Dopo le balle sull’Iraq per poterlo invadere, le balle e le provocazioni all’Iran colpevole di esistere

Gridare che l’Iran “provoca gli Usa” o addirittura “sfida l’Occidente” solo perché conduce manovre navali davanti alle proprie coste e testa un paio di missili da appena 200 chilometri di gittata, non è molto onesto. Appare anzi piuttosto grottesco.  Le carte geografiche indicano chiaramente che il mare dove l’Iran sta conducendo esercitazioni navali si chiama “Golfo Persico”, come peraltro scrivono tutti i giornali,  che è come dire Golfo Iraniano. Infatti, la parte di mondo che una volta si chiamava Persia oggi si chiama Iran, ha cambiato nome né più e né meno come altri Stati. Per esempio, l’isola che chiamavamo Ceylon oggi preferisce chiamarsi Sry Lanka così come l’isola di Formosa è diventata Taiwan. Insomma, gridare contro queste manovre navali iraniane nelle acque “persiche” sarebbe un po’ come stracciarsi le vesti se l’Italia facesse esercitazioni navali nell’Adriatico. C’è semmai da trovare inopportuno che siano gli Stati Uniti ad avere mandato fin laggiù, in acque lontane molte migliaia di chilometri dalle coste americane, una potente flotta militare, dotata come al solito anche di bombe atomiche e comprendente una o più portaerei. In acque che per giunta, ripeto, si chiamano Golfo Persico e NON Golfo Statunitense o Baia di Hudson.

Sì, certo: dallo stretto di Hormuz, collo di bottiglia che mette in comunicazione la “bottiglia” del Golfo Persico con il mare Arabico (ripeto: Arabico….), passa l’incessante processione di petroliere che alimentano l’Occidente. Trasportano infatti senza sosta migliaia e migliaia di tonnellate di oro nero estratto dai pozzi dello stesso Iran, del Kuwait, Bahrain, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. E’ quindi interesse vitale dell’Occidente che tale arteria non venga chiusa, perché equivarrebbe a strangolarci. Ma chi è che minaccia di bloccare lo stretto di Hormuz? L’Iran non ha nessun interesse a farlo, perché senza i dollari delle esportazioni petrolifere crollerebbe al suolo così come faremmo noi senza il petrolio dei vari Paesi di quel Golfo. Certo, se Washington manda uno squadrone navale armato fino ai denti, comprese portaerei e qualche decina di atomiche, è ovvio che a Teheran non resta altro che strepitare. Ovviamente solo a parole. Dovrebbe forse incassare l’umiliazione di flotte altrui che scorazzano davanti casa sua e magari anche applaudire contenta?

Cosa direbbero gli Stati Uniti, e cosa diremmo noi tutti in Europa, se l’Iran (o la Cina….) mandasse nel Golfo del Messico o nel mare davanti a Norfolk una flotta militare con tanto di portaerei e missili anche se non nucleari? Forse dovremmo meditare sulla nostra mania di volerci permettere qualunque iniziativa e di accusare gli altri di minacciarci non appena si permettono un centesimo di quel che ci permettiamo noi. Forse che gli Usa e i Paesi europei non testano missili quando e come vogliono, a partire dalla fissazione missilistica dello “scudo spaziale” Usa? Cosa sono i 200 chilometri dei due missiletti di Teheran di fronte ai 2.500 chilometri di un qualunque Tomahawk onnipresente a decine e decine sulle navi Usa? Per non parlare dei missili intercontinentali, che l’Iran non possiede e che gli Usa possiedono a migliaia.

Le prime pagine dei giornali e le aperture dei telegiornali suonano la sirena d’allarme perché con quei due missili “in grado di raggiungere Israele e le basi americane in Asia” l’Iran ha “sfidato l’Occidente”.  Perfino un falco come Edward Lutwak ha ridimensionato la situazione dichiarando che Ahmadinejad “spara i suoi fuochi d’artificio, me non è una minaccia credibile”. Fuochi d’artificio a parte, la logica e l’onestà suggeriscono una domanda: come mai non ci preoccupiamo minimamente – anzi! –  e non abbiamo lanciato allarmi – anzi! – per i missili che, viceversa, da Israele e dalle basi americane in Asia possono radere l’intero Iran e non solo quello? Mistero. Anzi, no, nessun mistero: si tratta del solito vizio dei due pesi e due misure. Aggravato dall’eterno considerare gli “altri” sempre come barbari alle porte bramosi di invaderci o sterminarci. Da Nasser in poi, quanti “nuovi Hitler” abbiamo contato in Medio Oriente e nel resto del mondo? Eppure, la realtà storica è quella che è, anche se per noi molto spiacevole: di Hitler ce n’è stato uno, prodotto non dagli “altri”, ma dall’Europa.  Cioè da noi.

Ho già scritto tempo fa dell’impossibilità dell’Iran di dotarsi di armi atomiche in tempi non escatologici. E anche se le avesse, è da dementi pensare che si precipiterebbe a lanciarle su Israele, come si continua molto disonestamente a voler far credere. Teheran infatti non farebbe in tempo a dispiegare e lanciare il primo missile nucleare che si troverebbe incenerita dalla atomiche israeliane (3-400, senza che nessuno chieda spiegazioni anche sul perché di una tale quantità. Che va ben oltre la strategia della deterrenza). Senza contare che poiché in Israele vivono quattro milioni di musulmani nessun Paese musulmano, qual è l’Iran, li spazzarebbe all’altro mondo con una Shoà nucleare.

Eppure, nonostante tutto ciò, si lancia l’ennesimo allarme atomico contro l’Iran solo perché nei giorni scorsi gli iraniani hanno mostrato con orgoglio la prima barra di uranio 238 da loro arricchita con il 20% di uranio 235, del tipo cioè utile a costruire le atomiche. Queste però – come è ormai arcinoto – se sono del tipo fabbricato con uranio anziché con plutonio hanno bisogno di un arricchimento di almeno il 97% di uranio 235, arricchimento impossibile da realizzare in Iran se non in quantitativi trascurabili. Con percentuali del 20% si possono solo produrre barre di combustibile nucleare per le centrali che producono corrente elettrica o “pastiglie” per macchinari a raggi X come si usano in medicina e in metallurgia.

Che l’Iran non sia un pericolo mortale per Israele neppure se dotato di armi atomiche lo ha sostenuto perfino l’attuale capo del Mossad, Tamir Pardo, davanti a una affollata platea di ambasciatori israeliani convocati in Israele per aggiornamenti. Il quotidiano israeliano ‘Ha’aretz’, citando tre diplomatici presenti, ha scritto che il capo del Mossad ha dichiarato senza peli sulla lingua che Israele  sta ricorrendo a vari mezzi (vedi gli omicidi di scienziati nucleari e i vari sabotaggi non solo informatici) per contrastare il programma nucleare iraniano e così continuerà a fare, ma se l’Iran dovesse realmente riuscire a dotarsi di armi nucleari, ciò non significherebbe la distruzione dello Stato di Israele. Pardo farà la fine del suo predecessore? L’ex capo del Mossad, Meir Dagan, prima di essere rimosso aveva affermato che un attacco aereo sull’Iran era “un’idea stupida”, dalle conseguenze disastrose.

Perché allora questo continuo allarme contro l’Iran? Perché questa ossessione del “pericolo atomico iraniano” inventato nel 2002 dal presidente George Bush junior? Cioè dallo stesso Bush, si noti, che in seguito ha inventato anche l’esistenza delle atomiche di Saddam per poter avere la scusa buona a invadere l’Iraq, Paese dal quale gli americani si sono ritirati solo pochi giorni fa dopo averlo ridotto al rango di loro protettorato. La risposta purtroppo è semplice: spingere gli “altri” verso il fanatismo, meglio se non solo nazionalista ma anche religioso, serve egregiamente a poter convincere la nostra opinione pubblica – europea, statunitense e occidentale in genere – a serrare i ranghi e a sentirsi assediata, in modo da farle accettare le strategie aggressive man mano decise dal potere dominante contro gli “Stati canaglia” e  i “terroristi” anche quando non si tratta affatto di Stati canaglia né  terroristi.

Due secoli di imperialismo occidentale e il colpo di Stato organizzato dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra nel 1953 per impedire la nazionalizzazione del petrolio decisa dal primo ministro democraticamente eletto Mohamed Mossadeq si sono rivelati infine un boomerang. A un certo punto infatti, nel gennaio 1979, gli iraniani hanno cacciato lo scià Reza Pahlawi, personaggio corrotto manovrato a piacimento dagli Usa, e hanno accolto a braccia aperte l’ayatollah Ruhollah Komeini, che ha instaurato il deprecabile regime teocratico tuttora al potere. Tuttavia,poiché gli iraniani, popolo di antica civiltà,  non sono affatto dei barbari e tanto meno dei cretini, nel 1998 il presidente Khatami appena eletto ha porto il ramoscello d’ulivo verso Washington. Khatami infatti:

- elogiò la “grande civiltà americana”;

- prese posizione a favore del “dialogo tra civiltà”;

- deprecò l’occupazione del novembre 1979 dell’ambasciata americana e la annessa cattura di ostaggi da parte degli studenti universitari, guidati dai pasdaran, per protesta contro il dorato asilo concesso dal presidente Carter alla famiglia Pahlawi;

- si schierò dalla parte degli Usa dopo la tragedia delle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 condannando senza mezze misure “i terroristi talebani”, aprendo i propri porti alle navi americane e incitando contro i talebani la parte di Afganistan in buoni rapporti con l’Iran.

Non  a caso l’allora ministro degli Esteri inglese, Jack Straw, corse a Teheran per quella che lui stesso definì una “visita storica” e per ringraziare il governo di Teheran perché l’Iran  era “schierato con la Gran Bretagna per contrastare il terrorismo di ogni tipo”.

Khatami, ferocemente avversato in patria dalla destra, iniziò una serie di grandi riforme, anche a favore delle donne e della libertà di stampa, che contava di completare una volta che la sua parte politica avesse vinto le nuove elezioni e consolidato così il suo potere. Ma ecco che nel gennaio 2002  George W. Bush nel tradizionale discorso sullo stato dell’Unione conia la disgraziata espressione Asse del Male contro i Paesi, Iran, Corea del Nord e Iraq, sospettati di sostenere il terrorismo internazionale e di minacciare la pace mondiale con ricerche sulle armi di distruzione di massa. L’accusa piombò sull’Iran come un fulmine a ciel sereno, gli iraniani si sentirono traditi e feriti nell’orgoglio nazionale, motivo per cui  alle elezioni premieranno i nazionalisti antioccidentali. Bush ha così spianato la strada ad Ahmadinejad, che infatti nel 2005 riuscirà a prendere il posto di Khatami.

Il resto è purtroppo storia ancora attuale. Che avanti di questo passo non è detto non ci porti a sbattere.

319 commenti
Commenti più recenti »
  1. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    BENVENUTI NEL 2012!
    Sperando abbiate iniziato bene l’anno e che prosegua meglio, un salutone a tutti.
    pino

  2. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Ciao Pino!
    Contraccambio e sottoscrivo l’argomento.
    Aspetto con ansia qualche “velina” della Komare, i suoi
    vùvùvù.ciò-ragggione-io-e-non-tu.us
    con allegati zompetti in cui è maestra.

    Sta facendo riscaldamento.

    C.G.

  3. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Sto leggendo un articolo di Carlo Panella…..e devo andare fuori col cane, oggi fa molto freddo…..ma non come qui.

    Anita

  4. peter
    peter says:

    x Pino

    insomma caro Pino, tra uranio arricchito ed uranio impoverito, ci capisco poco e niente…
    Vediamo: alcune bombe (tipo quelle sganciate nell’Adriatico anni fa) funzionano con uranio impoverito, ma con grande dignita’, immagino…
    Invece gli iraniani vogliono le bombe con uranio arricchito, dato che sono dei poveri arricchiti, immagino sempre io…
    Ehm, ci sono andato vicino almeno?!

    Peter

  5. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    No, non è così. Ora devo scappare, lo spiego in serata.
    Un saluto.
    pino

  6. sylvi
    sylvi says:

    caro C.G. ma anche Pino,

    Questa volta sono decisamente in disaccordo con Pino per parecchi motivi:
    non giustifico le bombe dell’Iran, o peggio della Corea del Nord morta di fame,perchè ce l’hanno gli altri…togliamole agli altri!
    Sinceramente, e Pino mi perdoni, il suo giustificare manovre e missili nello Stretto di Hormuz da parte del pazzo Ahmadinejad mi sembra un arrampicarsi sugli specchi, perchè su quelle rive sorgono altri Paesi sovrani.
    Mi pare che lo Stretto sia “largo” cr 15 miglia…normalmente il Diritto internazionale stabilisce in 12 miglia le acque nazionali e in 6 miglia negli Stretti e nei Golfi e in altre situazioni geografiche.
    Quindici miglia …fanno: 6 miglia all’Iran , 6 all’Oman, restano TRE miglia di acque internazionali!!!! Altro che padrone ….

    Di fronte ci sono gli Emirati arabi…e tutti gli altri…la può girare come vuole, l’Iran provoca, altro se provoca!!!…
    e se io mi sento in pericolo…chiamo chi mi pare a difendermi!!!
    Poi, questo sì, sta al senso di responsabilità di una Grande Potenza…misurare l’esatto pericolo…avere la visione generale del problema.
    Ma l’America ha tutto il diritto di passare lo Stretto, fare i suoi commerci e difenderli.
    Se invece, come sospetto, il pazzo iraniano “parla a nuora perchè suocera intenda”…e non so se la suocera sono problemi interni all’Iran o con i suoi vicini…beh l’America a fare da arbitro sta bene lì…anche per controllare che tipo di bombettine innocenti spara il folle!!!

    A proposito di Adriatico…quando i nostri pescatori furbetti, andavano a pescare in Croazia dicendo che si sono sbagliati a misurare le acque internazionali…i croati prima mitragliavano le barche …poi insegnavano a leggere le carte nautiche.
    Nessuno si scandalizzava!!!

    Sylvi

  7. Peter
    Peter says:

    x Pino

    nel Mediterraneo scorrazzano navi da guerra di tutte le nazionalita’. A suo tempo vi erano persino navi sovietiche, mi pare, senza che la Russia avesse un solo confine da quelle parti.
    Siamo d’accordo che attaccare l’Iran sarebbe una grande stupidata, ma chi vuole realmente farlo? direi nessuno, per ora

    un caro saluto

    Peter

  8. Vox
    Vox says:

    @ Sylvi

    Mi incuriosisce questa tendenza ad assorbire le etichette appioppate ai leader sgraditi a Usraele dai nostri media: se è un presidente russo, per esempio, bisogna necessariamente abbinarlo alla parola imperiale ‘zar’, se è un presidente mediorientale, come ad esempio Ahmadinejad, il binomio deve accordarsi con ‘pazzo’, oppure ‘sanguinario’, a scelta, secondo l’ispirazione momento.

    I presidenti israeliani o americani, invece, possono tranquillamente minacciare di aggressioni militari altri paesi sovrani per anni, mandargli droni e satelliti spia, causarvi golpe e rivoluzioni colorate, bombardarli a propria discrezione, incluso con armi illegali, fosforo e cluster bombs, imporre sanzioni economiche, ignorare le risoluzioni Onu, compiere genocidi, crimini di guerra, massacri, firmare leggi liberticide e quant’altro: ai loro nomi non si associa mai nessun epiteto. Al massimo, ‘Nobel per la Pace’, o ‘abbronzato’.

    Eppure, sanguinario e pazzo sarebbero di gran lunga più appropriati per loro, che per un Ahmadinejad che non invade nessuno e cerca di difendere il proprio popolo dalla sorte già toccata a vietnamiti, coreani, afghani, irakeni, libici, siriani, ecc. ecc. ecc.

    ‘Quel pazzo di Ahmadinejad’, che non vuole aprire l’Iran alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario, che non vuole più commerciare petrolio in dollari, che non china il capo e non corre a nascondersi sotto lo zerbino quando gli Usa fanno la voce grossa e si preparano a bombardarlo (a sentire ‘quel savio’ di Santorum, andrebbero bene perfino le bombe atomiche).
    Eh, quel pazzo di Ahmadinejad…

    Fossero tutti pazzi così.

  9. Vox
    Vox says:

    ma chi vuole realmente farlo? direi nessuno, per ora

    ===

    L’unica stupidata della giornata.
    Stu’ Peter crede che accà simme tutt’ fessi.

  10. Vox
    Vox says:

    Speriamo che alla fine prevalga un po’ di buon senso perfino tra quei pazzi del Pentagono, ma se l’Iran venisse invaso, ricordatevela, questa perla donataci dal Peter alle ore 18:10 del 5 gennaio 2012. Perchè in quel caso vorrò sentire quale altra ‘stupidata’ avrà da dire sul tema.

  11. Peter
    Peter says:

    lo addolcisco un po’ in omaggio al Napoletano.
    Nu’ tutti, sulamente tie, soru mea…

    Peter

  12. Pietro
    Pietro says:

    X Pino

    nel secondo capoverso del post hai scritto: “L’Iran (…) senza i dollari delle esportazioni petrolifere crollerebbe al suolo”.
    Se non sbaglio, uno dei motivi di tensione tra Usa e Iran sta nel fatto che quest’ultimo si fa pagare il petrolio in Euro e non in dollari, cosa che già fece Saddam Hussein poco tempo prima dell’invasione dell’Iraq.

    Saluti

    Pietro

  13. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Cara Sylvi,

    Questa mattina ho poco tempo….

    Sono in pieno accordo con te.

    Lo stretto di Ormus al suo piu’ stretto e’ 54 km (34 miglia) di larghezza.

    E’ il solo passaggio verso l’oceano aperto per grandi aree del esportatori di petrolio del Golfo Persico.

    Circa 14 le petroliere che trasportano 15,5 milioni di barili (2.460.000 m3) passano petrolio greggio attraverso lo stretto in un giorno medio, che lo rende uno dei punti strategicamente piu’ importanti per soffocare tutto il mondo.

    Questo rappresenta il 35% delle spedizioni trasporto marittimo di idrocarburi del mondo, e il 20% del petrolio scambiato a livello mondiale nel 2011.

    Gli obiettivi americani nella regione sono le basi che ospitano 27.000 militari Usa in Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrain, ma anche le basi militari saudite che sono perfettamente integrate nell’apparato militare statunitense e che sicuramente sarebbero parte di ogni eventuale attacco o contrattacco contro l’Iran.

    Speriamo che siano solo spacconate da parte dell’Iran…e l’aver assaggiato il brivido di possedere l’atomica, abbia acceso un po’ di delirio di onnipotenza, e poco piu’..

    Ho ascoltato il nostro Ministro alla difesa, Leon Panetta, alla domanda se gli Usa sarebbero pronti anche a un attacco militare, Panetta ha spiegato che tutte le opzioni sono sul tavolo.

    Risposta che non cambia mai.

    Ciao,
    Anita

  14. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Signora Komare,
    sul delirio di onnipotenza statunitense, con tutti i drammi susseguitesi e provocati dalla schizofrenia dello scippo US, mai fatto un pensierino critico?
    Un pelino.. mica uno chiede di mettersi il cilicio e fare ammenda.
    Nò, èh?
    Eppure non è così talmente complicato, basterebbe non avere tavole di palissandro spesse 30 cm davanti agli occhi.
    Se le schiodi, egregia signora, altrimenti continuerà a cantarsela e a suonarsela argomentando con i piedi.

    C.G.

  15. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Sylvi.
    Delle vedette jugoslave che nei primi anni 60 sconfinavano nelle NOSTRE acque territoriali a largo di Zara per fregarsi i pescherecci italiani che pescavano nelle LORO acque, non ne ha mai sentito parlare?
    Io si, e non solo parlare. Provengo da quella zona antistante e potrei raccontarti pelle-pelle decine di episodi del genere in cui furono vittime i NOSTRI pescatori.
    Quindi diciamola tutta, non a metà o come ci sembra.

    C.G.

  16. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    non ho seguito molto le primarie americane in questi giorni; non perchè non mi interessino…ho altri impegni, tanto che sento il Giornale radio in macchina.
    L’ultimo fratello di mia madre se ne sta andando…però è molto lucido…e quando gli dico : ciao zio, torno- -mi guarda e mi risponde: quando?-
    E così sono spesso in macchina.

    Mio marito fa il baby sitter…fa cose che non avrebbe mai fatto per i figli!
    Fra qualche giorno ti manderò qualche foto del presepio; lo ha fotografato prima di disfarlo!
    Ciao
    Sylvi

  17. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Ho solo specificato dati ed informazioni che non si possono negare.

    Lei come al solito abbia alla luna.

    Anita

  18. sylvi
    sylvi says:

    caro C.G.

    che le vedette yugoslave inseguissero nelle Nostre acque i Nostri pescherecci che scappavano dalle Loro acque…è sicuramente vero!
    Ma i Nostri erano sicuramente sempre a gettare le reti di là!!!
    Loro hanno coste alte e frastagliate…davanti a Zara un numero impressionante di isole ricchissime di pesce pregiato.
    Ricordo che nei primi ’70 mio marito in apnea riusciva a tornare su con granseole e astici.
    Io ricordo che nelle Incoronate, proprio davanti a Zara, con del pane vecchio e un amo sono riuscita a rimediare una zuppetta di pesce. Non è più così da decenni!
    Una retata in quelle acque allora, ma in proporzione anche oggi, poteva fare la fortuna di un peschereccio…e loro non gradivano, e usavano mezzi fin troppo sbrigativi!!!
    Tito vivo, nelle isole c’erano ancora i militari che avevano forato la roccia con cuniculi e torrette da avvistamento durante la guerra.
    Non c’era più la guerra, i militari non avevano niente da fare in luoghi disabitati e dimenticati da tutti…allora avvistavano i pescherecci…e le motovedette partivano.
    In fondo però loro non avevano proprio altro, se non il loro mare e tutto a mano, i salpareti appartenevano ai sogni.
    Facevano una vita ben più miserabile della nostra che uscivamo da una disastrosa guerra persa.
    E tutto era comunismo militarizzato!

    Sylvi

  19. Anita
    Anita says:

    L’Iran…..

    In realta’, la maggior parte delle nazioni arabe detestano l’Iran ancora di piu’ rispetto agli Stati Uniti.
    Sperando segretamente che gli Stati Uniti e Israele agiscano. L’Iran e’ prevalentemente sciita, un etnia e setta islamica diametralmente opposta alla prevalenza sunnita come i Paesi arabi, l’Arabia Saudita, la Turchia, etc

    Le EU si uniscono e spingono verso le sanzioni contro l’Iran.

    La chiusura di Hormuz, secondo gli analisti, avrebbe un impatto pesantissimo sui mercati occidentali, ma danneggerebbe maggiormente l’economia iraniana.
    Per lo stretto, nel solo 2010, e’ passato il 33% del greggio trasportato via mare nel mondo, proveniente da colossi della produzione di petrolio come Kuwait, Arabia Saudita, Iraq e Emirati Arabi Uniti e diretto soprattutto in Asia, Europa e Stati Uniti.
    Da qui, la ferma replica di Washington alla sola ipotesi del blocco di quel braccio di mare.

    La Gran Bretagna, Francia e Germania, pressano per l’embargo europeo sul petrolio iraniano, ma rimane una questione delicata perche’ secondo i dati della Commissione europea, buona parte del petrolio iraniano va all’Italia, seguita da Spagna, Belgio e Grecia.
    Per l’Italia, il petrolio iraniano rappresenta oltre il 13% delle importazioni, per la Spagna e per la Grecia oltre il 14%.

    Anita

  20. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Queste non sono vere elezioni, ogni stato vota a modo suo dopo mesi di corteggiamento da parte dei candidati.

    Avrai molto tempo di annoiarti se vuoi seguire, ho nominato Santorum perche’ e’ un “polentone”, prima generazione da Riva del Garda.

    Ciao,
    Anita

  21. sylvi
    sylvi says:

    x Vox

    Io non confondo il popolo persiano con Ahmadinejad…infatti sospetto, da perfetta dilettante di politica estera, che abbia più problemi interni…proprio perchè ritengo gli iraniani civili!

    Sylvi

  22. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Venerata Komare,
    cheffà, copia e incolla dati presi da un quotidiano kommmmmmmmmmmmunista come Repubblica?
    È impazzita, per caso?
    Lei così libbbbbbberal-conservaaaatrice, tutta Laaaaw and Ordeeeer, Paaaaatria e Maaaaarines, si fa guidare nelle sue esternazioni da Belzebù?
    Opperbaaaakko!

    C.G.

  23. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Le bombe atomiche si possono fare solo in due modi: usando uranio oppure plutonio. L’uranio che si estrae dalle miniere non serve, se non come materiale di base. Infatti l’isotopo 238 (U238) dell’uranio normale non è sufficientemente instabile da provocare una reazione a catena fulminea, perciò esplosiva. Ci vuole l’isotopo 235 (U235), molto più instabile. Ma l’U235 esiste in quantitativi minimi frammisto nelle stesse rocce uranifere che contengono l’U238, che deve perciò essere prima estratto, inevitabilmente con l’U235, e poi raffinato per estrarne l’U235. L’unico modo per farlo è trasformare il 238 in gas, per l’esattezza mi pare si chiami esafluoruro d’uranio, e filtrarlo con centrifughe ultraveloci, tant’è che si chiamano ultracentrifughe, che schizzano via il 238, evidentemente più pesante del 235, facendo sedimentare invece quest’ultimo. Poiché stiamo parlando di quantitativi assolutamente minimi, la raffinazione deve essere “in linea”, cioè fatta con ultracentrifughe che passano man mano a quella successiva il prodotto fatto “schizzare via” dalla forza centrifuga. Ma di ultracentrifughe che lavorino in linea, simultaneamente, ce ne vogliono almeno 30-30 mila. E’ IMPOSSIBILE che l’Iran le compri o le fabbrichi senza che nessuno se ne accorga, e per ora è impossibile che se le fabbrichi da solo, se non in tempi quasi biblici, ci vogliono tecnologie e mi pare anche materiali particolari.
    Passiamo alle bombe al plutonio. Per l’esattezza al plutonio Pl239, isotopo anche questo estremamente instabile. Poiché si tratta di un metallo che in natura NON esiste, lo si può ottenere solo esponendo l’uranio 238 a un prolungato bombardamento di neutroni, cosa che si può fare solo in una centrale nucleare, eventualmente anche del tipo civile per produrre corrente elettrica. Solo che in questo caso si deve interrompere del tutto la produzione di corrente per almeno una settimana, cosa impossibile da nascondere perché resterebbero al buio città e ferme industrie. Ci vorrebbe una centrale nucleare di tipo militare, riservata cioè a produrre tramite una reazione a catena controllata i neutroni necessari per bombardare l’U238 fino a farlo diventare Pl239. Ma costruire una centrale nucleare sotterranea, e a grande profondità, per nasconderla agli occidentali sempre in cerca di scuse per bombardare e invadere, non è una cosa che si possa fare facilmente o in modo che non se ne accorga nessuno.
    L’uranio 238 che resta dalla trasformazione in plutonio è il famoso uranio impoverito. Utile solo come zavorra, per esempio nella chiglia delle barche e delle navi, e pericoloso solo se inalato allo stato gassoso come può succedere se lo si respira una volta trasformato almeno in parte in gas dall’alta temperatura dell’impatto al suolo o dell’esplosione se sparato come proiettile.

    Tutto ciò non esisterebbe se si costruissero reattori solo a base di Torio, materiale estraibile dal mare in grande quantità e impossibile da usare per ordigni nucleari. Ci vorrebbe una convenzione internazionale, più un organismo che la faccia rispettare a bastonate se necessario. Ma è ovvio che i soliti noti si opporrebbero.

    Spero di essere stato chiaro.
    L’Iran ha bisogno di centrali nucleari per non produrre corrente solo con quelle a petrolio, in modo da venderne il più possibile e procurarsi la valuta necessaria all’impetuoso sviluppo industriale e infrastrutturale avviato. A parte l ‘ovvio diritto di costruirsi le centrali nucleari esattamente come gli altri Paesi.
    Il lato comico, o meglio tragico di tutta la pagliacciata in scena da anni contro il “pericolo atomico iraniano” è che si dà addosso all’Iran solo perché ha firmato il trattato di non proliferazione nucleare. Se non l’avesse firmato come Israele, o se si ritirasse dal trattato come è suo diritto, potrebbe farsi come Israele centinaia di atomiche senza che nessuno potrebbe dire una cippa. Gli ispettori dell’Aiea hanno scorrazzato in lungo e in largo per l’Iran, come a suo tempo per l’Iraq, senza mai trovare nulla di sospetto. Ovvio che a un certo punto chiunque si rompe la scatole, e mette un freno agli ispettori, se continuano a trattarlo a pedate come fossimo ancora ai tempi di Bingo Bongo.
    Dal momento che è evidente che si vuole fare con l’Iran il bis dell’Iraq, e questa è soprattutto la volontà degli indecenti governi di destra israeliani, è bene che l’Iran riesca a dotarsi di qualche atomica in modo da impedire che lo invadano. O che gli si scateni di nuovo contro l’Iraq o chi per esso, armato as usual dal Rumsfeld di turno, dissanguandolo di nuovo economicamente e ammazzandogli di nuovo qualche milione di persone.
    Altro che le ciance dei soliti untori.
    ‘Notte.
    pino

  24. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Pietro

    Non sono sicuro che l’Iran tratti già solo in euro i contratti del petrolio, anche perché molti esistono da prima che l’euro nascesse. Non so neppure che fine abbia fatto il progetto di una Borsa del petrolio, trattato esclusivamente in euro, in non ricordo quale isola iraniana, mi pare l’isola di Kish o qualcosa di simile, che mi pare sia un paradiso per turisti.
    E’ però vero che gli Usa vedono quel progetto come il fumo negli occhi e che per impedirlo erano disposti anche alla guerra, ma ora la guerra la fanno direttamente contro l’euro, che ben che vada non sarà più alternativo al dollaro per molti anni. E’ da un bel pezzo che un noto Paese alleato degli Usa vuole fregare all’Italia il ruolo di miglior amico di Washington, e guarda caso si tratta di un Paese che ha molta influenza nel campo della finanza internazionale. Che, come ben sappiamo, è scatenata, implacabilmente, proprio contro l’euro. Quella in atto è una vera e propria guerra, per ora combattuta nel settore finanziario e monetario. Ma ci sono i soliti interessi che spingono verso la guerra vera, e segnali che denotano una tale spinta. Israele non accetta di essere “circondata da nemici”, ma stranamente rifiuta qualunque piano di pace sia con i palestinesi che con i Paesi arabi, e gli Usa è difficile che accettino la continua espansione della Cina, che avanti di questo passo nel giro di 30-50 diventerà LA potenza mondiale, economica e militare. E poiché il tallone d’Achille della Cina è la mancanza di petrolio, ecco che il destino dell’Iran è segnato. Gli Usa, con il fido bastone Israele, faranno di tutto per impedire che il petrolio iraniano finisca alla Cina. L’attuale terrorismo contro l’Iran, a base di panzane sui mass media, ma anche a base di ben altro, come ammesso tranquillamente dal capo del Mossad, serve solo a spingere l’Iran a decidere per ripicca di vendere petrolio alla Cina. A quel punto l’invasione è sicura, inevitabile e ineluttabile.
    L’altro lato indecente di questa campagna contro l’Iran “atomico” è che quando le atomiche le voleva costruire lo scià Reza Pahlawi, in funziona anti URSS, gli Usa furono ben felici di vendergli i formidabili laboratori di ricerca nucleare del MIT. Come ho già scritto, la vendita sfumò per le proteste degli studenti e dei docenti del MIT, con in testa Noam Chomsky.
    ‘Notte.
    pino

  25. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Caro Pino,

    ma come, gli US temevano che l’Euro crollasse.

    Gli US non importano petrolio dall’Iran dal 1973.

    Si vede che viviamo in due emisferi diversi, non so cos’ altro pensare.

    Veramente quando leggo i giornali, forums, blogs Italiani di pendenza piu’ a destra o di centro, combaciano con quello che succede negli US quasi a perfezione.

    Buonanotte,
    Anita

  26. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Caro Pino,
    mi deve scusare ma invece di fare quello che devo rileggo quello che ha scritto, un po’ troppo per rispondere adequatamente.

    Lei continua a scrivere che G.W.Bush si invento’ le WMDs in Iraq, quante volte ho scritto e postato il discorso di Bill Clinton nel dicembre 1998?
    L’ha mai letto? C’e’ anche il video completo che io non posso piu’ vedere perche’ ho cancellato Real Player.

    Online NewsHour: President Clinton — December 16, 1998

    http://www.pbs.org/newshour/bb/middle_east/july-dec98/clinton_12-16.html

    —————-

    Lei scrive:

    ” Gli Usa, con il fido bastone Israele, faranno di tutto per impedire che il petrolio iraniano finisca alla Cina.”

    Il Canada sta ancora aspettando il via di Obama per la Keystone pipeline che porterebbe petrolio dal Ovest del Canada fino al Texas, creando lavoro ed indipendenza di importi dai paesi arabi, non completamente.

    La Cina e’ molto interessata sul petrolio Canadese, se Obama non si sveglia noi ci prenderemo la polluzione dal Canada e la Cina il petrolio.

    Perche’ non possiamo usare il nostro petrolio dell’ANWR in Alaska?

    La Cina sta trivellando o esplorando un po’ da per tutto.

    Il Canada e’ il nostro maggiore fornitore, sia di petrolio che di gas naturale, del quale gli US sono ricchi…

    La flotta Americana e’ stazionata nel golfo del Persico per salvaguardare il Quatar ed il Bahrain dove prima c’era la flotta Britannica e le basi nel Saudi Arabia.

    Per ora sono stanca di tradurre, solo che la porta aerei era uscita dal golfo durante le prove navali dell’Iran e dure le minacce sono iniziate….

    Posto l’articolo piu’ sotto senno’ non passa.

  27. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    “La flotta Americana e’ stazionata nel golfo del Persico per salvaguardare il Quatar ed il Bahrain dove prima c’era la flotta Britannica e le basi nel Saudi Arabia.”
    ——————————————————————————–
    Ecco, tradotto, quello che significa ragionare con i piedi.
    Inutile, non serve neanche un robusto piediluvio..
    Macchè.
    C.G.

  28. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Sì, certo, anche Clinton ci ha messo del suo, e certo non era un santo neppure lui, ma, come anche Obama, solo il presidente degli Usa. E poiché gli Usa sono il Paese che al mondo più vive al di sopra delle proprie responsabilità, cioè succhiando ricchezze e vite altrui nel vasto mondo, è ovvio che il presidente non può che essere anche un grande mascalzone o almeno un fottuto bugiardo, non c’è posto per presidente alla Carter, peraltro santo neppure lui. Bush junior però aveva anche la mani lorde di sangue, molto sangue, come del resto suo padre. Bush junior ha DELIBERATAMENTE ingannato gli americani e il mondo intero: non solo sapeva bene che l’Iraq NON aveva le atomiche, ma ha lasciato o ordinato che gente come Wolfowitz (cittadino Usa e israeliano nello stesso tempo) e gli altri teocon, tra i quali quelli di “Prima Israele”, falsificassero i dati pur di arrivare all’invasione. Si legga i libri dell’allora capo degli ispettori dell’Aiea. Bush junior è arrivato al punto di sordidume da vendicarsi, tramite “Scooter” Libby, contro il diplomatico, Joseph Wilson, che insisteva a dire che “l’uranio del Niger” era solo una panzana: per vendetta fecero sapere alla stampa che la moglie di Wilson, Valerie Plame, era un ottimo agente della Cia. E poiché era impegnata a far disertare e scappare dall’Iraq vari scienziati nucleari con le rispettive famiglie, questi furono mollati come cani. Lasciati alla mercé del Mossad, che li eliminò fisicamente, e della vendetta di Saddam. Quello di Bush è, verso il suo Paese, un reato che si chiama alto tradimento. Anche a voler trascurare i crimini contro l’umanità.

    Ma parliamo di cose serie: che le ha portato la Befana? A me dei cioccolatini.
    Buon fine settimana lungo.
    pino

  29. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x C. G.

    Ma com’è “possibboli” che gli Usa “protegghino” il Bahrain? Vi stanno uccidendo a fucilate, come in Siria e in Egitto, la “primavera” e il movimento che chiede democrazia. Per sparare meglio sono arrivate anche truppe dall’indecente e medioevale Arabia Saudita. Ti sbagli di sicuro: il buon Babbo Natale Obama sta certamente per invadere il Bahrain e la stessa Arabia Saudita per esportarvi finalmente la democrazia!!! O no?
    pino

  30. peter
    peter says:

    x Pino

    grazie Pino, e’ stato chiaro ed esauriente, ho studiato chimica a suo tempo, ma gli elementi radioattivi non mi sono mai andati a genio, non sopporto la loro ‘volatilita’, o meglio instabilita’, dato che non sono volatili in senso proprio. Senza trascurare la loro pericolosita’. Avro’ avuto 100 radiografie in vita mia per motivi che non sto a dire, senza contare quella volta che restai per un’ora senza protezione esposto alla radioscopia di un mio parente, dato che ero un po’ babbeo e non sapevo cosa succedeva, ed i medici che lo operavano non si curavano della mia presenza…alla fine mi becchero’ una leucemia come effetto del danno cumulativo. Amen. E toccandomi le parti basse.

    Tuttavia, ho dato oggi una scorsa al Guardian. Una pagina per l’Iran, solo per dire che ci sono elezioni a marzo, quindi il governo sta oscurando l’internet in Iran. Ci sono 17 milioni di facebook members in Iran, tutti illegali. Da ora, tutti i caffe’ internet dovranno registrare ed identificare uno per uno gli utenti, cioe’ schedarli. Di invasioni imminenti, neanche un cenno.
    Sempre sul Guardian, si accenna ad Obama e la modernizzazione degli armamenti USA. Obama, direttamente dal Pentagono, fa sapere che e’ la CINA la loro principale preoccupazione. Allestiscono unita’ navali piccole e veloci di pronto intervento, data la preponderanza della marina cinese. Insomma, sembra che si preoccupino molto piu’ del Pacifico che non del Golfo Persico, che si chiama anche Arabico, caro Pino, se mi permette che glielo ricordi.

    Un caro saluto

    Peter

  31. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Chiedilo alla nostra Komare, forse tra uno zompo e l’altro riuscirà ad aprire gli occhi.
    Uelà! detto sempre in termini benevoli, altrimenti se la prende a male e come minimo mi manda qualche voodoo, fattura, come la chiamiamo noi.

    P.S.
    Leggevo oggi che una delle più grandi, in termini di fatturato, banche svizzere, precisamente la Zürcher Kantonalbank, ha ufficialmente pregato i suoi clienti US di ritirare il più presto possibile i loro averi dato che fornire “servizi” ai sudetti è diventato, testuale: “troppo pericoloso”.
    Marta non potrà che confermarlo.

    Il pericolo dipende dalla minaccia di boicotto da parte dell’amministrazione Obama per le banche straniere che volenti o nolenti, direttamente o indirettamente, aiutano l’evasione fiscale da parte di cittadini US.
    Ci è passata la UBS e il Credit Suisse, altre grandi banche rossocrociate. Il malloppo deve essere gigantesco.

    C.G.

  32. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Per quel che conta, il golfo è Persico (come il pesce….), Arabico è il mare che lo mette in comunicazione con l’oceano Indiano. Tra il mare Arabico e il golfo Persico, chiuso a Nord e a differenza del nostro Adriatico quasi del tutto chiuso a Sud , c’è il golfo di Oman. Il problema è che la civiltà, il sapere e la Storia sono tutte cose nate nel tratto di mondo che va dalla Cina alla Mesopotamia ed Egitto. Quando sui sette colli pascolavano ancora le capre selvagge. Lo ha capito bene anche Kissinger, facendo notare alla Casa Bianca che chi controlla quelle vie di comunicazione, diciamo la Via della Seta e la Via delle Spezie, controlla il mondo e il suo futuro. Specie ora che ci si può sovrapporre la Via del Petrolio….
    I cinesi – che certamente non sono più buoni dei non cinesi – NON hanno mai rotto le palle a nessuno, NON hanno mai partorito colonialismo a danno altrui, se ne stavano beati a casa loro quando abbiamo cominciato a occuparli, costringendoli con la Guerra dell’Oppio perfino a fumare in massa oppio rovinandosi la salute oltre alle tasche. Il grave errore è stato anche degli Usa, che senza essere invitati si sono presentati con una flotta da guerra comandata dall’ammiraglio Perry nella baia di Tokio, costringendo il Giappone a un trattato commerciale e a uscire da due secoli di isolamento. Lo sbocco è stato l’imperialismo giapponese, la parte estremo orientale della seconda guerra mondiale e il decollo della Cina.
    Sì, forse dovremmo imparare almeno qualche volta qualcosa dai nostri errori. Invece….
    Buon fine settimana.
    pino

  33. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    COME VOLEVASI DIMOSTRARE

    http://nena-news.globalist.it/?p=16183

    USA-ISRAELE: ESERCITAZIONI IN VISTA GUERRA IRAN
    Grandi manovre militari annunciate in Israele in risposta alle esercitazioni iraniane nel Golfo Persico. Gli USA preparano la più grande esercitazione congiunta, che per ora resta un’intimidazione. Ma potrebbe diventare la prova per un attacco militare, da valutare con molta cautela.

    IKA DANO

    La stretta cooperazione militare tra gli Stati Uniti ed Israele non è un mistero. Solo gli aiuti militari regalati al piccolo alleato mediorientale dall’amministrazione americana – escluse le altre forme di supporto economico diretto ed indiretto – ammontano a 1.8 miliardi di dollari annui. A cui si aggiungono donazioni di armamenti, cooperazione nel campo della ricerca tecnologica ed esercitazioni congiunte. Ora che la tensione per le recenti manovre militari iraniane nello Stretto di Hormuz sale, e il timore di un regime khomeiniano nuclearizzato si fa più forte, USA e Stato ebraico si apprestano alla più grande esercitazione della storia, sobriamente sopprannominata “Austere Challenge 12”.

    Le operazioni militari nello stretto di Hormuz, tra la Penisola arabica e l’Iran, si sono appena concluse. Secondo l’agenzia stampa iraniana Fars News, i dieci giorni di manovre nel Golfo Persico hanno visto la marina iraniana impegnata in test di missili a lunga e breve gittata, sia mare-terra, che terra-terra e terra-aria. Il regime khomeiniano starebbe migliorando anche il proprio sistema missilistico di difesa, testando missili anti-aerei “capaci di contrastare qualunque eventuale attacco aereo contro le nostre navi”, ha dichiarato l’ammiraglio della Marina iraniana Mahmoud Moussavi alla stessa agenzia. L’Iran sarebbe pronto a riprendere le esercitazioni e bloccare lo Stretto – canale di passaggio di quasi un terzo del commercio mondiale di petrolio – se l’Occidente dovesse davvero implementare le sanzioni con cui minaccia di punire i tentativi dello stato persiano di munirsi di energia atomica.

    “Se i Paesi occidentali sanzionano il petrolio iraniano – ha annunciato esplicito il vicepresidente Mohammed-Reza Rahimi all’agenzia stampa ufficiale iraniana IRNA – “l’Iran non permetterà neppure ad una sola goccia di petrolio di passare dallo Stretto di Hormuz”.

    Pronta la reazione della Gran Bretagna, che per voce del Segretario alla Difesa Philip Hammond fa sapere che il Regno Unito è pronto ad intervenire con la forza per impedire la chiusura del Golfo Persico al transito di petrolio. “La Marina Reale si opporrebbe ad ogni tentativo di bloccare la via commerciale chiave nel Golfo”, lo cita il quotidiano britannico Dailymail.

    Il braccio di ferro continua dopo l’ultimo pacchetto di sanzioni passato dal Congresso americano sabato 31 dicembre 2011, che prevede una riduzione dei ricavi petroliferi iraniani lasciando però al presidente Barack Obama il potere di discernere quali penalità applicare. Una decisione da non prendere alla leggera di fronte alle minacce iraniane e all’importanza vitale del Golfo Persico per il rifornimento energetico mondiale. Tanto che Washington avrebbe già annunciato che il nuovo pacchetto di sanzioni “non modificherebbe la strategia americana”.

    Strategia che fa perno sull’alleato israeliano. Il portale militare Defensenews annuncia che I comandi militari americano, europeo e israeliano sono soliti condurre esercitazioni militari di routine. Parte di una strategia a lungo termine e dalla storica alleanza con lo stato mediorientale, sarebbero state pianificate con largo anticipo. E non avrebbero dunque nulla a che vedere con la minaccia iraniana. Ma questa volta l’operazione “Austere Challenge 12” si prospetta massiccia, definita da fonti militari israeliane come la più grande operazione congiunta israelo-americana. Il sitema anti-aereo Arrow, progettato e donato dagli Stati Uniti proprio per intercettare missili iraniani, verrà testato , e sia la marina che l’aviazione militare si eserciteranno in operazioni anti-missile.

    Intanto l’annuncio da parte dell’esercito israeliano secondo cui per la prima volta anche la città di Gerusalemme – nel cuore della Palestina storica, a metà tra Cisgiordania e Israele – potrebbe essere centrata da missili nemici, crea il pretesto per ulteriori operazioni militari, annunciate per la prossima primavera. Agence France Press riporta alcuni dettagli: il sistema di difesa anti-missile americano Aegis BMD – donato dagli Stati Uniti ad Israele – verrà integrato con le unità radar a raggi X stazionate da tre anni nel deserto del Negev. A questo si aggiungeranno test del sistema di difesa anti-aerea israeliana Iron Dome, già utilizzato contro i missili Katjiusha lanciati da Hezbollah dal Sud del Libano e da Hamas a Gaza. Intercettori Arrow a lunga portata e missili Patriot di produzione americana verrano altrettanto inclusi nelle operazioni. Se questo gran movimento militare sarà più di un’intimidazione all’indirizzo di un Iran non facilmente disposto a cedere e conscio della sua posizione e forza geostrategica, è tutto da vedere.
    Nena News.

  34. peter
    peter says:

    x Pino

    caro Pino, siamo d’accordo sulla vitale importanza dello stretto di Hormuz, la cui chiusura -ovviamente- sarebbe un flagrante casus belli. C’e’ forse di che meravigliarsi?
    E’ vero, la dizione prevalente e’ Golfo Persico, ma solo perche’ l’Iran e’ il paese con la maggiore linea costiera sullo stretto, mentre la Penisola Arabica e’ un’espressione geografica che designa molti stati arabi separati tra loro. Tuttavia, il Golfo e’ un’estensione dell’Oceano Indiano che si insinua tra l’Iran da un lato e la Penisola Arabica dall’altro

    un saluto

    Peter

  35. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Caro Pino,

    non mi aspettavo la faccenda di Valery Plane Wilson…..
    Tra una smentita e l’altra non ricordo bene tutta la faccenda, forse dovro’ vedere il film “Fair Game”.
    Dopo tutto ha ricevuta la “Palm D’or” a Cannes.

    Ho sorriso quando lei ha scritto su Carter….

    OK…
    Qui la Befana non esiste, non e’ conosciuta…niente cioccolatini, pero’ adesso che ci penso, ho una scatola regalo che mi e’ rimasta in casa di Lindt dark truffles, forse la apriro’…ma non oggi.

    Il marito della mia carissima amica Joyce e’ di ritorno dal Qatar, Baharain, e dal Kuwait, ne abbiamo parlato il giorno di Natale.

    Rappresenta la ditta per cui lavora, il Qatar ed il Baharain sono un po’ in subbuglio, di solito si sente piu’ sicuro quando atterra negli US.

    Buona giornata,
    Anita

  36. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Fair Game è un bel film. Ma molto duro. Specie per un filo americano. La parte finale è terribile.
    Io l’ho avvisata….
    Un salutone.
    pino
    P. S. Anche Green Zone è un bel film, pur se un po’ troppo spettacolare. Quello che lascia sbigottiti è che perfino dopo film come Fair Game e Green Zone si rifacciano gli stessi, identici giochi sporchi. Dopo le future nuove tragedia ci faranno su altri bei film…. Business as usual.

  37. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Quando ho letto della tua esperienza all’essere esposto a radiografie…mi hai fatto venire i brividi.

    Mi ricorda dell’estrema noncuranza che abbiamo trovato a Seattle durante la preparazione per il bone marrow transplant di mio figlio minore, Alan.

    Lui riceveva total body irradiation…ad alto livello, quando usciva dalla camera sulla barella era color mattone, bolliva, ed io lo toccavo lo pulivo, anche per la pulizia degli effetti dovuti alle radiazioni. (Body fluids.)
    Senza alcuna protezione…neanche i guanti.
    Cose da matti…..

    Ciao,
    Anita

  38. Anita
    Anita says:

    Negli US….

    In pericolo i dottori, tre’ specialita’ in fuga…..

    Cardiologist, general practitioners, oncologist….

    I tagli e regole non gli consentono di rimanere in business.

    Evviva il progresso…!!!!

    Anita

Trackbacks & Pingbacks

  1. […] In seguito le balle sull'Iraq per poterlo invadere, le balle e le … […]

I commenti sono chiusi.