La Chiesa della vergogna

Contro i nazisti e lo sterminio su scala industriale degli ebrei, dei rom, dei prigionieri e di altri  ancora non ha speso neppure una parola. Contro la sentenza di Bruxelles contraria all’imposizione del crocifisso sui muri delle scuole pubbliche la Chiesa ha invece scatenato una tempesta di parole e non solo di parole. Una vera e propria fiera del ridicolo e delle falsità, con la più reazionaria e integralista gerarchia del clero impegnata a blaterare lezioni di “sana laicità”.  Forse l’idiozia più grossa l’ha sparata il segretario di Stato del Vaticano Tarcisio Bertone quando col suo sorriso a 48 denti ha tuonato che “L’Europa ci regala le zucche vuote di Halloween”, peraltro preferibili di molto alle devastazioni, guerre, roghi di esseri umani, di libri e di intere biblioteche, a partire da quella di Alessandria, e alle troppe persecuzioni e stragi regalateci dalla Chiesa nel corso dei secoli.

Bertone sorride a 48 denti felice della subalternità dei politici e mass media italiani, che non hanno il coraggio di rinfacciargli l’avere firmato nel 2001, assieme all’attuale papa, anche lui chissà perché sempre molto sorridente, l’ordine a tutti i vescovi del mondo di nascondere alle autorità civili dei rispettivi Paesi tutti i casi di pedofilia nel clero. Ordine che non è mai stato rinnegato. Un bel campione della Chiesa e della carità cristiana questo Bertone, per non dire di Ratzinger, a suo volontario della gioventù hitleriana.In questa gara a chi la spara più grossa contro la sentenza di Bruxelles, ispirata peraltro a un banale ed ovvio principio di civiltà disatteso solo nello Strapaese, si sono distinti anche il cardinale Giovanbattista Re, il capo dei vescovi italiani Raffaele Bertone e se non vado errato anche monsignor Camillo Ruini, lo stratega dell’assalto vaticano alle molto grasse elemosine dello Stato italiano. Peccato solo che Re, pezzo grosso della solita segreteria di Stato, è lo stesso Re che rispose più o meno “non ce ne frega niente” a monsignor Francesco Salerno quando nel 1983 gli propose il proprio aiuto per cercare di capire che fine avesse fatto la giovane e bella sedicenne Emanuela Orlandi, cittadina vaticana pericolosamente vicina di casa a gangli sensibili della “santa sede”, noto covo di allupati più o meno repressi ma sicuramente ipocriti. Da notare che mentre Re rifiutava l’offerta di Salerno lui e la stessa Segreteria di Stato tenevano bordone a papa Wojtyla che chissà perché lanciò per primo e pubblicamente l’ingiustificato sospetto che la ragazza fosse stata rapita, innescando così la montatura che dura tuttora. Un vero campione della Chiesa e della carità cristiana monsignor Re, non c’è che dire.

Il disgusto mi ha impedito di capire se a lanciare l’invito a uscire dal partito a “tutti i cattolici che  non sono rispettati nel Partito Democratico” sia stato Bagnasco, il capo dei vescovi che remano contro la laicità e quindi la libertà della Repubblica italiana, o Ruini, lo stratega della questua miliardaria a spese del contribuente italiano.

Vedere le foto del Chiavaliere a L’Aquila con in mano un enorme crocifisso mi ha fatto letteralmente schifo. Povero Cristo in croce! Mio Dio, come è ridotta male la Chiesa…. che peraltro in quanto a pulizia morale e salute dell’anima non è mai stata messa bene. La Mignottanza prosegue senza sosta, anzi, più il Chiavaliere è in difficoltà e più la Mignottanza incalza. Do ut des: io do una assoluzione e un bel pacco di voti elettorali a te, tu dai un’altra fetta di libertà e laicità dello Stato italiano e una mano contro l’Europa a me. Un bel mercimonio, putrido quanto si conviene, ovviamente spacciato per religione, libertà religiosa, identità italiana, e via mentendo al gran galoppo.

La gara ha visto scendere in pista anche Umberto Bossi, il cui viso storpiato descrive bene il suo pensiero politico. Il senatùr che ce l’aveva duro, con un debole per miss Padania Luisa Corna, una vera bellezza da coccolone o ictus per chi di duro ha anche le arterie, ha lanciato l’idea di andare in massa a Bruxelles tutti con il crocifisso in mano. Non so se mi spiego: il grande “padano” si picca di essere erede e campione dei lumbàrd, vale a dire dei nipotini dei longobardi. E i longobardi sono coloro che a suo tempo hanno regalato alla Chiesa il primo nucleo territoriale diventato poi Stato pontificio per venire in cambio fottuti da papa Stefano II, accorso in Francia a chiedere – e ottenere – al re dei franchi l’invasione militare della Padania e dell’Italia contro “i foetentissimi longobardi”. Come se niente fosse, Bossi vuole andare con il Carroccio non con lo spadone di Alberto di Giussano, bensì con un carico di croci per protestare contro l’Europa!

L’ignoranza non perdona. Il povero Bossi evidentemente ignora che a Monza c’è la Corona di Ferro da re d’Italia e che la regina Teodolinda, cattolicissima, avrebbe potuto essere la prima regina dell’Europa intera, se la Chiesa non avesse sabotato – per ben mille anni – sia l’unità d’Italia che dell’Europa. Il povero Bossi non lo sa, e certo non può essergli d’aiuto il figlio pluribocciato alla maturità scientifica, più volte vanamente inseguita in una scuola privata di preti cattolici. L’ignoranza infatti non perdona.

Lo Strapaese ha la stampa che si merita: tutti a titolare che Bruxelles non vuole “i crocifissi a scuola”, dimenticando il non trascurabile particolare che non della scuola si tratta, bensì della scuola pubblica. Nelle scuole private il crocifisso possono tranquillamente continuare a metterselo dove meglio credono.

Lo Strapaese ha i Chiavalieri, i papi, i senatùr e i vari sicofanti che si merita. La Chiesa anche. Siamo ancora una volta alla Chiesa della vergogna. E del business as usual.

421 commenti
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  1. peter
    peter says:

    in questo senso i codici di condotta religiosi sono fondamentalmente antietici, dato che limitano in partenza, ed a volte maliziosamente o tendenziosamente, la capacita’ di fare delle scelte

    Peter

  2. peter
    peter says:

    a meno che non si sia d’accordo con quel gran mammalucco di Hegel: la necessita’ e’ liberta’

    Peter

  3. peter
    peter says:

    La prevaricazione provoca indignazione e ribellione. Eventi naturali quanto si voglia, provocano anch’essi dolore. Anche se rientrano nell’ordine ‘naturale’ delle cose (deciso da chi, poi??!).
    Lo tsunami, asteroidi che distruggono un pianeta, alluvioni che inondano un paese sono eventi al di fuori dell’etica, ma provocano nondimeno dolore e rabbia

    Peter

  4. Vox
    Vox says:

    @alessandro
    La libertà. La liberta’ e’ una cosa bellissima. Ma ognuno la intende a modo suo e, in ogni caso, la libertà ha molte sfaccettature che, come ogni cosa, devono essere inquadrate in un reale contesto umano e storico.

    Dovremmo prima di tutto cercare di trovare un significato di libertà che abbia per tutti noi, qui, almeno un minimo comun denominatore, possibilmente scevro da sviolinate altisonanti e puramente teoriche.

    In secondo luogo, dovremmo cercare di capire se godiamo, oggi, di una liberta’ vera, di una libertà relativa, o di una percezione di libertà.

    Il suo “essere poveri per essere liberi”, secondo la mia personale opinione rientra nel novero delle sviolinate simil-filosofiche tanto care ai preti e agli ideologi di destra: “accontentatevi oggi, così godrete del paradiso dopo morti”, oppure “godetevi la vostra povertà senza velleità rivoluzionarie, così sarete liberi” (di crepare di ansia e di fame) e i ricchi si godranno la loro mancanza di libertà indisturbati, sia da vivi che da morti.

    Sempre secondo la mia opinione, la nostra libertà generale è molto più una percezione, che una libertà autentica o anche solo relativa. O piuttosto, in alcune cose relativa, in altre solo percepita.
    Quanto alla libertà interiore, qui non la prendo in considerazione poichè dipende dal nostro spirito e dal nostro intelletto, e non ce la puo’ togliere nessuno, in nessun contesto politico.

    La libertà di parola? Prendiamo un esempio concreto.
    Oggi, proprio in Germania, si può andare in galera per le proprie opinioni: infatti, stanno scontando ben 6 anni tre studiosi di storia e uno dei loro avvocati, accusati di “negazionismo” per il semplice fatto di aver voluto indagare in modo piu’ approfondito i documenti relativi all’olocausto e di non trovarsi d’accordo con la versione corrente. Se i loro studi fossero stati diretti, per esempio, ai nativi americani, nessuno ci avrebbe fatto caso. Ma ci sono argomenti davanti ai quali la libertà si ferma.

    Quegli scienziati che esprimono cautela o dubbi che i cambiamenti climatici siano dovuti al CO2 vengono sbeffeggiati pubblicamente o chiamati “nemici dell’umanità” dai sostenitori di santo Al Gore. Ho sentito perfino ventilare la proposta che quei professori che non sostengono il “man made climate change” vengano sbattuti fuori dalle università, proprio come gli anti-semiti. (Peccato che nessuno proponga invece, tanto per cominciare, di smettere di distruggere le foreste o di aumentare parchi e giardini. Uhm. Conviene di più mettere nuove tasse, che quelle risolvono tutto e rendono ognuno più libero. Ma è un altro discorso).

    Quei professori che si permettono di dire che le politiche israeliane a Gaza sono crimini contro l’umanità (in Italia come in Usa) vengono perseguitati dalla stampa, cacciati dal lavoro o come minimo accusati di antisemitismo, con tutti i problemi che ne conseguono. In Usa, in Francia, in Germania e ora anche in Italia.

    Da noi, due quotidiani moderati vengono citati in giudizio solo per aver osato fare delle domande – del tutto legittime – al premier.

    Possiamo dire tutto quello che vogliamo.
    (Tanto, chi ci dà retta?)

    E la libertà di studiare? In Italia, per ora, si può ancora accedere ai vari corsi universitari in modo pressocchè gratuito (a meno che non si tocchi l’argomento studi fuori sede). Ma in molti altri paesi gli studenti sono costretti a indebitarsi con le banche per potersi creare una professionalità. E un debito con le banche è una bella forma di libertà anche quella.

    Stesso discorso sulla libertà di avere un tetto sopra la testa, ovvero una casa = altro debito con le banche, altra consistente porzione di libertà.

    E la libertà di svolgere il lavoro per il quale si sono trascorsi anni sui libri dove la mettiamo? Quanti giovani, oggi, vivono la libertà di poter svolgere la propria professione?

    E quanto sono liberi i co.co.pro, co.co.co, eccete.co.co, di mandare aff””””lo il loro boss, quando impone loro di farsi la partita iva e di rinunciare a contributi e pensione?

    Molto prosaico, suppongo, voler essere liberi di dormire la notte (possibilmente su un letto e non sopra una panchina), invece di arrovellarsi su come pagare le bollette il mese prossimo, come curare i denti a tuo figlio, o come convincere il padrone di casa ad aspettare la prossima volta che puoi pagargli la pigione.

    Stando alla sua teoria, i più liberi di tutti dovrebbero essere i barboni. Forse ne ha conosciuti pochi. O forse dovrebbe assaggiare un po’ della loro libertà.

    Comunque, finchè abbiamo un computer grazie al quale partecipare al blog, una scrivania su cui appoggiarlo e una presa di corrente (funzionante) dal quale alimentarlo, siamo perfettamente liberi. Finchè va.

    Un discorso interessante che spero riprenderemo ancora, possibilimente in modo dialettico, anche senza scomodare i filosofi. Ora devo salutarla.
    Buona serata a tutti.

  5. sylvi
    sylvi says:

    x Vox e Az

    ero di corsa e ho scritto di getto.
    L’unica parola che mi rimangio è “assettica” che veramente non ci sta.
    Domani risponderò con più calma.

    Sylvi

    X CC

    ti prego gentilmente di piantarla di chiamarmi “signora friulana”.
    Mi giro sempre indietro per vedere se c’è qualcun’altra!

    Ho conosciuto stasera un importante cuneese…un po’ “dritto” e un po’ cortese…-” ho fatto 650km per vedere le stesse montagne, la stessa pianura e le stesse colline….piene di vigneti… mi pareva di non essermi mosso da casa…-

    Mah! E me le tue paiono diverse dalle mie, non necessariamente
    nè più belle nè più brutte!!
    Ti risponderò domani! Ho i piedi che mi friggono!!!

    Buonanotte
    Sylvi

  6. giovanni vaschi
    giovanni vaschi says:

    Caro Beretta

    la signifcatività statistica dovrebbe emergere da un confronto con un altra popolazione, per valutare se una variabile (numero di armi da fuoco/abitante) rappresentino o meno un rischio statisticamente significativo.

    In se il fatto che un fenomeno (morti per armi da fuoco/(armi/abitante)) avvenga nello 0.01% dei casi non significa proprio nulla.
    Altrimenti una malattia rara come la fenilchetonuria (PKU) con incidenza di 1/15000 nuovi nati non avrebbe una significatività statistica, se si applicasse la sua logica.
    Per fortuna nessuno applica la logica della criticità dei missili stinger alla medicina o ai fattori di rischio, evitando di determinare solo una esplosione di risate.
    E anche negli US e in tutto il mondo occidentale la PKU fa parte degli screening neonatali.

    Sarebbe più corretto invece valutare il Rischio Relativo oppure l’Odds ratio in questo caso, per esempio conforntando due popolazioni anche non omogenee.
    Per esempio calcolato il rapporto armi da fuoco/abitante si potrebbe poi calcolare il rapporto morti sparati/abitante e quindi poi stabilire se il rapporto armi da fuoco/abitante rappresenti un rischio significativamente più alto o più basso di morire (sparati).
    oppure si potrebbero fare analisi com modelli di regressione multilogistica, dando oltretutto un valore storico allo studio: valutare il rischio nel tempo in funzione del numero di armi da fuoco per abitanti.

    Comunque ritenere una valutazione di incidenza significativa o non significativa è matematicamente, statisticamente e scientificamente scorretto.

    Probabilmente, caro beretta, lei fa parte della stessa think tank neocon di Statistica Ideologica Altamente Manipolabile Opinabile Per Il Relativo Linimento Operativo (progetto S:I:A:M:O:P:I:R:L:A)

    cordialità

  7. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Qualcuno di voi ha visto “Miserabili” di Marco Paolini sulla 7?
    Uno spettacolo teatrale sulla metamorfosi della società italiana a vent’anni dalla caduta del muro di Berlino allestito tra i container del porto di Taranto.
    Ditemi che è stato straordinario, come lo dico io.
    Adesso è in corso una discussione tra il pubblico presente e lo consiglio vivamente.
    C.G.

  8. Anita
    Anita says:

    E cosi’ sembra che il nostro “eroe” Army Major Nidal Malik Hasan, avesse un agenda precisa.

    Per ora non si sa’ molto delle investigazioni.

    Da mesi le agenzie di intelligence degli Stati Uniti erano al corrente che ilMaggiore dell’Esercito Nidal Malik Hasan stava tentando di entrare in contatto con persone associate ad Al Qaeda.
    Funzionari americani sarebbero in possesso di materiale classificato, ha riportato la ABC News.

    Spero che nel futuro prendano piu’ precauzioni e non si preoccupino di essere accusati di “racial profiling”.

    Anita

  9. peter
    peter says:

    xCG

    una delle conseguenze della caduta del Muro per l’Italia e’ stato un ulteriore indebolimento dell’unita’ nazionale, un processo esattamente opposto a quello avvenuto in Germania.
    Il Sud serviva come serbatoio di voti per la DC, che nella propaganda dell’epoca era ‘necessaria’ per tenere a bada il comunismo ed un ipotetico risucchio verso il blocco Est dell’Europa. Cessata quella finta minaccia (pateticamente ripresa pero’ anni dopo dal vecchio dinosauro Banana, i cui oppositori sono tutti ‘comunisti’) a Nord e’ decollata la Lega, un partito clientelare su scala territoriale molto piu’ ridotta: e del Sud non c’e’ piu’ bisogno, grazie. Non temiamo piu’ invasioni da Est, a parte la manodopera a buon mercato…
    La divisione Est-Ovest dell’Europa, e le peculiarita’ italiane, hanno anche impedito a suo tempo il decollo di una vera socialdemocrazia italiana, sul modello scandinavo o britannico.
    Del resto, i nomi e simboli dei partiti alternativi (es. PCI) avevano un effetto ‘anticosmetico’ sull’immaginazione della gente, e la propaganda conservatrice aveva facile gioco. Per non parlare dei vecchi ‘stalinisti’ italici

    un saluto

    Peter

  10. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Peter.
    Perfetto, non aggiungo una virgola.
    Su Berlino:
    la visitai nel lontano 1990 e non mi piacque, era piuttosto tetra. L’ho rivisitato cinque anni fa in compagnia di un ingegnere italiano mio conoscente che vive là e che mi fece da cicerone, facendomi scoprire angoli di questa straordinaria città che definirei, oggi, il centro culturale più vivo e vivace d”Europa. Specialmente per i giovani, ma non solo.
    Nonostante il freddo cane e la mia età non proprio da primo pelo, mi piacerebbe viverci.
    Consiglio vivamente di visitarla, vale cento volte Parigi.
    un saluto cordiale
    C.G.

  11. Peter
    Peter says:

    xCG

    caro Gino, l’ho visitata, e NON vale 100 volte Parigi! forse nemmeno mezza, mi dispiace. Pero’ ha un certo carattere e charme, non lo nego

    ciao, Peter

  12. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Ieri la cancelliera Merkel ha fatto un discorso che ha rinforzato la simpatia che io ho per questa donna.
    Ha ricordato, che accanto alla felicita´e alla gioia per i festegiamenti della riunificazione delle due Germanie, c´e e ci sara´sempre la commemorazione dell´olocausto , esatto contrario di oppressione, che desta nel popolo Tedesco tristezza e malinconia.

    Voi sapete quello che io penso sulla croce , ma se Benedetto XVI,
    potesse dire quelle parole sagge,quelle parole che anche tanti cattolici ferventi ma ragionevoli si aspettano, cioe´che acconsente al che nei luoghi pubblici sia tolta la croce, allora spezzerebbe una lancia e lo farebbe diventare grande, cosi non diminuerebbe l´importanza del cristianesimo in Italia di un jota, anzi……….
    Ma io non mi ricordo di papi furbi. Rodolfo

  13. offensive islamiche
    offensive islamiche says:

    una domandina:
    ma se il militare americano era in rapporti con i fondamentalisti islamici, l’intelligence non ha fatto nulla?

    Non capisco: si fanno extraordinary redention per gente che vive in altri paesi e che poi non ha rapporti con il terrorismo, e invece non si interviene su un ufficiale superiore dell’esercito US che si mette in contatto con possibili elementi vicino alla jihad e/o al terrorismo?

  14. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Parigi e Berlino sono due culture diverse, una e´portata al divertimento e all´allegria, l´altra alla riflessione e alla nostalgia d´altri tempi, cosi come anche Praga o San Pietroburgo.
    Queste sensazioni non riuscira´mai a provarle e a capirle chi ha meno di 50-40 anni.
    Di conseguenza non ho niente da rinfacciarle, caro Peter, lei gia´vive in un´altro mondo, diverso dal mio.Rodolfo

  15. Vox
    Vox says:

    SONDAGGIO GERMANIA EST

    Berlino, 26 Giugno 2009
    il ‘BERLINER ZEITUNG’ rivela i risultati del sondaggio:

    Il 49 % (!) degli intervistati è convinto che «la Ddr aveva più lati positivi che negativi. C’era qualche problema, ma si viveva bene».

    Un altro 8% va ancora oltre e afferma che «la Ddr aveva soprattutto aspetti positivi. Si viveva più felici e meglio di quanto si fa oggi nella Germania riunificata».

    Cioè il 57% ricorda la DDR in modo positivo rispetto a oggi.

  16. Vox
    Vox says:

    Ancora una riflessione sulla libertà.

    Nella struttura sociale ed economica in cui viviamo non sarà mai possibile altro che una libertà percepita, limitata o addirittura ridotta al minimo.

    La libertà, quella autentica, può cominciare a essere costruita solo dopo aver assicurato a tutti le libertà essenziali, quelle che vengono chiamate comunemente diritti: diritto al lavoro, a un’abitazione, a un futuro, al pieno sviluppo della propria personalità e delle proprie abilità e, in ultima analisi, il diritto alla propria dignità umana.

    Senza essere liberi dal bisogno, dalle necessità e dalla povertà non può esserci alcuna altra libertà che sia degna di questo nome. Tutto il resto è retorica, illusione e propaganda capitalista.

  17. Vox
    Vox says:

    SONDAGGIO BBC

    Twenty years after the fall of the Berlin Wall, a new BBC poll has found widespread dissatisfaction with free-market capitalism.

    In the global poll for the BBC World Service, only 11% of those questioned across 27 countries said that it was working well.

    There were also sharp divisions around the world on whether the end of the Soviet Union was a good thing.

    (I grafici riportati mostrano anche le percentuali di “approvazione” del nuovo regime in vari paesi, con un’alta percentuale di scontenti nei paesi dell’Est europeo)

    http://news.bbc.co.uk/2/hi/8347409.stm

  18. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xVox
    Mehrheit ist froh über Mauerfall
    Umfrage bei Lesern
    Zwanzig Jahre nach dem Fall der Mauer ist die Mehrheit der Berliner der Meinung, dass die Einheit noch nicht im Alltag verwirklicht ist. Das ergab eine Umfrage bei Lesern der Berliner Zeitung. Danach sagten 71 Prozent, dass die Menschen in Ost und West noch immer sehr unterschiedlich seien. Nur sechs Prozent glauben, dass es keine Unterschiede zwischen Ost und West mehr gibt. 23 Prozent halten die Probleme für so vielfältig, dass man dies nicht allein auf die Herkunft aus dem Osten oder Westen reduzieren könne. Der Großteil der Befragten (52 Prozent) ist indes der Meinung, dass das Leben in Berlin seit dem Fall der Mauer für sie leichter wurde. 19 Prozent sind der Meinung, dass es ihnen schlechter geht und 29 Prozent sehen keine großen Unterschiede in ihrer Lebensqualität seit dem Jahr 1989. Froh über den Fall der Mauer sind 56 Prozent der befragten Leser, während 13 Prozent von der Einheit enttäuscht wurden und 31 Prozent keine eindeutige Meinung haben.
    Berliner Zeitung 2009 » 19. Juni » Berlin


    Io gliene propongo un´altra di statistica , ovvero quella del
    2009 / 19/ Juni 2009 sempre del Berliner Zeitung.
    Mentre il 52% , dalla caduta del muro,pensa che sta meglio, solo il 19% pensa che sta peggio(i soliti incontentabili, esistono ovunque) il resto 32% non trova alcuna differenza.
    Il resto riguarda differenza di cartteri ecc.
    Come concilia questo mio del 19/06/2009 con quello suo del
    26/06/2009?
    E´possibile, nell´arco di una settimana uno simile sbalzo?
    Posti prego l´articolo cosi come ho fatto io. Rodolfo

  19. Peter
    Peter says:

    Bravo Rodolfo, per una volta ci troviamo d’accordo.
    Che Vox risponda, allora, se crede.
    Forse tra i trascurabili problemucci della DDR vi era la Stasi, polizia politica, terrore di delazioni ed arresti, etc etc.

    Peter

  20. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xPeter
    Quella del “Ministerium für Staatssicherheit” e´un discorso a parte, che io nel post di questa mattina ,( che non e´passato e che io ho spedito via mail a Nicotri), non ho toccato.
    E´stato un buon lavoro che la “stasi” aveva fatto, costringere un popolo a spiarsi a vicenda. Ma aspettiamo che Nicotri trovi un po´di tempo.
    Magari quel post e´essenziale per continuare un certo discorso. Rodolfo

  21. Il Barone Rosso
    Il Barone Rosso says:

    Per Peter intervento n. 296 e che forse scrive senza conoscere la realtà dell’oggi.

    La nostalgia del passato cresce nell’ex blocco sovietico.
    Il fallimento del capitalismo nel migliorare le condizioni di vita (della popolazione), nell’imporre lo stato di diritto e nell’arginare la corruzione dilagante e il nepotismo ha aperto la strada a ricordi irreali del tempo in cui il tasso di disoccupazione era a zero, il cibo era economico e la sicurezza sociale era alta.

    “La nostalgia è palpabile, soprattutto tra i più anziani”. Alcuni ragazzi, rievocano il passato: “Un tempo vivevamo meglio”, dice Anelia Beeva, 31 anni.”Andavamo in vacanza al mare e in montagna, c’erano abiti, scarpe e cibo in abbondanza.
    Mentre adesso spendiamo quasi tutto il nostro stipendio in generi alimentari. Quelli che hanno una laurea sono disoccupati e se ne vanno all’estero”, aggiunge: in Russia, negli ultimi anni hanno aperto molti ristoranti che si ispirano al periodo comunista, soprattutto a Mosca: molti organizzano “serate del ricordo”, in cui i giovani si vestono da pionieri, la versione sovietica dei boy scout e delle guide, e ballano i classici del periodo comunista.

    Champagne sovietico e i cioccolatini “Ottobre rosso” rimangono i più richiesti per festeggiare i compleanni.
    In estate, in tutto il paese s’incontrano magliette e cappellini da baseball con la scritta “Urss”.

    A fronte di un desiderio di riportare in vita il vecchio regime, davvero, il ricordo è un risultato concreto, dicono gli analisti.

    TENERE VIVO IL RICORDO

    Nei paesi ex comunisti dell’Europa orientale, c’è un diffuso disincanto nei confronti della democrazia e i sondaggisti dicono che la sfiducia nei confronti delle elite che li hanno resi cittadini dell’Unione Europea è impressionante.

    Un sondaggio regionale svolto a settembre dal centro di ricerca americano Pew ha evidenziato che in Ucraina, Bulgaria, Lituania e Ungheria c’è stata una drastica caduta della fiducia nella democrazia e nel capitalismo.

    Il sondaggio ha fatto emergere che soltanto il 30% degli ucraini si dice a favore del passaggio alla democrazia, quando nel 1991 era il 72%. In Bulgaria e Lituania, il crollo (del numero di coloro favorevoli al cambio di regime) si è fermato poco sopra la metà della popolazione, quando nel 1991 i tre quarti degli abitanti erano favorevoli (alla transizione).

    Le analisi elaborate dall’organizzazione americana per i diritti umani Freedom House confermano l’arretramento o la stagnazione per quanto riguarda (la lotta alla) corruzione, la capacità di governo, l’indipendenza dei media e la società civile nei nuovi membri Ue.

    La crisi economica globale che ha colpito l’area ex sovietica e ha messo fine a sei-sette anni di crescita, sta mettendo in crisi i rimedi del capitalismo neoliberalista prescritto dall’occidente.

    Le speranze di raggiungere il tenore di vita dei ricchi vicini occidentali sono state rimpiazzate da un senso di ingiustizia, provocato dall’allargarsi della forbice tra ricchi e poveri. Evidentemente Lei Peter ha scambiato impressioni con poche persone.

    Secondo un sondaggio svolto a ottobre da Szonda Ipsos, in Ungheria, uno dei paesi più colpiti dal peggioramento economico, il 70% di quelli che nel 1989 erano già adulti confessa di esser rimasto deluso dai risultati del cambio di regime.

    Gli abitanti dei paesi dell’ex Jugoslavia, segnati dalle guerre etniche degli anni Novanta e non ancora ammessi nell’Unione Europea, coltivano nostalgie del periodo socialista di Josip Tito, durante il quale — diversamente da quanto accade oggi — per loro era possibile viaggiare in Europa senza bisogno di visti.

    “All’epoca tutto era meglio di oggi. Non c’era la criminalità di strada, i posti di lavoro erano sicuri e i salari erano sufficienti per garantire una condizione di vita decente” dice Koviljka Markovic, 70 anni, pensionato belgradese. “Io oggi con la mia pensione di 250 euro al mese riesco a malapena a sopravvivere”.

  22. sylvi
    sylvi says:

    caro AZ

    Tu mi hai tirato in ballo, in poche righe, più problemi.
    Don Milani, che è Padre e figlio del concetto di Scuola per tutti.
    Figlio perchè ha pottuto mettersi contro soprattutto le gerarchie scolastiche, ma anche ecclesiali del tempo perchè i tempi erano maturi e lavoravano con lui.
    La tua esperienza, che è anche la mia, anch’io ho scioperato per l’Ungheria, in una scuola cattolica privata!
    Mi è costata la sospensione di tre giorni da scuola,l’otto in condotta, la pubblicazione della reproba nella bacheca dell’Istituto e le lacrime di mia madre, che sono quelle che mi hanno fatto più male!
    Ma il prof di filosofia, sempre prete, ha “fatto finta” di sgridarmi e ha consolato mia madre!

    Però appunto, studiavo già filosofia, e avevo una gran confusione in testa ed ero ancora molto ignorante delle dinamiche sociali, inoltre, non ininfluente, quel che succedeva veramente al di là della cortina di ferro era un mistero. Non avevo termini di informazione e paragone!

    Tu dici che i ragazzi d’oggi hanno molte informazioni…è vero, ma non hanno ancora capacità di scindere, scegliere, elaborare autonomamente.
    Poi l’informazione com’è? Chi la dà?
    La famiglia, gli insegnanti, !!,gli amici, la televisione, dio scampi, la Chiesa o i partiti politici?
    Di tutte queste agenzie “educative” la Scuola dovrebbe essere quella più deputata…
    Ma si fa educazione alla libertà quando si presenta un ventaglio di opzioni, perchè altrimenti è indottrinamento, appunto!!!

    Quel professore ha fatto tre errori madornali:
    – non rispettare le deliberazioni del Collegio Docenti che lui aveva liberamente sottoscritto accettandole.
    – non presentare, ma come poteva farlo?,preparandosi adeguatamente e non rispondendo a una domanda di uno o due studenti improvvisando una lezione, una visione e una documentazione completa, non parziale, non faziosa di un dramma che si trascina da 50anni.
    – Soprattutto però quel pessimo professore ha dimenticato di tener conto di una classe intera, partendo dall’analisi della situazione globale,per scegliere le parole e gli argomenti adatti, come sarebbe stato suo preciso dovere.
    Minimo avrebbe dovuto presentarsi con la mazzetta dei giornali, o due o tre filmati.
    A parte il fatto che sono convintissima, e so quel che dico, che quei ragazzi non avevano preso visione di cartine geografiche attuali e storiche!

    Avete ragione tu e Vox nel dire che un professore, e la cultura non sono mai “asettici”; dovevo usare”imparziali, obiettivi e plurali” in una parola onesti e rispettosi di una mente in formazione.
    Gli ins. insomma devono presentare la loro “carta d’identità” culturale!!!

    A Vox vorrei solo dire che la libertà è figlia della cultura e viceversa.
    Il resto è indottrinamento, cattolico,sionista, antisionista, marxista o quant’altro!

    X CC

    Io ho sempre affermato che l’ins. della religione, così com’è impartito è sbagliato, lo è ancor di più nei tempi che viviamo;
    che l’ora di religione era l’ora del gioco e del ripasso, per me era anche l’ora di studio del latino!!!, lo sanno anche i polli.
    Comunque io ho fatto l’esame di Storia delle religioni, obbligatorio nei bei tempi antichi!!

    mandi Sylvi

  23. Anita
    Anita says:

    x Il Barone Rosso

    Da quel so io da gente che vive in Russia, i prezzi a Mosca sono solo per i milionari.
    C’e’ moltissima corruzione.

    Le pensioni sono misere, genitori e sorelle di amici che vivono a sud di Mosca, se la passano malissimo, poco cibo e poco riscaldamento.

    Qui negli US ci sono continue richieste in TV per soccorsi finanziari per gli abbandonati superstiti dell’olocausto che vivono in Russia.
    Molto anziani e malati, nessuno se ne prende cura.

    Proprio pochi minuti fa’ ne ho visto un altro per le prossime feste di Hannukkah, $25 per una scatoletta di piccole delizie per rallegrare i loro tetri giorni.

    In quanto alla corruzione ecco un articolo:

    http://www.forbes.com/2008/06/06/russia-corruption-business-markets-face-cx_vr_0606autofacescan01.html

    Anita

  24. Anita
    Anita says:

    Continuazione….329

    Volevo aggiungere che avvisi in TV per richieste di aiuti internazionali, ci sono solo per l’Africa, mai visto per una nazione civilizzata.

    Eccetto che per disastri naturali.

    Non potevo finire perche’ sono arrivati i lava vetri.

    Anita

  25. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    X Rodolfo

    Mentre il 52% , dalla caduta del muro,pensa che sta meglio, solo il 19% pensa che sta peggio(i soliti incontentabili, esistono ovunque) il resto 32% non trova alcuna differenza.

    Susa la pignoleria, forse sarà la mia formazione, minima ma tecnica, che mi porta a controllare i numeri e se so ancora far di conto 52% + 19% + 32% danno il risultato di 103 % che non depone certo a favore della serietà e professionalità della inchiesta da te riportata.
    Poi ognuno è libero di credere a quello che più gli aggrada, o conviene, c’è perfino gente che crede in libri che lasciano intendere che è il sole a girare intorno alla terra …. Altro che 103%

    Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it

  26. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xAZ(331)
    E´il 29%, io ho fatto un errore ed ho scritto 32%, se ti fossi dato la briga di leggere l´articolo te ne saresti accorto. Ma per te ogni occasione e´buona per cercare di prendermi in castagna, non e´vero?
    Abbi pazienza, forse prima o poi ci riuscirai, e saro´io il primo a complimentarmi:

  27. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Cara Sylvi,

    tu scrivi:

    “Tu dici che i ragazzi d’oggi hanno molte informazioni…è vero, ma non hanno ancora capacità di scindere, scegliere, elaborare autonomamente.”

    E’ esattamente quello che volevo scrivere io, ma poi’ ho lasciato perdere…….

    I ragazzi ed i giovani sono troppo volubili, si lasciano trasportare da un solo discorso, anche i ragazzi di ieri.

    A 15 anni avevo la tessera dell’Uomo Qualunque, non sapevo neanche cosa fosse, ma ero fuori dal collegio, andai in Piazza del Duomo, in una viuzza vicina c’era un piano con ciclostili e stampavano materiale da distribuire, volantini da gettare dai tram….eccitante.
    Cosi’ mi arruolai nelle file dei giovani dell’Uomo Qualunque, solo perche’ era eccitante.

    Ciao, Anita

  28. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xVox che scrive:-
    La libertà di parola? Prendiamo un esempio concreto.
    Oggi, proprio in Germania, si può andare in galera per le proprie opinioni: infatti, stanno scontando ben 6 anni tre studiosi di storia e uno dei loro avvocati, accusati di “negazionismo” per il semplice fatto di aver voluto indagare in modo piu’ approfondito i documenti relativi all’olocausto e di non trovarsi d’accordo con la versione corrente.-

  29. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    x Rodolfo

    Nessuna volontà mia di prenderti in castagna, come dicevo quella dei numeri è una mia pignoleria, deformazione professionale dall’essermi interessato per una vita di misure.
    Ho anche scorso il testo in tedesco che portava, oltre al 29% citato, diversi altri numeri (56, 13, 31) e dato che il mio tedesco si limita a Dank, bitte, guten morgen, gute nacht, e nudeln, käse, teller , gabel, glas, wein, flasche, e poco poco altro, ho quindi preso per buoni quelli che citavi nel testo in italiano.

    Comunque, nel caso fosse stato vero quel 103%, in castagna ci avrei preso il “Berliner Zeitung” e non te che lo avevi semplicemente riportato.

    Altri, più importanti e profondi di te numeretti, sono tra noi i motivi del contendere.

    Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it

  30. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    ma il programma dell’Uomo Qualunque – non rompetemi le scatole-
    è il più adatto per adolescenti!!!
    Il dramma è che molti adulti lo mettono in pratica quotidianamente, in Italia, ritenendolo il partito del Faccio Quello Che Mi Pare!

    Comunque tu, un Uomo Qualunque…devi essere stata buffissima!

    ciao Sylvi

  31. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Interessante ora che rifletto ,e´, che mentre il 19% pensa di stare peggio, solo il 13% dichiara di essere deluso della caduta del muro.
    Dunque c´e´un 6% che mentre dice di stare peggio non si dichiara deluso dalla caduta del muro.

  32. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Mi sentivo importante, poi non ero solo io, eravamo un gruppetto di giovani, il nostro fischio era:
    Siam ricchi e poveri, siam tutti amici.

    Per me era un avventura di brevi durate, quando ero fuori dal collegio.

    Anita

  33. sylvi
    sylvi says:

    Sarebbe interessante un sondaggio sulla caduta del muro di Berlino fra gli abitanti della Germania Ovest.
    Da quel che so io la maggioranza lo ritiene una cosa buona,salvo i numerosi mugugni per le salate tasse che devono pagare, non per lo sviluppo dell’Est, ma per l’abitudine acquisita dagli ex comunisti ad aspettare che la pera statale gli caschi in bocca, senza fare niente per indirizzarla adeguatamente.

    Sylvi

  34. sylvi
    sylvi says:

    x AZ

    Dai un’occhiata al sito della nostra Azienda.
    Però dagli interventi qualificati ancora molte ombre e poche luci.
    Tutti d’accordo nel dire che è crisi strutturale, che se vogliamo sopravvivere l’Italia dovrà tornare al lavoro e alla sua dignità e soprattutto alle riforme che rivoluzionino la spesa e il mercato.
    Uno, davanti al Governatore, ha concluso testuale:-
    che questo governo sia in grado di fare tutto ciò…ve lo dirò un’altra volta!!!-
    fra numerose risate non gradite!

    Sylvi

  35. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Ma no ,Sylvi, queste sono solo dicerie. Da 20 anni ai Tedeschi dell´Ovest, viene detratta direttemente dalla busta paga il cosidetto
    “Solidaritätszuschlag” , tassa di soldarieta´, 5,5 %, destinato alla ricostruzione dell ´ex DDR. Ci vivo in questo paese, non vedo grandi lamentele.
    La ragazza di mio figlio e la famiglia vengono tutti da Berlino est, tutta gente che lavora sodo, intelligente .Gente che non ha voglia di lavorare ce n´e´dappertutto. Rodolfo

  36. Vox
    Vox says:

    BLITZ GUARDIE PRIVATE IN FABBRICA OCCUPATA

    I sindacati: “Intimidazioni da squadracce fasciste,
    il governo intervenga”

    Duemila lavoratori a rischio e da mesi senza stipendio

    una dozzina di guardie private guidate dall’ex amministratore dell’azienda, Samuele Landi, ha fatto irruzione poco prima dell’alba cercando con intimidazioni e minacce di mandar via i dipendenti che da giorni occupano la sede per protesta contro licenziamenti annunciati e il ritardo nei pagamenti.

    Il blitz dei vigilantes Testimone oculare del blitz è stata, tra l’altro, una troupe del del programma “Crash” di Rai Educational: “Una quindicina di guardie private hanno fatto irruzione urlando e intimando minacciosamente ai dipendenti di uscire. Il gruppo di guardie – racconta la redazione di Crash – dichiarava di essere della polizia. Alla vista della telecamera di un giornalista della Rai, i finti poliziotti guidati dal proprietario dell’azienda Samuele Landi chiedevano alla troupe i documenti. Il giornalista Federico Ruffo si è accorto di non avere davanti dei poliziotti e a quel punto rifiutava di consegnare i documenti e chiamava la polizia”.

    Arriva la polizia Poco dopo le 4,30, secondo il racconto dei testimoni di “Crash”, la polizia arriva in azienda, identifica i componenti della “squadra” e l’ex amministratore e li fa uscire dallo stabilimento. Il filmato dell’irruzione, girato dalla troupe Rai, sarà consegnato alla Digos.

    A questa testimonianza segue poco più tardi la denuncia della Fiom che parla di “squadraccia”: “Con i piedi di porco – accusa la Fiom Cgil – hanno divelto le porte degli uffici, hanno svegliato i lavoratori che presidiavano la sede puntando loro negli occhi le torce elettriche, spacciandosi per poliziotti, chiedendo i documenti, minacciando gli stessi lavoratori e impedendo loro di muoversi. L’immediato arrivo delle forze dell’ordine, chiamate dai lavoratori, ha evitato il peggio visto l’atteggiamento violento e arrogante di questi loschi personaggi”.

    La vertenza – L’irruzione romana rappresenta il punto più alto della tensione raggiunta in una vertenza nazionale che al momento non vede sbocchi… Con l’ultimo piano di ristrutturazione, il gruppo ha deciso di mettere in mobilità 1.992 dipendenti e inoltre da luglio non paga gli stipendi. Per questo sono in corso proteste e occupazioni nelle varie sedi. Non sono serviti a nulla neppure gli incontri al ministero, nell’ultimo dei quali l’azienda si era impegnata a versare le retribuzioni entro ottobre.

    (Repubblica)

  37. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    x Rodolfo
    A me invece quel 6% di scarto fra chi è deluso e chi pensa di stare peggio mi pare anche poco.
    Si tratta della vecchia storia de cane della barzelletta che “attraversava periodicamente il muro nell’uno e nell’altro senso perché al di la mangiava ma non poteva abbaiare e di qua abbaiava perché non aveva da mangiare.”
    __________________

    X Sylvi ..
    Quelli che aspettano le pere gli caschino in bocca non sono certo comunisti (e neppure ex) si tratta di povera gente ingabbiata in un regime dittatoriale che i veri comunisti definiscono “capitalismo autoritario di stato”.
    Comunque era compito primario di chi ha spinto e brigato per questo cambiamento leggere, capire e soppesare la reale situazione sociale e culturale dei cittadini dell’EST e predisporre un passaggio graduale, invece si è abbattuto il muro di una diga senza prevedere dove e con quali conseguenze sarebbe finita l’acqua che quella diga conteneva.
    Sempre per restare agli esempi alle pere, qui da noi in troppi le pere le vogliono servite sul vassoio d’argento senza neppure sapere dove è la pianta.

    Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it

  38. Rodolfo
    Rodolfo says:

    La demagogia di Di Pietro, che si fa fare un test in televisione per dimostrare che non ha mai preso droga, e Sgarbi travestitosi da prete che sostiene, Di Pietro invece si dovrebbe decidere di prenderla finalmente un po´di droga, gli permetterebbe di ragionare meglio. Forte………..cos´e´ Eduardo de filippo.

  39. Vox
    Vox says:

    L’estrazione del sondaggio dal Berliner Zeitung di giungo me l’ha mandata (in italiano) un amico tedesco di Hanover. Non ho alcun motivo di dubitare della sua buona fede, inoltre i suoi dati corrispondono perfettamente sia alla mia esperienza con gente dell’est, sia a quello che ha scritto il Barone Rosso nel suo post.

    Io preferisco attenermi a quello che vedo e ascolto di persona.
    Poi, ognuno è libero di credere a quel che vuole, la realtà mica cambia per questo.

  40. Anita
    Anita says:

    Spionaggio:
    I tre giovani escursionisti americani arrestati in Iran a fine luglio sono accusati di essere delle spie ed ora rischiano la pena capitale.

    Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, è intervenuto sulla vicenda parlando da Istanbul a margine del summit fra i 57 Paesi dell’Organizzazione della conferenza islamica (Oci). «In tutte le nazioni attraversare illegalmente un confine comporta sentenze pesanti – ha detto Ahmadinejad – e sfortunatamente loro sono entrati in Iran illegalmente, non ne siamo felici ma stiamo applicando la legge».

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=31974

    ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

    Ma bravi, qui non possiamo neanche chiedere se sono illegali o meno.

    Anita

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