Volevamo i diritti e ci hanno dato i rovesci

La miliardaria campagna elettorale statunitense non si gioca solamente sui temi della guerra o sulla discussa figura della Palin. Già nel 1992, Clinton vantava nel suo staff un campaign manager omosessuale, David Mixer. Democratici e Repubblicani, Obama e McCain, nella spietata caccia al voto si affidano entrambi alla «pink lobby» che vale quasi 10 milioni di voti.
Sta nella vittoria dell’uno o dell’altro, l’affermazione  di diritti acquisiti e la richiesta di nuovi, come il matrimonio, per la potente comunità gay.
Succede anche in Europa che governi di sinistra e di destra, vincano e governino nel segno del rispetto e dei diritti verso gli omosessuali. Zapatero docet!
Spesso è l’intelligenza e la lungimiranza a guidare l’idea che “gay è bello” per tutti. Dove esistono leggi di tutela verso i gay, cresce l’economia, si affermano nuove socialità, vanno fortissime imprese private rivolte al target omosex. Lo sanno la Spagna, il Belgio, La Gran Bretagna, la Svezia, la Danimarca, la Francia, la Germania, la Svizzera, l’Austria, la Repubblica Ceca, il Portogallo.
E questa nostra amata Italia? Perché nonostante il tanto stormir di fronde, non si riesce neppure a coniugare al plurale le famiglie di fatto; non si riesce a dare diritti alle coppie di fatto; non si dice che è reato offendere la dignità delle persone glbt?
Domanda ancora più insidiosa: da noi i diritti gay sono di destra o di sinistra?
Finora ne siamo usciti con le costole frantumate da entrambi gli schieramenti, stoppati, senza diritto di replica, dalle alte gerarchie ecclesiastiche, dai ciliciensi, da forti lobby integraliste presenti dentro e fuori il Parlamento.
Vi è dell’altro: le organizzazioni glbt presenti in Italia, da sole non ce la possono fare se non è presente e “militante” una opinione pubblica, un coacervo di cittadini gayfriendly e democratici che hanno a cuore la “cittadinanza” per ogni italiano e italiana che ha sentimenti di affetto e amore verso un’altra persona del suo stesso sesso.
Gli attacchi di queste ultime settimane verso locali e persone omosessuali raccontano una nuova società subculturale che si sente, in maniera assolutamente errata, protetta dalla nuova classe politica che governa la capitale e il Paese. Non ci sono esempi del genere in nessun altro stato civile.
Spesso sono ragazzi poco più che maggiorenni a delinquere verso le persone omosessuali prendendo ad esempio una storia che neppure conoscono (quella del ventennio nazifascista), infarcita di xenofobia, omofobia, razzismo e altri putridume esempi di una storia che è stata consegnata al ludibrio universale.
Spesso, cosa ancor più pericolosa e nefasta, è una pletora di navigati politici che istigano le persone all’odio e al disprezzo. Confondono ancora pederastia con omofilia; attaccano l’avversario con epiteti omofobi, trattano l’omosessualità come il fango che ha coperto il corpo martoriato di Pier Paolo Pasolini al lido di Ostia.
Recentemente, ad una trasmissione di Rai 2, un assessore della provincia varesotta, biasimando il fatto che due gay si possano baciare in pubblico ha concluso il suo intervento dicendo: “la tolleranza ci può essere ma se vengono messi dove sono sempre stati… anche nelle foibe”.
Quando un uomo pubblico si esprime così, in una trasmissione della televisione di Stato, abbiamo davvero ben poco da sperare non solamente per la democrazia universale dello Stato ma anche per l’ignoranza e l’odio che arma le mani e le teste di molti esagitati.
E allora, miei cari e nuovi amici, ecco il senso di una risposta positiva a questa rubrica che immagino e spero diventerà più vostra che mia. Per questo va il mio ringraziamento all’amico Pino Nicotri che mi ha dato con generosità questo spazio, lasciandomi completa libertà di parola e di pensiero.
Credo che le nostre libertà siano le stesse di quelle degli altri; la mia e altrui omosessualità è un fatto che riguarda me e i diretti interessati, ma sui diritti necessitiamo della vostra e altrui intelligenza e sostegno.
Quando due persone così diverse tra loro, come i ministri Brunetta e Rotondi, affermano una idea non solamente di laicità ma di non commistione con i dogmi della Chiesa e ci dicono che attraverso una legge a costo zero si possono condividere diritti e doveri delle coppie di fatto, danno un segnale che questa democrazia italiana non è moribonda e neppure messa così male.
Mi auguro che questo spazio serva a raccontarvi, a esorcizzare lo “scandalo gay” che non è altro che una diversa affettività che esiste da secoli ed esisterà nonostante il facile e futile biasimo da parte di tanti. Spesso dietro quel biasimo, dietro quella istigazione all’odio, non si nasconde altro che una propria omosessualità latente.
Diciamo allora a destra, a sinistra, ai nostri giovani, agli anziani, a noi stessi, che essere gay o lesbica o transessuale o bisessuale è arricchimento nelle diversità. Rispettare le diversità ed aiutarle è rispettare e aiutare le altre diversità maggioritarie.

2 commenti
  1. I diritti dipensono da noi, non da Clinton od Obama!
    I diritti dipensono da noi, non da Clinton od Obama! says:

    Caro mio,

    nessuno ci regala niente. O abbiamo la forza per farci rispettare o continueranno a fregarci. Gli ebrei sono riusciti a farsi rispettare perché sono anche finanziariamente molto potenti, noi e i rom invece non godiamo del rispetto dovuto perché non siamo un blocco compatto e potente. Abbiamo avuto anche noi le persecuzioni e mica solo quelle naziste, però a differenza di quelle degli ebrei non fregano niente a nessuno o quasi, le merde della Lega continuano per esempio a essere razzisti di merda e a parlare di “culattoni” senza che nessun magistrato intervenga, eppure quella feccai predica e semina di fatto l’odio razziale o etnico o di genere sessuale.
    baby doll

  2. Andrea
    Andrea says:

    Sono un giovane terosessuale, eppure so quanta paura e quanto disprezzo vivono i gay. La nostra società non è pronta perché è piena di pregiudizi e c’è la chiesa che comanda su tutto e su tutti. I politici sono più al servizio loro che non il nostro. Bisogna cambiare questa società e c’è tanto da fare.
    Spero di poter vivere presto in una società diversa con il rispetto per tutti i diversi

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