Manifesto per la fondazione del partito Democrazia Laica. Per la difesa della laicità della Repubblica italiana (quindi anche della libertà di religione) e contro la guerra da “scontro di civiltà”

Il laicismo unisce, i clericalismi invece dividono. E spingono chiaramente verso una nuova disastrosa guerra chiamata “scontro di civiltà”. Se qualcuno vuole partecipare con me all’avventura della creazione del partito Democrazia Laica si faccia avanti. Questo è il manifesto che io propongo. Si accettano ovviamente suggerimenti e consigli, specie per il programma politico che io ho solo abbozzato in pochi punti.

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L’Italia è stata unificata e resa più civile, più moderna e più europea dalle personalità, dai gruppi, dalle associazioni e dai partiti laici e antitotalitari, cioè da un insieme che oggi è purtroppo molto indebolito e in via di estinzione come realtà organizzata e dotata di strutture politiche. Da qualche tempo è invece cresciuto l’interventismo della gerarchia vaticana nella vita politica della Repubblica Italiana, fino a superare abbondantemente in vari campi i limiti del lecito; interventismo che si è mobilitato non per la conquista di nuovi diritti dei cittadini italiani, quanto invece per impedirli. Di recente si è arrivati a sostenere che le leggi della Repubblica devono essere in sintonia con il credo man mano elaborato in Vaticano.
Questo comportamento, da religione di Stato, spinge da una parte all’ossequio filoclericale e dall’altra all’anticlericalismo, eccessi da evitare entrambi, ma spinge anche in direzione contraria al diritto di libertà di culto, inteso come diritto alla libertà per ogni culto, compreso il culto del non credere. Il Vaticano ha tentato a lungo d’imporre alla Comunità Europea il cappello delle “radici cristiane” nel progetto di Costituzione europea. Il tentativo finora è andato a vuoto e nel frattempo la Spagna, ex sagrestia d’Europa, si è molto laicizzata, diventando molto più moderna ed europea. Per bilanciare tali perdite il Vaticano ha aumentato la pressione sulla Repubblica italiana, con il chiaro scopo di farne il proprio “zoccolo duro” per non perdere anche l’influenza, i privilegi e il potere che da secoli esercita sul territorio italiano.

La libertà di scelta religiosa e di scelta atea o agnostica è un diritto inalienabile, che parafrasando una nota frase di Camillo Benso di Cavour potremmo riassumere con l’espressione “Libere Chiese in libero Stato”, aggiornandola ed ampliandola in “Libere Chiese in libera Europa”. Il crescendo di invadenza vaticana va però in direzione opposta a tale diritto e a parte dei diritti universali dell’uomo, e legittima per reazione un’analoga invadenza da parte di altre religioni, aumentando così il pericolo del ripetersi di esiti drammatici già vissuti in passato, e contribuisce in modo preoccupante al deterioramento della scuola e della sua centralità nella formazione dei cittadini e del futuro del Paese. Ecco perché l’invadenza del Vaticano va contrastata, con urgenza e fermezza, ed ecco perché quella delle altre confessioni va prevenuta con altrettanta urgenza e fermezza prima che sia troppo tardi. Si può essere cristiani e cattolici senza inginocchiarci anche fuori dalle chiese, così come si può essere atei o professare altre religioni senza per questo tenere sermoni o montare in cattedra fuori dai propri templi.Pur tralasciando le passate mobilitazioni della gerarchia clericale contro quelli che sono poi diventati diritti civili, come il diritto al matrimonio con rito non religioso, il diritto alla contraccezione preventiva, all’aborto e ai trapianti di organi, ancora oggi i cittadini italiani pagano le conseguenze dell’interventismo del Vaticano in troppi campi:
•    fecondazione assistita;
•    convivenza more uxorio di cittadini dello stesso sesso;
•    diritto alla contraccezione;
•    diritto alla pillola del giorno dopo;
•    diritto all’aborto terapeutico senza l’ostacolo delle cosiddette “obiezioni di coscienza” e senza intollerabili pressioni di presunti “amici della vita”;
•    diritto a decidere sulla propria morte contro l’accanimento terapeutico deciso da estranei contro la volontà dell’interessato e dei suoi congiunti, anche ben oltre il limite della umana dignità;
•    diritto alla prescrizione medica di sostanze utili ad attenuare l’insostenibile dolore fisico nei malati terminali.
•    diritto all’eguaglianza, almeno nelle scuole pubbliche, da parte di insegnanti di materie non religiose nei confronti degli insegnanti di religione, sfacciatamente preferiti nelle graduatorie per l’assunzione in ruolo.
Il dilagare di malattie sessuali quali l’Aids, che in Africa miete centinaia di migliaia di vittime e crea un mare di orfani, a causa del divieto “religioso” del preservativo, perfino in presenza del suo utilizzo a fini procreativi senza rischio tra sieropositivi, indica che questi argomenti non hanno nulla né di religioso da una parte né di ideologico dalla parte contrapposta. Si tratta di problemi drammaticamente concreti, che creano dolore e sofferenza in tutti coloro che si vedono privare la dignità di nuovi diritti e l’esercizio della propria sessualità senza i condizionamenti di tabù imposti dall’alto per motivi che in realtà nulla hanno a che vedere con la religione.
Purtroppo l’invadenza della gerarchia vaticana non si ferma ai temi citati, ma si spinge anche a pretendere una serie di privilegi decisamente inaccettabili, perché oltretutto contraddicono pesantemente il principio di eguaglianza dei cittadini e tra fedi diverse, compresa la fede nella mancanza di fede:
•    incasso di quasi l’80% del gettito fiscale dovuto all’8 per mille versato da molti contribuenti all’atto della dichiarazione dei redditi senza specificare il beneficiario. Il libro L’obolo, scritto dal giornalista Curzio Maltese, ha rivelato l’impressionante ammontare delle cifre incamerate ogni anno dal Vaticano in questo modo. Cifre che meglio sarebbe investire nella scuola, cioè nel futuro dei giovani e quindi dell’intera società;
•    esenzione da tasse come l’Ici ottenuta in molti modi, anche inserendo piccoli spazi per il culto in immobili chiaramente ad uso commerciale, turistico, ecc. E’ da notare come varie inchieste giornalistiche e buoni libri dimostrano che il Vaticano possiede beni immobili pari a un quarto di tutti quelli esistenti a Roma e un quinto di tutti quelli esistenti in Italia;
•    nomina anche nelle scuole pubbliche degli insegnanti di religione su decisione del vescovo locale, anziché per concorso come per tutti gli altri insegnanti;
•    privilegio nell’assunzione a tempo indeterminato degli insegnanti di religione rispetto a tutti gli altri anche aventi maggiore anzianità, e con il ministro Giulio Tremonti privilegio perfino negli aumenti di stipendio;
•    licenziabilità dei citati insegnanti di religione a discrezione del vescovo locale;
•    stanziamenti sempre più sostanziosi per la scuola privata, che in Italia è di fatto quella gestita dal Vaticano o da organismi ad esso facenti capo. La Regione Lombardia è arrivata al punto di stanziare fondi per aiutare le famiglie che, per i propri figli, alla scuola pubblica preferiscono quella privata, cioè di fatto confessionale. Si utilizza quindi il pubblico denaro per degradare ulteriormente la scuola pubblica! Degrado che l’attuale ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, vuole acuire a livello nazionale imponendo a tutte le Regioni le stesse regalie di danaro pubblico a favore della preferenza per le scuole private, vale a dire facenti capo al Vaticano, a discapito di quelle pubbliche, facenti capo cioè alla Repubblica Italiana. E’ invece il ruolo centrale e strategico della scuola pubblica nel futuro di un Paese civile che deve essere recuperato e rilanciato con urgenza, pena il declino irreversibile e annessi possibili esiti traumatici.


Poiché i vescovi non sono nominati dalle rispettive comunità di credenti, bensì dallo Stato del Vaticano e ad esso debbono rendere conto, ne consegue che la Repubblica Italiana ha ceduto parte della propria sovranità a uno Stato estero qual è a tutti gli effetti il Vaticano, anche in tema di esercizio del diritto internazionale.
Oltre a ciò, il problema è che gli insegnanti in questione non sono insegnanti di religioni o storia delle religioni, come dovrebbero invece essere, bensì di fatto solo insegnanti di religione cattolica, intesa sempre e comunque come “la vera religione”. Su questo punto la gerarchia facente capo al Vaticano e alcune forze politiche al suo seguito e adoratrici della “realtà territoriale” hanno preso posizione esplicita, anche in tempi recenti, appellandosi alla tradizione, alla “identità italiana” e alle “radici europee”.
Riguardo all’invocare le tradizioni come un obbligo da perpetuare, bisogna sottolineare che anche lo schiavismo, le case di tolleranza, lo sfruttamento dei minori, la subordinazione della donna e la sua mancanza del diritto di voto, la monarchia, la pena di morte, la tortura, il disprezzo verso gli ebrei perché “popolo deicida”, la mancanza di diritti eguali per tutti e perfino la mancanza dell’habeas corpus, tutte queste realtà storiche sono state delle tradizioni. Tradizioni durate molti secoli e a volte millenni, ma non per questo abbiamo dovuto restarne prigionieri, ce ne siamo anzi per fortuna liberati. Le “tradizioni” sono da sempre in continuo aggiornamento e volerle ingessare o restarne prigionieri è – per usare un linguaggio caro al clero vaticano – contro natura, oltre che contro la Storia e i diritti universali degli esseri umani.


Riguardo l'”identità italiana”, non è il Vaticano il più adatto a parlarne e a spiegare cosa essa sia. Non è infatti fare dell’anticlericalismo ricordare che il papato si è opposto più di una volta alla realizzazione dell’unità d’Italia, unità che avrebbe potuto essere realizzata già dai Longobardi, i laboriosi lombardi di oggi, ben 800 anni prima di quanto avvenuto. L’unità d’Italia è stata peraltro conquistata appena 150 anni fa e a prezzo di guerre anche contro lo stesso Stato pontificio. Come qualunque altra, l’identità italiana è comunque cambiata nel tempo, modificandosi sotto l’incalzare della Storia ed emancipandosi sotto l’incalzare del sapere, della cultura e del progresso in generale.
Riguardo infine alle famose “radici cristiane” dell’Europa, da qualche tempo fatte diventare “giudaico-cristiane”, con una inversione di 180 gradi rispetto alla tradizione, è il caso di dirlo, durata 16 secoli, ci sono da notare alcune cose.
La prima è che nonostante le intenzioni del Vaticano il termine “giudaico-cristiano” rende evidente la stessa realtà che esso vuole nascondere, e cioè che le radici in questione hanno origini ben più antiche (esse affondano nel Vicino e Medio Oriente): né l’ebraismo e neppure il cristianesimo sono infatti realtà “made in Europe”, dove sono infatti arrivate dal Medio Oriente.
La seconda cosa da notare è di fatto una prosecuzione della prima. Se la definizione “giudaico-cristiane”, riferita alle radici in questione, indica implicitamente che esse arrivano fino in Oriente, c’è da aggiungere che in realtà esse affondano molto più in là di quanto comunemente si voglia ammettere e far sapere: nonostante la damnatio memoriae dei popoli pagani operata dal Vaticano con la Bibbia, le nostre radici arrivano infatti fino in Mesopotamia e oltre. Basta notare come perfino piccole realtà di essenziale uso quotidiano, come l’orologio e il calendario, i numeri e le operazioni aritmetiche, per non parlare di molto altro, sono eredità che abbiamo ricevuto da spazi territoriali e culturali che abbracciano almeno 3-4.000 anni di storia e comprendono in forma organica l’attuale Vicino e Medio Oriente, spingendosi peraltro ancora più in là.
Voler far partire la Storia dal tempo della Bibbia o da quello più recente dei vangeli rappresenta un grave errore, oltre che un sopruso nei confronti della verità. Vale a dire, una falsificazione della Storia, ovvero dei fatti realmente accaduti, anche se troppo spesso volutamente ignorati, specie in relazione alle loro influenze sulla cultura e sull’identità dei popoli. Tale ignoranza è però oggi non più ammissibile alla luce delle imponenti acquisizioni realizzate da discipline quali l’archeologia, la storiografia, lo studio delle lingue precedenti il greco e il latino e lo studio delle conoscenze scientifiche e tecnologiche di popoli e culture anteriori, e non di poco, ai greci e ai latini. Anteriori cioè ai popoli e alle culture alle quali usiamo far ascendere le nostre radici precedenti il cristianesimo e precedenti la stessa presa di coscienza dell’esistenza del territorio chiamato Europa.
La terza cosa da notare, infine, è che le radici vantate dal Vaticano sono state man mano favorite e poi imposte manu militari per motivi politici dal potere imperiale, quello di Costantino e Teodosio prima e di Carlo Magno dopo, recidendo, con metodi non di rado degni dei moderni talebani, radici ben più antiche. E’ ormai assodato e noto che le più importanti ricorrenze cristiane, quali il Natale, la Pasqua, la Quaresima, ecc., non sono altro che tradizioni preesistenti, “pagane”, delle quali il clero romano si è semplicemente appropriato. Perfino le processioni e la venerazione delle immagini sacre ci sono state trasmesse dall’antico Egitto e dalla Mesopotamia, oggi quest’ultima ancor più aborrita perché si chiama Iraq.


Se non si puntano i piedi sulla demistificazione delle “radici europee” e del'”identità italiana” – rispettivamente definite “radici cristiane” e “radici cattoliche”, con insistenza crescente da quando è nata la Comunità Europea, e recentemente trasformate entrambe in “giudaico-cristiane” – si finirà con il restare prigionieri dell’evidente strategia vaticana di ricerca di una qualche forma di coesistenza tra cristianesimo ed ebraismo, inclinata in realtà sempre più pericolosamente verso lo scontro con il mondo islamico, esponendoci quindi prevedibilmente al suo risentimento e alle sue reazioni.
Quello con il mondo islamico è uno scontro iniziato in tempi moderni con la spedizione di Napoleone in Egitto due secoli fa, ma già inaugurato in tempi anteriori con le varie crociate. Che altro non erano se non guerre europee volute dal Vaticano contro il mondo non solo islamico. Viceversa, si rischia che eventuali e peraltro auspicabili accordi di pacifica convivenza tra le diverse confessioni stendano una ancor più spessa e pesante cappa multi clericale sui diritti dei cittadini italiani tutti, laici e non laici, che seguono una religione o che non ne seguono nessuna. E nel caso di ormai non impossibile rottura dell’unità d’Italia, con conseguente espulsione della sua parte più debole dalla Comunità Europea, la situazione che si sta creando potrebbe avere conseguenze devastanti.


A tutto ciò bisogna aggiungere che in parallelo con l’aumento dell’invadenza clericale nella vita politica è cresciuta anche nella realtà delle scuole private il ruolo di Comunione e Liberazione, organizzazione filoclericale che punta a occupare nell’intero settore della scuola uno spazio simile a quello che è riuscita ad occupare nel settore della sanità della Regione Lombardia, diventata per alcuni politici regionali l’equivalente di ciò che è Mediaset per Silvio Berlusconi. Comunione e Liberazione ha inoltre contribuito ad alterare la natura della politica sanitaria lombarda: se tale politica prima era modellata sulla realtà della distribuzione statistica e territoriale delle patologie,  oggi invece è modellata sulla struttura e sulle esigenze del mondo della produzione sanitaria e farmaceutica. Si vuole forse snaturare anche il mondo della scuola con analoghi cambiamenti di rotta e di obiettivi? Nella scuola si vuole piegare l’interesse generale a favore di quello “privato”, in gran parte confessionale e comunque sempre affaristico?
Più in generale, il dilagare di Comunione e Liberazione nella realtà economica e politica lombarda è ben documentato dal libro dal titolo significativo: Assalto al potere in Lombardia, scritto da chi ben conosce il tema, perché dipendente della giunta regionale e per rappresaglia è stato sospeso pro tempore dal lavoro.
C’è da notare che Comunione e Liberazione è nata proprio in Lombardia, per l’esattezza a Milano, grazie all’uso molto disinvolto che il famoso professore di religione don Luigi Giussani fece negli anni ’60 del suo ruolo tra gli studenti del liceo Berchet dove insegnava. L’esempio del sacerdote Giussani – definito grande educatore, omettendo però che educava al cattolicesimo molto poco laico – trova oggi volenterosi imitatori. Nelle scuole private nell’orbita di Comunione e Liberazione non di rado gli insegnanti praticano, nei confronti di cognizioni e dottrine sgradite, la strategia del riduzionismo o del negazionismo, per esempio nei riguardi del darwinismo e dell’evoluzionismo, sostituiti d’autorità con il creazionismo biblico, ma anche sostituendo buona parte della storia antica con i miti della Bibbia, fatti passare per verità storiche quando è ormai assodato che non lo sono e che pertanto alimentano invece odi millenari tra varie confessioni con danno dei rispettivi popoli.


Una scuola pubblica che insegni istituzionalmente nello stesso tempo due cose tra loro opposte e inconciliabili, vale a dire da una parte la storia e il pensiero critico, quindi anche scientifico, con il personale docente scelto dallo Stato italiano e dall’altra il suo opposto fideistico, quali per esempio il creazionismo e i miti biblici con il personale scelto ad nutum dal vescovo, è una scuola che offende il dettato costituzionale sulla parità dei cittadini italiani e che non è in grado di formare menti dotate di sufficiente intelligenza critica e capacità scientifica.
Una tale formazione scolastica, contraddittoria e schizofrenica, non è la più adatta per reggere le pesanti sfide economiche, culturali e globali che sempre più ci vengono lanciate da Paesi come l’India e la Cina, giganti che, spogliatisi ormai del tutto degli abiti coloniali imposti in passato dall’Europa, la stanno raggiungendo in molti campi. Con la prospettiva di superarla e soppiantarla nel ruolo mondiale. E’ quindi la scuola pubblica, non le singole confessioni né quella dominante, che deve essere messa al centro dell’interesse generale.


E’ la stessa Comunità Europea a lanciare l’allarme con una apposita risoluzione, la numero 1580 del 4 ottobre 2007, che vale la pena citare per intero in calce a questo documento, e che mette in risalto come il movimento creazionista persegua in realtà ovunque nel mondo cristiano, dagli Stati Uniti, dove è nato, all’Europa, dove lo si vuole espandere, l’obiettivo di abbattere la democrazia per sostituirla con la teocrazia. E anche in questo caso non è ideologia o anticlericalismo denunciare una tale situazione, si tratta invece di far notare, tra l’altro, un paio di cose. Senza scadere nell’antagonismo e nella contrapposizione reciproca, credo e scienza devono poter coesistere senza che un credo venga ad opporsi alla scienza contrastandone le acquisizioni, che hanno invece il merito di avere enormemente migliorato le condizioni di vita dell’umanità.
In Italia siamo arrivati al punto che il vicepresidente del Consiglio Nazionale per le Ricerche (CNR), Roberto De Mattei, si è fatto dare dallo stesso CNR un contributo di 9.000 euro per pubblicare gli atti di un convegno da lui organizzato sul tema “Evoluzionismo. Il tramonto di una ipotesi” (cfr “La Repubblica” del 23 dicembre 2009). De Mattei è un fervente creazionista, convinto che “Adamo ed Eva siano personaggi storici e siano i progenitori dell’umanità”.
Poiché crede nella Bibbia, e non solo riguardo all’origine dell’umanità, confondendo illegittimamente tra le sue legittime scelte religiose e la sua pubblica responsabilità di ricercatore scientifico, De Mattei lancia anche l’accusa che “in alcuni ambienti ecclesiastici c’è un atteggiamento debole, come di inferiorità verso certi ambienti intellettuali” assertori del darwinismo, e punta il dito contro i “vescovi e teologi che lo accettano”, chiosando che questi “sono gli stessi per esempio che sostengono che il libro della Genesi è una metafora e che non va preso alla lettera”.
Se questa è la mentalità scientifica e la disinvoltura del vicepresidente del CNR, possiamo intuire quale sia quella al livello della scuola di ogni ordine e grado. Insistere sulla verità storica delle narrazioni bibliche e prenderle come insegnamenti, per giunta divini, anziché spiegare che in massima parte sono solo miti e che nella totalità sono comunque di esclusiva origine umana significa legittimare valori che ledono in molti punti la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la Costituzione della Repubblica italiana.


Non è ammissibile che il Vaticano remi contro la laicità e quindi contro la legalità della nostra Repubblica e che nello stesso tempo questa gli conceda tali e tante concessioni economiche e agevolazioni fiscali da farne un non trascurabile peso per l’erario. Peso che oltretutto ha quattro ben precise conseguenze negative: contribuisce a ridurre la possibilità di arrivare a una più equa tassazione, sempre promessa dai nostri governanti e sempre dagli stessi rinviata alle calende greche; impedisce alla radice lo sviluppo di iniziative pubbliche assistenziali e solidaristiche, con annessa creazione di posti di lavoro anche qualificato; favorisce invece la cultura e la pratica della carità appaltata di fatto a iniziative ed istituzioni facenti capo al Vaticano; infine, toglie risorse alla scuola pubblica.
La debolezza, le contraddizioni e i vizi di varia natura delle forze politiche, soprattutto della maggioranza, mettono il governo e la gran parte dei partiti nella condizione di avere più che mai bisogno dell’appoggio della gerarchia vaticana per conservare la propria base elettorale, cioè il proprio potere.
Tutto ciò è apparso drammaticamente chiaro nelle vicende del primo ministro Silvio Berlusconi negli ultimi mesi del 2009, sfociate nell’affermazione clamorosamente mendace sui “valori cristiani veicolati dal mio governo”. Il “caso Dino Boffo”, con i suoi annessi e connessi, è stato un episodio emblematico anche per cinismo, mercanteggiamenti e disponibilità alla simonia, oltre che per le torsioni acrobatiche che ha comportato. E a proposito di torsioni acrobatiche, la Lega Nord è passata da un anticlericalismo becero ad un altrettanto becero filoclericalismo, aggravato da una visione del cattolicesimo decisamente meschina e razzista.
Il bisogno governativo e più in generale politico, anche a livello regionale e comunale, di appoggio strumentale alla stampella vaticana comporta una ulteriore contrazione dei diritti civili e una ulteriore cessione di sovranità della Repubblica italiana a favore dello Stato estero del Vaticano.
Tutto ciò ha inoltre contribuito all’abbandono da parte dei partiti di sinistra dell’analisi della composizione della realtà produttiva, industriale, economica, finanziaria, contadina, professionale, ecc., e dell’analisi della composizione delle classi sociali. Un abbandono che obnubila la possibilità di efficaci riforme e cambiamenti strutturali e quindi di un più alto livello della qualità della vita delle classi dipendenti. Le categorie dell’analisi di classe sono state sostituite da categorie prevalentemente anagrafiche, come “giovani” e “anziani”, etnico-geografiche, come “extracomunitari” e “italiani”, religiose, come “cattolico” e “musulmano”. E c’è la tendenza ad aggiungere categorie ideologiche come “antisemita”, “filoisraeliano”, “filoarabo”, ecc. La distruzione della possibilità di intervenire incisivamente sulla realtà strutturale anche di classe è perciò praticamente nulla.


Le tensioni e i tentativi di accordo tra le tre religioni monoteiste, che di fatto sono le religioni dell’intero bacino del Mediterraneo e annesso retroterra, spingono in direzione di un rafforzamento clericale, inteso come rafforzamento dei cleri delle varie confessioni e di quelli delle loro divisioni scismatiche (non esiste infatti né un solo tipo di cristianesimo né un solo tipo di islam e neppure un solo tipo di ebraismo, in quanto le loro suddivisioni e sette assommano ormai a svariate decine).
Siamo così costretti a oscillare tra lo “scontro di civiltà” – che è piuttosto uno scontro di inciviltà, oltre che di fatto uno scontro di religioni, o meglio di interessi che si definiscono religiosi – e una ripresa dei vari clericalismi che sarà sicura causa di regressione sotto vari profili: politico, civile, sociale, morale, culturale, quindi anche scientifico, ed economico, oltre che religioso, ove per religione s’intenda l’inalienabile diritto a professare una fede, senza volerla imporre agli altri. Cioè senza voler a tutti i costi interferire nel dare a Cesare ciò che è di Cesare e, per chi ne ha almeno uno, dare al proprio Dio ciò che è del proprio Dio.
Non vogliamo restare prigionieri di tradizioni e radici che non hanno saputo evitare o che hanno provocato tragedie immani come il colonialismo, le guerre mondiali, i genocidi, l’uso della bomba atomica e la demenziale corsa agli armamenti nucleari, chimici, batteriologici e perfino “stellari, tutte prove evidenti dell’assenza di qualunque “superiorità” culturale o di civiltà nei confronti del resto del mondo, anzi prove di bancarotta morale e culturale di modelli di civiltà e sviluppo insostenibili, che se diventano accessibili al resto dell’umanità, il rischio è quello della distruzione delle risorse del pianeta.


OBIETTIVI – In attesa di definirli con esattezza con un dibattito più ampio, sono comunque prioritari:
•    il potenziamento delle scuole pubbliche e dei programmi scolastici, anche dirottando a loro favore almeno parte dei fondi recuperabili ponendo fine ai privilegi economici del Vaticano e degli incostituzionali finanziamenti alle scuole private;

•    il riconoscimento effettivo della parità dei diritti e della dignità tra l’uomo e la donna anche in fatto di sovranità sul proprio corpo, promozione di una maggiore presenza della donna in tutti i campi della vita pubblica, sua autonomia nelle scelte in fatto anche di maternità e lotta contro le pretese di sua soggezione alle ideologie dei vari cleri, che di fatto sono pretese di prosecuzione della soggezione della donna all’uomo. Il potere maschile e maschilista ha già fatto troppi danni nel corso della Storia, ed è ormai urgente porvi un argine e combatterlo;
•    l’ampliamento dei diritti civili sulla base dell’eguaglianza tra tutti i cittadini italiani, e quindi a prescindere da considerazioni religiose e sessuali e di qualunque altra natura comunque discriminatoria;
•    l’abrogazione del Concordato e dei privilegi che comporta, anche per impedire che se ne stipulino altri sullo stesso modello per altre religioni.


Ecco intanto il testo completo della risoluzione n. 1580 approvato dalla Comunità Europea il 4 ottobre 2007:
1 – Lo scopo di questo rapporto non è quello di mettere in dubbio o combattere un credo – il diritto alla libertà di fede non lo permette. Lo scopo è di mettere in guardia contro certe tendenze a far passare un credo per scienza. È necessario separare i credo dalla scienza. Non è una questione di antagonismo. Scienza e credo devono essere in grado di coesistere. Non è una questione di contrapporre credo e scienza, ma è necessario evitare che un credo venga ad opporsi alla scienza.
2 – Per alcune persone la creazione, in quanto materia di credo religioso, dà un senso alla vita. Nonostante questo, l’assemblea parlamentare è preoccupata dei possibili effetti negativi che potrebbero avere le idee creazioniste all’interno del nostro sistema educativo, e delle conseguenze per la nostra democrazia. Se non stiamo attenti, il creazionismo potrebbe diventare una minaccia per i diritti umani, argomento di fondamentale interesse per il consiglio europeo.
3 – Il creazionismo, che è nato dal rifiuto dell’evoluzione delle specie attraverso la selezione naturale, è stato per lungo tempo un fenomeno quasi esclusivamente americano. Oggi le idee creazioniste tendono a farsi strada in Europa, e la loro diffusione sta influenzando un numero notevole di Stati membri del Consiglio europeo.
4 – L’obiettivo primario dei creazionisti di oggi, la maggior parte dei quali sono cristiani oppure musulmani, è l’educazione. I creazionisti sono tesi ad assicurarsi che le loro idee vengano incluse nei programmi scientifici della scuola, ma il creazionismo non può in ogni caso pretendere di essere una disciplina scientifica.
5 – I creazionisti mettono in dubbio il carattere scientifico di certi aspetti della conoscenza, e sostengono che la teoria evolutiva è solo una fra le tante interpretazioni possibili. Essi accusano gli scienziati di non fornire prove sufficienti per affermare la validità scientifica della teoria evolutiva. D’altra parte essi difendono le proprie affermazioni come scientifiche. Nulla di tutto questo regge ad una obiettiva analisi dei fatti.
6 – Stiamo assistendo ad una crescita delle modalità attraverso le quali viene messa in discussione certa conoscenza stabilita sulla natura, sull’evoluzione, sulle nostre origini e sul nostro ruolo nell’universo.
7 – C’è un rischio effettivo di generare una seria confusione nelle menti dei nostri figli tra ciò che ha a che fare con convinzioni, credo e ideali di ogni tipo, e ciò che ha a che fare con la scienza. Un atteggiamento apparentemente egualitario potrebbe apparire piacevole e tollerante, ma è in realtà pericoloso.
8 – Il creazionismo presenta molti aspetti contraddittori. L’idea dell’intelligent design, la più recente e più raffinata versione del creazionismo, non nega un certo livello di evoluzione, ma l’intelligent design, in forma più sottile, cerca di apparire come scientifico nel suo approccio, e proprio qui sta il pericolo.
9 – Questa assemblea ha regolarmente insistito sull’importanza fondamentale della scienza. La scienza ha reso possibili notevoli miglioramenti nelle condizioni di vita e di lavoro, e non è un fattore insignificante nello sviluppo economico, tecnologico e sociale. La teoria dell’evoluzione non ha nulla a che vedere con una divina rivelazione, ma è basata su fatti concreti.
10 – Il creazionismo sostiene di essere basato su rigore scientifico. In realtà i metodi utilizzati dai creazionisti sono di tre tipi: affermazioni puramente dogmatiche; un uso distorto di citazioni scientifiche, a volte illustrate con splendide fotografie; e un supporto da parte di più o meno noti scienziati, la maggior parte dei quali non sono specialisti nel settore. Attraverso questi metodi i creazionisti cercano di convincere chi non è esperto in materia, e di seminare dubbio e confusione nelle loro menti.
11 – L’evoluzionismo non è una semplice questione di evoluzione degli umani e delle popolazioni. Negarlo potrebbe avere serie conseguenze sullo sviluppo della nostra società. Progressi nella ricerca medica con lo scopo di combattere con efficacia malattie infettive come l’AIDS diventano impossibili se i principi fondamentali dell’evoluzione sono negati. Non ci si può rendere pienamente conto dei rischi che comporta il significativo decadimento nella biodiversità e nei cambiamenti climatici, se il meccanismo evolutivo non è compreso a fondo.
12 – Il nostro mondo moderno è il risultato di una storia molto lunga, di cui lo sviluppo delle scienze e della tecnologia costituiscono un aspetto importante. Nonostante questo, l’approccio scientifico non è ancora del tutto compreso, e questo può incoraggiare lo sviluppo di ogni tipo di fondamentalismo ed estremismo. Il totale rifiuto delle scienze è certamente una delle minacce più gravi per i diritti umani e i diritti civili.
13 – La guerra alle teorie evolutive e ai suoi sostenitori nasce nella maggior parte dei casi da forme di estremismo religioso che sono strette alleate dei movimenti politici di destra. Il movimento creazionista dispone di un reale potere politico. La realtà dei fatti, come è già stata denunciata più volte, è che alcuni sostenitori del creazionismo più stretto sono intenzionati a sostituire la democrazia con la teocrazia.
14 – Tutti i leader delle maggiori religioni monoteistiche hanno assunto un atteggiamento molto più moderato. Il Papa Benedetto 16, ad esempio, come il suo predecessore Giovanni Paolo II, oggi elogia il ruolo delle scienze nell’evoluzione dell’umanità e riconosce che la teoria evolutiva è “qualcosa di più di un’ipotesi.
15 – L’insegnamento di tutti gli aspetti riguardanti l’evoluzione come fondamentale teoria scientifica è quindi cruciale per il futuro della nostra società e delle nostre democrazie. Per questo motivo deve occupare una posizione centrale nel programma scolastico, specialmente in quello scientifico, finché, come ogni altra teoria, sarà in grado di reggere un approfondito esame scientifico. L’evoluzione è presente dovunque, dalla prescrizione eccessiva di antibiotici che incoraggia la formazione di batteri resistenti, all’uso eccessivo di pesticidi nell’agricoltura, che porta a mutazioni negli insetti che li rendano immuni a tali pesticidi.
16 – Il Consiglio Europeo ha sottolineato l’importanza di insegnare le culture e le religioni. Nel nome della libertà di espressione e del diritto al credo individuale le idee creazioniste, come qualunque altra posizione teologica, possono sempre essere presentate come supplemento all’educazione religiosa e culturale, ma non possono pretendere di avere una rispettabilità scientifica.
17 – La scienza offre un addestramento insostituibile nel rigore intellettuale. Non cerca di spiegare “perché le cose sono”, ma di comprendere come esse funzionano.
18 – Un’indagine sulla accresciuta influenza dei creazionisti mostra che il dibattito fra creazionismo ed evoluzionismo va ben oltre l’ambito intellettuale. Se non facciamo attenzione, i valori che stanno alla base stessa del Consiglio europeo verranno direttamente minacciati dai creazionisti fondamentalisti. È quindi compito dei Parlamentari del Consiglio di reagire prima che sia troppo tardi.
19 – L’assemblea parlamentare urge quindi gli stati membri e specialmente le loro autorità educative: A difendere e promuovere la conoscenza scientifica. A rafforzare gli insegnamenti dei principi fondamentali della scienza, la sua storia, la sua epistemologia, e i suoi metodi, accanto all’insegnamento di una conoscenza scientifica obiettiva. A rendere le scienze più comprensibili, più attraenti, più vicine alla realtà del mondo moderno. Ad opporsi vigorosamente all’insegnamento del creazionismo come disciplina scientifica in termini di parità con la teoria evolutiva, e in generale ad opporsi all’introduzione del creazionismo in qualunque disciplina all’infuori della religione. A promuovere l’insegnamento dell’evoluzione come teoria scientifica fondamentale nel programma scolastico.
20 – L’assemblea accoglie favorevolmente il fatto che 27 accademie scientifiche del Consiglio Europeo degli stati membri abbiano firmato, nel giugno 2006, una dichiarazione sull’insegnamento dell’evoluzione, e si appella alle accademie scientifiche che ancora non l’hanno fatto a firmare la dichiarazione.

•    Pollard John F., L’obolo di Pietro. Le finanze del papato moderno: 1850-1950, 2006, Corbaccio
•    De Alessandri Enrico, Comunione e liberazione: assalto al potere in Lombardia, 2010, Bepress

807 commenti
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  1. sylvi
    sylvi says:

    Marco!!!!

    Chi lavora con passione negli Ospedali ti avrebbe mandato fuori con le cannule di traverso!
    Dovevi essere lì a fare il “furbo” perchè altrimenti non si spiegano le tue attenzioni ai crocifissi e alle “belle infermiere”!
    Potrei, senza parlare dell’Italia, che di suo problemi ne ha…ripeterti ciò che racconta mia figlia del Groote Schuur di Città del Capo, ogni volta che torna!
    Posso però garantirti che …sono in tutt’altre faccende affaccendati!!!

    Ti prego, almeno su alcune cose…sii serio!

    Sylvi

  2. sylvi
    sylvi says:

    x Marco
    Ho detto – Spiritualità tout court – ho compreso tutto!
    Anche se uno è la conseguenza dell’altro!
    Sylvi

  3. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    DA MARCO TEMPESTA
    ————————————————-

    In questo blog trovo un’acredine contro la Religione che è rimasuglio di educazioni impositive e violente…dove il Precetto era più importante dell’Amore e perciò va contro lo stesso messaggio del Cristo. (Sylvi)
    ——–
    Infatti, Il messaggio cristiano è stato del tutto disatteso, da sempre e
    dovunque. La stessa visione cristiana del Creatore, però, come è portata dalla Chiesa, non è per niente educativa, carica com’è di caratteristiche negative.
    La Chiesa è stata la prima a caratterizzare negativamente il messaggio
    cristiano, per non parlare delle 56 varianti del cristianesimo e delle
    persecuzioni le une contro le altre, ce le siamo dimenticate?
    A questo punto è chiaro che qualcosa non ha funzionato, se dopo 2000 anni siamo ancora a questo punto. Cosa non ha funzionato?
    Semplice: Gesù Cristo non haa tenuto conto che stava predicando agli uomini e che dopo di lui il suo messaggio sarebbe stato gestito da uomini. Non ha lasciato niente di scritto, ha parlato per parabole o per messaggi da interpretare, mentre avrebbe potuto spiegare le cose in modo chiaro e sintetico e comunque avrebbe dovuto PREVEDERE che non poteva pretendere saggezza, dopo di lui, in un popolo così arretrato e affamato di potere e di ricchezze come quello terrestre. Anita stessa dice che le monache ( ancelle del Signore) si
    trattavano in maniera diversa che non le ragazzine del collegio. Bell’esempio di carità cristiana!

  4. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ciao marco,
    non so per quale ragione sei arrivato ai trattori Lamborghini.
    (Ber)
    ——-
    Ferruccio Lamborghini ha fatto delle auto da sogno. Ricordo negli anni ’60 la Miura, la Espada ( una 5 posti da 300km/H) ed altri suoi capolavori. Ha cominciato costruendo trattori con i motori dei carri armati. Per battere la concorrenza, faceva nelle piazze emiliane delle gare di traino: si collegavano il suo trattore col trattore della concorrenza a un cavo, poi l’uno andava da una parte e l’altro dalla parte opposta. Il trattore Lamborghini riusciva sempre a trainare il trattore della concorrenza.
    C’era però il trucco: Lamborghini riempiva d’acqua le ruote del suo trattore, che così pesava di più.

  5. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Cara Sylvi, 4 bypass aortocoronarici con il 5% di probabilità di rimanere sotto i ferri non sono uno scherzo.
    Come non è uno scherzo stare intubato per 2gg, perfettamente lucido ma assolutamente impossibilitato a comunicare.

  6. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Sylvi:
    Ho detto – Spiritualità tout court – ho compreso tutto!
    Anche se uno è la conseguenza dell’altro!
    —–
    Vedi che non ci capiamo? La spiritualità NON è conseguenza della religione. L’una esclude l’altra.
    Spiritualità=Capire
    Religione= Credere
    Sono due concetti OPPOSTI, non consequenziali.
    Chi è spirituale non può essere religioso, non ne ha bisogno.
    Se parli una lingua straniera, non è la stessa cosa del credere che esista una lingua straniera. La conoscenza della lingua straniera che parli è già in te, non c’è bisogno che tu creda che esista.

  7. Shalom: il sionismo ebraico è stato stuprato dall'Europa e dagli Usa, che ora lo usano come neo colonialismo
    Shalom: il sionismo ebraico è stato stuprato dall'Europa e dagli Usa, che ora lo usano come neo colonialismo says:

    13/06/2007, 12h55
    1967, Six jours qui ont changé le monde

    Tom Segev

    Chef de file des «nouveaux historiens» de l’Etat hébreu, Tom Segev, réfractaire aux épopées officielles, poursuit la chronique incisive, implacable mais profondément humaine, de son pays. Avec son dernier ouvrage, 1967, Six jours qui ont changé le monde*, il décrypte sans concessions les errements et les choix d’une guerre qui – il s’en explique pour L’Express – hante toujours l’Israël d’aujourd’hui.

    Ce livre semble être le tournant de votre carrière d’historien. Comment en avez-vous eu l’idée?
    C’est le résultat de cinq ans de recherches, en Europe, aux Etats-Unis et bien sûr en Israël. Chez nous, les archives sont plus accessibles qu’en France et, surtout, nos dirigeants ont cette habitude louable d’emporter à leur domicile des dossiers confidentiels, sans jamais les rapporter au bureau. Aussi le talent de nos historiens se mesure-t-il souvent à leur capacité à approcher les veuves dépositaires de ces écrits et à gagner leur sympathie. C’est ainsi que j’ai déniché des trésors: des comptes rendus entiers de Conseils de ministres ou les rapports détaillés sur les pourparlers avec les Palestiniens après la guerre des Six-Jours.

    Venons-en au fond. Votre livre décrit les événements de 1967 moins comme un épisode glorieux que comme l’origine des maux actuels d’Israël…
    Les débats d’aujourd’hui, aussi virulents soient-ils, sont la reproduction exacte, au mot près, de ceux de 1967. Comme si aucune nouvelle idée n’avait pu émerger. Comme si, quarante ans plus tard, nous restions figés dans les choix et les erreurs de l’époque, qui conditionnent toujours nos rapports avec les Palestiniens.

    Vous consacrez une place énorme à l’avant-guerre, ce moment d’intense désarroi national. Pourquoi?
    C’est essentiel pour entrevoir les racines du conflit. Au milieu des années 1960, Israël incarnait une success story unique au monde. Un Etat – une nation – s’était construit, qui avait remporté deux guerres [en 1948 et en 1956] et accueilli 2 millions d’immigrants supplémentaires depuis sa fondation. Tout cela sans freiner un boom sidérant. En 1965, les enfants israéliens avaient remporté les championnats mondiaux de mathématique, battant les petits Américains à plate couture. On parlait d’un programme spatial israélien. L’écrivain Shmuel Yosef Agnon allait remporter le prix Nobel de littérature [1966]. D’Alfred Hitchcock à Jean-Paul Sartre, les stars venaient du monde entier observer le prodige. Et puis, début 1966, tout s’arrête, tout s’effondre. Commencent à cette période une récession brutale et un chômage désespérant. Les Israéliens quittent alors le pays. A la fin de l’année 1966, le nombre des partants dépasse celui des arrivants. Nul ne peut imaginer pire affront à l’ego sioniste. On se met à débattre du post-sionisme, comme on le ferait aujourd’hui… La cause semble perdue pour les générations futures.

    C’est le temps des incertitudes politiques…
    L’ère du père fondateur, l’héroïque David Ben Gourion, s’est achevée. Lui a succédé le prosaïque Premier ministre Levi Eshkol, cruellement raillé pour son apparente indécision. L’ambiance est délétère. Pour apprécier l’intensité du malaise, il faut se souvenir de la capacité des Israéliens, tout au long de leur histoire, à passer en un instant de l’extase à la déprime la plus complète.

    Pour aggraver la situation, les attentats commencent…
    Progressivement, à partir de 1965. Une bombe ici. Un soldat tué là. Un civil blessé ailleurs. Certes, le terrorisme est sans commune mesure avec celui qui frappera dans les années 1970. Mais la tension monte et Eshkol se tourne vers l’armée, qui lui répond qu’elle n’a aucune solution à sa disposition. Afin de régler le problème naissant du Fatah, les militaires n’ont qu’une idée: s’en prendre à la Syrie, accusée de faciliter le passage des poseurs de bombes. Au même moment, la situation se dégrade à la frontière sud avec l’Egypte. A mon sens, l’état de déliquescence du pays et la faiblesse de ses dirigeants rendent les Israéliens psychologiquement incapables de mesurer rationnellement la réalité du danger.

    C’est alors qu’apparaissent les premières références à l’Holocauste…
    J’ai demandé à des familles aux Etats-Unis de me montrer les lettres que leur envoyaient à l’époque leurs proches vivant en Israël. J’en ai lu près de 500. Presque toutes, en 1966 et 1967, mentionnent la crainte d’un nouvel holocauste. C’est la grande peur, une panique sincère de la destruction imminente, qui s’infiltre dans tous les recoins de la société.

    Cette paranoïa est-elle la cause de la guerre?
    Le conflit était en fait inévitable, car Israël était trop faible pour ne pas attaquer. J’ai établi une chronique de la montée de l’irrationnel. Lors des discussions de janvier 1967 entre le gouvernement et les services secrets du Mossad, on spécule sur les options de Hussein de Jordanie. Mais une conclusion s’impose clairement: en cas de conflit, l’annexion de la rive occidentale du Jourdain et de Jérusalem-Est ne serait pas dans l’intérêt national d’Israël. Le 5 juin 1967, quand les troupes de Hussein attaquent, la raison succombe aux pulsions viscérales. Certes, la guerre est gagnée. Le danger principal, l’Egypte, a été écarté après la destruction de 400 de ses avions. Mais on opte, néanmoins, pour l’offensive contre la Jordanie, pour l’occupation de la rive ouest et surtout celle de Jérusalem- Est. Israël va s’emparer de lieux saints musulmans et chrétiens, un geste aux conséquences internationales immenses. Pourtant, lors de la réunion avec Eshkol, l’état-major et le Mossad, il n’y a même pas eu un juriste pour évaluer les risques. On y va, c’est tout. On ne réfléchit pas. On reste au niveau du fantasme et du rêve.

    Pour vous, il s’agit du moment clef. Peut-on parler d’une erreur fondamentale?
    Certainement. Mais ne soyez pas tenté de voir dans cette décision un calcul politique, une manœuvre cynique pour résoudre la crise intérieure de l’époque. Nous sommes dans le champ de l’irréfléchi. Je me souviens, d’ailleurs, m’être précipité, à l’époque, pour aller voir Jérusalem-Est, car j’étais persuadé que, dans les jours qui suivraient, nos troupes devraient partir. Tout le monde partageait l’opinion que le cours des événements nous forcerait à revenir au statu quo ante. En fait, Israël venait de passer le point de non-retour. D’après les documents que j’ai obtenus, Hussein était pourtant prêt à une paix durable si on lui rendait Jérusalem-Est et la Cisjordanie. Mais, politiquement et psychologiquement, il nous était devenu impossible de le faire de notre plein gré. A posteriori, se forgeait le mythe qu’il relevait de la mission, de l’essence d’Israël de détenir tout Jérusalem. C’est étrange car, en fait, hormis le mur des Lamentations, il n’y a pas grand-chose de juif là-bas. Et, d’une manière ou d’une autre, les lieux de prière auraient pu être rendus accessibles sans recourir à l’annexion.

    C’est aussi le moment où Israël découvre les Palestiniens…
    Après avoir trop longtemps nié leur existence! Un souvenir personnel de juin 1967: en passant en voiture en Cisjordanie, j’ai voulu prendre une photo d’une colonne de réfugiés sur le bord de la route. Mes camarades ont tenté de m’en empêcher, comme s’ils refusaient de matérialiser leur existence. Tout le monde savait qu’il fallait trouver immédiatement une solution pour les Palestiniens, profiter au mieux du choc initial pour assurer les déplacements de population. L’idée la plus simple consistait à les installer en Cisjordanie. Le plan n’aurait coûté que 40 millions de dollars en dix ans – une misère! – et tous les grands philanthropes juifs, à commencer par les Rothschild français, étaient partants pour financer l’opération. Mais non… Notre gouvernement semble alors incapable de prendre une décision et s’enfonce dans le déni. Il s’en tient à une ligne: c’est à l’ONU de s’occuper des Palestiniens. Et Israël ne peut être tenu responsable de leur sort. Les projets les plus loufoques sont alors débattus, visant à les reloger dans le Sinaï, mais surtout à l’étranger: au Canada. Ou en Irak! En lisant cette dernière proposition, j’ai d’abord cru qu’il s’agissait d’une blague, avant de me rendre compte que Eshkol en avait expressément discuté avec le président américain Lyndon Johnson!

    Justement, quelle est la position des Etats-Unis?
    Johnson était opposé à la guerre, essentiellement parce qu’il craignait qu’elle ne tourne mal pour les Israéliens, qui se seraient alors trouvés contraints de lui demander son aide militaire, alors qu’il est lui-même en plein marasme vietnamien. Mais la CIA, enragée contre Nasser, l’assure que Tsahal remportera une victoire en six à dix jours… L’Amérique donne son feu vert.

    Aujourd’hui, Israël ne vit-il pas toujours dans le contexte de cet après-guerre?
    Oui. La victoire de 1967 offre un second souffle au sionisme. Un sentiment de toute-puissance enivre le pays. Longtemps, jusqu’à la grande claque de la guerre du Kippour (octobre 1973), les Israéliens se répétaient cette boutade: «Qu’est-ce qu’on fait à midi? – On envahit Le Caire! – D’accord. Mais qu’est-ce qu’on fait dans l’après-midi?» 1967 a aussi contribué à l’isolement d’Israël, à substituer aux racines européennes et à l’ouverture antérieure au monde un lien exclusif avec les Etats-Unis.

  8. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro marco,
    Ma che cavolo scrivi? Forse sei tu il messia. Tu avresti fatto meglio di Lui?
    ——-
    Se fossi stato il figlio di Dio, certo non avrei fatto la cavolata di nascere in Palestina, proprio quando l’impero romano era nel suo fulgore, poi!
    Sarei nato figlio di imperatore, avrei mostrato al popolo quanto il precetto cristiano sia funzionale economicamente e come sarebbe stato facile arricchirsi, e tutti mi avrebbero seguito.
    Non è una teoria, lo avevano già fatto i Jaina mille anni prima. Si erano arricchiti, ma sono rimasti fregati dal loro stesso estremismo pacifista: sono arrivati i barbari, li hanno impalati tutti e si sono fregati la loro roba. Buddha ha capito l’errore ed ha introdotto la variante moderata, la famosa ‘via di mezzo’. Benchè anche qui la ‘terrestrità’ degli uomini ha preso il sopravvento sul concetto jainista anche nella variante buddhista e ci si ritrova sempre allo stesso punto. Se non si tiene conto della terrestrità, nessun idealismo ha possibilità di successo.

  9. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caro Nicotri ,
    La pietanza si chiama Hraimi .Mia madre lo faceva ogni Venerdi ed io mi leccavo le dita. La ricetta e´la seguente: (che ho eseguito ed e´buonissima). Carpa o tonno .
    Si scioglie della conserva di pomodoro in un padella dove si e´ fatto
    friggere della cipolla. Poi si aggiunge la carpa o il tonno ed un cucchiaino di karwuia (carvi). Aggiungere il flfel (pepe di cajenna) una spremuta di un limone medio e due spicchi di aglio trito.
    Lasciare cuocere a fuoco medio circa 15 minuti , muovere la padella di tanto in tanto con movimenti energici avanti e indietro e rigirare dopo 7- 8 minuti il pesce , alla fine aggiungere un cucchiaio di kammun (cumino o kümmel). Io personalmente ci bevo molto volentieri un buon bicchiere di Nero d`Avola.
    Buon appetito! Un saluto .Rodolfo

  10. Anita
    Anita says:

    Iraq. Chiuse le urne, numerosi attentati
    Elezioni legislative cruciali per il futuro del Paese. Tasso di partecipazione «significativo»

    http://www.corriere.it/esteri/10_marzo_07/iraq-elezioni_5ab75f4c-29c9-11df-8fa3-00144f02aabe.shtml

    Questa si’ che e’ gente da ammirare, alta partecipazione alla elezioni e sono giorni che sono sotto attacco, minacce e violenza.

    Noi ci spaventiamo di una nevicata o di un temporale……
    Non io, io voto sempre, ma il maltempo influenza le elezioni.

    Non solo, i candidati hanno fatto poche apparenze pubbliche, appunto per evitare violenza e morte per i partecipanti e per loro stessi.
    La pubblicita’ e’ stata fatta via cartelloni pubblicitari, porta a porta, TV e e-mails.

    Anita

  11. sylvi
    sylvi says:

    x Marco

    In un insieme chiamato Frutta ci sono i sottinsiemi di pere, mele, castagne…
    Uno non esclude l’altro! E’ matematica.
    Sempre che tu non voglia negare alla Religione la Spiritualità!

    Vivi e lascia vivere tutti questi sottinsiemi!!!!

    Sylvi

  12. ber
    ber says:

    x Pino,
    ho avuto la fortuna di incontrare una guida intelligente e preparata a Luxor,…tempio piccolo,…dove e’ stata fatta una cappella e una moschea sulle sue rovine.
    Lei mi ha raccontato tutta la storia del faraone che era scritta sulla pietra,quindi immutabile,…al che io le ho fatto osservare,
    riferendomi alla moschea e alla cappella:

    “voi avete scritto la storia sulla pietra,…quindi immutabile,gli altri sui papiri,…che poi nei secoli, hanno modificato a loro piacimento”.

    Un saluto,Ber

  13. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Io per questo…farei la Rivoluzione!!!

    Noohh!!!!Meglio stare al primo danno!

  14. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Si crede che perche’ quando era in business ne aveva diversi, ma usati dalle segretarie, ti parlo di almeno 25 anni fa, adesso pensa che l’imparare sia’ una cosa di un giorno.
    —–
    Ma guarda, Anita, che 25 anni fa era molto più difficile di ora usare un computer. Bisognava dare i comandi in DOS. Mentre ora schiacci il pulsante ed il computer esegue, prima dovevi scrivere le linee di programma per intero.
    Quando è uscito il primo Windows è stata festa grande, ed eravamo ancora alla preistoria!
    Non so se hai mai visto i primi Commodore, il Vic 20 o il Sinclair Spectrum. Ci sembravano modernissimi e miracolosi, ed erano Neanderthal!

  15. Sean Cockney
    Sean Cockney says:

    Alcuni P.(ero’) riescono benissimo ad essere entrambi…
    ————————
    Per esempio P.(eter)! Se lo dici tu!

  16. Controcorrente
    Controcorrente says:

    cara Anita,

    no, non conosco nello specifico quella filatura!
    Da noi arrivarono per primi a fine 800 e inizi 900 i Baroni Mazzonis,e poi vari tipi di Società Anomime per azioni.

    ———————–
    per il resto comprendo..
    ————————————-
    Veramente, non e’ stata la mia esperienza.
    Io ci sono stata messa a causa della separazione dei miei.

    Nel mio collegio erano tutte ragazze di ottime famiglie, molte famiglie erano agiati proprietari di campagne ed industrie agricole, generalmente lombarde.
    Erano li’ per la migliore e completa educazione per signorine.
    Non solo scolastiche.

    I miei zii paterni sono andati tutti in collegio, mia zia in Svizzera in un collegio per signorine.

    Non sto mica parlando di riformatori…..
    —————————–
    E capisco tante cose..!!!

    c

  17. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ricordo però, sarà stato il ‘74 o il’75, tornando dalla Puglia attraverso gli Appennini, lungo i paesini interni, c’erano ancora i ragazzi che camminavano su un lato della strada e in quello opposto le ragazze con le madri!
    Mi ha molto colpito
    —–
    Sei sicura delle date?
    Dovevano essere paesini veramente interni, comunque.

  18. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Il s’en tient à une ligne: c’est à l’ONU de s’occuper des Palestiniens. Et Israël ne peut être tenu responsable de leur sort.
    ——-
    Si, ma quando l’ONU si occupa dei palestinesi, Israele ne disattende le disposizioni.
    Ammenocchè non intendessero dire che toccava all’ONU portare i palestinesi da qualche altra parte che non fosse la Palestina.

  19. ber
    ber says:

    x Vox,
    I governanti irlandesi hanno fatto i “furbi facendo un referendum”,
    ma chi ha sottoscritto il prestito internazionale?
    Non sono stati loro stessi?
    Se la nazione e’ inaffidabile,non ripagando i prestiti,il rating
    aumentera’ e ripagheranno tutto dopo,…con maggiori interessi.
    Quando negli anni 80 l’Italia attingeva al risparmio nazionale,ibot viaggiavano al 20%,…si raddoppiavano in 3,5
    anni,…sono i famosi anni del debito pubblico che adesso non ci permette nessun sviluppo economico.
    Al governo ci vogliono gente seria che sa fare i conti non i soliti
    bla,bla,bla…dalla spesa facile per avere la mazzetta da incassare.
    Ciao,Ber

  20. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Longtemps, jusqu’à la grande claque de la guerre du Kippour (octobre 1973), les Israéliens se répétaient cette boutade: «Qu’est-ce qu’on fait à midi? – On envahit Le Caire! – D’accord. Mais qu’est-ce qu’on fait dans l’après-midi?»
    ——
    Avevano anche capito cosa sarebbe successo l’après-midi, se avessero invaso il Cairo. Ecco perchè non l’hanno invaso!

  21. Il signor P.
    Il signor P. says:

    Non è vero che per me non hanno nessun significato: hanno un significato negativo.
    ———————–
    Caro marco,
    In che modo? Che ti ricordino di tutte le tue “mancanze”? Se veramente credi quello che credi, i crocifissi non dovrebbero avere nessun significato. Invece …

  22. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Al governo ci vogliono gente seria che sa fare i conti non i soliti
    bla,bla,bla…dalla spesa facile per avere la mazzetta da incassare.
    Ciao,Ber
    ——-
    Sante parole!
    Oggi mia sorella, a pranzo, mi ha dato un ‘santino’ elettorale da votare a fine mese. Con mia grande sorpresa, il candidato è uno dei miei più assidui amici degli anni in cui lavoravo qui, da giovane. E’ nel partito di Di Pietro. Lo voterò.

  23. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x P.
    No, ha un significato negativo perchè considero il suo operato una delle più grandi catastrofi nella storia dell’umanità. Il martirologio contempla oltre 70 milioni di morti per causa sua. Il cristianesimo come arma di distruzione di massa.

  24. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Posso immaginare marco il Messia circondato da belle donne a predicare che il mondo fu creato per scopare. (P)
    —–
    Crescete e moltiplicatevi non l’ho detto io.
    Il crescere e moltiplicarsi non lo si ottiene recitando il rosario. Ergo…

  25. Anita
    Anita says:

    x Marco

    D’accordo, ma il signore ha quasi 90 anni e non ha mai usato un computer.

    Non solo, vuole iniziare alla grande…ammiro la sua buona volonta’, ma non basta.
    Ha diverse piccole imprese, scrive i suoi articoli a macchina, una antica, usa il FAX.

    E’ molto intelligente e abbastanza sveglio, ma non e’ facile come dici tu, i principianti ne combinano delle belle e si fanno prendere dal panico.

    Ho molte amicizie che dopo tanti anni sanno solo inviare una e-mail, diversi hanno o hano avuto posizioni elevate, ma hanno sempre dipeso dalle segretarie.

    Il signore di cui parlo era proprietario di una piccola banca, o “credit union”.

    Nel 1991 le “credit unions” sono state chiuse, quelle grandi sono sopravvissute, quelle piccole sono fallite.

    Joe, ha perso $20’000’000 di suo, $5’000’000 spesi per fare causa al governo, finiti i soldi gli hanno presa anche la casa.

    E’ un miracolo di fortitudine mentale, non e’ impazzito…..nel frattempo e’ anche stato colpito da altre tragedie e disavventure.

    Spero che non mi chiami ogni momento, non sono una buona insegnante, perdo la pazienza facilmente…
    Difficilissimo spiegare per telefono se non si sa il vocabolario del computer e dei suoi componenti.

    Ieri sera gli ho chiesto se il nuovo computer usa Windows e che versione, mi ha risposto che io ho piu’ finestre di lui ed il nome del mio window cleaner. Non scherzo.
    Non sa cosa vuol dire @ …. devo dire di piu’?

    Anita

  26. Il signor P.
    Il signor P. says:

    Sarei nato figlio di imperatore, avrei mostrato al popolo quanto il precetto cristiano sia funzionale economicamente e come sarebbe stato facile arricchirsi, e tutti mi avrebbero seguito.
    ————————————–
    Caro marco se questo e’ il tuo standard allora Gesù ha avuto un grande successo. Basta guardare la Chiesa da Lui creata, e’ ricca, e ha avuto successo contro i barbari e infedeli. Non era figlio di un imperatore ma un figlio di un povero falegname.

  27. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Scherzosamente, viene indicato come la religione in cui tutto e’ proibito finche’ non diventa obbligatorio
    —–
    Ehi, Peter, non copiamo! Questo l’ha scritto Jerome K. Jerome in Three men in a bummel, parlando dei tedeschi!

  28. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x P.
    Certo, la Chiesa si è arricchita sfruttando la credulità popolare.
    E’ una ricchezza ‘cattiva’ mentre la ricchezza Jaina era una ricchezza ‘buona’. La stessa differenza che passa tra i denari rubati e i denari guadagnati: sempre denari sono, ma non hanno lo stesso valore morale.
    E poi, i 70 milioni di morti, dove li mettiamo? Sottoterra, si, ma in malo modo e prima del tempo!

  29. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Cara Anita, mi rendo conto dell’impresa che ti trovi ad affrontare. Mah, non si può mai dire. Sai è una questione di memoria, di attenzione, di voglia di imparare. Può esserci anche a 90 anni, anche se la vedo dura. Non vorrei essere al tuo posto.
    Per telefono non si conclude niente, ci vuole la vicinanza fisica della persona esperta.

  30. Il signor P.
    Il signor P. says:

    Crescete e moltiplicatevi non l’ho detto io.
    ——————————–
    Caro marco credo che hai fatto tutto ma moltiplicarti (credo) o recitare il rosario.
    =============
    No, ha un significato negativo perché considero il suo operato una delle più grandi catastrofi nella storia dell’umanità. Il martirologio contempla oltre 70 milioni di morti per causa sua. Il cristianesimo come arma di distruzione di massa.
    ——————–
    Prima cosa caro marco, tu confondi, come altri, il messaggio (di Gesù) con il messaggero (i cristiani). Ammettiamo che i tuoi numeri sono corretti (tirati da chi sa dove non lo so ma posso immaginare) mi puoi dire in quale Vangelo e’ scritto che dovevano fare vittime?

  31. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Tu, caro Marco, senza volerlo forse, sei andato molto vicino al mio pensiero. Ma i supermercati statali non sono la soluzione del problema. Bisognerebbe andare ancora piu´in la´.
    Io opterei per un livellamento dei guadagni. Rodolfo
    —–
    No, non sono d’accordo sul livellamento dei guadagni perchè mortificherebbe la tendenza dell’uomo a differenziarsi e a fare di più per ottenere di più. Il livellamento è stato uno degli errori concettuali del co….smo, che ha grandemente contribuito al suo fallimento.
    Il lavoro deve avere una giusta retribuzione, commisurata però alla qualità e alla quantità, nonchè ad altri fattori quali il rischio ed altri parametri di difficoltà insiti nella tipologia di lavoro.

  32. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x P
    non sto parlando solo del martire ucciso per non rinnegare Cristo, ma dei morti per conseguenza delle guerre di religione, delle persecuzioni, del fanatismo religioso.
    Senza il cristianesimo, avremmo evitato tutto questo o quantomeno lo avremmo minimizzato. Non sono a conoscenza di guerre di religione scatenate dagli Indu, dai Buddhisti o da qualsiasi altra religione non monoteista.

  33. marco tempesta
    marco tempesta says:

    I guadagni di politici e professionisti non possono e non devono raggiungere cifre atronomiche. ( Rodolfo)
    ——-
    Io parlo infatti di una forbic tra minimi e masimi emolumenti. Parlo di guadagno commisurato al merito, non al ‘posto’.

  34. Il signor P.
    Il signor P. says:

    Senza il cristianesimo, avremmo evitato tutto questo o quantomeno lo avremmo minimizzato. Non sono a conoscenza di guerre di religione scatenate dagli Indu, dai Buddhisti o da qualsiasi altra religione non monoteista.
    ——————-
    Caro marco non dire ca..ate, se non era il cristianesimo avrebbero trovati altri motivi. Questo e’ un fallimento degli uomini ne del messaggio cristiano. Recentemente Indu hanno ammazzati cristiani. E potrei trovare anche casi dove i Buddhisti hanno fatto lo stesso.
    Poi, devi esseri più preciso. Quale guerre di religione? Chi hanno perseguitati? Quale vittime del fanatismo religioso? Per piacere non darmi la solita propaganda.

  35. Il signor P.
    Il signor P. says:

    I guadagni di politici e professionisti non possono e non devono raggiungere cifre atronomiche. ( Rodolfo)
    ——————————-
    Posso capire politici che sono una razza di parassiti e per la maggior parte si votano gli aumenti che non e guadagnare gli aumenti. Ma che non centrano i professionisti (assumo che questi lavorano nel libero mercato e non altri parassiti statali)?

  36. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Poi, devi esseri più preciso. Quale guerre di religione? Chi hanno perseguitati? Quale vittime del fanatismo religioso? Per piacere non darmi la solita propaganda.(P)
    ——
    Se vuoi i nomi e i cognomi, 70 milioni non entrano in una pagina di blog.
    Per il resto, leggiti i libri di storia.

  37. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Questo e’ un fallimento degli uomini ne del messaggio cristiano. (P)
    —-
    Se un messaggio è diretto a qualcuno, deve essere commisurato alle possibilità di comprensione del qualcuno a cui è diretto. Se il messaggio non è recepito, significa che non è stato motivato nella maniera giusta, il chè sarebbe comprensibile se si fosse trattato di un comunicatore qualsiasi, ma non è accettabile da un presunto figlio di Dio, che dovrebbe ben sapere di che pasta sono fatti gli uomini.

  38. sylvi
    sylvi says:

    Caro Marco,

    perchè, proprio studiando la Storia, non cominci a dividere i morti da dare a Cesare da quelli da dare a Dio?

    E poi, è ridicolo dire 70milioni! In quali epoche? Quali documenti? in quanto tempo?
    Imputabili a quali 56 varianti (non le avevo contate mai!) del Cristianesimo?
    E quali libri di statistica leggi?

    E con queste armi speri di battere la Religione?

    Sylvi

  39. marco tempesta
    marco tempesta says:

    E poi, è ridicolo dire 70milioni! In quali epoche? Quali documenti? in quanto tempo?
    Imputabili a quali 56 varianti (non le avevo contate mai!) del Cristianesimo?(Sylvi)
    ———-
    Il dato l’ho letto diverso tempo fa in uno studio abbastanza approfondito fatto ora non ricordo da chi. Mi è rimasto impresso.
    Se metti tutte le crociate, le persecuzioni, le guerre di cristiani cattolici contro cristiani protestanti di varia natura, l’inquisizione, il tutto in 2000 anni, mi sembra un dato plausibile.

  40. Anita
    Anita says:

    x Controcorrente

    Ti avevo chiesto della filatura Brambilla di Verres, perche’ mio papa’ era il direttore della filiale di Milano.

    Durante la fine della guerra chiusero perche’ trattavano in cotone egiziano la merce non c’era e, mio papa’ si trovo’ a spasso, separato dalla moglie ed in fine di vita a causa di ulcere perforate e troppo debole per essere operato.
    Fu operato nel 49 ed in coma per 6 settimane.

    Quando la Brambilla riprese il lavoro, mio papa’ non volle ritornare.
    Pensa che fu assunto da un altra ditta, a pagamento e lauta pensione, affinche’ non ritornasse a lavorare per la Brambilla di Verres.
    Salario senza lavorare.

    Anita

  41. marco tempesta
    marco tempesta says:

    La persecuzione di cristiani nel XX secolo ha assunto proporzioni spaventose, proporzioni di un autentico genocidio che non si vuole riconoscere. Il martirologio cristiano conta in duemila anni di storia 70 milioni di martiri, di cui 40 milioni nel solo XX secolo.
    —-
    E’ nel sito di Magdi Allam
    ecco il link

    http://www.magdiallam.it/node/586

  42. Il signor P.
    Il signor P. says:

    E’ nel sito di Magdi Allam
    ecco il link
    ——————————-
    Scusa marco sono al primo riconoscere che a volte leggo fischi per fiaschi, ma il link dice i 70 milioni di vittime erano i cristiani e non che cristiani avevano provocato queste vittime. Mi sbaglio? Se non mi sbaglio, spiegami perché questo sia colpa della chiesa o religione cristiana.
    Alla fine mi sembra che ogni volta che vai a finire in una fossa continui a scavare in ordine di uscirne fuori.

  43. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Quando si dice predicare bene e razzolare male…
    ——————————————————————————–

    New York, 22:34
    IRAN: DA WASHINGTON 107 MLD A CHI FA AFFARI CON TEHERAN
    Gli Stati Uniti predicano bene ma hanno razzolato malissimo sulla presunta intransigenza contro il regime iraniano. Washington infatti ha concesso nell’ultimo decennio finanziamenti e contratti per 107,4 miliardi di dollari a societa’ americane e straniere che hanno fatto affari con Teheran, nonostante le sanzioni unilatarali adottate almeno dal 1996. E’ quanto rivela il ‘New York Times’ secondo cui sia l’amministrazione Obama che la precedente di George W. Bush ‘hanno premiato societa’ i cui interessi commerciali contrastano con gli obiettivi della sicurezza americani’ .”
    —————————————————————————
    Pecunia non olet, dicevano gli antichi romani.
    Quando sentono odore di “verdoni” la “patria” la parcheggiano, senza fare tanto gli schizzinosi.

    C.G.

  44. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Letto su Reporter di Pace: —————————————————————————–
    A Falluja si registra un numero inquietante di bambini che nascono con gravi malformazioni e la causa sembrerebbero essere le sofisticate armi impiegate dagli americani

    A Falluja, in Iraq, si registra un numero inquietante di bimbi che nascono con gravi malformazioni e la causa potrebbe essere le armi sofisticate impiegate dai soldati americani nel corso dei combattimenti, che avrebbero inquinato pesantemente la zona. La denuncia arriva dalla Bbc e ha subito ricevuto smentita dai vertici militari statunitensi nella regione, che sostengono di non aver ricevuto nessun rapporto ufficiale in materia. Eppure le cifre e le storie raccolte dall’inviato della Bbc, John Simpson, presso l’ospedale di Falluja (peraltro costruito proprio dagli stessi americani) sono piuttosto eloquenti. La pediatra Samira al Ani è impegnata ogni giorno con due o tre bambini che nascono con malformazioni cardiache.

    Falluja, città a una sessantina di chilometri a ovest di Baghdad, fu teatro nel novembre 2004 di una delle più dure offensive americane contro i cosiddetti “insurgents”, durante la quale le truppe di Washington usarono munizioni al fosforo bianco. Qui furono uccisi quattro contractor statunitensi, le foto dei cui corpi carbonizzati, trascinati per le strade, fecero il giro del mondo. Una visita alla città, purtroppo, fornisce la conferma che a Falluja qualcosa di strano sia successo. Sono molti i bambini paralizzati o che soffrono di danni cerebrali. E non solo. Qui si registrano con una frequenza sospetta casi di neonati con gravi malformazioni fisiche, ad esempio con tre teste o col naso o un occhio nel centro della fronte. Impressionanti i numeri forniti dalla ricercatrice Malik Hamdan, secondo la quale prima del 2003 si riscontrava un caso ogni due mesi, mentre attualmente se ne registra uno al giorno. Per quanto riguarda le malformazioni cardiache, nella città irachena il tasso è di 95 casi su mille nascite, una percentuale 13 volte più alta che in Europa.

    Un portavoce dell’esercito americano, Michael Kilpatrick, ha ribadito che gli Stati Uniti hanno sempre avuto a cuore la salute degli abitanti della città ma che finora “nessuno studio ha evidenziato che problemi ambientali abbiano questioni sanitarie specifiche”. Eppure, il corrispondente della Bbc conferma di aver sentito più volte storie di funzionari che a Falluja avvertivano le donne di non fare figli.
    ——————————————————————————–
    P.S.: i papaveri con quattro stellette sul bavero se la menavano sul fatto che le bombe al fosforo furono usate per illuminare (sic!) il campo di battaglia.
    Eppure questi criminali sapevano benissimo che nella cittadina irachena erano rimasti solo abitanti inermi quali vecchi, donne e bambini.
    C.G.

  45. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Il mio primo messaggio ad un amico alle 8:00AM

    March 6, 2010 NYT Now I am more depress… Anita

    U.S. Enriches Companies Defying Its Policy on Iran
    By JO BECKER and RON NIXON

    The federal government has awarded more than $107 billion in contract payments, grants and other benefits over the past decade to foreign and multinational American companies while they were doing business in Iran, despite Washington’s efforts to discourage investment there, records show.

    L’articolo e’ lungo, lo devo copiare perche’ il mio amico non puo’ aprire i links del NYTs.
    ————–

    Come vede siamo ben aggiornati e non rispiamiamo le nostre critiche, anche fra amici.

    Anita

  46. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Ascolti, mia egregia signora.
    Eviti il quaglieggio nei miei confronti, non discuto con chi fa delazione.
    Non sopporto l’ipocrisia.
    Altrimenti la manderò discretamente e certamente a quel paese.
    Grazie.
    C.G.

  47. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    E’ IN RETE IL NUOVO ARGOMENTO.
    BUONA LETTURA.
    pino nicotri

  48. peter
    peter says:

    a ben guardare direi che quella dei 70 milioni di morti di Marco e’ una stima per difetto. Direi che i morti di morti violente(trascurando effetti collaterali come carestie e pestilenze) provocate direttamente o indirettamente dalla cristianita’ nell’arco di due millenni siano molti di piu’. Pensiamo alle guerre di religione anche tra cristiani che hanno insanguinato l’Europa e l’Asia per secoli. Quindi le lotte tra cristiani ed altri, come gli islamici. Poi gli stermini degli indigeni nel Nuovo Mondo, fatti prima dai cattolici spagnoli e portoghesi, poi dai protestanti esuli religiosi in Nord America.
    Poi le vittime indirette dell’oscurantismo religioso, che ha rallentato ed ostacolato il progresso scientifico per tanti secoli, altrimenti la Rivoluzione Industriale sarebbe avvenuta molto prima (e con essa anche l’allargamento ed efficacia distruttiva dei conflitti religiosi e non, per la verita’). Non dimentichiamo infine che anche Olocausto e persecuzioni varie nel XX secolo hanno avuto una valenza religiosa, fino allo ‘scontro di civilta” attuale.
    Conosco l’obiezione di Sylvi, Anita, ed altri: una cosa e’ il cristianesimo, un’altra i cristiani, la storia, le sette varie, la politica, etc etc.
    Ma e’ falsa. Per i danni causati storicamente dagli islamici ed altri non facciamo tanti distinguo, anzi non se ne fa nessuno. Ed il minimo che si possa dire dei seguaci del ‘messaggio di Cristo’ nell’arco dei millenni e’ che sono stati tra i popoli piu’ violenti ed aggressivi al mondo, in modo continuativo e sistematico. Il perdono, l’amore, il porgi l’altra guancia, la fratellanza universale…forse era un messaggio che avrebbe dovuto essere detto nei termini opposti, chissa’, ed allora i cristiani avrebbero magari fatto tutto il contrario

    Peter

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