Pansa, Napolitano, Berlusconi: e vai con le parole in libertà…. Ma chi rappresenta politicamente l’Italia della manifestazione di sabato 25 ottobre?

Al festival del cinema di Roma Giampaolo Pansa dopo la proiezione del film “Il sangue dei vinti”, tratto dal suo omonimo romanzo centrato sui crimini dei partigiani a fine guerra mondiale e subito dopo, pontifica da par suo: “L’Italia non è ancora un Paese pacificato perché chi allora vinse non ha raccontato fino in fondo cosa accadde durante e dopo la guerra civile. Il muro d’omertà dei vincitori non è stato mai rotto. E dunque la guerra civile, nel dolore delle famiglie, non è mai finita”. Che l’Italia non sia pacificata è vero, ma è vero da vari secoli e i partigiani “non ci azzeccano”, e se ci azzeccano è solo come ultimi della serie dei responsabili. Sarebbe come prendersela con Pansa per il degrado del giornalismo italiano, del quale lui semmai è una delle ultime concause, ma certo non la prima né la principale. In ogni caso è da ipocriti l’insistere di Pansa a dire “i vincitori” riferendosi di fatto sempre e solo ai partigiani e ai comunisti, perché a vincere sono stati soprattutto i filoamericani, i padroni, gli stessi che avevano foraggiato il fascismo, dalla Fiat di Agnelli fino alla Confindustria e ai padroni anche del Corriere della Sera. A vincere è stata anche la Democrazia Cristiana, i liberali, i repubblicani, i monarchici, i banchieri, per non dire della Chiesa che ha evitato di pagare lo scotto per le sue malefatte, dal benedire l’invasione coloniale dell’Africa fino a benedire Mussolini, dal togliere di mezzo gli ostacoli come don Sturzo sulla strada dei fascisti in cambio dei Patti Lateranensi fino all’equivalente in Germania in cambio di un altro grasso piatto di lenticchie da parte di Hitler. Persino un cattolico convinto come Cossiga ha riconosciuto tempo fa che senza il disco verde della Chiesa il fascismo in Italia non avrebbe preso il potere. E non sono pochi quelli che dicono la stessa cosa riguardo la presa del potere dei nazisti in Germania, facilitata dalla decisione del Vaticano di togliere di mezzo i don Sturzo tedeschi.

Ma Pansa fa parte di quella schiera di giornalisti che – caso solo italiano – si sentono un po’ l’ombelico del mondo, il giornalismo gli va stretto, molto stretto, lo intendono come militanza politica, si prendono molto sul serio e diventano grandi uomini più in alto dei migliori e dei peggiori politici, da Michele Santoro a Paolo Guzzanti, da Marco Travaglio a Vittorio Feltri e alla buonanima di Oriana Fallaci, detentori della verità e puri per definizione. Del resto in Italia hanno un grande esempio, Mussolini appunto, e in Inghilterra Churchill: giornalisti pure quelli, ma che a un certo punto hanno saltato il fosso anziché occupare in eterno poltronissime redazionali o televisive, forse perché la tv a quell’epoca non c’era ancora. Pansa ormai accusa di fascismo perfino i giovani che alle sue trombonate nei dibattiti lo fischiano o comunque rumoreggiano. Neppure Berlusconi arriva a tanto.

Per carità, che ANCHE i partigiani abbiano fatto delle porcherie, cioè commesso dei crimini a volte perfino ignobili, non sarò certo io a negarlo o a volere che lo neghino altri e che il buon Pansa non ne parli. No, il problema è un altro, anzi sono altri due. Il primo è che i partigiani sono arrivati dopo il 1940: PRIMA ci sono state le porcherie altrui che hanno portato ANCHE agli eccessi dei partigiani, fermo restando il fatto che gli eccessi quando sono crimini non sono mai giustificabili. Ma comprendere le cause per cui c’è l’inquinamento che uccide o un incendio che miete vittime NON significa né giustificare l’inquinamento né l’incendio, significa solo analizzare le cose e ricercare i nessi tra cause ed effetti, per trovare le soluzioni, i rimedi, ed evitare che l’andazzo continui come prima, se non peggio. Strano quindi che i vari Pansa NON si occupino MAI delle nostre porcheria in Africa, Balcani e Unione sovietica. A quando un bel film o un bel romanzo sui 20-40.000 uccisi per rappresaglia per il fallito attentato al maresciallo Graziani? Ogni anno piangiamo giustamente per le Fosse Ardeatine, ma il massacro che abbiamo perpetrato per la bombetta a Graziani equivale a quasi un centinaio di altrui Fosse Ardeatine….

Il secondo motivo è che Pansa queste cose le sapeva e le poteva, e quindi doveva, tirare fuori già 20-30 anni fa, ma se n’è ben guardato perché altrimenti avrebbe fatto soffrire i suoi datori di lavoro, quelli che lo hanno tolto dal Corriere della Sera e molto ben valorizzato a Repubblica e dintorni. Detto in termini più crudi, direi quasi pansiani, non gli avrebbe cioè fatto comodo. Anzi, quando queste cose le tirava fuori qualcuno di destra, o qualche giornalista di sinistra non fazioso o non in vendita, veniva preso a pedate e tacciato di fascismo, accusato di non “storicizzare” e di non capire niente, servo dei padroni o giù di lì. Quasi come alzare la mano oggi per dire “il governo israeliano commette anche errori pesante”. Pansa invece preferiva correre davanti ai cancelli della Fiat di Torino, paralizzata dalla protesta e dallo sciopero operaio, per scrivere paginoni su Repubblica nei quali tracciava ritratti del dominus del Pci di Torino Piero Fassino e del “comunista buono e diverso” Enrico Berlinguer piuttosto imbarazzanti. Imbarazzanti anche perché quello sciopero è stato un azzardo perso in partenza, demenziale quindi, un uso strumentale delle tute blu da parte della nomenklatura di partito e di sindacato: una variante del solito “armiamoci e partite”. A sua parziale scusante Pansa ha il fatto che a far da corona a Berlinguer a Torino a quell’epoca c’era anche un altro gentiluomo disinteressato come Giuliano Ferrara, un figlio di papà romano che grazie alle raccomandazioni di un pezzo grosso come Pajetta si ritrovò dal niente romano al fare il responsabile di fabbrica del Pci a Torino: un modo come un altro per procuragli un bel gradino per fare carriera. Pur non essendo la Carfagna o la Gelmini, Ferrara ha capito con quasi 20 anni di anticipo su Pansa che la carriera era meglio farla da un’altra parte e in altri modi.

Possiamo consolarci con il solito “meglio tardi che mai”. Chissà, forse i romanzi almeno sulle nostre porcherie in Africa emerse e documentate con decenni di ritardo verranno scritti in futuro, Pansa prima o poi si occuperà anche del “Sangue altrui da noi versato”. Ben venga quindi il suo libro e ben venga il film tratto dal libro, ma se ci illudiamo di poter continuare a ignorare il resto, ciò che è venuto PRIMA, sbagliamo di grosso. E poi c’è questo eterno vizio degli “italiani brava gente”… Riguardo il film tratto dal romanzo di Pansa leggo infatti che “l’eroe, tra i due fratelli schierati su fronti opposti, resta il personaggio interpretato dall’attore Beniamino Placido, ovvero l’italiano buono e con senso del dovere, uno che rifiuta fino alla fine di schierarsi, un po’ Don Abbondio un po’ poliziotto esemplare”. Siamo alle solite. Sembra ormai di stare non solo a rivedere il film “Italiani brava gente”, ma anche a rivedere in continuazione “don Matteo”, “un medico in famiglia” e coglionate simili. Giustamente rifiutato al festival del cinema di Venezia e inizialmente anche dal festival di Roma, ecco che il film pansiano è stato ripescato dal festival di Roma, come “evento speciale, accompagnato da dibattito pubblico”. Pansa con modestia dissente: “Avrei preferito che il film fosse inserito in concorso, ma viste le premesse, considero comunque un bel risultato essere qui. Credo che il produttore, Alessandro Fracassi, sia stato un eroe a fare questo film”. Addirittura!

L’ex innamorato di Berlinguer e Fassino prosegue: “Questo film aggiunge una pietra sulla strada della verità”. Sì, peccato però che la strada della verità è lunga chilometri, e troppi dei quali sono privi di pietre…. Perché non scrivere un romanzo e fare un bel filmone, anzi un bel serial televisivo, anche sull’”armadio della vergogna”? Vale a dire, un film su come la giustizia militare italiana è arrivata al degrado di insabbiare i dossier su decine e decine di stragi compiute dai nazisti contro civili italiani quando occupavano il nostro Paese. Stragi, si noti bene, compiute PRIMA delle vicende che giustamente hanno scandalizzato, sia pure a scoppio ritardato, molto ritardato, il grande Giampaolo Pansa.
Il dramma è che al linguaggio e alla mentalità da operetta dei Pansa si accompagna il linguaggio del presidente della Repubblica, che nel commemorare la battaglia di El Alamein ha fatto un discorso senza né capo né coda: evitando accuratamente di dire che nella battaglia di El Alamein, cioè nella seconda guerra mondiale, eravamo dalla parte del torto marcio: alleati dei nazisti (oltre che di altre belve come gli imperialisti giapponesi). Giorgio Napolitano se l’è cavata dicendo che la sconfitta subita ad El Alamein “ha posto le basi per lo sbarco in Sicilia”, ovvero per la liberazione dell’Italia per mano americana. C’è di che arrossire. E tralasciamo “il sangue dei vinti” versato dagli americani in Sicilia senza motivo alcuno, dal massacro di militari arresi fino a quello di civili, tutte cose ben documentate per esempio da Benito Li Vigni. Come si sa, c’è sangue e sangue, c’è vinto e vinto. Soprattutto, oggi come ieri, c’è datore di lavoro e datore di lavoro…

Se l’arte dello slalom è così in voga, dal Quirinale ai Pansa, le premesse non sono le migliori per la messa a frutto della grande manifestazione avvenuta a Roma sabato 25. Due milioni e mezzo o solo 300.000 partecipanti, il problema è che mi pare una manifestazione che rischia di essere o diventare inutile, una occasione sciupata. Veltroni infatti non è all’altezza della situazione, che è grave e a quanto pare destinata a peggiorare. Ho già scritto alcune volte che Veltroni è uno dei principali, se non il principale, responsabile dello strapotere di Berlusconi. Per carità, tutti possiamo sbagliare. Ma se non si ammette ad alta voce di avere sbagliato, allora non è possibile migliorarsi per davvero e non a (altre) chiacchiere. Veltroni, come altri, è ben lungi dall’ammettere quando, come e dove ha sbagliato – tragicamente – con Berlusconi. La situazione italiana ha da tempo bisogno quanto meno di uno Zapatero o almeno di un Veltrotero, non di un Veltrusconi. Ha bisogno di idee, programmi, progetti ben precisi, capitoli di spesa chiari e investimenti massicci sui giovani, cioè sul futuro, che passa per l’investimento nelle scuole, nelle Università, nella ricerca, e non per i danari pubblici – vale a dire i nostri danari – regalati a pioggia alla Fiat o, come pretende la signora Mercegaglia della Confindustria, “non solo alla Fiat, ma anche agli altri”. Non passa per i danari pubblici, vale a dire i nostri danari, regalati agli editori, alle banche, alle cliniche private, alla Chiesa, e quant’altri campano a sbafo del contribuente italiano, cioè del cittadino italiano, regalati di fatto solo per avere i loro voti alle elezioni e continuare così ad alimentare un sistema che fa acqua e debiti da tutti i lati.

La scoperta del socialismo per i ricchi anziché per i lavoratori non è una bella trovata. E’ una bella trovata per i Bush e i Berlusconi, tutta gente che fino a ieri schifava l’intervento dello Stato e ora si aggrappa alle sue mammelle per spremerle per chi ha fallito, dilapidato, rubato, ma siccome li ha votati allora devono essere salvati. Salvare le banche forse può essere utile, anche se ce ne sono varie che andrebbero lasciate al loro destino, ma i responsabili del disastro dovrebbero almeno essere cacciati a calci nel sedere, se non chiusi a chiave in galera. Ma come? I signori B&B, i Bush e i Berlusca, fino a ieri si sono riempiti la bocca cantando le lodi del “sano spirito animale del mercato e delle sue leggi” e adesso invece le “sane leggi del mercato” le schifano e le scongiurano usando massicciamente i soldi dello Stato? Cioè, si badi bene, i nostri soldi. Che hanno tutta l’aria di essere sul punto di venire dilapidati, in modo che neppure i sovietici sapevano fare.

La massa dei partecipanti alla grande manifestazione più che dalla politica dei partiti è stata spinta a Roma dalla paura per il futuro, anzi già anche del presente. In questo è stata anticipata dal movimento di protesta nelle scuole. E a conti fatti si tratta di una grande massa di gente che in realtà è un insieme di strati sociali trasversali e tra loro diversi, proprio come la massa degli studenti. Ma è anche una massa di persone che non sanno se e quali interessi comuni hanno, quale progetto può unificarli o almeno allearli contro l’attuale governo e contro la struttura di potere dominante. E il motivo per cui non lo sanno è che i politici da un bel pezzo non fanno più quelle che una volta si chiamavano analisi di classe e analisi della composizione del sistema produttivo. Oggi si fanno sondaggi o “analisi di mercato”, ma nessuno sa come e dove è strutturata la forza lavoro in Italia. Si cerca di andare in tv, da Vespa o da Costanzo, da Santoro o da Floris, i più moderni (?!) vanno in Internet, con siti e blog personali o – è l’ultima moda – collezionando “amici” su Facebook. Ho sentito a Radio Popolare che uno dei candidati alla guida di quella che una volta era la Federazione dei giovani comunisti italiani (Fgci) e che oggi vorrebbe essere l’organizzazione giovanile del Partito Democratico (PD)- ma esiste? – è un tizio, pardòn un “ggiovane” che si candida perché ha 4-5 mila “amici” su Facebook e perché crede che “Internet è importante”. Sono senza parole! Certo che è importante, ma se si continua a credere che l’immagine (=tv) e il virtuale (=internet) possano prendere il posto del reale, cioè della società, e di rimando anche della struttura di partito o di movimento radicata nei luoghi di lavoro, di abitazione e di studio, allora si continua ad andare a sbattere. Con altre tramvate in faccia. Perfino i partiti Usa sono ben radicati: lo zoccolo duro di Bush sono stati infatti i cristiani evangelici (e il risultato s’è visto…).

Insomma, l’Italia nuova che forse – ripeto: forse – comincia a emergere dalla protesta degli studenti, degli insegnanti e dei “300 mila” o dei “2 milioni e mezzo” della manifestazione del 25 non credo sia l’Italia dei partiti, l’Italia della protesta già strutturata per partiti, ma “solo” l’Italia del timore e della paura per il futuro e della protesta conseguente. E’ una Italia quindi della quale i Veltroni non sono e non possono essere i leader, per il semplice motivo che di fatto loro rappresentano il vecchio, l’insieme di cose che scherzando e ridendo, tra una comparsata da Vespa e una da Floris, da un festival del cinema e un “se po’ fà”, ci ha portato a questo punto. Vale a dire, sull’orlo dell’abisso. Quella della manifestazione di Roma e della protesta degli studenti più che l’Italia veltrona del “se po’ fà” – o del “we can” degnamente condito con appartamento comprato a New York per la figliola – è l’Italia del “s’ha da fà!”. E’ l’Italia che si sta accorgendo che l’Italia “del fare” cantata da Berlusconi&C si basa e si ingrassa sul far fare agli altri, a loro. Cioè a quelli che fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese e arrancano già alla terza o quarta settimana e per i quali il lavoro certo, con annesso contratto e retribuzione decente, è sempre più un miraggio.

Berlusconi di fronte alla protesta studentesca ha reagito in maniera sconsiderata, pericolosa in modo non sottovalutabile. Lui ha la mentalità del padrone di azienda, visto che da decenni è padrone di Mediaset e man mano sempre di più anche di altro, quindi è abituato a decidere e a dare ordini, rimuovendo se necessario chi non gli obbedisce o “non funziona”. Anche nella sua squadra di calcio, il “favoloso” Milan che s’è aggiudicato Beckham, colpo da maestro che porterà altri voti alle elezioni e farà diventare ancora più brutto il Moratti dell’Inter, anche nella sua squadra di calcio Berlusconi è abituato a dare “suggerimenti” che di fatto sono ordini. La stessa mentalità Berlusconi la sta sfoderando in politica, ma non solo nel suo partito personale, purtroppo anche nel parlamento e nel governo. Nonché, in questi giorni, con il dilagare della protesta degli studenti. Ma l’Italia, cioè una intera società civile, NON è una azienda. NON è una squadra di calcio. NON è possibile licenziare, mettere in cassa integrazione i cittadini italiani, neppure in parte, neppure “solo” gli studenti: la Costituzione NON lo prevede… E se si può diventare il boss delle tv grazie agli “aiutini” di un Craxi, cioè della politica fin troppo disinvolta, NON è possibile diventare il boss del Paese grazie ad aiutini dei Craxi, ecc., per il semplice ma insormontabile motivo che in questo caso il Craxi e l’eccetera della situazione è lo stesso Berlusconi. Che non può più bussare alle porte altrui, può solo bussare alla porta propria. Oltre che, eventualmente, a quella del “caro amico” Bush…

Berlusconi sull’uso della polizia contro gli studenti ha fatto marcia indietro, non prima di essersi coperto di ridicolo e avere dimostrato che non conosce bene certe leggi: in Italia, la polizia nelle scuole e nelle Università infatti NON la manda né il governo né il questore né il prefetto né il comandante dei carabinieri né il ministro dell’Interno, ma può essere solo chiamata e solo dai presidi e dai rettori. Minacciare l’invio della polizia e dei caramba non è però solo una cavolata da figura del cavolo, ma anche un pessimo segnale: quando un governo comincia ad agitare di questi fantasmi e a sproloquiare così vistosamente, di solito finisce male. Fino alle barricate, alle svolte repressive o alle cacciate a furor di popolo dei capi di governo presuntuosi e prepotenti, oltre che incapaci.

Non vorremmo si arrivasse a tanto. Ma la situazione economica può diventare la benzina che il cerino acceso incautamente da Berlusconi sproloquiando di polizia nelle Università – massima bestemmia in un Paese civile, come mandare la polizia in chiesa! – può incendiare.

421 commenti
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  1. Vox
    Vox says:

    @ Peter (385) e Sylvy

    La distinzione, invece, e’ abbastanza semplice secondo il mio modo di vedere: la guerra (che e’ sempre una tragedia immane) e’ da condannare quando e’ il prodotto di un’aggressione contro un altro stato sovrano, o semplicemente contro un altro popolo, QUALUNQUE ne sia la motivazione.

    La guerra in Iraq sarebbe stata ingiusta anche se vi fossero veramente state armi di distruzione di massa e anche se questa invasione non fosse stata fatta per offrire un lauto bottino alle multinazionali americane (Hulliburton in testa).

    Ingiuste sono state le crociate, le guerre persiane, ittite, greche, romane di espansione e di conquista, le guerre coloniali inglesi, spagnole, francesi, italiane, belghe, tedesche, ecc. ecc., ingiusta e’ stata l’aggressione fascio-nazista in Europa, ingiuste le guerre in Corea, Vietnam, Iraq I e II, Afghanistan e vorrei che la conta si fermasse qui.

    L’unica guerra comprensibile e’ quella di difesa. Non preventiva, notare bene, ma quando si e’ aggrediti e invasi di fatto. Difendersi e’ sacrosanto, sempre sulla base di un’invasione reale e non di un pericolo ipotizzato (come si vorrebbe fare adesso con l’Iran, nascondendo che i reali motivi sono sempre gli stessi: interessi economico-strategici di Usisraele).

    Chiamare “patrioti” soldati che si recano in un paese lontano mille miglia dalla propria patria e’ assurdo, ipocrita e deprecabile.

    Mi spiace di ferire i sentimenti di Sylvi e Anita o chiunque altro dicendo questo, perche’comprendo che hanno amato i propri cari e soffrono. Comprendo bene questa sofferenza, ma comprendo ancora di piu’ la sofferenza di coloro che hanno perso chi li difendeva in casa propria.
    L’amore sincero e nobile delle madri e dei figli non riescono a nobilitare azioni che vanno contro il principio di umanita’ (let alone quello cristiano, nel quale molti pur credono) e non possono far mettere tutto e tutti sullo stesso piano. La morte ci rendera’ anche tutti uguali, ma non la memoria di essa.

    Non e’ una questione di “duri e puri”, ma una questione di coscienza, di giustizia, di umanita’. Di principi, se si vuole. A qualcuno sembrera’ strano, sospetto o poco credibile che oggi si possano avere dei principi e che si possa accettare anche la morte, pur di non violarli, eppure ancora succede. Credo e spero che succedera’ finche’ esisteranno uomini e donne su questo pianeta.

    Accettare una divisa e un compito che porteranno alla morte di molta gente – e probabilmente anche alla propria – solo perche’ altrimenti si verra’ passati per le armi, e’ per me un atto di paura, quindi di opportunismo, di mancanza di principi, mancanza di coraggio e assenza di nobilta’ d’animo.

    Partire come volontari per una qualunque impresa del genere e’ un atto di ignoranza o quanto meno stupidita’ (a meno di non condividere pienamente le motivazioni dell’aggressione, nel qual caso si e’ complici).

    Partire in qualita’ di mercenari, poi, come quei quattro italiani che due anni fa furono presi prigionieri e uccisi, o come i militari della Blackwater et similia, e’ rivoltante. Esattamente come e’ rivoltante che dei poliziotti accettino di manganellare o addirittura sparare a concittadini che scioperano o protestano in base a un loro diritto civile.

    Solo il soldato che difende la propria gente da invasori assassini e la propria terra dal saccheggio, o combatte per liberare il proprio paese dalla schiavitu’ puo’ essere definito “patriota” o “eroe”, anche se queste definizioni sono troppo altisonanti e retoriche per i miei gusti e, visto l’uso che se ne fa, hanno anche perso il loro significato originale.

  2. marco tempesta
    marco tempesta says:

    La guerra ‘guerreggiata’ può venire solo dalla megalomania del singolo esaltato ed in questo caso le armi sono necessarie per non cadere in schiavitù. Fare oggi una guerra ‘armata’ è concepibile solo contro ‘bestie’ incivili e primitive, comandate da altre bestie incivili e primitive.
    Le guerre di conquista, ai tempi nostri, rivestono esclusivamente carattere economico( anche il potere è in funzione dell’economia) e le si combattono con mezzi finanziari o con la supremazia tecnologica. La vera arma è il brevetto, che permette appunto la conquista economica di territori globali, oppure la manovra finanziaria giusta.

  3. Peter
    Peter says:

    xVox

    temo che il mondo moderno sia molto piu’ complesso di cosi’. Le politiche tra stati possono essere molto violente e minatorie, anche in assenza di un vero conflitto armato: di qui l’espressione, la guerra e’ politica continuata con altri mezzi.
    I giapponesi iniziarono una guerra di aggressione nel II conflitto mondiale. Tuttavia la loro economia era stata messa in stallo dall’embargo del petrolio anglo-olandese, potenze coloniali che avevano invaso molti paesi del SE asiatico (e ne controllavano il petrolio). Chi era, o meglio, chi non era un aggressore in quel contesto?
    Nella prima guerra del Golfo, l’Iraq aveva invaso il Kuwait.
    La seconda poteva avere una giustificazione, se le WMD vi fossero realmente state, invece era un imbroglio

    saluti, Peter

  4. Vox
    Vox says:

    COSSIGA: opinioni, suggerimenti, esperienza
    di un “italiano brava gente”

    http://napoli.indymedia.org/node/5887

    Presidente Cossiga, pensa che minacciando l’uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
    «Dipende, se ritiene d’essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché è l’Italia è uno Stato debole, e all’opposizione non c’è il granitito Pci ma l’evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà quantomeno una figuraccia».

    Quali fatti dovrebbero seguire?
    «A questo punto, Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno».

    Ossia?
    «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito…».

    Gli universitari, invece?
    «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

    Dopo di che?
    «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

    Nel senso che…
    «Nel senso che le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano».

    Anche i docenti?
    «Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì[…]

    Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.
    «Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama…».

    Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente…
    «Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all’inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com’era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla… Ma oggi c’è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».

  5. Vox
    Vox says:

    @ Peter

    Ha mai sentito parlare del fatto che Pearl Harbour fu il prodotto di un laissez faire per avere un motivo per entrare in guerra e far apparire il Giappone colpevole?

    Se sono ingiuste certe guerre, e’ naturale che lo siano in primis le politiche che le progettano, finanziano e realizzano, spesso senza l’uso di armi. Non ha certo bisogno di ricordarmelo.
    Ma liquidare la questione del giusto/ingiusto con la scusa che il mondo di oggi e’ piu’ complicato (perche’, prima era semplice? e cosa glielo fa credere?) mi sembra un modo per accettare molte, troppe cose che andrebbero invece condannate.
    O secondo lei i concetti di bene e male sono diventati relativi e quindi ammettono anche il benino e il maluccio? Mi faccia capire meglio, forse non ho colto il nocciolo della sua osservazione.

  6. Vox
    Vox says:

    La guerra ‘guerreggiata’ può venire solo dalla megalomania del singolo esaltato

    Caro Marco,
    questo mi sembra un concetto un po’ primitivo e anche un po’ ingenuo. La megalomania non c’entrava nemmeno nel caso di Hitler (se Uroburo ci legge in questo momento, apprezzerei un suo commento in merito) e non si tratta mai di un singolo, ma di interessi molto concreti e molto razionali, almeno dal loro punto di vista, di certe elite finanziarie. Al fondo di ogni politica e di ogni guerra, calda o fredda, c’e’ sempre il guadagno, il profitto, il potere (che serve per guadagnare e profittare meglio e di piu’). Insomma, da che mondo e’ mondo, sempre la vecchia solfa servita in varie salse.

  7. Peter
    Peter says:

    xVox

    lei traccia la linea di demarcazione tra guerra giusta ed ingiusta con l’invasione fisica di un territorio, il che oggi mi pare molto semplicistico. Forse rimane valido in situazioni particolari, ed era molto piu’ valido nei secoli passati, prima che si arrivasse ad un’economia planetaria globale. In questo senso, il passato era piu’ semplice.
    Credo che i giapponesi iniziarono una guerra con cinesi, inglesi ed olandesi molto prima di Pearl Harbour: mi riferivo a quel contesto. Il Giappone non era stato invaso, ma e’ innegabile che cercasse di difendersi dal ‘deadlock’ dell’embargo del petrolio. Aggressione-difesa, insomma. Sa, a volte aspettare l’invasione fisica significa non essere piu’ in condizione di difendersi…
    E l’Iraq invase il Kuwait nel 1991, cosi’ il kuwait chiese aiuto

    Peter

  8. Sylvi
    Sylvi says:

    x Peter e Vox

    Al Tempio di Cargnacco c’è la scritta:
    Dedicato ai soldati italiani caduti e dispersi in Russia durante la 2°GM.

    Voi ci vedete la parola Patria?
    Io no! E meno male!

    Oggi si celebra la Vittoria della 1° GM con il Presidente della Repubblica a Redipuglia.
    I soldati là sepolti erano difensori o aggressori?
    Per me aggressori a casa d’altri, esattamente come mio padre!
    E la storia ci ha insegnato che non erano tutti esattamente degli eroi!
    E neppure dei credenti in un Alto Ideale di costruzione della Patria.
    La maggioranza erano disgraziati che hanno ubbidito agli ordini, molto spesso senza sapere perchè.
    E perdendo la vita, prima di cominciare a viverla.

    Tre pesi e venticinque misure?
    Eppure io porto regolarmente un fiore in quei gradini, anche se, a questo punto, spero che arrivi qualcuno a liberarmi da una specie di Nazione che è veramente una mera “espressione geografica”.
    E così salvo anche il Tempio, costruito anche con i miei soldi, prima che il “pacifismo e il giustizialismo” della sinistra ne faccia un cumulo di macerie.
    saluti

  9. Uroburo
    Uroburo says:

    Cara Silvy,
    io usare linguaggio semplice così capire anche tu (io sperare!….).
    Tutti essere ugualmente morti: eroe che sacrifica sua vita per salvare altri o rapinatore di banche ucciso in azione. Tutti venire ugualmente sepolti: e per ragioni igieniche e per senso di umana pietà: nessuno venire più lasciato insepolto in pasto ai cani.
    Tuttavia rimanere due morti diverse, se non per loro fatto fisico per loro significato: Noi onorare, giustamente, chi vissuto rettamente e non onorare, altrettanto giustamente chi morto mal agendo o mal agendo vissuto.
    Anche soldati Waffen SS e Totenkopf morti combattendo, proprio come alpino caduto in Russia (magari dopo aver ucciso o rubato) e come partigiano Mario Rossi che, poniamo il caso, avere ucciso uno/dei fascista/i di nulla colpevole/i tranne di divisa che indossava/vano.
    Tutti ugualmente morti e tutti morti dopo aver commesso errori (ma se tu preferire, io accettare anche di dire “crimini”). Tutti e tre criminali dunque. Fino a qui non esserci divergenze: crimini essere crimini e criminali essere coloro che avere commesso crimini.
    Tuttavia SS ed alpino avere combattuto per regimi odiosi ed ingiusti e criminale partigiano Mario Rossi: lui avere comunque combattuto per libertà mia e pure tua (anche se tu preferire altri regimi ed altre bandiere). Quindi questi tre criminali non essere proprio esattamente uguali, come non essere esattamente uguale partigiano Mario Rossi (criminale) e bandito rapinatore di banche. Eppure tutti avere commesso crimini e tutti essere ugualmente morti e magari in stessa maniera (poniamo di pallottola).
    Io non dire mai tuo povero padre essere criminale, però lui combattere per dittature ingiuste e crudeli. Non colpevole ma fatti restano: alpini combattere per nazi-fascisti. Tu poi, se tu dice verità (cosa che io giudicare moltissimo dubbia), fare molta letteratura riferendo di accuse o ingiurie a morti infoibati. Io MAI sentito nessuno accusare questi poveracci, spesso morti del tutto innocenti. Secondo me tu mentire o comunque tu fare processo generale per caso speciale e particolare che non avere alcun significato.
    Essere cose semplici ma tu non capire. Io credo collega di tua figlia darti qualche pillolina così tu stare più tranquilla e farti una ragione. Solo ittagliani come te continuare a menare torrone per queste caxxate: francesi citare morti innocenti di rivoluzione ma non fare can can che fare voi canaglie fasciste. Neppure stessi tedeschi: loro avere più pudore di canaglie fasciste. Confessa, cara Silvy, tu stare con fasci. Libera di fare, naturalmente, ma noi avere capito……
    Io sperare tu avere capito mio linguaggio semplice ma se tu non capire io poter usare segni…. Uroburo

  10. Sylvi
    Sylvi says:

    carissimo Uroburo,

    poverino, lei torna a scrivere come le ha insegnato la sua maestra unica.
    Ah…A 3 ani se xe putei, e coi “anta” se torna quei!

    Ma ha ancora numerosissime lacune nella comprensione del mio testo.n.408.

    Interpelli le tre maestre canoniche, vocabolarietto ridotto,e matitina per le sottolineature.
    Si faccia aiutare dal bidello collega per la punta alla matita.
    E non mi faccia perdere tempo:sto disegnando un bel fascio littorio da mettere fuori della mia porta di casa!

    Ps: A mia figlia, molto competente a forza di girare per Nazioni “civili”, farò leggere i suoi post poi le comunicherò diagnosi, sicuramente infausta, e ricetta!
    Si faccia coraggio!
    sylvi

  11. Sylvi
    Sylvi says:

    x Uroburo

    ===nessuno venire più lasciato insepolto in pasto ai cani===

    Un gran passo avanti nel segno della civiltà per la sinistra:
    Non c’è più Togliatti a dare ordini?
    sylvi

  12. Uroburo
    Uroburo says:

    Un gran passo avanti nel segno della civiltà per la sinistra:
    Non c’è più Togliatti a dare ordini? sylvi
    ————————————————–
    Cara signora,
    la vita è tropo breve per perdere tempo a dialogare con un’imbecille ……. Uroburo
    PS. Anche storicamente chi lasciava insepolti i cadaveri dei nemici erano proprio i nazi-fascisti (ad esempio a Piazzale Loreto ed in numerosi altro luoghi) e gli usaegetta (ad esempio in America Latina i cadaveri dei torturati). Per dare un esempio.
    Ci può essere una grandezza anche nella malvagità, come mostra Macbeth, lei invece è una poverina perfino nelle schifezze.

  13. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    il suo bel messaggio 385 solleva il problema generale delle guerre giuste ed ingiuste. Vexata quaestio…..
    Io ho adottato un sistema di classificazione semplice: chi si difende in casa sua da un’aggressione esterna sta dalla parte della ragione.
    Il Giappone si stava difendendo dal blocco uisaegetta dei prodotti petroliferi, è vero, ma aveva a sua volta iniziato una guerra espansionista in Cina dieci anni prima, quindi non si può dire dalla parte della ragione.
    Poi ci sono guerre interimperialiste nelle quali hanno torto tutti, come ad esempio la I GM. U.

  14. Il Passator Cortese
    Il Passator Cortese says:

    I fascisti hanno alzato la testa ed incominciano con i vecchi vizi.

    Irruzione alla Rai, minacce ai giornalisti di Chi l’ha visto? Gli ultrà di destra puntano l’indice contro la trasmissione di Rai3 che ieri sera ha mostrato un filmato inedito dell’aggressione ad un gruppo di giovani in piazza Navona, mercoledì scorso.

    Irruzione in via Teulada. Una trentina di ultrà di destra, con il viso coperto da passamontagna, ieri notte hanno scavalcato i cancelli della sede di via Teulada, lanciando uova marce contro le pareti.

    I vigliacchi sono fuggiti prima che arrivasse la Polizia, ma stamane, telefonate di rivendicazione e minaccia a nome di Forza Nuova sono giunte alla redazione di Chi l’ha visto?.

    Per i volti di quegli aggressori del Blocco Studentesco mostrati durante la trasmissione, gli estremisti hanno promesso ai redattori pesanti ritorsioni: “Vi abbiamo identificato, a voi ed ai vostri familiari”.

    Ecco ci risiamo, a distanza di tanti anni , e, di tanti lutti e devastazioni provocate dal maledetto fascismo, i lugubri fascisti tentano di alzare la testa, però oggi, a differenza di allora non c’è più il re a fare da paravento.

    Saluti.

  15. Sylvi
    Sylvi says:

    x Passator cortese

    perfettamente d’accordo con la sua chiusa.
    Nessuno aveva sottolineato che con un re appena decente la storia sarebbe stata completamente diversa!
    sylvi

  16. Uroburo
    Uroburo says:

    Ohhhhhhhhhhh mio buon Marco Tempesta,
    questa sua tendenza a ridurre le cose complesse a battute la perderà!
    Oggi le guerre guerreggiate si combattono esattamente come cento o mille anni fa. E si combattono esattamente quando la superiorità economica non viene accettata dal nemico che rifiuta di arrendersi.
    I romani si sono annessi l’Asia (provincia) e l’Egitto senza combattere ma hanno dovuto combattere per annettersi il Ponto, le Gallie e la Spagna. Perchè quei popoli non si sono arresi.
    I vietnamiti non si sono arresi, gli afghani neppure e, in fondo, neppure gli irakeni, quindi l’usaegetta ha dovuto inviare forze d’invasione.
    Coraggio, provi a guardare la realtà con più attenzione…
    Il suo giudizio sui popoli “inferiori” è indegno.
    Come il suo parere sulla deportazione: lei è rimasto al medioevo (ancorchè prossimo venturo).
    Tutti hanno dei diritti, anche i carcerati. E comunque la sua idea sarebbe infinitamtne più cara: Per non parlar del fatto cheil lavoro forzato è stato smesso dovunque (tranne che inUsaegetta) proprio perchè costa più di quel che produce. Sveglia marcolino, su …..

  17. alex
    alex says:

    @l Passator Cortese (414)
    Niente di nuovo sotto il sole; come diceva mio nonno:
    “Li peggio sò sempre i neri: preti, fascisti e arbitri!”

  18. Damocle
    Damocle says:

    LE RIFLESSIONI DEL COMPAGNO FIDEL CASTRO.

    Le elezioni del 4 novembre

    Domani sarà un giorno molto importante. L’opinione del mondo guarderà con attenzione ciò che succede negli Stati Uniti: sono la nazione più poderosa del pianeta e con meno del 5% della popolazione del mondo, consuma ogni anno enormi quantità di petrolio e di gas, di minerali, materie prime, beni di consumo e prodotti sofisticati provenienti dell’estero. Molti, soprattutto i combustibili e quelli estratti dalle miniere non sono rinnovabili.

    Sono i maggiori produttori ed esportatori di armi. Il loro complesso militare industriale conta inoltre con un insaziabile mercato nello stesso paese; le sue forze aeree e navali si concentrano in decine di basi militari ubicate nel territorio di altre nazioni. I missili strategici degli Stati Uniti portatori di testate nucleari, possono raggiungere con totale precisione qualsiasi parte del mondo. Molte delle migliori intelligenze del pianeta sono sottratte dai loro paesi d’origine e poste al servizio del sistema. Gli Stati Uniti sono un impero parassita e saccheggiatore.

    Come si sa, la popolazione negra introdotta con la schiavitù nel territorio degli Stati Uniti per secoli, è sempre vittima d’una forte discriminazione razziale.

    Obama, candidato democratico, è in parte d’origine negra e in lui prevalgono il colore scuro e altri dettagli fisici di questa razza.

    Ha potuto studiare in una scuola superiore dove si è laureato con voti brillanti ed è, senza dubbio, più intelligente ed equanime del suo avversario repubblicano.

    Analizzo le elezioni di domani mentre il mondo soffre per una grande crisi finanziaria, la peggiore dagli anni ’30, tra le tante cose che nel tempo hanno danneggiato seriamente l’economia di molti paesi.

    Gli organi internazionali della stampa, gli analisti e i commentatori politici spendono buona parte del loro tempo sul tema.

    Si considera Obama il miglior oratore politico degli Stati Uniti negli ultimi decenni. La sua compatriota Toni Morison, Premio Nobel di Letteratura del 1933, la prima della sua etnia nata negli USA che ha ottenuto questo titolo ed eccellente scrittrice, lo definisce il futuro presidente e poeta di questa nazione.

    Ho osservato la battaglia tra i due contendenti: il candidato negro, che ha stupito per aver ottenuto la nomina di fronte a forti avversari, ha idee bene articolate e colpisce una e più volte con queste la mente dei votanti.

    Non ha dubbi nell’affermare che prima d’essere democratici o repubblicani sono statunitensi, e li definisce i cittadini più produttivi del mondo; dice che ridurrà le tasse alla classe media, nella quale include quasi tutti e le aumenterà ai più ricchi; le entrate non si destineranno a salvare le banche.

    Reitera ripetutamente che le spese rovinose della guerra di Bush in Iraq non devono pesare sul contribuente nordamericano, che termineranno e farà ritornare a casa i soldati degli Stati Uniti.

    Forse ha presente che questo paese arabo non ha avuto nulla a che vedere con gli attentati del 11 settembre del 2001, che sono costati il sangue di migliaia di soldati degli USA, morti o feriti in combattimento e più di un milione di vite in questa nazione musulmana.

    È stata una guerra di conquista imposta dall’impero a caccia di petrolio.

    Di fonte alla crisi finanziaria scatenata e alle sue conseguenze, i cittadini nordamericani si preoccupano adesso più dell’economia che della guerra in Iraq. Li tormenta la preoccupazione per i loro posti di lavoro, la sicurezza dei risparmi depositati nelle banche, il fondo delle pensioni, il timore di perdere il potere d’acquisto del loro denaro e le case dove vivono con le loro famiglie.

    Desiderano la sicurezza di ricevere in qualsiasi circostanza l’assistenza medica adeguata e la garanzia del diritto per i figli di ricevere un’educazione superiore.

    Obama sfida e credo che abbia corso e correrà crescenti pericoli in un paese dove un estremista può comprare legalmente un’arma sofisticata moderna in qualsiasi angolo, come nella prima metà del XVIII secolo, nel Far West. Appoggia il suo sistema e si appoggerà in lui.

    La preoccupazione per i terribili problemi del mondo non occupa realmente un posto importante nella mente di Obama e tanto meno in quella del candidato che, come pilota di guerra, ha scaricato decine di tonnellate di bombe sulla città di Hanoi, a più di 15 mila chilometri da Washington, senza rimorsi di coscienza.

    Quando lo scorso giovedì 30 ho scritto a Lula, oltre a quello che ho riferito nella Riflessione del 31 ottobre, gli ho espresso testualmente nella lettera: “Il razzismo e la discriminazione esistono nella società statunitense da quando è nata più di due secoli fa; i negri e i latinoamericani sono stati sempre discriminati. I cittadini sono stati educati al consumismo. L’umanità è obiettivamente minacciata dalle sue armi di sterminio di massa.

    Il popolo degli Stati Uniti è più preoccupato per l’economia che per la guerra. McCain è vecchio e bellicoso, incolto, poco intelligente e senza salute.

    Finalmente, aggiungevo, se i miei calcoli sono sbagliati, il razzismo in ogni forma s’imporrà e se il candidato repubblicano ottenesse la presidenza il pericolo di guerra s’incrementerà e le opportunità dei popoli d’avanzare si ridurranno”.

    Nonostante tutto dobbiamo lottare e creare coscienze su tutto questo, vinca chi vinca le elezioni.

    Quando quest’opinione che sostengo si pubblicherà domani, nessuno avrà più il tempo per dire che ho scritto qualcosa che si può utilizzare per uno dei candidati e a favore della sua campagna.

    Dovrei essere, e lo sono, neutrale in questa campagna elettorale. Non è un’ingerenza negli affari interni degli Stati Uniti, come direbbe il Dipartimento di Stato, così rispettoso della sovranità degli altri paesi.

    Fidel Castro Ruz

  19. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Mi è arrivata via e-mal la copia di un suo commento di risposta a Vox. Stranamente però non lo vedo nel forum. Non capisco il perché.
    pino

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