Il matrimonio “del secolo”, la beatificazione di Wojtyla e l’uccisione di Bin Laden. Tre goal a conferma della supremazia dell’Occidente o della drammaticità dei suoi problemi? Obama non ha dubbi: “La Cina è vicina” non è solo un vecchio film

L’uccisione di Bin Laden è la ciliegina sulla torta dei due eventi che hanno tenuto banco per vari giorni in quasi tutto il mondo, sicuramente in tutto il mondo occidentale: il matrimonio “del secolo” del principe ereditario inglese e la beatificazione di papa Wojtyla. L’accoppiata di questi ultimi due eventi è apparsa – o è stata fatta apparire – come la conferma che l’Occidente e il suo cuore, l’Europa, sono in buona salute, anzi ottima. Quasi tutti gli addetti ai lavori l’hanno magnificata come il fulgore di una nuova alba o di un sole ancora ben alto, smentendo così che il Vecchio Continente sia sul viale del tramonto. E il “botto” dell’uccisione di Bin Laden ha fatto da moltiplicatore a tanto ottimismo, confermando come baricentro del vasto mondo la superpotenza Usa, nume protettore dell’Europa e del mondo civile – il famoso “mondo libero” – in generale.
Tanto entusiasmo forse è fuori luogo. I matrimoni “del secolo” ormai non si contano più, da quelli di Montecarlo a quelli di Londra, Madrid, ecc., e il parlare e straparlare di principesse “del popolo” non ha mai cambiato e non cambia la sostanza dei fatti: il popolo resta al suo posto, anche se una ricca privilegiata priva di titoli nobiliari si trasferisce a corte e forse un giorno diventerà moglie del re. Molti vedono in ciò una cosa meravigliosa, “le favole si avverano” gridava il cartello di una anziana signora davanti all’abbazia di Westminster, ci vedono una democratizzazione delle monarchie quando forse si tratta invece di prolungamenti della  monarchizzazione delle democrazie. Insomma, il bicchiere può essere mezzo pieno o mezzo vuoto. Dipende dai punti di vista. O dal pessimismo e dall’ottimismo, si usa dire. In realtà dipende solo da un’altra cosa, e conviene capirlo: dipende solo da quanto vino c’è ancora, e se c’è, nella botte o nella bottiglia…
Riguardo la beatificazione di Wojtyla, senza dover ripetere quanto già detto, e da molti critici, c’è da dire anche qui che dall'”anno santo” 1950 è tutto un proclamare meraviglie “epocali” per la Chiesa e le umani sorti progressive, con l’aggiunta dell’enorme quantità di beati e santi spinti all’onore degli altari dallo stesso Wojtyla. Sono stati riesumati perfino i “papa boys”, ancora una volta visti come una “svolta” della gioventù: poi però le luci si spengono, i pellegrini se ne vanno via da Roma e tutto resta come prima. O peggio.
Meglio avrebbe fatto il Vaticano a essere meno invadente e celebrare la beatificazione di Wojtyla non il primo maggio, rubando la scena alla festa dei lavoratori fino a snaturarne in qualche modo la giornata. Beatificare il papa sette o settanta giorni dopo non avrebbe cambiato nulla. Brutto segno quello di voler mettere nell’angolo la Festa dei Lavoratori, sia perché significa di fatto mettere nell’angolo anche i lavoratori e sia perché i lavoratori sono già stati messi nell’angolo dalla mancanza di lavoro, perlomeno di quello a contratto a tempo indeterminato. Più che di lavoratori, ormai è il caso di parlare di forza lavoro: un tanto al chilo o all’ora. E degradare il concetto e la realtà del lavoro inteso come professione significa degradare anche il concetto di cittadinanza, come in effetti sta avvenendo. Con buona pace della Costituzione, che esordisce con l’articolo 1 per dire che l’Italia è una “repubblica basata sul lavoro”.
In ogni caso, non si vede il motivo del gridare quasi al miracolo per l’afflusso, ufficialmente, di “un milione di pellegrini” per la cerimonia della beatificazione, l’esposizione della salma del papa, ecc. In India per la “Festa della Brocca”, festa religiosa,  arrivano da tutto il mondo 50-60 milioni di pellegrini, cioè poco meno dell’intera popolazione italiana, come a dire oltre un milione di persone al giorno per tutta la durata della ricorrenza. A fronte di tali cifre il milione di pellegrini a Roma, nel giro di una settimana, impallidisce. Forse dovremmo parlarci un po’ meno addosso, strabiliarci meno. Confrontarci un po’ di più col resto del pianeta, e magari piantarla di credere che ne siamo sempre l’ombelico, l’ombelico del mondo.
Ma l’ombelico del mondo non lo siamo più neppure con l’uccisione di Bin Laden. E può esserne anzi una prova la sua stessa eliminazione.  Rompendo gli indugi e mandando ad uccidere Bin Laden senza neppure avvertire i padroni di casa, cioè il governo di Islamabad, Obama mostra che non può più lasciare gli usuali margini di ambiguità all’alleato pachistano anche a costo di violarne la sovranità territoriale, che a ben vedere oltre a essere una umiliante sberla in piena faccia è soprattutto una violazione delle leggi internazionali, un atto ostile molto simile a un atto di guerra. Obama ha fretta, specie dopo che le agenzie specializzate hanno minacciato di abbassare il rating degli stessi Usa. Obama ha fretta perché sempre più l’economia Usa si regge sul debito pubblico e sempre più questo si regge sulla pazienza dei cinesi che se ne sono fatti carico comprandolo. E’ vero che il pensiero strategico militare cinese punta ancora alla collaborazione, specialmente economica, con gli Usa, così come del resto il Celeste Impero ha sempre fatto conto più sui commerci e i protettorati per estendere la sua influenza nel resto del mondo, a differenza dei nostri grandi esploratori e conquistadores che hanno seminato morte e distruzione ovunque, partorendo un colonialismo di dimensioni planetarie. Ma è vero anche che da qualche tempo i cinesi hanno ridotto di molto, quasi del 90 per cento, la vendita all’estero di quei metalli che vanno sotto il nome di “terre rare” e che sono essenziali per lo sviluppo delle tecnologie più moderne, dai computer alle trasmissioni, dall’aeronautica alle bombe atomiche di ultima generazione. I giacimenti di “terre rare” cinesi sono molto più grandi di quelli africani, e a differenza di questi non sono sotto il dominio delle nostre compagnie minerarie, decisamente devastanti. Di fatto, la Cina con una mano garantisce il debito Usa, dall’altra con il blocco dei metalli strategici sta paralizzando i giganteschi piani Usa di ammodernamento militare. Il tutto con gli analisti del mondo intero,  compresi quelli della Cia, concordi nel prevedere che nel 2020, cioè tra appena 9 anni, la Cina sarà la prima superpotenza mondiale. E, a differenza che con la defunta Urss, i suoi rapporti con la Russia tendono sempre più al bello. Ce n’è abbastanza perché alla Casa Bianca spuntino i primi capelli bianchi tra i folti riccioli neri del suo illustre inquilino.
Obama ha fretta. Ha capito benissimo che “La Cina è vicina” non è solo un vecchio film italiano del ’67. Alle fantasie del regista Marco Bellocchio è subentrata la realtà. E così Obama dà un colpo di acceleratore alla strategia del “contenimento” del miliardo e mezzo di abitanti all’ombra della Grande Muraglia, versione aggiornata del “contenimento” della defunta Unione Sovietica, versione aggiornata cioè della Guerra Fredda. Obama ha eliminato Bin Laden per dare una stretta al Pakistan. E dà una stretta al Pakistan perché è in movimento l’intero scacchiere del Vicino e Medio Oriente. Il “vento arabo” e il ghibli libico vengono spinti soprattutto contro la Siria. Con la solita scusa dell’intervento “umanitario – che non viene mai invocato neppure in queste ore contro governi ignobili, ma nostri fedeli alleati, come quelli dell’Arabia Saudita e del Barhein,  che stanno reprimendo nel sangue le proteste in casa loro – si cerca di buttar già il regime siriano. Per instaurarvi la famosa democrazia? Mah. Più che altro per privare i russi della disponibilità di basi o appoggi navali nella costa siriana. E’ da secoli che la Russia cerca uno sbocco al mare, che non siano i gelidi e commercialmente poco trafficati mari del nord, ci hanno tentato gli zar e ci hanno tentato i comunisti. E ora nel Mediterraneo cominciano a circolare perfino i cinesi, che con la scusa di proteggere le loro petroliere dai pirati somali hanno inviato qualche cargo armato come navi militari e già 5-6 anni fa hanno chiesto di comprare il molo “Marco Polo” del porto commerciale di Venezia. Obama ha capito quello che né gli italiani né gli europei avevano capito riguardo la novità che anziché essere Marco Polo ad andare in Cina e riferirci è ora la Cina che arriva a Venezia, cioè nell’Alto Adriatico, e si compra il “Marco Polo”…. “Quando l’Oriente era il mondo”, titola un bel libro di Steward Gordon, che parla di rotte, commerci, mercanti, monaci e viaggiatori tra il 500 e il 1.500. Il pendolo della Storia e il baricentro del mondo stanno ritornando a Oriente, il che non significa che il mondo diventerà migliore e che ci sarà finalmente l’Età dell’Oro e della Giustizia.  Significa solo che la nostra civiltà è nata in definitiva in Oriente e che meglio faremmo a ricordarcelo. E a risolvere i problemi sul tappeto, il principale dei quali è da troppo tempo l’insostenibile ingiustizia della divisione tra Paesi (stra)ricchi e Paesi (stra)poveri, anziché vaneggiare di “scontro di civiltà”.  Dal quale verremmo sepolti e non solo “contaminati” come con le vecchie invasioni “barbariche”.
La conclusione di questo smottamento verso il Fiume Giallo è un passo avanti verso la “cortina di sabbia” stesa dagli Usa tra la Russia e la Cina da una parte e il Medio Oriente e il Mediterraneo dall’altra.  L’invasione dell’Afganistan, con la buona scusa dell’11 settembre di New York, è stato il primo passo, accompagnato dall’installazione di basi militari Usa in Uzbekistan, Kazakistan, e in altri territori dell’ex Unione Sovietica. Ora si cerca di inserire nella cintura di “contenimento” asiatico anche la Siria. Con Israele che scalpita per colpire l’Iran: tant’è che nei giorni scorsi i suoi cacciabombardieri pare si siano allenati nel cielo irakeno nella simulazione di attacchi a obiettivi iraniani. Se si riuscisse a sconvolgere pure l’Iran con il “vento arabo”,  anche se gli iraniani arabi non sono, ecco che il “contenimento” sarebbe ben più esteso ed afficace, permettendo di neutralizzare bilanciandole eventuali eccessive emancipazioni del Barhein e degli altri Stati del Golfo.
Che gli Usa sentano sul collo il fiato dell’Oriente lo dimostra la reazione sbalorditiva dei festeggiamenti di massa in strada alla notizia dell’uccisione di Bin Laden. La morte di Bin Laden è una buona notizia. Ma pensare che “morto un papa”, in questo caso un Bin Laden, non se ne possa più “fare un altro”, in questo caso un altro Bin Laden, è forse un po’ illusorio. A volte è più pericoloso il mito che si crea attorno a un personaggio dopo la sua morte che lo stesso personaggio vivo. Il boato dei festeggiamenti in piazza e la antropomorfizzazione nella figura di Bin Laden dei “nemici degli Usa e dell’Occidente” sembrano più che altro un gigantesco esorcismo: delle proprie paure e della altrui concorrenza. Qualche anno fa un mio amico e collega si è molto scandalizzato alla vista dei palestinesi, mi pare di Nablus, che gettavano da un balcone gridando di gioia il corpo di un militare israeliano ucciso. Chiederò a questo mio collega e amico che impressione gli fa questa gigantesca festa a stelle e a strisce che butta giù dal balcone, in questo caso una portaerei, il cadavere di un altro morto ammazzato, anche se certo ben più colpevole del malcapitato soldato israeliano al punto da non poter fare paragoni.  In Vaticano sono rimasti talmente sgomenti per questi  festeggiamenti da precipitarsi ad ammonire che gioire per un’uccisione, quali che siano le colpe dell’ucciso, non è mai una cosa buona. Neppure da gente civile, è il caso di aggiungere.
Non credo sia il caso di correre dietro alle voci che danno Bin Laden morto da dieci anni e conservato in freezer in attesa di farlo morire ufficialmente al momento opportuno, con la fretta di “seppellirlo” in mare che tradisce la volontà di impedire controlli e verifiche sulla salma. Colpisce però che tale voce sia sfuggita – a quanto si dice – proprio a quello Steve Pieczenik, ex della Segreteria di Stato Usa, che oltre ad avere a suo tempo contribuito alla nascita dei talebani ha anche dichiarato e messo per iscritto in un libro che la decisione di spingere le Brigate Rosse a uccidere Aldo Moro è stata una decisione presa da lui. In accordo con l’allora ministro degli Interni Francesco Cossiga. “Moro libero avrebbe significato la fine della fedeltà dell’Italia alla Nato e la sua destabilizzazione”, ha dichiarato e scritto Pieczenik. Ma tralasciamo. Volendo, si potrebbe sospettare che Bin Laden è stato ucciso con un colpo in testa per evitare di catturarlo vivo e che potesse rivelare verità imbarazzanti per gli Usa e non solo. E ce ne sarebbe da dire non poco anche sul fatto che anziché vivere rintanato in una grotta sui monti afgani Bin Laden viveva comodo in una bella casa pakistana in mezzo ad altre molte case, a 2-300 metri da un posto di polizia, a 500 metri dalla principale accademia militare del Paese, frequentata da tutto lo StatoMaggiore,  e a un centinaio di mteri da un ospedale, forse utile per la cura dei suoi reni malandati. Anche senza tener presente il continuo andirivieni di arabi, notato dai vicini e denunciato inutilmente alla polizia, basta guardare le foto della residenza di Bin Laden, con alti muri sormontati da filo spinato e guardie armate, e osservare il circondario con Google Earth per capire che è impossibile che nessuno in Occidente sapesse. Ma tralasciamo.

Guarda caso, come Totò Riina se ne stava tranquillo nella sua villa a Palermo, con tanto di piscina,  Bin Laden se ne stava tranquillo nel suo casale in una paese vicino alla capitale pachistana. I Totò Riina a un certo punto diventano ingombranti o non servono più. Anche i Bin Laden. Le rivolte nel mondo arabo stanno facendo diventare ferri vecchi  i Bin Laden, ma se è per questo – e ancor più – anche il nostro guardare agli arabi e all’islam solo come un pericolo, affidandoci a Israele come cane da guardia. Se a Washington, Parigi, Londra e Bruxelles fossero meno ciechi, con la “primavera araba” si potrebbe buttare a mare tutto il vecchio armamentario “irredentista” degli uni e degli altri e finalmente anche Israele potrebbe vivere in pace, riconosciuta e accettata.  Uno Stato per tutti i suoi cittadini, ebrei, musulmani, cristiani, atei, agnostici, ecc.
Ma a parte i sogni, i romanzi, gli “scoop”, le “rivelazioni” e le fantasie sfrenate, il problema resta un altro ed è anzi ancora più grande delle eventuali complicità con Bin Laden e complotti per tappargli la bocca: oltre al “vento arabo”, che stiamo cercando di usare al solito per le nostre vele, c’è soprattutto il “big game” cinese. Con un “contenimento” che comincia a far sentire in sottofondo un rumore che somiglia a quello di cingolati e di elevatori utilizzati per sistemare le bombe sotto le ali dei cacciabombardieri.

Speriamo che, come dice Obama, morto Bin Laden “il mondo è diventato migliore”. Ma se non diventa migliore anche per gli altri, oltre che per noi, a partire dal grande carcere a cielo aperto di Gaza, siamo punto e a capo.

61 commenti
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  1. Vox
    Vox says:

    Steve Pieczenik, un politico americano,(“deputy assistant secretary of state” con diversi importanti incarichi in tre diversi governi) ha affermato pubblicamente ieri che Osama Bin Laden è morto nel 2001, poco dopo l’attentato dell’11 settembre.

    Pieczenik, che ha anche una laurea in medicina, conosceva personalmente Osama, e afferma che Osama era molto malato, (soffriva della sindrome di Marfan, un grave disturbo genetico che colpisce i tessuti connettivi) e in quanto medico sapeva che non sarebbe sopravvissuto a lungo.

    Pieczenik definisce la notizia dell’attuale uccisione di Bin Laden come la più grande bugia che abbia mai sentito. La versione di Pieczenik ne confermerebbe altre secondo cui Osama bin Laden sarebbe effettivamente morto una decina d’anni or sono.

    http://globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=24622

  2. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Sorry my friend, that’s all I could find on Yahoo, there are more pages at the end…..

    Death of Osama bin Laden News, Headlines and Latest Stories on Yahoo! News

    http://news.yahoo.com/topics/osama-bin-laden

    I must close, I am dealing with my grandson in how to purchase a truck…with me as a cosigner. :-(

    Ciao, Anita

  3. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Se e’ una bufala, Obama si e’ fatto le scarpe da se stesso.
    Con tutta questa confusione e se salteranno fuori delle novita’, sara’ in pericolo il suo 2012.
    E’ una storia che non morira’ facilmente…

    Non dubito che bin Laden sia stato ucciso il 2 di Maggio, ma il dopo ha causato troppe speculazioni e congetture.

    Anita

  4. Faust
    Faust says:

    Tu vorresti finire governato da simili figuri??
    Io NO! Almeno fin che posso scegliere.

    Sylvi
    … si ma se non sai… cchi e come… se non sai nemmeno come si chiamava l’infelice assassinato … che era un ebreo… se non sai … che o.b.l. non centra niente con questo assassinio x terrorismo… che son fatti che non centrano nulla con o.b.l… evita di sproloquiare, sempre x portare l’acquassanta all’acquasantera… cattolici contro islam ddai cosa ci vuole… sta ggia succedendo…¿¿
    Alle pilloline di Uroburo… senza ricetta medica… ti consiglierei una visita x parlare di cucina col tuo medico di famiglia… NON credo te l’abbia detto il medico di scrivere anche quando non sai di cosa scrivi…
    Treppateraaveggloria…
    F.

  5. Faust
    Faust says:

    … ma che ore sono in Ittaglia?? l’orologio del blog non aiuta… ma quante ore di fuso orario ci sono… qui sono le 8,45pm… boh!!

  6. Faust
    Faust says:

    … stavo x chiudere e lasciarvi dormire… ma qualcuno… forse lo trovo in ascolto, se non in altre faccende affaccendato… il Caro AZ … l’amico e compaño Antonio… bello leggere di te su questo blog… Continuiamo il Cammino Insieme… qui con Pino Nicotri e i blogghisti Tuti, Beli e Bruti … x fortuna questi ultimi hanno abbandonato il ring… eppoi danno del perdente a ccchi li ha suonati… cosi va il mondo secondo .essi…
    Abbacchi e Braci ar’dente…
    Faust

  7. Anita
    Anita says:

    x Faust

    Sono esattamente le 3:04 AM.

    Se vuoi ti mando l’orologio Italiano.
    Dimmi che indirizzo devo usare, abbreviato.

    Ciao, Anita

  8. Anita
    Anita says:

    x Faust

    Ti ho mandato l’orologio italiano ad ambedue gli indirizzi.
    Io lo conservo in un folder sulla mia mail-box.

    Anita

  9. sylvi
    sylvi says:

    x Faust

    Sentimi bene , biel frùt,
    ero in grado di andare a cercare il nome dell’ebreo americano, ma Anita ha subito capito benissimo di chi parlavo e me l’ha fornito.
    Non era mia intenzione fare la cronistoria dell’evento successo sulla Achille Lauro nel’85.

    Parlavo di terrorismo e terroristi armati fino ai denti e con una nave alla loro mercè, che , quando si abbassano ad uccidere un handicappato ebreo, ma anche calmucco!!!, non hanno più motivazioni che si possono definire, non dico politico-ideologiche, ma neppure umane! PUNTO!
    E lo stesso discorso vale rivoltato da dx a sx, dall’alto in basso!
    Non era un soldato! Era un uomo innocente e malato!!!
    E la specie umana dovrebbe distinguersi in qualcosa da quella animale. Forse si distingue…in favore di quella animale!

    Le pilloline… di marlin??? mangiatele tu, fanno bene al fegato e anche al lobo frontale!!! Suppongo!
    Non ho ricette di marlin da consigliarti…pare non sia granchè …ma tu lo sai meglio di me!

    Ieri sera mi sono riletta il supplizio di Marcantonio Bragadin, governatore di Famagosta, e che portò alla battaglia di Lepanto!!!…
    Sai che da noi ai bambini capricciosi si diceva una volta, quando si sapeva la Storia, – se non stai buono …arriva il Turco!!!!

    Sogni d’oro, biel frùt!

    Sylvi

  10. sylvi
    sylvi says:

    Domani è il 35° anniversario del terremoto in Friuli!
    I friulani avrebbero invitato qualche “Politico” romano per le cerimonie e la posa della pietra per la ristrutturazione del Castello di Gemona …unica opera ancora da completare!!!
    Ma, partendo dal Presidente, tutti hanno declinato l’invito perchè le forze di polizia sono impegnate sabato lungo il tragitto aeroporto di Ronchi ad Aquileia , che il Papa percorrerà in papamobile.
    Il tempo di una Messa in Basilica …e poi via con l’elicottero a Venezia.
    Poichè non sono faziosa e non temo il parlar chiaro…questo Papa usa scippare le feste civili???

    Buonagiornata a tutti.

    Sylvi

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