La più grande escort (anche) con Berlusconi è la Chiesa, che a fronte di tanta devastazione non solo morale tace e sa urlare solo contro i poveracci alla Englaro. La verità sulla “rivoluzione libica” comincia finalmente a emergere anche sui principali giornali

Che usi avesse lo abbiamo capito al punto da averlo ribattezzato da un bel pezzo Il Chiavaliere, epiteto molto più adeguato alla realtà del titolo di Cavaliere. Ciò detto, salto a piè pari il fetido argomento “Silvio e le donne” per fare invece la seguente considerazione: strano che tutti facciano finta di non accorgersi che dalle intercettazioni telefoniche e annesse azioni risulta chiaro e tondo che NON E’ VERO che Silvio Berlsuconi non interferisce con i suoi giornali e televisioni, NON è cioè quel “mero proprietario” che ai gonzi come Veltroni-D’Alema&C è riuscito a far credere di essere in modo da potersi mettere con il loro volenteroso aiuto la legge sotto i piedi e candidarsi alle elezioni. Con le note conseguenze, sempre più a valanga e per l’esattezza a valanga di merda.
Visto che è ormai assodato che il conflitto di interessi c’è ed è in piena azione, e che invece quella del “mero proprietraio” è solo una presa per il sedere di tutti gli italiani, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dovrebbe intervenire d’autorità. Non è vero che non può destituire Berlusconi da primo ministro: il Chiavaliere ha tradito il solenne giuramento fatto al monento di ricevere l’incarico, ha mentito agli italiani, ha tradito l’opinione pubblica, ha tradito e falsificato la realtà in vari campi. Soprattutto, la sua permanenza a palazzo Chigi vanifica i sacrifici, le “lacrime e sangue” che lo stesso Napolitano ci chiede, vanifica il senso di responsabilità che da qualche tempo il capo dello Stato chiede con insistenza a tutti con il paradossale risultato di salvare di Berlusconi  primo ministro, il quale oltretutto sta sputtanando l’Italia a livello planetario. Insomma, il Chiavaliere sta danneggiando gravemente l’interesse generale dell’Italia in più campi, fino a minacciarne il rimanere nell’euro e nell’Eurozona e quindi la stessa unità nazionale. Non so se ciò basti per l’accusa di Alto Tradimento, ma di sicuro ce n’è più che a sufficienza perché Napolitano inviti con fermezza e se necessario anche pubblicamente Berlusconi a dimettersi mettendo sul piatto come aut aut le proprie dimissioni. Di fronte a una mossa come questa Berlusconi sarebbe semplicemente spazzato dalla scena. Non c’è da temere che il parlamento si rifiuti di dar vita a un altro centrodestra, vista la fifa nera che i parlamentari hanno di non essere rieletti in caso di elezioni anticipate. I Responsabili alla Scilipioti non potrebbero certo mostrarsi cosi Irresponsabili da non sostenere un nuovo centrodestra perché se lo facessero confermerebbero clamorosamente che con Berlusconi non erano Responsabili quanto invece semplicemente Venduti.

A fronte di tanta devastazione della morale pubblica e privata nonché della riduzione della donna a semplice “troia”, come le chiamano il fornitore Tarantini di carne fresca e il suo cliente abituale, impressiona il silenzio del Vaticano e della Chiesa, ennesima dimostrazione dell’arte del meretricio nella quale Santa Madre Chiesa eccelle da quasi duemila anni, da sempre escort dei potenti al governo: i 3 miliardi di euro incassati ogni anni dall’imbelle Stato italiano valgono bene questo nuovo caso di prostituzione. Del resto già dopo il caso Noemi, della quale e dei cui genitori è ora più chiaro il tipo di disponbilità verso “papi” Silvio, il Vaticano per mano del segretario di Stato Raffaele Bertone era ansioso di assolvere pubblicamente il Grande Chiavaliere approfittando della festa della Perdonanza a L’Aquila. Ricordate? Quella tradizionale festa religiosa aquilana la ribattezai la Puttananza, e il pornografico abbraccio e bacio in bocca di Santa Madre Chiesa con Berlusconi non venne consumato solo perché, se non ricordo male, Vittorio Feltri  accoltellò alla schiena Dino Boffo, l’allora direttore de L’Avvenire d’Italia, quotidiano dei vescovi italiani, suscitanto l’inevitabile irrigidimento delle gerarchie. La Chiesa fa la voce grossa contro i poveracci alla Englaro e i loro diritti, ma tace vilmente di fronte agli “uomini della Provvidenza” e al denaro. Perfino Manuela Arcuri e Patrizia D’Addario sono delle educande di fronte alla sfacciataggine del meretricio vaticano, che ha degradato il cristianesimo in cattolicesimo papalino, quello che a suo tempo ha dato il disco verde sia al nazismo che al fascismo in cambio di ricchi piatti di lenticchie chiamati Concordato, che decenza vuole venga finalmente abolito anche in Italia anziché ingrassato da puttanieri incalliti.

Cambiamo argomento. Vi propongo in sequenza la lettura di alcuni articoli, a partire da quello di Guido Rampoldi su Repubblica  che a partire dal titolo – I Gattopardi di Tripoli –  smaschera clamorosamente la marea di panzane ovunque addotta per giustificare l’ingiustificabile guerra in Libia. A seguire, un articolo di Franco Venturini sul Corriere della Sera, che dimostra come, incredibile ma vero, l’Italia non sia più un Paese mediterraneo, una lettera di un lettore del Corsera a Sergio Romano e la sua interessante risposta, infine il vergognoso articolo del solito bugiardo Levy Bernard Henri, la cui boria trionfalista a fronte degli altri articoli citati suona per quello che è: pura boria narciso trionfalistica.
16 Settembre 2011
I gattopardi di Tripoli

Autore: Guido Rampoldi

Mentre sta per concludersi il sesto mese di una guerra che sembrava destinata a durare poche settimane (cominciò il 19 marzo 2011, con il primo bombardamento francese sulla Libia), non sarà il caso di domandarsi cosa sia successo e cosa potrà accadere? Stando all´ufficialità ci attendono gloria e vittoria, in quanto “tutto va per il meglio”, come avrebbe detto quel personaggio di Voltaire, il professor Pangloss, passeggiando tra migliaia di cadaveri. Il meglio appunto include dai 20mila ai 50mila morti, secondo le stime di fine agosto. Applicando il rapporto standard di dieci feriti per ogni ucciso, ricaviamo che, su una popolazione di sei milioni di abitanti, i libici ammazzati o colpiti da proiettili e bombe sono stati dai 220 ai 550mila, l´equivalente in proporzione di 2-5 milioni di italiani.
Stando ad Amnesty international, gheddafisti e ribelli hanno praticato o praticano stili di combattimento qualitativamente simili che comprendono squadre della morte, camere di tortura e assassinio di arresi. Le atrocità commesse dai soldati di Gheddafi sono in quantità maggiore. Ma i ribelli potrebbero presto pareggiare i conti, essendo cambiati a loro vantaggio i rapporti di forza. Come denunciano da mesi varie organizzazioni umanitarie, nelle zone controllate dagli insorti bande brutalizzano gli immigrati africani e i connazionali con la pelle nera. Rapinano, stuprano o semplicemente sfogano il tradizionale razzismo arabo con il pretesto che le loro vittime siano “mercenari di Gheddafi”. È abbastanza per sospettare che ad incentivare le migrazioni verso l´Italia sia proprio la paura che incute quel gangsterismo ammantato di ideali, piuttosto che i non meno feroci soldati di Gheddafi.
Si dirà che quando collassa un regime totalitario è quasi inevitabile che scorra il sangue e vi sia molta anarchia. Il problema è che non si vede alcun tentativo di punire le atrocità commesse da insorti. Secondo Amnesty, il Consiglio nazionale di transizione non ha prodotto “alcuna indagine credibile né ha preso misure per chiamare i responsabili a rispondere”. Probabilmente non ha voluto. Ma se lo decidesse, sarebbe in grado di punire i colpevoli? Ha scarsa autorità sui comandanti locali e nessuna nel Sud, dove non si sa bene cosa stia accadendo. È diviso da rivalità ideologiche o tribali, essendo piuttosto malassortito. E comunque è poco credibile agli occhi dei combattenti, i quali, avendo rischiato la pelle, non accetteranno facilmente che guidi la transizione chi non ha meriti rivoluzionari, o peggio, svolgeva incarichi di responsabilità nel regime.
Anche se la direzione pare quella, non è scritto nel destino che la Libia diventi uno Stato fallito, un caos sanguinolento in cui la politica sia un confronto militare tra consorterie armate, ciascuna con protezioni straniere e interessi nel malaffare, un po´ come l´Afghanistan dei mujahiddin (però un Afghanistan addossato all´Italia). Ma mettiamo che la storia ci sorprenda in positivo. Che Gheddafi domani si arrenda e la guerra di colpo finisca. Che migliaia di famiglie rinuncino a vendicare un parente ucciso, mutilato, torturato. Che il Consiglio nazionale di transizione riesca nel progetto cui sta già lavorando, ricostituire lo Stato richiamando nei ranghi lo stesso personale in servizio prima della guerra, dagli impiegati fino ai viceministri, agli ufficiali delle Forze armate, insomma tutti tranne “i pochissimi” che si sono macchiati di atrocità, come annuncia il capo del Cnt. Mettiamo poi che la gioventù ribelle accetti questo gattopardismo, consegni le armi e torni serenamente a casa da mamma e papà, se nel frattempo non sono stati ammazzati; e nel Paese cominci una miracolosa transizione. In questo caso avremo grossomodo lo stesso risultato che si poteva raggiungere sei mesi fa, attraverso il negoziato proposto più volte da Gheddafi. La minaccia di un intervento Nato probabilmente avrebbe convinto il Colonnello ad accettare un esilio interno, sia pure ben mascherato. Quasi tutto il regime si sarebbe riciclato nel nuovo sistema, così come sta avvenendo, ma sarebbe cominciato un percorso verso la democrazia. L´unica vera differenza: nel governo provvisorio avrebbe svolto un ruolo importante un figlio del Colonello, Saif, fino a ieri considerato dagli occidentali il capo della fronda illuminata (in quanto ispiratore di quel Centro per i diritti umani che divenne punto di riferimento di vari riformatori e poi fu chiuso dalla polizia segreta).
Abbiamo sulla coscienza una guerra evitabile, controproducente, in ogni caso orribilmente stupida? Nessuno potrà mai dimostrare che il negoziato con Gheddafi avrebbe potuto concludersi con un compromesso accettabile. Però sappiamo che a differenza dell´Egitto, la Libia non ha una salda radice unitaria, una tradizione parlamentare, una consuetudine con la libera competizione tra le idee, e neppure movimenti resistenziali di ispirazione liberale. A maggior ragione la transizione aveva bisogno della stabilità che poteva offrire soltanto un percorso concordato. Sappiamo anche un´altra cosa: fin dal primo momento Parigi e Londra esclusero quella soluzione. Perché solo la guerra assicurava protagonismo e un lauto bottino petrolifero? No, perché Gheddafi è un criminale. Ma non lo era forse anche prima, quando la sua polizia ammazzava oppositori a dozzine? Sì, ma mai era arrivato a far bombardare le piazze, il popolo. Le prove? Le fornisce al-Jazeera, e i media occidentali le rilanciano: ma le più eclatanti sono falsificazioni. Il repertorio include immagini di cadaveri di soldati con le mani legate, “uccisi perché ammutinati”. Poi rivedi il filmato e hai l´impressione che gli assassini siano i ribelli, infatti non soccorrono l´unico moribondo. Ora Amnesty indirettamente conferma: all´inizio della sollevazione gli insorti uccisero militari che avevano catturato. In futuro potremmo scoprire che messe-in-scena e rivolta furono agevolate da un sodalizio di servizi segreti. Dopotutto già negli anni Novanta i britannnici avevano provato a innescare moti in Cirenaica (Gheddafi sventò, probabilmente su soffiata dello spionaggio italiano).
Una transizione concordata era la soluzione migliore non solo per la causa della libertà ma anche per gli interessi dell´Italia, cui la guerra prometteva e promette molti rischi. Tanto più risulta singolare il comportamento dell´informazione italiana: a parte pochi battitori liberi, quali Giuliano Ferrara e Sergio Romano, i nostri giornali fecero propria la linea sarkoziana del “con Gheddafi non si tratta” (e il corollario implicito: non resta che la guerra). In seguito mantennero il punto, talvolta con effetti tragicomici. Tre mesi fa il regime cercò di negoziare una pax musulmana con i ribelli, cui inviò una delegazione di undici imam. Intenzionalmente o no, l´aviazione Nato li incenerì mentre sostavano in una struttura militare. Quella sera un irrilevante mullah di Tripoli lanciò anatemi anche contro la popolazione italiana. La mattina seguente i nostri principali quotidiani gridavano in prima pagina che “l´islam libico” aveva promesso stragi di italiani per vendicare gli imam di Gheddafi. Nessun accenno ai motivi per i quali gli undici viaggiavano per la Libia.
Non è strano che siamo diventati “tutti francesi” quando semmai avremmo dovuto essere “libici”, e magari anche un po´ anche italiani? Gheddafista a marzo e sarkozista in aprile, e cioè privo di dignità in un ruolo e nell´altro, il governo ha pensato di difendere i nostri affari con un´interpretazione convincente dello stereotipo dell´Italiano traditore. Però sorprende l´opposizione: perché si è lasciata abbindolare dai grandi progetti del piccolo Sarkò? Probabilmente per la solita subalternità alla mediocrazia, intesa come potere dei media ed egemonia delle mediocrità. Ogni qualvolta la storia bussa ai nostri confini, l´informazione si conferma l´espressione di una classe dirigente modesta. Soffre una penosa carenza di strumenti concettuali, e soprattutto di curiosità, come è tipico di un giornalismo le cui nomenklature sono per gran parte un prodotto delle grandi scuole aziendali dell´ossequio. Inoltre, per ragioni che meriterebbero di essere indagate, tre o quattro ambasciate straniere sembrano disporre in Italia di un certo giornalismo cammellato, schierabile secondo gli interessi contingenti di quei Paesi, e anche contro l´interesse italiano. E per tutto questo, anche la guerra di Libia spinge a domandarsi se quest´Italia in crisi potrà mai risollevarsi finché a rappresentarle situazioni e problemi sarà un giornalismo così stanco e opaco.

“L’Italia non è più un Paese mediterraneo”(Franco Venturini).
17/09/2011 di triskel182
Nella partita del Mediterraneo l’Italia non gioca da protagonista.
Non c’è soltanto l’Italia che vara una manovra a geometria variabile, tutta tasse e orfana dei necessari stimoli per la crescita. Non c’è soltanto l’Italia che si azzuffa sulla prostituzione d’altissimo bordo mentre altrove si discute di una possibile seconda recessione e dei modi per prevenirla. C’è, anche, una Italia talmente ripiegata sul suo caotico ombelico da non avere più energie per vedere quel che le accade intorno.
Ieri Silvio Berlusconi ha annunciato che non andrà all’apertura dell’Assemblea generale dell’Onu dove da lunedì saranno invece tutti i grandi e anche i meno grandi della terra. Ci andrà per noi il ministro Frattini, ma non siamo egualmente in presenza di una abdicazione autolesionista e dettata da motivazioni che nulla hanno a che fare con gli interessi nazionali? Non basta, perché è ancora viva l’eco della visita congiunta di Sarkozy e di Cameron nella Libia «quasi» liberata da Gheddafi. Intendiamoci, non è un mistero che i governi di Parigi e di Londra siano stati gli avanguardisti dell’offensiva Nato contro il Raìs, e può dunque apparire logico che siano loro i primi a salire sul podio dei vincitori in attesa di vedere se di vittoria unitaria davvero si tratterà.
E non è nemmeno un mistero che Parigi e Londra, più Parigi di Londra, puntino ad ottenere dai loro alleati libici una fetta più grossa della torta energetica e infrastrutturale che Gheddafi aveva concesso in maggioranza (ma non senza contropartite) all’Italia.
Ciò detto, e proprio perché le mire dei nostri amici franco-britannici sono note, stupisce che il governo italiano si sia fatto anticipare con tanta facilità. Non è questo il caso dell’Eni, che anzi ha battuto sul tempo Total nel riannodare i discorsi interrotti sulle forniture libiche. Ma dal momento che nulla può ancora essere deciso anche perché la guerra non è finita e non è del tutto chiaro chi comanderà nella Libia di domani, serviva, era opportuna, una iniziativa italiana al più alto livello.
Berlusconi era troppo compromesso con Gheddafi, dirà qualcuno. Ma il Raìs aveva piantato la sua tenda anche a Parigi, Sarkozy gli aveva dato prestigio e altro (armi?) per fregiarsi della liberazione delle infermiere bulgare, dagli anglo-scozzesi Gheddafi aveva avuto in dono il presunto attentatore di Lockerbie, e ora si scopre che i servizi britannici assieme a quelli Usa avevano collaborato con gli 007 di Tripoli in bruttissimi affari di islamisti torturati… No, la verità è più semplicemente che Berlusconi aveva e ha priorità diverse.
E soprattutto, la verità è che la Libia rappresenta soltanto una tessera di un grande mosaico che si va scomponendo e ricomponendo: il Mediterraneo nel quale siamo immersi.
Se ci guardiamo in giro è impossibile non scorgere l’affollarsi delle novità strategiche a due passi da casa nostra. Il ruolo della Francia, grazie alla Libia ma anche a un gradito ruolo di supplenza offerto all’America, è in evidente ascesa. Lo stesso si può dire della Gran Bretagna, che «torna» nel Mediterraneo dopo un lungo disinteresse. In ripiegamento operativo sono gli Usa, ma ciò accade anche altrove nel mondo e dovrà essere verificato se si riuscirà a superare la crisi economica. La Cina è dietro ogni angolo, vicina sì come avvertiva il film di Bellocchio nel 1967 ma non stupida: il sostegno all’euro comporta concessioni commerciali, strategiche ed energetiche, anche in Libia. Sale a freccia l’attivismo della Turchia (forse contenta di non trovarsi imprigionata nella Ue, anche se nessuno lo dice) e il periplo di Erdogan nelle «primavere arabe», unito alle sue sfuriate per la platea contro Israele, propone di fatto Ankara come nuovo punto di riferimento di un islam moderato e non anti-occidentale. Quel che era una volta il Cairo, che oggi assieme a Tunisi tiene tutti con le dita incrociate (e anche qui l’Italia potrebbe essere più attiva e visibile).
Tra pochi giorni, poi, all’Onu, con Berlusconi assente, verrà posta la questione dello Stato palestinese, o per meglio dire dello status palestinese visto che il veto americano impedirà di andare oltre. L’Italia è orientata al «no» assieme alla Germania, ma si lavora per evitare una spaccatura europea forse con l’astensione e un proprio documento, oppure con una previa limatura del testo palestinese che peraltro Abu Mazen ha praticamente rigettato ieri. Il tentativo europeo è arduo, ma non risulta che nello sforzo di evitare strappi pericolosi Roma sia attiva quanto Parigi, Londra, Berlino e persino Bruxelles (nella doppia veste della signora Ashton e del simil-governo belga in carica per gli affari correnti da ben più di un anno).
Nell’insieme, è come se il Mediterraneo fosse stato investito da uno tsunami geopolitico del quale non vediamo ancora la fine. Sappiamo soltanto che esistono dinamiche nuove, e che per conseguenza servono politiche se non nuove almeno aggiornate. Questo è vero per tutti gli attori presenti. E invece l’Italia appare assente o distratta, vittima di quella sua poca credibilità che la colpisce e la danneggia non soltanto sui mercati.
Speriamo di non doverci dire, domani, che mentre il Mediterraneo cambiava volto noi non c’eravamo perché occupati a discutere di intercettazioni e di signorine di Stato.
Da Corriere della Sera del 17/09/2011.

COME FARE LE ELEZIONI IN LIBIA MA FORSE È MEGLIO ASPETTARE
La guerra in Libia non è ancora finita, ma se si sa sempre quando le guerre cominciano non si sa mai quando finiscono. Eppure già si parla di «prossime elezioni». Non crede che invece dovranno passare ancora molti anni prima del ritorno alla normalità in quel Paese? E quando, secondo lei, regnerà la democrazia? Pierangela Bonetti Lodi

Cara Signora, Dopo la conquista di Tripoli, Mustafa Albel-Jalil, presidente del Consiglio nazionale transitorio, ha dichiarato che le elezioni potrebbero avere luogo entro diciotto mesi: un periodo che dovrebbe bastare all’approvazione di una nuova carta costituzionale e all’organizzazione della campagna elettorale. L’Onu è molto più prudente e si astiene dall’indicare una data. Un suo rappresentante, reduce da una recente missione a Tripoli, ha dichiarato che vi sono in giro per la Libia troppe armi e che occorrerebbe anzitutto bonificare il Paese. Ma gli argomenti più puntuali e convincenti sono contenuti in un articolo apparso nel numero di settembre di Foreign Affairs, la rivista americana del Council on Foreign Relations. Gli autori sono Dawa Brancati e Jack L. Snyder, due professori universitari che hanno recentemente studiato il problema delle prime elezioni in Paesi sconvolti da una guerra civile fra il 1945 e oggi. Il rischio, secondo Brancati e Snyder, è che le tensioni elettorali riaccendano il conflitto. Per evitare che questo accada occorrono alcune condizioni. È necessario, in primo luogo, che la parte soccombente sia stata totalmente battuta e quindi incapace di riorganizzarsi. È necessario, in secondo luogo, che il fronte dei vincitori non sia composto da fazioni ostili, pronte a battersi per il controllo del potere. Ed è necessario infine che l’ordine pubblico sia garantito da una forza di polizia neutrale e rispettata o da una forza internazionale. Nessuna di queste tre condizioni esiste verosimilmente in Libia, un Paese dove gli uomini di Gheddafi controllano ancora alcune piazzeforti, non vi è un fronte unitario della resistenza al regime, le istituzioni statali sono deboli se non addirittura inesistenti, la società civile è un mosaico di lealtà tribali, il ventaglio delle posizioni ideologiche è molto ampio, l’amministrazione molto corrotta e i ribelli poco inclini a lasciarsi controllare da quella che verrebbe percepita come una forza d’occupazione. Nel loro studio gli autori sono giunti alla conclusione che la probabilità di una nuova guerra civile diminuisce di un terzo se le elezioni hanno luogo cinque anni dopo la fine del conflitto. Ma non sono certo che la Nato e i Paesi maggiormente responsabili dell’intervento (Francia e Gran Bretagna) siano politicamente pronti ad accettare una tale attesa. Sono intervenuti spensieratamente nella speranza di una guerra breve e risolutiva. E sperano ancora di potere chiudere rapidamente il capitolo della guerra per aprire quello degli affari.

Sarkozy a Tripoli come Mitterrand a Sarajevo nel ‘ 92
Ho passato la giornata di giovedì in Libia accanto al presidente francese Nicolas Sarkozy e al premier britannico David Cameron, in visita a Tripoli e Bengasi. Abbiamo vissuto insieme con il popolo libico, finalmente libero dalla dittatura, uno straordinario giorno di festa. L’ accoglienza tributata a noi occidentali è stata commovente: si sentiva che i libici erano pieni di gioia. Gli altri sul posto, io di sicuro, provavano finalmente un senso di orgoglio. Per l’ Europa, e per la Francia. Sarkozy e Cameron hanno realizzato un’ impresa storica. In piazza della Libertà a Bengasi, davanti alla folla in festa, ne ho avuto la certezza. Per la prima volta l’ Occidente e il mondo arabo hanno ignorato i profeti dello scontro di civiltà; gli europei hanno teso la mano al popolo di un Paese arabo e musulmano in rivolta contro una spaventosa dittatura, contro un tiranno che minacciava di fare scorrere fiumi di sangue della sua stessa gente. Abbiamo aiutato quelle donne e quegli uomini, siamo stati dalla loro parte mentre si sollevavano contro l’ oppressione, e lo abbiamo fatto senza ricorrere all’ occupazione, senza pretendere di imporre noi, dall’ alto, il successivo regime politico. Non abbiamo voluto paracadutare a Tripoli la democrazia. La democrazia, in Libia, stava già nascendo, bisognava solo impedire che venisse soffocata nella culla, e ci siamo riusciti. L’ Europa ha fatto quel che era giusto, cioè aiutare un popolo che da solo, per primo e senza armi, aveva comunque deciso di conquistarsi, a qualsiasi prezzo, la libertà. La lotta non è finita, naturalmente, Gheddafi non è stato ancora catturato e dopo avere vinto la guerra ora si tratta di vincere la transizione. I miei amici del Consiglio nazionale libico si dicono sicuri che l’ ex dittatore si trovi ancora in Libia, nascosto in una delle tante città sotterranee che si è fatto costruire durante i suoi quarant’ anni di dominio assoluto; nessun Paese vuole assumersi il rischio di ospitare un uomo ricercato dalla giustizia internazionale per crimini gravissimi. E poi, lo ripeto: bisogna avere successo anche nella transizione, nella costruzione democratica, evitare le trappole che aspettano al varco tutte le rivoluzioni, fermare gli islamisti, ottenere che tutti rendano le armi, eccetera eccetera. Ma, intanto, che gioia! Il viaggio è stato preparato a lungo, sono state osservate tutte le possibili misure di sicurezza, ma è evidente che i due capi di Stato hanno preso dei rischi. Per questo Sarkozy e Cameron mi hanno ricordato il presidente François Mitterrand, a Sarajevo, nel 1992. Si può essere d’ accordo o meno con Nicolas Sarkozy, io spesso non lo sono e per questo non l’ ho votato. Ma occorre riconoscere quando un uomo di Stato è capace di fare un grande gesto politico, di issarsi al di sopra delle contingenze, di accettare consapevolmente e lucidamente un rischio. Sarkozy e Cameron a Tripoli hanno fatto la stessa scelta di coraggio di Mitterrand in Bosnia, e io sono convinto che è anche con azioni di questo tipo che si scrive, e si fa avanzare, la Storia. Lo dimostrano le tantissime donne venute ad acclamare Sarkozy all’ ospedale di Tripoli. Donne del popolo, non le amazzoni della guardia presidenziale, donne che hanno finora vissuto sotto la tirannia, in un Paese musulmano, e sperano in una nuova era di libertà. Quindi, è giusto riconoscerlo, per Nicolas Sarkozy è stato un momento di grande affermazione personale e politica. Dopodiché le elezioni sono un’ altra questione, quel che accadrà la primavera prossima nel voto per l’ Eliseo sarà deciso da altri fattori. Qui siamo su un altro piano. Quanto al rapporto tra l’ Occidente e il mondo arabo, quanto alle relazioni tra le grandi civiltà di questo pianeta, il viaggio a Tripoli è stato un momento fondante. Ci ricordiamo tutti di come gli Stati Uniti hanno lanciato la guerra in Iraq, un conflitto che continuo a ritenere sbagliato. Il profumo di Bengasi, giovedì, era molto diverso dai cattivi vapori di Bagdad. A giornata conclusa, ho viaggiato accanto a Nicolas Sarkozy e ad Alain Juppé, sull’ aereo della Repubblica francese che ci ha riportati a Parigi. Il presidente sa di essere all’ origine, con il suo ministro degli Affari esteri, di qualcosa di inedito. Il famoso diritto di ingerenza, il tanto declamato e mai applicato dovere di proteggere, in Libia è stato messo in pratica. Per la prima volta, non a chiacchiere, ma con le armi. E, quel che più importa, per una causa giusta. (testo raccolto da Stefano Montefiori) RIPRODUZIONE RISERVATA
Levy Bernard Henri
Pagina 23
(17 settembre 2011) – Corriere della Sera

186 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Ma ho la stessa sensazione che ho provato quando ho fatto saltare in aria quell´esplosivo in quella grotta ….
    speriamo che la gente si contenga…..qualsiasi decisione prendera´l´ONU.
    Rodolfo

  2. sylvi
    sylvi says:

    caro Pino,

    il Cardinal Bertone fa il Cardinale…
    Che nessuno a dx trovi da ridire…beh avranno il loro tornaconto,
    appunto come il Cardinale.
    Ma che a sx De Magistris (potere temporale) si inchini al Cardinale Sepe ( potere spirituale!!!!) e baci la teca di S.Gennaro…

    Siamo proprio una nazione di merda. Ipse dixit!!!
    Roba da votare la secessione …nonostante la proponga un demente ormai al capolinea.
    Ma se me la propongono Tosi e Zaia…corro di corsa.
    Non voglio essere più , all’estero, confusa con gente e sangui che si coagulano e si scoagulano.
    Proprio mi vergogno!!!

    Sylvi

  3. Faust
    Faust says:

    Il comunismo, come lo intendete voi, è contro la natura umana, da qui non si sfugge.
    … aridaye con la natura umana… le religioni e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo… invece sono… umane naturalmente…
    il comunismo deve lottare x realizzarsi, mentre la santa inquisizione e’ insita nella natura dell’umanita’… e il paradiso e l’inferno sono un luogo naturale di pensionamento… ma in questa vita il povero dovra’ x far contenta la natura… ( wall street) continuare a farsi sfruttare… e non avere da mangiare e di che vivere… dalla natura… naturalmente…

    Cara Sylvi, che la maggioranza dell’umanita’ viva sotto la miseria (materiale e’ colpa degli abusi dei privilegiati e prepotenti della terra… che si vestono come gli conviene ( capitalisti, comunisti, socialisti, maomettani, cattolici, e chi piu’ ne ha piu ne metta…) x continuare a sfruttare l’uomo e sottometterlo ai suoi poteri e voleri… (e questo x quelli che piangono miseria come te e si lamentano da mane a sera della merda che sono gli altri…) e’, naturalmente, secondo il volere della natura umana…
    In questa parte del mondo i popoli stanno lottando e lavorando x togliersi di dosso l’imperialismo capitalista… e x fare questo bisogna lottare… e stare sempre vigili e sempre in lotta ( altrimenti se ci si addormenta sotto la tenda, come il gheddafi, l’impero se ne fotte delle regole e leggi internazionali e ti riporta nella merda un popolo che viveva bene e non faceva del male ad altri…) la lotta di classe dei poveri e dei diseredati ( da altri… dai soliti… nessuno nasce povero ma ci diventa…) e’ giusta mentre le guerre imperialiste sono criminali… Secondo la Sylvi e i quaqquaraqua che parlano x difendere i privilegi e le prepotenze della loro classe… una minoranza… la loro di lotta di classe e giusta e legale… la lotta di classe dei poveri e’ contro la natura umana… Brava Sylvi… 7+
    Faust

    Ps: Brasile: poverta diminuita del 35%… Rep. Bolivariana de Venezuela 30% usciti dalla piu estrema poverta’… sconfitto l’analfabetismo… medicine ed ospedali gratuiti x tutti… etc… Grazie Chavez, grazie Lula… ( due socialisti mia cara Sylvi…)
    Il vs. capitalismo e’ il nano mafioso vs. capo… tenetevelo… intanto quelli che han fame non hanno tempo da perdere e lottano contro i prepotenti e i guerrafondai… (contro voi) Hasta la Victoria, Siempre!!

  4. Thomas Friedman su Repubblica di oggi scrive le stesse cose che scrive Nicotri da tempo
    Thomas Friedman su Repubblica di oggi scrive le stesse cose che scrive Nicotri da tempo says:

    Altro che le cazzate di Radolfo, i ragli coprofili sardi o le dentiere caccaviggine.
    Shalom

  5. Rodolfo
    Rodolfo says:

    E cosa dice …cosa scrive Thomas Friedman su Repubblica?
    Non trovo l´articolo.
    Caro Shalom….anche per sommi capi …non mi vuoi illuminare?
    E quali sono le mie cazzate?

    Quando si e´evasivi come il tuo 55 si puo´discutere?
    Insomma un po´di serieta´….Nicotri scrive su tutto e su tutti….come faccio a capire cosa intendi?
    Fragen über Fragen….domande su domande….chissa´se la candela candela grande potra´ mai spiegare alla candela piccola in quale grado puo´essere pericolosa la corrente d´aria….lo spiffero che filtra dalla finestra.
    Rodolfo

  6. sylvi
    sylvi says:

    caro Faust,

    tu mi fai sentire un po’ dissociata e schizofrenica perchè durante tutto il weekend mi son sentita ripetere ” voi comunisti”…arrivi tu e mi dici ” voi capitalisti di merda”; poi anche affermi ” che piango miseria???…. insomma ho bisogno dello psichiatra!!!
    Beato te che hai così chiaro in testa cosa si dovrebbe fare…
    Se ti piacciono Chavez e Lula perchè non ce ne indichi un paio anche a casa nostra??? Magari anche con le ricchezze che hanno da sperperare in Venezuela e Brasile???

    Col borsellino gonfio sanno tutti mettere fumo negli occhi; col borsellino vuoto….(intendo petrolio e materie prime!) le cose sono più complicate.
    Comunque a te do 0+ perchè non hai risposto alle tematiche che avevo postato io ma hai portato il tuo discorso attorno per gli orti come piace a te!!!
    Ciao
    Sylvi

  7. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Eppoi caro Shalom..vedo che non riesci a dimendicarti dei ragli coprofili sardi o le dentiere caccaviggine, ne sei rimasto colpito eh?
    Poi sai…non ho mai capito perche´ sono stati esclusi dal blog….
    davano cosi fastidio? Beh si…si vede che davano fastidio….magari qualche offesa di troppo …qualche argomento non ben accetto…
    qualche pestaggio di calli…e dunque?
    Siamo persone adulte…mica bambini.
    Se penso a tutte le cose che avete detto a me….ma io ci passo su
    Glat….che m´importa. In fondo….tutto va al macero….tutto.
    Rodolfo

  8. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Si ha paura delle denunce? Ma io non ho mai letto che qualcuno sia mai stato denunciato per qualcosa che viene scritto in un blog…
    e tra l´altro sono solo grattacapi che tutti vogliono evitare.
    In certi blog in Germania si che si va al sodo e volano parole grosse degne di sfide al duello….ma mai succede niente.
    Rodolfo

  9. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caro Shalom
    Beh mi sono stancato di aspettare….vado a prendermi un bel Whisky al bar Dostojewski…li ho amici …li mi distraggo….guardando i deretani o per essere piu´volgare “chiappe”.. le belle gambe delle donne in minigonna e le generose scollature che lasciano intravedere le belle e prosperose menne che lasciano senza fiato. Com´e´ bella la vita….non si potra mai ringraziare abbastanza il buon Dio per averle create….queste creature
    che dispensano tanta felicita´ e molto altro…..
    in questo senso…anche se non lo vedo come Presidente del Consiglio…
    capisco il Berluscaccio….come lo capisco.
    Pero la sua battuta “erano 11 e sono riuscito a farmene solo 8″ mi lascia molto perplesso…..ma come fara´….
    ahaahaaaahhahhahh
    Rodolfo

  10. Faust
    Faust says:

    Magari anche con le ricchezze che hanno da sperperare in Venezuela e Brasile???

    ebbrava… migliorare le condizioni di vita della popolazione x te e’ sperperare’ la ricchezza del paese… ?¿?
    Faust

  11. Faust
    Faust says:

    te do 0+ perchè non hai risposto alle tematiche che avevo postato io ma hai portato il tuo discorso attorno per gli orti come piace a te!!!

    … vedi seguire le ?tematiche? da te postate… x me e’ troppo difficile… non amo i getsemani… ma gli orti popolari… l’orto che ogni famiglia deve coltivare x casa sua… Orti Popolari… non petrolio… ma verdure coltivate sull’uscio di casa e sul tetto, se non ce’ altro spazio… Il governo Socialista distribuisce gratutitamente le semenze e l’assistenza x imparare a coltivare… Poi ti costruisci la casa con le tue mani e il governo ti da i tecnici e il materiale x costruire (paghi a 30 anni) Poi se sei contadino il governo ti da la terra da coltivare e gli incentivi x la semina… aggia’ ma di che parlo… di coltivare piccoli pezzi di terreno a misura familiare, pochi ettari divisi fra la popolazione ex diseredata, parlare di coltivare la terra con una che vive in una terra che non la coltivano piu’ i contadini ma le multinazionali capitaliste che stabiliscono prezzi e prestiti bancari… ecco non hai bisogno di due come Chavez e Lula… ma di cacciare il capitalismo… ciao neee!!
    Faust

  12. Controccorrente
    Controccorrente says:

    DI COMPETITON IN COMPETION……

    La maestra Sylvi, ci” informa “del suo pensiero “filosofico esistenziale” nel suo Splendido Post targato 48.
    Gliene siamo grati .
    Purtroppo sono spiacente di doverla informare che l’idea di Comunismo che si è fatta , è soltanto sua.

    L’unica cosa che si salva del suo 48, è l’idea che “nella storia degli uomini e delle società umane non possano esserci punti di arrivo definitivi.

    Inoltre mi dispiace deluderLa ancora una volta, ripetendo che l’idea che si è fatta del Comunismo è una Parodia del Socialismo Pre-Marxiano, in questo senso ,non è che sia contro la natura umana , ma è proprio una fesseria.
    Pertanto prego la signora maestra Sylvi, di rivolgere il suo rispetto PER I MIEI IDEALI altrove, per AMORE di CARITA’ , nella SPERANZA di non dover mai più leggere simili accrocchi indecorosi sotto tutti i punti di vista.

    La signora maestra ,da quanto vedo, ha paura della LOTTA DI CLASSE” ,OVVERO DELL’UNICA COSA CHE è SEMPRE ESISTITA.
    Comprendiamo le SUE preoccupazioni…in fondo se Maria Antonietta avesse potuto leggere Marx , prima che gli tagliassero la testa,avrebbe compreso che la Borghesia gli stava tagliando il collo in nome delle libertà “individuali”e per l’avvento degli ideali di Fraternità,uguglianza,ed Egalitè.

    Se ne sarebbe fatta una ragione..e avrebbe posato il collo sulla ghigliottina,contenta che una NUOVA CLASSE,stava prendendo il Potere nel quadro (come dice la Sylvi)in cui prevale una visione di organizzazione sociale piuttosto che un’altra..(encomiabile signora la maestra)…!!

    La signora LA Maestra poi ci ricorda la guerra…oddio che disastro in un momento che Il BOLSCEVICO Gianni Riotta ci ha ricordato suua Stampa di Torino,quello che anche un pirla come va ripetendo da tempo.
    Gianni Riotta ultimamente è la voce degli organi di Stampa del SOVIET SUPREMO e si rammarica che L’ATLANTICO STIA DIVENTANDO SEMPRE PIù LARGO ..sotto l’incalzare della Crisi economica e della naturale (sic!) competition tra BLOCCHI CONTINENTALI..oddio che disastro..Marx l’aveva predetto, semplicemente già analizzando come si sviluppava scientificamente l’econo mia borghese…oddio…

    Mac Millan premier inglese dell’epoca del dopoguerra ex-imperialista di un impero in decomposizione incazzato come una Jena di fronte al rifiuto amerikano di concedergli 1800 milioni di dollari dell’epoca per salvare la Santa Sterlina , Ovvero il prestito era sotto la clausola che gli Inglesi non rompessero più balle per Suez…fece una terribile “profezia”… Fra due secoli gli Americani proveranno l’umiliazione che proviamo Noi oggi..””
    Oddio non sono passati ancora due secoli…e ci avviamo nelle stesse condizioni di Pre seconda guerra mondiale…
    Oddio che disastro..Arrigp Levi sulla Stampa che scrive …: Ma è pur sempre sotto le forche caudine palestinesi che Israele dovrà passare per far pace con tutti : ed è solo su questo fronte che la diplomazia di Israele può agire per far sì che Israele non rimanga così tremendamente solo nella terra che qualche millenio fa fi irrevocabilmente promessa agli Ebrei (da chi poi?) ..ma fu poi anche irrevocabilmente negata…

    non c’è più religione sotto gli Ulivi , dove sono finite le certezze granitiche dei Padri, e per dirla con la Sylvi l’uomo è banalmente autoconservazione e competizione..infatti di competizione in competizione, va a finire che chi corre di più finisce per scoppiare..eh,ehe,he

    Che banalità da una poetessa mi tocca mai sentire..!!

    cc

  13. Controccorrente
    Controccorrente says:

    UDITE..UDITE..!!!

    Apprendiamo dalla nostra ormai EX-SACERDOTESSA DELL’AMORE (l’uomo è solo autoconservazione e competizione)
    ( un pò come dire che si vive per defecare), del Blog, la NOSTRA CARA SIGNORA la mestra Sylvi,che a suo parere sarebbe pronta ad ad accorre nelle falangi dei due nuovissi conducator.. ZAIA e TOSI…E tutto questo dopo aver “canzonato” il buon Faust per le speranza che Lui ripone in due Leader come Chavez e Lula..Oddio..che contraddizione palese…signora la maestra Lei dunque SPERA…oddio avevo appena finito di diventarmi una realista e già ci ricasca nelle speranze..
    ma dico io..!!

    cc

  14. Shalom: E Israele voleva armare i terroristi contro la Turchia!
    Shalom: E Israele voleva armare i terroristi contro la Turchia! says:

    MINISTRO DEGLI ESTERI ISRAELIANO:
    FINANZIARE TERRORISTI PER PUNIRE TURCHIA!

    Dopo l’assassinio commesso dalle forze israeliane di 9 pacifisti a bordo della Mavi Marmara in acque internazionali, l’anno scorso, e dopo il rifiuto di Israele di porgere scuse alla Turchia e pagare le famiglie, la Turchia alla fine ha estradato l’ambasciatore israeliano e sospeso le relazioni diplomatiche, politiche, militari e commerciali. Come si dice, chi la fa, l’aspetti.

    E ora il ministro degli esteri israeliano Lieberman, per ‘punire’ la Turchia perche’ ha osato non dimenticare l’accaduto, afferma che bisogna armare il PKK turco perche’ compia attentati terroristici nel Paese (stile Libia, insomma).

    Ed ecco come NATO e Israele, da ‘esportatori di democrazia’, sono naturalmente evoluti in ‘esportatori di terrorismo’. Beh, e’ lo stesso che hanno sempre fatto anche prima, solo che ora lo faranno con meno ipocrisia.

    http://news.antiwar.com/2011/09/09/report-israeli-fm-urges-arming-terrorists-to-punish-turkey/

    Israeli FM Urges Arming Terrorists to Punish Turkey!

    Netanyahu’s really got his work cut out for him today, however, following reports that Lieberman has formed a team in charge of coming up with ways to get revenge on Turkey for demanding an apology over the killing of aid workers in the Israeli attack on the Mavi Marmara.

    Incredibly, the reports have Lieberman plotting to arm the the Kurdistan Workers’ Party (PKK), a terrorist organization which has been launching attacks recently against the Turkish military.
    Webmaster’s Commentary:

    Israel is now officially a state-sponsor of terror.

  15. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro Vox,
    grande idea quella di Lieberman…, in fondo anche Kerenskij armò i Bolscevichi contro i tedeschi !
    Idera foriera di futuri sviluppi..!!

    cc

  16. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro PINO,
    questa volta e per la PRIMA VOLTA, sono costretto a criticare il tuo POST di apertura!
    Devo dare ragione alla NOSTRA EX-SIGNORA DELL’AMORE E PER CARITA’ DI PATRIA …QUANDO AFFERMA che in fondo in fondo Bertone fa il Cardinale…e vuoi mica criticarlo per questo..in fondo con questa sua” intemerata” e profonda riflessione la Sylvi,altro non fa che confermare la serie..
    A)Puoi criticare il BOIA quando taglia una testa ?
    B)Puoi criticare i soldati quando “ammazzano” ?
    c) Puoi criticare ect,ecte.etciùù
    Caro Pino,il cardinal bertone altro non fa ,nella più solenne delle tradizioni,che fare, quello che “Nostra Magistra”ha sempre fatto , da Paolo dei Gentili in poi, passando per Costantino,..il suo Mestiere !!
    Amen

    cc

  17. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Un pò di dati..”storici” presi così a casaccio di studi,su vecchi e polverose riviste del 1924 su un TEMA A NOI NOTO E LUNGAMENTE DIBATTUTO..SU QUESTO bLOG..

    LA POPOLAZIONE DELLA VENEZIA GIULIA ..(1924 E DINTORNI )

    Si legge che la popolazione della Venezia Giulia,comprese le due borgate carinziane nel 1910 ascendeva a 930.000 abitanti distribuiti come segue .

    Italiani Slavi Tedeschi

    Goriziano 93.143 151.167 4.458
    Trieste 158.353 58.583 11.447
    Istria 147.429 224.332 11.725
    Postumia ———- 41.479 ———
    Idria e circ ———– 20.136 ———
    Tarvise Weisenfels ——– 2.491 5.107

    tot 398.925 498.000 32.737

    Amen ..comprendo che la Storia non si fa sui dati, ma sui sentimenti , direbbe la Nostra Signora dell’AMORE in questo caso….
    Possiamo eliminare dunque i dati , sono un pasticcio..

    Ah dimenticavo di dire e sottolineare quelle che erano le condizioni degli Sloveni all’epoca ..ma anche questo è ascrivibile ad essere solo un dato che si può tranquillamente ignorare…la Storia si fa, con altre cose..

    cc

  18. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Mi scuso per le tabelline imperfette che vengono quando si entra nel Blog..devo imparare..Pino hai qualche consiglio in merito ?

    cc

  19. carlino
    carlino says:

    Io una cosa la devo dire…
    Ieri sera mi sono letto gli ultimi dieci (credo) editoriali del Corriere della Sera. Molte volte non condivido la linea pero’ va detto che e’ un giornale eterogeneo, dove ci scrivono firme importanti: Gian Maria Stella, Rizzo, a volte Sergio Romano… poi ci sono gli altri.
    Pero’ il Corriere della Sera da voce a tutti.
    Si puo’ essere d’accordo, o meno, con gli autori dell’editoriale (certo che Levy me lo ero proprio perso) pero’ va dato atto che e’ eterogeneo. Credo che il Corriere stia applicando da anni la stessa strategia che, se non ricordo male, applico’ durante e anche poco prima del ventennio.

    Certo che la stampa ufficiale, oggi, fa proprio schifo. Ho smesso, nauseato, di guardare i telegiornali della BBC – alla quale una volta guardavo con ammirazione, come esempio di stampa pubblica indipendente.
    Leggi Repubblica di quel servo degli Stati Uniti, dove nel suo blog si parla ancora una volta delle mignotte di Berlusconi, mentre il mediterraneo e’ l’europa sono in fiamme per ragioni diverse.
    Nulla o quasi sulla decisione del governo Palestinese di appellarsi all’ONU per l’autodeterminazione.

    Nicotri, scriva piu’ spesso.

    Saluti

  20. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Ahhh qualcuno scrive su questo Blog ,come se, la lotta di classe e il comunismo li prescrivesse un medico…mi spiace deluderli …non è così , molte cose accadono da sole…come stanno dimostando i FATTI !!!

    cc

    L’unica cosa che può fare il medico è certificare eventualmente il decesso, come direbbe la Sylvi , di una organizzazione sociale che si sta decomponendo !!

  21. Vox
    Vox says:

    Potrei anche aggiungere che il comunismo così come lo abbiamo conosciuto, ha tagliato fuori dalla sua costruzione di nuova società LE DONNE
    @ Sylvi

    MA VUOLE SCHERZARE?!
    Proprio col socialismo – e non solo in URSS – proprio le donne hanno avuto la parte del leone. Dopo la rivoluzione del 1917 sono state emancipate finanche quelle del Turkmenistan, Uzbekistan, ecc., che erano le ultime degli ultimi nei loro kishlak e aul, che non potevano parlare, ne’ stare a tavola con gli uomini, che non erano libere di sposare chi volevano, che non ricevevano alcuna forma di educazione, per non parlare di cose inaudite come universita’ o impiego professionale.

    Le donne, nel socialismo, come dimostrano anche i socialismi attuali, (cubano, venezuelano, boliviano, et al.) non solo hanno ruoli (anche politici) e stipendi pari a quelli maschili, ma ricevono un aiuto reale nella crescita dei figli e nella gestione della famiglia. Lo chieda a Faust, se non mi crede. Lei non ha la piu’ pallida idea di quello che critica.

    Per quanto riguarda la lotta di classe: secondo lei, i precari, gli operai, i disoccupati, i poveri, i pensionati, gli ex-benestanti, ecc. cosa dovrebbero fare, quando vengono sfruttati, malpagati, emarginati, impoveriti e ignorati? Fare i bravini e accettare in silenzio la ria sorte, con la speranza di rifarsi, una volta andati all’altro mondo?

    Non ci sarebbe lotta di classe, se fossimo in una societa’ piu’ giusta ed egualitaria. E le guerre, fino a prova contraria, le hanno fatte e le fanno nel 99% dei casi, i regimi capitalisti arraffa-risorse-altrui.

    Sono d’accordo con lei che non ci sono punti di arrivo definitivi, perche’ tutto evolve e si trasforma. Io intendevo un punto di arrivo nel contesto del discorso (si fa un passo per volta). Quando si immagina il futuro, o un futuro migliore, ci si fissano delle mete ideali alle quali tendere. Semmai venissero realizzate, chissa’ quando, anche quelle poi evolveranno.

  22. Vox
    Vox says:

    qualcuno scrive su questo Blog ,come se, la lotta di classe e il comunismo li prescrivesse un medico
    @ CC

    Il medico non li prescrive, ma dovrebbe
    :-)

  23. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro Vox,
    la mia affermazione, nasce dal fatto che di ineludibile come direbbe la Sylvi, non v’è nulla in questo “mondo”.
    Marx la pensava nello stesso modo, supergiù,ma studiando nella maniera più scientifica possibile e senza paraocchi ideologici la Storia e l’economia riuscì a stabilire la Ciclicità sempre più frequenti delle crisi sistemiche delle economie Borghesi.
    Sulla stessa strada si indirizzò il pensiero di Lenin, con l’imperialismo.
    Fuor di sentimento si direbbe….lo scontro tra le Potenze Continentali,oggi, si fa sempre più evidente,e sulla base della stessa logica ..il che vuol dire semplicemente che gli “sbocchi” sono segnati ed il pericolo di nuove “guerre” sempre più evidenti.
    Ci si può affannare finchè si vuole, ma tra un pò ,nasceranno i nuovi profeti che cercheranno di coprire nuove mattanze sotto le più colorite delle ideologie !!
    L’unica cosa certa è che il numero dei salariati nel Mondo sta crescendo in misura “esponenziale” è questo è un buon segnale, anche se non sufficinte ancora a fermare le nuove mattanze e tutto questo ..”fuor di sentimento ”

    cc

  24. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro Vox,

    dimenticavo….l’Ordine Versailles saltò poco dopo la crisi economica del 29…Germania, Italia e Giappone ciascuna per loro conto tentarono di rompere gli schemi….ora non sono un’indovino..ma questa crisi e parimenti gli sviluppi del Capitalismo mondiale..portano inevitabilmente alla “ridisegnatura” di un nuovo ordine..la debolezza dell’America è evidente e non si vede,perchè impossibile ormai , l’alba di un nuovo New Deal..
    Popoli enormi stanno entrando nella scena per accaparrarsi con la stessa “logica”del nostro recente passato, le risorse per il Loro ” sviluppo…
    Temo che i centri di Studi startegici abbiano già disegnato alcune possibili alternative…
    Se penso per esempio che uno come peter, (scherzando) propugnava un Corpo di spedizione italico in Libia..
    In sostanza non so se ridere o piangere..
    In tutti i casi mi vengono le “lacrime agli occhi”..!!

    cc

  25. sylvi
    sylvi says:

    Poichè il “bombardamento è arrivato da tre punti cardinali, mi sarà difficile rispiegare ciò che ho scritto e che credevo fosse chiaro.

    x Vox
    due punti: di solito scrivo di quello che leggo ma che ho possibilmente sperimentato anche “de visu”.
    Il comunismo non ha dato alle donne niente di più di ciò che in fondo dà la democrazia anche oggi; una finta uguaglianza e una finta
    libertà di lavorare per realizzare le proprie possibilità e intelligenza.

    Nell’ex URSS, ma anche nella ex Yugoslavia, che conosco come le mie tasche, gli hanno dato la libertà di studiare, e questo è moltissimo,… sicuramente una libertà sessuale che però e spesso degenerata, senza arrivare magari alle papi girls nostrane, in una visione del sesso come esercizio ginnico.
    Non lo dico io, ma i miei amici slavi.
    Le donne potevano divorziare, certo, ma i figli erano e sono a loro totale carico, spesso in nera miseria, con lavori che erano e sono sempre ciò che resta dalle attività dei maschi.
    Non ho voglia di dilungarmi sulle fatiche delle donne con una come lei che il mondo slavo l’ha percorso, pare , in lungo e in largo. Bastava avere gli occhi aperti.
    Comunque i satrapi russi, Tito, che concetto avevano delle donne diverso da quello di Berlusconi???
    E Putin???

    La lotta di classe: io intendevo semplicemente dire che la lotta di classe non è un obbiettivo, ma è un mezzo….
    Ho fatto una constatazione non un giudizio di merito.
    Ritengo che si possano attenuare , con la lotta di classe, le disuguaglianze più eclatanti, oppure operare uno scambio di potere fra le classi…ma sempre ci saranno coloro che si prendono la torta e lascieranno al popolino le briciole.
    E se le briciole sono un po’ più sostanziose…non basteranno…si vorrà di più! Fino a dove? Ma alla prossima lotta di classe ovviamente!

    Sylvi

  26. sylvi
    sylvi says:

    Caro cc,

    le tue tabelle sulla Venezia Giulia non mi dicono assolutamente niente!
    Io ho quelle del censimento di Francesco Giuseppe nel 1913, ultimo censimento prima del crollo!
    E dicono ben altro.
    Ho sempre affermato che l’Istria costiera era veneta e che all’interno nel corso dei secoli, anche con il consenso degli austroungarici, erano migrate popolazioni slave e ungare soprattutto dedite all’agricoltura.
    Ho già scritto che ancora oggi a Trieste c’è il detto: Cicio no xe per barca- dove Cicio sta per una popolazione contadina.
    I Cici venivano dalle terre a cavallo fra Slovenia-Austria-Ungheria.

    Non ho la pretesa di essere un’intellettuale come alcuni blogghisti…scrivo da maestra, come tu sottolinei continuamente.
    A proposito…chi mi chiama maestra lo fa con un tono molto diverso dal tuo che non gradisco.
    Mi rovini l’orgoglio di essere stata maestra.

    Io scrivo di quello che sono dopo i miei studi e le letture, nient’altro!
    Quanto all’uomo solo ” autoconservazione e competizione” sono le basi dalle quali non si prescinde.
    La religione nasce dalla insicurezza e dalla paura,dopo aver soddisfatto i bisogni primari di cui ho detto ( con la pancia vuota o in pericolo di vita non si filosofeggia, mio caro!) e dalla curiosità di capire i famosi: da dove veniamo-chi siamo-dove andiamo- ma mi pare che queste ricerche sono state sempre appannaggio di una elite , cioè di chi comanda al momento.
    La Chiesa imponeva-le Dittature imponevano- il Comunismo imponeva!!!
    Berlusconi, se potesse, imporrebbe! E ha anzi imposto fin troppo!
    SPERANZA-AMORE -SOLIDARIETA- fanno parte della sfera individuale che solo in un secondo tempo si incunea in quella sociale.
    Non scrivo trattati, IO!!!; scrivo ciò che penso e che mi viene
    dalla mia sensibilità e dalla mia esperienza.
    Se dovessi scrivere per lavoro sarei sicuramente più precisa e accurata; ma scrivo solo per il piacere della comunicazione!

    Sylvi

  27. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Statistiche del 1910, sono le mie…,dammi i dati del 1913, che dicevano “ben altro”..,ma non so ancora cosa e poi verifichiamo..
    Nehh!!!

    cc
    Maestra è un titolo che ti spetta…
    Cara la”mia signora maestra è un modo di dire ..quando sali in cattedra.., ma vale per chiunque !!

  28. Vox
    Vox says:

    @ Sylvi
    Cioe’, le sue esperienze sono ‘a occhi aperti’, le mie, inevitabilmente, ‘ a occhi chiusi’ (benche’ in lungo e in largo, bonta’ sua), solo perche’ non corrispondono alle sue opinioni?
    Ma sulle donne sbaglia. Putin non fa testo.

    E chi ha mai detto che la lotta di classe sia un obiettivo?? Si tratta di una conseguenza della lotta che i capitalisti fanno contro i lavoratori, contro i giovani e contro i pensionati del mondo. Nessuno si mette a lottare, se non ce n’e’ motivo, non trova? O pensa che sia uno sport? Lo sport dei poveri.

  29. Vox
    Vox says:

    Bomba in centro: torna il terrore ad Ankara
    (Corriere e Repubblica)

    Lieberman: detto, fatto.
    Ecco il Mossad in azione.

  30. Peter
    Peter says:

    x Vox e Sylvi

    care ragazze, sul tema della condizione femminile nei paesi comunisti, URSS in particolare, sono vicino a Sylvi e dissento da Vox, anche se con delle riserve. In linea di massima, e’ vero che in alcune province dell’URSS la condizione della donna non pote’ che migliorare dopo la rivoluzione, visto che prima era ai livelli che dice Vox, cioe’ di societa’ rurali contadine medievali. In particolare, l’istruzione venne estesa anche alle donne, le quali cominciarono cosi’ ad accedere alle professioni. Da notare pero’ che le donne in URSS non ebbero mai incarichi politici o amministrativi di grande rilievo, che io sappia.
    Un tema sgradito almeno quanto il comunismo e’ quello dell’omosessualita’…sgradito anche, forse soprattutto, ai comunisti, per cui lo tiro in ballo in questo contesto.
    Mi e’ stato insegnato che le societa’ piu’ omofobiche sono anche, di regola, tra le piu’ misogine. L’Inghilterra vittoriana era assai misogina, e sessuofobica in generale, per cui condanno’ Oscar Wilde. Il quale a Parigi, che misogina non fu mai, non ebbe mai alcun problema.
    La Russia sovietica fu sempre profondamente omofobica, per cui devo dedurre che anche la condizione delle donne fosse meno vantaggiosa di quella delle societa’ liberali e democratiche occidentali.
    Faccio notare a Vox, prima che faccia le sue solite impennate, che nel 1989 un terzo degli intervistati in URSS dichiaro’ che glli omosessuali dovevano essere puniti con la morte. Un terzo disse che andavano ‘isolati’ (presumo in Siberia…), solo il 12% disse che andavano lasciati in pace. Le cose cominciarono a cambiare con Gorbaciov.
    La Russia zarista, retrograda quanto si vuole, non ebbe mai leggi omofobiche, tranne che con Pietro il Grande, il quale pero’ si limito’ a proibire l’omosessualita’ nei ranghi militari.
    Con Stalin, inizio’ la persecuzione sistematica dei gay, i quali potevano avere fino a 5 anni di prigione, interdizione dagli uffici, etc etc. Molti artisti, poeti e uomini di lettere finirono in rovina solo per quello.

    Peter

  31. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro Peter,
    mi spieghi l’equazione ?
    Totalmente fuori testo “paragonare l’Inghilterra Luce del Mondo Vittoriana e la Russia Zarista.

    cc

  32. Vox
    Vox says:

    OSIAMO DUBITARE DEL CAPITALISMO
    (Dubbio americano. Da questa parte dell’Atlantico osiamo da un pezzo)

    di J.A. Smith
    Dissident Voice

    Tra il 1900 e il 2011 ci sono state ventiquattro recessioni negli Stati Uniti (compresa la Grande Depressione), una ogni 4,6 anni, con variazioni tra un decennio e un altro, principalmente per l’inevitabile sovrapproduzione e per l’avidità.

    Certo, il capitalismo è altamente produttivo e ha reso ricchi molti americani e ha facilitato il governo mondiale di Washington. È anche un sistema instabile responsabile di un’estrema disuguaglianza, di povertà, di stipendi stagnanti a casa e dell’aggressione all’estero per favorire gli interessi economici statunitensi. Ma quanto spesso questo sistema viene criticato dai mass media, dal governo e negli ambiti progressisti o liberali, anche con tutto il bordello che viene prospettato alla maggioranza degli statunitensi?

    La pubblicazione del 27 giugno di The Nation era dedicata ad articoli come “Re-immaginarsi il capitalismo”, tutti intenti a riformare il sistema esistente e non certo a sostituirlo, ma già è un passo avanti.
    Ancora in giugno il Dalai Lama ha detto a 150 studenti cinesi che studiano all’Università del Minnesota: “Mi considero un marxista […] ma non un leninista.”
    L’ultimo Time Magazine riporta: “Il Marxismo in rialzo su Google”.

    Cosa ha reso il capitalismo così sacrosanto nella nostra società? Non è stato sempre così. Per circa sessantacinque anni dall’inizio della Guerra Fredda che ha seguito nel 1945 la Seconda Guerra Mondiale, negli Stati Uniti il socialismo e le critiche al capitalismo sono state molto discussi tra gli immigrati e i lavoratori indigeni. Molti dirigenti di movimenti di lavoratori e di sindacati si consideravano socialisti. Il grande leader sindacale Eugene V. Debs (1855-1920) ha ottenuto quasi un milione di preferenze come candidato presidenziale dei socialisti nel 1920, mentre era nel Penitenziario Federale di Atlanta per essersi opposto alla Prima Guerra Mondiale. Si dice che il Partito Comunista aveva 100.000 iscritti nel 1940.

    Il fattore essenziale del silenzio odierno sulle pecche del capitalismo è dovuto al fatto che cinque generazioni di Americani, partendo dalla fine dell’800 e sempre più accanitamente dalla Rivoluzione Bolscevica del 1917, sono stati addestrati dai loro governanti e dalle istituzioni, nel corso di una vita intera, a ritenere che è il socialismo sia un pericolo assoluto per il “modo di vita americano”, per la democrazia e la libertà.

    Tutto questo è stato accompagnato da alcuni periodi di caccia ai rossi, di carcerazioni di massa, di deportazioni e di repressioni politiche, che sono culminate tra il 1945 e il 1960 con la purga dei socialisti e dei comunisti dal movimento dei sindacati e con la caccia alle streghe dei politici, l’imprigionamento dei dirigenti comunisti e i licenziamenti di insegnanti, scrittori, attori, registi e di normali lavoratori da decine di migliaia di posti di lavoro. Milioni di lavoratori hanno dovuto firmare giuramenti di fedeltà.
    [MacCartismo: il massimo esempio di ‘democrazia’]

    La parola “progressisti” è stata praticamente espulsa dal lessico negli anni ’50 per un paio di decenni…

    Se tutto ciò non si modificherà, le enormi disuguaglianze economiche e le distorsioni della democrazia rimarranno praticamente le stesse, perché l’anticomunismo, comunque, non metterà mai in dubbio il capitalismo.

    Riteniamo che Joel Kovel abbia ben reso l’idea, alla fine del suo notevole libro pubblicato nel 1994, “Red Hunting in the Promised Land”, dove ha riportato: “L’ordine capitalistico, con tutte le sue brillanti realizzazioni, non ha avuto successo; ha solo vinto [la Guerra Fredda]. Non ci potrà essere un futuro dignitoso per gli esseri umani se il sistema esistente non verrà messo in discussione. Per questo, il superamento dell’anticomunismo è indispensabile.”

    […] il 10% della popolazione possiede circa il 90% della ricchezza. In una nazione di 312 milioni di persone, l’intera élite potrebbe stare tranquillamente nello Yankee Stadium…La democrazia non potrà mai realizzare il suo pieno potenziale in queste circostanze[…]
    http://dissidentvoice.org/2011/09/dare-we-question-capitalism/

  33. Peter
    Peter says:

    x CC

    ti dico i dati o i fatti per quello che sono.
    L’Inghilterra vittoriana era profondamente ipocrita, imperialista, colonialista, classista, misogina, omofobica e sessuofobica. Luce del mondo per chi?! E’ vero che ebbe grandi intellettuali come Dickens, Darwin, Tennison (molto antimonarchico), Wilde e tanti altri, ma cosi’ ne ebbe la Russia zarista, suo malgrado…ti devo forse ricordare i nomi?
    In Russia la vastissima maggioranza era di analfabeti, uomini e donne. La rivoluzione scolarizzo’ entrambi, e quello fu un suo merito.
    Ma la condizione delle donne in Russia, sovietica prima e capitalista oggi, e’ inferiore alle societa’ occidentali.
    Un esempio: la femminizzazione della medicina, per ragioni a me poco chiare, si ebbe con la Russia sovietica. L’80% dei medici in Russia sono donne, come in epoca sovietica. Forse perche’ i compagni maschi avendo i muscoli dovevano fare gli operai ed i soldati, invece di studiare. Pero’ l’opinione globale ed il peso politico della classe medica in Russia conta quanto il due di briscola, perche’ nessuno, o quasi, da’ retta alle donne…e’ chiaro?

    Peter

  34. Faust
    Faust says:

    nel 1989 un terzo degli intervistati in URSS dichiaro’ che glli omosessuali dovevano essere puniti con la morte. Un terzo disse che andavano ‘isolati’ (presumo in Siberia…), solo il 12% disse che andavano lasciati in pace.

    Caro Peter, dimmi … se quest’inchiesta l’avessero svolta in italia nel mussonilismo o nel 1989 con la democrazia cristianisma … i dati sarebbero stati diversi o uguali… o peggio…
    Faust

    PS: oggi in Cuba hanno permesso i matrimoni fra esseri umani dello stesso sesso… cosa vuoi mai, caro Peter… anche i costumi si evolvono nel comunismo, come daltronde l’attuazione del sistema stesso… il socialismo e’ in divenire… chi lo evolve sono le comunita’ sociali, con l’aiuto del partito al governo… e sono governi costituzionali e democratici… il capitalismo e’ solo e sempre peggio x i poveri… pagano sempre loro… lo sfruttamento, la prepotenza del potere unito all’arroganza… ( ai poveri se si ribellano gli sputano in faccia) e diventano sempre piu poveri e i pochi ricchi sempre piu’ ricchi… eppoi devo dirti che il dettaglio dell’omosessualita’ in un paese con il 80% di gente che vive sotto il livello minimo di alimentazione, i diritti degli omosessuali non penso sia un problema urgente da risolvere… o addirittura sia un problema…( non trascurare il fatto che sia stalin o il padre siciliano di scrotolfo e lo stesso radolf… e ci metto anche mio nonno… la pensavano come i russi da te citati…) anzi oggi al socialismo del XXI secolo del problema dell’omosessualita nun gliene po’ frega de meno, sono altre le urgenze… e se gli frega e’ x l’aspetto di giustizia e di uguaglianza da difendere, come x qualsiasi minoranza sociale…Sono altre le urgenze nelle societa’ dei Poveri Diavoli, che visto come va il mondo capitalista-usuraio e guerrafondaio con la speculazione della moneta sulla moneta x ingrassare i soliti porci… Il Socialismo del XXI Siglo e’ da come io lo vivo e con me i Poveri Diavoli dell’Inferno dei Poveri Diavoli, la miglior possibilita di convivenza sociale, civile e democratica…
    Un affettuoso, come sempre, saluto
    Faust
    Ps: x le donne, (x Sylvi) proprio adesso ritorno dagli uffici di rappresentanza del Governo Bolivariano de Venezuela, dove di uomini c’era la guardia all’ingresso e l’Ambasciatore… tutto il resto del personale erano donne…

  35. Vox
    Vox says:

    La Russia sovietica fu sempre profondamente omofobica, per cui devo dedurre che anche la condizione delle donne fosse meno vantaggiosa di quella delle societa’ liberali e democratiche occidentali.
    @ Peter

    A me quello che dice su questo tema fa solo ridere, tanto e’ grossolano e lontano dai fatti.
    Ancora una volta, le sue certezze si basano esclusivamente sui suoi “penso che”. Pensi quel che le pare. Certo e’ che puntare il dito contro la situazione femminile in Russia – dall’Italia – e’ il classico caso del bue che da del cornuto all’asino, e senza tenere in alcun conto i fatti.

    In primo luogo, le donne erano e sono la maggioranza della popolazione nella federazione russa. Le donne hanno occupato e occupano tutt’ora ruoli di responsabilita’, sono a capo di enormi fabbriche, di aziende, cooperative agricole, di sindacati, di accademie, sono la stragrande maggioranza dei medici, dei notai, dei giuristi, dei magistrati.

    La prima donna in assoluto nello spazio fu una russa, mica un’occidentale: Valentina Tereshkova, nata da una famiglia di contadini, poi divenuta ingegnere aeronautico.

    In Russia c’e’ stata una grande tradizione di donne al comando, da secoli. Quanti paesi hanno avuto quattro imperatrici regnanti (Caterina I, Anna, Elisabetta, Caterina II la Grande)? Non l’Italia, non la Spagna, non la Francia, non l’Austria, non la Germania. La GB ha avuto 2 regine, Elisabetta I e Vittoria (considero i regnanti attuali un atavismo, anche perche’ non hanno alcun potere reale).

    In politica in URSS c’erano moltissime donne, per giunta a cominciare fin dalla rivoluzione. Erano intorno al 33% , quando in Occidente non arrivavano nanche al 10%. [http://www.owl.ru/win/books/policy/kochkina.htm]
    Curiosamente, la percentuale e’ fortemente caduta proprio dopo la fine dell’Urss.

    Nella vita di tutti i giorni, le donne erano aiutate, come madri, dal fatto che avevano il beneficio di un lunghissimo periodo a casa dopo la nascita di un figlio, gli asili nido erano sempre situati in prossimita’ del lavoro (cioe’ ogni azienda, ogni universita’, ogni fabbrica avevano un asilo), c’erano negozi speciali dove si vendevano cibi e abbigliamento per bambini a prezzi simbolici, c’era addirittura un servizio che riforniva di latte materno naturale, nel caso in cui una donna non fosse piu’ in grado di allattare.

    E’ proprio sicuro che noi italiani abbiamo il diritto di cercare la pagliuzza nell’occhio dei sovietici, quando abbiamo da sempre una trave nel nostro?

    Solo a lei poteva venire in mente di trarre conclusioni equiparando donne e omosessuali. Forse c’e’ qualche motivazione psicologica o di altro tipo, preferisco sorvolare. Si e’ vero che in Russia non hanno mai amato i gay, ma ce ne sono sempre stati, e all’epoca sovietica, a Mosca, avevano un punto di incontro favorito – peraltro, era il segreto di pulcinella, perche’ lo sapevano tutti – nella piazza antistante il Bolshoj. In Italia, invece, li amano molto, non e’ vero? Soprattutto al sud.
    Comunque, francamente, il tema mi interessa poco.

  36. Peter
    Peter says:

    x Faust

    mio caro, ora sei tu che paragoni la gloriosa URSS di Vox con l’Italia fascista (!!!), o con la Dc del 1989, sulla quale pero’ ti sbagli: l’indagine ‘doxa’ avrebbe detto che per meta’ dei DC i gay dovevano pentirsi per non andare all’inferno, l’altra meta’ avrebbe detto che chiedeva il parere del parroco…
    I paesi latino-americani: prevedevo la tua obiezione, ma guarda che il matrimonio nello stesso sesso e’ stato gia’ legalizzato da Spagna e Portogallo, paesi ‘capitalisti’ e liberali. I paesi progressisti latino-americani hanno seguito, ed hanno fatto bene. Poi tu sai meglio di me che hanno delle societa’ intrinsecamente matriarcali, il che puo’ avere i suoi vantaggi per le donne. Insomma, secondo me il comunismo o socialismo in quanto tale c’entra poco, e’ la cultura e l’evoluzione che contano.

    Un caro saluto

    Pete

  37. Peter
    Peter says:

    x Vox

    leri ha il suo solito modo, volgare e provocatorio, di cercare di farmi perdere le staffe…
    A sorvolare, francamente, sono io. Con lei si perde ‘la liscivia ed il sapone’. Buon bagno senza…ne avra’ bisogno.
    Che in Russia i gay ‘ci sono sempre stati’ e’ il suo segreto di pulcinella, un’affermazione talmente patetica che potrebbe essere degna della pravda…

    Peter

  38. Vox
    Vox says:

    Un esempio: la femminizzazione della medicina, per ragioni a me poco chiare, si ebbe con la Russia sovietica. L’80% dei medici in Russia sono donne, come in epoca sovietica.
    @ Peter

    Eh, gia’, che mistero. Forse e’ dovuto al fatto che i bambini maschi venivano mangiati appena nati dai commmunisti del soviet supremo, come ben risaputo nel veritiero Occidente. Certo, non al fatto che da loro tante donne abbiano potuto studiare e realizzare una professione che da noi, ancora oggi, e’ largamente maschile (forse perche’ da noi le femmine venivano e vengono a tutt’oggi indirizzate ad altre, piu’ anctiche e lucrose professioni).

    L’80% dei medici-donna dev’essere il sintomo di una tara gravissima del socialismo sovietico, la dimostrazione lampante dell’inferiorita’ della condizione delle donne dell’Urss rispetto alle consorelle dell’Occidente.

    Tra il 1941 e il 1945, cioe’ in appena 4 anni, il Paese ha perduto circa 23 milioni di persone in guerra, la maggioranza uomini (ma anche tra i soldati c’erano molte donne, volontarie). Una bazzecola del genere non potrebbe avere influito in qualche modo sullo sbilanciamento della popolazione?

    Oppure, chissa’, le donne saranno piu’ brave in medicina. Appena appena gli aprono le porte della facolta’, subito se ne approfittano, le marrane.

  39. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Carlino

    La ringrazio. Come avrà notato, faccio del mio meglio. Anche se è sempre più faticoso, come nuotare controcorrente in un fiume sempre più vischioso e veloce.
    Non ho però capito chi è in Repubblica “quel servo degli Stati Uniti, dove nel suo blog si parla ancora una volta delle mignotte di Berlusconi”.
    Un saluto.
    pino nicotri

  40. Vox
    Vox says:

    @ Peter

    Mi perdoni se ho offeso la sua particolare sensibilita’ sull’argomento omosex.
    Non era mia intenzione accennare ai presenti.
    Sentite scuse.

  41. Vox
    Vox says:

    Non ho però capito chi è in Repubblica “quel servo degli Stati Uniti, dove nel suo blog si parla ancora una volta delle mignotte di Berlusconi”
    @Pino

    Carlino mi corregga, ma mi e’ sembrato che alludesse a Zucconi.

  42. Peter
    Peter says:

    la cosa davvero curiosa e’ che ora Faust e vox paragonino l’URSS con l’Italia…addirittura poi con l’Italia fascista. Infatti secondo me hanno ragione, lo stalinismo era un regime fascista.
    Faccio comunque notare che l’Italia non si e’ MAI dichiarato paese comunista o socialista, ergo ‘egualitario’ per definizione. Cionondimeno, le donne (e gli uomini) dell’Italia attuale hanno certo piu’ diritti che non in URSS…Salvo che li’ ne hanno mandato una in orbita…
    Tradizione di ‘donne al comando’ in URSS? guarda caso, Vox ripara alla Russia zarista per quello…quante segretarie di partito ci sono state in URSS?!
    Le tre carte, Vox, le tre carte…

    Peter

  43. Peter
    Peter says:

    x Vox 93

    si vada a lavare, signora. Ne ha bisogno…E si faccia anche un clistere. Fore c’e’ ancora speranza…

    Peter

  44. Vox
    Vox says:

    Insomma, secondo me il comunismo o socialismo in quanto tale c’entra poco, e’ la cultura e l’evoluzione che contano.
    @ Peter

    Evoluzione?
    Puo’ darsi, infatti, che l’evoluzione ci stia preparando all’estinzione.

  45. Peter
    Peter says:

    x Vox 98

    sí, ha ragione, e’ meglio che lasci perdere i clisteri: causebbero la sua totale estinzione…
    Fortuna che la puzza e’ qui solo virtuale

    Peter

  46. Vox
    Vox says:

    Si arrampichi pure sugli specchi, dear friend, ma comincia a scivolare nel pietoso. Io mi ritiro, poiche’ ho qualcosa di piu’ interessante da fare che lasciarmi trascinare in discussioni senza senso, su temi di scarsa attualita’.

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