Lo strano e pericoloso ping pong tra il papa e il rabbinato sulla beatificazione di Pio XII. Intanto negli Usa la magistratura autorizzaper la prima volta che si processi direttamente il Vaticano per i reati di pedofilia del suo clero: nasce così il rischio che lo si possa chiamare in causa anche per la sua parte di responsabilità per i campi di sterminio

A meno di sempre possibili colpi di scena, il papa tedesco a suo tempo volontario nella Gioventù Hitleriana andrà quindi in visita in  Israele. La motivazione ufficiale dice che è impensabile che un pontefice come Ratzinger, autore di un libro su Gesù in due volumi (il secondo non è stato ancora pubblicato), non vada a “vedere la Terra Santa dove Cristo è vissuto”. Credere che gli altri pontefici non ci siano andati solo perché non scrivevano libri sulla vita di Gesù Cristo è francamente impensabile, troppo riduttivo. E’ più credibile che il viaggio di Ratzinger sia un pegno da pagare per avere il via libera dal rabbinato israelita per la beatificazione di Pio XII dopo le recenti polemiche sullo spinoso argomento. E rischia di essere anche un altro passettino verso lo “scontro di civiltà”, inteso come scontro tra “civiltà” legata alla bibbia, donde derivano sia l’ebraismo che il cristianesimo, e “civiltà” legata al corano, vale a dire l’islam. Come al solito, in queste faccende la religione non c’entra assolutamente niente, si tratta “solo” di diplomazia, politica e conservazione del potere esistente.
In attesa comunque della nuova puntata del teleromanzo intitolato appunto “beatificazione di papa Pio XII” vale la pena di mettere qualche puntino sulle i, visto anche che nel ping pong tra Vaticano e parte del rabbinato si cerca ormai di ridurre al solo genocidio degli ebrei non solo l’intera funzione di tutti i campi di sterminio nazisti, ma addirittura l’intera seconda guerra mondiale: una ben strana Memoria, quella di cui vogliamo fregiarci buttando così a mare la memoria e la Storia. Il Parrajmos e il Samudaripen dei rom, vale a dire l’equivalente zingaro della Shoà, non viene mai neppure nominato da lontano, eccetto qualche cerimonia e qualche dibattito molto  poco pubblicizzati e qualche libretto di coraggiosi alla Angelo Arlati, tanto che nessuno conosce neppure la semplice esistenza di queste due parole – Parrajmos e Samudaripen – nonostante indichino lo sterminio di non si sa ancora se “solo” 400 mila “zingari” o ben due milioni. Da notare che se c’è un popolo che con la seconda guerra mondiale ha davvero rischiato di essere cancellato dalla faccia del pianeta sono proprio loro, i rom, che si sarebbero così aggiunti alla lunga serie di popoli, culture ed etnie che noi europei ed occidentali in genere abbiamo distrutto in varie parti del mondo. Se Hitler avesse infatti vinto la guerra, li avrebbe sterminati nell’intera Europa, compresi i Balcani e l’Unione sovietica. Gli zingari contrariamente agli ebrei non sono mai emigrati nel resto del mondo, eccetto a quanto pare alcune centinaia di migliaia negli Usa, dove sono diventati perlopiù stanziali,  perciò sterminarli nel Vecchio Continente e nell’area balcanica significava di fatto cancellarli dal pianeta.
Abbiamo buttato nella spazzatura della Non Memoria e della smemoratezza i 40-50 milioni di morti dell’intera guerra, di cui una buona metà nella sola Unione sovietica. E vabbé. Ma sta di fatto per i camini dei campi di sterminio i nazisti ci hanno fatto passare non solo un mare di ebrei, ma anche qualche milione di prigionieri russi, polacchi, jugoslavi e slavi in genere, più qualche decina di migliaia di gay, handicappati e malati incurabili. Anzi, la “soluzione finale” è iniziata proprio da questi ultimi due tipi di esseri umani e, in caso di vittoria della Germania, essa prevedeva tra l’altro – oltre alla cancellazione dei rom, degli ebrei, degli omosessuali e degli handicappati europei – anche il ritorno all’epoca della pietra di tutto l’Est europeo. Vi sarebbero infatti state proibite perfino le scuole onde evitare che gli slavi, ritenuti anche loro “razza inferiore”, potessero diventare qualcosa di più della pura e semplice mano d’opera, forza lavoro di tipo pressoché schiavistico. Ma tutto ciò nello strano furore della polemica sulla beatificazione di Pio XII è scomparso.
Come che sia, fa uno strano effetto sentire l’accento tedesco di papa Ratzinger quando difende a spada tratta quel suo indifendibile predecessore. Si dà infatti il caso che Pio XII sia accusato da più parti e da decenni in modo sempre più documentato di essere stato troppo morbido, se non correo, con la Germania di Hitler, e si dà il caso che l’attuale pontefice non solo sia tedesco, ma abbia anche indossato a 16 anni la orribile divisa dei volontari della Gioventù hitleriana. Per chi coltiva il vizio della memoria, senza i due pesi e le due misure della Memoria, queste assonanze e coincidenze non sono una bella cosa. Non fa un bell’effetto un eventuale accordo tra clero cattolico e clero israelita che riduca di fatto a una sola ed unica dimensione l’intera infamia e tragedia dei campi di sterminio nazisti e fascisti, seppellendo e facendo scomparire definitivamente svariati milioni di altre vittime. Altro che “revisionismo” e “negazione dell’Olocausto”!
Sia chiaro: la Chiesa è libera di beatificare e santificare chi più le pare e piace, e se ha dichiarato santo uno come Carlo Borromeo non ci si può meravigliare che voglia fare beato Pio XII. Però Ratzinger prima di scandire e ripetere infastidito agli ebrei le parole “Basta polemiche, Pio XII è stato un dono di Dio”, dovrebbe riflettere un po’ di più. Non solo perché le parole “dono di Dio” fanno il paio con le parole “l’uomo della Provvidenza”, con le quali un altro papa ha voluto definire e ringraziare Mussolini, cioè il dittatore italiano fondatore del fascismo, per l’insperato regalo del Concordato, ma anche perché si tratta di parole che – a meno di una concezione pessima di Dio – mal si adattano a definire il principe romano Eugenio Pacelli meglio noto come Pio XII. Quando era nunzio apostolico in Germania l’aristocratico romano Eugenio Pacelli dopo ben cinque anni di interminabili negoziati riuscì a stipulare nel 1924 con l’allora Stato indipendente della Baviera un Concordato, che – apriamo bene gli occhi – aveva come punto centrale il diritto della Chiesa cattolica di aprire e gestire sue scuole di ogni ordine e grado. E proprio quel Concordato, che gli fruttò la promozione a Segretario di Stato, cioè il trampolino di lancio verso l’elezione a papa, venne preso poi a modello dallo stesso Pacelli nel 1929 per il Concordato con il governo prussiano, nel 1932 per il Concordato con la regione di Baden e, infine, il 20 luglio 1933 per il fatale Concordato con la Germania. Concordato, quest’ultimo, firmato da parte tedesca da Von Papen, vale a dire  dall’uomo di governo che aveva sostenuto Hitler e calato le brache – non solo sue, ma dell’intera Germania – davanti all’orda sanguinaria nazista. Si noti che il suo programma di sterminio degli ebrei il capo dell’orda lo aveva già messo per iscritto, nel libro Mein Kampf che lo rese celebre e agiato.
In cambio del Concordato con Mussolini il Vaticano aveva liquidato l’antifascista don Sturzo, mandandolo in esilio a New York, e chiuso il suo Partito popolare, spalancando così di fatto le porte alla legittimazione della dittatura fascista. In cambio del Concordato con la Germania di Hitler e di Von Papen, il Vaticano fece altrettanto: liquidò il partito antinazista dei cattolici popolari. Sono seguito poi i concordati con la Spagna fascista di Francisco Franco e con il Portogallo pure fascista di Salazar. Nel 1933, quando Pacelli era Segretario di Stato vaticano, il cardinale tedesco Faulhaber rassicurò Berlino con queste parole: “A Roma si giudicano il nazismo e il fascismo come unica salvezza contro il comunismo e il bolscevismo”. E nel giugno del ’41, cioè dopo l’attacco all’Unione sovietica e quando era ormai papa da due anni, Pio XII in persona consegnò all’ambasciatore tedesco in Vaticano, Diego von Bergen, il seguente comunicato: “Gli ambienti vicini al Vaticano accolgono questo nuovo capitolo della guerra con un certo sospiro di sollievo e lo seguono con particolare interesse”.
Ma non è finita. Su istruzioni di Pio XII, in pieno 1943, cioè in piena guerra e occupazione nazista dell’Italia, l’ambasciatore vaticano a Berlino, Ernst von Weizsacker, non si vergognò a rassicurare il governo nazista con queste parole: “L’ostilità bolscevica è davvero l’elemento più decisivo della politica estera vaticana. Ciò che serve per la lotta contro il bolscevismo è gradito alla curia. Il persistere del rapporto tra gli angloamericani e la Russia sovietica è quindi giudicato ostinato e utile soltanto al prolungamento della guerra. La curia preferirebbe vedere una Germania forte e unita come barriera contro la Russia sovietica. In questo momento la curia mette da parte il suo sentimento italiano. Essa sente che è in gioco tutto”.  C’è di che arrossire. Dalla vergogna. Tant’è che preferisco non commentare queste parole particolarmente ciniche, efferate e traditrici di quello che quando fa comodo viene definito “il caro popolo italiano”. Sono parole che comunque si commentano da sole.
Le prove che Pio XII, il Vaticano e il clero tedesco fossero perfettamente a conoscenza di ciò che avveniva nei campi di sterminio, a spese di milioni non solo di ebrei, sono ormai numerose e schiaccianti. Illuminante a questo proposito il libro di Daniel Goldhagen “Una questione morale”. Novità recenti, a conferma, vengono dall’ultimo numero della rivista Micro Mega, con rivelazioni anch’esse piuttosto imbarazzanti. Del resto, erano cose note alla stessa popolazione della Germania, come documenta tristemente il libro bello e terribile “La Germania sapeva”, scritto da Eric A. Johnson e Karl Heinz Reuband ed edito in Italia da Mondadori. E’ certo anche vero che Pio XII si adoperò per salvare la vita a non pochi ebrei romani e che mise in contatto con gli americani i congiurati tedeschi che volevano eliminare Hitler, ma questo non toglie nulla all’enormità delle sue azioni qui ricordate e del suo ostinato silenzio contro il nazismo, peraltro, come abbiamo visto, esplicitamente scelto come baluardo contro il comunismo.  Ormai sono tonnellate i documenti comprovanti che anche a nazismo sconfitto dalla guerra il Vaticano e Pio XII hanno aiutato una marea di gerarchi a sfuggire alla cattura e rifarsi una vita in Sud America, con la speranza di poter dar vita almeno in quel continente – appoggiando i vari colpi di Stato militari compiuti a volte in nome della Madonna come nel caso di Pinochet in Cile – a quella diga anticomunista che Berlino aveva tentato invano di erigere col sangue di 40-50 milioni di vittime.
Pio XII viene difeso dandosi la zappa sui piedi. Il suo silenzio viene giustificato con l’affermazione  che se lui avesse parlato contro il nazismo Hitler avrebbe scatenato la rappresaglia contro i cattolici e il clero cattolico tedeschi. Questa affermazione fa ridere – o meglio piangere – almeno per due motivi. Il primo, di ordine per così dire tutto interno allo stesso cattolicesimo, è che non si può essere opportunisti con il nazismo per timore di martirizzazioni ed esaltare allo stesso tempo i martiri delle persecuzioni romane, che peraltro non sono affatto “milioni”, come una volta è stato detto perfino a un telegiornale della Rai, ma solo poche decine di persone (a voler contare solo i casi storicamente certi mi pare non si arrivi neppure a dieci). Perché mai un credente per testimoniare la propria fede dovrebbe accettare il martirio (martire significa appunto testimone), se lo stesso papa, vale a dire Pio XII, che in materia di fede è “infallibile”, ha detto chiaro e tondo che è meglio tacere piuttosto che correre il rischio di essere martirizzati? Il secondo motivo è che questa difesa del silenzio di Pio XII non regge di fronte al fatto che riguardo l’Urss e il mondo comunista in genere lui NON ha taciuto neppure un po’: che fine ha fatto allora il timore delle rappresaglie? Anche Stalin non era un tipo che scherzasse, in quanto a gulag e fucilazioni di massa. Perché mai è lecito farsela addosso e tacere davanti a Hitler e invece si fa correre il rischio ai cattolici dei Paesi comunisti di finire in massa al macello? Perché mai ci si è lamentati per la “Chiesa del silenzio”, cioè per l’impossibilità della Chiesa di fare propaganda e proselitismo nei Paesi comunisti, quando si è scelto di essere Chiesa del silenzio nella Germania nazista? Pio XII di fronte al nazismo ha taciuto e non ha mai fatto un gesto ostile, mentre in seguito, a guerra terminata, ha perfino lanciato la scomunica contro il comunismo intero e contro chi in Italia votava per i comunisti.
Definire “dono di Dio” un simile papa temo possa significare quanto meno offendere Dio. Si può forse dire che è stato un grande diplomatico, un grande papa inteso come grande capo di Stato del Vaticano, perché è riuscito a trarre profitto per lo Stato pontificio grazie ai commerci e ai tradimenti delle altrui libertà compiuti con i Concordati, ma tutto ciò con i tanto osannati vangeli e con la parola di Cristo non c’entra assolutamente nulla. A meno che Ratzinger con quelle sue parole abbia – senza rendersene conto – pubblicamene confessato che il Vaticano e la Chiesa non di fede e religione in sé si occupano, ma solo del proprio potere tramite esse. Insomma, come da Costantino in poi, la religione “instrumentum regni”: cosa ben lontana e totalmente diversa dalla religiosità predicata ai credenti e da costoro intesa e genuinamente vissuta.
Della difesa che di Pio XII fa Ratzinger per tacitare le giuste proteste ebraiche infastidiscono non tanto  l’accento tedesco della sua voce e il ricordo del suo essersi arruolato come volontario nella Gioventù hitleriana – tutti possiamo sbagliare, specie da giovani –  quanto invece la difesa che questo papa fa o legittima di quel suo giovanile arruolamento. “Chi non si arruolava finiva male”, hanno sostenuto in coro i suoi familiari e compaesani della località natia. A parte il fatto che c’è stato anche chi non s’è arruolato, preferendo magari emigrare, sta di fatto che anche questa giustificazione è non solo una lode alla paura e all’opportunismo, il che umanamente sarebbe comprensibile, ma è anche una lode del rifiuto della “testimonianza”, o martirio eventuale che dir si voglia. Una simile lode sulla bocca di un papa non dovrebbe fare un bell’effetto, almeno al gregge dei suoi credenti. Come può, così stando le cose, predicare la “testimonianza”, fino al martirio, per gli altri? Perfino in Cina, come in India, in Africa e nelle Americhe, Cuba compresa, il papa e il Vaticano spingono il gregge dei  fedeli a pericolose frizioni contro i governi locali pur di guadagnare alla Chiesa spazio, visibilità e, in definitiva, potere. E infatti ogni tanto si scatena o la repressione statale o qualche “piccolo” massacro di fedeli o di religiosi, nel Lontano Oriente o in Medio Oriente o in Africa.
Questo modo di fare di Pio XII prima e di Ratzinger adesso ricorda il classico “Armiamoci e partite!” e il classico uso dei due pesi e due misure. Ricorda anche la verità intesa come l’elastico delle mutande: allargabile o restringibile a piacere. O a gogò.

Nel frattempo arriva dagli Usa questa notizia, che riporto così come mi è arrivata:

“NEW YORK – Via libera al processo contro il Vaticano per presunti casi di abusi sessuali. A dare l’ok la corte di Cincinnati, Stati Uniti. Secondo la corte i vertici della Chiesa Cattolica avrebbero dovuto mettere in guardia il pubblico e denunciare alle autorità gli abusi commessi da religiosi contro minori. È la prima volta che allo stato Vaticano non viene garantita dagli Usa l’immunità sovrana sancita dal Foreign Sovereign Immunities del 1976. No comment dal Vaticano.
La corte di appello ha dichiarato legittima la richiesta a procedere in sede processuale contro la Santa Sede in un caso di abusi sessuali commessi da religiosi della diocesi di Louisville in Kentucky, ipotizzando dunque che il Vaticano potrebbe essere ritenuto corresponsabile della condotta dei suoi membri. La denuncia è stata fatta da tre uomini che sostengono di esser stati molestati quando erano chierichetti. I tre accusano la Santa Sede di aver per decenni insabbiato la piaga della pedofilia su scala nazionale. Alle presunte vittime aveva dato ragione in prima istanza l’anno scorso un giudice federale del Kentucky avallando la richiesta di rivalersi contro il Vaticano. Il giudizio era stato impugnato in appello e oggi il Sesto Circuito delle Corti d’Appello di Cincinnati ha dato luce verde all’azione legale.
La direttiva di Giovanni XXIII. Il caso si basa su una direttiva del 1962, a firma di papa Giovanni XXIII, resa pubblica nel 2003, che chiede alle gerarchie ecclesiastiche di mantenere il segreto su abusi sessuali da parte del clero [nota di Nicotri: più volte ho parlato nel mio blog della stessa direttiva aggiornata e diramata in seguito da Ratzinger,  quando era alla guida dell’ex Sant’Uffizio, per volontà di papa Wojtyla]. Secondo William Murray, avvocato delle presunte vittime, il documento rende la Santa Sede responsabile per gli atti del clero mantenuti segreti a causa della direttiva.
Jeffrey Lena, avvocato della Santa Sede, pur dicendosi «attualmente non intenzionato» a chiedere alla corte d’appello di rivedere la decisione, ha precisato che «la sentenza è ancora molto lontana dal dimostrare la responsabilità diretta del Vaticano» per la condotta dei suoi membri.
Jonathan Levy, avvocato di Washington che rappresenta un folto gruppo di sopravvissuti dei campi di concentramento in una azione legale rivolta contro varie parti incluso il Vaticano,  riferendosi alla mancata garanzia della immunità sovrana alla Santa Sede, spiega che «se qualcuno può rompere questa barriera viene aperta la strada ad altri processi contro la Chiesa Cattolica».
L’azione legale dei tre di Louisville non è la prima in cui in America sono chiesti risarcimenti diretti al Vaticano e non solo alle singole diocesi. Fino a oggi però i processi non erano mai arrivati al livello di Corte d’Appello”.

729 commenti
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  1. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Tempesta non e’ un uomo di idee
    ———–
    le mie idee sono online a disposizione di chi voglia leggerle, nel mio sito, alla voce scritti, come ho già detto più volte.

  2. alessandro
    alessandro says:

    Per Faust:gia’ l’ESSENZA NO:::::::
    ma
    per curiosita’
    3/14
    e il prodotto diviso due
    quanto diamine fa?’

  3. alessandro
    alessandro says:

    Tempesta non e’ un uomo di idee
    ho scritto…………..e Tempesta le ha prese letteralmente:
    ognuno ha delle idee
    cattive o no
    stupide o no
    intelligenti o no.
    Ma non e’ questo il punto:
    considerando tutto il discorso fatto e iniziato con un mio leggerissimo parere su un post di Tempesta sulla fine del Bruno
    probabilmente volevo dire che se Tempesta preferirebbe abiurare
    pur di salvare la sua pelle vuol dire
    che per lui(((((((((parlo anche con gli altri evidentemente:)
    le idee sono importanti ma non importantissime((c’e’ comunque chi vive solo di idee:sospendiamo il giudizio morale),
    mentre i dischi(la musica) lo sono di piu’.
    No,
    Tempesta non e’ un uomo di idee.

  4. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Non so se personalmente avrei la forza di essere tanto coerente con le mie idee quanto lo fu Giordano Bruno
    ————
    ma vedi Antonio, io non parlerei di forza, parlerei di convenienza. Ne vale la pena? A volte si, a volte no. Il più delle volte no.
    L’eroe romantico non è il mio modello, ma è il modello di chi si esalta per un ideale.
    Io sono convinto, e questo vale per me, beninteso, che gli ideali sono una cosa bella, quando possono generare dei frutti.
    Quando si tratta di seminare sulla roccia, è solo seme perso.
    Ecco perchè non condivido il combattere per le proprie idee quando sono idee non adatte ai tempi. E’ seme perso.

  5. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Prendiamo il caso di Pino: lui ha le sue idee che gli sono costate care. Io al suo posto avrei fatto ciò che ha fatto lui. Dov’è la differenza con Giordano Bruno? E’ nel fatto che comunque Pino è chiuso diciamo da due lati, ma altri due lati sono aperti. Infatti può continuare quasi indisturbato a diffondere il suo pensiero e noi possiamo condividerlo.
    Nel malaugurato ( ma possibile) momento in cui ci dovessero impedire di parlare come piace a noi, se avessi io un blog come quello di Pino, non sfiderei l’autorità mantenendo il blog, poichè significherebbe sacrificarsi per niente. Cercherei invece di spostarmi in un territorio dove mi fosse possibile continuare a diffondere le idee.
    Se neanche questo mi fosse possibile, o escogiterei una maniera alternativa ( noi creativi ne siamo capaci) o pace all’anima, le mie idee me le terrei per me e per chi mi circonda e che gli altri corrano ognuno per conto suo, se hanno voglia di correre.
    L’alternativa sarebbe fare l’eroe, finire in galera e non essere in questo modo utile nè a se stesso nè agli altri, perchè per uno che direbbe ‘ma che eroe’, ce ne sarebbero altri mille che direbbero ‘gli sta bene’. Come infatti si è verificato quando la gente ha commentato la sentenza della Diaz. Ed io per questa gente dovrei sacrificarmi? Ma figuriamoci!

  6. Faust x Faust x 3/14, il prodotto diviso due... grazie Alessandro...
    Faust x Faust x 3/14, il prodotto diviso due... grazie Alessandro... says:

    per curiosita’
    3/14
    e il prodotto diviso due
    quanto diamine fa?’

    …. 1×1 x 3.14 : 2 + essenza di Faust=Emozioni

    thè piaciuta la canzone di Battisti?¿

    ..scsa x la chiarezza dimmagine… saluti e abbacchi e bbacci
    Faust

  7. Faust x marco
    Faust x marco says:

    il mio culo vale più di qualsiasi seme, poichè anche il mio culo E’.

    … ma lui, il culo, lo sa cche è il tuo?¿? ..

    la sai quella di quelli cche fanno i froci, cor culo del llaltri..¿¿¿ F.

  8. Sylvi
    Sylvi says:

    caro AZ,

    questa dei regali per la Festa del lavoro è proprio simpatica!!!
    I nipoti avranno già capito tutto del nonno, e ne saranno orgogliosi!
    Mi piacerebbe sapere che cosa dicono i ragazzini ai loro compagni di scuola per spiegare i doni fuori “orario”!

    saluti
    Sylvi

  9. alessandro
    alessandro says:

    Per Faust::::::::::::::::::::::::::::.
    in genere,purtroppo, caro Faust,
    non so quasi mai rispondere con un si
    o con un no.
    Ho ascoltato Emozioni di Battisti
    quando avevo 16/17
    anni………….e mi piacque assai
    anche perche’ era il tempo delle prime emozioni.
    Poi all’ Universita’
    ho cominciato ad ascoltare
    tutt’altro:Battiato,Lolli,De Andre’, DeGregori,Pino Daniele……….
    e ,non so perche’, Battisti mi e’ piaciuto sempre meno.

  10. alessandro
    alessandro says:

    Mah:::::::::::::
    la musica,per me,
    e’ Oltre le idee…………….
    ed esiste musica non affatto condivisa universalmente(Berg?Schomberg?………).

  11. Sylvi
    Sylvi says:

    Eh no, caro Alessandro,

    io adoro la musica; a casa mia tutti cantavano e suonavano, io compresa.
    Mio padre suonava il clarinetto che ho e conservo come reliquia.

    Ma ho anche passato il terremoto e compreso quanto vale la vita, soprattutto degli altri e deboli: bambini, vecchi, disabili, terrorizzati…
    Le “cose” hanno un altro significato dopo una tale esperienza e ne segna la vita.

    Sylvi

  12. alessandro
    alessandro says:

    Cara Silvy::::::allora la mettiamo in un altro modo:
    che chi ama la musica non direbbe mai “miserabili dischi”
    specie a chi, a sua volta, la ama altrettanto.
    E’ questione di sensibilita’, mi pare.

  13. marco tempesta
    marco tempesta says:

    mah trovo Alban Berg abbastanza ascoltabile, addirittura ‘facile’ se paragonato a Schonberg.
    Chi trovo inascoltabile è la nouvelle vague, compositori cosiddetti sperimentali che però a mio avviso hanno fatto solo schifezze, tra i quali metto al primo posto Karlheinz Stockhausen.
    Mi stanno bene un paio di nomi europei, mi sta bene Ligeti o Penderechki, ma il resto è immondizia: o roba inascoltabile o roba trita e ritrita, a scelta.
    Strano infatti come nei festival di classica non ci si sposti dal ‘700 e ‘800, con rare puntatine nel primo ‘900, dove per me Strawinsky è il massimo!

  14. Peter
    Peter says:

    xSegoléne

    tutti ci ricordiamo, credo, ‘pane e cioccolata’ di Gigi Magni, con Nino Manfredi. Ricordo che ad un’intervista Magni si inquietava che il suo fosse considerato un film sull’emigrazione italiana. Il tema, insisteva lui, era la solitudine umana.
    Mi e’ tornato in mente appunto perche’ il film sfiorava anche l’argomento dei bambini nascosti. A nascondere il figlio nel film era proprio una svizzera, mi pare, per ragioni che non ricordo (forse il padre era un immigrato). Il personaggio interpretato da Nino Manfredi se la rideva, ma signora, diceva, proprio a me lo teneva segreto? sapesse quanti bambini di immigrati vengono tenuti nelle soffitte, negli sgabuzzini…

    Il mio amico Ted sta facendo il suo phD su ‘equality and diversity’. Ieri ho sbirciato uno dei libri che legge, ‘debating diversity’, di due studiosi belgi (anzi fiamminghi). Ho letto solo due pagine, molto interessanti. Il solito discorso sui due pesi e due misure. Dicono che la tolleranza e’ solo apparente. Gli immigrati di culture diverse (ad esempio islamica) vengono tollerati se si adeguano al sistema di valori della parte o corrente ‘dominante’ della societa’ ospite. Il livello di assimilazione necessario per l’accettazione non viene mai definito. I valori possono essere l’eguaglianza e parita’ dei sessi, i diritti di certe minoranze, e via dicendo. Il punto, dicevano, e’ quanti belgi ‘autoctoni’ dovrebbero essere allora intollerati ed ‘espulsi’ per non accettare quei valori….

    ciao, Peter

  15. Sylvi
    Sylvi says:

    caro Alessandro,

    non parlavamo di musica, ma di “miserabili dischi” che avremmo potuto ricomprare, “cose” da sacrificare prima della vita.

    Il terremoto ti rende consapevole di ciò che è immediato e veramente sostanziale ; è terrore irrazionale che non puoi gestire.
    E’ molto altro…la musica,… essenza per uscirne!

    Sylvi

  16. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Il terremoto ti rende consapevole di ciò che è immediato e veramente sostanziale ; è terrore irrazionale che non puoi gestire.
    ————–
    Io l’ho gestito, altrimenti sarei scappato come gli altri.
    Ero però attento ai muri: se manifestavano segni di cedimento avevo già adocchiato le travi portanti, sotto le quali mi sarei rifugiato nel caso non avessi avuto il tempo di andare sul terrazzo. Per nessun motivo sarei corso giù per le scale, proprio perchè pensavo che un crollo avrebbe invaso di macerie la strada e sarebbe sempre stato meglio essere il più in alto possibile sopra il mucchio.

  17. alessandro
    alessandro says:

    Va bene Silvy, eppure
    l’immagine di un uomo
    che durante un terremoto
    tiene per non far cadere dei dischi
    la trovo molto poetica!

  18. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ok, vado a casa ora. Devo preparare l’oroscopo per l’anno nuovo, per il giornale, prima di partire.
    Anticipo che in linea di massima il 2009 andrà meglio ai segni di aria e di fuoco, ma c’è sempre da considerare l’oroscopo di nascita, per essere precisi.

  19. Peter
    Peter says:

    xAlessandro

    veramente il loro discorso era piu’ complesso. Dicevano che la destra propone il mantenimento dell’omogeneita’ attraverso l’espulsione dei ‘diversi’, definiti ovviamente come immigrati e quindi ‘outsiders’ (quelli autoctoni, comunque definiti, non si toccano). La sinistra propone la ricerca della perduta omogeneita’ attraverso l’integrazione, che e’ poi assimilazione, fatti salvi dei segni esteriori d’identita’, come gli sports, la lingua di origine parlata a casa, forse i riti religiosi (ma vedo che in Italia ancora si discute sulla legittimita’ delle moschee), magari gli abiti, i turbanti, le barbe…I due belgi osservano che le scuole islamiche vengono criticate, perche’ istigano alla diversita’, quindi vanno contro l’integrazione. Tuttavia, osservano, le scuole ebree, e soprattutto quelle cattoliche, vanno benissimo (anche se su certi punti sono altrettanto conservatrici ovvero ‘primitive’ che le scuole islamiche).
    Se avessi tempo, mi leggerei il modello di eguaglianza proposto invece da loro, sono curioso

    Peter

  20. Faust x alessandro
    Faust x alessandro says:

    Ho ascoltato Emozioni di Battisti
    quando avevo 16/17
    anni………….e mi piacque assai, anche perche’ era il tempo delle prime emozioni.

    ….Un momento della tua Essenza… te lo porti dentro nella memoria emozionale… la materialita del vivere non è da mischiare con le emozioni = lEssenza dell essere!! la vita!!!
    Le emozioni ed il carattere astrale, guidano il destino della vita nel viaggio cosmico. Lessenza o conoscenza cosmica… è come una password, diversa in ogni dimensione, se ce lhai o se la conosci, navighi… altrimenti ti attacchi a qualcuno cche ti presta la sua, ma il viaggio non è il tuo…
    Faust

    Faust

  21. Sylvi
    Sylvi says:

    caro Alessandro,

    la poesia( e la musica) vengono quando sono soddisfatti i bisogni fisici essenziali:
    mangiare, bere, ripararsi e difendersi!
    Prosaico, ma è la natura umana.
    I meravigliosi graffiti rupestri che ho visto nella Francia meridionale mi facevano pensare a “quel progenitore” che, sazio e coperto, magari sognava, forse era innamorato, forse ascoltava il tintinnio dell’acqua che scendeva e cercava di carpirne il ritmo…
    Chissà!

    Ps: qualcuno sa suggerirmi un libro inedito di poesie, ma non eccessivamente innovativo?
    Devo fare il regalo di compleanno a mio marito!

    Sylvi

  22. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro marco tempesta,
    lei ci illustra ancora con dovizia di particolari quel che farebbe lei. Abbiamo capito. C’è anche altra gente che ritiene di dover fare altro. Ciascuno dà alla sua vita il significato che ritiene di dover dare. E’ difficile fare paragoni in questi casi perchè le scelte sono sempre e solo individuali.
    Io diffido degli eroi: la maggior parte non sanno nemmeno bene quel che fanno. Come i famosi cavalieri polacchi che caricarono lancia in resta non tanto i carri armati tedeschi quanto piuttosto le loro colonne di rifornimento.
    Ma vivere coerentemente per molti è un valore mente per altri non lo è. Giordano Bruno e tanti altri (Johann Huss, Thomas Munzer, Serveto) lo fecero e furono scelte meditate e convinte. U.

  23. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro marco tempesta,
    ma lei crede veramente di potersi salvare la ghirba stando sul terrazzo di un palazzo che crolla? E come fa? Vola?
    E neanche stare sotto ad un’architrave la salverebbe perchè le architravi di cemento armato si staccano dai loro punti di saldatura … U.

  24. Sylvi
    Sylvi says:

    Il mio amico è morto proprio così; stando sotto l’architrave!
    Altri , all’ultimo piano, assieme al palazzo che implodeva.

    Ho l’impressione che Marco non abbia “vissuto” il terremoto o che fosse una scossa di assestamento!

    Sylvi

  25. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    Il libro di poesie di Battisti, ex impiegato de L’Espresso. Non ne ricordo l’editore, e neppure dove l’ho messo. Probabilmente in uno degli scatoloni di quando ho fatto fagotto in redazione, ai primi di settembre. Scatoloni che non sono in grado di riaprire: ferite troppo fresche. E profonde.
    pino

  26. Uroburo
    Uroburo says:

    Cara Silvy,
    il nostro marco tempesta, mente agile e fervida fantasia, si immagine le cose e poi pensa che quel che ha immaginato accada veramente. Il che, QUALCHE VOLTA, capita ma per lo più va diversamente. U.

  27. Sylvi
    Sylvi says:

    caro Pino

    le ho risposto, ma si è volatilizzato.
    Angeli, stelle comete, asinelli e renne; c’è un poì di affollamento in cielo.

    Mandi
    sylvi

  28. Controcorrente
    Controcorrente says:

    Stavo infatti “riflettendo”:

    Se mai la “cosuccia” progredisse , chissà mai quale sarà “la nuova “morale”ed etica che si inventeranno…nel futuro

    ..gli orsi polari sviluppano caratteri ermafroditi e hanno insieme pene e vagina; i rospi delle canne, una specie così indistruttibile che è diventata invasiva in Australia, hanno cambiato sesso; i cervi del Montana e dell’Alaska hanno deformità ai testicoli; le tartarughe dei Grandi Laghi, dove gli animali selvatici sono contaminati da 400 prodotti chimici diversi, hanno sviluppato tratti femminili. I pesci sono i più colpiti, perché vivono nell’acqua e assorbono le sostanze chimiche anche dalla pelle. Metà dei maschi che nuotano nei fiumi britannici sviluppano uova nel loro apparato sessuale, come le femmine.

    Peter attento ai pesci.. britannici..!

    cc

  29. Rachamim
    Rachamim says:

    Buonasera,
    fino a qualche giorno fà, se era il caso, incominciavo il mio post con:-” Cari amici buongiorno” e lo concludevo con:-” Auguro a tutti voi una buona e proficua giornata”.
    Credevo davvero di aver trovato degli amici, anche se ci si scontrava spesso verbalmente.
    Spesso ho rimandato, certe cose da sbrigare ed anche importanti appuntamenti, per essere qui con voi a discutere.
    Sono arrivato anche al punto di preoccuparmi seriamente, e mi chiedevo:-” Non ne stò diventando mica dipendente?”
    Ma è stato sempre cosi nella mia vita, quando non vedevo più vie di uscita, succedeva sempre qualcosa che mi tirava fuori dai guai.L’ ho già scritto.
    Quello che è successo tra il giorno 2 e il 3 mi ha tirato fuori dal pantano in cui ero caduto. Sono di nuovo libero, nel senso che, potrò qui forse scrivere qualche post, o magari leggerne, ma non ne sono più dipendente.

    Dopo che il mio ragazzo è andato via,ho deciso di leggere qualche post.
    Mi ha colpito una frase del Signor Tempesta:-“Quando combatto contro un avversario che stimo, e so che potrei chiuderlo da quattro lati, ovvero non dargli vie d’uscita, una via d’uscita glie la lascio sempre, non porto l’attacco fino in fondo”.

    Io non sono cosi. A me piace solo distruggere, amico o nemico che sia. Forse qualcuno sulla parola “distruggere” ci costruirà qualcosa. Ma poco m ‘ importa.
    Sono però coerente, cosi, desidero che gli altri facciano altrettanto con me, e se vincenti, non avrei mai difficoltà a chiedere loro scusa, perchè la cosa a cui più tengo è la “DIGNITA’ “.
    Cos’è un uomo se non la ha ,o se la perde,se non poco più di un verme.

    Sabato scorso, io e la mia biondona siamo andati come al solito a ballare , ci andiamo sempre un pò tardi, perchè a quell’orario gli abituè non ci sono più, ed il casinò comincia a riempirsi di gente interessante con cui si può , tra un sigaro e un cognac , piacevolmente discutere.
    Io, che avevo ancora in mente il discorso “della donna a gambe aperte” cominciai a raccontare le mie vicessitudini nel blog.
    Della necessità di capire, che la storia non può andare avanti cosi, e che prima o poi se ne dovranno piangere le conseguenze, incluso anche l’inopportuno, l’ odioso e sgradevole intervento di AZ.
    Il tutto continuò, tra le risate generali e commenti più o meno piccanti, quando intervenne anche un signore ( poi scoprii che era uno psicologo) che disse , che gli esseri umani che regiscono in quel modo vigliacco, con il desiderio di far del male toccando le cose più care, non sono altro che persone labili , deboli e che molto probabilmente hanno avuto nella loro infanzia dei traumi sessuali, scatta automaticamente cosi quello che è intrinseco in ogni essere umano e cioè l’ipocrisia.
    Ha detto molto di più, e siamo stati li, tutti, ad ascoltarlo in religioso silenzio.Una bella e proficua serata.
    La reazione di Az è stata ponderata nel tempo, la mia reazione a dir il vero, poco urbana, immediata e dettata sopratutto dall’ira, tenendo anche conto di quello che io ho scritto in un’altro post a risposta di una domanda del Signor Controcorrente, del quale non c’è stata alcuna reazione, nemmeno un :-“Ne prendo atto” , che naturalmente sarebbe stato molto poco, perchè, o ti butti di quà o ti butti di là. Ma il coraggio non è di tutti, e cosi esce fuori l’antica malattia Italiana del servilismo.

    Alla battuta del Signor Tempesta, circa la “La cavalleria rusticana” ho dovuto amaramente sorridere.Per una battuta, il Signor Tempesta ,questo ed altro.
    Per me sarebbe stata solo una semplice scazzottata, come quando si era bambini, l’evenienza di prenderle è relativa e non la escludo a priori,sarei sciocco, ma sono sempre stato uno che ha sempre saputo incassare bene……..no, per me l’importante è darle.
    Per principio, anche per il poco tempo che ho, non vado a leggere altri siti, ma quello di AZ mi interessava per via della E Mail, cosi ho visto le fotografie di quel tipo con i bambini, e già provavo tenerezza, non per niente mi chiamo Rachamim, poi quell’altra foto molto somigliante a quella del mio figlio maggiore, e dulcis in fundo, il problema del ricovero ospedaliero ecc.
    Ma cheffai, dove vai, non è che finisce male, e a tarda età , fai la conoscenza del carcere , io che conosco complessivamente solo un mese di CPR? Anche se nel post Nr 293, l’offesa viene da AZ rinnovata,non posso essere cattivo con un individuo in quelle condizioni fisiche e psichiche. Ma vai con Dio.

    Per quanto rigurda Lei, Signor Nicotri, scrive in un suo post 265:-
    “Se non ho capito male, Rachamim in un commento inviato a Vacca ha definito questo blog come ritrovo di intellettuali, i cui post nessuno legge fino in fondo per l’eccesso di loro noiosità.Mi chiedo per quale strano motivo Rachamim voglia stare in un posto come questo, per lui sicuramente di fastidio. Il masochismo non credo sia una virtù.:-”
    –Mi domando, perchè travisare?
    E’ chiaro che se lei si rilegge con attenzione il mio post, la cosa era riferita ad un’unica persona.

    -Lei, Signor Tempesta, in un paio di post, ha sfiorato il problema dell’offesa ecc. , ma non è stato categorico come Uroburo.
    La frase obbrobbriosa è stata cancellata dal Signor Nicotri dopo l’intervento di Uroburo, che è l’unico qui ad essere onesto con se stesso e con gli altri, oltretutto coraggioso, nè servile, nè opportunista.
    Signor Tempesta, dai suoi discorsi non posso trarne altro che la conclusione che lei è l’essenza dell’ opportunismo, le piace stare un un piede qui ed un piede là, pronto all’occasione a fare un saltellino.
    Per Lei, nonostante tutto provo rispetto,non è infine tutta la colpa sua, se lei la pensa cosi, è il trend del 99% degli Italiani. Avrei desiderato per ultimo , dire la mia a quella sfilza di boiate riguardo il luogo di preghiera.Ma sono stanco, forse lo farò forse domani.

  30. Sylvi
    Sylvi says:

    caro cc,

    >>> Dio creò Meucci, Meucci creò il telefono, il telefono creò la donna>>>

    >>>la donna usò il telefono, con la cornetta picchiò Meucci che andò da Dio a lamentarsi perchè entrambi avevano sbagliato creazione…>>> ma tanto presto sarete tutti femminucce!
    dice La Stampa
    buonanotte
    sylvi

  31. Anita
    Anita says:

    x Controcorrente

    Caro CC,
    una bella coincidenza, a distanza di pochi minuti abbiamo mandato il medesimo articolo, io in Inglese, tu in Italiano.

    Ciao, Anita

  32. Anita
    Anita says:

    x Rachamim

    RE: Il video di Nino Taranto

    Non ho capito la battuta finale, forse e’ meglio cosi’… ;-)
    Il napoletano non lo capisco proprio.

    Anita

  33. Rachamim
    Rachamim says:

    Signora Anita,
    si, in effetti è meglio cosi.
    Che Lei non conosce il napoletano poco m’importa.
    Come a Lei sicuramente poco importa se io conosco o non conosco il dialetto bergamasco.

  34. Rachamim
    Rachamim says:

    Buongiorno,
    ritornando alle cose discusse Sabato sera a Bad Homburg.
    Si è arrivato alla conclusione che Internet è una delle più grandi scoperte dell’essere umano. Ma che può anche essere una gran brutta bestia,vedi terrorismo, pornografia,truffe, ecc. ecc.
    Le conoscenze che si fanno in Internet, possono essere anche pericolose. In Germania è successo spesso , che ragazze o persino bambine sono andate ad un appuntamento con una persona (s)conosciuta in Internet, per essere state poi stuprate e persino uccise.
    Se si pensa a quanti pazzi ci sono in giro, dove un semplice tamponamento
    d’auto si può trasformare in una tragedia, oppure solo guardare qualcuno per sentirsi dire con fare minaccioso:-” E tu che guardi ahh, che guardi.”, che non può essere altro che il principio di una tragedia.
    La sfortuna è, trovarsi in un momento sbagliato, in un luogo sbagliato.
    Dunque in Internet bisognerebbe stare molto attenti a non offendere nell’onore , nella dignità e negli affetti più cari, perchè ci si può imbattere facilmente ad un essere irragionevole con conseguenze che sono difficile da prevedere.
    Non si deve aver eccessiva fiducia, e credere che si può dir quel che si vuole solo perchè si è protetti dalle mura domestiche.
    Non era eccessivamente sbagliato, quel che un signore disse parecchio tempo fà in questo blog:-” Di presenza Lei certe cose non le avrebbe dette”, io direi che c’è da rifletterci su. Rodolfo

  35. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Signor Tempesta, dai suoi discorsi non posso trarne altro che la conclusione che lei è l’essenza dell’ opportunismo,
    —————-
    Caro Rodolfo, non può essere per caso la mia, indulgenza sulle debolezze altrui?
    Ad un insulto scritto si risponde con un altro insulto scritto o con l’ironia o con il silenzio, non con una scazzottata. Scazzottarsi è da ragazzini, appunto, non da persone adulte e mature.
    Che tu sia un impulsivo e un ‘sanguigno’, nel senso che che ti scaldi subito, era chiaro da sempre. Darti corda quando sei in quello stato di scarso autocontrollo è da imbecilli.
    Io cerco di essere saggio, non opportunista, è diverso. In quei casi sono un buddhista, cerco sempre la via di mezzo.
    In quanto al coraggio chi mi conosce sa quanto ne abbia e quanto ne abbia dimostrato, quando tutti si tiravano indietro.
    Quanto all’opportunismo, chi mi conosce sa quanto sia lontano da me un tale atteggiamento.
    Per cui, ritengo che questo tuo intervento nei miei confronti sia del tutto destituito di fondamento.
    In ogni caso, quando ci sono due contendenti che si azzuffano, io potrei fare l’arbitro, ma non prenderei mai parte per uno dei due imbecilli, in quanto se arrivano ad azzuffarsi, più che imbecilli (o infantili, è più esatto) non sono. Contento adesso?
    Il confronto con Uroburo non regge, perchè è vero che lui, Controcorrente, Peter, non perdono occasione per darmi addosso, ma hanno un loro stile e d’altra parte io so di essere, con la mia creatività, spesso ‘oltre le righe’, quindi un provocatore. I loro attacchi me li aspetto. Non penserei neanche per un attimo, incontrandoli, di avere davanti dei nemici o anche degli avversari, ma semplicemente interlocutori interessanti, per quanto a volte anche violenti e indisponenti.

  36. marco tempesta
    marco tempesta says:

    It’s official: Men really are the weaker sex
    ————-
    Suvvia, Anita, e chè, non lo abbiamo sempre saputo?
    Ma questi dell’articolo, da quale montagna sperduta scendono?
    Il mondo è pieno di vedove arzille molto più che di vedovi ammosciati.
    Le donne hanno una resistenza fisica ( non una forza fisica) chiaramente superiore a quella dell’uomo.
    La differenza è nella creatività, che nell’uomo è mentale e nella donna è fisica.
    Infatti, la lavatrice non l’ha inventata una donna…

  37. Rachamim
    Rachamim says:

    Ognuno deve avere la libertà ed il diritto di crearsi IL suo ambiente, di vivere con gente che grosso modo la pensi alla stessa maniera.Il sogno di ognuno di noi è avere una casa propria, il non plus ultra è la villetta.
    Io gioco a biliardo,(carambola) ho il mio club dove vado almeno due volte la settimana. In questo club ci sono tre biliardi, stecche,una lavagna ed un bar, mi trovo a mio agio, con gente che stimo,un pò tutti con lo stesso carattere,ed il rumore delle biglie che si scontrano mi è familiare. Gioco da quando avevo 10-11 anni.
    Diverso sarebbe per me e non mi sentirei a mio agio a giocare in un posto, dove si, c’è un biliardo ma attorno a me anche guanti da box, sacchi,corde da salto,caschi e un ring. Devo coprire tutto?
    No, se i mussulmani ci sono, si deve dare loro la possibilità, se lo desiderano di costruirsi una Moschea.Di avere un luogo in cui incontrarsi e pregare.
    Integrarsi è un’altra cosa, che non ha niente a che fare con le tradizioni, le usanze e il credo..
    L’attentato se deve avvenire, avviene e non ha niente a che fare con l’esistenza di una Moschea.
    La tragedia di Bologna commemorata qualche giorno fà , è improbabile che sia stata studiata in una Chiesa.
    Questo è il mio parere, ognuno ha bisogno di un nido.

  38. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ho l’impressione che Marco non abbia “vissuto” il terremoto o che fosse una scossa di assestamento!
    —————-
    Era il terremoto dell’80, che in Puglia, zona poco sismica, non ha avuto effetti devastanti come in Basilicata.
    Però, io vedevo le bottiglie sullo scaffale andare col baricentro ben oltre il piano di appoggio, in assetto di sicuro ribaltamento e, subito dopo, invertire l’assetto e ribaltarsi dall’altra parte oltrepassando il punto di equilibrio, per poi ancora ritornare ad oscillare dalla parte opposta. Quindi, una ventina di secondi o forse più, in cui i mobili si allontanavano dai muri, i lampadari oscillavano come nel mare forza 10 ed io che con tutte le forze cercavo di tener dritto lo scaffale, che era ‘a giorno’ (senza vetri protettivi) al centro del salone di 40 mq della mia casa paterna.
    Pensare che adesso abito in uno spazio che in totale è la metà del solo salone di casa paterna!

  39. marco tempesta
    marco tempesta says:

    ma lei crede veramente di potersi salvare la ghirba stando sul terrazzo di un palazzo che crolla? E come fa? Vola?
    —————
    Il cemento armato, se è ben costruito, fa cedere l’edificio a blocchi, non a frantumi. Mi sarei attaccato a una ringhiera nel bordo che fa capo a un pilastro portante. Certo, l’incolumità non ce la garantisce nessuno, si tratta solo di aumentare le probabilità di sopravvivenza, niente di più.
    Certo, tutto è meglio che stare ‘sotto’ o per strada, dove si accumula la massa del crollo.
    Quella sera, tutta Bisceglie se ne andò a dormire in campagna o nella piazza principale, molto larga. Io dormii nel mio letto, smadonnando quando qualche scossa più forte di assestamento mi faceva sbattere il letto e mi svegliava.

  40. Rachamim
    Rachamim says:

    Caro Marco, tu scrivi:-
    “Caro Rodolfo, non può essere per caso la mia, indulgenza sulle debolezze altrui?”

    Non è cosi.La troppa indulgenza non ha mai portato a buoni risultati. Nella scuola, nella educazione di un bambino, nella società.

    E non è vero il :-“Darti corda quando sei in quello stato di scarso autocontrollo è da imbecilli.”

    Di autocontrollo io ne ho più di quanto tu ti possa immaginare, e la mia pazienza è più grande di quella di Giobbe.
    Se potessi raccontarti certe cose, le riterresti sicuramente per impossibili.
    Come avrei dovuto reagire, se cosi fosse, alle continue ed a scoppio continuo ,offese di Faust? Tu le avrai sicuramente lette.
    Mai ho perso la testa.
    Qui ci si deve rendere conto che non si deve e non si può superare certi limiti. Un saluto

  41. marco tempesta
    marco tempesta says:

    il nostro marco tempesta, mente agile e fervida fantasia, si immagine le cose e poi pensa che quel che ha immaginato accada veramente. Il che, QUALCHE VOLTA, capita ma per lo più va diversamente. U.
    —————-
    Infatti. Ecco perchè il mondo va male!

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