci sta franando addosso?
Dopo tutto, parafrasando un verso del poeta Haim Nachman Bialik scritto in un contesto completamente diverso, saremo noi “con la nostra linfa e il nostro sangue a pagare l’incendio”.
Traduzione per La Repubblica di Alessandra Shomroni
Pubblicato da Zdenek
210 commenti
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  1. peter
    peter says:

    X Sylvi

    va bene prendo atto che i dissidi nord-
    sud sono insanabili e ci si puo’
    appena sopportare….forse.
    sarei onoratissimo come italiano
    di accettare la restituzione della
    Corsica. Mi pare un termine piu’ adatto.
    Sempre viva Garibaldi

    Peter

  2. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    Che progresso c’è stato tra l’incendio di Gerusalemme con Tito e lo sterminio di sei milioni di esseri umani nella camere a gas tedesche?
    Che progresso c’è stato con l’attuale morte di un bambino per fame ogni sei secondi?
    Che progresso c’è stato tra l’incendio di Troia e di Babilonia e la distruzione di Hiroshima e Nagasaki con le bombe atomiche?

    pino nicotri

  3. Uroburo
    Uroburo says:

    Oggesuggesùùùùùùù!
    Adesso ci manca anche la Corsica.
    Non so bene da dove venga questa ennesima chiacchiera di latrina ma se quel che dice la Silvy è vero ci sarebbe da chiederci il perchè.
    Comunque io non sono mai stato antimeridionalista; epperò neanche mi va di avere sempre le fette di salame sugli occhi. U.

  4. sylvi
    sylvi says:

    x Uroburo

    caro Uroburo,

    ho regolari contatti con la Tarn-Garonne, con l’Ariege e con La Rochelle.
    Così pare scrivano i giornali di là.

    Non so se sono latrine quei giornali, ma so che quando siamo sbarcati a Calvì e poi in tutti i porti della Corsica di cui abbiamo fatto il tour, la bandiera francese che garriva a poppa era guardata dai corsi in maniera poco cordiale.
    Ci sentivamo accolti noi…che parlavamo italiano…infatti ci guardavamo bene dal parlare francese!
    Per far contento Peter…capivo benissimo il corso, più vicino al friulano che al sardo e tanto meno all’italiano!

    saluti
    Sylvi

  5. peter
    peter says:

    x Sylvi

    toh, capisco benissimo il corso anch’io…
    Ma che sia simile al friulano sono le sue solite allucinazioni audio-visive…e’ di fatto un dialetto di tipo meridionale, lo sanno tutti…

    Peter

  6. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    a me pare che il corso sia simile al sardo che è tutto tranne che un dialetto meridionale. U.

  7. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    -Se tu vens ca sù in furlanie, tu cjataràs tanç sardos che fevelin sardo-ladin.-

    Questa non gliela traduco! Lei non ne avrà bisogno, signor poliglotta!
    Vado a farmi una fumatina di hascisc, per rinverdire le mie solite allucinazioni …di tipo meridionale.

    Sylvi

  8. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter e Uro

    Quale sardo? L’algherese, il carlofortino, l’oristanese, il cagliaritano, l’orgosolano? Il sardo è una lingua a sé, con sue varianti. L’algherese è più ispanico che sardo.
    Ricordiamoci comunque che se l’Italia esiste è grazie alla Sardegna. Al regno di Sardegna.
    Un saluto da balente.

  9. peter
    peter says:

    x Uroburo, Sylvi e Pino

    Pino dice bene….
    guardate che in corso vi sono anche websites o siti come dite voi. Si capisce perfettamente (non come il friulano della Sylvi, per inciso…), e’ o sarebbe una varieta’ ‘meridionale’ di toscano perche’ le o sono in genere u. Vi sono ovviamente altre differenze…Capisco il corso parlato bene, il friulano nemmeno scritto…
    I corsi stessi dicono che somiglia al toscano, al gallurese (una varieta’ di sardo…) ed al siciliano.
    Nel complesso, l’opinione dei meridionali in genere e’ che sia un dialetto di tipo centro-meridionale, di certo non ‘romancio’ ne’ tanto meno gallo-italico…
    Tanto so che non ci si mettera’ mai d’accordo

    Peter

  10. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    secondo me i dialetti centrali (fino a Roma) e quelli meridionali (da Ascoli-Rieti-Frosinone in giù) non hanno proprio nulla in comune.
    Il friulano ha origini latine molto spiccate (anche se su un substrato veneto e quindi preceltico); anche il sardo ed il corso, soprattutto il sardo, mantengono moltissimi legami con il latino.
    Il substrato sardo antico e poco conosciuto; probabilmente è preindoeuropeo.

  11. peter
    peter says:

    x Uroburo

    e si sbaglia perche’ vi e’ una continuita’.
    Cio’ che cambia e’ soprattutto l’ accento.
    Quanto alle origini latine…che c’ entrano?
    Sono tutti dialetti romanzi compreso il suo.
    Non saprei se capisco il corso per via
    dell’ italiano che rimane la mia lingua
    madre. Ma ho idea che
    la conoscenza vaga di due o tre dialetti
    del sud aiuti molto. Ho visto un film
    in corso. All’ inizio mi pareva napoletano
    parlato male. Il punto e’ che lei non conosce
    i dialetti del sud…

    Peter

  12. peter
    peter says:

    x Uroburo

    quel suo dire ‘non hanno proprio nulla in comune’ e’ semplicemente falso, e forse tendenzioso…infatti in certe aree le do pochissimo credito.
    Il suo sito di Google dice che vi sono molte differenze tra gli stessi dialetti meridionali, il che e’ vero. I dialetti mediani o centrali hanno molte affinita’ col toscano, da cui deriva l’Italiano standard. Per cui sono certo piu’ italianeggianti di quelli meridionali. Le differenze piu’ importanti sono nell’accento, in particolare quella ‘e’ finale atona cosi’ tipica del napoletano, ma che non c’e’ affatto nel siciliano e nella parte della Puglia da cui provengo. C’e’ anche gn invece di ng (piagnere-piangere, magnare-mangiare), ma e’ una caratteristica anche di molti dialetti meridionali (di nuovo, non il mio…), per cui vi e’ una continuita’.
    La differenza piu’ netta nelle parlate italiche, caro mio, e’ tra i dialetti gallo-italici (come il suo) e quelli italici (come il mio e quelli centrali e meridionali in genere…). Per via di suoni che esistono certo nel francese e franco-provenzale, ma non nell’italiano in genere. Amen. Non saprei dove si colloca il friulano, ma e’ certo che in cio’ che riporta Sylvi non ci capisco quasi un caxo…con rispetto per la signora.
    Grazie per averci ricordato che dialetti meridionali si parlano in buona parte dell’Italia centrale (Pescara e le Marche meridionali sono parecchio piu’ a nord di Roma…), ma lo sapevo gia’.
    Vorrei aggiungere che fino al Cinquecento a Roma si parlava un dialetto molto simile al napoletano, poi cambiato in una varieta’ di toscano, cosi’ nacque il romanesco…idioma parlato con grande intensita’ dai romani, i quali ti fissano negli occhi con un’espressione intensissima mentre dicono le piu’ grandi castronerie…
    In sostanza, quello tra lei e me rimane un dialogo tra sordi

    ‘notte

    Peter

  13. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Peter.
    Nelle Marche, in provincie come Pesaro e Ancona si parla un misto tra il romagnolo e il toscano, mentre in provincia di Macerata e Ascoli Piceno la cadenza è decisamente picena con risvolti umbro-romani.
    Nel mio paese, Porto Recanati, che si trova al confine tra la provincia di Ancona e quella di Macerata, parlano l’anconetano con forti espressioni toscane mentre 5-6 km più a sud
    il dialetto cambia totalmente.
    L’importante comunque è che alla fine ci si capisca a vicenda.

    C.G.

  14. peter
    peter says:

    x CG

    appunto, la cadenza…sarebbe interessante sapere poi se ti riferisci a marchigiani quando parlano italiano o i loro dialetti, perche’ e’ un’ulteriore differenza. Nelle Marche meridionali (Piceno, etc) parlano infatti un dialetto di tipo…meridionale, come certo anche in Abruzzo, ma vaglielo a dire…tuttavia come vi sono sfumature diverse dal napoletano (tu dici risvolti umbro-romani…), per cui rilevavo una certa continuita’ , come e’ naturale, tra dialetti centrali e meridionali…per esempio, mi pare che anche nel Piceno e in Abruzzo dicano magnare o piagnere, gn tipico dei dialetti centrali (ma non del toscano vero, mi pare).

    Nel mio accento, in parole bisillabe tipo cose, pesce, sale, pronuncio la prima vocale lunga e tonica, la seconda breve ed atona. Vorrei sapere se e’ tipico dell’italiano in genere o se sono solo io…

    un saluto

    Peter

  15. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Esempio: “mi piace tanto mangiare”.

    Me piace tando magnà: Macerata, Ascoli
    Mi pias tant mangià: Pesaro, Ancona

    Quando però interloquisco in italiano molti mi prendono per toscano, a volte per romano.
    màh..

    Ciao e buona giornata.

    C.G.

  16. peter
    peter says:

    x CG

    infatti la d per t e gn per ng sono caratteristiche di dialetti meridionali, come la e finale che appena si sente (sole in napoletano) e la tendenza a pronunciare o finale in molte parole quasi come una e…
    Tuttavia gn accomuna alcuni dialetti centrali coi meridionali, es il romanesco col napoletano…
    Me piace tando magna’ di Ascoli o Macerata a me suona campano, anche se l’accento parlato e’ diverso…

    un saluto

    Peter

  17. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x CC, Peter, Sylvi e Uroburo

    Credo valga la pena leggere il Tagliavini. Mi pare sia lui che ha publicato anche le mappe delle variazioni dialettali.
    buon fine settimana.
    pino

  18. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino.
    Finita la scorpacciata di mare?
    A settembre tocca a me, solo a pensarlo.. mi abbronzo.

    Saluti e buon inizio metropolitano.
    C.G.

  19. peter
    peter says:

    x Pino

    vedro’ di trovarlo. Tuttavia mi fido di piu’ di linguisti stranieri, sono meno prevenuti…
    Non ho mai capito poi perche’ nel Salento abbiano un dialetto di tipo siciliano, visto che non vi sono mai stati contatti…

    un saluto

    Peter

  20. Linosse
    Linosse says:

    X tutti i neolingusti volgari.
    Non dimentichiamo l’origine di tutte le lingue neolatine proveniente dall’occitania .
    Diffondendosi ha subito varianti che permangono nei dialetti.
    Come esempio:
    SE CHANTO (VERSIOUN D’LE VALADE)Dalle parti di C.C.
    -Grafia : Escolo dou Po
    Devant de ma fenestro ià un auzeloun touto
    la nuech chanto, chanto sa chansoun
    se chanto, que chante, chanto pa per iou
    chanto per ma ‘mio qu’es da luenh de iou
    aquelos mountanhos que tan aoutos soun
    m’empacihoun de veire mes amour ount soun
    baisà-vous mountanhos, planos levà-vous perquè
    posque veire mes amour ount soun.

    SE CHANTO (VERSIOUN PROUVENSALA )
    -Grafia : Escolo dou Po
    E souto ma fenestro i à un auceloun touto
    la nuech canto canto sa cansoun
    se canto, que cante canto pa per iéu canto per
    ma mio qu’es aluen de iéu
    a la fouònt de Nime i à un amendié que fa de
    flour blanco coume de papié
    aquelei mountanho que tant auto soun
    m’empachon de veire meis amour ounte soun
    aquelei mountanho tant s’abaissaran que meis
    amoureto apareiseran

    Traduzione: davanti alla mia finestra c’è un uccellino tutta la notte canta, canta la sua canzone, se canta che canti non canta per me canta per la mia amica che è lontana da me, quelle montagne che son tanto alte mi impediscono di vedere dove sono i miei amori, abbassatevi montagne, alzatevi pianure, perché possa vedere dove sono i miei amori.

    Un saluto marino per tutti .
    L.

  21. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x C. G.

    Finita da 10 giorni, sob, sob, sob. Se posso però squaglio di nuovo altri 10-15 giorni. Mi chiedo che cavolo ci sto a fare a Milano, domanda che me ne innesca un’altra: che ci sto a fare al mondo? Domanda no bbuono.
    Goditi il mare settembrino, ma se puoi anticipa. Magari si abbronza anche Lambretta.
    Un abbraccio.
    pino

  22. Shalom
    Shalom says:

    x Nicotri

    Ma perche’ si lascia prendere per il culo da Rodolfo? Non vede che alle sue domande non risponde mai? Lui fa solo propaganda, pro Israele e pro razzismo anti arabo. Mi dia ascolto, lo mandi affanculo.
    Shalom

  23. peter
    peter says:

    X Linosse

    vedi di non farmi bestemmiare per piacere.
    E’ l’ occitanico, catalano, franco-provtaenzale che dir
    si voglia a provenire dal latino….come
    tutte le altre lingue romanze. Di certo
    l’ italiano non viene dall’ occitanico.
    Ta guele mon ami. J’en ai en marre

    peter

  24. sylvi
    sylvi says:

    …a la fouònt de Nime i à un amendié que fa de
    flour blanco coume de papié….Linosse

    caro Linosse , non c’è la traduzione di questi versi.

    Strano che : chanto, blanco, flour e altri…. si trovano in una variante di friulano di due vallate carniche e solo là!
    In friulano de la koinè si dice: çiante, blançie…çiase (casa) e la ç con la cediglia si pronuncia con un suono, lingua tutta sul palato, che si ritrova poi nel croato.
    Andrò proprio a cercare il Tagliavini.
    Sylvi

  25. sylvi
    sylvi says:

    caro Pino,

    non si lamenti!
    Quest’anno le nostre ferie sono da pendolari; su e xo!
    Se mio marito non fa una grossa consegna entro settembre…niente dindini…anzi paga penali…perciò…

    a vore!!! ( a lavorare)
    Devo sperare che più tardi…verso Natale…chissà!
    Guardi che la prima sua domanda è lecita…Milano non è molto appetibile…ma la seconda è illecita!!!
    Sono stata al funerale di DUE mie coetanee!..
    mi sono imposta di pensare che la depressione geriatrica è….no bbuono!
    Reagire, reagire! Vada a fare una corsa!
    Un salutone
    Sylvi

  26. Linosse
    Linosse says:

    X Peter
    Se leggi bene ho scritto:
    ” Non dimentichiamo l’origine di tutte le lingue neolatine proveniente dall’occitania .”
    Per essere neolatina ,va da sè,ha origine latina e non viceversa..
    Nel supportare il 123 ,tanto per fare un es.:
    Da: http://www.raiscuola.rai.it/articoli/il-franco-provenzale-in-puglia-lingue-e-dialetti-ditalia/4993/default.aspx
    “L`unità didattica documenta la presenza della lingua franco-provenzale in Puglia a Celle S. Vito e Faeto, due paesi nel foggiano, al confine con le province campane di Avellino e Benevento. Le testimonianze in lingua si alternano agli interventi di esperti: lo storico Don Raffaele Castielli ed il dialettologo Tullio Telmon. Il primo offre un inquadramento della diffusione del franco-provenzale in questa zona. I più antichi documenti scritti sembrano risalire ad oltre settecento anni fa; tra questi il più importante è un editto di Carlo d`Angiò del 1268. Il secondo, invece, illustra le caratteristiche di questa lingua anche in rapporto al valdostano, in particolare quello parlato ad Etroubles, e ai dialetti presenti in una area comprendente oltre alla Valle d`Aosta, Lione, la Provenza ed una parte del Piemonte”
    L.

  27. controcorrente
    controcorrente says:

    …….X S

    Ma che tono saccente…e seccato.

    —–
    Ti è chiaro ora???
    ———
    Mia madonna,ma che modi..!!!

    cc

  28. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Shalom

    La ringrazio per il consiglio, ma non si preoccupi: so sbagliare da solo.
    pino nicotri

  29. peter
    peter says:

    x Linosse

    che provenzale e piemontese fossero simili lo avevo suggerito a CC l’anno scorso da Nizza, lui col solito sussiego di quelle parti disse che mi sbagliavo e si fece ‘la croce alla mersa’ per scongiuro…
    Di quei versi capirei qualche parola (tieni conto che sono scritti…) ma con molta difficolta’. Capisco molto meglio il francese del provenzale o franco-provenzale, anche se questi ultimi sono molto piu’ simili all’italiano, per la semplice ragione che ho studiato il francese…questo spiega anche perche’ capisco poco o punto molti dialetti del nord, compreso l’emiliano…
    Al Sud avemmo gli angioini nel XIII secolo…ma Angio’ viene da Anjou, valle della Loira, Francia del Nord…ottima regione vinicola…dove direi che si parlava il francone o qualcosa di simile, molto diverso dal provenzale, molto piu’ simile al francese ufficiale di oggi.
    E’ pero’ interessante notare che i francesi in genere non sanno distinguere tra il francese parlato in Provenza (non il dialetto che non esiste ormai quasi piu’) ed il francese parlato da italiani colti, i quali cioe’ lo parlano bene. L’accento e’ quasi uguale…

    un saluto

    Peter

  30. sylvi
    sylvi says:

    caro cc,

    la saccenza e la seccatura l’hai vista solo tu.
    Ho risposto al tuo tono ironico e beffardo, quello sì, sull’Amore e sull’autocoscienza mia eccìùùùù, eccììììùùù!!!! n.79.

    Tu tiri il sasso,… mi fai un bernoccolo…e se io pretendo di restituirti il sasso… e relativo bernoccolo, tu strilli alla saccenza!!!
    Su po! su po! su po! ( corrispondente friulano di : ma valà, ma valà!!!).

    Sylvi

  31. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    nelle valli del cuneese si parla un dialetto franco-provenzale (in realtà occitano) che è molto diverso dal piemontese e dal lombardo; più o meno come il catalano è diverso da questi dialetti.
    L’emiliano è una lingua incomprensibile per chiunque non sia emiliano.
    Il salentino, come il siciliano ed il calabrese sono dialetti meridionali estremi, così dice WP. Non so cosa voglia dire ma evidentemente una ragione alla simiglianza tra il suo dialetto ed il siciliano ci dev’essere.
    Poi naturalmente sono tutte linguie neolatinee qualche simiglianza ci deve pur essere.
    Anche se mi chiedo che lingua parlassero mai i sanniti, ad esempio. U.

  32. Linosse
    Linosse says:

    Cara Sylvi
    …a la fouònt de Nime i à un amendié que fa de
    flour blanco coume de papié
    Alla fonte di Nime c’è un mandorlo che fa
    fiori bianchi come di carta.
    L.

  33. sylvi
    sylvi says:

    grazie Linosse.

    Era “amendié” che non capivo… màndul in friulano, il resto era chiaro.
    Quante curiosità da soddisfare …
    Avevo un amico d’infanzia che insegnava Filologia Romanza all’Università di Udine.
    Era anche apprezzato poeta e scrittore in “marilenghe”
    Di tanto in tanto ci vedavamo e mi apriva tante “finestre”, altre mi consigliava di affrontare…ma…è andato avanti …come dicono gli Alpini!

    Sylvi

  34. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    “L’emiliano è una lingua incomprensibile per chiunque non sia emiliano.”

    Mia mamma era di Ravenna, papa’ (lombardo) diceva sempre che se l’Italia/Emilia Romagna fosse stata invasa da forze straniere, avrebbero fatta marcia indietro credendo di aver sbagliata nazione.
    ———-

    In riguardo al suo rinnovato invito, la ringrazio di cuore….non ho fatto finta di non aver sentito, le ho risposto a suo tempo.

    E’ un viaggio lungo, particolarmente scomodo in questi periodi a causa della sicurezza, poi non viaggio molto bene….non ho parenti in Italia, solo un paio di cugini, dei quali ne conoscevo solo una da piccola, abita a Pavia.
    Dopo un paio di telefonate non ci e’ rimasto nulla in comune, nemmeno ricordi.

    Per Rodolfo e’ differente, aveva un posto di approdo, ed anche per lui e’ stato un viaggio faticoso.

    Saro’ presente col pensiero….

    Cordiali saluti,
    Anita

  35. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Va, pensieroooo sull’ali doraaaateeeee, zum zum zum!

    Sul serio:
    “va, ti posa sui clivi, sui colli,
    ove olezzano trepide e molli
    l’aure dolci del suolo natal!
    Del Giordano le rive saluta,
    di Sionne le torri atterrate.
    Oh, mia patria sì bella e perduta!
    Oh, membranza sì cara e fatal!
    Arpa d’or dei fatidici vati
    perchè muta dal salice pendi?
    Le memorie nel petto riaccendi,
    ci favella del tempo che fu!
    O simile di Solima ai fati
    traggi un suono di crudo lamento,
    o t’ispiri il Signore un concento
    che ne infonda al patire virtù”!

    (Beppe Verdi)

    P.S.: Non ho mai capito cosa c’entra il Va pensiero con gli starnazzi legaioli in camicetta verde.
    màh..
    C.G.

  36. sylvi
    sylvi says:

    caro C.G.

    ho sempre pensato che i leghisti abbiano usurpato un brano musicale che non c’entra niente con la padania, ma che Giuseppe Verdi lo abbia scritto per l’Umanità…per tutti coloro che soffrono lontani dal loro Focolare o per il loro Focolare distrutto

    Sentire i leghisti cantarlo pare una bestemmia!

    Sylvi

  37. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    I Giochi sono chiusi.
    Ma, se la GB ha guadagnato tutte le sue medaglie come l’ultima di pugilato contro Cammarelle italiano…beh possiamo pur dire che è stata tutta…una camarilla!!!
    Complimenti!

    Sylvi

  38. peter
    peter says:

    x Sylvi

    continui pure a fare la volpe…
    GB ha vinto 65 medaglie, di cui 29 d’oro…l’Italia 28 medaglie in tutto! che figura barbina…ieri ho fatto una camminata di 14 miglia in aperta campagna col solito gruppo…nel gruppo ci sono alcuni molto rudi, i quali sapendo che Italia e UK hanno lo stesso numero di abitanti sono scoppiati a ridere dicendo che ‘ci hanno pisciato sopra da una grande altezza’…sa, l’inglese parlato in giro non e’ sempre quello di Buckingham Palace…siamo percio’ quasi arrivati ad un incontro di boxe in aperta campagna, ma dato che di italiani c’erano solo io ed un mite toscano di madre inglese, me so’ stato bono, come dicono a Roma. Un altro diceva che le Olimpiadi sono l’unico incontro internazionale mondiale che non sia una guerra. Io ho obiettato che l’atmosfera era molto simile a quella guerresca (vedasi anche il contenzioso Korea -Giappone su Dokdo…), lui ha detto ‘non proprio di guerra, infatti l’Italia riesce a vincere qualcosa alle Olimpiadi’…
    Io ho sofferto in silenzio, rischiando una denuncia per avergli messo le mani intorno al collo (senza stringere), e mai una volta ho detto di avere anche un passaporto britannico, per cui le loro vittorie erano in parte anche mie…
    Per cui veda ora di non mettercisi pure lei, che’ mi trova dell’umore giusto

    ‘giorno

    Peter

  39. peter
    peter says:

    comunque, l’Italia si e’ classificata ottava, il che non e’ poi tanto male su scala mondiale. Dopo di noi la minuscola Ungheria, pero’…
    Superati da Korea e Giappone, a differenza di Pechino 4 anni fa…nonostante loro giocassero allora ‘in casa’

    Peter

  40. La Striscia Rossa
    La Striscia Rossa says:

    L’oracolo Marchionne è stato servito!. La corte d’appello di Roma ha rigettato il ricorso di Fiat contro l’ordinanza del Tribunale di assumere a Pomigliano i 145 lavoratori iscritti alla Fiom, giudicando «inammissibile il ricorso».

  41. La Striscia Rossa
    La Striscia Rossa says:

    Il problema numero uno dell’Europa di oggi è la crescita.
    Andare avanti con politiche economiche di austerità forzata provocherà ulteriori disastri e nuova depressione.

    Paul Krugman

  42. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    Io a quei suoi amici…ma che razza di amici ha…inglesi poi!..
    avrei risposto che le “loro vittorie” sono la parabola perfetta di tutte le loro conquiste per il mondo…quando non ammazzavano e torturavano, …facevano schiavi o rubavano e imbrogliavano!

    Quanto alle vittorie in guerra…senza l’aiuto degli americani…o dei neozelandesi o di chi più ne ha più ne metta…io so dove sarebbe finita la loro insuperabile puzza sotto il naso….unica “forza” di cui sono abbondantemente provvisti…assieme a chiacchera da cacciatore e pescatore bugiardo!

    Senza dimenticare gli obbrobri di Mussolini e Hitler…prima di continuare a rinvangarli per una colpa che non conosce perdono …farei un po’ di riassunti di quello che hanno fatto gli inglesi in giro per il mondo….la somma sarebbe altrettanto se non di più orripilante!
    Giusto solo per restare in casa…”gallesi e scozzesi”…
    non per nulla quest’ultimi li anima un odio che ha radici, direi, al centro della terra!

    Ripeto: se le loro medaglie sono come quella di pugilato contro
    Cammarelle…se le tengano…in fondo si sono comportati…da inglesi!

    Nihil sub sole novi!

    Sylvi

  43. La Striscia Rossa
    La Striscia Rossa says:

    Travaglio e il Grillo insultante oggi si scoprono difensori del Porcellum.
    Perché la strana coppia Beppe Grillo e Marco Travaglio insultano il capo dello Stato e lo accusano di impegnarsi troppo per cambiare la legge elettorale?
    Purtroppo l’impressione è che la coppia Grillo-Travaglio voglia esattamente difendere il Porcellum. Giocando di sponda con l’altra brillante coppia, Gasparri-Calderoli.
    L’obiettivo prevalente in questo caso è accrescere il discredito del sistema, che poi è la benzina nel motore dei populisti.
    Si può dire che questo sia oggi l’asse centrale della loro comune strategia. Una strategia piduista e sfascista.

  44. peter
    peter says:

    x Sylvi

    ma per piacere, veda di non esagerare. Guardi che degli italiani in genere, gli altri europei sanno solo dei romani e di Mussolini con la Seconda GM. Niente di piu’. Se fossi in US o in Germania mi chiamerebbero mafioso di continuo. I brits sanno solo del divario nord-sud (grazie allo sfotto’ di quelli come lei, mi consenta…), ma di mafia non parlano quasi mai tra conoscenti.
    Hanno riportato 30% di allori olimpici in piu’ rispetto a Pechino, e direi che se li sono meritati considerando pure che giocavano in casa.
    Non guardo la boxe, se ha qualcosa da dire la dica pure…
    Semmai abbiamo tutti notato che Federer del tennis era molto, molto fuori forma. In certi sports, alle olimpiadi i campioni detentori di titoli si impegnano molto poco, i soldi in gioco sono pochi…

    Peter

  45. sylvi
    sylvi says:

    X La Striscia Rossa.

    Quella della Fiom di Pomigliano è una vittoria di Pirro che porterà :
    a) assumere 145 degla Fiom e licenziare contemporaneamente 145 della Cisl e Uil per far tornare i conti.
    b) Marchionne NON investirà in Italia e così Pomigliano avrà tanti operai Fiom in cassa integrazione con tutto il tempo a disposizione per fare proselitismo presso i disoccupati!

    Caro Striscia Rossa trovo osceno che in una Nazione civile ci siano sindacati un contro l’altro armati e che ci siano magistrati che decidono delle politiche industriali ( vedi anche Ilva di Taranto).
    Vorrei mi credessi che di Marchionne e della Fiat con annessi “famigli Agnelli” ne penso abbastanza male.

    Ma poi anche:
    Dal momento che abbiamo i magistrati, a che ci serve la politica?? ?
    Mandiamoli tutti a casa, almeno risparmiamo!

    Ps: bisognerebbe però che dessimo anche un’occhiata a stipendi, vacanze, benefit ecc. ecc. dei magistrati …così tanto per capire con chi abbiamo a che fare e perchè poi….moooltissssimi vanno in Parlamento o a fare i Sindaci….chissà perchè!!!
    Un cordiale saluto
    Sylvi

  46. Lucia Vendramin
    Lucia Vendramin says:

    Senza sangue e guerre.
    Dall’inizio del XV secolo la Serenissima si espande verso la terraferma veneta e friulana.
    E’ il momento delle ‘donazioni’ a San Marco, più o meno volontarie, e tutti gli staterelli e signorie, il patriarcato di Aquileia e Patria del Friuli, chiedono di aderire alla Republica Veneta.

    Si forma così un vasto stato di straordinaria importanza nell’orizzonte europeo, coniugando la già floridissima potenza economica, cerniera e ponte tra oriente e occidente, con il peso politico, diplomatico e militare che un potente stato poteva offrire.
    Fu un successo straordinario che pose fine alle lotte feudatarie succedutesi per oltre un millennio, dovute a signorotti e scompensi delle ‘migrazioni’ straniere (le invasioni dei barbari).

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