LETTERA APERTA AL COLLEGA DEL CORRIERE DELLA SERA FABRIZIO PERONACI – Il pessimo giornalismo ha trasformato in una trentennale farsa a puntate quella che doveva essere la tragedia privata della scomparsa di Emanuela Orlandi

RIPUBBLICO LA STESSA LETTERA APERTA PER EVITARE CHE I FORUMISTI SI TROVINO ALLE PRESE CON ORMAI QUASI 900 COMMENTI, CHE APPESANTISCONO IL DOWNLOAD. LO SCATENARSI ANCOR PIU’ DI CIALTRONERIE E FALSITA’ DI OGNI GENERE SULLA STESSA VICENDA, ORMAI SFOCIATA NEL RIDICOLO, MI HA TENUTO MOLTO MOLTO IMPEGNATO E CONVINTO A NON CAMBIARE ANCORA ARGOMENTO, COSA CHE PERO’ AVVERRA’ NEL GIRO DI 3-4 GIORNI AL MASSIMO.

ANCORA GRAZIE PER LA COMPRENSIONE.

Egregio collega Fabrizio Peronaci,

il 21 aprile 2012 sulla pagina Facebook del gruppo denominato petizione.emanuela@libero.it – Gruppo ufficiale fondato da Pietro Orlandi è comparso il seguente tuo appello:

“UN’INVESTIGAZIONE PER EMANUELA
cari amici, chiedo un aiuto a quanti di voi abbiano tempo e un certo fiuto per l’investigazione.
In breve la questione è la seguente: sarebbe molto, molto importante riuscire a trovare riscontri sulla presenza a Roma nel giugno del 1983 (cercando su Internet o da altri fonti) del principe erede del Liechtenstein Hans-Adam.
Come io e Pietro raccontiamo nella nuova edizione di “Mia sorella Emanuela” (a pag 289), Alì Agca ha espressamente accusato Hans-Adam (ancora oggi regnante) di aver partecipato a una sorta di vertice in Vaticano avvenuto l’11 giugno 1983 (tra i presenti ci sarebbe stato anche il cardinal Casaroli), nel quale fu deciso il sequestro e il trasferimento di Emanuela nel piccolo paese del centro Europa. Se questo racconto fosse confermato da un documento che attesti la presenza a Roma in quei giorni di Hans-Adam, capite bene che avremmo trovato un riscontro fondamentale alle dichiarazioni del presunto pazzo Agca.
Io da settimane sto navigando su Seby Interlandinet, ma non ho avuto la fortuna di trovare il link giusto… Qualcuno ci prova? ciao a tutti, f.”.

Non intendo giudicarne il contenuto, ma rilevo che tale appello segue l’ennesima asserita “rivelazione” lanciata la sera prima, venerdì 20 aprile, da te e dall’avvocato Ferdinando Imposimato nel corso del programma Metropolis di RomaUnoTv dando ampio credito alle affermazioni del cittadino turco Alì Mehmet Agca, noto anche per essersi definito “unico Gesù Cristo in terra”. Affermazioni non a caso riportate – come tu stesso specifichi nell’appello – nella nuova edizione del libro tuo e del cittadino vaticano Pietro Orlandi. Questo è il link del video che su Youtube immortala il lancio delle nuove “rivelazioni”, come al solito disinvoltamente opposte alle “rivelazioni” precedenti:  http://www.youtube.com/watch?v=m4RVS0oJjQI
Premetto che non si capisce perché si insista a ingannare il pubblico continuando a presentare Imposimato come esperto che si è occupato del caso Orlandi quando era giudice istruttore a Roma, mentre invece come magistrato non se ne è mai potuto occupare perché già uscito dalla magistratura. Premetto anche che da almeno 12 anni lo stesso Imposimato ha più volte pubblicamente affermato che “rientrato Agca in Turchia, Emanuela Orlandi sarò sicuramente liberata”. S’è visto…. Premetto infine che è strano, anche dal punto di vista deontologico, che lo stesso Imposimato dopo essere stato il legale di Agca, quando questi era detenuto nel carcere di Ancona, sia infine diventato il legale della signora Maria Pezzano, madre di quella Emanuela Orlandi che lo stesso Imposimato sostiene da anni e anni essere stata rapita in favore proprio del suo ex cliente Agca. Tu non lo trovi almeno un po’ strano o che quanto meno sia un piccolo caso di conflitto di interessi? O vogliamo sostenere che il conflitto di interesse esiste solo se riguarda Silvio Berlusconi?
Ciò premesso, noto che la “rivelazione” del 20 sera in tv e il suo rilancio su Facebook il giorno dopo seguono lo stesso schema di un’altra “rivelazione”, quella del 17 giugno dell’anno scorso sempre su RomaUnoTv, e rilanciata il giorno dopo da te sul Corriere della Sera. Mi riferisco alla “rivelazione” lanciata in diretta telefonica dall’asserito “ex agente segreto del Sismi” con nome in codice “Lupo”, in realtà il pataccaro Luigi Gastrini, nel corso della puntata di Metropolis visibile sul seguente link: http://www.youtube.com/watch?v=qNgtvibZGts .

Ho deciso di inviarti questa e-mail perché proprio riguardo Gastrini ci sono stati nei miei confronti tuoi comportamenti piuttosto gravi, oltre che non proprio commendevoli dal punto di vista professionale. Vediamo quali.

+ 1) – Appare strano che il signor Gastrini pur vivendo in uno sperduto paesino del Bergamasco sapesse che la sera di quel 17 giugno RomaUnoTv avrebbe avuto come ospiti te e Pietro Orlandi, invitati a parlare del vostro libro “Mia sorella Emanuela”. Strano o no, sta di fatto che Gastrini ha telefonato in diretta mentre tu e Orlandi eravate in studio.

+ 2) – Nel corso della telefonata l’”ex 007 Lupo” ha detto che Ercole Orlandi, padre di Pietro e di Emanuela, all’epoca della scomparsa della figlia trafficava con l’Antonveneta. Purtroppo però l’Antonveneta è nata molti anni DOPO il 1983. Per l’esattezza, è nata il 24 giugno 1996: vale a dire, ben 16 anni DOPO quanto asserito dall’asserito “ex 007 Lupo”! Come puoi apprendere tramite il link http://it.wikipedia.org/wiki/Banca_Antonveneta è nata “dalla fusione paritetica (avvenuta in data 24 giugno 1996) di due banche cooperative aventi sede in Padova, Banca Antoniana e Banca Popolare Veneta, dalla successiva aggregazione di una serie di banche locali e dall’incorporazione di Banca Nazionale dell’Agricoltura (BNA) nel 2000″.

Non trovi che un bravo giornalista, per giunta del Corsera, avrebbe dovuto se non accorgersi subito di questo non trascurabile particolare almeno accertarlo in seguito? Si tratta comunque di un particolare che rendeva immediatamente chiaro, e provato, che la persona al telefono non stava facendo una “rivelazione”, come si è sostenuto con clamore, ma stava invece raccontando balle.
A voler essere pignoli, per capire che si trattava di balle poteva bastare la sua affermazione “Emanuela è viva, chiusa in un manicomio a Londra”: a Londra infatti, e nell’intera Inghilterra, NON esistono manicomi, peraltro chiusi da molti anni anche in Italia. Accorgersi di questa frottola del “Lupo” non è da tutti, forse non lo si può pretendere neppure da un giornalista del Corsera, dati i tempi in cui viviamo. Il giorno dopo però se n’erano già accorti gli sconosciuti colleghi di un giornaletto online, che lo hanno infatti subito scritto, come si può leggere con il seguente link: http://www.giornalettismo.com/archives/130176/emanuela-orlandi-e-a-londra/ . E tralasciamo che lo abbia appurato e scritto al volo anch’io. Però a un buon giornalista la fesseria sull’Antonveneta non poteva passare inosservata a lungo: per accorgersene sarebbe bastato anche a te un veloce controllo tramite Google. Non trovi?

+ 3) – Domenica 19 giugno hai pubblicato a pagina 3 del Corsera la seguente intervista “bomba” all’asserito “ex 007″: http://archiviostorico.corriere.it/2011/giugno/19/Troppi_soldi_troppi_poteri_ballo_co_10_110619002.shtml . Se l’intervista è apparsa in edicola il 19 significa che l’hai scritta il giorno prima, sabato 18: vale a dire, meno di 24 ore dopo la “rivelazione” del bergamasco Gastrini. Evidentemente l’”ex agente segreto” doveva essersi premurato di lasciare il suo numero di telefonino al centralino di RomaUnoTv. Non me ne intendo di agenti segreti, neppure ex, ma c’è chi trova strano che abbia lasciato un suo recapito telefonico. Ciò che però lascia molto sorpresi e ancor più perplessi è che, anziché dargli quanto meritava dopo una doverosa verifica sull’Antonveneta, hai continuato a dargli credito avvalorando tutte le frottole che tuo tramite raccontava ai lettori del Corriere della Sera. Compreso il fatto che possedesse una fazenda in Brasile e che faceva la spola con quel Paese. Qualunque collega gli avrebbe chiesto il nome della località della fazenda e almeno un numero di telefono per poter fare qualche domanda di accertamento, e magari avrebbe chiesto come si fa a vivere in Brasile e mandare avanti una fazenda senza conoscere neppure una parola di brasiliano. Si sarebbe evitata così la nuova farsa del continuare a parlare in più sedi di “nuove rivelazioni sul caso Orlandi”. E si sarebbe evitato il conseguente ingannare ancora una volta l’opinione pubblica.

+ 4) – Si sarebbe anche evitato un tentativo di truffa nei miei confronti, con annesse minacce di morte, da parte di un avvocato milanese – buon conoscente di Gastrini e di sua figlia – il cui nome ho depositato da un notaio assieme alla documentazione della deprecabile vicenda. Non so se la truffa sia stata tentata solo con me o anche con altri. A dire dell’avvocato in questione, anche con altri. Come che sia, la truffa tentata con me consisteva nello spillare un bel po’ di quattrini a qualche giornale in cambio “della liberazione della Orlandi a Londra” e dell’”esplosivo dossier pieno di altri segreti” asseritamente in mano all’”ex 007”. Nei giorni successivi, dato che non sono propriamente uno sprovveduto né un novellino, le pretese sono man mano calate, fino ad accontentarsi di “appena” 100.000 euro per un “libro verità” sul caso Orlandi.

+ 5) – Il tentativo di truffa si sarebbe potuto evitare, invece c’è stato. C’è stato grazie al tuo avvalorare le gravi frottole di Gastrini senza fare neppure uno straccio di verifica. E’ strano che tu non abbia mai fatto neppure mezza verifica ed è stranissimo che quando ti ho inviato notizia molto dettagliata del tentativo di truffa nei miei confronti tu abbia accuratamente evitato di parlarne. Eppure sarebbe stata un’ottima occasione per evitare altre illusioni alla famiglia Orlandi e altre truffe all’opinione pubblica. Oltre che una buona occasione per avvertirla con vari mesi di anticipo su quanto infine formalizzato solo nel marzo di quest’anno dalla Procura della Repubblica di Bolzano, vale a dire che Gastrini è quanto meno un cacciaballe ( http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2012/03/06/news/caso-orlandi-la-procura-accusa-l-agente-lupo-1.4356708 ).
Hai preferito ignorare quanto ti ho scritto lo scorso 5 agosto per avvertirti: “La faccenda Lupo mi ha shockato, tanto è evidentemente fasulla. Oltretutto, ci ha tentato alla grande anche con me. Una storia pazzesca”. Forse è comprensibile che tale mia frase tu l’abbia ignorata, ma non è invece comprensibile che tu abbia ignorato anche la dettagliata descrizione di quella “storia pazzesca” che il 6 settembre ti ho inviato con il seguente link: http://www.pinonicotri.it/2011/08/il-lupo-007-deve-avermi-scambiato-per-cappuccetto-rosso-mi-e-stata-fatta-a-suo-nome-una-bella-proposta-truffa-trovami-4-milioni-di-euro-che-facciamo-liberare-emanuela-orlandi-cifra-poi-scesa-c/ . Il tuo disinteresse è ancor più strano alla luce del fatto che il mio racconto confermava e aggravava i sospetti della Procura della Repubblica di Bolzano, dei quali tu stesso avevi dato conto il 4 settembre con il seguente articolo:

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_settembre_4/orlandi-indagato-agente-lupo-1901438127200.shtml .

Le notizie che ti avevo inviato avresti potuto, e credo dovuto, utilizzarle per far sapere ai lettori già ai primi di settembre che quella che per la Procura di Bolzano era ancora solo un’ipotesi accusatoria aveva dei riscontri tali da renderla qualcosa più di un’ipotesi. Invece Gastrini veniva miracolato una seconda volta: la prima volta non t’eri accorto della clamorosa balla sull’Antonveneta, la seconda volta non hai reso noto quanto da me raccontato, evitando così di inchiodare il pataccaro. Cosa che ha permesso ai lettori di pensare per altri 6 mesi che i sospetti della Procura di Bolzano potessero essere infondati.

+ 6) – Nell’articolo che ti ho inviato non solo non facevo il nome dell’avvocato, ma mi limitavo a parlare di “un professionista che conosco da 30 anni” evitando di dire che fosse un avvocato. Eppure il giorno dopo l’avvocato in questione mi ha telefonato inferocito per rimproverarmi pesantemente di avere rivelato “l’offerta” di Gastrini. Nel corso della telefonata mi ha spiegato che ad avvertirlo del mio articolo eri stato tu. Tant’è che il 7 settembre non ho indugiato a inviarti una mail con scritto quanto segue:
“Caro Peronaci, credo sarebbe stato più completo contattare anche me anziché” l’avvocato in questione, del quale qui taccio il nome scritto nella mail, “che peraltro io non ho mai nominato e col quale evidentemente dovevi essere già in contatto per la faccenda del truffatore Gastrini. Inoltre non capisco il tuo non rispondere mai alle mie mail, che oltretutto contengono notizie. Non fare l’errore di confondere la mia cortesia e disponibilità con la debolezza o peggio ancora con la dabbenaggine”.

+ 7) – Evidentemente però devi avere fatto davvero una tale confusione. Il 15 settembre ho pubblicato infatti su un giornale online il seguente articolo: http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/rapimento-emanuela-orlandi-la-farsa-del-960384/ , dove non parlavo più solo di un “professionista”, ma meno genericamente di un avvocato. E in tarda mattinata, attorno alle 12, ho ricevuto puntuale come un treno svizzero una telefonata di quell’avvocato: il quale, dopo avere urlato che lo avevi di nuovo avvertito tu, ha minacciato non solo di spaccarmi la faccia, ma anche di uccidermi. Aggiungendo in tono minaccioso: “Sai bene che sono in grado di farlo!”. Esagerazioni, immagino. Ma poco gradevoli e per nulla rassicuranti. Comunque illecite.
Come vedi, le cose sono andate un po’ troppo oltre.

Per un pezzo sono stato indeciso se contestarti o meno il tuo comportamento. Ho infine deciso di farlo a causa dell’accavallarsi di notizie da te scritte sul Corsera e riportate sulla citata pagina Facebook per annunciare “svolte” e “novità importanti” che però non solo non arrivano mai, ma – esattamente come le “rivelazioni” del “Lupo” – si rivelano tutte puntualmente di segno diametralmente opposto a quello annunciato. Poi la nuova pagliacciata, pardòn la “nuova pista”: centrata sul solito Agca e riguardante questa volta il Liechtenstein…. Checché ne pensi Pietro Orlandi o chi per lui, credo si debba porre un limite al degrado della trasformazione in farsa pubblica e show a puntate di quella che è semmai una tragedia privata.
A farmi decidere di scrivere e inviare questa e-mail ha contribuito anche l’esibizione dell’accanimento contro la sepoltura di Enrico De Pedis nella basilica di S. Apollinare. De Pedis sarà stato anche un grande criminale, ma come possiamo dirlo con certezza, senza violare la legge, visto che è morto completamente incensurato, sempre assolto in tutti i processi? Assolto, non graziato dalle leggi “ad personam” o dalle scadenze dei termini come altri personaggi. E se crediamo ai “supertestimoni” che si sono fatti avanti solo quando hanno capito che potevano fare qualunque “rivelazione”, cioè raccontare qualunque balla come ha fatto per esempio tra gli altri Maurizio Giorgetti, come facciamo poi a non credere ai vari Mitrokhin, Sgaramella, “conte Igor”, ecc., quando accusano non un De Pedis, ma un Romano Prodi, un Massimo D’Alema e altri ancora?
Perché continuare a ciarlare di santi, papi e cardinali sepolti in S. Apollinare pur di sparare contro il cadavere di De Pedis? Basta una verifica in loco per appurare che in S. Apollinare NON c’è sepolto neppure l’ombra di mezzo cardinale. Perché continuare a barare parlando di “sepoltura misteriosa” se il magistrato romano Andrea De Gasperis ha già chiarito tutto nel 1997, vale a dire ben 15 anni fa? Solo un africano mancato come il parlamentare Walter Veltroni può gridare vittoria perché ha scoperto che S. Apollinare non gode dell’extraterritorialità, bensì del “privilegio dell’extraterritorialità”, che è evidentemente la stessa cosa. Questa assurda veltronata dimostra semmai a quale punto di sfarinanento è arrivato anche il suo partito e a cosa i partiti stanno riducendo il parlamento.

Nella mia vita non solo professionale sono stato testimone e protagonista di due lunghe campagne giornalistico giudiziarie basate sul nulla più assoluto, o meglio sulla prevaricazione e sull’uso strumentale e artefatto di “testimoni” e “prove”: la lunga campagna per la “pista anarchica” della strage di piazza Fontana e delle altre bombe del 12 dicembre 1969 e la lunga campagna iniziata con il “blitz” del 7 aprile 1979.
La prima pista è crollata grazie anche e soprattutto al mio apporto, che da studente fuori corso in Fisica mi ha permesso di entrare nel giornalismo dalla porta principale. La seconda mi ha visto drammaticamente coinvolto, ma giornalista a schiena dritta anche in quella situazione, ed è infine crollata nel ridicolo da sola. Tant’è che hanno dovuto riciclarla dalla tragedia Moro a tutt’altro molto più indeterminato.
Ecco perché provo un particolare disgusto per il giornalismo che si basa sempre e solo sul lancio delle accuse, senza mai sottoporle a controlli e verifiche, e che si nutre continuamente di “scoop” uno più inconcludente dell’altro. Per giunta senza mai ammettere neppure una volta i propri errori e avere la dignità di chiedere scusa alle persone calpestate.

Data la gravità dei fatti, invio la presente per conoscenza al collega Ferruccio De Bortoli, direttore responsabile del Corriere della Sera, e al collega Massimo Alberizzi, membro del Comitato di Redazione.
Un saluto.
pino nicotri

127 commenti
« Commenti più vecchi
  1. sylvi
    sylvi says:

    …le ultime grandi commesse industriali fatte alla Germania dalla Cina sono tutte supermacchine industriali con grande tecnologia e tutte robotizzate…Linosse

    caro Linosse,
    e meno male che comprano!
    Quanto a “copiare” come sono bravi i cinesi…la meccatronica robotica giapponese è l’unica che spaventa i tedeschi.
    La stessa US sta ancora boccheggiando.
    Naturalmente bisogna vedere per quanto!
    Non ci si inventa improvvisamente uno sviluppo tecnologico che dura in ricerca decennale.
    Mio figlio dice che: Australia, Messico ( sempre tecnologicamente vicino agli US) …marciano più o meno velocemente.
    Il Brasile invece , ricco di materie prime, non ha premura…!

    Ma ormai, mentre noi stiamo discutendo di Grillo, Monti, Bersani, Alfano…o del Trota….altrove vedono e discutono dell’intero Pianeta.

    E poi Uroburo dice che mi preoccupo solo del mio cortile! Mah

    Sylvi

  2. rodolfo
    rodolfo says:

    xPeter che scrive:-
    “io si’, ma tu no…
    sei tu il sessuofobico, scusa neh?…!”

    E da che cosa lo deduci….
    Di quello che la gente fa, sotto o sopra …tra o nelle lenzuola a me non
    interessa per niente….. ne´ di quello che fanno gay e lesbiche Kosher e non….ne delle donne che si vanno a comprare un vibratore per sostituire il compagno che non e´capace di soddisfarla…ognuno e´libero di fare le proprie scelte….nell´ambito delle proprie quattro pareti.
    Rodolfo

  3. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,

    mi sembra un pò tardi per occuparsi di “meccatronica”, (però visto che non esistono più limiti “,ci sono laureati di anni 80,per cui potresti sempre tentare),direi che ti potresti occupare di filosofia della Robotica.
    In questo senso, il mio consiglio di leggere di Asimov, resta valido.
    Pur partendo da una visone “fantascientifica” più di 50 anni fa , il nostro, che comunque era un scienziato,ipotizzava parecchie “situazioni ” che sembrano riproporsi a breve, alla pari di certe intuizioni di Verne del passato.
    Pensa che il “nostro” si era pure inventata la soluzione di specialisti in” Psicologia robotica” ,che avevano intuizioni nella programmazione dei robotini.
    La sua intuizione di “cervello positronico”,non si allontana poi di molto al tentativo di rendere sempre più piccole le tecnologie di memorie e le complessità di connessione tra di esse (è la capacità di enormi quantità di connessioni diverse che rende infatti “diverso” il nostro cervello, sulle capacità di banale calcolo I robot ci sono superiori già da mò).
    Sappi che esistono interessanti esperimenti di reti artificiali simil-neuronali che vengono testate e paragonate con le reazioni dei cervelli umani, su problemi semplici ma simili, come le reazioni di fronte a dei semplici disegni.
    In merito poi alla proctologia , direi che sarei contento se nella Friula, fra poco tempo , creassero un nano-proctologo robotico..pensa che risparmio per le ASL..sono sicuro che tu ti offrirai volontaria per Testare l’efficacia del Primo prototipo..poi ci dici sul Blog, e noi in Piemonte ci adegueremo al Genio Furlan ..prontamente !

    cc

  4. Uroburo
    Uroburo says:

    Sa la nostra sinistra invece di far tanto i liberali facesse i socialdemocratici sarebbe meglio e più chiaro per tutti.
    Corriamo dietro ai liberali (quelli ittagliani, che sono di netta destra) da 25 anni. Corressimo dietro non dico a Zapatero ma a Schroeder o a Jospin sarebbe meglio. Ognuno al suo proprio posto. I PD ittagliani invece sono più a destra di Bill Clinton …

    Parto domani per una settimana a Parigi: ci vediamo dopo il 3 giugno.
    Un saluto a tutti U.

  5. rodolfo
    rodolfo says:

    Ach Parigi…Parigi…la vie est dur les femmes sont cheres et les enfants facile a faire.
    R

  6. peter
    peter says:

    x Uroburo

    beh, se vuole potremmo fare conoscenza la’.
    Parigi non mi e’ mai realmente piaciuta, ed i parigini ancora di meno…
    Tuttavia ci vado ogni tanto per vedere che aria tira, la citta’ delle luci e tutto il resto…il fatto e’ che le pretese ‘novita’ di Parigi sono sempre decrepite, ed infinitamente piu’ vecchie di cio’ che si trova a Londra o a New York…e per il vero classico, consegnato alla storia per sempre, Roma basta ed avanza…insomma, l’ho sempre trovata una citta’ deprimente, dove chi andasse per trovare compagnia e modernita’ troverebbe invariabilmente solitudine e roba demode’…un giudizio forse ingeneroso, ma stranamente in parte condiviso dalla mia dolce meta’ che viene da una cultura lontanissima dalla mia…
    Premesso il mio sproloquio, la prossima settimana sono libero (e’ la incipiente vecchiaia…) e non vado da nessuna parte. Potrei magari prendere il treno ed arrivare alla gare du Nord una mattinata…solo un’idea. Ma di pranzare insieme non se ne parlerebbe, i suoi gusti sofisticati mi renderebbero nervoso

    un saluto

    Peter

    Peter

  7. rodolfo
    rodolfo says:

    oui….oui…une recommandation professionelle deux bagette avec les bigottes Parisienne….mmazza ao´
    R

  8. sylvi
    sylvi says:

    Ma di pranzare insieme non se ne parlerebbe, i suoi gusti sofisticati mi renderebbero nervoso. Peter

    UUUUH Peter,

    o lei è già abbondantemente abituato alla “cucina” inglish e perciò è diventato schizzinoso al cibo sano e buono…!
    oppure ha paura di pagare!, ….oppure non va oltre le TRE cose che le piacciono!!! Quelle dell’abitudine.
    Quelle della mamma sicuramente no!
    E’ solo un mio sospetto!
    Oppure lei si muove tra quelli che girano il mondo cercando i MacD con le schifosissime polpette e patatine fritte, o fish and chips, ( io mai mangiato!) per paura del nuovo!
    Spaghetti no …per non apparire “italiano spaghettì”!!

    Se la sposi velocemente quella donzella che le ronza intorno…le servirà almeno a toglierla da quella chiusura alla civiltà gastronomica che la rende sempre, più che insopportabile…più socialmente separato dalla comunità civile mondiale.

    d’accordo….vado …ho un libro interessante!

    Sylvi

  9. peter
    peter says:

    x Sylvi

    vada, vada, sara’ un libro di cucina che forse sara’ in grado di capire senza troppi sforzi…
    A lei lo posso dire, il posto peggiore dove due italiani potrebbero fare conoscenza (specie da regioni cosi’ diverse…) e’ proprio a tavola…
    Mentre un bar, un’esplanade, una piazza o un museo o chiesa antica sarebbero dei posti dove una conoscenza fatta bene potrebbe anche iniziare…ma il problema non si pone, U. e’ gia’ partito e chi s’e’ visto s’e’ visto…e CC, che non e’ ingenuo, anni fa mi proponeva di incontrarci a Torino in un bar davanti ad un neutralissimo cappuccino…(nel senso di bevanda calda schiumosa a base di caffe’ e latte). Poi purtroppo non successe.
    Ricordo di aver letto in guide per inglesi, americani e australiani sull’Italia (eh si’, mi divertivo a leggere cose cosi’…tanti anni fa) che le differenze gastronomiche e climatiche tra regioni diverse d’Italia erano in teoria bastanti per consentire un’ipotetica secessione o separazione. Ancora mi viene da ridere per quella battuta, che deve ammettere era di uno humour sottilissimo…

    Peter

    ps
    la cucina coreana mi piace molto. Fanno il ‘table-barbecue’, una cosa fichissima, il tesoruccio mi ha portato in un posto autentico ed ha pure pagato il conto…preparava i bocconcini e me li metteva in bocca…

  10. Anita
    Anita says:

    x Peter

    hmmmm….la tua meta’ ?

    Uroburo sta sperimentando, e’ un novello cuoco…..
    Questo lo rende curioso ma non sofisticato.

    A me non e’ mai piaciuto cucinare, ho dovuto imparare ed ero assolutamente impreparata, non mi ero mai fatta una tazza di caffe’ e tanto meno un uovo in padella.

    Imparai e divenni una discreta cuoca, ma siccome non mi piaceva cucinare spesso provavo ricette orientali ed internazionali, la mia specialita’ era la decorazione dei piatti….credo che fosse il mio senso artistico che compensava per la mia lacuna culinaria.

    Mio papa’ non aveva mai messo piede in cucina, a 64 anni la sua compagna gli voleva fregare il condominio nuovo di zecca, questo segno’ la fine del rapporto.

    Cosi’ papa’ rimase solo ed inizio’ a cucinare, non brasati, ma torte e crostate, liquori di frutta e noci, funghi in tutti i modi…faceva vasetti regalo per amici e parenti….ho ancora le sue ricette scritte a mano, con la sua bellissima calligrafia.

    Se fosse vissuto piu’ a lungo chissa’….non sconto che si fosse potuto avventurare come Urobuoro nell’arte culinaria.
    Aveva il sweet tooth ed adorava i formaggini molli e grassi…con il cognacchino ed…una goccia di caffe’.

    Quando era qui negli US lo trovavo in cucina alle 4 di mattina con la sua tazzina di espresso al cognac e di quello buono.
    Io glielo compravo di nascosto a mio marito…

    Dei vini e cognac ne era un conoscitore….ogni giorno mi diceva che bottiglia voleva dalla sua collezione in cantina.
    Io ero in visita, lui era in ospedale…fumava ancora come un turco, scendevamo in giardino.

    Un giorno mi dimenticai…arrivata a Novara con la sua trappola di auto, trovai un negozio e comprai una bottiglia di vino rosso quasi uguale al suo gusto….se ne accorse subito che non proveniva dalla sua riserva.

    Adesso cucino pochissimo, solo verdure senza condimenti, insalate miste, se faccio un minestrone…metto i vasetti nel deep freezer….se i carciofi sono belli e rotondi mi levo la voglia di carciofi alla giudaica…a modo mio.
    Qualche risotto, ma tutto alla spiccia, tagliando corners.

    Good luck and best wishes,
    Anita

  11. peter
    peter says:

    x Anita

    mia cara, ho idea che questa ragazza non si lascera’ mai deportare da nessuno…sta ancora con me anche se sa che non la sposerei per ‘salvarla’…per dirla con Darth Vader di Star Wars, ‘la forza e’ potente in lei’…
    E’ una delle poche persone che mi fa provare ‘natal joy’, per parafrasare uno psicologo mio amico.

    ‘notte

    Peter

  12. Anita
    Anita says:

    x Peter

    I am glad for you…I wish you well.

    You are lucky to have found such a person…and she is lucky too.

    I think a lot of you, you are a nice guy, you deserve happiness.

    My best to you and to your lovely lady,

    Anita

  13. rodolfo
    rodolfo says:

    x112
    Dio mio quante stupidaggini in un solo post…. quanto dolore ….mi vien voglia di partire …e come se tu fossi mio figlio di prenderti per il bavero…di scuoterti violentemente .. con la speranza di rinsavirti….perche´ non capisco come un uomo che si considera intelligente possa sparare tante idiozie in un sol colpo.
    ___
    1)”A lei lo posso dire, il posto peggiore dove due italiani potrebbero fare conoscenza (specie da regioni cosi’ diverse…) e’ proprio a tavola…”
    ____
    Si presuppone dunque che… se di regioni non diverse…la conoscenza e l´amicizia sfocerebbe piu´facilmente. Anche….perche´no…
    Ma la conoscenza che puo´anche sfociare in amicizia …o anche rimanere semplice conoscenza ….puo´verificarsi in QUALSIASI luogo e tra gente di uguale o anche diversa estrazione.
    Tutto e´possibile…ed e´tutto legato alla gentilezza …al fascino… all´educazione… alla simpatia….al sorriso dell´altro…dall´interesse e dalla comunanza dell´altro che puo´suscitare su di noi e viceversa. I gusti culinari piu´o meno sofisticati non possono precludere una conoscenza o un´amicizia.
    Se tutto questo sussiste…esiste….cosa potrebbe impedire o precludere una mia conoscenza con Sylvi e suo marito…mentre loro mangiano polenta e osei ed io pasta con le sarde?….Non potrebbe questo persino rinforzare la nostra comunanza? E non potrebbe il sorriso di Sylvi e suo marito….mentre mangiano polenta…suscitare in me interesse nei loro confronti? Puo´la polenta….distruggere il sorriso di Sylvi?
    _____
    2)Ricordo di aver letto in guide per inglesi, americani e australiani sull’Italia (eh si’, mi divertivo a leggere cose cosi’…tanti anni fa) che le differenze gastronomiche e climatiche tra regioni diverse d’Italia erano in teoria bastanti per consentire un’ipotetica secessione o separazione.
    _______
    Questa secondo me e´una solenne baggianata …e tu Peter la fai tua.
    Io se mi trovo a Milano…vado in un ristorente per assaporare un bel risotto…a Firenze una bella bistecca e a Roma al ghetto…dei bei carciofi alla Giudia…..vado pazzo per i carciofi a casa mia non mancano mai…con questo mi riferisco anche ad Anita e alla sua passione per questo ortaggio.
    I carciofi io li so´fare in mille modi…e con questo ortaggio mi e´piaciuto sempre fare esperimenti.Sempre riusciti…perche´ e´ tanto buono che difficilmente si possono fare errori.
    Cio´non toglierebbe … tornato in Sicilia di non parlare agli amici di quella famosa bistecca alla Fiorentina….questo unisce …non divide.
    ________
    3)la cucina coreana mi piace molto. Fanno il ‘table-barbecue’, una cosa fichissima
    ____________
    Questa ultima affermazione non fa che rafforzare i miei primi due argomenti.
    Dunque caro Peter datti na´mossa….e prima di scrivere stronzate ..rifletti….te l´ho dico come un figlio davvero….
    Un saluto
    Rodolfo

  14. sylvi
    sylvi says:

    caro Rodolfo,

    sono oltre quarantanni che non mangio polenta e osei!
    All’inizio fu una mia sofferta decisione, dopo essere stata a vedere un’uccellanda, da noi chiamata roccolo.
    Dalla pianura alla montagna erano numerosissimi quei boschetti attrezzati per la cattura con trappole, vischio e quant’altro di piccoli uccelli , passeri, pettirossi, tordi ecc.ecc

    Dalla visita sono tornata scioccata…vedere quel grumetto di piume palpitanti che aveva smesso per sempre di volare…poi fortunatamente una legge dello Stato proibì tali pratiche.
    I roccoli furono smantellati…e la vigilanza delle guardie forestali è severissima.
    Perciò preferisco usare la polenta con altri contorni che vanno dalla carne al pesce…ai funghi!
    L’affermazione di Peter non so se definirla razzismo culinario, come piace tanto a lui, oppure semplicemente …una madornale sciocchezza.
    Ci trovassimo a tavola assieme, e per me la tavola è il luogo deputato per fare conoscenza e amicizia, fossimo in Sicilia mangeremmo la pasta con le sarde…ma non solo…
    per me la cucina siciliana per ricchezza e raffinatezza può essere paragonata solo a quella veneziana.
    Fossimo in Friuli …troverei sicuramente qualcosa di tuo gusto.
    E sicuramente troverei molto anche per le abitudini semplici e genuine dell’Anita!
    Peter è un uomo complicato…non solo nei gusti culinari!!!

    Poi l’Italia è varia, e ogni Regione ha le sue eccellenze.

    Parecchi anni fa avevamo a Scuola, degli scambi con Scuole del Midì francese.
    Una volta chiesero quali fossero “le specialità” italiane.
    Risposi che non esistono specialità italiane…nemmeno la pasta che ha in ogni Regione le sue ricette, i suoi condimenti e le sue forme.
    Rimasero molto stupiti, e molto incuriositi…nemmeno in cucina eravamo nazionali!!!
    E meno male, risposi!

    Mio marito sta revisionando il motore della barca…vado a vedere se ha finito.

    Sylvi

  15. rodolfo
    rodolfo says:

    E´vero..cara Sylvi….io stesso non sarei mai riuscito a mangiare quella specialita´….vedo che in questo stiamo sulla stessa lunghezza d´onda .. lo stesso feeling e mi fa´enormemente piacere…ora so´che hai un cuore e non solo un cervello. Grazie
    Un saluto caloroso
    Rodolfo

  16. Shalom: Girgio Gomel ci indica dove si annida il fanatismoa
    Shalom: Girgio Gomel ci indica dove si annida il fanatismoa says:

    http://www.hakeillah.com/1_12_09.htm

    Gli ultra-ortodossi tentano di imporre le loro regole di vita al resto della società. L’oppressione delle donne ne è solo il fenomeno più vistoso, con la pretesa di segregarle separandole dagli uomini negli spazi e mezzi pubblici o di eliminare le figure femminili dai manifesti pubblicitari. L’espressione più eclatante e oltraggiosa è stata la violenza di gruppi particolarmente fanatici a Beit Shemesh dove hanno urlato insulti alle donne e una bambina è stata gravemente ingiuriata. Dal canto loro, i sionisti religiosi, un tempo politicamente moderati, sono ormai dominati dall’estremismo nazional-religioso. Con la nascita del Gush Emunim negli anni ’70 – il movimento che ha fornito ai coloni il fondamento teologico della loro azione, affermando l’integrità e sacralità di Eretz Israel, promessa da Dio agli ebrei e riservata quindi al loro possesso esclusivo, come un assoluto irrinunciabile – il sionismo religioso è scivolato via via nell’estremismo politico, una minaccia crescente, purtroppo a lungo sottovalutata, per la natura democratica del paese. Come Amos Oz profeticamente affermava nel suo “In terra di Israele” già nel 1983, “dal punto di vista ebraico quella dei coloni è una concezione integralista e monomane: una concezione che riduce l’ebraismo a religione, la religione a culto e il culto a un unico oggetto: l’integrità della Terra di Israele”.

    Sono i loro figli e nipoti i giovani, formatisi nelle yeshivot, come Merkaz-Harav a Gerusalemme (1), che popolano oggi le colonie più militanti in Cisgiordania, si oppongono allo sgombero di insediamenti abusivi edificati su terreni di proprietà palestinese fino a reagire con spedizioni punitive alle decisioni in tal senso dell’alta Corte di Giustizia dando alle fiamme moschee ed estirpando ulivi, e giungono ad aggredire i soldati quando questi impediscono loro di usare violenza ai palestinesi. Non sono fenomeni isolati e marginali di teppismo. Gli estremisti godono di protezioni e connivenze nell’establishment del paese e nelle sue istituzioni e per questo rappresentano un pericolo grave per il futuro democratico di Israele nonché per la sua integrazione in un Medio Oriente un giorno pacificato.

    In questo è anche la differenza fra gli ultra-ortodossi e i sionisti religiosi. I primi, pur in numero crescente – forse quasi un milione – sono lontani dalle istituzioni, socialmente e politicamente marginali. I secondi sono pienamente dentro le istituzioni: nel Parlamento (in partiti come HaBayit Hayehudit e in parte nel Likud e nello Shas), nell’esercito (il Vice capo di stato maggiore e numerosi alti ufficiali), e di recente anche nell’alta Corte (il giudice Noam Sohlberg della colonia di Alon Shvut).
    (1) La yeshivà Merkaz-Harav è uno dei luoghi di formazione dei coloni. Non è forse un caso che molti degli estremisti di destra, che a metà dicembre hanno devastato una base dell’esercito israeliano in Cisgiordania e ferito un ufficiale come gesto di protesta contro il piano di sgombero di un insediamento illegale siano studenti di quella yeshivà.

  17. Shalom - Hamas: “Ebraico nelle scuole di Gaza, per capire la loro cultura”
    Shalom - Hamas: “Ebraico nelle scuole di Gaza, per capire la loro cultura” says:

    Hamas: “Ebraico nelle scuole di Gaza, per capire la loro cultura”
    MONDO | 25 MAGGIO 2012

    Da settembre alcune scuole di Gaza (circa venti su centottanta) torneranno a insegnare agli studenti la lingua ebraica dopo che nel 2007 l’insegnamento era stato abolito. L’iniziativa è sorta per volontà di Hamas. L’ebraico andrà quindi ad affiancarsi all’inglese come seconda lingua straniera sostituendo francese e tedesco (che per i gazani, i cui spostamenti all’estero sono estremamente difficili, appaiono oggi poco utili). Il direttore generale del ministero dell’Istruzione di Hamas, Mahmud Matar, ha dichiarato così motivato la decisione: “Attraverso lo studio dell’ebraico possiamo comprendere meglio la struttura della società israeliana, comprendere come essi pensano. Vogliamo insegnare agli studenti l’idioma del nemico”.

    Ma ci sono molte altre motivazioni, più condivise dalla popolazione, di carattere pratico: sono infatti scritte in ebraico molte confezioni di prodotti che entrano nella Striscia di Gaza; è quindi necessario poterne leggere le etichette. Molti canali televisivi israeliani vengono poi captati a Gaza, specialmente i programmi per i bambini e i cartoni animati. Fra gli adulti di Gaza inoltre diversi sanno parlare l’ebraico (per aver lavorato, in passato, in Israele oppure per aver trascorso periodi di detenzione)ma, non avendolo studiato, sono pochissimi coloro in grado di leggere e scrivere (sebbene l’ebraico moderno presenti diversi somiglianze con l’arabo). Sebbene affollate, le scuole di Gaza sono considerate discretamente buone: l’analfabetismo totale è sotto l’1 per cento e nella Striscia ci sono ben cinque campus universitari. La speranza è quindi che il progetto possa attecchire e che possa andare ‘tov meod‘: in ebraico, ‘molto benè.

  18. Shalom - Giorgio Gomel chiede fino a quando la comunità di Roma tollererà gli intolleranti?
    Shalom - Giorgio Gomel chiede fino a quando la comunità di Roma tollererà gli intolleranti? says:

    Ebrei in Italia
    Fino a quando la comunità di Roma tollererà gli intolleranti?
    di Giorgio Gomel

    Il 22 marzo si è svolta una cerimonia nella Sinagoga di Lungotevere Cenci per commemorare le vittime dell’orribile attentato alla scuola ebraica di Tolosa. La cerimonia è stata sobria, toccante. Ma, poco prima, è accaduto qualcosa di grave, di cui vorrei riferire ai lettori di HK. Appena qualche mese fa ho subito l’offesa di scritte insultanti e manifesti intimidatori contro di me sui muri della scuola ebraica di Portico d’Ottavia. Vi è stata una condanna di tali atti da parte del Consiglio della CER e del Presidente dell’UCEI. Ma non si è affrontato con serietà il tema dell’intolleranza, di cui questa Comunità è malata.

    Appena entrato in Sinagoga, un individuo – lo stesso che nel giugno 2001 mi aggredì nel corso di una manifestazione dinanzi all’Ambasciata in solidarietà con le vittime di un efferato attentato in una discoteca di Tel Aviv – mi insulta, cerca di cacciarmi, spalleggiato da un altro più giovane, esagitato, sotto gli occhi traumatizzati della gente.

    Alcuni li trattengono, alla fine li portano via. Quando altri intervengono per sedare gli animi, insultano anche questi nello sbigottimento della gente. Poi la cosa si placa. Il Presidente Pacifici viene a dirmi che la cosa gli dispiace. Lo ringrazio e gli dico che forse avrò bisogno di “protezione” all’uscita. Esco poi da solo alla fine della preghiera, in mezzo alla folla. Qualcuno, alle mie spalle, commenta ad alta voce : qui c’è odore di merda. Immagino, riferito agli olezzi che io emetto.

    Che fare? L’ennesima lettera di protesta a Shalom? La solita esortazione al rispetto dell’altro, alla non-violenza ?

    Ditemi voi se tutto ciò è sopportabile, se gli ebrei italiani – come individui, come collettività, come istituzioni rappresentative – possono tollerare ancora tale degrado. Se la Sinagoga e i suoi dintorni sono il territorio posseduto da alcuni e gli “altri” che non si conformano, che hanno opinioni diverse, vanno espulsi.

    Con gente così, non abbiamo bisogno di antisemiti.

  19. rodolfo
    rodolfo says:

    Shalom …benvenuto…ci mancavi
    un saluto
    Rodolfo

    Purtroppo per il momento ho altri problemi….cerchero´di commentare i tuoi post…che ancora non ho letto…con piu´calma.

  20. Shalom - I vergognosi pogrom di israeliani contro gli immigrati africani. Il nazismo non ha insegnato nulla ai fanatici estremisti "preferiti da Dio".
    Shalom - I vergognosi pogrom di israeliani contro gli immigrati africani. Il nazismo non ha insegnato nulla ai fanatici estremisti "preferiti da Dio". says:

    Minacce di “deportazione” contro gli “infiltrati”, aggressioni, negozi dati alle fiamme: è una notte di pogrom nel quartiere di Hatikva, periferia di Tel Aviv. La violenza arriva dalla destra israeliana, e si rivolge contro la comunità africana. Episodi che si ripetono da settimane, come diretta conseguenza delle politiche del governo Nethanyahu contro i migranti. E di un vuoto di memoria collettivo.

    di Cecilia Dalla Negra

    Non è stata la prima volta, probabilmente non sarà neanche l’ultima. Già il 26 aprile scorso la comunità migrante sudafricana a Tel Aviv, composta per la maggior parte da rifugiati e richiedenti asilo, aveva subito gravi attacchi: al termine delle celebrazioni per lo Yom Haatzmaut (la Giornata dell’Indipendenza israeliana) 5 bottiglie molotov erano state lanciate da “ignoti” contro le abitazioni di africani nei quartieri poveri di Tel Aviv.

    Nella notte tra il 23 e il 24 maggio è accaduto di nuovo, questa volta con una manifestazione organizzata e composta da un migliaio di persone, che ha visto la presenza di una delegazione di membri della Knesset, il parlamento israeliano.

    Tutti esponenti del Likud, il partito nazionalista liberale guidato dal primo ministro Benjamin Nethanyahu, che per la destra di base, evidentemente, non è abbastanza a destra, nonostante le politiche aggressive nei confronti degli stranieri messe in atto dal governo.

    Una folla violenta ha invaso nella notte il quartiere di Hatikva, periferia di Tel Aviv, dove risiede la gran parte dei migranti africani arrivati in Israele in cerca di rifugio da Eritrea, Sud Africa o Darfour: i manifestanti hanno dato alle fiamme negozi, cassonetti, vetrine.

    Automobili e taxi sono stati ripetutamente fermati da dimostranti che, picchiando sui finestrini o distruggendoli, erano in cerca di autisti e passeggeri africani.

    Slogan razzisti sono stati urlati a gran voce per ore: “Vogliamo la deportazione dei sudanesi” e “infiltrati fuori da casa nostra”, in quella che è stata una vera e propria “caccia allo straniero”, sostenuta e supportata da membri del Parlamento.

    Tra loro, come riportato da testimoni attraverso i social network e dal quotidiano israeliano Ha’aretz, anche Miri Regev (Likud) che, rivolgendosi alle masse, ha definito i sudanesi “un cancro nel nostro corpo”, promettendo ai presenti: “Li rimanderemo tutti indietro”.

    Tra i politici presenti anche Danny Danon (Likud), tra i parlamentari più attivi nella lotta contro i migranti, autore di un piano di espulsione che riguarderebbe circa l’80% dei rifugiati africani presenti nel paese, che nel rivolgersi ai manifestanti ha suggerito una sola soluzione possibile: “Dobbiamo iniziare a parlare di espulsione: non dobbiamo avere paura di pronunciare questa parola”.

    Si affrettano ad assicurare che non si tratta di razzismo: ma sono parole, intenzioni e azioni difficilmente definibili altrimenti, capaci di rimandare a una memoria storica collettiva non troppo distante nel tempo. Quello della notte scorsa, nel quartiere di Hatikva, è stato un Pogrom diretto, organizzato e attuato dalla destra estremista contro la popolazione migrante.

    E d’altra parte solo pochi giorni fa Nethanyahu, parlando del “problema” dei rifugiati, aveva definito l’immigrazione una “minaccia allo stato israeliano e alla sua identità ebraica”, solo l’ultima di tante esternazioni “non razziste” che hanno caratterizzato il suo mandato elettorale.

    Del marzo scorso l’annuncio di un progetto per la costruzione del più grande centro di detenzione per migranti nel deserto del Negev – per “porre fine alla piaga dell’immigrazione” – mentre è stata avviata recentemente la costruzione di un nuovo muro: 250 km al confine con l’Egitto, per evitare il passaggio dei “clandestini” provenienti dall’Africa e diretti in Israele.

    Una violenza – tanto governativa che popolare – capace di toccare apici di aggressione già da tempo: nel gennaio 2011 era stato interessato il quartiere periferico di Shapira, luogo disagiato dove le comunità migranti (mal)convivono con il sottoproletariato urbano israeliano, teatro di aggressioni e violenze ripetute.

    Ma nel corso del 2011 sono state tante anche le manifestazioni di violenza razziale e politica organizzate dalla destra israeliana, tra cui la pubblicazione, da parte di un gruppo di rabbini, dell’appello ai cittadini perché non affittassero le loro proprietà agli “infiltrati” stranieri.

    Oggi, secondo quanto riportato da Ha’aretz, il governo sarebbe sul punto di approvare un piano di deportazione di massa dei rifugiati, per rimpatriarli forzatamente in Sud Africa.

    Azioni che si collocano in perfetta armonia – e sono diretta conseguenza – di una politica governativa ormai sempre più ghettizzante, discriminatoria e disumanizzante nei confronti dei non-ebrei presenti nel paese: palestinesi, arabi israeliani o sudafricani che siano.

    Capaci, tutti, di rappresentare un “serio rischio” al quell’equilibrio demografico tanto ricercato, e sempre più difficile da mantenere, che vorrebbe il paese decisamente ebraico, israeliano e, possibilmente, bianco. Ma democratico.

    “A volte” – scrive un attivista israeliano su Twitter – “le nazioni sono affette da collettivi vuoti di memoria”. Come quando esseri umani diventano “infiltrati”, intere comunità sono “da deportare” e quartieri cittadini vengono investiti dalla violenza.

    Quando la storia si ripete, ma dimostra che nemmeno le vittime sanno esserne degni alunni.

  21. rodolfo
    rodolfo says:

    Bah caro Shalom….torno un attimo sul blog ….e trovo un´altro dei tuoi
    copia e incolla….quattro in pochi minuti….
    anche volendo non potrei seguirti…..ma li leggero´ quando trovero´davvero del tempo….promesso.
    R

  22. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    E’ (FINALMENTE) IN RETE IL NUOVO ARGOMENTO.
    BUONA LETTURA.
    pino nicotri

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