Pansa, Napolitano, Berlusconi: e vai con le parole in libertà…. Ma chi rappresenta politicamente l’Italia della manifestazione di sabato 25 ottobre?

Al festival del cinema di Roma Giampaolo Pansa dopo la proiezione del film “Il sangue dei vinti”, tratto dal suo omonimo romanzo centrato sui crimini dei partigiani a fine guerra mondiale e subito dopo, pontifica da par suo: “L’Italia non è ancora un Paese pacificato perché chi allora vinse non ha raccontato fino in fondo cosa accadde durante e dopo la guerra civile. Il muro d’omertà dei vincitori non è stato mai rotto. E dunque la guerra civile, nel dolore delle famiglie, non è mai finita”. Che l’Italia non sia pacificata è vero, ma è vero da vari secoli e i partigiani “non ci azzeccano”, e se ci azzeccano è solo come ultimi della serie dei responsabili. Sarebbe come prendersela con Pansa per il degrado del giornalismo italiano, del quale lui semmai è una delle ultime concause, ma certo non la prima né la principale. In ogni caso è da ipocriti l’insistere di Pansa a dire “i vincitori” riferendosi di fatto sempre e solo ai partigiani e ai comunisti, perché a vincere sono stati soprattutto i filoamericani, i padroni, gli stessi che avevano foraggiato il fascismo, dalla Fiat di Agnelli fino alla Confindustria e ai padroni anche del Corriere della Sera. A vincere è stata anche la Democrazia Cristiana, i liberali, i repubblicani, i monarchici, i banchieri, per non dire della Chiesa che ha evitato di pagare lo scotto per le sue malefatte, dal benedire l’invasione coloniale dell’Africa fino a benedire Mussolini, dal togliere di mezzo gli ostacoli come don Sturzo sulla strada dei fascisti in cambio dei Patti Lateranensi fino all’equivalente in Germania in cambio di un altro grasso piatto di lenticchie da parte di Hitler. Persino un cattolico convinto come Cossiga ha riconosciuto tempo fa che senza il disco verde della Chiesa il fascismo in Italia non avrebbe preso il potere. E non sono pochi quelli che dicono la stessa cosa riguardo la presa del potere dei nazisti in Germania, facilitata dalla decisione del Vaticano di togliere di mezzo i don Sturzo tedeschi.

Ma Pansa fa parte di quella schiera di giornalisti che – caso solo italiano – si sentono un po’ l’ombelico del mondo, il giornalismo gli va stretto, molto stretto, lo intendono come militanza politica, si prendono molto sul serio e diventano grandi uomini più in alto dei migliori e dei peggiori politici, da Michele Santoro a Paolo Guzzanti, da Marco Travaglio a Vittorio Feltri e alla buonanima di Oriana Fallaci, detentori della verità e puri per definizione. Del resto in Italia hanno un grande esempio, Mussolini appunto, e in Inghilterra Churchill: giornalisti pure quelli, ma che a un certo punto hanno saltato il fosso anziché occupare in eterno poltronissime redazionali o televisive, forse perché la tv a quell’epoca non c’era ancora. Pansa ormai accusa di fascismo perfino i giovani che alle sue trombonate nei dibattiti lo fischiano o comunque rumoreggiano. Neppure Berlusconi arriva a tanto.

Per carità, che ANCHE i partigiani abbiano fatto delle porcherie, cioè commesso dei crimini a volte perfino ignobili, non sarò certo io a negarlo o a volere che lo neghino altri e che il buon Pansa non ne parli. No, il problema è un altro, anzi sono altri due. Il primo è che i partigiani sono arrivati dopo il 1940: PRIMA ci sono state le porcherie altrui che hanno portato ANCHE agli eccessi dei partigiani, fermo restando il fatto che gli eccessi quando sono crimini non sono mai giustificabili. Ma comprendere le cause per cui c’è l’inquinamento che uccide o un incendio che miete vittime NON significa né giustificare l’inquinamento né l’incendio, significa solo analizzare le cose e ricercare i nessi tra cause ed effetti, per trovare le soluzioni, i rimedi, ed evitare che l’andazzo continui come prima, se non peggio. Strano quindi che i vari Pansa NON si occupino MAI delle nostre porcheria in Africa, Balcani e Unione sovietica. A quando un bel film o un bel romanzo sui 20-40.000 uccisi per rappresaglia per il fallito attentato al maresciallo Graziani? Ogni anno piangiamo giustamente per le Fosse Ardeatine, ma il massacro che abbiamo perpetrato per la bombetta a Graziani equivale a quasi un centinaio di altrui Fosse Ardeatine….

Il secondo motivo è che Pansa queste cose le sapeva e le poteva, e quindi doveva, tirare fuori già 20-30 anni fa, ma se n’è ben guardato perché altrimenti avrebbe fatto soffrire i suoi datori di lavoro, quelli che lo hanno tolto dal Corriere della Sera e molto ben valorizzato a Repubblica e dintorni. Detto in termini più crudi, direi quasi pansiani, non gli avrebbe cioè fatto comodo. Anzi, quando queste cose le tirava fuori qualcuno di destra, o qualche giornalista di sinistra non fazioso o non in vendita, veniva preso a pedate e tacciato di fascismo, accusato di non “storicizzare” e di non capire niente, servo dei padroni o giù di lì. Quasi come alzare la mano oggi per dire “il governo israeliano commette anche errori pesante”. Pansa invece preferiva correre davanti ai cancelli della Fiat di Torino, paralizzata dalla protesta e dallo sciopero operaio, per scrivere paginoni su Repubblica nei quali tracciava ritratti del dominus del Pci di Torino Piero Fassino e del “comunista buono e diverso” Enrico Berlinguer piuttosto imbarazzanti. Imbarazzanti anche perché quello sciopero è stato un azzardo perso in partenza, demenziale quindi, un uso strumentale delle tute blu da parte della nomenklatura di partito e di sindacato: una variante del solito “armiamoci e partite”. A sua parziale scusante Pansa ha il fatto che a far da corona a Berlinguer a Torino a quell’epoca c’era anche un altro gentiluomo disinteressato come Giuliano Ferrara, un figlio di papà romano che grazie alle raccomandazioni di un pezzo grosso come Pajetta si ritrovò dal niente romano al fare il responsabile di fabbrica del Pci a Torino: un modo come un altro per procuragli un bel gradino per fare carriera. Pur non essendo la Carfagna o la Gelmini, Ferrara ha capito con quasi 20 anni di anticipo su Pansa che la carriera era meglio farla da un’altra parte e in altri modi.

Possiamo consolarci con il solito “meglio tardi che mai”. Chissà, forse i romanzi almeno sulle nostre porcherie in Africa emerse e documentate con decenni di ritardo verranno scritti in futuro, Pansa prima o poi si occuperà anche del “Sangue altrui da noi versato”. Ben venga quindi il suo libro e ben venga il film tratto dal libro, ma se ci illudiamo di poter continuare a ignorare il resto, ciò che è venuto PRIMA, sbagliamo di grosso. E poi c’è questo eterno vizio degli “italiani brava gente”… Riguardo il film tratto dal romanzo di Pansa leggo infatti che “l’eroe, tra i due fratelli schierati su fronti opposti, resta il personaggio interpretato dall’attore Beniamino Placido, ovvero l’italiano buono e con senso del dovere, uno che rifiuta fino alla fine di schierarsi, un po’ Don Abbondio un po’ poliziotto esemplare”. Siamo alle solite. Sembra ormai di stare non solo a rivedere il film “Italiani brava gente”, ma anche a rivedere in continuazione “don Matteo”, “un medico in famiglia” e coglionate simili. Giustamente rifiutato al festival del cinema di Venezia e inizialmente anche dal festival di Roma, ecco che il film pansiano è stato ripescato dal festival di Roma, come “evento speciale, accompagnato da dibattito pubblico”. Pansa con modestia dissente: “Avrei preferito che il film fosse inserito in concorso, ma viste le premesse, considero comunque un bel risultato essere qui. Credo che il produttore, Alessandro Fracassi, sia stato un eroe a fare questo film”. Addirittura!

L’ex innamorato di Berlinguer e Fassino prosegue: “Questo film aggiunge una pietra sulla strada della verità”. Sì, peccato però che la strada della verità è lunga chilometri, e troppi dei quali sono privi di pietre…. Perché non scrivere un romanzo e fare un bel filmone, anzi un bel serial televisivo, anche sull’”armadio della vergogna”? Vale a dire, un film su come la giustizia militare italiana è arrivata al degrado di insabbiare i dossier su decine e decine di stragi compiute dai nazisti contro civili italiani quando occupavano il nostro Paese. Stragi, si noti bene, compiute PRIMA delle vicende che giustamente hanno scandalizzato, sia pure a scoppio ritardato, molto ritardato, il grande Giampaolo Pansa.
Il dramma è che al linguaggio e alla mentalità da operetta dei Pansa si accompagna il linguaggio del presidente della Repubblica, che nel commemorare la battaglia di El Alamein ha fatto un discorso senza né capo né coda: evitando accuratamente di dire che nella battaglia di El Alamein, cioè nella seconda guerra mondiale, eravamo dalla parte del torto marcio: alleati dei nazisti (oltre che di altre belve come gli imperialisti giapponesi). Giorgio Napolitano se l’è cavata dicendo che la sconfitta subita ad El Alamein “ha posto le basi per lo sbarco in Sicilia”, ovvero per la liberazione dell’Italia per mano americana. C’è di che arrossire. E tralasciamo “il sangue dei vinti” versato dagli americani in Sicilia senza motivo alcuno, dal massacro di militari arresi fino a quello di civili, tutte cose ben documentate per esempio da Benito Li Vigni. Come si sa, c’è sangue e sangue, c’è vinto e vinto. Soprattutto, oggi come ieri, c’è datore di lavoro e datore di lavoro…

Se l’arte dello slalom è così in voga, dal Quirinale ai Pansa, le premesse non sono le migliori per la messa a frutto della grande manifestazione avvenuta a Roma sabato 25. Due milioni e mezzo o solo 300.000 partecipanti, il problema è che mi pare una manifestazione che rischia di essere o diventare inutile, una occasione sciupata. Veltroni infatti non è all’altezza della situazione, che è grave e a quanto pare destinata a peggiorare. Ho già scritto alcune volte che Veltroni è uno dei principali, se non il principale, responsabile dello strapotere di Berlusconi. Per carità, tutti possiamo sbagliare. Ma se non si ammette ad alta voce di avere sbagliato, allora non è possibile migliorarsi per davvero e non a (altre) chiacchiere. Veltroni, come altri, è ben lungi dall’ammettere quando, come e dove ha sbagliato – tragicamente – con Berlusconi. La situazione italiana ha da tempo bisogno quanto meno di uno Zapatero o almeno di un Veltrotero, non di un Veltrusconi. Ha bisogno di idee, programmi, progetti ben precisi, capitoli di spesa chiari e investimenti massicci sui giovani, cioè sul futuro, che passa per l’investimento nelle scuole, nelle Università, nella ricerca, e non per i danari pubblici – vale a dire i nostri danari – regalati a pioggia alla Fiat o, come pretende la signora Mercegaglia della Confindustria, “non solo alla Fiat, ma anche agli altri”. Non passa per i danari pubblici, vale a dire i nostri danari, regalati agli editori, alle banche, alle cliniche private, alla Chiesa, e quant’altri campano a sbafo del contribuente italiano, cioè del cittadino italiano, regalati di fatto solo per avere i loro voti alle elezioni e continuare così ad alimentare un sistema che fa acqua e debiti da tutti i lati.

La scoperta del socialismo per i ricchi anziché per i lavoratori non è una bella trovata. E’ una bella trovata per i Bush e i Berlusconi, tutta gente che fino a ieri schifava l’intervento dello Stato e ora si aggrappa alle sue mammelle per spremerle per chi ha fallito, dilapidato, rubato, ma siccome li ha votati allora devono essere salvati. Salvare le banche forse può essere utile, anche se ce ne sono varie che andrebbero lasciate al loro destino, ma i responsabili del disastro dovrebbero almeno essere cacciati a calci nel sedere, se non chiusi a chiave in galera. Ma come? I signori B&B, i Bush e i Berlusca, fino a ieri si sono riempiti la bocca cantando le lodi del “sano spirito animale del mercato e delle sue leggi” e adesso invece le “sane leggi del mercato” le schifano e le scongiurano usando massicciamente i soldi dello Stato? Cioè, si badi bene, i nostri soldi. Che hanno tutta l’aria di essere sul punto di venire dilapidati, in modo che neppure i sovietici sapevano fare.

La massa dei partecipanti alla grande manifestazione più che dalla politica dei partiti è stata spinta a Roma dalla paura per il futuro, anzi già anche del presente. In questo è stata anticipata dal movimento di protesta nelle scuole. E a conti fatti si tratta di una grande massa di gente che in realtà è un insieme di strati sociali trasversali e tra loro diversi, proprio come la massa degli studenti. Ma è anche una massa di persone che non sanno se e quali interessi comuni hanno, quale progetto può unificarli o almeno allearli contro l’attuale governo e contro la struttura di potere dominante. E il motivo per cui non lo sanno è che i politici da un bel pezzo non fanno più quelle che una volta si chiamavano analisi di classe e analisi della composizione del sistema produttivo. Oggi si fanno sondaggi o “analisi di mercato”, ma nessuno sa come e dove è strutturata la forza lavoro in Italia. Si cerca di andare in tv, da Vespa o da Costanzo, da Santoro o da Floris, i più moderni (?!) vanno in Internet, con siti e blog personali o – è l’ultima moda – collezionando “amici” su Facebook. Ho sentito a Radio Popolare che uno dei candidati alla guida di quella che una volta era la Federazione dei giovani comunisti italiani (Fgci) e che oggi vorrebbe essere l’organizzazione giovanile del Partito Democratico (PD)- ma esiste? – è un tizio, pardòn un “ggiovane” che si candida perché ha 4-5 mila “amici” su Facebook e perché crede che “Internet è importante”. Sono senza parole! Certo che è importante, ma se si continua a credere che l’immagine (=tv) e il virtuale (=internet) possano prendere il posto del reale, cioè della società, e di rimando anche della struttura di partito o di movimento radicata nei luoghi di lavoro, di abitazione e di studio, allora si continua ad andare a sbattere. Con altre tramvate in faccia. Perfino i partiti Usa sono ben radicati: lo zoccolo duro di Bush sono stati infatti i cristiani evangelici (e il risultato s’è visto…).

Insomma, l’Italia nuova che forse – ripeto: forse – comincia a emergere dalla protesta degli studenti, degli insegnanti e dei “300 mila” o dei “2 milioni e mezzo” della manifestazione del 25 non credo sia l’Italia dei partiti, l’Italia della protesta già strutturata per partiti, ma “solo” l’Italia del timore e della paura per il futuro e della protesta conseguente. E’ una Italia quindi della quale i Veltroni non sono e non possono essere i leader, per il semplice motivo che di fatto loro rappresentano il vecchio, l’insieme di cose che scherzando e ridendo, tra una comparsata da Vespa e una da Floris, da un festival del cinema e un “se po’ fà”, ci ha portato a questo punto. Vale a dire, sull’orlo dell’abisso. Quella della manifestazione di Roma e della protesta degli studenti più che l’Italia veltrona del “se po’ fà” – o del “we can” degnamente condito con appartamento comprato a New York per la figliola – è l’Italia del “s’ha da fà!”. E’ l’Italia che si sta accorgendo che l’Italia “del fare” cantata da Berlusconi&C si basa e si ingrassa sul far fare agli altri, a loro. Cioè a quelli che fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese e arrancano già alla terza o quarta settimana e per i quali il lavoro certo, con annesso contratto e retribuzione decente, è sempre più un miraggio.

Berlusconi di fronte alla protesta studentesca ha reagito in maniera sconsiderata, pericolosa in modo non sottovalutabile. Lui ha la mentalità del padrone di azienda, visto che da decenni è padrone di Mediaset e man mano sempre di più anche di altro, quindi è abituato a decidere e a dare ordini, rimuovendo se necessario chi non gli obbedisce o “non funziona”. Anche nella sua squadra di calcio, il “favoloso” Milan che s’è aggiudicato Beckham, colpo da maestro che porterà altri voti alle elezioni e farà diventare ancora più brutto il Moratti dell’Inter, anche nella sua squadra di calcio Berlusconi è abituato a dare “suggerimenti” che di fatto sono ordini. La stessa mentalità Berlusconi la sta sfoderando in politica, ma non solo nel suo partito personale, purtroppo anche nel parlamento e nel governo. Nonché, in questi giorni, con il dilagare della protesta degli studenti. Ma l’Italia, cioè una intera società civile, NON è una azienda. NON è una squadra di calcio. NON è possibile licenziare, mettere in cassa integrazione i cittadini italiani, neppure in parte, neppure “solo” gli studenti: la Costituzione NON lo prevede… E se si può diventare il boss delle tv grazie agli “aiutini” di un Craxi, cioè della politica fin troppo disinvolta, NON è possibile diventare il boss del Paese grazie ad aiutini dei Craxi, ecc., per il semplice ma insormontabile motivo che in questo caso il Craxi e l’eccetera della situazione è lo stesso Berlusconi. Che non può più bussare alle porte altrui, può solo bussare alla porta propria. Oltre che, eventualmente, a quella del “caro amico” Bush…

Berlusconi sull’uso della polizia contro gli studenti ha fatto marcia indietro, non prima di essersi coperto di ridicolo e avere dimostrato che non conosce bene certe leggi: in Italia, la polizia nelle scuole e nelle Università infatti NON la manda né il governo né il questore né il prefetto né il comandante dei carabinieri né il ministro dell’Interno, ma può essere solo chiamata e solo dai presidi e dai rettori. Minacciare l’invio della polizia e dei caramba non è però solo una cavolata da figura del cavolo, ma anche un pessimo segnale: quando un governo comincia ad agitare di questi fantasmi e a sproloquiare così vistosamente, di solito finisce male. Fino alle barricate, alle svolte repressive o alle cacciate a furor di popolo dei capi di governo presuntuosi e prepotenti, oltre che incapaci.

Non vorremmo si arrivasse a tanto. Ma la situazione economica può diventare la benzina che il cerino acceso incautamente da Berlusconi sproloquiando di polizia nelle Università – massima bestemmia in un Paese civile, come mandare la polizia in chiesa! – può incendiare.

421 commenti
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  1. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Ecco un primo commento: sono d’accordo e condivido Pino.
    Anche se sono indaffarato come un’ossesso con queste mie santissime Lambrette che non ne vogliono sentire di smarmittare come dovrebbero.
    Porcaccia miseria!
    C.G.

  2. ségolene
    ségolene says:

    Mediobanca va in Brianza
    di m. serra

    Ecco come si modificano gli assetti della finanza italiana con l’ingresso della famiglia Berlusconi. Che già pensa a un nuovo nome. Tra i papabili, Pierbanca e Banchissima Marina BerlusconiL’ingresso della famiglia Berlusconi in Mediobanca è destinato a modificare profondamente gli assetti della finanza italiana, e non solo di quella. Si passa dall’evo della vecchia borghesia educata e ipocrita a quello della nuova borghesia maleducata e sincera.

    La sede
    Per cominciare, la sede storica è stata giudicata inadeguata da Berlusconi: atterrando nell’angusta piazzetta Cuccia il suo elicottero ha decapitato alcuni passanti. Per allargare la piazzetta si sarebbe dovuta demolire la Scala, ottenendo tra l’altro un notevole risparmio sulle spese culturali. Ma Berlusconi, anche per riuscire simpatico al corpo di ballo femminile, ha optato per un’altra soluzione. È già pronta la nuova sede di Pimpinate Brianza, una villa del Settecento con 90 stanze tutte con caminetto, candelabri anche sul tetto, galline ammaestrate, cuoche africane, giardinieri-robot, cascate di cioccolata, cammelli, quadri di Rubens, tagliaerba con motore Maserati, un tenore a disposizione degli ospiti, tappezzerie di banconote, bidet Jacuzzi, arazzi, uno studio dentistico, querce parlanti, uno sferisterio per giocare a pelota, un’orchestra filarmonica, elefanti indiani, sbandieratori, una pista di go-kart e donne nude ovunque.

    continua

  3. ségolene
    ségolene says:

    2)
    Il nome
    Secondo Berlusconi e la figlia Marina, Mediobanca è troppo anonimo. Sono in ballottaggio Pierbanca, Ultrabanca, Banchissima, Banca della Madonna e MAXIBANK! scritto tutto maiuscolo e con inchiostro fosforescente. Il personale della ex Mediobanca, formato da anziani impiegati in grigio che parlano a bassa voce e da mature segretarie nevrotiche di ottima famiglia, verrà rieducato grazie a un master che comprende diverse materie: pacche sulle spalle, barzellette oscene da raccontare ai clienti stranieri appena entrano in sede, e un corso di autostima che permette di sopravvivere ai crolli di Borsa tenendosi per mano e cantando ‘We are the World

    l look
    Marina Berlusconi ha studiato personalmente le nuove uniformi. Per le femmine minigonna di giaguaro, top di pelle nera e stivali Frau (per dare un tocco di classicità). Per i maschi doppiopetto scuro, occhiali neri a specchio, capelli impomatati e un cartello appeso al collo con la scritta ‘lavoro in banca’ per distinguerli da un narcotrafficante colombiano ed evitare discussioni ai posti di blocco. La fotografia di Cuccia attualmente esposta nell’atrio verrà sottoposta a lifting e riutilizzata nella nuova sede: chi ha potuto vederla assicura che i risultati sono straordinari, Cuccia ritoccato è identico a Luca Toni. I vecchi arredi sono stati messi all’asta: divani di cuoio consumato, scrivanie inglesi cigolanti, librerie tarlate piene di enormi volumi, lampadari a goccia, la cappelliera dello stesso Cuccia. Ha comperato tutto in blocco una casa di produzione di film sui vampiri. L’arredatore milanese Pupi Meneghini, su incarico di Marina, sta studiando per la nuova sede scrivanie in plexiglass per vedere in trasparenza le cosce delle impiegate.

    Gli affari
    I Berlusconi hanno spiegato che il compito fondamentale della nuova Mediobanca rimane quello statutario: aiutare le aziende italiane a finanziarsi. “Non è colpa nostra”, hanno aggiunto, “se la quasi totalità delle aziende italiane ci appartiene”. I meccanismi del credito, un tempo molto farraginosi, saranno semplificati. Ogni mattina Adriano Galliani, in qualità di tutor della nuova Mediobanca, manderà la sua sesta moglie, la sciantosa creola Abigail Ramirez, a prelevare all’unico sportello della banca d’affari un apposito modulo precompilato, nel quale si ordina a un istituto di credito a caso di consegnare un miliardo di euro al portatore del modulo stesso. Il buono al portatore sarà poi attribuito dalla stessa Ramirez a quella tra le aziende dei Berlusconi che le sembri più bisognosa.
    (24 ottobre 2008)

  4. Peter
    Peter says:

    xNicotri

    tutto vero. Su cattolicesimo e fascismo, sugli ex-fascisti che diventarono democristiani, sulla efferatezza dei massacri, faide e stragi fasciste che scatenarono spesso reazioni brutali (ma non certo altrettanto sistematiche, efferate ed indiscriminate) da parte dei partigiani, a guerra ormai perduta. Per cui di Pansa proprio non si e’ mai capito che cosa realmente voglia e con chi ce l’abbia.
    Sulla guerra ed El Alamein vorrei dire due parole. Con tutto il rispetto per i caduti in guerra, temo che i combattenti italiani in Africa facessero davvero pena. La colpa era certo dell’incompetenza del loro comando e dell’addestramento certo da operetta che avevano avuto. Salvo rare eccezioni, l’impressione degli inglesi, e poi degli americani, era di trovarsi di fronte a soldati inetti, impreparati e codardi, e malissimo equipaggiati. Purtroppo, l’impressione ed il ricordo che hanno conservato di Rommel e le sue truppe e’ ben diverso.
    Come italiano, mi vergogno un po’ a sentire le barzellette che gli anziani di queste parti ancora ricordano sui nostri combattenti in Africa: un carro armato italiano ha nove marce indietro, ed una marcia avanti, nel caso che il nemico attacchi di fronte.
    Sono pochissimi pero’ quelli che me le riferiscono: gli inglesi sono gentili coi ‘vinti’, specie con quelli che non hanno mai avuto ragione di temere…e poi, sono passati oltre 60 anni.
    E c’e’ ancora gente che si ricorda dell’invasione dell’Abissinia e di Graziani. Ho conosciuto diversi etiopici: sono dei veri gentlemen

    Peter

  5. A chiacchiere stiamo bene: sì, ma i danni? E i reati?
    A chiacchiere stiamo bene: sì, ma i danni? E i reati? says:

    Nella sua prima celebrazione in Duomo il monsignore ha fatto riferimento
    al caso di don Lelio Cantini, spretato perché colpevole di abusi sessuali su minori

    Betori: “Anche la Chiesa pecca” E chiede scusa per i preti pedofili

    FIRENZE – Si è aperto con un mea culpa per i peccati degli uomini della chiesa il ministero del nuovo arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori. “Siamo ben consapevoli del fatto che la chiesa è fatta di uomini che, protesi alla virtù, restano segnati dal peccato, e ciò è vero per ciascuno di noi e anche per la nostra chiesa fiorentina” ha detto il nuovo arcivescovo nella sua celebrazione nella cattedrale affollata.

    “Sappiamo – ha aggiunto – i nostri limiti nella disattenzione nei confronti della parola del signore, nell’egoismo che inaridisce il servizio ai poveri, nell’inganno che avvelena i rapporti tra le persone, nello scandalo nei riguardi del prossimo, specialmente quando a patirne le conseguenze sono i più piccoli”.

    “Ciascuno – ha aggiunto il presule con evidente riferimento al caso di don Lelio Cantini, ridotto dal Papa allo stato laicale perché riconosciuto colpevole di abusi sessuali su minori – è chiamato a rispondere personalmente delle proprie colpe di fronte alla comunità ecclesiale e alla società. Ma se queste cose accadono, è anche perché l’attenzione e la vigilanza di tutti si sono in qualche modo affievolite. Ognuno di noi, e io per primo, secondo il proprio ruolo e responsabilità, siamo chiamati a impegnarci attivamente a risalire la china, in un percorso di purificazione che non ammette alibi”.

  6. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Caro Peter,
    posso confermare quanto erano malmessi gli Italiani in Africa.
    Mio marito era uno di quelli, a 18 anni l’hanno spedito al fronte, cosi’, senza boot camp training, ho le foto, sembrava un ragazzino di 14 anni…
    Fu lasciato per morto sotto un cumulo di morti, quando rinvenne incomincio’ a camminare nel deserto, senza meta.
    Incontro’ altri sperduti ed assieme raggiunsero un accampamento, feriti, morti di fame e di sete, furono temporaneamente arrestati dagli Italiani, pensarono che erano andati awall…….
    Poi combatte’ sotto Rommel del quale ne ha sempre parlato con ammirazione.
    Quando fu preso prigioniero, la sua famiglia non ebbe notizie per ben piu’ di 5 anni.
    Lo diedero per morto.
    Prigioniero in Scozia fu ben trattato, gli scozzesi non avevano niente e quel poco lo spartivano con i prigionieri.

    Mio papa’ non aveva dei buon ricordi della prima guerra mondiale, ando’ volontario a 16 anni, fece la campagna del Carso, privi di tutto, mangiavano bucce di patate e levavano gli stivali ai militari caduti, spesso ancora con la gamba dentro.
    Ritorno’ malato e la sua salute era stata macchiata per sempre.
    Nonostante tutto si voleva arruolare per tutte le guerre, era un patriota.
    Non lo presero a causa della sua salute precaria.

    ‘Notte, Anita

  7. Peter
    Peter says:

    xAnita

    si’, triste e vergognoso.
    Tuttavia, nelle Prima GM la guerra si faceva ancora in altro modo, cioe’ poco moderno, e gli ufficiali avevano una maggiore preparazione e competenza tecnica.
    Quanto alla barzelletta del carro armato, la marcia avanti era nel caso il nemico attaccasse da dietro, ovviamente.

    ciao, Peter

  8. Sylvi
    Sylvi says:

    caro Peter,

    Nicotri ci ha messo poco a farci metter via le tazzine da te’ e a farci ingoiare le… small talk!
    Anzi a me è andato di traverso il pasticcino!
    Ho alcuni impegni, ma poi dirò la mia.
    Non è una minaccia!
    mandi

  9. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Questo è un gran bell’articolo.
    Con Panza ed il suo sangue dei vinti polemizzavo sul blog che ci avrebbero fatto un film lo dissi allora era facile prevederlo, quando lo sfidai a fare un’altrettanto puntuale ricerca dei casi di partigiani ed antifascisti che pur avendo motivi e possibilità di vendicarsi dei torti subiti non lo avevano fatto non mi rispose più.
    La manifestazione 300 000 oppure 2 milioni e mezzo dipende, se si moltiplica per quattro ci siamo, se per dieci come fu per la manifestazione della destra, da Google calcolai l’area della piazza e a 5 persone a metro quadrato si arrivava al massimo a 200 000 (riportai i dati sul blog), loro dissero due milioni, al circo massimo ce ne stanno circa milione non era pieno ma poco ci mancava, allora si poteva dire anche 6 milioni.
    Numeri a parte mi spiace di non esserci stato, in certe manifestazioni quello che dicono gli oratori ufficiali conta poco o niente, quello che è interessante, per capire, è il clima che si sente nella piazza, i commenti, gli slogan, la vivacità, la rabbia…..
    Se qualcuno c’era ci informi su questo.
    Quella del 30 non me la perdo!!!!

    Salutoni Antonio - – - antonio.zaimbri@tiscali.it

  10. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ho sempre considerato le guerre come il culmine della stupidità umana. Ecco perchè rifuggo dall’interessarmene ed ecco perchè della Storia non me ne è mai importato più di tanto: l’ho letta solo a titolo d’informazione.
    Capisco le guerre di difesa, quantunque reputi sbagliate anche quelle: sono sempre convinto che qualsiasi sistema che non piaccia, lo si può scardinare dal di dentro, anche quando occupa un territorio con la forza. Si tratterà magari di aspettare una generazione o due al massimo, poi la ruota gira, perchè cambiano i personaggi e cambia anche la scenografia.
    I film di guerra, la glorificazione dell’eroismo, il soldato che va a morire cantando l’inno nazionale, li vedo solo come messaggi negativi.
    La guerra è sempre una porcheria, anzi la peggiore delle porcherie. E’ solo in questa chiave, che dovrebbe essere illustrata.
    In guerra non ci sono vincitori: ci sono soltanto vittime della follia dei pochi; i quali pochi, peraltro se ne stanno ben protetti e si guardano bene dall’esporsi in prima persona. Ammenocchè non abbiano un patologico istinto suicida, mascherato da finto eroismo e sprezzo del pericolo. Chi abbia in mente la guerra, qualsiasi guerra, è solo maturo per il manicomio.

  11. Nunzio
    Nunzio says:

    xSylvi
    Della tua torta di mele,sicuramente squisitissima, non se ne può
    far niente.Mancano le dosi.

    Ci sono teglie e teglie.
    Lasciando da parte l’ uvetta “rinvenuta” nel rum, le noci tritate, la cannella e lo zucchero che si possono supergiù dosare,serve assolutamente sapere ,per 1 kg. di mele, quanti albumi? Grazie

  12. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Qui a Bisceglie ( non so se è una campagna a livello nazionale) il PD ha finalmente capito come fare marketing politico: ci sono manifesti che con un minimo di parole ( quindi di lettura immediata) sbugiardano il governo, punto per punto. E’ una maniera efficace di rivolgersi alle masse, ma non è ancora la migliore in assoluto, proprio perchè è firmata PD, che non è poi il pulpito più adatto per le prediche, in quanto il cittadino ribatte: ok, Berlusconi sta facendo fesserie, e voi cosa avete fatto di meglio?
    Manifesti anonimi, invece, firmati da un qualsiasi ‘cittadino deluso’ che dica: ‘ ho votato Berlusconi e cosa mi ritrovo?’ E lì lo slogan ad effetto o l’immagine che vale più di mille parole.

  13. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Sostiene Gelmini:
    “«Gli studenti in Italia sono 9 milioni. Coloro che protestano, alcune migliaia. Le facoltà occupate sono pochissime. E in molte, gli studenti ricacciano indietro gli occupanti. Non immagina quanti messaggi ricevo da studenti stanchi di slogan vecchi e di professori militanti».”
    —————
    Come la mettiamo?

  14. Furtaya
    Furtaya says:

    Per Nicotri.

    Nella vita gli uomini coraggiosi e generosi sempre si son schierati. Il rimanere nel limbo degli indecisi non giova a nessuno, il terreno dei pavidi è un terreno non consono, i Ponzio Pilato non ‘possono albergare in questo mondo difficile e pieno d’inganni, pieno d’insidie mediatiche, stracolmo di ladri, ruffiani, mafiosi ed imbonitori.

    Caro Nicotri, io non voglio, io non posso ( anche perchè non ne sarei capace) essere il difensore di niente e di nessuno, perchè senz’altro se si leggesse bene la politica dell’On. Veltroni certe espressioni non si esternerebbero.

    L’On. Veltroni sino a pochissimo tempo fa era il sindaco di Roma, dunque, di tutte le decisioni e politiche svolte dal novello PD lui non la dettava.

    E’ stato eletto da un popolo di quattro mln di elettori ex comunisti ed ex democristiani, ad essere il segretario politico di un grande nuovo partito politico “Riformista”, con l’arduo compito di contrastare le politiche cervellottiche e antipopolari della destra e della destra più retriva e fascista, impersonate da quell’imbonitore amico di mafiosi che porta il nome di Berlusconi, e lei infelicemente me lo critica non aspramente, ma lo critica.

    E’ stato eletto alle primarie di un movimento nuovo, con an’affluenza che mai nessun partito italiano ed europeo ha conosciuto, è stato eletto con più di 4 mln di voti di cittadini liberi, senza vincoli di sottomissione mentale e che si riconoscono pienamnte nella sinistra del nostro Paese, e lei me lo critica.

    Ha iniziato il suo percorso di segretario del PD con una politica di dialogo, non di scontro, con una politica civile, imperniata sull’educazione, sul parlarsi tra politici civili, con una politica della mano tesa, una politica sul rispetto dell’avversario partitico, sul confronto delle idde e delle cosa da fare, per il bene dell’Italia.

    Ci ha portato alle elezioni, le abbiamo democraticamente perse, senza brogli, però il PD ha avuto per gran merito di Veltroni il 34,4% dei consensi, mai nessun nuovo partito “Riformista” italiano e non, ha raggiunto simili risultati, ha contribuito a semplificare la vita politica italiana, non agregandosi più con quei scorpioni velenosi che uccisero il ” poeta morente” Prodi, ha perso le elezioni a testa alta, combattendo lealmente ad armi impari, contro un potere mediatico di enormi proporzioni, oggi è orgogliosamente alla testa di un vero e nobile partito che difende i più deboli ed i più disagiati della nostra società, imbastisce giornalmente un’opposizione democratica e costruttiva al barzelettiere di Arcore e lei me lo critica.

    L’On. Veltroni cerca in continuaziuone il dialogo, ha ricondotto la politica italiana nell’alveo dell’educazione, del buon senso, del rispetto reciproco e lei Nicotri di tutto questo nel suo articolo non fa il minimo cenno.

    Questa è ingratitudine di un saggio e nobile attento notista com’è lei, forse è anche fradda antipatia, ma andiamo oltre.

    Le faccio inoltre notare che il PD ha istituito di recente, senza tanto clamore, senza tanti bifolchi strombazzamenti, una scuola politica di partito, in tutte le regioni d’Italia, per raccoglire ed indirizzare i migliori cervelli alla politica attiva, giovani che non superano i 35 anni, giovani talenti che vengono continuamente assistiti ed informati nelle frequenti lezioni dai varii Bersani, Fassino, Rosy Bindi ed altri importanti leader, per essere in un prossimo futuro la nuova classe dirigente di questo paese, e lei me lo critica.

    Per carità, la critica è il sale della democrazia, però lei ch’è così attento ai comportamenti dei due pesi e delle due misure, abbia il buon senso di osservare e di giudicare almeno le cose buone e saggie che l’On. Veltroni ha fatto.

    Cmq le dico, che presto verranno istruite le secode primarie per confermare Veltroni od eleggere un’altro segretario. Mi trovi lei nello scenario politico italiano un segretario che si rimette in gioco dopo un periodo di tempo così breve, ci sono partiti dello scenario politico italiano che non fanno congressi da sei sette anni, ce ne son altri che i congressi non li hanno mai istruiti e lei mi critica il Segretario del PD On. Veltroni così ingiustamente.

    Saluti

    P.S. mi scuso per i possibili errori, ma quando si scrive d’impulso e di getto si può sbagliare.

  15. x Peter
    x Peter says:

    Certo, tra i giovani di El Alamein ci sono stati anche molti soldati dignitosi, molti “eroi”. Uso le virgolette perché mi fa orrore la nozione di eroe applicata a chi ammazza di più, per poi magari finire anche ammazzato. Uno dei tanti concetti, quello di eroismo, che abbiamo involgarito e instupidito, visto che eroe se non ricordo male significava semidio. Che sia un semidio chi bombarda e massacra o comunque spara su sconosciuti solo perché “dall’altra parte” mi pare francamente arduo, una delle tante nostre bestemmie. Forse non ci rendiamo conto, ma la nostra inguaribile retorica – NON solo nostra – implica che tra i nazisti e gli imperialisti giapponesi c’era una infinità di eroi. Come la mettiamo?i
    Da qualche tempo però penso che abbiano ragione gli inglesi – se non sbaglio nazionalità – che vogliono riabilitare i disertori, perché di fronte alle cose ingiuste e atroci è meglio, più giusto e più etico abbandonare il campo, non prestarsi alle altrui follie. Fuggire, sì, fuggire, anche se so che io di fronte al nemico non fuggirei mai. Il problema però è chi sia il nemico? Se sono gli sfruttatori, i torturatori, i profittatori, le sanguisighe, i ladri, i parassiti, i licenziatori, i prepotenti, allora lo capisco: sono i nemici. Ma se sono tizi spintimi contro co una divisa aoddosso o peggio ancora civili inermi che si trovano su un “altro” territorio, vittime e sfruttati come me anche se dal mio “nemico”, beh, allora non ci siamo: donne e bambini e vecchi e ragazzini NON possono essere nemici di niente e di nessuno.
    Durante la prima guerra mondiale ci sono stati casi di soldati di trincea che esasperati dagli inutili “assalti” regolarmente finiti in mattanza anche suicida hanno reagito sparando a qualche loro ufficiale fanatico del “coraggio” e dell'”eroismo” a base di ondate di uomini lanciati contro muri di pallottole di mitragliatrici. Beh, credo che a El Alamein, ma anche in mooolti altri posti, meglio avrebbero fatto quei giovani – e NON solo i nostri – a ribellarsi, anche a disertare per quanto il concetto mi ripugni. “Primum vivere”, è infatti l’unico e più umano comandamento reale. Avevano più obblighi e doveri verso le persone care a casa che verso la “patria” e la “bandiera”!!!!
    I miei esempi restano Salvo D’Acquisto.
    Un saluto.
    pino

  16. x marco tempesta
    x marco tempesta says:

    Ha idea del perché “vino” in pugliese si dica “mih’r”? Trovo strana e suggestiva questa somiglianza con la parola “mirra”, che a quanto pare era una droga, forse il qat in uso ancora oggi nello Yemen.
    Un saluto.
    pino

  17. Peter
    Peter says:

    x Nicotri

    credo che venga dal latino ‘merum’ che significa puro (sempre secondo l’oste, immagino).
    Nei dialetti salentini la parola e’ molto piu’ ovvia (cioe’ piu latineggiante, e meno imbarbarita, non vi offendiate ne’ lei ne’ Marco T.)

    Peter

  18. Peter
    Peter says:

    xNicotri

    non si tratta di essere eroi, ma di espletare un compito in modo efficiente per il bene di tutti, cioe’ in definitiva di salvare il salvabile. In guerra come in ogni altra situazione.
    Credo che gli ufficiali italiani nella Seconda GM erano ben noti per incompetenza, egoismo (ad esempio con acqua minerale e risorse varie, in Africa c’era dissenteria, etc), mancanza d’iniziativa, impreparazione, ritirate, etc etc. Successe in Nord Africa come in Etiopia (contro gli alleati, sia chiaro, cioe’ dopo la conquista). I soldati erano noti per mancanza di addestramento (i ‘Desert Rats’ inglesi li spazzavano via), equipaggiamento, interesse, iniziativa…invece non mancavano della fifa, ed erano sempre pronti a darsela a gambe. Un giudizio forse ingeneroso, ma non e’ il mio: lo riporto soltanto. Ho gia’ detto che dei miei parenti combatterono in quella guerra. Io poi, non ho fatto neanche il servizio militare (due miei fratelli lo avevano fatto, cosi’ chiesi l’esonero).
    Insomma, si puo’ essere d’accordo con una guerra o meno: la nostra era una guerra folle. Ma c’era modo e modo di farla, e di perderla

    Peter

  19. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Ah, interessante. Del resto Berlusconi è il “mero” proprietario…. Il vocabolo esiste quindi anche in italiano. E che Berlusconi fosse “puro” nessuno di noi lo ha mai dubitato. Diciamo.
    Un caro saluto.
    pino

  20. Sylvi
    Sylvi says:

    x Rodolfo

    E’ un dolcetto che ho fatto sempre” a naso”.
    La teglia è una normale da “pasticcio”.
    506 mele non affettate finissime, si deve fare uno stato leggermente sovrapposto, considerando che asciugano.
    3 o 4 albumi, ma devono essere a neve fermissima.
    Sposetta inammorata volevo accontentare il mio Romeo matto per le meringhe e contemporaneamente non buttare i bianchi d’uovo.
    Spero ora sia chiaro!
    mandi

  21. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Furtaya

    Non so però se ci voglia più coraggio a restare e combattere una guerra inutile, oltre che sbagliata e combattuta in modo scalcinato, o continuare a vivere affrontando i pericoli conseguenti.
    Riguardo Veltroni, non ho nessuna antipatia, anzi. Nel blog diedi l’indicazione di votarlo, pur essendo io un candidato indipendente di non ricordo quale dei troppi partitini comunisti italiani. Il fatto è che, specie negli ultimi mesi, mi sono maggiormente reso conto della responsabilità di TUTTi quelli che sono in politica dalla prima vittoria di Berlusconi in poi, per non dire di chi c’era già prima. Fermo restando l’errore mortale del referendum sugli spot e quello esizale dell’obbligo di fare informazione giornalistica per le tv commerciali, come si chiamavano una volta le tv private.
    Veltroni ha molti meriti, come del resto D’Alema. Ma non sono in grado di capire il nuovo. E se non si è stati capaci di fermare un Berlusconi, semplicemente facendogli rispettare le leggi e varando una legge decente sul conflitto di interessi, lei pensa che saranno capaci di affrontare il duro futuro alle porte? Non ne saranno capaci loro come non ne sarà capace Berlusconi né altri già su piazza. Tant’è che temo per il futuro del nostro Paese, a partire dalla sua unità.
    Forse Veltroni rappresenta il meno peggio, ma per uscire dall’eterna metà del guado ci vuole ben altro che il meno peggio. E NON ne usciremo MAI se continuiamo a fare la gara di chi fa più sorrisi al papa. Per diventare un Paese serio il nostro ha bisogno – come base di partenza – di un vero e grande partito laico, che NON esiste e NON potrà esistere con il buonismo alla Veltroni o l’opportunismo alla Rutelli. Essere vassalli della Chiesa papalina o degli Usa o dell’Urss o della Cina o degli arabi o di Israele non serve a nulla, il problema è essere autonomi come lo sono la Francia o la Germania o la Spagna o l’Inghilterra o la Svezia o la Danimarca o il Belgio o l’Olanda o la Grecia. Chiedo troppo?
    Il buonismo, con avversari feroci come il papato, il berlusconismo, il fascismo, il fanatismo religioso NON solo islamista, ecc., la concorrenza economica dell’Oriente e le altre in arrivo domani, è un’arma spuntata. La politica è di per sé un ring, non un salotto, come dimostra bene il fatto che spesso finisce in guerra, come recita la nota frase “la guerra non è che la politica fatta con altri mezzi”. E i buonisti non sono pugili né lottatori. Tanto meno guerrieri. Perfino Mussolini e i suoi gerarchi da operetta non erano guerrieri, ma gerarchi da operetta, spesso corrotti. Oltre che inetti e massacratori di italiani mandati allo sbaraglio a massacrare gli “altri”.
    Tutto qui.
    Un caro saluto.
    pino nicotri

  22. Sylvi
    Sylvi says:

    caro Pino,

    prima di Pansa, giornalista di sinistra, nessun politico, giornalista, intellettuale ha ammesso crimini che non fossero fascisti o dei vari eserciti inviati da Mussolini a fare l’Impero.
    I buoni stavano tutti da una parte, la maggioranza dei quali riciclati al momento buono.
    Faccio anch’io un nome, ed è in ottima compagnia:
    Eugenio Scalfari, bel ragazzone con quella divisa perfetta da fascista, poi diventato proprietario di un impero di carta, ( senza aiuti dallo Stato?) che fa concorrenza all’Unità che si è sempre definito onestamente ” organo del Partito Comunista).
    Perchè il signor Scalfari con i suoi mezzi, il suo potere, non ha fatto chiarezza su tutti i crimini prima-durante-dopo da entrambe le parti così da dare un vero contributo alla pacificazione nazionale?
    La sete di giustizia, la chiarezza dei fatti,avrebbero dovuto muovere il suo alto senso morale!

    Poi c’è un’altra piccola questione che discende, la responsabilità di crimini è individuale, non collettiva, almeno dice il Diritto.
    Gli individui devono essere perseguiti, non le masse.
    Posso garantirle che qui da noi gli assassini partigiani non sono stati perseguiti se non per la caparbietà di altri partigiani onesti e vittime essi stessi.
    Ma dopo tanti anni e nessuno ha pagato.

    Pansa secondo me, giudico il libro, ha posto le basi perchè ci sia giustizia per tutti e non solo per i vincitori.E qui il Prima e il Dopo sono ininfluenti.E anche le vere intenzioni di Pansa.

    La domanda è: quello che ha scritto è vero?

    Come potevate pensare che milioni di famiglie avessero dimenticato e si fossero rassegnate all’ostracismo e al disprezzo dell’altra parte non poi così pura e innocente?
    Come potete pensare che si debbano fare i conti, ma solo quelli che ci piacciono?

    Se lei fosse venuto una volta a Cargnacco, Tempio dei caduti e dispersi in Russia,- da pochi anni ci sono le targhe anche delle camicie nere (sono morti!)-, e avesse letto nel corso di tutti questi decenni i libri dei visitatori, si sarebbe accorto che i conti erano più che sospesi e che la pacificazione era una favola!

    Quando ero bambina e gli adulti abbassavano la voce e io tiravo le orecchie, si raccontava dei misfatti e delle vendette dei partigiani sul territorio.
    Pansa ha raccolto quelle voci.
    La domanda è la stessa: dice verità o falsità?
    O ci nascondiamo ancora dietro la confusione fra governanti e popolo? Fra il Prima e il Dopo?

    Se Pansa ha mosso il verminaio che porterà alla pulizia, se finalmente avremo Tutti il coraggio della chiarezza potremo accogliere la Storia con i suoi orrori e consegnarla ai libri.
    E allora e solo allora guardare avanti con fiducia.
    mandi

  23. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Sylvi

    Cara Sylvi, quei crimini erano già noti e da un bel pezzo. Quando ero iscritto al Pci a Padova, metà anni ’60, ho anche cercato di farne parlare, ma non c’è stato verso. TUTTE le guerre finiscono così, con vendette personali. Il problema, per me, non è sapere se quelle cose sono vere o no, perché so che 50 anni che sono vere, ma, per quanto riguarda Pansa, perché le tira fuori ora, a carriera giornalistica nella sinistra finita, anziché prima visto che le conosceva bene anche lui, anzi meglio di me. Per esempio, poteva scrivere lui che Scalfari era stato monarchico, con almeno un articolo inneggiante alla razza sul giornaletto dell’Università. Oppure che Livio Zanetti, grande e insuperabile direttore de L’Espresso, era stato repubblichino.
    A mio modesto avvico Pansa è un po’ opportunista, che tira fuori quelle cose solo ora perché ora non gli nuociono più e anzi gli possono essere utili per continuare a fare carriera dove possibile. Se lei pensa che la giustizia si possa realizzare con l’opportunismo, allora credo che sbagli. E’ vero che l’importante non è il colore del gatto, ma che afferri i topi, e mai farei processi alle intenzioni, ma i Pansa sono gattoni che non afferrano nessun vero topo, se non quelli pro domo sua. L’Italia è lastricata di Ferrara, Pansa, ecc. E i risultati si vedono.
    Trovo infine sporco, sì, sporco, il tenersi bene alla larga dalle porcherie che abbiamo commesso all’estero. Non è questione di processare un popolo, come del resto, cara Sylvi, non dovrebbe esserlo anche nel caso dei crimnini dei partigiani, ma capire cosa è successo e quali sono le nostre insufficienze, altrimenti non vi porremo mai rimedio. E poi magari mandare in gaelra anche qualcuno, visto che porcjerie non ne ha fatte solo Priebke e che il reato di strage non cade mai in prescrizioe….
    O però sempre la non bella impressione che lei voglia che la protesta e la condanna, che somigliano molto all’odio, siano indirizzate solo verso una parte, e a partire solo dopo certe date del calendario. Cioè anche lei, come Pansa, senza tenere cono della Storia nel suo insieme. Ma così si va solo a sbattere. Tanto per cambiare.
    L’odio è, come l’opportunismo, un pessimo consigliere.
    Un abbraccio.
    pino

  24. Sylvi
    Sylvi says:

    caro Pino,

    io non ho carriere da fare, anzi ho fatto scelte “da imbecille sulla nuvola” come mi dicono gli amici.
    Ho avuto la grande fortuna , e anche il coraggio, perchè no,di non piegarmi ai compromessi per sete di danaro o di potere.
    mi sono accontentata di ciò che potevo raggiungere con le mie forze e l’aiuto dei miei cari.
    E ho avuto la libertà!

    Se lei rilegge vedrà che io non difendo Pansa, non lo conosco se non attraverso i suoi scritti.
    Posso immaginare che nella sua posizione non accetti di ritirarsi e accontentarsi di scrivere.

    Sono d’accordo con lei che i misfatti provati degli italiani all’estero vanno trovati e perseguiti,ma se non riusciamo a fare questa pulizia in Italia, con che credibilità possiamo farla all’estero?
    Caro Pino, la mia giovinezza è stata di sentimenti rabbiosi e violenti, il mio autunno ha colori caldi e brillanti come le foglie dei miei aceri e delle mie querce!

    E credo che soltanto da noi, popolo senza potere, possa venire la spinta per cacciare gli indegni e farci guidare da persone che sappiano il significato di “comunità civile”.
    Abbiamo l’obbligo di sostenere con saggezza la fatica dei nostri figli.
    mandi

  25. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Andiamo per gradi: rispondo prima a Pino sul vino.
    Credo abbia ragione Peter. La fonetica del termine in biscegliese assomiglia a meire, con le e entrambe mute, che riporterebbero a merum, anche se nell’italiano ultramaccheronico del medioevo potrebbe esserci un termine che, rivisitato dai vari dialetti paesani, potrebbe aaver assunto diversa fonetica. Nei paesini intorno a Bari, ad esempio, si pronuncia miir. Potrei informarmi della pronuncia nel foggiano prossimo al nord barese, perchè nel ‘foggiano remoto’ ci avviciniamo più al dialetto campano. Si potrebbe chiederlo a Faust, che è di Manfredonia.

  26. Furtaya
    Furtaya says:

    Per Nicotri.

    Non è mia abitudine il rimbalzare continuo delle proprie idee, delle proprie convinzioni, perchè oltre ad essere noiosi si corre il rischio di sbattere contro un muro di gomma, si corre il rischio di non essere capiti. Però debbo ribatterle che così facendo, si corre il rischio di buttar via il bambino con l’acqua sporca.

    Il PD è l’unico partito di sinistra; attualmente, Veltroni è l’esponente politico più a sinistra della politica italiana, non c’è scelta. Mi lasci dire, ma oltre a difendere la classe operaia, il precariato, gli insegnanti, i ricercatori, i pensionati, le piccole e medie aziende, quelle aziende che non hanno santi in paradiso o alla Consob, oppure alla Banca d’Italia, oltre che a difendere tutti coloro che non riescono a sbarcar il lunario, Veltroni e tutti i politici del PD cosa debbono fare?, ma cosa debbono fare per convincere i varii Visco, Bersani, Finocchiaro, D’Alema, Fassino? devono forse iscriversi a qualche strana consorteria?

    Mio caro Nicotri, siamo appena nati, adesso si stanno formando le fisionomie di questo nuovo partito politico, adesso stanno costruendo la nuova classe dirigente.

    I politici del PD provengono da altre chiese, da chiese diverse, da chiese che dopo essersi violentemente scontrate, combattute, si son democraticamente unite e tutti indistintamente portano oltre che alla loro innata e specchiata onestà intelettuale, anche i loro vecchi vizi, che sono quelli della perpetua polemica e affini varii, ma questo non toglie nulla al loro forsennato darsi da fare, alla loro ferrea convinzione democratica.

    Altri capi politici che oggi noi non conosciamo faranno, creeranno quell’indipendenza da tutte le chiese e da altre incrostazioni che lei giustamente da ottimo giornalista fa cenno, però mi creda è difficile, molto difficile, ci vuole tempo e pazienza, tanta pazienza, non è facile tessere la tela democratica in un paese ch’è stato la culla del maledetto fascismo e l’ispiratore del nazismo tedesco.

    Ed infine, non è una guerra inutile chi la combatte per un ideale, anche perchè a noi rimane soltanto l’orgoglio di credere ancora in qualcosa, essendo le nostre utopie giovanili svanite nel nulla, scomparse nel modo infelice che tutti noi conosciamo.

    Cordiali saluti.

  27. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Se parliamo di eroi di guerra, il mio ‘avatar’ è Perlasca.
    Io farei tranquillamente il doppiogiochista, il ‘cavallo di troia’. Non mi spaventa il rischio di finire contro un muro o appeso ad una corda ( tra l’altro mi è già capitato, stando ad una seduta spiritica, ma questi sono argomenti tabù in un blog dove si crede ancora che la medicina sia una scienza).
    Nella vita reale, le situazioni ‘belliche’ le ho affrontate una volta quando avevo 10 anni e con la famiglia ci siamo trasferiti in un quartiere dove esisteva già un leader forte: ci siamo alleati invece di combatterci, siamo tuttora grandi amici. L’altra occasione è stata quando si paventava l’occupazione della mia scuola, nel ’68. Avevamo attrezzature molto costose, era una scuola moderna e molto buona ed io avevo già capito che il movimento studentesco era malamente infiltrato. Ho già raccontato che io e pochissimi miei seguaci venivamo fatto passare dai picchetti e che avevo organizzato una difesa della scuola che aveva qualcosa di criminale ( lo dico col senno di poi). Quindi, in situazioni estreme non sono di quelli che si tirano indietro, anche se, crescendo, ho capito quanto sia molto più remunerativo minare il sistema dall’interno.
    Dopotutto, lo abbiamo visto in Cina, in Russia, in Romania, in Portogallo, in Sud America: sono crollati regimi che apparivano solidi e bene agguerriti, senza bisogno di guerre propriamente dette.

  28. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Dice Sylvi: “…E credo che soltanto da noi, popolo senza potere, possa venire la spinta per cacciare gli indegni e farci guidare da persone che sappiano il significato di “comunità civile”.
    Abbiamo l’obbligo di sostenere con saggezza la fatica dei nostri figli.”
    ————
    Certo, giustissimo e sacrosanto.
    Il problema verte solo sul ‘come’.
    Con l’esempio? Con la diffusione delle idee nel nostro entourage?
    Ammiro le forti convinzioni di Furtaya, il suo difendere Veltroni, difesa che in parte condivido. Ma attenzione: si parla di scuola di politica fatta ‘in silenzio’. Bravi, continuano a non aver capito niente: la politica non si fa in silenzio. la mia amica polacca diciassettenne è iscritta a Rifondazione Comunista. Io credo che lei sia un valido elemento da far maturare in ambito politico. Ha chiesto a me come fare per entrare nel giro. Se i ‘corsi’ di politica venissero gridati invece di farli in silenzio, lei si sarebbe iscritta, non avrebbe avuto bisogno di chiedere informazioni a me. Questo, giusto per fare un esempio.
    La sinistra di Prodi è crollata anche perchè ha fatto tutto in silenzio, tutto di nascosto, mentre gli avversari gridavano slogan demenziali ma efficaci.
    Non basta avere la buona fede e le buone intenzioni; la politica è una merce che segue le regole di mercato: se non è ben pubblicizzata rimarrà sugli scaffali, a vantaggio di merce molto più scadente ma molto meglio pubblicizzata.

  29. marco tempesta
    marco tempesta says:

    La critica che si può porre a quel 34% di voti presi dal PD è che sono voti che, usando termini aeronautici, hanno dato ‘portanza’ ma costituiscono anche una forte resistenza: è come volare con i flaps abbassati, non si può andare più veloci di tanto. Mischiare elementi cattolici, terribilmente conservatori, all’ala propriamente riformista, significa aver creato una Democrazia Cristiana che dovrà fare al suo interno un costante tiro alla fune, col rischio di continuare a restare ferma senza riuscire a rigenerare la politica in senso moderno. Certo, si spera nelle nuove leve, ma se prendono lezione dai vecchi, cosa possono imparare di ‘nuovo’? Impareranno a galleggiare a mezz’acqua come i loro maestri, impareranno a spremere il limone come la DC ha sempre fatto. La politica del compromesso, un compromesso che ha la prima tappa nella propria poltrona e la seconda tappa nelle proprie tasche, è l’ultima cosa di cui l’Italia ha bisogno. Se il futuro è questo, tanto vale emigrare in massa in Romania, dove si prospetta un nuovo sviluppo economico tipo i nostri anni ’60. da farci un serio pensierino.

  30. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Dice Furtaya:
    “Mi lasci dire, ma oltre a difendere la classe operaia, il precariato, gli insegnanti, i ricercatori, i pensionati, le piccole e medie aziende, quelle aziende che non hanno santi in paradiso o alla Consob, oppure alla Banca d’Italia, oltre che a difendere tutti coloro che non riescono a sbarcar il lunario, Veltroni e tutti i politici del PD cosa debbono fare?, ma cosa debbono fare per convincere i varii Visco, Bersani, Finocchiaro, D’Alema, Fassino? devono forse iscriversi a qualche strana consorteria?
    —————
    C’è qualcosa che mi sfugge, nella difesa che Furtaya fa di Veltroni, nel paragrafo citato.
    I summenzionati personaggi: Fassino, Bersani, Finocchiaro ecc, non sono nel PD, non sono di sinistra, o cos’altro?

  31. Sylvi
    Sylvi says:

    x Tutti

    In Austria, oltre ad aprire una azienda in dieci giorni, carte permessi ..tutto compreso. Oltre ad avere una ritenuta secca del 20% su tutte le tasse e sei a posto, se tu imprenditore hai bisogno di spiegazioni sull’applicazione delle leggi che riguardano la tua azienda, vai dalla Guardia di Finanza che ti chiarisce ogni dubbio!!!

    Ma se sei evasore…cavolacci amari! Indigeribili!
    Come in Italia!
    mandi

  32. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Rileggendo, mi accorgo che la frase che non mi risultava chiara, è carente di una virgola; dovrebbe essere: “ma cosa debbono fare per convincere, i varii ecc…”.
    Cosa devono fare per convincere? Devono andare a lezione di marketing. Solo questo.

  33. marco tempesta
    marco tempesta says:

    x Sylvi:
    quando il mio amico svizzero, trent’anni fa, mi ha detto che voleva aprire uno studio fotografico a Berna, gli ho chiesto come se la sarebbe cavata coi permessi, licenze eccetera. Mi ha guardato strano e mi ha detto: qui, apri bottega, lo comunichi all’autorità e sei a posto.
    Proprio come in Italia. Qui, aprono bottega, NON lo comunicano all’autorità… e sono a posto.

  34. Anita
    Anita says:

    x Marco T.

    Sono curiosa sull’ uso della parola Atavar.

    Al giorno d’oggi sul linguaggio internet e’ una foto o rappresentazione di un utente.
    IE: Quando io scrivo su un blog, appare la mia vera foto, non scelta da me, ma dal proprietario del website.

    *** Significato di “Avatar”
    Nella religione Induista un avatar è l’incarnazione di una divinità.
    Nel mondo informatico, invece, assume un duplice significato: in un sistema Unix rappresenta un utente al quale sono stati dati i diritti di accedere a tutte le directory e tutti i files.
    In un ambiente tridimensionale o virtuale (come nelle chat o in alcuni giochi), l’avatar non è che la rappresentazione digitale di chi sta visitando l’ambiente.***

    Ciao, Anita

  35. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Cara Anita, la risposta te la sei data da sola: “l’avatar non è che la rappresentazione digitale di chi sta visitando l’ambiente”.
    In parole povere, un alter ego, un personaggio che ci rappresenta e che serve da ‘testa di turco’ per proteggere la nostra vera identità. Estendendo il concetto, è una persona, un oggetto, un qualcosa che in qualche modo rappresenti la nostra più profonda identità, quella che di solito non mostriamo in pubblico. Quando Faust mi ha chiesto quale fosse il mio avatar tra i personaggi dei fumetti, gli ho detto Mago Merlino. Significa che mi identifico idealmente in quel personaggio, mi sento un Mago Merlino, più o meno.
    Nel caso del da me citato Perlasca, vuol dire che io, in una situazione del genere, avrei agito come lui, facendo il doppio gioco come ha fatto lui per salvare gli ebrei.

  36. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Furtaya

    Caro Furtaya,

    non si butta via nessun bambino, semmai solo una parte dell’acqua e stia tranquillo che con me muri di gomma non ne troverà mai. Capisco la sua posizione, in parte la condivido. Il problema non è il PD, che mi pare una strada obbligata, ma alcuni o vari suoi dirigenti. Certe cooptazioni non mi sono piaciute e l’ho scritto, denotano un costume diciamo berlusconiano, se non peggio.
    Il PD comunque lo vorrei meno copiato dagli Usa, compreso il rito delle primarie che non saprei se è cosa buona o scimmiottamento truccato in partenza, perché è ovvio – in Italia, non negli Usa – che chi ha in mano la burocrazia di partito le primarie le vince in partenza. Le ricordo che Berlusconi la formula delle sue tv le ha copiate anche lui dagli Usa, molto prima che Veltroni si ispirasse ad altro. E in ogni caso senza un vero e grande partito laico non andremo da nessuna parte, continueremo a rotolarci nel brago dei vizi nazionali, comuni alla destra, al centro e alla sinistra.
    Di Veltroni – come di altri – mi infastidisce l’ovvietà e la prevedibilità, oltre alla mancanza di riconoscimento dei propri errori, in primis quel disgraziato referendum sugli spot in tv. Un capo politico di rango e spessore non può permettersi di far finta di niente su certe cose. E poi non m’è piaciuto l’annuncio a suo tempo che dopo il mandato di sindaco l’avrebbe fatta finita con la politica e sarebbe “andato in Africa”: “a meno che mi venga chiesto a gran voce di restare”. Anche un fesso avrebbe capito dove voleva andare a parare, e infatti…. Questi sono mezzucci. Per il nostro Paese, ripeto, ci vuole ben altro.
    Ovviamente spero che il PD faccia ottimamente la sua parte, più di quanto oggi è lecito sperare, e se Veltroni mostra di essere un grande sarò solo felice: per gli italiani tutti. Ma la vedo dura.
    Un caro saluto.
    pino

  37. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    I prevedibili colpi di coda “eroici” di Bush, che ormai è più che mai fuori dalla realtà, un pericolo anche per gli Stati Uniti.
    p. n.
    ———————————————
    Gli Stati Uniyi rivendicano la paternità dell’azione di ieri
    “Un successo nella lotta contro il terrorismo di Al Qaeda”
    Raid sulla Siria, gli Usa ammettono
    Damasco: “Azione terroristica”

    WASHINGTON – Gli Stati Uniti hanno confermato oggi la paternità del raid aereo in territorio siriano ai confini con l’Iraq. E secondo una fonte governativa anonima si è trattato di “un successo” nella lotta contro al Qaida.
    Secca e durissima la reazione di Damasco. Il ministro degli Esteri Walid Mouallem, parlando a Londra, ha definito l’azione “un’aggressione terrorista” .
    Il raid, portato a termine con elicotteri, aveva fatto ieri nove vittime.

  38. Sisko
    Sisko says:

    Certo che stavolta il buon Nicotri ne ha messo di carne al fuoco, per cui come si fa a prendere posizione su tutto quanto?
    Voglio dire solo qualcosa su Veltroni: sì, non è il massimo, ma se ci guardiamo intorno, non è che ci sia da scegliere molto. Io non ritengo però il Wolter la causa di tutti i mali. Che cosa si può fare in un Paese che si nutre dei dementi programmi di un conducator che con appoggi ed aiuti, leciti ed illeciti, ha costruito un impero mediatico unico al mondo, a sua disposizione, 24 ore su 24, con uno stuolo di leccapiedi disposti a tutto pur di far piacere al “sultano”? Abbiamo dimenticato chi presentava la politica di Prodi in ogni telegiornale? I “catastrofici” servizi sul suo operato? Dove sono finiti tutti quei poveri diseredati che non avevano da mangiare e che si aggiravano nei mercati alla ricerca di qualche torsolo di verdura? Il martellamento perpetuo che “Prodi deve andare a casa” lo lanciava Wolter? Oggi, nonostante la situazione sia ancora più catastrofica, il caballero gode nel Paese di un consenso che, personalmente, mi provoca vergogna, non imbarazzo. E intanto gli italiani guardano in massa la de filippi e le isole dei merdosi (scusate il termine). E intanto un noto colluso con la camorra entra a far parte del governo mentre un’altro, pluriindagato, si inventa un domicilio all’estero e viene eletto come rappresentante degli italiani all’estero, naturalmente nelle schiere del poppolo della libbbertà. E tutto è maledettamente normale. C’ è qualcuno in grado e disposto a riconnettere il cervello agli italiani? Io non lo vedo. Veltroni ci ha provato, ma in questo clima, il caballero resterà in sella, anche presentando agli italiani piatti ben peggiori di quanti non ne abbia fin’ ora sfornati. E credo che di questi piatti ne vedremo ancora molti perchè biancaneve di svegliarsi non ne ha proprio voglia.

  39. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Sbaglio o qualcuno lo aveva già previsto?
    ———————————-

    Arrestati due neonazi di 18 e 20 anni in Tennessee: avevano pianificato una strage
    in una scuola frequentata da afroamericani, dove il senatore avrebbe tenuto un comizio
    Governo Usa: Sventato complotto
    per uccidere Barack Obama

    Governo Usa: Sventato complotto
    per uccidere Barack Obama

    WASHINGTON – Il candidato democratico alla Casa Bianca Barack Obama e altri 102 cittadini americani sono stati nel mirino di un possibile attentato in Tennessee. Lo ha riferito la Atf – Bureau of alcohol, tobacco, firearms and explosives – una divisione del dipartimento americano di Giustizia che ha il compito di prevenire reati federali commessi con armi da fuoco o esplosivi e combatte il contrabbando di alcol e tabacco.

    Secondo quanto reso noto il complotto sarebbe stato messo a punto da skinhead neonazisti. Nel mirino ci sarebbero stati studenti neri, ma il massacro doveva estendersi poi su scala nazionale e raggiungere, come obiettivo finale, il candidato dei democratici alla Casa Bianca. Fox News riferisce che, in base alle prime informazioni disponibili, il piano era di uccidere 88 afroamericani e decapitarne 14 – numeri considerati simbolici nella comunità razzista della cosidetta “supremazia bianca”.
    L’ultimo obiettivo era assassinare il senatore democratico Barack Obama.
    Non è chiaro quanto la minaccia fosse fondata, ma le autorità l’hanno considerata sufficientemente seria. Due ragazzi in Tennessee sono stati arrestati: Daniel Cowart di 20 anni e Paul Schlesselman di 18, fermati nella Crockett County con l’accusa di possesso illegale di fucili a canne mozze e di minacce ad un candidato alla presidenza. In mente, secondo quanto ha raccontato uno dei due, avevano di fare una strage, aprendo il fuoco sugli studenti di una scuola nei pressi di Memphis, e di assassinare Obama durante un comizio che avrebbe tenuto nell’istituto.

  40. Peter
    Peter says:

    verrebbe da parafrasare Turati: il berlusconismo non e’ un fenomeno italiano, lo conoscerete tutti. E invece, fortunatamente, no: a differenza del fascismo, e’ solo un male italiano, la colpa e’ solo la stupidita’ italica del presente.
    Berlusconismo, papismo, cattolicesimo falso ed ipocrita sono la nevrosi, ovvero il falso dio, degli italiani: ne potrebbero fare tranquillamente a meno, anzi starebbero enormemente meglio: ma non osano neanche pensarci.
    Forse il cassandreo Uroburo aveva ragione : l’Italia e’ un paese sbollito, senza piu’ speranza.
    La speranza forse viene dal confronto tra passato e presente. In autunno mi rivedo sempre vecchi films, non so perche’. Ho visto per la prima volta (!) otto e mezzo di Fellini, un DVD trovato a Londra a caro prezzo (una giuria internazionale lo ha classificato come il secondo miglior film della storia del cinama, ma e’ possibile?). Ebbene, la societa’ italiana d’oggi mi sembra migliore di quella di mezzo secolo fa. Quella era davvero in putrefazione, ed al colmo della ipocrisia schizofrenica: un regista senza idee, con l’amante stupida ed una moglie frustrata, che bacia la mano ad una mummia di cardinale cui aveva chiesto udienza per un permesso…il permesso di riprendere sua eminenza ai bagni termali…ed i suoi aiutanti che lo pregano di chiedere favori al cardinale onnipotente: ‘fammi avere il ‘divorzio in Messico’ (?!), a te non puo’ dire di no…’.
    Beh, il mondo ne ha fatta di strada, ed anche in Italia il clero vetusto e parassitario fa molta fatica ormai a tenere il passo coi tempi.
    Manca pero’ il sorriso ironico, distaccato e divertito del grande Mastroianni

    Peter

  41. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Pino,
    quello che Panza non dice (e men che meno i suoi sostenitori che sono poi i fascisti, cosa che rende alquanto difficile definirlo ancora un giornalista di sinistra) non è solo e tanto quel che gli “ittagliani brava gente” hanno fatto in mezz’Europa (tranne che in Iugoslavia dove noi siamo stati dei gentlemen ingiustamente accusati dai barbari slavi per questioni di soldi, come dice la nostra ineffabile Silvy). Quel che Panza non dice è quel che i fascisti hanno fatto in Italia.
    Hanno imposto ad un paese impreparato una guerra costata 700.000 morti, che ha portato alla conquista di terre non nostre e ad un arresto definitivo all’evoluzione civile, sociale ed economica del paese.
    Hanno messo in stato d’assedio un paese intero introducendo comportamenti delinquenziali come normale pratica e strumento politico.
    Hanno fatto regredire a dittatura (per di più una dittatura medievale fatta da tanti feudi inviolabili) un paese che era già, pur se faticosamente e solo parzialmente, arrivato alla democrazia parlamentare.
    Hanno messo a capo di un paese che aveva avuto tra quelli precedenti uomini del livello di Giolitti o di Cavour, dei buffoni incapaci, dei piccoli borghesi con la mentalità e la cultura di maestucoli di periferia che hanno organizzato l’Ittaglia a loro immagine e somiglianza.
    Hanno governato con la menzogna e con la frode, doti purtroppo diventate poi caratteristiche strutturali di questo paese.
    Hanno pensato che la politica internazionale consistesse nel “faccite la faccia feroce” dimenticando che al mondo prima o poi c’è sempre qualcuno che va a vedere la puntata, in tal modo smascherando i bluff (che, com’è noto, in politica estera non portano mai lontani).
    Hanno speso somme enormi in inutili ed improduttive spese di guerra invece di investirle per creare infrastrutture che in Ittaglia mai nessuno si era preoccupato di costruire (con il denaro speso in Etiopia si sarebbe potuto risolvere radicalmente il problema della malaria in tutto il paese oppure si sarebbe potuto collegare il paese dall’estremo nord all’estremo sud con strade e ferrovie).
    Hanno imposto al paese una seconda guerra, di concezione ottocentesca e per di più perduta, che è costata al paese mezzo milione di morti e la distruzione di un terzo del patrimonio nazionale.
    Alla fine di questa seconda feroce guerra, che ha avuto anche alcune caratteristiche di guerra civile, i perdenti hanno pagato il fio delle loro malefatte, anche se la maggior parte di loro sono riusciti a farla franca. Come sempre succede in queste circostanze ha pagato anche qualcuno che non c’entrava.
    Non se n’è più parlato perché la morte di qualche migliaio di poveracci capitati al posto sbagliato nel momento sbagliato, conta poco in momenti come questi: nessuno infatti pensa che la Rivoluzione Francese sia stata condannabile per le sue vittime innocenti, che pure non furono poche.
    Non se n’è parlato perché si aveva altro di più importante da fare.
    E soprattutto non se n’è parlato perché coloro che criticavano queste uccisioni usavano, ed usano, queste critiche per condannare politicamente la Resistenza difendendo in tal modo gli pseudovalori della Repubblichetta di Salò, che nulla è stata, fascisticamente, se non un’accozzaglia di fuori legge sedicenti patrioti e servi del più cupo regime mai visto in Europa da secoli e secoli.
    Chi chiede queste revisioni, impossibili perchè non c’è assolutamente nulla da rivedere e nessuna pacificazione da fare (i fascisti rimangono fascisti e rimangono dei topi di fogna), vuole in realtà mettere Resistenza e nazifascismo sullo steso piano. Che è poi la linea politica dei fascisti da sempre.
    Il discorso sulla Resistenza è stato chiuso il XXV aprile: chi stava con i nazisti era una canaglia (o, più raramente, un cretino), gli altri, che hanno ridato dignità a questo paese, stavano dalla parte giusta, anche coloro che hanno commesso degli errori o dei crimini. Solo un paese come questo può condannare l’unico episodio della storia d’Italia di cui si potrebbe andar fieri per difendere dei mascalzoni assassini come le Camicie Nere. Uroburo
    PS. Noi siamo, credo, l’unico paese al mondo capace di far passare delle sonore sconfitte, come El Alamein o la ritirata di Russia, per vittorie. Che è poi l’ennesima prova dello spirito fraudolento di questo infelice paese.

  42. l'ineffabile Sylvi
    l'ineffabile Sylvi says:

    caro Uroburo,

    abbiamo qualche problema di comunicazione lei ed io.

    In Yugoslavia …siamo stati dei gentlemen ingiustamente accusati dai barbari slavi per questione di soldi…

    Quali slavi e quale questione di soldi?
    Intanto vorrei ricordarle che sloveni e croati sono popoli assolutamente diversi.
    I serbi poi, scrivono cirillico!
    Noi oggi, anno di grazia 2008, confiniamo con la Slovenia, le questioni di soldi si riferiscono a che?
    La guerra l’abbiamo chiusa con la cessione dell’Istria alla attuale Croazia, la Slovenia ha Capodistria, Isola e Pirano, il Trattato di Osimo ha siglato il tutto.
    Ma forse lei vuole riaprire il contenzioso regalando alla Slovenia, piccola e sacrificata le friulane valli del Natisone e la Provincia di Gorizia?
    E perchè non portare i confini fino al Tagliamento come voleva quel sant’uomo di Tito?
    Richiamiamo quei bravi ragazzi dei partigiani titini a regolare la questione?

    Nel resto del suo post trovo delle riflessioni condivisibili per quanto riguarda il fascismo e la guerra, ma la Resistenza deve essere per lei un callo dolens che le impedisce di essere imparziale.
    Secondo lei, tagliato con l’accetta, il torto sta da una parte e la ragione dall’altra. Ottimo modo per portarci a un “federalismo” dove ognuno andrà per conto suo,definitivamente.
    A me non interessa continuare a rinvangare il passato se non ha una proiezione nel futuro, e lei non vede futuro, se non il suo, molto “democraticamente” esposto!

    Del resto cito:
    ==Non se n’è parlato perchè la morte di qualche migliaio di poveracci, capitati al posto sbagliato nel momento sbagliato, conta poco in momenti come questi===
    Avrebbe dovuto dirlo alle mamme, alle mogli e ai figli di quei “poveracci” che lei stava napoleonicamente costruendo la Nuova Italia e non c’era tempo per “quisquilie”.

    El Alamein e la ritirata di Russia sono state la conclusione di una tragedia, me lei, nella sua visione purificatrice della Resistenza ,non ha nemmeno rispetto dei morti.
    E questi sarebbero i vincitori?
    buonanotte

  43. Anita
    Anita says:

    x Pino

    L’attacco in Siria e’ vero, ma Washington non ne ha ancora dichiarata responsabilta’, non ufficialmente.

    Ho appena sentito le ultime notizie su ABC.

    Il leader del network dell’Al Qaeda in Syria, Abu Ghadiyain, sembra che sia stato catturato o ucciso.
    Ancora non hanno rilasciato le identita’ degli uccisi, 8 e 14 feriti, in una fattoria in Sukkariya vicino Abu Kamal, dove si sapeva che si riunivano da 4 anni e finanziavano e armavano i terroristi prima di entrare in territorio Iracheno.

    Il 90% dei foreign fighters entrano nell’ iraq via Syria, portando contanti a tutti gli Al Qaeda in Iraq’s chiefs.
    Sono forze omicide, addestrati a manifatturare bombe e sono volontari a sacrificarsi in attacchi con esplosivi.
    ~~~~~~~~~~

    La notizia dei giovani skinheads del Tennessee e’ vera, i due sono stati arrestati.
    Esattamente come riporta lei.

    Buona notte,
    Anita

  44. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Caro Furtaya

    Nella tua accorata difesa di Veltroni citi ripetutamente i quattro mln di voti delle primarie,a parte che erano un po’ meno( meno di quelli per Prodi), sinceramente non vedo cosa c’entrino con i giudizi anche severi sul sulla sua conduzione della campagna elettorale prima e dell’opposizione poi, è un’affermazione che fa il paio con i continui stucchevoli richiami della destra al fatto che siccome hanno preso più voti gli altri devono solo stare zitti.
    Probabilmente Velroni sarebbe un ottimo politico per una competizione elettorale svedese, ma non lo è stato e non lo è per questa Italia oggi, un bravo ragazzo educato e buono come la panna ma anche moscio come la panna, spesso mi da l’impressione di un giocatore di Golf che si trova costretto dagli eventi a giocare a Rugby, ed i risultati si vedono.

    Salutoni Antonio - – - antonio.zaimbri@tiscali.it

  45. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    In una guerra civile e negli strascichi che ne seguono è inevitabile che si inseriscano vendette personali atti di crudeltà dettati da esasperazioni ideologiche, ed anche gratuiti, atti di puro banditismo.
    La falsità di Pansa non sta quindi nell’aver gonfiato gli episodi raccontati ma nell’averli raccontati come se fossero stati quegli episodi gravi e condannabili ma numericamente marginali, la linea politica dei partigiani e dell’antifascismo, e non era affatto così.
    Ansi a ben vedere i vertici della resistenza se peccarono fu forse di perdoni troppo facilie troppo generalizzati, anche verso certi veri criminali di guerra come Almirante, paradossalmente certe giustizie sommarie potrebbero essere frutto di una reazione a quel “perdonismo”

    Salutoni Antonio - – - antonio.zaimbri@tiscali.it

  46. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    IL LATO COMICO

    Le facce dei due neonazi della “Supremazia Bianca” che volevano uccidere Obama perché “negro” sono proprio il ritratto della supremazia bianca…. Due facce da ebeti.
    pino nicotri

  47. Uroburo
    Uroburo says:

    per Silvy
    Cara signora,
    non mi pare che io e lei abbiamo dei problemi di comunicazione, è che siamo schierati sui due parti opposte della barricata. Lei sta con le Camicie Nere ed io sto con gli antifascisti.
    Non mi importa nulla se i partigiano hanno fucilato qualcuno di troppo: nelle rivoluzioni e nelle guerre civili succede ed è sempre successo. Che riguardi “milioni di famiglie” è solo una delle sue tante affermazioni rettoriche, ma si sa che la rettorica è una malattia nazionale, e soprattutto nazionalista. Secondo i dati dei fascisti, che non ne hanno mai detta una vera in vita loro, i morti ammazzati nelle foibe sarebbero al massimo 25.000 e gli uccisi dopo la guerra sarebbero al massimo la metà. Nemmeno quarantamila persone (che sono il massimo ipotizzabile e che sono molte più del vero: probabilmente sono stati un terzo) non fanno milioni di famiglie.
    Non si capisce neanche cosa c’entri questo suo patetico appello a render giustizia. Che giustizia? Qualche migliaio di persone è stato fucilato per sbaglio, come succede sempre in circostanze analoghe (quanti morti innocenti hanno fatto la rivoluzione francese, quella inglese, quella olandese, quelle americane?). Se vogliamo ammettere che ci sono stati errori, eccessi e (talvolta) anche crimini mi pare che non ci siano ostacoli da parte di nessuno: io l’ho ammesso subito, AZ anche. Se invece si vuol dire che i morti sono tutti uguali, compreso le Camicie Nere [“da pochi anni ci sono le targhe anche delle camicie nere (sono morti!)]”, devo allora precisare che anche i rapinatori uccisi durante una rapina sono morti. Sono stati sepolti, riposino in pace, ma la loro morte in nessun modo rende giustificabile la loro vita. Allo stesso modo riposino in pace i sodati della guerra fascista ma non si pretenda di giustificarne le azioni, spesso efferate e comunque politicamente sbagliate.
    I partigiani, tutti compreso i pochi criminali, stavano dalla parte giusta della storia e vi rimangono anche quando hanno commesso dei crimini, perché altro è il giudizio su una posizione politica ed altro il giudizio sulle singole azioni (che possono essere state sbagliate o criminali). Il fatto che qualcuno alla fine della guerra abbia fatto fuori l’amante della moglie (o il marito dell’amante) spacciando il fatto per atto di giustizia politica non cambia in nulla il valore della Resistenza, anche se le suddette azioni le avesse commesse un partigiano combattente. Se il padre della patria uccide il suo vicino di casa durante una lite diventa un assassino pur rimanendo il padre della patria: le due azioni non si cancellano a vicenda. Tranne che in Ittaglia la vita non è una somma algebrica.
    Sono d’accordo anch’io che il prima ed il dopo siano ininfluenti: i fascisti rimangono canaglie, sia prima sia dopo.
    La Resistenza non è affatto un punctum dolens per me (che non ho mai avuto calli): è l’unico episodio di cui vado fiero di tutta la storia di questo paese. Non a caso la canaglia fascista ed i loro accoliti berluschini vogliono cancellarla. Sono invece nettamente contrario al fascismo, sempre e comunque. Come vede siamo proprio schierati su due lati opposti. Rimaniamoci senza alcun ripensamento e senza rimpianti. Uroburo

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