Questa volta Calderoli ha ragione: la democrazia non si esporta, specie con le armi. Berlusconi e Gheddafi riedizione di Mattei e Mossadeq?

Per una volta l’improponibile Roberto Calderoli ha detto una cosa giusta, anzi sacrosanta: “La democrazia non si esporta!”. Seguito a ruota da Umberto Bossi, grande ammiratore di Luisa Corna, anche lui dell’idea che in Afganistan e in Iraq non c’è proprio nessun motivo per il quale ci debbano stare i soldati italiani. E poiché in Afganistan i soldati occidentali, compresi quelli italiani, ci stanno per (tentare di) tenere sotto tiro delle armi da fuoco e cioè a bada i talebani, che sono afgani a casa loro e non italiani o americani in trasferta, ecco che i titoli dei giornali italiani a me pare siano sballati, l’esatto contrario della realtà: “Soldati italiani sotto tiro in Afganistan”.

Berlusconi nonostante i rischi fatti correre ai “nostri ragazzi” – che se non vestono la divisa e non rischiano la pelle sono sì ragazzi, ma dei quali non frega nulla a nessuno, e meno che mai a Berluscin&C – ha subito ribattuto al duo Calderoli/Bossi dichiarando che “la nostra presenza in Afganistan è irrinunciabile”, seguito dal blablà del ministro degli Esteri, il molto docile Franco Frattini, al quale sarebbe francamente preferibile per vari motivi la Carfagna, che s’è sentito subito in dovere di assicurare che “ai nostri soldati daremo la copertura dei Tornado”. Bravo! Così faremo anche noi, come gli americani, centinaia di vittime civli che non c’entrano niente, in modo da farci odiare pure noi. Un bel risultato, non c’è che dire.
Però Berlusconi ha ragione, la nostra presenza militare in Afganistan è davvero irrinunciabile. Per lui. Se infatti si azzarda a dire all’inquilino della casa Bianca, quale esso sia, che non solo non gli dà gli altri mille soldati chiesti per l’Afganistan, ma ritira pure quelli che già ci sono, ecco che dai capaci archivi della Cia e affini potrebbero (uso diplomaticamente il condizionale…) saltar fuori altro che i nastri della D’Addario o gli scatti del fotografo sardo o le ricevute di Mills.

E’ ben vero che chiunque a casa sua può fare quel che meglio gli pare, e personalmente sono anche contento se le persone fanno molto sesso anziché passi marziali o baciare la pantofola, ma un capo di Stato ricattabile, come lo era a suo tempo il nostro capo dello Stato Giovanni Leone a causa della sua scalpitante signora grande ammiratrice dei corazzieri del Quirinale, e un capo del governo ricattabile, come “pare” che sia il nostro Chiavaliere a dondolo, beh, questo è un brutto affare. No bbuono. E se il Chiavaliere a dondolo declama che gli italiani lo vogliono così e che perciò lo votano in massa, dice sì il vero, ma ciò non toglie che questo vero sia abbastanza misero. Mussolini aveva dalla sua parte quasi tutti gli italiani, ma ciò nulla toglie al fatto che lui e i suoi fans erano facinorosi che hanno sfasciato e danneggiato moltissimo l’Italia e non solo l’Italia. Il fatto che il Chiavaliere a dondolo abbia una marea di ammiratori che nonostante tutto lo votano no nsignifica che il nostro Paese vola alto, ma anzi che ormai abbiamo perso non solo il senso della decenza. E voliamo diritto verso un burrone.

Berlusconi è capo del nostro governo per la terza volta: e per la terza volta tiene inchiodato l’intero Paese, e l’intero parlamento, ai suoi affari privati, sempre meno eleganti, tant’è che la sua lunga vita politica potrebbe avere un bel titolo da film: “Riuscirà il nostro eroe a evitare la galera?”. Solo questo non è un film ma ormai un quindicennio di vita – paralizzata – italiana. Il nostro eroe riuscirà forse a evitare la galera, ma al prezzo dello sfascio generalizzato dell’Italia e della pesante ricattabilità da parte di qualunque “servizio”, alcuni dei quali sono noti per non starsene con le mani in mano….

Male, molto male, che dirigenti dell’ectoplasma chiamato PD (no, non è la targa automobilistica di Padova, bensì l’acronimo del Partito Democratico) abbiano dichiarato anche loro che la nostra presenza in Afganistan è irrinunciabile. Così come è male, molto male, che l’opposizione politica al Chiavaliere sia ormai lasciata ai vescovi disgustati dai suoi costumi sessuali conclamati anche se – ipocrisie a parte – non differiscono da quelli di molti cardinali e papi (papi al plurale, non al singolare come per Noemi e altre bellezze da “Letto grande”). Sono ormai quasi 30 anni che le tv commerciali e annessi e connessi di Sua Emittenza P2 hanno trasformato l’Italia nel Paese più volgare non solo dell’Europa grazie anche alla cieca dabbenaggine dei Veltroni succubi, perciò ci si doveva svegliare prima, compresi i vescovi, che ora “fanno ammuina” per alzare il prezzo chiesto dal Vaticano per una assoluzione Urbi et orbo (sì, orbo, al singolare, perché indica Berlusconi ormai accecato dalla vanità). Il Chiavaliere si illude, e ci prende in giro, se pensa che basterà un pellegrinaggio da Padre Pio…. Sia pure condito da un altro assalto alla scuola pubblica e altri privilegi milionari pagati da noi contribuenti privi di scudi fiscali. Canossa val bene una assoluzione. Canossa, non il banale santuario di Padre Pio. Anche perché è ormai provato che le sue stimmate e tutto il resto della messa in scena erano solo una truffa, buona per l’Italia arretrata e agreste pre Mediaset.

La democrazia non si esporta. Chi lo fa, di solito finisce male, cioè molto poco democraticamente. Lo ha già detto, anzi scritto Luciano Canfora in un bel libretto, con il quale fa notare che ha iniziato Sparta con il voler liberare il Peloponneso dall’oppressione di Atene e s’è visto come è andata: una lunga guerra disastrosa e Sparta non propriamente culla della democrazia. Napoleone voleva esportare la democrazia in tutta l’Europa, fino a Mosca, ma s’è ridotto a fare l’assai poco democratico Imperatore della Francia. Lenin e Stalin volevano esportare un po’ ovunque la democrazia operaia, e s’è visto anche qui come è andata. Gli Usa insistono a voler bombardare di democrazia e bombe “intelligenti” (?) l’Iraq, l’Afganistan e se fosse possibile anche l’Iran, Cuba, magari la Cina, il Venezuela e il resto dell’ex  “cortile di casa” sudamericano, e s’è visto come stanno andando le cose: c’è una crisi finanziaria e non solo finanziaria che minaccia perfino la tenuta delle varie stelle e strisce.

Chi esporta “valori morali e politici” con le guerre lo fa sempre perché in realtà vuole importare a casa propria le ricchezze altrui pagandole il meno possibile. I Romani hanno esportato con una infinità di guerre “la pax romana”, in realtà per incamerare ricchezze immense e milioni di schiavi. La Chiesa ha esportato “la vera religione”, favorendo il colonialismo, tradendo i vangeli e vendendo l’anima. L’Europa ha esportato la “superiore civiltà europea” e il liberalismo economico, colonizzando, cioè rapinando,  il mondo che ora per reazione ci detesta abbastanza. Gli Usa hanno voluto esportare “il liberalismo” e la libertà dei commerci andando a svegliare il Giappone che dormiva il suo beato isolamento da secoli, così come noi europei abbiamo svegliato giganti come la Cina e l’India, ormai in grado di scavarci la fossa.

Senza scomodare Annibale, che a Scipione volle ricordare come le guerre si sa come e quando iniziano, ma non quando e come finiscono, e neppure la fine dell’impero austro ungarico e della Germania nazista, vittime della propria ingorda presunzione, basterebbe ricordare il proverbio che riassume bene tutto ciò: “La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni”. E temo che davanti a noi ci sia qualcosa che non so se somiglia più al purgatorio o all’inferno.

P. S. L’orrore per il Chiavaliere a dondolo non mi impedisce di notare che gli attacchi della stampa estera vengono in gran parte dal mondo inglese, che di sicuro non ama il fatto che a Gheddafi sia stata spianata la strada dell’entrare tra i padroni dell’Eni, perché ciò significa che i vari Mossadeq d’ora in poi anziché buttarli giù, e condannaeli a morte, con un colpo di Stato se la faranno invece un po’ da padroni magari anche nelle Sette Sorelle. Per una colpa simile è stato ucciso Enrico Mattei, il creatore dell’Eni che osava fare concorrenza agli angloamericani stipulando con gli iraniani contratti per loro assai più equi e lucrosi del cappio al collo imposto dalle Sette Sorelle. Oggi è più difficile fare esplodere in volo un aereo con Berlusconi a bordo. Ma si può sempre cercare di farlo fuori massacrandolo, peraltro giustamente, con i mass media opportunamente scatenati per le sue ribalderie non solo sessuali.

Caro Chiavaliere, mi pare ci sia un detto o qualcosa di simile che dice “Sic transit gloria mundi”. Ma lei è fortunato: Mattei oltre alla gloria mundi ci ha rimesso anche la pelle.


339 commenti
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  1. Peter
    Peter says:

    x244

    ma che e’ una parente lontana di una nostra blogger di quelle parti?…
    Mi sa che le sfuggono i punti dolens: io non sono britannico ma italiano (e parvenu se lo tenga per i suoi sontuosi serenissimi, immagino invece che lei aspiri a diventarlo, da come parla).
    Quelli di cui parlavo erano brit. ma di colore: si vedevano spesso trattati male per quello. Aneddoti personali miei, ma reali. I visitatori bianchi non si sono mai lamentati.
    Visto il tono idilliaco e ‘barocco’ con cui ci presenta la sua citta’, ho pensato di farle notare che c’e’ anche chi vede delle note stonate , almeno nei suoi abitanti…Come dicevo, personalmente non ci ho mai messo piede. E lei mi ha fatto passare del tutto la voglia…
    Mi saluti il Canal Grande: mi accontento dei dipinti del Canaletto

    Peter

  2. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Cara Sègolene, la violenza contro le donne ha molti modi di manifestarsi. L’opposizione alla pillola abortiva è uno di questi modi.
    La donna viene vista solo come moglie ( serva del maschio) e madre nel senso retrivo del termine, ovvero non come portatrice di un atto di amore ma come mero contenitore biologico.
    Sull’aborto ho scritto specificamente nel mio già citato libro, quindi la mia posizione è nota.

  3. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ben detto, Peter. Concordo.
    Ah, il Canaletto: ecco un altro veneto che mi piace.
    Con Vivaldi e Toffolo, siamo a tre.
    Riusciremo a completare le dita di una mano, anche tenendo conto che Goldoni non mi piace?
    Tinto Brass è veneto? E’ nato nel mio stesso giorno, ma non è che mi piaccia granchè, anche lui…
    Beh, possiamo aggiungere a pieno titolo Salvatore Samperi, così siamo già a quattro.
    Manca il quinto. Qualche suggerimento?

  4. sylvi
    sylvi says:

    cara Lucia V.

    Un doppio benvenuta da parte mia.
    Il primo perchè veneziana, il secondo perchè le ha suonate al nostro caro PETER e tramite lui, ai boriosi sudditi di S.M.B.che, nonostante le “de-cadute” non hano perso il vizio di pensare di essere depositari della missione di civiltà urbi et orbi.
    Forse bisognerebbe spiegar loro che cosa faceva Venezia nel 1215, mentre re e baroni inglesi firmavano la Magna Charta convinti di aver scoperto l’acqua calda.

    Il nostro simpatico, quasi sempre, Peter, ha due piccoli diffetti:
    non tocchiamogli le Puglie e gli Inglesi.
    Se ha notato, ci ha tenuto a specificare che i due turisti erano inglesi “di colore” quindi c’era un accenno razzista da parte dei cattivi e incivili veneziani!
    Gli spieghi che i Mori a Venezia erano di casa ben prima che i Senzaterra andassero in giro per il mondo a prendere le terre altrui, con molto fair play, i suppose!!!

    Sono d’accordo con lei che la maramaglia che gira per Venezia con il panino portato dalla casa lontana, che si stravacca o fa i suoi bisogni corporali fra S.Marco e il Palazzo Ducale meriterebbero di pagare l’aria che respira e spero che Cacciari gliela faccia pagare, non potendo, in nome della “democrazia” dargli un calcio nel didietro!

    Un cordiale xe vedemo.
    Sylvi

  5. sylvi
    sylvi says:

    caro Marco,

    ho più volte specificato che io sono per 3/4 veneta e se difendo il quarto furlano è perchè Venezia sa difendersi benissimo da sola.

    Ritengo che Venezia meriti vista per quello che è ed è stata, soprattutto nei suoi ordinamenti politici e nella sua civiltà!!!

    Parlare di antipatia e del solo Canaletto o di Vivaldi, mi sempra come minimo riduttivo, è come se io parlassi della pecora bollita inglese con la menta,senza averla mai assaggiata!

    Sylvi

  6. Peter
    Peter says:

    xSylvi

    oh-oh, arriva la cavalleria…
    Precisazioni: io non insinuavo ma affermavo. I turisti erano piu’ di due, non erano parenti, e si trovarono li’ in anni diversi.
    Quelle sue (volgari, mi permetta) allusioni ai panini ed ai bisogni in pubblico non appena sente parlare di gente di colore fanno pensare. I miei amici erano studenti o professionisti…
    Dai tempi del Moro di Venezia sono passati 7 secoli o giu’ di li': e poi, bisognerebbe vedere. Non mi pare che i veneziani abbiano mai avuto una reputazione di grande tolleranza. Erano senz’altro una potenza coloniale all’epoca, l’unica in Italia (da dove vengono certi ammennicoli di P. San Marco e la basilica? me lo sa dire?).
    E poi, se le piace il Moro, che dire del ‘Merchant’? il ghetto ebraico, e tutto il resto? ‘qualunque ebreo versi una goccia di sangue di un veneziano sara’ punito con la morte…’. Molto illuminante.

    Peter

    ps
    non sono suscettibile sulle Puglie, ma sull’arroganza verso il Sud in genere, e lei dovrebbe cambiarsi gli occhiali. Quanto agli inglesi, se ne e’ detto tutto ed il contrario di tutto sul blog, e non me ne cale

  7. Linosse
    Linosse says:

    Oggi 2 Agosto
    Ricorrenza della strage di Bologna.
    Da Repubblica
    “Due agosto, migliaia hanno sfilato in piazza 29 anni dopo la bomba che fece 85 morti e 200 feriti. Contestato il ministro inviato dal governo. E c’è preoccupazione per i troppi segnali di una confusione sulla strage, soprattutto tra i giovani. Il commento e l’appello del capo dello Stato ”
    Bondi raccoglie quello che hanno seminato i suoi “colleghi”.
    Tanti fischi al giorno ,si spera, tolgano i bondi di torno.
    L.

  8. Peter
    Peter says:

    xMarco

    ma perche’ ha detto subito che il Canaletto era un pittore?
    Avrei scommesso che qualcuno avrebbe pensato fosse il Canal Grande su scala ridotta, una pallida imitazione di quello (sontuoso) della Serenissima…

    Peter

  9. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Cara Sylvi, anche gli arabi nel 1200 erano una grande civiltà.
    Quando chiedo a un arabo di nominarmi i ‘grandi arabi’, ci si ferma ad Averroè.
    Venezia E’ STATA una grande realtà.
    Non credo lo sia ancora.
    Di veneti ne ho conosciuti in quantità sufficiente a dire che, mediamente e con le dovute eccezioni, non mi piacciono. Come non mi piacciono nordafricani e mediorientali, sempre con le dovute eccezioni.
    Possibile che io abbia sempre avuto ottimi rapporti con i piemontesi, noti schizzinosi, con i friulani e con gli altoatesini, altri noti schizzinosi, ma sempre rapporti conflittuali con i veneti, che dovrebbero semmai essermi più congeniali, visto che vengono considerati i meridionali del Nord?
    Mistero.

  10. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che una volta Cossiga abbia detto che la strage di Bologna fu causata da una valigia piena di esplosivi, portata da palestinesi e detonata accidentalmente.

  11. Peter
    Peter says:

    xMarco T.

    e lei crede a quello che diceva quel tale?
    Immagino i palestinesi rapirono anche Moro quando lui era m. degli interni….

    Peter

  12. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro CC,
    la fisica quantistica è tutta da verificare. Non ci sono certezze e, considerarla ‘scientifica’, è un’eccezione al termine ‘scientifico’, che presume l’osservabilità, la misurabilità e la ripetibilità di un fenomeno.
    Le leggi di Plank potrebbero spiegare solo l’apparenza, non la sostanza del fenomeno. Non dimentichiamo che al di là della lunghezza di Plank vi sono le colonne d’Ercole della fisica.
    L’energia è la combinazione di stringhe che vibrano. Tutta la materia non è altro che palline che girano, risultanze di combinazioni coerenti di stringhe.
    Da dove venga il movimento delle stringhe e a quali leggi soggiaccia, nessuno lo sa. Almeno per il momento.
    Finchè non si capirà cos’è la gravitazione, ovvero la legge di attrazione dell’energia vibrante, continueremo a giocare a mosca cieca e a cercare l’inesistente Bosone di Higgs.
    Per chiariti il termine ‘nodo interferenziale’, ti riporto al cosiddetto effetto Moirè. Rende vagamente l’idea.

  13. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Peter:
    Cossiga era molto ammanicato ai servizi segreti.
    Quale interesse avrebbe a proteggere gente che è comunque in galera da innumerevoli anni?
    Ai suoi tempi l’Italia, a differenza di altre nazioni europee, era fuori dal terrorismo palestinese proprio perchè ne favoriva i traffici. E’ storia nota.

  14. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Oggi niente inviti a pranzo. L’amica della Domenica è a sua volta invitata per il compleanno di una ultraottentenne.
    A differenza di me, lei ama i vecchi. Io non li sopporto.
    Non frequento coetanei, infatti.
    La vecchiaia non è data dall’età anagrafica ma dall’interesse e dalla curiosità che si ha verso la vita. Ci sono ottantenni giovani e quarantenni vecchi.
    E’ giovane chi riesce a comprendere il proprio tempo e a trovare la giusta collocazione.
    I vecchi sono contro i giovani, non li accettano perchè non li capiscono, non li accettano perchè i giovani non corrispondono ai loro schemi fossilizzati.
    A momenti sto per avere il secondo pronipote. La prima, che ora ha sei anni, in famiglia la soprannominiamo ‘Montalcini’. Suo padre, da piccolo, era un filosofo, mentre lei è appassionata di scienza.
    Se il secondo ( è un maschio) nasce in questi giorni, sta messo bene anche lui. Si è appena scampato una quadratura di Marte, che ne avrebbe minato la volontà. Ha comunque un’opposizione Saturno Urano, che ne fa automaticamente un rivoluzionario. In quale settore, lo vedremo con l’ora di nascita. Potenza dell’astrologia!
    Ora vado, le ultime orecchiette della busta, mi aspettano!

  15. Peter
    Peter says:

    per me e’ ormai ora di andare ad un pub dei dintorni e prendermi il solito arrosto della domenica.
    Arrosto, appunto. Non bollito. Sylvi non si era accorta che gli agnelloni qui si arrostiscono. Forse sua figlia si era scordato di tradurglielo…
    Poi non saprei come usano fare nel Galles…

    Peter

  16. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Parlando di agnello, qui si usano molto le Lamb chops con la gelatina di menta o senza.
    Alla griglia.

    Poi usiamo Carre’ d’agnello con salsa di vino rosso e menta, rack of lamb.
    Usiamo…hmmmmm, adesso mica tanto perche’ e’ carissimo.

    Figurati che ogni tanto andiamo in un ristorante “Spain”, e ordino sempre le Lamb chops, ne servono tre’, sono tenerissime, piu’ di una non ne posso mangiare, le altre due me le impacchettano elegantemente. (doggy bag)

    Buon appetito, io mi sono alzata da poco.
    Anita

  17. Anita
    Anita says:

    x Controcorrente – #246

    In due righe non si puo’ dire molto, ho detto anche troppo.

    Mia nuora sapeva benissimo che il suo compagno desiderava un figlio proprio.
    Aveva creato un business col sogno di lasciarlo ad eredi…

    Io sono grata a Larry, e’ stato un vero padre per i miei due nipoti, non potevo sperare di meglio.

    Devi anche pensare che l’orologio cammina e gli anni produttivi diminuiscono.

    Ciao, Anita

  18. Anita
    Anita says:

    x Marco

    Ma ce l’hai su con i veneti?
    Io sono stata a Venezia per un solo giorno, viaggio d’affari, non ho visto niente solo l’hotel e niente altro.

    Ho conosciuto diversi veneti, la squadra di calcio del Siracusa, allora in serie B, ma ad un passo per salire in serie A, era formata da quasi tutti veneti, conoscevo i calciatori e le loro famiglie.

    Due dei miei piccoli amori erano veneti, un padovano ed un veronese….

    Sul forum c’era una certa Maria Ernesta, una sagoma…molto religiosa.

    Ciao Marcuccio,
    Anita

    PS:
    Vedo che il campanilismo e’ vivo e vegeto anche sul forum.
    Non mi toccare Milano, senno’ te la vedi brutta! ;-)

  19. Anita
    Anita says:

    x Tutti

    Ieri sera, come ogni sabato su un canale c’e’ “Saturday Night Live”, un programma comico e satirico.
    Dalle 23:30 alla 1:00 AM

    Uno degli “skits” e’ toccato alla RAI Italiana, un intervista make believe, di un presentatore italiano con un attore americano….hanno preso in giro un po’ tutti, inclusi i mammoni.

    Di solito mi incavolo quando buttano giu’ l’Italia, ma in questo caso erano alla pari con gli insulti.
    Beh…non proprio.

    Anita

  20. Lucia Vendramin
    Lucia Vendramin says:

    Ringrazio il Signor Controcorrente e la Signora Silvi per le gentili parole e per l’accoglienza riservatami, nello stesso tempo saluto e ringrazio il titolare se vorrà accogliermi. Però, per giustezza d’intenti vorrei portar a conoscienza che la catena alberghiera per la quale presto la mia opera, oltre a gestire prestigiosi alberghi in Italia, a Venezia e d’intorni, ne gestisce anche all’estero oltre che nella città del Santo.

    Questo lo voglio scrivere per quel Signore che tanto volgarmente disprezza e vetupera i padovani e la città di Padova. Io, ripeto per lavoro mi reco assai spesso a Padova e posso assicurare che i suoi abitanti in quanto a civiltà, educazione e tolleranza verso tutti, non sono secondi a nessuno.

    La sua quasi millenaria università, accoglie da tutte le parti d’Italia e del mondo, migliaia e migliaia di studenti e ve l’assicuro; non ho mai udito nessuno esprimersi in maniera così ostile, così volgare contro Padova e i suoi residenti, come ha scritto quell’ insipido Signore.

    La vera Firenze del trecento e’ Padova
    La Padova di Giotto, raccontata da un’insigne critico d’arte, la Cappella degli Scrovegni.

    Un usuraio viene a sapere che c’è un grande pittore di nome Giotto, che ha inventato una nuova idea della pittura. Lo invita a dipingere la cappella di famiglia, a fianco di un palazzo che poi è stato distrutto, dentro l’Arena di Padova.

    E’ grazie a questo imprenditore del Nord-Est, una figura ancora capace di esprimere una sua attualità, che il toscano Giotto ha lasciato a Padova la sua massima testimonianza, il suo massimo capolavoro, la “Divina Commedia” della pittura che ha fondato una “vita nova” nella pittura occidentale. Eppure non c’è nessuno in Italia, neanche i cittadini locali, che dovendo pensare alla migliore pittura del trecento pensi a Padova.

    Lasciando a Padova la Cappella degli Scrovegni e altre opere presso la Basilica del Santo e il Palazzo della Ragione, Giotto diventa il modello per le generazioni successive di artisti.

    E a imitare Giotto non vanno suoi allievi, come succede a Firenze, ma artisti autonomi, ognuno con la propria personalità, ognuno in grado di rielaborare la lezione del grande maestro secondo lo spirito dei nuovi tempi.

    Prima di Padova, Giotto era solo l’artista più dotato e promettente fra quelli presumibilmente operanti nel cantiere di Assisi; dopo Padova diventa il pittore più conosciuto, pronto a diffondere il proprio verbo artistico nella maggior parte della penisola italiana.

    Ecco perchè dico che “la vera firenze del trecento è Padova”: a Firenze, Giotto diventa evoluzione, arte capace di diventare nazionale e internazionale. Se si voleva conoscere la pittura del trecento, mai si andava a Padova, ma ad Assisi, a Firenze, a Siena, perfino a Venezia.

    Nel Quattrocento, però, arriverà a Padova un altro grande artista fiorentino, Donatello, scultore, e qui lascerà il suo maggior capolavoro, quello destinato ad esercitare maggior influenza sugli altri artisti, esattamente come era stato per Giotto.

    Da Donatello il rinascimento padano, e quello veneto in particolare, conosceranno un impulso decisivo, nascerà un gusto archeologico per la civiltà classica, pagana, nella reazione dell’Umanesimo contro la gerarchia teologica medievale, e tutti andranno a studiare a Padova.

    Fra l’epoca di Giotto e quella di Donatello, dunque, Padova diventa una capitale artistica perchè vi capitano eventi come quelli che si sarebbero verificati poi, a Parigi con il cubismo, o a New York con la Pop Art. La leggenda di Padova, capitale di tendenza, si sarebbe diffusa con una forza dirompente. Dopo il non lungo soggiorno di Giotto a Padova, esauritosi fra il 1302 e il 1307, passano circa venti anni in cui nessuno riesce a mettersi in rapporto con un linguaggio pittorico così evoluto.

    Poi scatta una straordinaria energia emulativa, innestata da alcuni maestri riminesi (Pietro e Giuliano da Rimini) che dipingono nella chiesa degli Eremitani, vicino alla cappella degli Scrovegni. Dopo di loro, ecco un veneziano che si chiama Guariento giungere a Padova e tentare una congiunzione tra la lingua pittorica veneziana, greco-bizantina, e quella moderna di Giotto; al suo fianco un raffinato conterraneo, l’ecclesiastico Nicoletto Semitecolo, cui fa seguito il lombardo Giusto da Menabuoi, arrivato a Padova per affrescare il Battistero.

    E poi ancora, da Verona, un superbo lettore di modelli di Giotto in chiave pre-rinascimentale, Altichero, che lascia il suo massimo capolavoro nell’Oratorio di San Giorgio. Con tutti questi pittori attivi a Padova, l’arte padana non rimane più un’ipotesi, ma una realtà; non un linguaggio autoctono, ma un contributo alla stabilizzazione di una lingua realmente nazionale, parallela ma non coincidente con quella toscana.

    In questo senso anche Giotto può essere considerato a suo modo un “padano”, avendo inaugurato a Padova un discorso che si sarebbe sviluppato secondo binari finalmente extra-toscani. Per questa e altre ragioni è importante andare a Padova, capire a Padova il senso della pittura italiana del trecento più di quanto non si possa fare a Firenze.

    Perchè la Padova di Giotto è stata davvero caput mundi dell’arte come non ce ne sono state altre nel trecento.

    Ho riportato il pensiero di un grandissimo, forse unico critico d’arte così grande, italiano, perchè Lei, ignorante Signore prima di traffiggere Padova e i suoi residenti, dovrebbe almeno pensarci.

    E per finire, a Padova si pranza e si cena da dio, si beve dell’ecellente vino e si ha il conforto e la compagnia di eccelsi camerieri. Certo, che se ci si comporta da stronzi, anche a Padova, come a Venezia non tollerano. Questo è quanto le dovevo a supporto di Padova che io stimo e amo come Venezia e come amo tutta l’Italia.

  21. Vox
    Vox says:

    BIN LADEN E TALIBANI HANNO
    LAVORATO PER GLI USA FINO AL 9-11!

    In un’intervista alla radio (Mike Malloy Radio Show) l’ex-traduttore dell’FBI S. Edmonds ha rivelato che Bin Laden avrebbe lavorato per i servizi segreti americani fino al giorno del cosi detto attacco alle Torri, conducendo operazioni di distabilizzazione in CINA (nella regione attraverso la quale dovra’ passare il nuovo oleodotto russo-cinese) e usando i Talibani per scardinare il sistema afghano dell’epoca (ante-2001).

    Non so quanto sia attendibile questa informazione al momento, ma spiegherebbe mooooolte cose. Infatti, e’ ormai chiaro che gli americani stanno in Afghanistan non certo per esportare la democrazia da quelle parti, ma 1) per proteggere i propri interessi nell’area e 2) per impedire che i russi e i cinesi si facciano gli interessi propri, tra loro.

    Personalmente, alla storiella di Bin Laden che si nasconde nelle caverne afghane (un uomo che necessita di dialisi quasi quotidiane?) e alla genuinita’ dell’organizzazione Alqaeda non ho mai creduto. Troppo comoda per gli Usa e i loro progetti. E poi, ogni volta che il sedicente Bin Laden (o chi per lui) apre bocca, e’ in un momento e in un modo che torna a fagiolo proprio e sempre agli Usa. Il famoso ‘cui prodest’ brilla come un neon nel deserto.

    http://www.dailykos.com/story/2009/7/31/760117/-Bombshell:-Bin-Laden-worked-for-US-till-9-11

    Bombshell: Bin Laden Worked for US Till 9/11 !

    Former FBI translator Sibel Edmonds, says that the US maintained ‘intimate relations’ with Bin Laden, and the Taliban, “all the way until that day of September 11.” These ‘intimate relations’ included using Bin Laden for ‘operations’ in Central Asia, including Xinjiang, China. These ‘operations’ involved using al Qaeda and the Taliban in the same manner “as we did during the Afghan and Soviet conflict,” that is, fighting ‘enemies’ via proxies[…]

  22. Peter
    Peter says:

    xAnita

    beh, sai, non sia mai detto che rinuncio ad una sfida…
    Sylvi ha parato incautamente ad una tragedia di Shakespeare, ed io ho continuato.
    A pensarci bene, il ritratto che il maestro fa dei veneti nelle varie tragedie ambientate ivi e’ come dire…
    L’Otello: un veneziano (Iago) e’ diventato da allora sinonimo di traditore, invidioso cospiratore. Il ‘malamente’ delle tragedie napoletane spicciole…
    Romeo e Giulietta: due clans (un po’ mafiosi, ad occhio e croce) a confronto nella citta’ medievale di Verona. L’un contro l’altro armati. Occhio per occhio, etc. Neanche le faide irpine o siciliane…
    The Merchant (in inglese basta quello): i veneziani dell’epoca vengono presentati come sofisticati, sagaci, ed azzeccagarbugli nei tribunali (ed ‘imparziali’…). E francamente razzisti ed antisemiti. Antonio sputa in faccia all’ebreo, mi pare. E poi il processo e tutta la solfa antisemita alla conclusione…
    mi sono inventato nulla?

    ciao, Peter

  23. Vox
    Vox says:

    @ Lucia Vendramin

    Mi unisco a tutti coloro che le danno il benvenuto su questo blog e mi auguro che voglia contribuire anche in futuro.

    Non chi sia il ‘signore’ che critica Padova (non ho la pazienza, in questo momento) di andarmi a rileggere tutti i post, ma sono d’accordo con lei che sia Venezia che Padova sono citta’ di straordinaria bellezza, che meritano non solo visite prolungate e conoscenza piu’ approfondita, ma anche rispetto e amore.

    Tutto quello che ci rimane di questa sgangherata italia, ormai, e’ il retaggio storico-artistico-architettonico. Abbiamo (ancora) le citta’ piu’ belle del mondo ed e’ forse una delle pochissime cose di cui possiamo essere orgogliosi come italiani.

    Mi permetta solo una piccola osservazione: chiamare un usuraio (ancorche’ del XIII secolo e benche’ abbia dato lavoro a Giotto) “imprenditore” mi sembra alquanto improprio.

  24. Vox
    Vox says:

    @ Anita
    Non so gli altri, ma a me il canto del gallo non da’ alcun fastidio, anzi. Mi piace anche lo scampanio delle chiese, benche’ sia anticlericale.

  25. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Il canto del gallo e’ piacevolissimo per chi si alza all’alba.

    Comunque non sarebbe il caso di Mr. Clucky, il suo padrone lo tiene chiuso al buio fino alle 7:30 di mattina per non disturbare i vicini.

    Dopo aver letto abbastanza su Mr. Clucky la denuncia potrebbe anche avere uno scopo pubblicitario.

    Il padrone viaggia con lui, attraversa diversi Stati, e’ in TV, partecipa ad eventi, parate, comizi, fiere, PETA, ed ha anche un contratto per un film.

    Lei cosa ne pensa?

    Anita

  26. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Anche non avendo mai letto Shakespeare conosco alcuni dei suoi plays e libri in sunto.

    The merchant of Venice was the best.
    Venice was such a wicked place back then.

    In a different way but not much different of today’s world, without much ethics and thinking of one’s individual advantage.

    Just more colorful…back then.

    How was the lamb roast?

    Anita

  27. Vox
    Vox says:

    @ Anita
    Se anche fosse una trovata pubblicitaria, mi sembra che non ci sia nulla di male. Diffondere una cultura di rispetto e curiosita’ per gli animali puo’ aiutare a proteggerli meglio.

  28. Vox
    Vox says:

    Non credo che la societa’ e la vita a Venezia ai tempi di Shakespeare fosse meglio o peggio di quella di qualsiasi altro luogo, Londra inclusa. Inoltre, il motivo per cui Shakespeare ha deciso di ambientarvi la sua commedia non e’ certo per descrivere la “realta’ di Venezia”, ma piuttosto quella a lui meglio conosciuta.
    Inoltre il cosidetto antisemitismo espresso nel Mercante di Venezia rispecchia perfettamente quello in auge nell’Inghilterra Elisabettiana.

  29. sylvi
    sylvi says:

    caro Marco,

    la mia risposta a te e a Peter, stamattina, si è persa fra le connessioni sloveno-croate!!!

    Intanto i veneti sono tanti, vanno dalle Alpi al mare, ed hanno storie che vanno dall’impero austoungarico alle foci del Po!
    E a te sono antipatici tutti i veneti!!!!
    Ma se parli di Venezia come ” di una realtà che è stata” senza averla mai vista, e di Padova senza sicuramente aver mai visto la capella degli Scrovegni e nemmeno essere mai entrato non dico al Pedrocchi ma in una di quelle osterie che Pino conosce benissimo, io un po’ meno perchè non luoghi proprio per signorine…
    beh, che vuoi… a me sono cascate le braccia e mi sto annegando
    nel mio stesso latte alle ginocchia!!!

    Non sto a raccontarti altro, se non che quando gli arabi avevano Avveroè,e gli inglesi il Senzaterra, i veneziani avevano un Doge controllato dal Consiglio Ducale che vigilava non ci fossero conflitti di interesse del Doge (sigh,sigh!) e i Rogadori de Comun che…magari fosse così la nostra Magistratura.
    A Peter dico soltanto che farebbe bene ad andare a Venezia e a visitare il Ghetto e a leggere la storia di come Venezia accoglieva le genti.
    Il mercante di Venezia è un po’ riduttivo!
    Così forse non confonde il Canaletto con un “piccolo canale”, nè il Pietro Longhi con un atelier di alta moda, nè il Tiziano con una escord dai capelli rossi.

    Sylvi

  30. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Oh,oh,oh…quasi quasi mi sfuggiva …

    caro marco,

    _________________________________

    Toh, ecco CC che finalmente parla dei comunisti identificandoli (con molta precisione, direi) per quello che sono!

    _________________________________________________

    Tranquillo , non certo di Comunisti parlavo,e tu lo sai benissimo!
    Nel frattempo , mentre sto ancora tentando di sciogliere “una stringa” di una scarpa invernale,ti posso garantire che sotto la lunghezza di Plank ho scoperto esistere per esempio grandezze più piccole , come certe intelligenze…….
    Ti confesso che comincerò finalmente a leggere il tuo Fuck the System,cosa che vergognosamente non avevo fatto fin’ora…
    Me ne dolgo assai..

    cc

  31. Vox
    Vox says:

    POLIZIA ISRAELIANA ANTISEMITA !!!

    Israele, chiesta l’incriminazione
    del ministro degli Esteri Lieberman

    La polizia ha raccomandato alla Procura di procedere contro il leader del partito di estrema destra Israel Beitenu. Secondo gli inquirenti, contro di lui ci sarebbero prove sufficienti per i reati di corruzione e riciclaggio (come certi rabbini del New Jersey)

    http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/esteri/lieberman-indagato/lieberman-indagato/lieberman-indagato.html

    Questi se non li incriminano per le loro colpe maggiori (fascismo, razzismo, genocidio sistematico di palestinesi e furto delle loro terre), cascano comunque su altre ‘bucce di banana’.
    Come Al Capone o papi.

  32. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Piatto ricco…mi ci ficco….!!
    Espressione tipica da Poker..!!

    Per cui devo onestamente ammettere che la Serenissima, per molto tempo è stata un porto aperto della laicità…
    L’inquisizione se non erro non dettava legge…!
    In sostanza quando si tratta di” sghei”, ,bisogna tenersi stretti le prerogative del potere, da bravi mercanti….
    Gli imperi commerciali..badano al sodo…!!

    cc

  33. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Tranquillo , non certo di Comunisti parlavo,e tu lo sai benissimo!
    ——–
    Ciò non toglie che la descrizione si adatti perfettamente anche al comunismo. No?

  34. Vox
    Vox says:

    @ Sylvi
    Che vuole, cara, qui siamo tutti un branco di ignoranti che non sanno manco chi sia Canaletto. Sa perche’? Perche’ alcuni ci godono a dire cattiverie gratuite, e se l’occasione non c’e’ (come in questo caso) se la inventano.

  35. Controcorrente
    Controcorrente says:

    No,non ai Comunisti che conosco io!
    Ma adesso vado a farmi una minestrina ,veloce,veloce..poi un caffè ..più tardi con calma…
    Oggi abbiamo avuto un violento acquazzone e la battaglia con l’acqua che rischiava di entrarmi nelle camere dal balcone è stata dura..causa uno scarico tappato…!!

    cc

  36. sylvi
    sylvi says:

    caro cc,

    i veneziani, con i loro SCHEI, erano gli unici che non andavano a riverire il Papa, e hanno lasciato qualcosa in più, in giro per il mondo, dei tuoi Savoiardi con il Principino ballerino!

    stame ben
    Sylvi

  37. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ma se parli di Venezia come ” di una realtà che è stata” senza averla mai vista, e di Padova senza sicuramente aver mai visto la capella degli Scrovegni e nemmeno essere mai entrato non dico al Pedrocchi ma in una di quelle osterie che Pino conosce benissimo, io un po’ meno perchè non luoghi proprio per signorine…

    Di Venezia ho visto film, documentari, fotografie e quant’altro sia a disposizione del turista. Ora, non voglio togliere niente all’arte della città, per il semplice motivo che sto parlando dei cittadini. Ho detto nel mio post che ho sempre incontrato veneti sgradevoli, cosa che non è successa in nessun’altra delle regioni italiane, tra le quali ho citato regioni che non hanno fama di essere particolarmente cordiali con chi non conoscono.
    Certo che sono stato al Pedrocchi ed anche in certe osterie, nonchè in un paio di ville venete nel circondario adibite a ristorante, allo stesso modo in cui sono stato nelle piole piemontesi. Abbiamo fatto io e il mio socio, nei primi tempi dello Studio Fotografico prima ancora di darci alla moda, i fotografi di matrimonio e più volte abbiamo operato in Veneto. Non solo, ma una delle nostre costosissime macchine da stampa era costruita a Fiume Veneto, dove abbiamo incontrato diversi disonesti, veneti. L’unica persona di cui abbiamo potuto fidarci in quell’azienda è stato un tecnico sudtirolese. La seconda macchina da stampa era giapponese, comprata a Torino. Mai avuto rogne, gentilissimi i tecnici piemontesi. L’ultima macchina era costruita a Bressanone ( Brixen), bella macchina e bella gente, molto corretti e professionali, nonchè cordialissimi i tecnici, tutti altoatesini.
    Cosa vuoi che ti dica: coi veneti ho avuto sfiga tutte le volte che sono stato in Veneto? Chiamala come vuoi. Resta il fatto che coi veneti non ho mai arrazzato, mentre con gli altri si.
    Anche quando ero in convitto a Torino, arrazzavo con tutti, friulani e goriziani compresi, ma non coi veneti. Come lo spieghi?

  38. Vox
    Vox says:

    @ Sylvi
    Scherzi a parte, Venezia e il Veneto in generale possono vantare una gran quantita’ di artisti sommi, sia nell’arte figurativa che nell’ architettura e nella musica, soprattutto dal 500 in poi. E Venezia era un punto di incontro anche per molti artisti stranieri, come Durer (che amo molto).

    Venezia e’ davvero unica. A me piace soprattutto in inverno, quando c’e’ poca gente e pioviggina, la nebbia copre i canali e i ponti sembrano sospesi nell’aria. E’ come trovarsi dentro un incantesimo.

  39. Vox
    Vox says:

    @ MT
    Forse e’ stato sfortunato. Io ho degli amici veneti di una bonta’ e generosita’ straordinarie. Tra le persone piu’ squisite che conosca.
    Non bisognerebbe mai generalizzare e ridurre tutto al minimo comune multiplo, non trova? E’ un po’ come essere razzisti. La gente e’ buona o cattiva, simpatica o scostante, intelligente o asshole in musura uguale dovunque, in qualsiasi popolo e a qualunque altitudine.

  40. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro CC, qui c’è un sole cocente. Ha piovuto fino a Giugno, poi neanche più una goccia. E ci è ancora andata bene, perchè l’anno scorso ( e non è una rarità) ha smesso di piovere ad Aprile e ha ripreso a Novembre.

  41. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Vox, io sono il primo che non generalizza, ed ho infatti chiesto innanzitutto scusa ai veneti ‘buoni’.
    Il guaio è che la sorte non me li ha mai fatti incontrare.
    Ho incontrato bergamaschi buoni, ma veneti buoni no.
    Sta di fatto però che lamentele contro i veneti ne ho sentite da più parti e in tempi e luoghi molto diversi. Ritengo quindi che la sfiga non sia soltanto mia.
    Diciamo che è una fortuna trovare veneti buoni ed io questa fortuna non l’ho avuta. Va meglio, così?
    Al mio tavolo in convitto a Torino eravamo un piemontese di Pinerolo, un triestino, un romagnolo ed io. Arrazzavamo tutti meravigliosamente.
    L’anno dopo ero a tavola con tre cinesi di Hong Kong che facevano i corsi Fiat: li avevano messi con me perchè ero l’unico che parlava inglese. Gentilissimi e molto garbati.
    L’anno dopo ancora sono andato a vivere da solo in una delle mitiche soffitte della zona di Porta Nuova, dove il mio palazzo era chiamato ‘il quadrilatero delle puttane’ perchè ad ogni angolo ce n’era una. Abitavano nel mio palazzo, gentilissime anche loro, benchè ogni tanto adescassero i compagni di scuola che venivano a farmi visita (anche la soffitta, come tutte le mie case, era diventata un porto di mare).
    CC può farsi raccontare dal mio amico di San Giorgio Canavese, cosa era la mia soffitta all’epoca!

  42. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ho letto il post di Peter proprio ora. Dimenticavo che anche a Verona ho trovato osti della malora, peggio che a Roma, nonchè diversa gente con la puzza sotto il naso, quel paio di volte che ho accompagnato i mei amici alla fiera agricola di Verona.
    La città è bella, la piazza dell’Arena è magica.
    Siamo sempre lì: gli abitanti…

  43. Peter
    Peter says:

    ti pareva che non ci si mettesse in mezzo anche lei, col suo odioso (mi permetta, ma e’ cosi’) modo di generalizzare le mie affermazioni: siamo tutti un branco di ignoranti, etc.
    Credo che dal mio post si capisse benissimo a chi, ipoteticamente, mi riferissi.
    Proprio lei che parla sempre di pupazzi a molla, non ne nota uno che e’ spuntato ex abrupto, neanche questo fosse il sito di promozioni turistiche. E con che sicumera, devo aggiungere…
    In ogni caso, io ho fatto solo qualche commento sui veneti, anzi sui veneziani per cominciare, raccontando delle storie riferitemi, ma non certo inventate: scusi tanto se non le trova sull’internet, garanzia di autenticita’.
    Quella tale (e Sylvi), si sono prima costernate, poi indignate, poi hanno gettato la spugna ‘con gran dignita’.
    E poi ci si mette di mezzo anche lei, ogni occasione e’ buona, questo lo dico io…
    Secondo: so benissimo che i riferimenti shakespeariani alla Venezia ed il Veneto di allora non erano, necessariamente, diversi dall’Europa del tempo. Di sicuro la legge antiebrei in auge nella Venezia del tempo NON se l’era inventata (la vita, anzi solo il sangue, veneziani erano infinitamente piu’ preziosi).
    In ogni caso, e’ irrilevante, anche se Shakespeare inventava o si sbagliava: infatti era SYLVI ad averlo tirato in ballo con l’Otello (che per Sylvi, ed anche lei credo) era oro colato: i mori erano alla pari, avevano potere e successo, si sposavano le veneziane bianche, etc…Se erano balle, o invenzioni, le altre tragedie ambientate a Venezia, by the same token lo era anche quella. Ma voi due glissate sempre, in questo siete uguali…
    Sulle referenze e fonti, mi viene in mente il grezzo dialetto delle mie parti: ‘ttacca lu ciucciu a dunca vole lu patrunu’.
    Vediamo se Marco T. lo sa tradurre…
    Una cosa gliela posso concedere: se il povero Shakespeare sapesse da dove viene chi lo cita…come vede sono modesto

    Peter

  44. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Lucia Vendramin:
    Ho forse parlato male delle città?
    No, ho parlato male degli abitanti, che non sono pittori del trecento ma cafoni di oggi, nell’accezione napoletana del termine (o’ cafone è il contadino grezzo e ignorante).
    Io mi sono sempre comportato bene dappertutto, tant’è che non mi sono mai lamentato delle altre regioni del Nord, confinanti col Veneto, dove sono sempre stato trattato benissimo, sudtirolo germanofono compreso.
    Che gli unici veneti non buoni siano capitati a me? Possibile, anche se improbabile. Improbabile, perchè ho sentito lamentele in proposito anche da altri, non meridionali ma piemontesi e lombardi.

  45. Peter
    Peter says:

    xMarco T.

    sono d’accordo con lei: puo’ essere questione di sfiga.
    Pero’ alzo le mani e ‘plead guilty': ho una zia veneta simpaticissima. Ingenua, incolta, irruenta ma sempre allegra e solare. Sposo’ un mio zio anch’esso molto arguto, si incontrarono pero’ all’estero, secoli fa. La vedo molto di rado: si vantava di Bossi, mi chiamava allegramente terrone, e vi assicuro che non me la sono mai presa. Hanno due figlie simpaticissime, tra l’altro.

    Peter

  46. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Peter:
    da noi si dice ‘attack u ciucc a do vol u patrìun’.
    Personalmente non lo faccio mai, a costo di sembrare pedante.

  47. Vox
    Vox says:

    @ Peter
    Il fatto che sempre piu’ persone su questo blog trovino che lei si rende sgradevole (e il piu’ delle volte senza un vero motivo), dovrebbe farla riflettere. A lei piace lo sport del lanciare strali, ma poi si inalbera quando qualcuno glielo fa notare o glieli rilancia.
    La sua osservazione sulla (ipotetica e alquanto improbabile) confusione che chissa’ chi su questo blog avrebbe potuto fare su Canaletto e’ stata proprio una caduta di stile. Perfino per lei.

  48. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Peter, ma certamente ci saranno veneti validi e simpatici, che diamine!
    Si tratta solo di percentuali statistiche, che pendono verso l’una o l’altra delle caratteristiche salienti di una popolazione.
    Ascoltando amici che vivono al Nord, nessuno si lamenta di nessuno, tranne quelli che capitano a lavorare in Veneto. Chissà perchè.
    Ci saranno una gran quantità di veneti simpatici e affidabili, però, dopo aver vissuto 3 anni a Napoli, affiderei il mio portafoglio con più fiducia a un napoletano, piuttosto che a un veneto o a un pugliese.
    Lei no?

  49. Peter
    Peter says:

    xVox

    no, in quel contesto (sontuosi serenissimi, pervenu, etc) era un commento ad hoc, che le piaccia o no.
    Ora, provi a leggere e commentare anche il resto dei miei posts, cara ‘Vox Populi’

    Peter

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