Ferragosto con Tom, cattivo come me anche se una volta l’anno ricamo

L’avevo con me dall’autunno scorso, ma mai c’era stata la voglia di ascoltarlo. Ero stufa di quella voce troppo rantolante, riuscivo a sopportarla ormai solo nella fonderia di “Robots”. Ho ritirato fuori “Bad as me” di Tom Waits oggi, ferragosto in città  afoso più che mai, unica compagnia tollerata sul divano a parte l’aria condizionata a manetta. Poco importa se canta di foglie morte e capodanno, e ancora meno se ha dovuto aspettare così tanti mesi, anzi meglio così: tutto il disco (si dice ancora così? e album?) suona da Dio, non a caso suonano con lui Keith Richards, Marc Ribot, David Hidalgo e Charlie Musselwhite, la voce si è schiarita dal troppo catarro, ed è perfetto mentre ricamo foglie (vive anche se per finta). Con Tom le spiagge, le autostrade, il sudore,  tutto quanto puzza di ferie d’agosto è lontano, lontanissimo. Perfetto.

1 commento
  1. alessandro
    alessandro says:

    Cara Caterina,di Tom Waits conosco solo The heart of saturday night, un album del 1974,molto bello, di una bellezza nuova.C´era ,forse, un po´ il pericolo che Waits t´avrebbe portata ancora piu´ dentro le autostrade;e´ probabile che tu ti sia salvata grazie alla tua immaginazione che e´ una gran bella cosa oggi che l´immaginazione
    e´ un po´ qualcosa che galleggia sulle acque sporche d´una ragione
    sempre piu´ precisa e calcolante.
    un saluto,alessandro.

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