Micro: lo spiacevole caso di Ignazio Posadinu detto “Belbo”. Macro: la volontà di nuocere alla Russia. E dal 1° settembre: Aruotalibera o Arruotalibera?

Non so ancora se domani, lunedì 1° settembre, il mio blog sul sito de L’espresso vivrà o no, se ancora affidato a me, che ne ho coniato a suo tempo anche il nome Aruotalibera, oppure ad altri. Prima delle ferie estive mi è stato detto che forse mi sarebbe rimasto. Forse. Un forse che derivava dal fatto che, a quanto mi hanno spiegato, ci si stava chiedendo se e come ripensare l’intero blocco dei dieci “blog d’autore”. Poi però, colpa forse delle vacanze, che peraltro io non ho fatto perché impegnato a Milanao anche a scrivere un nuovo libro, non ho saputo più nulla. Come sapete, mi sono premunito approntando questo mio sito personale, www.arruotalibera.it, con due erre al posto di una perché i domini con una erre erano già stati tutti occupati (da fans delle biciclette), in modo da continuare ciò che abbiamo cominciato assieme, io e voi, ormai cinque anni fa. Si dà infatti il caso che io sia affezionato al mio lavoro e che usi affezionarmi anche alla gente che mi legge, mi scrive, commenta, dialoga nel forum con me e gli altri lettori. Pochi giorni fa mi è stato inoltre proposto di assumere la direzione di un giornale on line che già esiste e ha oltre 100 mila contatti al mese. Insomma, vedremo.

Nel frattempo i tecnici che si occupano dell’on line mi hanno segnalato che la gran parte dei post di insulti contro di me negli altri “blog d’autore” sospettavano venissero da una sola mano, perché lo stile pareva lo stesso. Di recente in un post di uno di quei blog li ha colpiti un’espressione, scritta da qualcuno che non vedeva l’ora io togliessi il disturbo e che intendeva rassicurare i lettori di quel forum che la mia dipartita era imminente, che al giornale non vedevano l’ora mi togliessi dai piedi, che la redazione mi mal sopportava, ecc. ecc. Ai tecnici ho detto che era una espressione usata a volte da un ben preciso frequentatore di Aruotalibera. Loro hanno fatto il resto.

E il resto dimostra che a scrivere molti di quei post di insulti, diffamazioni e calunnie, post a volte segnalati in questo forum da alcuni di voi, è stata la stessa persona che su Aruotalibera usava firmarsi Belbo: vale a dire, Ignazio Posadinu. Non so se sia vero che è iscritto all’Associazione di amicizia Italia-Israele, ma è sicuramente vero che anche sul nostro forum ha dato spesso prova di assoluta intolleranza a qualunque critica alla politica di Israele. Sta di fatto che Ignazio Posadinu nei suoi molti post negli altri blog ha accusato me, Uroburo e l’intero forum di essere una accolita di nazisti, antisemiti, e via delirando. Uroburo in particolare sarebbe stato definito non ho capito bene se un “servo di scena” o un mio servi personale. Dico “sarebbe”, al condizionale, perché di sicuro non mi metto a leggere certe porcherie: i maiali è bene lasciarli razzolare nella loro melma, non c’è nessun bisogno di fare loro compagnia.

Ciò che più mi dispiace di questa triste vicenda è che Belbo-Posadinu ha tradito non solo la mia fiducia e amicizia, ma anche e soprattutto quella di Uroburo. Ignazio è stato infatti un paio di volte a pranzo al ristorante con noi due, oltre che con Antonio Zaimbri, Mario sk e Faust, abbiamo cioè mangiato alla stessa tavola. Ma di Uroburo è stato ospite a pranzo a casa sua, su espressa richiesta dello stesso Ignazio. Per me è inimmaginabile tradire e accoltellare alle spalle chi ti è stato anfitrione, per giunta per tuo stesso desiderio.

A parte il lato personale, è semplicemente pazzesca la condotta dei non pochi che hanno tentato, ormai da un paio di anni, di mettere il bavaglio a chiunque di noi osasse criticare la linea del governo israeliano o non condannare senza nessuna esitazione tutto il mondo arabo, tutto il mondo palestinese, tutto il mondo islamico, tutto il mondo iraniano, avvalorando le balle più colossali. Hanno insistito come forsennati col ricatto dell’equazione non-filoisraeliano-eguale-antisemita, equazione demenziale, disonesta e per vari aspetti anche fascista, per poi passare a volte all’accusa di nazismo e infine vantarsi di avere inondato la direzione del giornale di lettere di reclamo con richiesta di cacciarmi in quanto “grave macchia per L’espresso”. Il comportamento di huato van ghetz lo avete visto tutti. In precedenza avete visto all’opera il signor P. Vi risparmio il ricordo del resto della feccia che ogni tanto ha fatto capolino, con minacce, insulti e calunnie varie. Per fortuna io non mi lascio condizionare né dalle merde né dai mascalzoni né dagli imbecilli, tutta subumanità alla quale bado poco. Lascio che dicano perché tanto non mi tangono e di cosa dicano, qualunque cosa sia, a me non interessa un bel fico secco.

Se questi sono gli amici di Israele, povera Israele. Riuscire a comportarsi da bastardi anche con me, filoisraeliano e sul punto di convertirmi all’ebraismo fino a qualche anno fa, nonché colpito da una mezza fatwa per avere denunciato per primo la predicazione della sharia anche in Italia e nell’ìntera Europa, significa essere proprio idioti. Questa gentaglia a Israele può fare solo del male.

Ignazio mi fa pena. Troppo impulsivo. Troppo giovane. Troppo facilmente suggestionabile. Ho mangiato a tavola con lui. Se chiede scusa, la porta è aperta. Sono di educazione cristiana, ho superato da un bel pezzo la barbarie dell’occhio per occhio, dente per dente. Ho anche già porto l’altra guancia. E ho fiducia nelle possibilità di raziocinio e di apprendimento dai propri errori, se si riesce ad ammetterli. Spero che Ignazio abbia la forza e l’onestà di ammettere il suo.

Ma occupiamoci di cose più serie, anche se purtroppo più amare. Non è foriera di nulla di buono la politica degli Usa, seguiti a ruota dalla corriva passività europea, di puntare a una ulteriore disgregazione della Russia. Gli Usa hanno quasi 200 basi militari sparse per il mondo, spesso dotate di bombe atomiche, e flotte potentissime, armate di atomiche, dislocate in tutti i mari del globo. La Russia e la Cina non ne hanno neppure mezza. Gli Usa e l’Europa, o meglio la Germania seguita dal Vaticano, hanno frantumato la Jugoslavia, creato il pupazzo chiamato Kosovo, preteso diventassero Stati autonomi i tre Paesi baltici, il tutto provocando di conseguenza la guerra civile in Bosnia, Croazia, Kosovo, ecc. L’aiuto dato ai fanatici musulmani in Afganistan contro l’Urss ha prodotto Bin Laden, con tutto ciò che ne èconseguito. Strano che gli Usa pretendano di dettar legge perfino riguardo il Tibet, la Georgia, l’Ossezia, ecc., quando hanno coltivato molto a lungo la dottrina Truman o meglio la sua degenerazione: nata per evitare che l’Europa continuasse a spadroneggiare in Centro e Sud America, è diventata rapidamente la dottrina che li ha trasformati nel cortile di casa di Washington, che vi ha spadroneggiato allevando generali colpisti, ufficiali torturatori, squadroni della morte e responsabili del massacro delle decine di migliaia di desaparecidos.

L’uso dei due pesi e due misure non va mai bene, anche se nella Storia è sempre stato usato: non a caso la Storia è quell’orrore che è. L’orizzonte si fa più cupo di quello che era già mesi or sono, quando la nube più grande era “solo” il desiderio di demolire l’Iran. Ora c’è l’evidente volontà di bloccare in qualche modo il gigante cinese e sostituirci alla Germania di Hitler nel tentativo di occupare con altrimezzi l’immenso “Lebensraum” russo, in specie il suo sottosuolo così ricco di petrolio e gas. Povera Russia, così enormemente vasta e così poco densamente abitata, con a Sud un miliardo e messo di cinesi che fanno fatica a essere contenuti dalla Grande Muraglia e a Ovest l’Occidente che non si rassegna al tramonto dei suoi imperi. Povera Russia. Le leggi della Fisica parlano chiaro: dove c’è meno pressione, prima o poi lo spazio viene occupato dai corpi circostanti dotati di maggiori pressioni… E’ già accaduto negli immensi spazi delle Americhe, dell’Africa e dell’Australia. Sta per toccare alla Russia?

Purtroppo non basta condannare gli Usa e criticare la politica estera imbelle dell’Europa e il servilismo berluscone, anche perché dai oggi e dai domani diventano solo mode e giaculatorie, non critiche. Ci vuole anche una linea politica, ci vogliono delle proposte. Ma non ne vedo.

68 commenti
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  1. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Faust e suo cugino e x TUTTI

    Mah, forse la cosa migliore è stare sull’Aruotalibera con una sola erre finché lo tengono aperto, e poi trasmigare qui sapendo che già c’è. Novità sul blog a L’espresso non ne ho. Aspetto. Immagino mi diranno qualcosa quanto prima oppure prima o poi.
    Ho passato il mese di agosto a sudare a Milano su un lavoro che dovevo finire entro il 1° settembre, e che sono riuscito a terminare. Forse ancora qualche giorno di migliorie per il lavoro che ho consegnato, poi avrò di nuovo più tempo anche per il blog, che comunque non ho mai trascurato. Mi è stato chiesto di occuparmi, come direttore responsabile, di un giornale on line che già esiste e ha una discreta diffusione. Credo che accetterò, per non deludere le attese e gli entusiami dei miei interlocutori, anche se ho imparato – tardi – che il lavorare “a gratis” è cosa sbagliata.
    Insomma, da pensionato non dovrei girarmi i pollici….
    Un caro saluto.
    pino nicotri

  2. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    X Marco
    “Qual era il movimento di massa dei lavoratori a parte scioperi e cortei?
    Io ammetto la mia ignoranza: non lo so; mi aspetto che me lo dica tu.”
    Purtroppo spiegare cosa è stato il movimento del 68, ed eventi a seguire, a chi quegli avvenimenti li ha vissuti dal di fuori e da lontano non è certo cosa da potersi fare compiutamente nei ristretti spazzi di un blog. Nel mio sito ne puoi trovare una parte, con tutti i limiti del mio scrivere, cerco di dare una visione delle mie scelte politiche e degli eventi che le anno accompagnate e stimolate, sono fermo appunto al 31 dicembre ‘68, e mi prefiggo di continuare un po’ prima de quarantennale sempre che ne trovi il tempo.

    Quando dici “Cosa succedeva nelle assemblee degli operai, a parte le richieste di aumento di stipendio e di facilitazioni varie?”, dimostri appunto quella ignoranza che peraltro ammetti. Parlavamo è vero di stipendi, ansi di salario perché lo stipendio era la paga dei soli impiegati, (divisi anche in quello), e quelle che tu definisci un po’ sprezzantemente facilitazioni varie, erano per noi diritti, dignità, sicurezza sul lavoro e ambientale, quella pensione che tu percepisci (misera al limite dell’offensivo) è figlia di quelle lotte, mai nella storia delle rivendicazioni sindacali c’era stata un simile slancio partecipato alla visione sociale e collettiva dei problemi. Tu dici “volevano solo distruggere il sistema” ceto che lo volevano distruggere, era, e purtroppo è tuttora, un sistema ingiusto e discriminante, forse le ideano erano ben chiare, ma non che non avevamo idee costruttive.
    Ho visto decine di studenti e studentesse di lingue di magistero filosofia discutere davanti ai cancelli delle fabbriche della struttura del salario, dei cottimi, delle qualifiche, informarsi ed informare ed operai che si interessavano dei problemi della scuola. Chi c’era ed ha perso quei momenti si è privato di cose impagabili.

    Su queste cose potrei scrivere fino a saturare il web ma lo squillo del telefonino mi ricorda ‘ aimè, l’appuntamento con il dentista.
    Salutoni – Antonio

    Purtroppo spiegare cosa è stato il movimento del 68, ed eventi a seguire, a chi quegli avvenimenti li ha vissuti dal di fuori e da lontano non è certo cosa da potersi fare compiutamente nei ristretti spazzi di un blog, nel mio sito ne puoi trovare una parte, con tutti i limiti del mio scrivere, cerco di dare una visione delle mie scelte politiche e degli eventi che le anno accompagnate e stimolate, sono fermo appunto al 31 dicembre 68, e mi prefiggo di continuare un po’ prima de quarantennale.

  3. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta e x AZ

    Il guaio è che la composizione di classe di cui parliamo s’è sfaldata, e quella nuova non ha ancora le sue rappresenzante sindacali – e politiche – modellate sul nuovo anziché su pregresso. Ciò comporta un aumento della visione corporativa delle cose, ed è ciò che ha colto marco tempesta, e una inadeguata visione complessiva. Però non si può chiedere ai lavoratori di avere una strategia globale quando la strategia globale non ce l’hanno neppure i ceti dirigenti né i politici. In una Italia dove tutti, a partire da capo del governo, badano solo alla propria bottega, non è onesto pretendere che “gli operai”, cioè i lavoratori, si facciano invece carico anche delle bottteghe altrui e della bottega generale. Questo è un dovere delle classi dirigenti, non di quelle subalterne.
    In ogni caso, ripeto, il problema è che l’intera politica sindacale, ma anche quella dei partiti “comunisti”, che in Italia sono addirittura 4, è ritagliata su una realtà di classe e produttiva che NON esiste più. E da un pezzo, ormai.
    Un saluto.
    pino

  4. Linosse
    Linosse says:

    X Pino Nicotri,Marco Tempesta e AZ

    Il ’68 ha già 40 anni belli che fatti con i suoi apporti che hanno cercato di cambiare una società che appunto aspettava ed aveva bisogno di cambi.
    Come sempre avviene questi cambi non sono stati recepiti dall’intera società per cui per quanti sforzi,almeno da una parte ,siano stati fatti anche sbagliando,per fortuna non in tutto,siamo rimasti specialmente dopo l”89 in mezzo al guado anzi nella fase più stanca e revanchista.
    Siamo come dire rimasti ” a bocce ferme” nella partita che tutti ancora aspettano di giuocare.Attualmente i vertici politici fanno i distratti ma la loro distrazione durerà poco perchè la realtà di una umanità che si sta dirigendo rapidamente ad una popolazione di 10.000.000.000 richiede ,anzi impone, cambi ed anche rapidi per cui baloccarsi dietro situazioni storicamente ingiallite come le pagine dei libri di storia che sono stati scritti sull’argomento non serve a nulla,è una pura perdita di tempo,una diga di terra battuta per arginare un fiume in piena che a dispetto della mole e fatica fatta per costruirla sarà spazzata via e VIOLENTEMENTE.
    Se i nostri politici lo fossero davvero ,non per ambizione o interessi personali ma per una scelta interiore e di coscienza ,già dovrebbero intervenire e sicuramente con modalità differenti.
    La mia si potrebbe interpretare come visione pessimistica della realtà attuale invece sono convinto (aiutato da un’analisi Comtiana)che le cose siano già in movimento ,lento e quasi impercettibile ,ma graduale e giorno dopo giorno con maggior dinamismo.
    Un esempio .
    Quello che sta avvenendo nel Caucaso.
    Se fossimo più attenti alla situazione che interessa TUTTI dovremmo scendere in piazza per manifestare la nostra volontà di appoggiare la Russia per molte ragioni.
    La prima è che l’abbiamo alle nostre porte ma non per vigliaccheria ma perchè in caso contrario in cosa ci gioverebbe contrapporci ;aiutare gli U$A che fatti alla mano (dopo un aiuto iniziale) hanno dimostrato di essere molto diversi(non il popolo) da quello spirito democratico tanto propagandato?
    Sono sempre stato favorevole all’Europa e penso a 100 anni fa,quante guerre,morti e sofferenze inutili per nemici/alleati a fasi alterne ed ora?Siamo diversi ma probabilente questa diversità ci ha migliorato ,sicuramente non nella fase del massacro reciproco, e dov’è tutto l’odio passato?Per me se l’Europa trattasse anche con la Russia per ampliarsi sarebbe un grande vantaggio reciproco.
    Continua
    Per il momento saluti
    L.

  5. Faust
    Faust says:

    …come diceva pietro incolla… scrivo e copio qqua, invio e incollo lla!! con un piccione… duefave!!

    … xnon fartorto annessuno… F.

  6. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Ringrazio i forumisti e Nicotri, per il contributo che hanno dato alle mie scarse conoscenze del fenomeno operaio negli anni post sessantottini.
    Certo, esistono dei diritti che un lavoratore deve considerare inalienabili e su questo non ci piove. I miei dipendenti, chiamiamoli collaboratori, pur tutti a nero, li ho sempre trattati coi guanti gialli ed infatti siamo tuttora molto amici.
    ha perfettamente ragione Nicotri quando dice che non è compito dei lavoratori avere un quadro generale della situazione, ma è compito dei politici. O dei sindacalisti, aggiungo io.
    La Torino operaia che ho vissuto io, mostrava l’operaio come un pezzo anonimo e sostituibile di un macchinario senza identità: la formica nel formicaio, l’ape nell’alveare, un monsù travet qualsiasi, un Pautass senza ulteriore identità. Certo, una condizione non uguale a quella dei primi del novecento, ma neanche tanto diversa. Al di là dei diritti del lavoratore, che qualche volta si sono trasformati in abusi, ma è un altro discorso, l’operaio è rimasto tecnicamente ‘distaccato’ dall’azienda. Un pezzo del macchinario-azienda, non altro. Non so esattamente come funzioni la faccenda in Giappone, ma credo che nelle loro fabbriche l’operaio sia considerato in maniera molto diversa. E’ diverso il tipo di rapporto azienda-lavoratore.
    Forse c’è qualcuno qui nel blog che ne sa qualcosa di più.

  7. Cerutti gino
    Cerutti gino says:

    x Tempesta.
    Infatti, in Giappone prima di cominciare la giornata lavorativa le maestranze pregano e giurano che faranno “il mazzo” tutto il giorno per il bene dell’azienda. Il CEO e qualche pezzo grosso della stessa, se per due -tre anni non riescono a tirare fuori l’utile netto da distribuire agli azionisti, fanno harahiri. Una volta si infilzavano lo stomaco con una spada oggi si sparano in bocca.
    Ce li vede Marchionne oppure Trochetti Provera che, se la Fiat o la Pirelli vanno giù di brutto si mettono la canna della P38 in bocca e premono il grilletto?
    Io no.

    C.G.

  8. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x C.G. e marco tempesta

    L’unico che s’è sparato per gli operai ridotti sul latsrico è stato l’ingengere direttore dello stabilimento di Felice Riva, detto Felicino, che per godersi felicemente la vita aveva mandato in malore l’azienda. Pur di non dover comunicare lui agli operai che venivano licenziati in massa s’è sparato. Riva invece s’è goduto la bancarotta scappando in Libano: casinò e bonazze a gogò. Lo scovò Gabriele Invernizzi, de L’Espresso, se non ricordo male riuscì a farsi invitare a cena dei bravi italiani che gozzovigliavano tra i cedri del Libano con Felicino.
    I “grandi capitani” dell’industria italiana hanno la setssa stoffa dei “grandi capitani” delle nostre forze armate in guerra…. Una delle prove che in Italia non esiste una vera borghesia, cioè una classe dirigente consolidata che sappia anche esprimere valori civili, cultura condivisa, beni comuni. Siamo sempre all’arraffa arraffa – mal che vada le stock options soprattutto in caso di fusioni societarie alla Tronchetti Provera – diventato perfino sistema di governo.
    Un saluto.
    pino nicotri

  9. controcorrente
    controcorrente says:

    Empirismo dinamico 1

    Partendo dal ben noto caso della reitroduzione dei grembulini, vorrei divagare un pò anche entrando nella discussione sulla “classe operaia”.
    Come esempio di riforma della SQUOLA da perfetto empirista dinamico ,al posto dei Grembiuli accessoriati che si svilupperanno in questi anni,(magari schiacciando un pon-pondi ultima generazione, si potrà udire l’ultima messaggeria da telefonino, tipo ..mi chiamo virgola e sono un gattino…)
    Quindi da buon EMPIRISTA DINAMICO , propongo al posto dei grembiulini l’introduzione come materia obbligatoria un che so, 6 ore di EDUCAZIONE AI CONSUMI settimanale!
    Di una cosa sono però sicuro,piuttosto che fare questa materia è possibile che vengano introdotte da questo governo un 12 ore settimanali di “introduzione al Capitale di Karl Marx!
    Non so cosa ne pensiate voi !
    Se ci saranno spunti in materia vi potro illustrare una startegia interpretativa secondo gli schemi classici dell’EMPIRISMO DINAMICO.

    sALUTONI A TUTTI

    cc

  10. AZ Cecina Li
    AZ Cecina Li says:

    Caro Marco
    Tu conosci solo una faccia della moneta,la tua visione del lavoro si basa sull’esperienza della piccola azienda artigianale a conduzione tradizionale che però non è neppure l’altra faccia della moneta. La realtà è composta in parte da grandi aziende multinazionali condotte da management impersonali, organizzatori della rapina sociale, e poi di piccole aziende inserite in circuiti produttivi spezzettati di appalti e subappalti dove il padrone è spesso solo il cane da guardia di un sistema di cui egli stesso prigioniero, realtà produttive dove di Artigianale, nel senso di Arte, Creatività, c’è solo l’arte di accaparrarsi, da parte dei grandi gruppi il massimo profitto lasciando al “padroncino” in cambio di briciole un po’più grosse i rischi del lavoro sporco, l’evasione fiscale e contributiva, il lavoro nero, l’elusione delle norme di sicurezza. Una realtà che nell’era della globalizzazione ha la sua massima espressione nei capannoni/abitazione/dormitorio dei cinesi, che sono la logica esasperata continuazione quanto già si faceva a Prato come a Vigevano negli anni 50 e 60. Con i “laboratori artigiani” nel garage o nel sottoscala se non direttamente in cucina dove si cucivano scarpe incollandole con le colle al benzene. Ci sono è vero anche Artigiani veri che insegnano il mestiere e rispettano i dipendenti ne conosco diversi di alcuni sono amico ma erano pochi, sono meno e rischiano di essere stritolati da ingranaggi più grandi di loro, quelli non sono l’altra faccia della moneta caso mai la zigrinatura laterale.
    La realtà operaia di Torino anni 70, della FIAT, delle catene di montaggio la conosco, non a fondo come le acciaierie di Piombino e la Solvay dove ho lavorato, ma la conosco. Quella era una classe operaia dequalificata poco scolarizzata, per lavori mal pagati, ripetitivi ,alienanti, svolti a ritmi ossessivi, che pretendi che arrivi da quella gente oltre ad una immane rabbia, la linea politica complessiva, chiara, elaborata in tutte le sue possibili ma imprevedibili varianti, che completassero loro in pochi anni quell’elaborazione teorica del socialismo che non avevano che confusamente accennato spesso sbagliando di brutto tutti , politici, letterati, filosofi d’Europa nei cento anni precedenti??
    Ma quella massa non era acefala, aveva al suo interno un buon numero di teste pensanti, gente con una seppur sommaria e rozza cultura politica, idee, capacità organizzative e soprattutto un grande contagioso entusiasmo con cui riuscirono a guadagnarsi la solidarietà vasti strati di altre categorie, studenti, intellettuali insegnanti, lavoratori dei servizi.
    Il vero errore del movimento del ’68 è stata l’ingenuità, l’intento di lottare duramente ma con uno spirito un po’ decubertiano si è dimostrato inefficiente di fronte ad un avversario che giocava sporco, usando carte truccate. Momentaneamente noi abbiamo perso e loro hanno vinto, non so che mondo avremmo costruito, sicuramente diverso da quello che abbiamo presumo forse migliore , se non altro perché peggiore e difficile anche immaginarlo.
    Antonio – antonio.zaimbri@tiscali.it

  11. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino
    Mi sembra che il tuo blog sull’Espresso è stato cancellato.
    Urgono delucidazioni.

    C.G.

  12. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Cerutti Gino

    Beh, mi pare tutto chiaro, e da un pezzo. O no?
    Guarda che questo è il penultimo argomento, ne ho messo in rete uno nuovo. Sopra il tuo post c’è appunto il mio avviso.
    Beh, capisco, con quattro marmocchi più una Lambretta ci si distrae…
    Un abbraccione.
    pino

  13. Pampurio
    Pampurio says:

    Uh signur!
    Fate un bel Reset delle vecchie storie.

    Qui c’è un blog appena aperto, mi pare si gestito da una testa calda ma pensante (caso r a r i s s i m o tra i giornalisti italiani) , quindi, leggiamo critichiamo e domandiamo e godiamoci la libertà d’espressione , che sta diventando cosa rara.

    Un neolettore.

    PS:
    fate post più brevi, il di più viene dal maligno.

  14. ber
    ber says:

    Sono l’ultimo arrivato,…
    La vacanza in Germania e’ andata bene,…un grande paese ben organizzato,…sono contento di essere europeo.
    Mi son perso le spiegazioni dei contendenti,…ma forse e’ stato meglio cosi,…anch’io penso che ci sia un manovratore dietro il tutto….
    Un caro saluto a tutti,Ber

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